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ADRIANO TANGO

Crema in fermento

Le pulsazioni di una città si avvertono, e ci dicono del suo stato: quiescenza, sbalordimento, a volte paura, o esultanza, storia… e per chi a pelle le avverte ciò si riflette in un sentito personale.

Si dice di solito che la lentezza, l’esplorazione meticolosa, si fa a piedi, ma l’emozione è stata per me sempre multisensoriale e immediata, e allora richiede una certa velocità, perché più dati confluiscano, si interconnettano. E così, rientrando a casa per pranzo passo avanti al multisala, dove gli ultimi sprazzi di gloria del film di Guadagnino aleggiano. Pare che sull’onda del successo dell’opera arriveranno a Crema turisti fin d’oltre oceano! Bel colpo, era ora che l’immagine di Crema si imponesse. Oddio, basta che non sia attratto anche Trump!

Poi devio per via Gaeta: la voglio prender larga per circumnavigare l’isola- stazione, e, visto che ho le batterie cariche e vado in elettrico, in un traffico fluido, lo considero un comportamento ecologicamente accettabile. E qui iniziano le novità, o meglio, le promesse mantenute: tutto è color arancione, barriere di lavori in corso, dal sottopassaggio fino a viale Santa Maria, e abbattimenti, uomini al lavoro, e lo stesso sul versante del piazzale di via Stazione, angolo Sanitas per capirci. Ragazzi qui ci si dà dentro! Conosco il progetto, l’ho visto in eliografia fresco di stampa il giorno prima, ma per un non addetto ai lavori trovar la connessione fra tutto quello sterramento e il risultato atteso è difficile. Son curioso, ma dovrò attendere.

Il picchiettio tipico dei cantieri a un tratto è sovrastato dalla voce alla RAI 1 di John Vignola, il bravo musicofilo-conduttore. Ma parla di Crema! E sì, non solo lavori pubblici e arte cinematografica, e turismo… Pubblicizza i bandi di CREMAINSCENA e CREMAINSCENA DANZA 2018  del teatro San Domenico. Strano per un critico di musica pop un annuncio così: cultura a 360°.

La mia giornata si conclude con la terza puntata del corso di economia e tecniche digitali di Cremascolta al museo: sala Cremonesi sempre gremita. Ancora un successo, ma bisogna stare nei tempi , perché anche qui in tanti son venuti da altre città e devono rientrare a casa, in macchina purtroppo, perché di alternative la città non ne offre!

All’improvviso mi sembra che tutti parlino solo di Crema, e se in tanto fervore arrivassero anche i maledetti treni… decenti, sicuri e diretti?

 

ADRIANO TANGO

16 Feb 2018 in Senza categoria

11 commenti

Commenti

  • Io non so se ho capito bene, ma il sottopasso che dovrebbe collegare via Gaeta a via Stazione sfocerebbe nel parcheggino ACI di un tempo, distruggendo quel magnifico scheletro industriale che rappresenta per Crema la Storia industriale di cui si vorrebbe perdere memoria. Si mantenga, anche inutilizzato, come a Berlino è rimasta traccia dei bombardamenti. Memoria alle guerre, ma anche ricordo di un tempo dove grazie alle industrie Crema ha avuto il suo momento economico di maggior sviluppo. Se il sottopasso, passa come dice la parola stessa “sotto”, sopra si lasci la nostra identità, anche se per alcuni solo un ferro vecchio, o la solita archeologia induatriale tanto di moda da diventare noiosa. Insisto, gli ultimi recuperi a Torino, come dappertutto, sono una meraviglia. La Storia di una città non è testimoniata solo da chiese e palazzi. È storia di uomini, non solo di quelli che finiscono nei libri. Non sarà certo il piccolo Museo Olivetti a ricordacelo.

  • Piazza Garibaldi. Come proposto dalle Associazioni di categoria rimarrà inalterato il numero degli stalli. Sì, un pò di verde in più, ma il solito rumoroso e puzzolente carosello, anche se razionalizzato. Si cambia tutto senza cambiare niente.

  • Adriano, visto che hai voglia di girare per la città “in elettrico”, vieni a vedere cosa sta uscendo dall’impacchettamento all’angolo via Cadorna – via Cremona: là dove c’era un edificio novecentesco, a ferro di cavallo, in mattoni rossi con i balconcini in ferro battuto che faceva pendant con quello di fronte, ora c’è una specie di caricatura del castello di Chambord, con tanto di torri in cima, che sovrasta il quartiere con la sua insignificante bruttezza.

    E’ la filosofia italiana: vincoli al limite dell’isteria per i centri-città e fuori dalle mura come butta, butta. Tanto le cinte urbane son già brutte di loro, cosa potrebbe succedere di peggio?

  • Amici miei
    Cremascolta era bela quando c’era più foto estemporanea: poi chi capisce capisce, chi è ignorante in ristrutturazioni come me ha magari fatto solo le foto e altri capiscono.
    Per il quesito di Ivano un dirigene dei lavori, noto ma non ben identificato, il giorno prima, ritirando i progeti in eliografia, ha risposto alla mia curiosità e mi ha spiegato tutto. Anche se le spiegazioni di Fabio Bergamaschi, le piante pubblicate sulla carta stampata, le notre stesse indagini, dovevano mettemi in chiaro tuto ho ammesso: “per un non addetto ai lavori trovar la connessione fra tutto quello sterramento e il risultato atteso è difficile”. Tuttavia mi sembra di vedere in corso d’opera un architrave, dalla parte centro, quindi dovrebbe essere un sottopasso, come prospettato. I piccoli mucchi di macerie dalla parte opposta, che mi sembra, ma solo mi sembtra, corrispondere, non credo vogliano dire uno stravolgimento, visto che la brecia muraria creata è limitata. Ho poi visto camminare un operaio con uno di quegli aggeggi a uota che misurano la strada lungo tutta la via: si prepara un parcheggio fronte mura? Indagate voi, o se mi capita posso farlo io chiedendo a qualche amico di via Gaeta, se mi capita. Io guardo, annuso, sento. Incredibile di quanto ho riferito su sensazioni a pelle proprio questo vi abbia colpito. Certo ho un grande merito: son ruscito a colizzae due cri amici, quali Ivano e Rita, non sempre proprio concordi, nel dissenso su quanto ho solo visto, e magai non capito.
    P.S.
    Il neocastello non l’ho ben oservato, perché lì il traffico è veloce: ti risponderò quando migliorati i tempi e diradati gli impegni, meno affrettato, ci passerò a piedi, che consuma anche meno delll’elettrico: non so se mi piacerà o no, ma soprattutto non se piacerà ai turisti!
    E gazie dei sassi!

  • A proposito del grado di attrazione del film di Guadagnino mi scrive l’amico Franco Bianchessi (un esponente attivissimo della Pro Loco) che il filmato promozionale collocato su Facebook dalla pro Loco ha avuto 16.171 contatti e 117 condivisioni, che il materiale di presentazione dei luoghi del film (i due pieghevoli in italiano e in inglese + la cartolina) ha registrato circa 8.000 contatti.
    Pur essendo digiuno di Facebook, mi pare sia numeri significativi.
    Ho saputo poi che le richieste di informazione sono pervenute non solo dal mondo anglosassone (Gran Bretagna e Usa), ma anche dalla Russia.

    E’ certamente un momento… magico che Crema deve sfruttare al massimo e mi pare si stia muovendo (il materiale di cui prima, la partecipazione al Bit di Milano lo dimostrano).

    Non so, poi, se i turisti rimarranno entusiasti dei luoghi, ma un viaggio a Crema consentirà comunque a loro di visitare una cittadina piccola, ma che nel suo genere è “un piccolo gioiello”: pensiamo a piazza Duomo (tanto più vista di sera), alla perla del S. Agostino, ai tanti palazzi che sanno di storia, ai fontanili che si trovano nei dintorni(e non solo quello di Farinate immortalato dal film).

    • Ribadisco sempre che Crema ha tanti di quei gioielli nel suo circondario da ben riempire la giornata a una media comitiva con guida e pulmino. Se al giro dei palazzi e delle Chiese si associa poi un giro degli organi storici, magari con miniconcerto, e ho anche la guida specializzata, allora la giornata non basta più, quindi si possono fare sullo stesso territorio due scelte tematiche, una più urbano-paesaggisirica e una più storico musicale, includendo anche il violino oltre l’organo: sì, si fa anche a Cema e la tradizione coinvolge giovani artigiani.
      Ese ci stessero dentro anche gli stalloni come mini museo – laboratorio delle arti tradizionali, includendo anch vetrerie d’arte, arte campanara, selleria…
      Far sistema con Sabbioneta e Lodi riempirebbe una intensa escursione in due giornate.

  • Adriano, non dimentichiamo Cremona, bellissima città, che se non fosse difficilmente raggiungibile, e se ne lamenta parecchio, batterebbe il naso ad altre. Sta avendo oltretutto grande rilancio.

    • Ti stupisci se la sento rivale? Sai, noi terroni… scherzi a parte non la vedo omogenea in un piccolo arcipelago turistico alternativo. Esempio: se parli della tradizione artigiana musicale (organi etc.) o mostri un laboratorio di liuteria cremasco o li poti al museo a Cremona, e quello ti ruba troppo tempo!

  • Speriamo che il nuovo turismo non passi da Crema… Che figura faremmo “noi cremaschi” offrendo “cacche”, “carte”, e quant’altro alla vista del preparato turista post-Guadagnino. E’ sufficiente lasciare il cardo e il decumano per vedersi piombati in un “brutto” paese. Siamo alle solite e per me è una fissazione. Continuo a sostenere che dal Palazzo non ci siano chiare e precise disposizioni per ovviare a tanto sudiciume. Davanti ad alcune scuole lo spettacolo è deprimente (mi aspetto che qualcuno vada a “svegliare” i presidi… e anche gli insegnanti, oltre a studenti e genitori. Caspita, cari Amministratori, diamoci una mossa! E’ solo per questo che mi auguro che il nuovo-turismo non arrivi di sorpresa ma, evitando le prime ore del pomeriggio, bussi alle Porte: toc, toc, ci siamo. A quel punto dal Palazzo potrebbero uscire le “spazzole rotanti”… e si potrebbe “girare” un altro film. In costume stavolta.

    • Condivido “centpercient”, sottolineo e sottoecrivo, carissimo ALTWAR !
      E ci metto pure un ….carico da 11 : qui sembra che ….tutte le scuse siano buone per mettere mano alle motoseghe e uccidere, si ripeto “uccidere” chi ci consente di respirare!
      Quegli alberi senza i quali nemmeno i “potenti” assessori, sindaci, governatori, ministri, potrebbero sopravvivere!
      Proteggiamo il suolo fertile, proteggiamo gli alberi.
      Per quanto mi riguarda darò il mio voto solo a chi farà cose concrete in questo senso!
      E, Adriano, occhio che nel “fermento” di cui hai dato conto, anche giustamente in termini complessivamente positivi, le “motoseghe” ( e per questo i termini hanno da essere pesantemente negativi!) ci hanno dato dentro di brutto/di brutto!

  • Peggio caro Franco: il cittadino non può nemmeno piantumare a sue sopese/energie su suolo comunale! Puntuale segue l’espianto. Successo. L’unica via è la donazione dell’alberello al comune con annesse spese di giardiniere, ma l’indicazione di messa a dimora può anche essere modificata. Un alberello, il primo pruno a destra di via Diaz, è una donazione di due sposi novelli, dopo un anno spuntava fra i rami un fiocco rosa… bello vero? E se si donasse un albero per ogni diploma conseguito dei nostri figli o per ogni nonno defunto?Il verde è salute fisica e psichica e bellezza urbana, ma su questo e sul basso coefficiente a confronto, ad esempio, con Berlino, ho già scritto, e mi pare sia successo poco, nonostante la minuziosa contabilità di Fabio Bergamaschi che ha testimoniato, soto la sua gestione, un bilancio neggativo di un solo albero. Ma perché noi non possiamo avere boschetti urbani e scoiattoli come Amburgo? E no, sento una voce di fondo che mi dice “ma fatti bastare le nutrie!” E parlando di paesaggistica, tu che ci pasi, sai sopiegarmi perché i cnanli ai lati della strada el Marsale sono asciutti, ora che un po’ d’acqua l’abbiamo avuta?
    Non è che qualcuno ci stia facendo abituare l’occhio per poi ritentare una tombizzazione a sorpresa, con la scusa che sono a secco?

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