menu

PIETRO MARTINI

La peste

Quando le rogge sono in asciutta, ogni tanto lascio il piano di campagna e continuo il percorso scendendoci dentro. Sembra una cosa stupida. E probabilmente lo è. Ma è da quando sono ragazzino che mi piace approfittare di certi momenti dell’anno per entrarci, specie in quelle più grandi. Non so perché, ammesso che in tutte le cose della vita ci debba essere un perché. Certo, è un rischio per le gomme della bicicletta. E pedalare sul molle è davvero dura, soprattutto senza cambio e a una certa età. Ci passo dentro anche a piedi o in un modo diverso, facendo attenzione ai punti di discesa e risalita. Due cose si notano subito, con il passare del tempo. La prima è che la sgüra o non viene fatta o si fa con mezzi che rasano e rimodellano gli argini strapelati. La seconda è che la quantità di rifiuti sul fondo è sempre maggiore, dalle bottiglie ai sacchi di plastica, dai copertoni agli inerti edili, insomma di tutto. Dalle nostre rogge più ampie ai bocchelli di irrigazione, la rete idrica locale è sempre più alterata e usata come discarica. Ogni anno il peggioramento si nota facilmente, soprattutto durante l’asciutta. Probabilmente, se i cremaschi percorressero, piano e bene, campo per campo, la loro campagna, i loro sentieri, le loro rogge, proverebbero il mio stesso sentimento di sofferenza e ribellione verso questa ingiustizia che ogni giorno la nostra terra e le nostre acque devono patire.

Non si contano poi i tagli di alberi e arbusti eseguiti in modo massiccio e indiscriminato. Quanto Francesco Torrisi va scrivendo da tempo in proposito, anche su questo blog, è tanto condivisibile quanto encomiabile. Anche il suo articolo di questi giorni ne è testimonianza esemplare. Sia in campagna che in città, pare inarrestabile la bêtise distruttrice che continua ad abbattersi sul nostro patrimonio arboreo e naturale in genere. Ci sono zone della nostra campagna in cui l’arbitrio e l’abuso sono evidenti. Altre in cui gli abbattimenti sarebbero giuridicamente legittimi, per quanto devastanti. Agli effetti del risultato oggettivo, poco cambia. Ogni volta che passo dove fino al mese o alla settimana precedente c’erano filari di alberi, anche imponenti, ora abbattuti, provo ancora quello stesso sentimento di pena e di rabbia, che mi resta addosso per un bel pezzo.

È notizia di ieri che nelle rogge Rino, Alchina e Fontana sia stato effettuato un massiccio sversamento di liquami (l’immagine del post è tratta da Cremaonline, foto © Dellera e Pagliari). Leggo in rete che, sentiti i sindaci di Capralba e di Caravaggio, il sindaco di Crema ha avuto conferma che si tratta di “uno sversamento avvenuto da un’azienda agricola di Caravaggio, in seguito ad un atto vandalico avvenuto nella notte e sul quale i carabinieri stanno già indagando”. Che di sversamenti criminali se ne facciano spesso e in diversi nostri paesi, non è certo una novità. Ma questo pare particolarmente grave. Nonostante i tentativi per drenare i liquami, sembra che il danno sia irrecuperabile. Leggo che “in comune di Capralba l’inquinamento sta facendo i maggiori danni ecologici, sottraendo ossigeno dalle acque risorgive, notoriamente molto ricche, creando una moria di pesci, di fauna bentonica e anfibia e compromettendo anche per i prossimi anni un adeguato ripopolamento delle specie ittiche e anfibie”. Come sappiamo, si tratta di corpi idrici che arrivano poi nel nostro territorio comunale. Sono rogge di enorme valore non solo irriguo ma anche storico e culturale, espressione della nostra civiltà e delle nostre tradizioni.

Nel complesso, la diagnosi della situazione ambientale, disastrosa, sembra chiara. È come una peste contagiosa, incurabile, che ci fa distruggere e devastare. Manca la cura. Soprattutto, manca il medico. La prognosi, quindi, è sempre più riservata.

PIETRO MARTINI

05 Apr 2018 in Ambiente

34 commenti

Commenti

  • Caro Pietro, grazie per la pronta attenzione a questa tematica ambientale così importante e così trascurata, se non nei casi di assoluta, gravissima emergenza come questa che coinvolge in modo tanto grave la rete delle nostre rogge e ….assassina la purezza dei fontanili!
    Poche sere fa ero a Pandino ad assitere ad una stupenda lectio di quella “risorsa del patrimonio ambientale” che risponde al nome di VALERIO FERRARI, proprio sul tema risorgive/fontanili.
    Facciamo pressione sul nuovo Assessore Gramignoli perchè queste tematiche vengano affrontate in modo “sistemico”, magari proprio facendo tesoro dell’apporto che possono dare persone come Valerio che hanno dedicato una vita all’attenzione, all’amore per la natura, e associazioni ambientaliste che agiscono sul territorio e che attendono solo di essere coinvolte.

  • Una foto analoga me l’ha inviata Dino Zanini, ma riguarda le sponde del Serio!
    Gli ho consigliato di pubblicare anche lui. Spero lo faccia, e dall’Assessore andiamoci, magari con tante firme.

  • Caro nuovo Assessore Gramignoli, per favore, venga a fare una passeggiata nel Parco del Fiume Serio, non è lontano da Palazzo, in tre quarti d’ora va e torna.

  • Leggo che tutti fanno appello al nuovo assessore Matteo Gramignoli.
    Non è detto che sia a conoscenza dei due post, di Franco Torrisi e di Pietro Martini: c’è qualcuno che ha un suo contatto per informarlo?

    Magari, fresco di nomina e carico di entusiasmo, potrebbe inserire una marcia in più, naturalmente, in primis nel territorio di competenza del Comune di Crema, ma anche – in sinergia con altri Comuni – al territorio più vasto del Cremasco.

    Magari, potrebbe anche coinvolgere alcune scuole nell’ambito della “alternanza scuola-lavoro”. Alcune scuole, del resto, sono già state coinvolte (non solo la scuola agraria, ma anche alcune scuole elementari e medie), ma occorre fare di più per far maturare la cultura ambientale.

  • Il mio ringraziamento a te, Franco, per l’impegno verso temi così rilevanti, non di breve e ma li lungo respiro.

    Riguardo alla peste contagiosa dell’incuria, degli scarichi massicci di rifiuti e della devastazione ambientale, a questo morbo che si sta diffondendo tra la popolazione e che pare incurabile, temo che la sua endemicità e irreversibilità siano ormai evidenti a tutti. Ripeto: manca la cura e manca, soprattutto, il medico. Sotto ogni rilievo erboso ci sono rifiuti nascosti; in ogni roggia ci sono sostanze erbicide, atrazina e pesticidi, quando non arrivano sversamenti di liquami come quello di questi giorni; lungo ogni ciglio di campo non si perde occasione per abbattere alberi e arbusti. La peste che è entrata in noi si abbatte come un flagello sull’ambiente, con una forza distruttrice cieca, stupida, insolente.

    Riguardo ai tagli, naturalmente, so distinguere un pioppeto da un filare di altri alberi d’alto fusto. Non mi riferivo, ovviamente, alle colture arboricole, come il pioppo, soggette a disciplina di periodico abbattimento, in genere ogni undici anni, né ai boschi da taglio montani o pedemontani, che da noi sono rarissimi. Parlavo di tutto il resto, di quello che ancora ci rimane: poche aree mediamente boscate, filari di essenze autoctone a linea di capezzagna, d’alto e medio fusto, le solite robinie infestanti, ceppaie sviluppatesi nonostante i prelievi quasi a raso, alcuni esemplari isolati e imponenti (talvolta classificati come monumentali), pochi pioppi scampati all’abbattimento previsto e divenuti “alberi” con pari diritti, matricine in contesti boscosi sempre meno gestiti in base alle prescrizioni di polizia forestale (le martellature a volte sembrano fatte a casaccio), vecchi olmi scampati alla grafiosi e antiche querce scampate alle nuove divinità del trinciato e della biomassa. Di questo parlo, non d’altro.

    Quanto al fatto che il Comune di Crema abbia un assessore competente in materia, non lo sapevo. E non lo conosco. Di sicuro, non intendevo molestare alcuna carica pubblica in proposito. Anche perché non vedo come un assessore comunale possa avere voce e titolo in merito a un territorio che va dalla bassa bergamasca al soresinese, dal pandinasco al soncinese. Non vedo quali mulini a vento potrebbe caricare a lancia in resta tra l’Adda e l’Oglio. Quanto ai tagli indiscriminati d’alberi in città, ribadisco il vecchio proverbio asturiano: nunca ir a quejarse en loberia / del rebaño tragado por el lobo.

  • Leggo dal sito del Parco del Fiume Serio che sono stati assegnati 200mila euro ai Comuni che fanno parte del consorzio per vari progetti. Il Comune di Crema, ad esempio, non ne ha, riceverà dunque la sua quota parte e stop.
    http://www.parcodelserio.it/assegnati-contributi-a-favore-dei-comuni-del-parco/

    Possibile che nessuno sia riuscito a formulare un progetto? E sì, che fare ce ne sarebbe.
    Che fine hanno fatto le guardie forestali? Chi le ha mai più viste?

    Mi sembra che si potrebbe cominciare a inviare foto del degrado evidente all’assessore neo-nominato, tempestiamolo d’immagini e chissà che non venga a vedere, indirizzo mail :
    gramignolimatteo@libero.it

  • Caro Pietro, oltre allo scmpio della schiuma, di cui mi arivano foto di privati, li ho fotografati anche io lungo il Serio gli alberi trucidati: inqualificabile! Ovvio che tagliare alla base richiede meno potatura di sciurezza! E inolte si vende il legno maturo! Dobbiamo ribellarci in tutti i modi, e avvertire che lo faremo! Iniziamo a pensare a una raccolta di firme, poi subito l’incontro con l’assessore, che soridente è sorridente, ma sia anche concluente! Noi al contrario pensavamo a un priogamma di rimboschimento e ripopolazione faunistica (mica orsi, scoiattolini! Serviamo proprio a questo!

  • Buon giorno a tutti….. ringrazio tutti voi per l’attenzione all’ambiente della nostra stupenda città. Vi lascio la mia mail e vi chiedo di creare un gruppo di persone con cui poter parlare e magari costituire un tavolo permanente.
    Vi saluto cordialmente.
    m.gramignoli@comune.crema.cr.it

  • Mi scuso, Rita e Adriano, per il ritardo nelle risposte ma per alcuni giorni sono stato via da Crema e quindi dal mio vecchio desktop con cui ancora mi connetto (finché funziona) alla rete.

    Rita, non so quali contributi ci siano in ballo tra il Parco del Serio e il Comune di Crema. Mi sembra che i parchi regionali siano fortini assediati e attaccati da molti, ben identificati, interessati detrattori. E qui mi fermo, ben sapendo quanto sia pregiudizievole difendere oggi i parchi. Gli addetti di polizia forestale, le guardie provinciali, le GEV regionali (attenzione, la V sta per Volontarie) assegnate ai vari parchi, come i nostri del Serio e dell’Adda Sud, fanno il possibile. Ma essere in pochi e indifesi agenti di polizia amministrativa (e non giudiziaria, quindi con poteri molto inferiori) non basta di fronte alla protervia di comportamenti che meriterebbero da parte di uno Stato degno di questo nome ben altre forze, attribuzioni e risorse. Sono convinto che anche nella mancata difesa dell’ambiente, come nella mancata lotta all’evasione fiscale, come nel mancato contrasto alla corruzione, come nella mancata stroncatura delle mafie e della criminalità organizzata, giochi una malcelata scelta pubblica di tolleranza degli interessi economici di tutti questi inquinatori e distruttori, evasori fiscali, corrotti e corruttori, delinquenti mafiosi che da oltre settant’anni stringono il cappio della plutocrazia devastatrice e della partitocrazia affaristica intorno al collo dell’Italia.

    Adriano, grazie per la tua testimonianza. Ho visto poco fa l’articolo sul Torrazzo e le discussioni sul fatto che, se tra Caravaggio e Crema le informazioni non fossero state palleggiate tra enti disuguali per competenza ma uguali per incompetenza, forse le schiumate in via Griffini e ai Giardini le avremmo potute evitare o almeno contenere. Vedrai, adesso si aprirà un “dibbattito”.

  • Rispondo all’Assessore Gramignoli: grazie, Matteo per l’attenzione e il contenuto della tua risposta. Mi attivo subito come redattore del blog per un riscontro operativ in tempi brevi, che ti invierò all’indirizzo mail che ci hai fornito.
    Cordialmente Francesco Torrisi

  • Una iniziativa, nuovo assessore, che ritengo encomiabile.
    A Crema, e non solo sulla nostra “piazza virtuale”, ce ne sono di persone che hanno a cuore la salute e la stessa bellezza del nostro territorio, un territorio che ha molto da offrire in termini paesaggistici.
    Si tratta di un patrimonio non solo da salvaguardare, anche attraverso l’attenzione agli alberi, ma anche da valorizzare in una prospettiva turistica.
    Il film di Guadagnino ha indubbiamente alimentato l’interesse per il nostro territorio, ma ci vuole ben altro.
    Tu, Matteo, con il dinamismo che ti caratterizza e con l’entusiasmo che ti accompagna nella tua nuova funzione pubblica, potrai svolgere un compito prezioso (naturalmente, in sinergia con istituzioni sovra-comunali come, ad esempio, il Parco del Serio.
    In bocca al lupo!

  • Grazie di cuore…. a rivederci presto
    Matteo

  • Hai ragione Pietro, l’eccesso di tolleranza sta diventando …. intollerabile. Franco e’ gia’ al lavoro per costituire un “tavolo” con l’assessore. Non molliamo la presa.

  • Tolleranza, Rita? Dopo secoli di elogi della tolleranza (ma anche di elogi dell’accoglienza, di elogi della benevolenza, della condiscendenza, della pazienza), spero che le prossime generazioni ritrovino filosofi che ricomincino a fare elogi diversi. E uomini di Stato che ricomincino a servire i loro popoli e le loro nazioni invece dei trenta denari. In materia ambientale (ma anche in parecchie altre materie) i risultati di questo tradimento delle dirigenze pubbliche sono evidenti. Da dove venga questo chewing-gum appiccicoso del “laissez faire, laissez passer” è abbastanza noto, a livello istituzionale ed economico, da de Gournay in avanti. Ma non è questo il punto. È in termini etici che la tolleranza dei danneggiati verso i danneggiatori, degli agnelli verso i lupi, anche in campo ambientale, si fa significativa, da capire bene, nelle sue cause e nei suoi effetti. Ogni crimine, anche quello in campo ambientale, ha i suoi esecutori, i suoi mandanti e i suoi ispiratori. Chi ha aperto questa saracinesca dei liquami (volendo credere ai dispettosi fantomàs notturni), chi distrugge il patrimonio arboreo e arbustivo, chi trasforma la nostra campagna in una discarica agisce contando su un’impunità e su meccanismi di tolleranza e quindi di rassicurazione sempre più evidenti, tutt’altro che casuali.

  • Mi e’ impossibile dilungarmi poiche’ sono in giro e argomentare esaurientemente un tema da un telefono cellulare e’ cosa non facile. Anche qui, si potrebbe aprire un capitolo. Ma quando tornero’ faro’ un post sull’incapacita’ mentale dell’Occidente di capire per quale motivo altrove, dove il nostro pensiero e’ pressoche’ privo di appeal, ricevono ondate di consensi personaggi “forti” che qui non avrebbero futuro. Penso a Putin, Erdogan, Orban, o al premier cinese. Il fatto che ad est la situazioni migliori a vista d’occhio mentre l’ovest e’ in caduta libera, e sotto ogni aspetto, suggerisce qualcosa a qualcuno?

    (continua)

  • Strabiliante la minaccia contenuta nel commento delle h. 13:00 di oggi di un post “in elogio delle dittature”. In fremente attesa… “suggerisce qualcosa a qualcuno?”

  • Ma come, Rita, non sai che Orban e Putin sono dei dittatori? D’accordo che sono stati votati da un numero di elettori che i partiti “democratici” qui in Italia si sognano, ma dipende dal fatto che questi elettori sono degli ingenui manipolati, e poi anche il nazismo è andato al potere con libere elezioni. Quindi smettiamola con questa idolatria del voto, che in certi casi è legittimo non rispettare, quello che conta è l’ortodossia del politicamente corretto. Se la gente non capisce questo . . . , che si fotta!

  • Prof. CORDANI, ha dimenticato ERDOGAN.

  • Si, Bruno, in effetti bisognerebbe analizzare piu’ a fondo il problema: fa piu’ danni un governo autoritario o un gruppo di cretini? Lo faro’ al mio ritorno.

    Da non dimenticare il feroce Assad, gasatore del suo popolo. Fa niente se la messinscena e’ sempre della Premiata Ditta Usa/Israele. Chi lo dice “non conosce la realta’”, o meglio “non capisce”, per mancanza di corretta informazione. Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere.

  • Ovviamente un governo autoritario e allo stesso tempo cretino. Cosa ci sarebbe di meglio?

  • Dare del “cretino” a un governo autoritario equivale a giudicare nello stesso modo milioni di persone che lo hanno votato, una cosa che personalmente non ho la presunzione di fare. Ben diverso e’ invece il governo cretino e basta, di cui l’Italia ha una certa esperienza., non avendolo (avendoli) neppure votato. Sempre democraticamente, ovvio.

  • Rita, tu confondi autoritarismo con autorevolezza o decisionismo. Nella seconda categoria io includerei la libertà, diritti civili ecc. Nella prima non ce la vedo proprio. Ti consiglierei di consultare i dizionari e soprattutto la Storia.

  • « Ogni collettività umana avente un riferimento comune ad una propria cultura e una propria tradizione storica, sviluppate su un territorio geograficamente determinato (…) costituisce un popolo. Ogni popolo ha il diritto di identificarsi in quanto tale. Ogni popolo ha il diritto ad affermarsi come nazione. »
    Altro distinguo: popolo vs massa. Cretino o non cretino? Cretina o non cretina?

  • Si, certo, so bene che una certa mentalita’ occidentale ( i residuati bellici del ’68, in buona sostanza) non riesce a capire questa svolta della Storia credendo che bastino matrimoni gay e permissivita’ a largo raggio (leggasi caos) per catalogare un regime (non e’ in errore ortografico) come “democratico”. Mi ripropongo infatti di dedicare all’argomento una riflessione piu’ articolata, non appena potro’.

  • Orban ha stravinto le elezioni in Ungheria. Gli ungheresi sono andati in massa alle urne perché una maggioranza schiacciante vuole continuare ad essere governata da un capo di governo che aveva lanciato questo appello: “Dobbiamo decidere bene, perché sbagliando non ci sarà più un futuro per l’Ungheria perché diventerà un Paese di immigrati”. E subito dopo il voto ha così sintetizzato il suo messaggio politico: “Questa è una vittoria decisiva, in futuro saremo in grado di difendere la nostra Madrepatria”. Voglio anch’io essere governato da un “dittatore” come Orban.

  • Via Ivano, non mi dirai che credi di piu’ a un articolo del Fatto Quotidiano (super partes di sicuro) che a milioni di cittadini ungheresi. Saranno tutti scemi? Manipolati? Ignoranti? Meno male che arrivano gli italiani a “illuminarli”? Ma se siamo cosi’ bravi a guardare in casa d’altri, come mai la nostra e’ costantemente sporca?

  • Via Rita, non mi dirai che credi di più alle propagande di regime. E in tutti i casi, cosa c’è di così poco credibile nell’articolo che ho proposto?

  • Dall’Ungheria alla Cina, in pratica tutta l’Eurasia del centro est, c’e’ un intero continente imbambolato dalla propaganda di regime? Non sara’ che la loro forma di pensiero e’ completamente diversa da quella dei vecchi e rincitrulliti europei dell’ovest, che non la capiscono?

  • Infatti, Rita, in Ungheria negli ultimi tre anni il Pil è cresciuto sopra il 4 per cento e la disoccupazione è scesa al 3,8 per cento. Certo, gli ungheresi non possono godere del matrimonio sodomitico, ma evidentemente se ne sono fatti una ragione.

  • Forma di pensiero: esattamente Rita. Ti consiglierei di leggere, a proposito di indottrinamento, politico o culturale che sia, i tanti studi che hanno trattato tale argomento. Senza accennare al potere persuasivo di internet, tanto per essere attuali. Dopo di che non ci sarebbe niente da aggiungere sulla possibilità di manipolazione del pensiero, che ha scardinato anche in occidente, quella democrazia, che fa credere illusoriamente a tutti di essere portatori di idee libere e indipendenti, demolendo il “pensiero unico” che non esiste, visti ad esempio i risultati che hanno restituito un corpo elettorale smembrato al punto di non riuscire addirittura a formare un Governo. E questo darebbe ragione a te, nel senso che siamo manipolati tutti allo stesso modo. Con una differenza: esistono “regimi” dove le poche voci dissenzienti hanno legittimità di esistere, altri dove sono negate. Vorrei che in Italia questo diritto continuasse ad essere garantito, cosa che non è in quei paesi “democratici” che tu porti spesso ad esempio.

  • Appunto: interned di chi e’, dei feroci dittatori? No, e’ proprieta’ del pensiero unico, che notoriamente non esiste. Lo “smembramento” scientifico di popoli e societa’ chi lo sta facendo, mio nonno? Se saremo trascinati in una guerra che potrebbe essere l’ultima, l’avranno deciso governi e cittadini? No, 4-5 uomini chiusi in una stanza. E’ abbastanza.

  • Rita, cazzo. Non me ne frega niente di chi è padrone internet. Grave è che lo possano usare tutti, basta vedere la vittoria di Trump e il successone dei Grillini. Quanto al potere della valigetta, che problema c’è? Cosa c’è di più democratico della delega concessa dai cittadini a Trump, Orban, Erdogan o Putin? Anche se non conosco ancora la reazione degli ultimi due all’attacco alla Siria.

  • La vittoria di Trump e il successo del M5s non c’entrano granche’ con internet, che come dici tu e’ accessibile a chiunque e dunque anche a chi ha perso le elezioni. C’entrano semmai con il fatto che la fazione opposta ne aveva gia’ fatte peggio di Bertoldo e gli elettori, piuttosto di riavere i falliti, hanno ritenuto opportuno firmare una cambiale in bianco a chi ancora non aveva governato. Se andassimo a votare fra tre mesi, il risultato sarebbe ancora diverso poiche’ neppure i beneficiari della “fiducia con riserva” si sono dimostrati all’altezza. Siamo in mezzo al temporale che precede la tempesta.

Scrivi qui la risposta a RITA R

Annulla risposta

Iscriviti alla newsletter e rimani aggiornato sui nostri contenuti