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FRANCESCO TORRISI

L’utopia possibile

L’incontro del prossimo 20 maggio ore 21:00, presso la Sala Cremonesi di Crema (Centro Culturale S. Agostino – Piazzetta Winifred Terni De Gregorj 5), promette di essere un’importante occasione di approfondimento e di scambio.

“Crema Senza Frontiere” incontrerà l’Associazione bolognese di promozione sociale “Libertà era restare”. Due realtà che condividono la propensione all’incontro con “l’altro” e promuovono iniziative a favore dell’accoglienza dei migranti, nella convinzione che sia possibile vivere il presente in modo positivo, attraverso la volontà di farsi prossimi e di osare dare concretezza all’utopia della conoscenza reciproca e della convivenza.

Nel corso della serata verrà presentata l’esperienza di Riace, il borgo calabro che, insieme al vicino Camini, rappresenta un modello straordinario di integrazione.
Verranno poi proiettati il cortometraggio “Il volo” del regista Wim Wenders e la raccolta fotografica di Donata Ricci “Il Sindaco riceve sempre”, entrambi sull’esperienza dei due paesi lucani.

Siete tutti invitati!

FRANCESCO TORRISI

16 Mag 2018 in SocietĂ 

30 commenti

Commenti

  • Cema, Bologna, e Riace: tre pezzi di cuore per me, ancando a ritroso nel tempo: seguirò con attenzione

  • Ma Mimmo Lucano, il “sindaco dei profughi”, tanto osannato da giornali, governi e Rai, che voleva mandare persino in onda una fiction sulla sua vita, poi archiviata, non è quello indagato per truffa e concussione? Parliamo della stessa persona? Quello che dava bonus e “borse lavoro” con i soldi dello Stato, ovvero nostri? Quello dei 9mila euro di benzina, dei 500mila euro di spese pazze e di pezze d’appoggio raddoppiate, dei 40mila euro di parcelle per gli interpreti, dei 600mila euro di stipendi a 70 operatori senza le carte in regola? Se questo “straordinario modello d’integrazione” avesse fatto scuola (ci ha pensato la Procura a stopparlo) ci avrebbero sbancato. Ma ormai queste “imprese di belle speranze” sono state superate dai fatti nell’immaginario collettivo, non ci crede piĂą nessuno.

  • Buongiorno Rita,
    Si è proprio lui, ma attenzione, il fatto che sia stato oggetto di un’inchiesta non è sinonimo di colpevolezza! AvrĂ  notato come ultimamente cronaca a politica spesso attacchino e mettano sotto accusa le “Buone Praatiche”: Lampedusa che da isola dell’accoglienza sembra trasformarsi un’isola di razzisti, le ONG che operano in mare a cui vengono sequestrate (e poi dissequestrate) le navi, e un Sindaco come Mimmo Lucano che accogliendo i migranti ha risolto tanti problemi del suo paese (oltre che il problema di chi cerca protezione e asilo).
    La risposta comunque alle sue perplessitĂ  non voglio dargliela io ma gliela faccio dare dagli ispettori che sono stati proprio mandati a d indagare a Riace in ottemperanza a quanto richiesto dal Magistrato: sono andati nella scuola, nella sede della Cooperativa che gestisce il progetto, nei laboratori, in giro per il paese e per favore legga questo “breve” articolo del sole 24 ore, poi se domenica sarĂ  con noi avremo modo di approfondire la questione e per quanto possibile, rispondere alle sue domande.

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-02-27/integrazione-migranti-modello-riace-funziona-dice-prefetto–175406.shtml?uuid=AEQLin7D

    Selezioni il link qui sopra e lo apra in una nuova pagina.
    Grazie e arrivederci a domenica
    Francesco Manieri (Presidente dell’Ass. “LibertĂ  era restare”)

  • “dare concretezza all’utopia della conoscenza reciproca e della convivenza”: tra non molto mi aspetto le “convergenze parallele”.

  • Francesco Manieri, l’anno scorso 150.000 giovani italiani, quasi tutti con istruzione superiore, hanno dovuto espatriare e sono stati “etnicamente sostituiti” da altrettante persone le cui competenze lavorative e la cui fedina penale ci sono totalmente sconosciute. Se Lei trova la cosa positiva è affare Suo, la maggioranza degli italiani è di parere contrario.

  • Gli italiani andati all’estero l’anno scorso sono stati 250.000 ed è vero quasi tutti di istruzione superiore, e soprattutto giovani, sono andati a cercare migliori condizioni lavorative (certo che sarebbe meglio potergliele offrire qui in Italia, ma non ci sono!) i migranti che lei dice aver sostituto i nostri ragazzi nello stesso anno sono stati: 119.369 (tra l’altro di questi una minima parte si fermano nel nostro Paese).
    La differenza sta solo nel fatto che i nostri giovani sono LIBERI di andare dove vogliono a cercare fortuna, gli altri no! E’ giusto tutto ciò? A me non pare!
    Comunque se lei ha notato la nostra associazione si chiama proprio: “LibertĂ  era restare”, venga domenica sera e ne parliamo insieme!
    Buona giornata
    Francesco Manieri

  • Scusi signor Manieri, è sicuro che dei 119.369 sbarcati in Italia l’anno scorso solo una “minima parte s’è fermata nel nostro Paese? Allora, tutti quelli che bighellonano nelle strade delle nostre cittĂ  da dove escono? Come lei saprĂ  le frontiere del Belpaese sono blindatissime dall’esterno, non passa nessuno, e andarsene da qui è praticamente impossibile.

    “I nostri giovani sono LIBERI di andare dove vogliono a cercare fortuna” con i soldi di mamma e papĂ , basta pagare che si può andare in capo al mondo, mentre questi sono presi in carico dallo Stato Italiano. Non per nulla mettiamo a bilancio la cifra folle di 5mld. l’anno. Quanto a Mimmo Lucano, i suoi processi saranno ancora in corso per chissĂ  quanti anni, siamo pur sempre in Italia, ma intanto i conti non tornano. Su questo non ci piove.

    Di sicuro “libertĂ  era restare”, signor presidente dell’omonima associazione. Sono perfettamente d’accordo con lei. Peccato che l’Occidente ha invaso mediaticamente le menti di tanti giovani sprovveduti mostrando loro un Eldorado che non esiste, tutto lustrini e paillettes, per attirarli qui dove bisognava creare scompiglio (ovvero fragilitĂ ), dimezzare il costo del lavoro e cancellare i diritti sociali. Ci sono quasi riusciti.

    E dire che una regione come la Calabria, ne avrebbe di “modelli” da inventare.
    A cominciare dal lavoro che non c’è.

  • “La differenza sta solo nel fatto che i nostri giovani sono LIBERI di andare dove vogliono a cercare fortuna, gli altri no!” Questa è pura follia! I nostri giovani sono liberi di andare dove vogliono se hanno passaporto ed eventuale visto in regola, con spese di viaggio e di mantenimento a carico loro o dei genitori. Gli altri li andiamo a prendere e li manteniamo a nostre spese. Temo sia totalmente inutile continuare la discussione.

    PS. La Lega di Salvini pochi anni fa era al 4%, due mesi fa al 17%, i sondaggi di ieri la danno al 26%. Continuate così e il traguardo del 51% non è lontano.

  • Gentilissimi,
    rilevata la vostra diffidenza, per usare un eufemismo, sull’intero tema credo che non ci sia occasione migliore che partecipare all’evento che abbiamo organizzato per domenica 20 e scambiarci le nostre opinioni in maniera civile senza diffusione di odio e soprattutto parlando con persone in carne ed ossa.
    Vi auguro una buona serata e tanta serenità, mi sembra c’è ne sia bisogno.

    Saluti

  • “rilevata la vostra diffidenza, per usare un eufemismo, sull’intero tema . . .” Non finisco mai di stupirmi nel constatare come i radical chic nonchĂ© benpensanti di sinistra riescano ad essere sottilmente insultanti, magari a loro insaputa (vista la loro mancanza di luciditĂ  e senso critico). Accusare qualcuno di essere diffidente equivale implicitamente a dargli dell’ingenuo un po’ ignorante, uno insomma che non capisce bene qualcosa di molto chiaro. Io non sono diffidente nei vostri confronti ma non essendo purtroppo di primo pelo (ho anche fatto il militare a Cuneo, direbbe Totò) mi è molto chiaro chi siete, quali sono i vostri scopi e quelli dei vostri finanziatori, e decisamente non mi piacete. Fine del discorso.

  • Caro Bruno,
    i suddetti ”radical chic nonchĂ© benpensanti di sinistra” non hanno nessun pregiudizio nei suoi confronti, a differenza sua.
    L’invito è rinnovato, piĂą sentito di prima.

    A domenica,

    Buona serata.

  • Premesso che il progressismo piangente non incanta piĂą nessuno e che gli italiani hanno avuto tempo e modo, negli ultimi 5-6 anni di scoprire e conoscere la foresta fitta in cui operano associazioni immigrazioniste e Ong, posso farvi una domanda, signori Manieri e Vola: l’Associazione bolognese di promozione sociale “LibertĂ  era restare” vive di sole quote associative?
    Così sembrerebbe, dal bilancio pubblicato sul sito http://www.libertaerarestare.org/, tuttavia immagino che anche le “esperienze residenziali” degli studenti a Lampedusa abbiano un costo, come anche i “campi di formazione e volontariato”, e tutto il resto. Lo chiedo semplicemente perchĂ© anch’io faccio parte di alcune associazioni di volontariato e siamo sempre alle prese col centesimo che non riesce a fare la lira. Grazie dell’informazione.

    Vorrei anche precisare che il fatto di avere idee opposte non significa affatto nutrire pregiudizi, nĂ© conoscere meno dell’altro il problema, vuol dire solo avere una visione della vita differente. Almeno questo, per il momento, ci è concesso.

  • Il bello della nostra piazza è che ci si confronta da posizioni talvolta molto diversi (non siamo come altri social che condividono o un’area politica o ideologica o religiosa). Io non mi stanco di dirlo: così com’è, è un “valore aggiunto” perchĂ©, se ci poniamo tutti “in ascolto”, ci arricchiamo a vicenda.

    Il mio punto di vista (che si è evoluto nell’arco di questi cinque anni grazie anche allo stimolo di altri blogger: grazie, Rita e grazie, Bruno)? Non credo proprio di avere la soluzione di un problema così complesso, ma vedo di chiarirlo ulteriormente.

    Mi piace moltissimo lo slogan “LibertĂ  era restare”. Chi non è d’accordo? E chi non è d’accordo con le parole del papa che in piĂą occasioni ha parlato del “diritto di rimanere”?
    Sull’obiettivo concordiamo tutti, ma che conta è che si creino le condizioni per garantire tale “libertĂ ”.
    Di sicuro, noi occidentali, con delle spericolate operazioni belliche, dalla Siria alla Libia, abbiamo dato il nostro contributo nel creare le condizioni opposte: l’essere “costretti” a fuggire (dalla guerra, dalle violenze tribali, dal fanatismo religioso…).
    Sia chiaro: vi sono anche cause e responsabilitĂ  “endogene”. E vi sono poi fattori climatici (su cui gli occidentali e non solo hanno le loro colpe) che hanno come effetto la desertificazione.
    “Si fugge da” perchĂ© “non si è liberi di”.
    Vi sono poi tanti giovani che, alla stregua di quelli europei, scelgono “liberamente” di cercare migliori opportunitĂ  di lavoro e di vita.

    Naturalmente, c’è anche la “libertĂ  di accogliere”. Ci sono Paesi (come la Germania) che, proprio perchĂ© son vecchi e hanno bisogno di manodopera, programmano di accogliere ogni anno tot immigrati (in Germania circa 200.000 l’anno). Noi stessi nel passato abbiamo fissato delle “quote” di ingresso, giusto sulla base delle “nostre esigenze”.

    Ciò che io ritengo fondamentale è operare per la soluzione “win-win”, una soluzione cioè che consenta dei “vantaggi reciproci”.

    C’è tuttavia una variabile importante: la Convenzione di Ginevra che noi italiani abbiamo sottoscritto come tantissimi altri Paesi. Non possiamo quindi non prendere in considerazione la “richiesta di asilo”, a meno che decidiamo “liberamente” di rinnegare la nostra adesione.

    Fin qui, forse, siamo ancora tutti d’accordo.
    Il problema grosso come una montagna è l’immigrazione irregolare e caotica di questi ultimi anni e la gestione dei richiedenti asilo, una gestione a mio avviso dagli effetti disastrosi sotto diversi punti di vista, anche a danno degli stessi richiedenti asilo.

    La soluzione sarebbe quella di verificare i requisiti dei richiedenti asilo direttamente sul posto (o di transito o, meglio ancora, sui luoghi di origine). ma per fare questo ci vuole una forte volontĂ  politica di tutta l’Europa o addirittura dell’Onu (è ingenuo pensare che la sola Italia sia in grado di fare un’operazione del genere).
    Una cosa è certa: se si vogliono risolvere i problemi e puntare all’win-win e alla libertĂ  reciproca, occorre agire a monte, non a valle: l’emergenza albanesi l’abbiamo fermata con precisi accordi col governo albanese e quello che è riuscito a fare il ministro uscente Minniti l’ha fatto grazie ad accordi con quel poco di governo (o di governi) che c’è in Libia.
    E questo vale anche per i rimpatri per coloro che non hanno i requisiti.

    Domenica, amici, verrò volentieri a sentirvi.

  • Certo Rita noi come associazione ci autofinanziamo, con le quote e con qualche iniziativa di promozione! Poi i progetti di alternanza sono pagati dalle famiglie dei ragazzi che coprono le spese di viaggio e alloggio (a volte anche degli accompagnatori). Per il resto quando io accompagno i gruppi mi prendo qualche giorno di ferie e non ho un compenso per il servizio che faccio che è di puro volontariato! Poi i nostri campi anche sono autofinanziati gli adulti pagano la loro quota e quando possiamo ai giovani chiediamo solo una piccola cifra forfettaria (volo escluso sempre a carico dei singoli) e la differenza la mettiamo come associazione per permettere anche a chi non ha grosse possibilitĂ  di fare questa esperienza!
    Un caro saluto
    Francesco

  • Grazie Francesco per la precisazione. Ovvio che ognuno di noi è libero di dedicare il suo tempo a chi meglio crede. Io, ad esempio, sono appena tornata dal supermercato dove ho fatto la spesa per un ottuagenario non vedente. Sarebbe retorico chiederti “perchĂ© i ragazzi africani” e non gli anziani soli e con una pensione da fame che in Italia stanno diventando sempre piĂą numerosi. Evidentemente ti senti “portato” a quello, mentre la loro aspirazione di benessere economico (quella che noi gli abbiamo inculcato) non è un motivo sufficiente a muovere il mio impegno, nĂ© suscita in me alcuna empatia.

    E fin qui, siamo sul personale. Diversa è la suonata se entra in gioco lo Stato, ovvero i danari pubblici. Il bilancio del Comune di Riace ha parecchi buchi neri (lo dice la Procura, non io) e, sinceramente, non so come si possa parlare di “straordinario modello di integrazione” in un caso del genere. Distribuire decine di stipendi con i soldi pubblici non è difficile, il fatto in sĂ© non ha nulla di straordinario, così come “aiutare” i non-bisognosi non è un’opera caritatevole. Serve solo a sottrarre legittime sovvenzioni a chi magari ha perso il lavoro e dorme in macchina (sono sempre piĂą in tanti) ma essendo “italiano” non riscuote l’interesse delle istituzioni, nĂ© dei servizi sociali, nĂ© delle associazioni. Pensa, Francesco, a quanta gente davvero in difficoltĂ  potremmo aiutare con i 5 mld. messi a bilancio dal governo uscente per l’immigrazione. Invece, e tanto per cambiare, stiamo foraggiando il malaffare perchĂ©, sai com’è, dove c’è il miele ci sono anche le api.

  • Il problema immigrati è indubbiamente l’ultimo dei problemi. Nonostante questo è stato caricato di responsabilitĂ  che non gli competono. Di fatto il risultato è quel governo che si sta costituendo, quello che sta “scrivendo la Storia”, che in quanto Storia, che è sempre il passato, la si scriverĂ  tra qualche anno. Per ora assistiamo, dalla platea delle inquietudini, agli sviluppi non tutti ipotizzabili che ci riserverĂ  il futuro. Quindi tutti i dubbi e le contraddizioni emergono in questo momento storico violentissime. Io credo che nessuna ipotesi sia in questo momento possibile, tanti sono gli scenari che si prospettano e che non possono andare oltre la narrazione che mai attiene al reale. Di fatto il contingente è preoccupante. Ma proprio per questo, data la complessitĂ  contemporanea, credo che le posizioni manichee siano altrettanto pericolose. Non mi piacciono i discorsi di Rita, sempre dichiarato, come non mi piacciono le tesi di Cordani. Ma allo stesso tempo mi suscitano delle perplessitĂ  anche gli intenti di “LibertĂ  era restare”. PerchĂ© la Storia non la sta costruendo Di Maio, come non la sta scrivendo Salvini. La stiamo scrivendo tutti. E mi piacerebbe, prima della legge di “sopravvivenza”, che si trovasse la quadra semplicemente per la legge della “Vivenza”. Ma mai come in questo momento l’isola di Utopia è distante. Stiamo navigando a vista e come niente andremo a sbattere.

  • No, Ivano, il problema dei clandestini (bisognerebbe anche smetterla di chiamarli “migranti”, che farĂ  anche chic ma non corrisponde al vero) non è affatto l’ultimo dei problemi. E’ il secondo dopo il lavoro che non c’è. Mi chiedo in che misura tu frequenti stazioni e treni, le periferie o i giardinetti delle cittĂ  nelle ore non di punta, e se come noi donne sei costretto a farti accompagnare a casa la sera, una cosa inaudita fino a pochi anni fa.

    Per Salvini e Di Maio forse dovresti aprire un altro post.

  • Io dico solo che la palla è “provvisoriamente” nelle mani di personaggi che hanno impostato la loro campagna elettorale solo sul problema dei migranti, come , appunto, se fosse il problema principale.

  • L’immigrazione selvaggia (programmata) è infatti uno dei due problemi principali.
    Le forze politiche avrebbero dovuto impostare la campagna elettorale su cosa?
    Cos’altro potrĂ  mai interessare ai cittadini? Pace e amore per tutti?

  • http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/cruscotto_statistico_giornaliero_18-05-2018.pdf
    Qui potete verificare i numeri reali (fonte ministero dell’interno) di questa “immigrazione selvaggia” sono numeri minimi assolutamente gestibili senza nessun problema, ma sono riusciti a creare in noi la sensazione dell’invasione!
    Forse una riflessione andrebbe fatta!
    Per rispondere poi a qualche commento precedente: Condivido l’idea che bisognerebbe cercare di gestire il fenomeno oltre frontiera, l’idea e la sperimentazione fatta dalle chiese evangeliche e dalla ComunitĂ  di Sant’Egidio dei Corridoi Umanitari, sarebbe sicuramente vincente, costerebbe meno e garantirebbe anche dal punto di vista della sicurezza!|
    Francesco

  • PiĂą che “numeri reali”, signor Manieri, questi sono “numeri ufficiali” che tengono conto degli immigrati “sbarcati” ma non di quelli “arrivati”, senza documenti (quindi invisibili) e/o in attesa di riconoscimenti di status che non arriveranno mai. E dire che lei viene da Bologna, una cittĂ  trasformatasi in babilonia negli ultimi anni grazie ai “numeri minimi” e “facilmente gestibili”. VedrĂ  bene quello che la circonda.

    I clandestini a piede libero sul nostro territorio sono circa 600mila, un numero inaccettabile per un Paese in serie difficoltĂ  come l’Italia. Il risultato, difatti, è sotto gli occhi di tutti. Lei vada in qualsiasi altro Paese europeo e poi mi dica se vede lo stesso sfacelo.

    Senza contare che trovo offensivo nei confronti dell’intelligenza altrui continuare con mantra privi di senso come quello della “sensazione dell’invasione”. Neppure i politicanti usano piĂą la formula della “percezione d’insicurezza” perchĂ© si sono accorti che è un boomerang. Gli è tornato indietro, infatti, e ha picchiato bello forte.

    Non è che gli italiani non vedono e non sentono, o non circolano per le strade delle loro cittĂ . Vediamo, sentiamo, viviamo. Pensiamo, anche. E siamo convinti, questo si, che una riflessione andrebbe fatta: da associazioni come la sua che potrebbero impiegare piĂą profiquamente le forze nell’aiuto di persone realmente in difficoltĂ . C’è solo l’imbarazzo della scelta.

  • ….grazie del commento Francesco M (ci metto la M perchè sono Francesco anch’io!), piĂą di una riflessione andrebbe fatta sulle cause remote ed attuali che hanno provocato/provocano l’esodo epocale dal continente africano che sta travolgendo l’Europa, ma soprattutto l’Italia (approdo naturale all’Europa) e noi italiani, e sull’approccio culturale e legislativo che hanno tenuto i governi che si sono succeduti dall’inzio dell’esodo ad ora.
    Senza a stare a disquiisire sui numeri, ufficiali o reali, il fenomeno (certo evidenziato dal fatto che per la stragrande maggioranza si tratti di “neri”, che si individuano a colpo d’occhio!), la tragedia per tanti uomini, donne, bambini, è stato gestito pessimamente dal primo inizio, anche perchè, giova ricordarlo, nel sud dell’Italia, luogo elettivo degli approdi, la presenza di mano d’opera clandestina a “basso costo” per raccolta frutta/verdura, per la pesca, per atri compiti meno …..”ufficiali”, è sempre stata assai ben accetta, quand’anche non favorita ed organizzata fuori da ogni legge civile e morale!
    Confido che che nel “Contratto” Lega/5* il problema venga affrontato con maggiore serietĂ  ed efficacia di quanto accaduto da parte dei Governi precedenti!
    Certo è che in questo modo tutto “italiano” , furbesco, truffaldino, da “buffo stivale” di affrontare l’esodo (troppo spesso purtoppo con connotazioni di tragicitĂ ) si sono distinte, invece in positivo, le organizzazioni umanitarie/religiose, mosse da motivazioni valoriali, etiche che by-passano comportamenti meramente burocratico/normativi (magari pessimamente organizzati e gestiti) che vanno al “cuore” del problema, alla tutela dei diritti fondamentali dell'”uomo”, bianco e nero che sia!
    Ed anche questo va considerato nel “bilancio” complessivo dei comportamenti del “buffo stivale” nell’affrontare questa immane tragedia che, de facto, costringe alla convivenza, gomito a gomito tra chi si è abituato alla “pancia piena”(pure troppo!) e chi ha la “pancia vuota” (che piĂą vuota non si può!).

  • Non c’è dubbio Franco (così non facciamo confusione con Francesco) che se in Italia non ci fossero stati mafia e camorra lo scempio non sarebbe avvenuto. Questo lo abbiamo capito tutti, e anche ampiamente disquisito. Ma lo Stato, in tutto ciò? Da che parte sta? O meglio, stava. E da che parte starĂ ? Staremo a vedere.

    Ad ogni modo di “tragedie per tanti uomini, donne, bambini” sulle coste italiche se ne sono viste pochette. Mentre si son visti a iosa giovani maschi tra i 15 e i 25 anni in cerca di soldi in tasca, cellulari ultimo modello, birra libera, scarpe e felpa griffate.

  • Siamo di fronte a un problema gigantesco, al di lĂ  dei numeri (di sicuro, grazie agli accordi firmati con quel po’ di governo che c’è in Libia e con alcuni sindaci della costiera, il ministro Minniti è riuscito a contenere quella che viene chiamata da alcuni come una invasione) e al di lĂ  della percezione.
    Non si tratta di venire meno alla Convenzione di Ginevra che abbiamo sottoscritto, ma – lo ribadisco – di dare l’ok all’ingresso in Europa dopo avere riconosciuto lo status di rifugiato. In questo senso, è vero, l’esperienza della ComunitĂ  di S. Egidio e delle Chiese evangeliche costituisce un punto di riferimento: un’impresa che è grande come scalare una montagna (io m i auguro che il governo nascente Di Maio-Salvini ce la faccia, ma ho qualche dubbio: ci vuole l’impegno diretto di tutta Europa o addirittura dell’Onu).
    Ma non si tratta solo di questo (i numeri dei rifugiati – quelli riconosciuti – saranno esigui). Il problema riguarda le centinaia di migliaia di immigrati non riconosciuti come rifugiati che sono qui da alcuni anni: rimpatriarli è un problema enorme. Il nuovo governo farĂ  qualche azione esemplare ma non potrĂ  fare piĂą di tanto, senza il consenso dei governi del Paesi di origine che non hanno alcun interesse ad accogliere i propri cittadini.

  • ….caro Edoardo Vola (bel cognome, ben augurante!) personalmente (e non mi sento di usare il plurale, specie in questa “Piazza” parlo per me e non mi sento proprio di usare il plurale) certo che parteciperò all’evento organizzato per Domenica; partecipare, essere informati come si deve è il prerequisito per capire (sempre che uno non parta da pre/giudizi!).
    Non sono certo di quelli che ….”chi usa pĂąsè la aca l’è soa”!
    A Domenica e grazie per la tua (e qui il plurale ci sta) vostra presenza qui!

  • Traduzione: chi non la pensa come me parte da pregiudizi.

  • ….ipse dixit! Mi verrebe da chiederLe prof: ma che “vocabolario” usa per “tradurre”?

  • ….ed io, come promesso ho partecipato alla serata di Domenica in sala Cremonesi (seduto a fianco avevo “padron” Piero). Cheddire?
    Gran cuore, emozionante empatia per le belle foto di Donata Ricci,
    Quanto al film di Wim Wenders “il volo” , stimolante, a tratti perfino divertente (il Sindaco e il Prefetto si parlano per ….interposto/simpaticissimo ragazzino con la maglia di KakĂ  che fa la spola di corsa su e giĂą per i mille gradini del pese, dal Municipio alla spiaggia!), con l’apporto addirittura di Ben Gazzarra ( sindaco di Badolato) e di Luca Zingaretti (Prefetto ….sul bagnasciuga) ha lasciato intravvedere da un lato l’operato addirittura “furbesco” del Sindaco che vola nel “cielo sopra Badolato” con un superleggero a lanciare volantini di benvenuto ai migranti sul barcone e dall’altro la sua ostinata volonĂ  (anche contro le revolverate ndranghetose) di ridare vita al paese , offrendo ai disperati dei barconi le case oramai abbandonate e vuote. Wim si è fatto prendere “al cuore” dalla vicenda al punto da essere praticamente il personaggio piĂą ripreso, da se stesso, nell’intero film!
    Al di la della spinta emotiva, dell’afflato umano, esistenziale (pure importantissimo, pel’amordidddio) poco piĂą, direi.
    La realtà che viviamo al nord è profondamente diversa, sia in termini di accoglienza che di (possibile?) integrazione.
    Certo, lo stimolo ad affrontare il problema, in termini realistici, del fare è indubbiamente comunque positivo e la presenza attiva del nuovo Assessore ai Servizi Sociali (molto buoni il suo intervento e la sua partecipazione agli inreventi del dopo) mi ha dato il destro di proporgli un incontro per fare il punto sulla realtà Cremasca, del quale darò conto sul blog.
    Diciamo una bella serata, utile soprattutto a …… iniziare ad occuparsene per davvero !
    Perchè se è vero che “LibertĂ  era restare”, di quello se ne devono occupare a livello internazionale, ma di tutto quello che accade quando quelli che “avrebbero dovuto/potuto restare”, viceversa partono, anche in tanti, di quello ce ne dobbiamo occupare poi noi!

  • Condivido tutto, Francesco e ho provato le stesse emozioni che hai avuto tu.
    Una bella lezione: le immagini spesso… parlano di piĂą che tante parole.
    Una bella lezione che ci invita a guardare il fenomeno dell’immigrazione da tutti i punti di vista.

  • Come altre volte ho detto la mia convinzione è che sia importante esserci. Perchè chi crede di essere fatto di sola testa, lascia in giro molti suoi pezzi che non sa di avere o ritiene ingombranti. E la dispersione non serve a nessuno. Costruisce mutilazioni.
    Esserci, nel punto giusto, invece non solo per ricercare conferma nei propri valori, nella propria visione. Esserci per praticare il bellissimo esercizio del pensiero in evoluzione. Per provare ad ascoltare qualcosa di sè che ancora non aveva trovato espressione. Per interrogarsi interrogando, nel contatto con chi la questione umana la vive stando con l’umano.

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