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RITA REMAGNINO

L’impero colpisce ancora

Se c’è qualcosa di buono nell’estenuante trattativa elettorale conclusasi ieri è che adesso il Re è nudo. Finalmente i grandi poteri che da decenni opprimono la nazione sono stati costretti a gettare la maschera, così che anche i più sprovveduti hanno capito come realmente stanno le cose: l’Italia è un Paese in libertà vigilata che può uscire di casa soltanto con il braccialetto elettronico.

Il Presidente della Repubblica ha violato la Costituzione? Non spetta a lui dare un ”indirizzo politico” alla scelta dei ministri bensì al Capo del Governo? Lasciamo ai costituzionalisti il compito di Azzeccagarbugli, certi che la questione si risolverà come minimo tra una decina d’anni. A noi interessa l’oggi, l’adesso, e il dato di fatto di queste ore è che Mattarella è andato ben oltre le sue prerogative e probabilmente, visto il personaggio, non di sua iniziativa. Come non pensare all’imitazione che ne faceva Crozza, quando gli attribuiva come gesto di massima forza quello di sbottonarsi il primo bottone del cappotto. E come non pensare che questo grigio parlamentare di seconda fila, semisconosciuto ai più, fu scelto da Matteo Renzi.

Il governo giallo-verde sarebbe stato una seria minaccia per la Francia. E’ cronaca recente l’abbraccio tra Gentiloni e Macron: mentre il puledro della scuderia Rothschild non concedeva nulla alle italiche speranze di mollare un po’ di africani alla Francia, incassava la presenza militare italiana nel Niger sotto comando transalpino per difendere l’uranio francese, anche se non si può dire. Senza contare lo shopping compulsivo che la Francia ormai da anni fa in Italia: da Finmeccanica ai cantieri di Saint Nazaire, da Telecom a Vivendì, la Banca Nazionale del Lavoro Parisbas, l’industria alimentare con Danone in testa e Lactalis, eccetera eccetera. La nostra politica fino ad oggi è stata quella di un continuo cedimento agli interessi altrui. Arlecchino servo di due padroni. Sempre convinti della nostra superiore furbizia, senza contare che un servo alla fine resta un servo.

Il governo giallo-verde non piaceva neppure alla Germania, che dopo averci fatto pagare profumatamente Erdogan per tenere sotto chiave i “suoi” clandestini, vorrebbe che l’Italia continuasse a fare il campo profughi d’Europa. Emblematica l’esternazione nei giorni scorsi di Jean Claude Juncker che ha detto “vigileremo sui diritti degli africani in Italia” ricevendo la puntuale risposta di Giorgia Meloni “bere di meno”. E’ del tutto evidente che l’immigrazione selvaggia nel Belpaese è stata voluta per soddisfare una precisa richiesta dei cosiddetti investitori multinazionali della new economy, che avevano bisogno di svalutare ulteriormente il costo del lavoro e continuare a comprare a prezzi stracciati le aziende italiane. Alcuni Paesi europei, quelli del “Gruppo di Visegrad”, hanno potuto resistere a una tale pressione esterna, essendosi mossi per tempo e avendo una loro indipendenza monetaria, ma l’Italia è un Paese non-sovrano ricattato da Bruxelles, così è capitolata ai piedi delle classi imprenditoriali multinazionali.

Il governo giallo-verde non era gradito neppure ai sedicenti opinionisti che parlano in televisione e scrivono sui giornali. Li abbiamo visti scatenati come non mai in queste ultime settimane, mentre facevano schiamazzi e trasudavano rabbia da ogni poro. E ne avevano motivo, dal momento che se l’Italia iniziasse a rialzarsi tutti costoro rischierebbero di perdere i privilegi acquisiti. All’improvviso li abbiamo visti diventare tutti economisti, tutti a sparare numeri, inneggianti con veemenza alla drammatica situazione in cui versa il Paese, ricordando il “problema” del debito pubblico e falsamente preoccupati per le coperture finanziarie dei provvedimenti, per la salita dello spread, per la reazione dei mercati. Nessuno nega che il nostro debito pubblico sia alto, ma è pretestuoso estrapolare il dato dal contesto prendendo solo quello in considerazione.

A conferma di tutto ciò, i mercati oggi sono tranquilli. Sembrano voler dire “pericolo scampato”, ma se lo pensano veramente sono davvero poco lungimiranti. Quello che vedremo nei prossimi mesi sarà uno scontro senza precedenti. Uno scontro vero e non una semplice zuffa fra destra e sinistra, categorie che dopo due secoli e mezzo di vita sono divenute obsolete, ma fra il popolo e le élites. E’ ormai chiaro a tutti che oggi nel mondo non c’è destra, né sinistra. Parafrasando Costanzo Preve, che è ancora attuale: “il regime capitalistico contemporaneo è di destra in economia (potere del denaro), di centro in politica (potere del consenso) e di sinistra nella cultura (potere del cambiamento del costume). Lo smantellamento (di sinistra) delle vecchie forme di vita tradizionali, borghesi e proletarie, fatto in nome della modernizzazione nichilisticamente permanente, è funzionale a un allargamento globale del mercato e del connesso potere del denaro che questo comporta (di destra).”

RITA REMAGNINO

28 Mag 2018 in Senza categoria

44 commenti

Commenti

  • Sono convinto anch’io, Rita: lo scontro a cui abbiamo assistito ieri è solo un aperitivo.

  • Da settimane vado dicendo che l’Italia ha un grave problema di democrazia, e te lo lì che la frittata è fatta: Mattarella ha rifiutato un ministro dell’Economia per ragioni di opinione, riaffermando così il principio oligarchico secondo cui la sovranità appartiene ai “mercati”, cioè agli speculatori internazionali. Mentre lui osteggiava il cambiamento Draghi “da lassù” azionava il giochino dello spread (ormai lo conosciamo) per preparare il terreno mediatico al golpe cercando di far credere agli italiani che i loro risparmi sarebbero stati “a rischio” qualora Savona fosse diventato ministro dell’Economia in un governo Lega-M5s.

    Ieri sera ho sentito su La7 Mario Sechi, che notoriamente non è leghista né grillino ma conosce molto bene Savona, il quale alla domanda “chi non voleva Savona?” ha risposto candidamente “Draghi e Banca d’Italia”. Naturalmente ci sono anche altre figure, ma Sechi l’ha chiusa lì evitando di evocare scenari internazionali, sennò si faceva lunga.

    A settembre torneremo al voto e i giallo-verdi stravinceranno, anche perché non c’è la concorrenza. Ma non è questo il punto. Ieri sera gran parte degli italiani “adulti” si è arrabbiata moltissimo, e va bene, la rabbia poi passa, ma che messaggio ha dato Mattarella ai giovani? Io non so se si è reso conto dell’enormità di quello che ha fatto, ma ho l’impressione di no. La vita non è solo un insieme di regole e costituzioni “più belle del mondo” ma principalmente un percorso di buon senso – o almeno, così dovrebbe essere – e Mattarella ha detto ai giovani, che in larga maggioranza hanno votato Lega e M5s: cari ragazzi, strillate pure fin che vi pare che intanto il popolo non conta un c****, comandano i mercati e gli investitori stranieri, la politica è solo un modo di dire e voi potrete combinare qualcosa nella vita se vi piegate a novanta gradi e v’infilate nella stanza giusta, diversamente farete i rider a 2,50€ all’ora fino a settant’anni. Scambiatevi un segno di pace, e amen.

    Sono convinta anch’io che mettere in stato di accusa il presidente sarebbe inutile, visti i tempi della giustizia italiana. In questo senso, ha ragione Salvini. Tuttavia ciò che è accaduto ieri è un fatto di una gravità senza precedenti nella storia della Repubblica. Si parlava di colpo di stato nel 2011, quando fu destituito il Berlusca, ma questo è molto peggio: il messaggio che viene veicolato in queste ore è che l’Italia non esiste più, al suo posto c’è una specie di parco dei divertimenti dove tedeschi e americani possono venire a bere e mangiare, e quanto prima sparirà anche il popolo italiano, sostituito dagli africani che costano di meno. Un motivo in più per resistere, resistere, resistere.

  • I poteri transnazionali che da anni ci governano hanno gettato la maschera. Ormai le elezioni e tutti i meccanismi democratici sono stati completamente svuotati. Siamo governati dai mercati internazionali e dalle potenze straniere.
    Spero che le papere di Karius Mattarella siano servite a rendere consapevoli gli italiani di tutto questo. Se non ci svegliamo presto facciamo una brutta fine.

  • Nella sfortuna, almeno una conquista l’abbiamo fatta: gli italiani hanno capito. Alleluia! Anche chi il 4 marzo non aveva votato Lega né M5s ha apprezzato il loro sforzo, nonostante tutto, di mettere insieme un governo e di fare una sintesi fra i propri rispettivi programmi. Vorrà dire che li voteremo a settembre. Ormai il programma c’è, la lista dei ministri anche, e chissà che questa non includa ancora Savona. Per loro ormai, attrezzati e corazzati come sono, questa campagna elettorale estiva sarà un gioco da ragazzi.

    Sembra invece uscito da un film dell’orrore il finto-governo Cotarelli con dentro quasi tutti i mostri del governo Monti, o i loro sodali. Non dureranno in aula che poche ore, sappiamo benissimo che nessuno li voterà, fuorché Brunetta e i servi del mercato: il Pd.
    Una gran bella vittoria per il Fondo Monetario Internazionale, caspiterina quanto sono intelligenti. D’altra parte, deve pur esserci un motivo se sono riusciti ad affondare l’Europa.

  • Io mi domando come si possa, in un momento storico-politico-epocale come questo, essere così fiduciosi, acritici e ottimisti. Possibile non avere nessun dubbio?

  • Acritica non direi proprio, Ivano, sull’argomento ho appena fatto un post ed espresso in modo preciso le mie critiche e il mio pensiero, che ovviamente è anche quello di milioni di altri. Fiduciosa, senz’altro: gli italiani hanno imparato (e capito, vivaddio!) più in questi ultimi tre giorni che dopo decenni di balle spaziali e indottrinamento mediatico. Finalmente il Re è nudo, era ora. Altro che “gombloddo”, adesso è tutto chiaro. Anzi, lampante.

    Oggi non ci sono più dubbi su “chi comanda”, e questo è un passo avanti.

    La “democrazia” che hanno tentato di venderci in questi anni (e che io sono felice di non avere mai comprato) era nient’altro che una finzione messa in scena dall’oligarchia plutocratica transnazionale nell’interesse di pochi gruppi, per lo più stranieri. Siamo stati scippati della “libertà” vera (quella legata ai diritti sociali) in cambio di una pseudo-libertà al divertimento no stop (quella legata invece ai diritti civili, il cui maggiore sponsor è la lobby Lgbt). Erano opera dello stesso regista tutti i libertarismi e liberismi, che non si sa a cosa possano servire visto che intanto dobbiamo obbedire ai “mercati”, cioè a “loro”, poiché sono loro che ci prestano i soldi per pagare il debito che hanno fatto i geni dell’economia dei passati governi.

    Adesso si gioca a carte scoperte, tutto è chiaro a tutti.
    La strada è illuminata, si può cominciare a camminare.

  • L’Italia sola contro tutti? Ci schiacceranno o ci schiacceremo come moscerini. Hai letto il piano B di Savona? Lucida follia.

  • Dimostri di rispondere ai soliti slogan da giornale e di non sapere che nel programma giallo-verde non c’e’ menzione alcuna dell’uscita dall’euro. Saranno tutti scemi? Si parla di una rimodulazione dei trattati in sede europea, questo si, ma ultimamente ne stanno parlando tutti i governi, Germania inclusa. Dire che questa Europa “non piace” non significa affatto sostenere di voler uscire dall’euro, che poi non si puo’ fare perche’ l’euro e’ un carcere a vita. A meno di una rivoluzione, ma al momento non vedo alcuna rivoluzione all’orizzonte.

    Anche Cottarelli come Savona ha scritto saggi molto critici su questo euro. Perche’ uno si, l’altro no? Perche’ l’altro e’ odiatissimo da Draghi, Fmi e Banca d’Italia? Il proclama di Visco di stamattina e’ da brivido.

  • Vedi, Ivano, tu sei il classico esempio della vetero-sinistra che ha perso tutto ciò che aveva nel giro di pochissimi anni per paura del popolo e devota sudditanza al padrone, che siccome fa rima ha sempre ragione. Immagino che i padri del partito comunista si stiano rivoltando nella tomba.

    A monte del “caso Italia” c’è comunque anche un altro problema: la mediocrità al potere. Anticamente all’interno di una comunità chi aveva più numeri andava a fare il “capo” mentre oggi, all’opposto, si preferisce mettere sugli scranni più alti degli anonimi ragionier Fantozzi perché sono quelli che offrono maggiori garanzie di obbedienza agli ordini superiori. Un “vero politico” non avrebbe mai fatto un errore grossolano come quello fatto l’altro ieri da Mattarella: per non “turbare” (ipoteticamente) la suscettibilità dei mercati con la nomina di Savona si è preferito consegnare il Paese all’instabilità finanziaria (quella, invece, sicura) per altri due-tre mesi, il tutto in attesa che la forza politica che il 4 marzo ha raggiunto “solo” la maggioranza relativa raggiunga in settembre la maggioranza assoluta. Solo dei Fantozzi potevano arrivare a tanto, un essere umano normale non ci sarebbe riuscito.

  • Mattarella non ha fatto nessun errore. Sarebbe davvero sotto accusa, ma credo proprio che non ci siano gli estremi. Detto questo tutto il resto è propaganda. E rispetto alla deriva olocratica registro per l’ennesima volta che commenti solo quello che ti fa comodo.

  • Quella che per te e ovviamente il mainstream è “deriva olocratica” a casa mia si chiama “democrazia”. Te l’ho detto che gli ex-difensori del popolo a quest’ora si staranno rivoltando nella tomba. Se potessero resuscitare probabilmente voterebbero Lega-M5s.
    Che poi Mattarella abbia cannato alla grande è sotto gli occhi di tutti: ha ottenuto esattamente il risultato opposto che si proponeva di raggiungere. Stamattina lo spred ha sforato i 300, e risalirà. Senza contare l’ondata di consensi scatenata per le “forze nemiche”.

    Ma questi qua sarebbero “politici”? Li hanno trovati sotto il tappo della Coca-Cola?

  • Torno “di qua” perché “di là” (avendo due post aperti sullo stesso argomento) la conversazione si sta facendo surreale: tra gli spettri fascisti (l’unico fascismo conosciuto è l’euro-Germania, com’è noto), e “l’Italia Shangri-la, fatta sognare da sempre con le plebi urbane”, fino ai “125 miliardi di debito senza coperture”, il cavallo di battaglia di Renzi & sodali, sembra davvero di sentir parlare Morani e Serracchiani. Offriamo anche altri punti di vista ai frequentatori di questa piazza, prima che se ne vadano.

    Da stamattina, comunque, si ragiona su un diverso scenario. Di Maio non vuole perdere il treno (consapevole che perderà il prossimo) e rilancia il tavolo delle trattative, Cottarelli non vede l’ora di tagliare la corda per evitare la sfiducia, Mattarella ha ricevuto ordini di conciliazione (visto come si stavano mettendo le cose) e a scoppio ritardato Meloni si dichiara disponibile a entrare in maggioranza.

    Cosa farà Salvini? In teoria non potrebbe dire SI, visto che il veto su Savona rimane; ma se dice NO andrebbe a confermare la tesi renziana del gombloddo del Carroccio. Sinceramente, non vorrei essere nei suoi panni. Qualcuno vuole lanciarsi in una toto-previsione? O, forse, è un’esercizio inutile visto che prima di sera (forse) lo sapremo.

  • Si tratta, Rita, di due post che presentano una impostazione molto diversa, per cui funzionano bene in parallelo: chi rilascia un commento dal taglio problematico ne sceglie uno, chi ha una bandiera da difendere ne sceglie un altro.

    Per quanto riguarda la “scopertura”, personalmente, non mi sono mai riferito a fonti di partito (tanto più del Pd che mi pare del tutto fuori gioco), ma a fonti di due esperti di spending revew, cioè a due persone che i conti pubblici li conoscono bene.

  • Immagino che “la bandiera da difendere” sia la mia, perché tu notoriamente sei super partes. Mi auguro che tu non ci creda veramente. Onestamente avresti dovuto dire, perché questo è, che nel post “I mercati al potere” si espone un punto di vista filo-Pd mentre in questo si recrimina sulla mossa di Mattarella che ha impedito al governo giallo-verde di formarsi, com’era giusto che fosse dato che le “plebi urbane” così avevano deciso.

    I conti pubblici sono come lo spread: salgono e/o scendono a seconda del messaggio che si vuole veicolare. Se davvero interessassero a qualcuno, mi spieghi per quale ragione con Conte che ancora non era uscito dalla porta del Quirinale era già entrato dalla finestra Cottarelli? Stava nascosto dietro le tende? E perché poi Cottarelli, perché varare un governo tecnico che non ha una maggioranza in parlamento quando sarebbe stato più logico confermare Gentiloni per il disbrigo degli affari correnti, in attesa di nuove elezioni. Facendo due più due: si vogliono introdurre misure straordinarie lacrime e sangue (la mossa è la stessa del 2011 con Monti), poi saranno rinviate sine die le elezioni e nel frattempo si provvederà a distruggere la reputazione di Salvini e Di Maio che verranno indicati come i responsabili dei mali d’Italia. Se il piano avrà successo, servirà da monito a tutti i Paesi Ue dove i movimenti “populisti” sono in ascesa. E’ una vecchia storia: colpirne uno per educarne cento.

    http://www.marcelloveneziani.com/articoli/punto-di-non-ritorno/

  • Continuo a contro-informare la piazza, quando ne ho la possibilità. Forse qualcuno, come me, si sarà chiesto per quale motivo la Commissione Ue, nella sua proposta di bilancio comunitario 2021-2028 abbia previsto un consistente ridimensionamento per i fondi di coesione e l’agricoltura a favore di un maggior impegno nei programmi di Ricerca & Sviluppo. L’obiettivo di Bruxelles è di fare adottare il progetto dal Consiglio e dal Parlamento prima della fine della legislatura, quindi entro il maggio dell’anno prossimo, e francamente non si capisce il motivo di tanta premura. Sennonché, qualcosa pian piano emerge :

    https://www.maurizioblondet.it/juncker-autorizza-gli-ogm-nella-ue-la-fine-della-sovranita-alimentare/

    https://ilsalvagente.it/2018/02/13/glifosato-la-grosse-koalition-lo-vieta-in-germania-ma-lha-imposto-alla-ue/

    Le notizie sono riportate ovviamente anche da altre fonti, cercate e troverete. C’è l’imbarazzo della scelta. Per un Paese come l’Italia che vive in larga misura di export agroalimentare, questi sono colpi bassi di cui faremmo volentieri a meno. Per non parlare dell’incidenza negativa sulla nostra salute, altro che abolizione dei sacchetti di plastica.

  • A me, Rita, interessa capire, non emettere sentenze.
    Tu ha una tesi precostituita e fai bene a difenderla. Io non ne ho e sono tre mesi che difendo (anche perché non vedo alternative se non quella di un governo di solidarietà nazionale capace di spianare la strada a tutti i futuri governi) l’ipotesi del governo giallo-verde, nonostante molti osservatori (sia di sinistra che di destra) considerano un governo siffatto destinato a lacerarsi nell’arco di poco tempo.
    Io, ripeto, ho fiducia. E ho fiducia perché sono convinto che al governo i due leader devono per forza misurarsi con la realtà (anche la realtà dei numeri che gli ex commissari della spending revew conoscono bene!).

  • Gira voce che la Merkel le abbia cantate chiare a Mattarella sulle note del famoso Teorema di Marco Ferradini: “Cerca d’essere un vero garante ma fuori dall’euro nessuna pietà”.

  • Piero anch’io sto tentando di capire e credo che tu abbia una tesi precostituita, stai dicendo da due mesi le stesse cose. Come vedi, tutto e’ relativo.

    Personalmente non vedo alternativa alcuna al governo giallo-verde se non nuove elezioni. Se anche questo fallisse si vedra’ il da farsi. Step by step.

  • Sto sostenendo come te il governo giallo-verde, un governo che vorrei vedere – come auspica Salvini – politicamente forte, con ministri politicamente rappresentativi: non è un caso che abbia suggerito l’ipotesi di una staffetta.
    La mia paura è che nasca un governo debole, con premier ostaggio dei due leader e con tensioni continue tra i due leader sotto la pressione dei sondaggi.
    E se ho proposto, in alternativa, un governo di solidarietà nazionale, l’ho fatto giusto perché il governo giallo-verde possa avere la strada spianata per realizzare le promesse contenute nel contratto (che hanno bisogno di coperture finanziarie).

  • Piero, a proposito di coperture finanziarie sento i grandi e responsabili giornalisti e politici di sinistra lamentarsi che flat tax, reddito di cittadinanza e altre promesse costerebbero all’incirca 150 miliardi, cifra ovviamente insostenibile secondo i medesimi. Ricordo che con gli altrettanto responsabili governi Monti, Letta, Renzie e Gentiloni il debito italiano è cresciuto di 400 (quattrocento) miliardi, con il risultato di aver distrutto l’economia italiana ed averci fatto invadere da 600.000 clandestini. Faccio notare che i 150 miliardi sarebbero spalmati su 5 anni e avrebbero sicuramente un effetto benefico, facendo aumentare lavoro, occupazione e quindi PIL.

  • Prof. Bruno, davvero deliziosa la citazione di Teorema di Ferradini (lascialo dire a me, che come ben sai ho una cultura che affonda le sue radici nelle canzonette!) la trasposizione del testo, con la Merkel nelle veste di “cantante” poi, è un coup de théâtre che mi ha fatto scompisciare!
    Bene, bravo, 7+ !!!!
    Una bella sorpesa!

  • Però la battuta non è mia, l’ho sentita da qualche parte.

  • Piero Carelli, noto che sei molto bravo nel condurre lunghe e raffinate analisi, che qualche rozzo leghista archivierebbe come “pistolotti”, mentre sui numeri cerchi sempre di glissare. Ti ripeto quindi la domanda: perché i “magnifici quattro” non hanno incontrato difficoltà nel reperire 400 miliardi per distruggere l’economia italiana, mentre il “dinamico duo” (chi sia Batman e chi sia Robin mi sembra evidente) sono impossibilitati a trovarne 150 per salvarla?

  • ….però, prof. Bruno anche solo capirla ed apprezzarla non è così scontato, dai non minimizzare!!!!

  • Io, Bruno, al contrario, confido che il governo, dopo la cooptazione di tecnici di valore che con i numeri dei conti dello Stato hanno dimestichezza, riesca a trovare tutte le coperture finanziarie.
    E mi auguro proprio che riesca a risolvere meglio dei governi precedenti i problemi che abbiamo di fronte: dai flussi migratori (faranno meglio di Minniti? Tanto di cappello!), sul fronte del lavoro indeterminato (su cui sono stati investiti 20 miliardi con risultati esigui perché le imprese, anche se favorire fiscalmente e dal punto di vista dei contributi, assumono personale e personale a tempo indeterminato sulla base della domanda del mercato, non per fare la carità).

    Io da almeno due mesi mi sono permesso di suggerire una soluzione che “avrebbe creato le condizioni” perché qualsiasi governo avrebbe potuto realizzare le promesse elettorali.
    Ma i partiti – tutti – guardano solo al proprio orticello elettorale e non sanno guarda avanti.
    Magari, anche questo governo si scontrerà con degli scogli insormontabili e ne avvertirà l’esigenza.

  • Se ci riferiamo, Bruno, ai dati ufficiali (e non a fonti di partito), troviamo che l’occupazione è tornata ai livelli massimi del 2018 (prima dell’esplosione della crisi), che l’export italiano corre più veloce di quello tedesco e che il made in Italy è più forte del made in France.
    Risultati attribuibili ai governi precedenti? Io ho molti dubbi perché le dinamiche economiche hanno a che vedere, per lo più, con fattori esterni alla politica (anche alla domanda internazionale e alla debolezza o alla forza dell’euro rispetto al dollaro), ma è normale che i partiti (e lo faranno anche gli attuali partiti al governo per ogni crescita di zero virgola) ne attribuiscano i meriti.

    I meriti, credo siano circoscritti: il fatto che il nostro “avanzo primario” (non c’è bisogno che lo spieghi a te che hai dimestichezza con i numeri) è tra i più alti dell’Europa è stato perseguito dalla politica economica dei governi di centro sinistra.
    Ma è anche un fatto che l’avanzo primario c’è ormai da almeno 15 anni e questo è merito anche dei governi di centro-destra.

    Di sicuro in Italia, soprattutto al Su, c’è una sofferenza diffusa, sofferenza a cui i governi precedenti hanno risposto con gli 80 euro per i redditi più bassi e con il “reddito di inclusione”, mentre l’attuale governo si appresta a varare misure come l’erogazione di un reddito di cittadinanza di 780 euro (reddito che, secondo De Masi, altro non è che un’estensione del reddito di inclusione targato Pd).

    Si tratta di proseguire l’opera tenendo sempre che il reddito più nobile (per la stessa dignità del cittadino) è il “reddito da lavoro”!

  • Piero sai benissimo anche tu, come lo sanno tutti, che i dati sul lavoro si prestano a varie letture. La crescita di occupazione continua ad avvenire in misura schiacciante e crescente dal versante del tempo determinato e sono considerati “lavori” anche quelli sottopagati e da 6-10 ore settimanali. Se, come dici tu, i “risultati sono attribuibili ai governi precedenti” c’è ben poco di cui vantarsi. Una “ripresa” che porta con sé una crescita dell’occupazione con forte predominanza di quella a termine e sottopagata, farà anche incassare qualche soldo in cassa in più nell’immediato, ma non va molto lontano.

    Non mi risulta inoltre che “l’attuale governo si appresti a varare misure come l’erogazione di un reddito di cittadinanza di 780 euro”, casomai si appresta a “rifare” gli uffici di collocamento, poi fra un paio d’anni (come minimo) si vedrà. Cerchiamo di dire le cose come stanno evitando di ripetere le papere dei giornali, faremo così un bel regalo alla nostra dignità personale, l’unica che davvero merita la botta.

    Era previsto, del resto, che il populismo italiano arrivato al potere avrebbe scatenato i paladini del “politicamente corretto”. Noto che ad essere maggiormente “infastiditi” sono molti gruppi cattolici intesi come potere temporale della Chiesa, i vetero-comunisti promotori dell’internazionalismo, il liberal-capitalismo succube della predicazione atlantica. Queste minoranze dovrebbero però farsene una ragione: i loro partiti di riferimento hanno fallito su tutta la linea e adesso la palla è passata ad altri.

    Non so, come non lo sa nessuno, cosa riuscirà a fare la coalizione giallo-verde (avranno il loro bel daffare anche a combattere i “serpenti in seno”, e cioè i mandarini di Stato, l’alta burocrazia che di fatto detta legge da sempre), ma già reputo una conquista che la loro intesa abbia pensionato definitivamente la logica partitocratica, la logica destra-sinistra, la logica delle categorie politico-ideologiche novecentesche. Comunque vadano le cose, d’ora in avanti niente sarà più come prima. E questa è senz’altro una conquista.

    Ho l’impressione che nei prossimi mesi l’Italia sarà un laboratorio importantissimo per il futuro dell’Europa. Gli occhi dei partner europei (e non solo) sono puntati su di noi, se davvero desideriamo il bene del Paese dovremmo partecipare quindi al progetto comune, non sputarci sopra. Ad incoraggiare i più timidi in questo senso basterebbe l’esame di quanto la narrazione di regime ha finora propinato alla massa: ci siamo sentiti dire che non si potevano ridiscutere i trattati europei o le leggi dei mercati finanziari, non era vero; ci hanno raccontato che era xenofobo porre paletti all’immigrazione senza sosta, non era vero; ci hanno detto che difendere i lavoratori italiani dalla concorrenza straniera al ribasso era un qualcosa di razzista, non era vero: sono andati predicando che favorire gli italiani nei criteri di assegnazione delle case popolari era discriminatorio, non era vero. Siamo stati in piedi per anni su una montagna di balle costruita per convincere la maggioranza che il mondo proposto dall’ideologia globalista andava accettato così com’era perché “questo è il progresso che avanza”. Neppure quello era vero. L’affermazione tradisce soltanto una visione povera e lineare da borghesi della belle époque, roba da fare invidia a qualche maccartista fuori tempo massimo. Ora ci aspetta un “lavoro di squadra”, cittadini e governo uniti dallo stesso progetto per la prima volta nella storia d’Italia. Ciò non significa affatto che non ci debba essere una dissidenza, anzi, sarebbe una iattura se non ci fosse. La vogliamo però costruttiva. Realistica, soprattutto, non basata sui pettegolezzi giornalistici, dei quali francamente facciamo volentieri a meno.

  • Sui presunti meriti dei risultati macro-economici diciamo le stesse cose: hai letto male.
    Tutti i governi (e vederemo anche quello appena insediato) si attribuisce anche i meriti che non ha.

  • Destra e sinistra non esistono più? Sbagliatissimo. Anche i populismi possono essere letti secondo queste categorie, nella Storia e ora. Diciamo che in questo governo c’è un misto tale che non potrà farlo durare a lungo. Le contrapposizioni diverranno più evidenti che in campagna elettorale. A meno che non si riconverta anche lui in governo tecnico. Non l’ha fatto anche Tsipras? Tanti proclami e poi ha dovuto cedere. E lo faremo anche noi quando andremo a rinegoziare in Europa.

  • No, destra e sinistra non esistono più. Più evidente di così si muore.

    Riprendo la citazione di Preve contenuta nel post, che ovviamente condivido : “il regime capitalistico contemporaneo è di destra in economia (potere del denaro), di centro in politica (potere del consenso) e di sinistra nella cultura (potere del cambiamento del costume). Lo smantellamento (di sinistra) delle vecchie forme di vita tradizionali, borghesi e proletarie, fatto in nome della modernizzazione nichilisticamente permanente, è funzionale a un allargamento globale del mercato e del connesso potere del denaro che questo comporta (di destra).”

    E banalmente, l’Italia non è la Grecia. Non ha nessun senso paragonare questo governo a Tsipras, con il quale tra l’altro non ha nulla da spartire. L’Italia è la seconda potenza manifatturiera d’Europa: se mortificano noi e i nostri imprenditori se ne vanno in Cina o in India, l’Europa chiude per cessata attività.

  • Piero, forse non ho capito. Che meriti “che non ha” si sarebbe attribuito il nuovo governo? O ti riferisci alla passata gestione Renzi/Gentiloni?

  • Se davvero avessimo questo potere contrattuale allora sarebbe colpa dei governi precedenti. E ammettendo questo, ma non è così, vedremo cosa riuscirà a fare quello attuale.

  • Parlando dei risultati di macroeconomia, mi sono permesso solo di dire che gli ultimi governi si sono attribuiti il merito, ma sappiamo tutti che le dinamiche economiche hanno le cause più diverse e i governi hanno solo il potere di… accompagnare queste dinamiche.
    Si tratta di un vizio/vezzo che tutti i governi registrano (ogni zero virgola in più del Pil o dell’occupazione è merito loro) e non ho dubbi che lo farà anche l’attuale governo.

  • ….. premessa: ho “tifato” perchè nascesse questo Governo “giallo/verde” scongiurando la iattura di inutili pericolosissime Elezioni 29 Luglio.
    Sono restato esterefatto per il susseguirsi degli accadimenti di questa settiamana scorsa, apparentemente illogici, contradditori e imprevedibili!
    Vi passo due suggestioni che mi hanno fatto intravvedere una ….spiega:
    1° suggetione – da CORRIERE DELLA SERA/POLITICA: Governo, Giorgetti: l’uomo delle nomine e quella telefonata «decisiva».
    “Mercoledì sera, la sera che ha cambiato il corso della legislatura, è entrato nella stanza dove c’era lo stato maggiore leghista ed è stato netto. «Ho parlato con il demonio», ha esordito sorridendo. Poi si è fatto serio: «Il governo va fatto, troviamo una soluzione su Savona e chiudiamo». «Chi è il demonio?», gli è stato chiesto. «È un italiano che non sta in Italia. È un mio amico».” (nota mia: non ci vuole molta fantasia per individuare un “demonio” che risponda all’identikit!)
    2° suggetione – https://www.youtube.com/watch?v=EAoWyHMAFXg
    Io sono “suggestionabile” e voi?
    E in questo contesto, la “sinistra” a guardare la TV con i popocorn, per tremesi circa e adesso …..a stracciarsi le vesti!
    Mala tempora currunt! Assolutamente sconsigliabile “dormire all’umido”!

  • Posto che il demonio in questione era Draghi (lo ha confermato tra le righe l’interessato) e dunque il governo in Italia si è potuto fare perché l’Uomo del Monte ha detto “si” (chi per lui, ovvio), credo che il fatto dovrebbe far riflettere quanti ancora credono che le decisioni in Italia le prenda l’Italia. Ricordo a questo proposito che il bocconiano Giancarlo Giorgetti, non ricco di famiglia ma con buone parentele nel mondo della finanza e degli affari, conosce bene il demonio ed è assai probabile che il colloquio tra i due sia stato decisivo per il decollo del governo giallo-verde.

    Giorgetti è uno da cui tutti i neo-parlamentari dovrebbero imparare la virtù del silenzio. Lui fa, e tace. Non rilascia interviste e appare solo il minimo indispensabile. Mentre gli altri parlano in continuazione e non fanno. Non mi riferisco ovviamente a quelli arrivati due giorni fa, ma ai politicanti in generale. Soprattutto una squadra così bersagliata da ogni parte come il governo giallo-verde, dovrebbe osservare la consegna del silenzio poiché ogni mezza parola rischia di diventare un caso prima nazionale e poi internazionale. Non dimentichiamo che l’anno prossimo si vota per l’Europa e se, disgraziatamente per l’establishment, il nuovo governo italiano dovesse concludere qualcosa di buono, allora per loro saranno cavoli amari.

  • a veniamo al “re dei demoni”, George Soros, che si preoccupa di una possibile “vicinanza ravvicinata” del nuovo governo con la Russia (ma lui non fa il benefattore e vive in America, che gliene frega di cosa fa l’Italia?). Concordo pienamente con Salvini che si è chiesto chi è quel pazzo (o interessato) che lo ha invitato al Festival dell’Economia di Trento.

    I trentini dovrebbero leggersi il dossier di DC Leaks sul controllo totale di Soros sulle politiche europee. Le intercettazioni rese pubbliche dimostrano in modo schiacciante che la sua Open Society Foundations finanzia i media europei indirizzandoli verso l’ideologia della “società aperta”. Nella documentazione emersa viene spiegato, ad esempio, che l’Open Society Initiative for Europe ha influenzato le elezioni europee del 2014 pagando incredibili quantità di denaro a giornalisti, opinion markers e politici per “creare” la politica dell’Unione Europea e la classe dirigente chiamata ad attuarla. La Open Society Foundations finanzia anche programmi come l’European Alternatives, che ha una sua specifica branca italiana, con lo scopo di convertire l’italica gioventù all’ideologia neo-liberale promuovendo la comunità LGBT e praticamente ogni circolo “progressista”. Un altro ente finanziato da Soros è lo European Youth Portal, un meccanismo per la standardizzazione degli ideali giovanili nel pentolone del globalismo ultraliberale. C’è inoltre un’ampia evidenza che George Soros sia l’architetto e il dittatore dell’intera situazione migratoria che sta distruggendo l’Europa.

  • Per chi volesse approfondire un po’di più il pensiero di Rita: Luigi Copertino e Blondet & Friends.

  • Chi diavolo è Luigi Copertino? Mai sentito nominare. E perché mai qualcuno dovrebbe voler approfondire il mio pensiero? Ma ti senti bene, Ivano?

  • “Le intercettazioni rese pubbliche dimostrano in modo schiacciante che la sua Open Society Foundations finanzia i media europei indirizzandoli verso l’ideologia della “società aperta”.”
    Luigi Copertino sul sito Blondet & Friends. L’articolo è del 9 settembre 2017 e il titolo è: GEORGE SOROS, LA SOCIETA’ APERTA E LA MADONNA DI FATIMA – di Luigi Copertino
    “Le intercettazioni rese pubbliche dimostrano in modo schiacciante che la sua Open Society Foundations finanzia i media europei indirizzandoli verso l’ideologia della “società aperta”.”
    Rita Remagnino su Cremascolta.
    Curioso, no? Stesso pensiero, stesse parole. Telepatia mediatica?
    Rita, smettila di scopiazzare, che poi è l’accusa che più di una volta hai rivolto a me.

  • Ovviamente conosco Blondet come lo conoscono tutti, spesso mi è anche capitato di citare i suoi articoli su questo blog, ma Copertino non so proprio chi sia. Evidentemente ha preso anche lui come me e milioni di altri cittadini nel mondo alcuni stralci dai dossier di DC Leaks, che non sono segreti bensì pubblici e chissà quante volte ripresi per argomentare, citati e commentati. E’ forse proibito farlo?

    Qui comunque il problema non è DC Leaks ma Soros che interferisce in ciò che non lo riguarda, se vuoi possiamo discutere di questo. Ti ricordo che l’anno scorso, quando Minniti aveva annunciato di voler fermare le Ong, l’arcidiavolo si è precipitato in Italia, è stato ricevuto in gran segreto da Gentiloni (chissà poi perché … se non aveva niente da nascondere … che bisogno c’era) e baciato pubblicamente dalla Bonino (e te credo, coi soldi che le sgancia).

    Ai tempi aveva parlato di questo bel personaggio anche Fusaro in un’intervista :
    http://www.intelligonews.it/le-interviste-della-civetta/articoli/6-marzo-2017/58295/complotto-soros-migranti-da-coste-libiche-all-europa-parla-il-filosofo-diego-fusaro/

    Uno così, comunque, e questo era il senso del mio discorso, al Festival dell’Economia di Trento io non lo avrei mai invitato, e come me siamo in tantissimi, viste le critiche che fioccano da ogni parte. Incluso il Ministro dell’Interno.

  • ….la forma/linguaggio, mi fa ….”venire le bolle”, i contenuti sono senz’altro degni di attenta riflessione! Sempre per quella ….roba dell’umidità!

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