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ADRIANO TANGO

Sanità a rischio: si intensificano gli allarmi

Ora, voi mi direte, in un momento politico così drammatico, ci devi “avvilire” anche con queste amare notizie? Ma certo, anzi, soprattutto ora, nel momento in cui tutti sbandierano priorità, vi piacerebbe veder pagare un incentivo alla sopravvivenza senza contropartita a un individuo, mentre bambini muoiono di polmonite? E non è cattiva fiction, ci arriveremo presto. Quindi dobbiamo saper noi cosa chiedere a questi nostri “amici futuri parlamentari” perché loro ne sono totalmente all’oscuro! Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Ricciardi, afferma esplicitamente: «Puntiamo a prevenzione e diagnosi altrimenti curare bene tutti gli italiani sarà una sfida difficile da sostenere… Servono scelte importanti perché la sostenibilità del nostro Sistema sanitario nazionale è molto a rischio per l’invecchiamento della popolazione, per le tante malattie per cui soffrono gli italiani, per il costo delle terapie… Fare scelte importanti per non creare cittadini di serie A e B ». Non usa quindi mezzi termini il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi che, a margine del Congresso AIOP 2018 (ospedalità privata) ragiona sulle sfide che ci attendono, legate anche al difficile rapporto tra Stato e Regioni e sulla necessità di garantire cure uniformi come livello su tutto il territorio nazionale. «Altrimenti… si rischia di creare cittadini di serie A, di serie B o addirittura di serie C».

Continua Ricciardi: «Sono sicuro perché tutte le forze politiche presenti in Parlamento sono delle sostenitrici del Sistema sanitario nazionale, quindi pubblico, gratuito per i cittadini perché finanziato con le tasse. Certo, per mantenerlo bisognerà fare una serie di scelte importanti perché la sostenibilità del nostro sistema è molto a rischio per l’invecchiamento della popolazione, per le tante malattie per cui soffrono gli italiani, per il costo delle terapie, per tutto questo bisognerà organizzarsi bene. Bisognerà avere un buon rapporto tra Stato e Regioni perché nella nostra Costituzione sono le Regioni le protagoniste dell’organizzazione e gestione». Quindi, dico io, c’è da augurarsi che il prossimo ministro sia una persona che conosca già il mondo della Sanità e comprenda abbastanza rapidamente che il nostro Paese merita particolare attenzione.

Già, occhio a questo prossimo Ministro!

«In alcune parti del Paese che già oggi soffrono molto perché sono Regioni cosiddette in piano di rientro che sono state commissariate, cioè hanno risolto i loro problemi finanziari perché di fatto oggi più o meno tutte le Regioni sono in equilibrio di bilancio ma non hanno assolutamente risolto i problemi organizzativi e gestionali. Si tratterà veramente di lavorare insieme per cercare di far sì che il nostro Paese non abbia cittadini di serie A, di serie B o addirittura di serie C cosa che purtroppo in certi settori succede».

Onore al merito per queste Regioni, che hanno turato il loro buco con sacrifici dei cittadini, ma ora per ripartire con un Sistema all’altezza delle esigenze epocali, sarà dura!

E poi, vien da chiedersi, ma se per il primo bene, la sopravvivenza in decente salute, si può chiedere il sacrificio fino a rosicchiare il fondo del barile, come si può imporre lo sforamento per presunti progetti di rientro?

L’implacabilità del cataclisma sanitario, inoltre, è un’attesa certa, non solo in conseguenza del calo di risorse, ma anche dell’accresciuto bisogno per intensificazione delle patologie (invecchiamento e peggioramento del genoma umano), e per l’attesa sicura di perdita di efficacia degli antibiotici, unita alla agevolata trasmissione epidemica da globalizzazione.

 

Ma noi, mi direte: che ci possiamo fare?  Semplice:

1 Occhio ai programmi politici anche in questo senso: qualcuno ne ha parlato, salvo il bla -bla -bla?

2 Prevenzione a livello individuale e familiare, e questo lo dice esplicitamente Ricciardi: non si sa in altre parole quanti e di che malattie ne potremo curare.

Già, siamo all’aiutati che Dio ti aiuta, e non è una cattiva lezione, salvo i drammi individuali.

 

E affermare che sono cavoli di quelli del Sud, che magari prima “potrebbero aver scialacquato e rubato”, non vuol dir niente: non solo ce li troveremo qui questi fratelli disagiati, e ancora in maggior numero, ma secondo le attuali regole i “cittadini di serie A” sono proprio quelli extraregionali, perché esulano dal computo del tetto di spesa e, soprattutto per le strutture convenzionate, sono una miniera d’oro! E non parlo di fanta-Sanità, lo sapete bene, perché vi tengo puntualmente informati.

 

Intendiamoci, sto alzando le antenne verso una componente politica che ha avuto la mia fiducia, ma, almeno per quei temi che conosco profondamente, vedo che il fumo non si dirada. E allora non dico “di no”, ma sorvegliamo, e tuteliamoci con la prevenzione, perché “questi” ho idea che non ce l’abbiano nemmeno per la testa la nostra salute!

 

 

ADRIANO TANGO

30 Mag 2018 in Senza categoria

2 commenti

Commenti

  • Caro Adriano mi fa piacerissimo che tu sottolinei l’importanza del tema PREVENZIONE!
    Fare tutto il possibile con calma, avvedutezza “prima”, diminuendo così drasticamente la necessità di intervenire, magari con urgenza, con l’acqua alla gola “dopo”.
    Abbiamo vicerversa una “medicina”, quella spinta, sostenuta con …..”vigore” dall’industria farmaceutica, il cui “goal” è “rimetterti in sesto” alla svelta, spazzare via il fstidioso sintomo, spegnere la lampadina lampeggiante di allarme; che se così facendo non tieni in gran conto l’equilibrio dell’intero “sistema corpo umano”, ci sarà poi una nuova “medicina” che assale i nuovi “sintomi”!
    E si comincia, ovviamente dalle “pappe”!
    Come caspita ci nutriamo?
    E quello dipende solo da noi stessi.
    Li stiamo vedendo i nostri bimbi che a furia di “merendine” e bibite belle dolci, passano all'”oversize” in men che non si dica?
    Quindi totalmente d’accordo sulla PREVENZIONE, nella famiglia e fuori, e quanto all’azione “politica”, speriamo che ……. “ce la caviamo”!

  • La prevenzione pimaria caro Franco è ovviamente nello stile di vita, che non deve tendere a raggiungee appagamento con facili bersagli (la merendina e non la sfida a una corsa).
    Poi c’è la prevenzione sociale, in primis urbanistica, e lì avremmo tanto da imparare dalle società primitive! Non a caso le “loro” malattie sono esplose da “noi”. Quindi una politica del rigore e degli investimenti utili, e quella è politica… Mi riservo di dare una prima pagellina al nuovo Ministro (non Ministra perché la confondo con la minestra).
    C’è di buono che dalla base culturale si alza un moto di consapevolezza, tuttavia a volte un po’ sospettosamente ostile a cose che sono assolutamente figlie della normalità biologica.
    Ce la caviamo?

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