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PIERO CARELLI

SALVINI L’EUROPEISTA

I have a dream

I have a dream: che il “sovranista Salvini”, il ministro-sceriffo che sta difendendo con forza i nostri confini “nazionali”, diventi, per una sorta di eterogenesi dei fini, il… salvatore dell’Europa. Un sogno delirante? Per nulla: con la sua politica muscolare-mediatica è riuscito a imporre all’attenzione dell’Europa la centralità della questione migranti come “questione europea”. Con “misure choc”, in altre parole, è giunto laddove altri governi italiani non erano arrivati grazie alla “diplomazia”.

Un problema gigantesco

Una lettura ottimistica, la mia? Di sicuro, lo è. Naturalmente, non basta porre il problema come priorità dell’agenda europea per risolverlo. Gli amici di Salvini (Visegrad) sono tutti contro la solidarietà europea: non è un caso che, nonostante abbiano sottoscritto l’impegno, nonostante ricevano ingenti fondi europei finanziati anche grazie ai soldi italiani, si sono sempre rifiutati finora di accogliere la loro quota di migranti. Li convincerà il grande comunicatore Salvini? Ho qualche dubbio che dei leader che hanno raccolto il consenso con un programma anti-migranti, si lascino persuadere da un politico amico. Quello che Ungheria, Polonia… vogliono non è la ricollocazione dei migranti, ma “zero migranti”. Chi, allora, accoglierà  i migranti che, senza Ong, saranno salvati dalla marina italiana? Ovviamente, l’Italia.

Impediamo che i migranti partano  prevedendo degli hotspot, sotto la bandiera europea, in Africa? Sono anni che tale proposta è stata fatta (anche da governi italiani), ma quanti mesi o… anni ci vorranno perché si stabilizzi politicamente la Libia del cui consenso non si può prescindere? Tutto verrà accelerato grazie all’uomo… forte che sta nascendo in Italia? Ok, ma tali hotspot selezioneranno una percentuale minima (gli aventi diritto allo status di rifugiati, come è noto, sono ben pochi rispetto al totale dei richiedenti asilo). E tutti gli altri, quelli che scappano dalla fame o dalle peggiorate condizioni climatiche o solo perché coltivano la speranza di godere condizioni più dignitose di vita?

Più reddito, più migranti

Il problema dei migranti economici, si dirà giustamente, si può solo realizzare con un piano straordinario di aiuti all’Africa: sul Corriere della Sera di oggi il ministro degli Esteri italiano Moavero Milanesi propone, al fine di finanziare tali aiuti, di tassare di più le multinazionali tecnologiche. Certo, ma quanti anni saranno richiesti per vedere i frutti? E poi, chi assicura che aumentando il reddito pro capite dei Paesi poveri, i migranti diminuiscano? Vi è chi giura il contrario: più gente, grazie alle migliori condizioni economiche, avrà i mezzi per tentare il sogno europeo. I flussi migratori non sono un fenomeno emergenziale, ma strutturale (almeno, nel medio termine), se non altro per ragioni demografiche.

Pensiamo solo alla Nigeria: nel 1950 la sua popolazione ammontava a 38 milioni, nel 2015 ha raggiunto quota 182 milioni e nel 2030 si prevede arriveranno a 263 milioni!

È giusto ed è sacrosanto che la questione diventi una “questione europea” ed è bene che tutti i Paesi europei ne abbiano piena consapevolezza.

Già, sono gli stessi… sovranisti che chiedono “più Europa”: non  questo un miracolo?

PIERO CARELLI

17 Giu 2018 in Senza categoria

99+ commenti

Commenti

  • E’ sacrosanto che si combattano tutte le organizzazioni criminali (alcune delle quali vicine anche all’Isis) che trafficano con i migranti, ma quello di Salvini è solo il primo passo perché ha di fronte a sé un problema che solo un’Europa politicamente unita, forse, sarebbe in grado di risolvere.

    Il “cambiamento di paradigma” che vedo è solo nel “metodo”: non la tradizionale diplomazia, ma le prove di forza. Nei contenuti, invece, non vi è nulla di nuovo: si tratta solo di proseguire l’attività di Minniti, augurando a Salvini un migliore successo.
    L’ex ministro è riuscito a ridurre i flussi di oltre il 70%: magari, dopo che Salvini ha letteralmente scosso l’Europa, il raccolto sarà maggiore.
    Ciò che conta è sgominare le organizzazioni criminali e, nello stesso tempo, garantire che i migranti in mare siano salvati.

  • Socchiudere la frontiera serve anche a limitare la natalità. Non tieni conto comuque del fattore cklimatico: vaste zone saranno preso unadatte a qualsiasi sopravvienza. Come reagirà la popolazone? Scatenando delle guerre, ma capirà che no sopravvivenza= no natalità?

  • Di sicuro il fattore clima sarà fondamentale nel prossimo futuro: c’è già chi parla di milioni di migranti “climatici”.
    Del resto, se il processo di desertificazione è destinato a crescere, la popolazione locale scapperà. Dove? La prima destinazione, normalmente, è la più prossima (all’interno del continente africano), ma non abbiamo dubbi che, grazie anche ai cellulari (che rappresentano l’infrastruttura più diffusa in Africa), molti coltiveranno il sogno europeo.

    • La desertificazione aveva colpito anche Israele , adesso è uno dei paesi più
      produttivi “ortofrutticolarmente ” parlando, di tutto il Mediterraneo !

    • Verissimo. Inutile nascondersi dietro un dito: ci sono popolazioni al mondo che non sono fatte per il lavoro. Corrono come nessun altro, danzano, suonano, cantano, ma il lavoro proprio no. Mica sono stupidi i cinesi che stanno comprando mezza Africa ma hanno escluso dalle loro fabbriche la manodopera locale. “Importarla” dalla Cina costa meno e rende di più.

  • Io ho fiducia (senza, tuttavia, una vena di scetticismo) che alla fine qualche “risultato” ci sarà. Il clamore mediatico può essere visto un risultato se riesce a scuotere l’Unione europea e a farle fare un salto di qualità in termini di “unione”.

    La “questione immigrazione” può e deve rappresentare il motore di una vera e propria svolta, dopo anni di lacerazioni interne, dopo il ritorno dei nazionalismi (ne parlo senza alcuna pretesa di giudizi di merito).

    L’Unione, quella fragile creatura che è nata dalle macerie provocate dai nazionalismi gli uni contro gli altri armati, potrebbe vivere una nuova stagione positiva e condurre a “condividere” tutti le questioni che non sono affrontabili e tanto meno risolvibili a livello nazionale.

  • L’Unione europea, già in fase di disgregazione a causa proprio della questione immigrazione (e quando parlo di immigrazione, non mi riferisco solo alla “gestione” degli immigrati che arrivano, ma al “governo politico” dei flussi migratori e quindi alle misure da prendere per “rimuovere le cause” a monte come sottolineava bene ieri il nostro ministro degli Esteri Moavero in una intervista al Corriere della Sera), potrebbe implodere col “metodo Salvini”, ma potrebbe anche avere un soprassalto di responsabilità collettiva e, proprio sulla questione iniziare a “costruire l’Unione politica”.

    Se non ora, quando?

  • Un conto è la tattica (mi faccio sentire dai miei elettori e forse dall’Europa), un conto è la strategia (gestione europea della politica estera, e varrebbe anche per l’economia)
    ma se tattica e strategia fanno cortocircuito?
    – se il grido prima gli Italiani entra in collisione sia con prima i Polacchi, gli Olandesi, gli Ungheresi, i Francesi, …
    – se il chiudiamo i porti non si sposa con flussi programmati e altre forme legali di immigrazione e circolazione (oltre che, come dici, un piano per l’Africa), anche in funzione di una tenuta demografica (la stabilità della popolazione italiana abbisogna di 350 mila immigrati all’anno!! cf prof. Paolo Bonetti, docente di diritto costituzionale, Crema nov. 2017)
    – se essere Italiani non viene declinato in modo “costituzionale” …
    … ci stiamo facendo del male; le parole d’ordine non hanno mai prodotto una cultura riformista a sinistra, non l’hanno fatta al centro, non la fecero nemmeno a destra. Giusto come fai tu cercar “parole” per far luce, per dare una forma conveniente al caos. “Le grida” alla fine sono armi di distrazione di massa. Mi auguro che ci pensi anche il ministro.

    • I porti vengono chiusi ai clandestini, o migranti economici che dir si voglia, mentre i flussi programmati sono tutt’altra cosa poiche’ la domanda in essi deve sposarsi necessariamente con l’offerta.

      L’economia, e men che meno la societa’ italiana non hanno bisogno di tot schiavi stranieri l’anno (regolarmente sottopagati) bensi’ di un aumento demografico “naturale” conseguente alla rinascita della speranza nei giovani che riprenderanno cosi’ a fare figli. Come rider, sara’ difficile che riescano a mettere su famiglia.

      Sono d’accordo: fino ad oggi ci siamo fatti del male. Da domani, non si sa. Sebbene in molti oggi si stiano scoprendo Nostradamus in grado di prevedere come sara’ e come andra’. Beati loro. Personalmente, non ho elementi per fare previsioni e/o dare numeri.

  • Comunque il tuo titolo e’ azzeccato Piero: “Salvini l’europeista”. Sembra proprio che la mossa a sorpresa di Salvini stia ri-compattando l’Europa attorno a temi che fin dall’inizio avrebbero dovuto riguardare tutti. Speriamo che si apra una nuova stagione lontana mille miglia dalla UE, che nulla ha a che vedere con l’Europa.

  • Non sapendo dove collocarmi vorrei comunque dare un consiglio a Salvini. Per bypassare la Costituzione che vieta l’allontanamento su base etnica, io gli direi che potrebbe fare come Trump, o perlomeno a Lui ispirarsi. Magari senza incarcerare i bambini dei Rom o Sinti, come l’americano sta facendo con i messicani, ma almeno minacciarli: o ve ne andate dall’Italia o ve li togliamo. O è incostituzioale anche questo?

  • Concordo, Piero (mio omonimo): con la politica-spettacolo Salvini riesce alla grande a raccogliere il consenso elettorale, ma non ho dubbi che farà una gran fatica a convincere i partner europei perché non solo i Paesi del gruppo Visigrad, ma praticamente tutti (anche se con sfumature diverse) sono… sovranisti e pensano di curare gli interessi “nazionali” scaricando gli oneri sugli altri Paesi.

    Vedremo i risultati. Tutto è possibile: che l’Unione (come ho già scritto) imploda o che l’Unione si ricompatti e scopra la necessità di rendere l’Europa più unita se vuole affrontare e risolvere, non a parole, i problemi che vanno oltre la portata nazionale.

    La politica, quella vera, quella che guarda il futuro delle nuove generazioni, è fatta di “paziente, estenuante mediazione”, non di “impaziente campagna elettorale permanente”.

  • Il governo “sovranista” mi sorprende ogni giorno: non solo si propone di “europeizzare” la questione migranti (e fa bene, come ci hanno provato, del resto, gli altri governi), ma vuole anche “europeizzare” la questione povertà e disoccupazione”.
    Fantastico: i sovranisti puntano a rendere l’Europa più coesa e più forte!

  • Ivano, abbiamo ormai compreso tutti: Salvini, più mostra i muscoli, più miete consenso.
    Da qui alle elezioni europee, assisteremo a una lunga maratona di colpi di scena, di prove di forza, prove da cui, poco alla volta (abbiamo già visto ieri sul caso dei rom), i pentastellati si smarcheranno.
    Ma… a Salvini non credo interessino i mal di pancia dei Cinque Stelle: prima o poi farà il pieno di voti e scaricherà gli… ingenui dl M5S.

    Per ora, siamo solo agli esordi.
    La prossima mossa, magari, sarà quella di un Salvini con la ruspa di fronte a un campo-rom: non avrà alcuna importanza se la ruspa la userà perché, comunque, con lo spettacolo, continuerà a raccogliere consenso e sottrarlo agli altri partiti.

  • Piero, un altro scenario possibile: che la coalizione si sciolga in fretta, conservando da parte dei 5* quel poco di voti rimasti e si compongano altre alleanze. Anche perchè quello che ti scrivi è troppo ottimistico. Orban sovranista accetta fondi europei, ma poi in fatto di immigrazione si sottrae a tutti i possibili accordi nel nome di un nazionalismo simile a quello della Lega che non sta remando per un’Unione coesa, ma semplicemente per scaricare addosso a tutti, e un pò ha ragione, quello che per ora è soprattutto un problema italiano. Ma questo non significa rafforzare l’Unione, ma disintegrarla. Salvini vuole ridare forma e forza ai confini come stanno facendo i signori di Visegrad che basterebbe farli ritornare un pò più poveri tagliando fondi finora concessi. Perchè non si sputa nel piatto dove si mangia. Salvini è europeista nel chiedere, ma sovranista nel ricevere. E le sue simpatie politiche lo dimostrano. Del resto il suo slogan non è “prima gli italiani?” Non mi stupirei se d’ora in poi al suo mantra aggiungesse anche “secondo gli Ungheresi” .
    P.s. Lo scenario iniziale non si concretizzerà. I grillini sanno bene di aver perso il primato e pur di non sparire soccomberanno. Del resto Di Maio o Toninelli non hanno di certo la personalità di Salvini.

  • Siamo alla fantapolica.
    Fa molto caldo a Crema?

  • Non tantissimo. Si sta bene. Non so a Genova.

  • Il problema, Ivano, è che tutti i partner europei sono europeisti nel chiedere e sovranisti nel ricevere. Del resto – lo sappiamo benissimo – l’Unione europea (come qualsiasi altra Unione) non è nata da un atto d’amore, ma è un “matrimonio di interessi”: tutti cercano di ricevere il più possibile (anche sei noi italiani, poi, non siamo in grado di spendere bene i fondi europei e, talvolta, addirittura, di spenderli) e di dare il meno possibile.
    Leggo che Salvini vorrebbe che la distribuzione di migranti in Europa fosse “automatica”.
    Già, è la soluzione che è adottata da sempre in Germania (non sulla base della discrezionalità del sindaco) e che le ex forze politiche dell’opposizione non hanno mai voluto accettare.
    Se il gruppo Visegrad si rifiuta di accogliere migranti dopo avere sottoscritto l’impegno formale (ogni Paese avrebbe dovuto accogliere una quota sulla base di certi parametri), a maggior ragione dirà no a un meccanismo automatico.

    La strada è in salita.
    Molto in salita.
    Ma Salvini, credo, non pensa di raccogliere domani (con la pazienza della politica), ma oggi, subito (un subito che durerà un anno fino alle elezioni europee).

  • Leggo con piacere che Di Maio si sta attivando per dare un minimo di regolamentazione al lavoro dei riders.
    Di una cosa, comunque, sono certo: si tratta di un altro problema (come tanti altri) che deve essere “europeizzato” perché se le piattaforme digitali in questione trovano condizioni svantaggiose in Italia, se ne vanno altrove dove queste condizioni non ci sono.

    Una ragione in più che depone a favore di “più Europa” (quell’Europa che per anni e anni i sovranisti hanno demonizzato!).

  • Il governo dei sovranisti sta scoprendo la prudenza di Padoan sui conti pubblici.
    Ma come? Padoan non era un lacché degli eurocrati di Bruxelles?

    Un sospetto: che i “non eletti” Tria e Padoan siano più attenti agli interessi degli italiani che i “politici” Salvini e Di Maio ossessionati dal consenso dei sondaggi?

    Una lezione, quella di Tria, ieri in parlamento: prima dobbiamo fare i compiti a casa nostra perché solo così riusciamo a conquistare la fiducia dei mercati e solo così diventiamo credibili nei confronti dei partner europei.
    Già, è un “nostro interesse”, non una sottomissione ai Diktat dei dittatori europei!

    • Non avere troppa fretta di giudicare, Piero. Il ministro Tria non ha ancora fatto nulla di concreto, se non il solito discorso di massima sul Def, nel quale non poteva dire nulla di diverso da quello che ha detto. I provvedimenti vanno votati, attendiamo dunque di vedere in solido ciò che si voterà.

  • Certo, Rita, ma mi ha colpito (anche se non mi aspettavo altro, dopo avere letta la sua intervista rilasciata al Corriere qualche giorno fa) la differenza abissale di linguaggio rispetto ai due “politici” Salvini-Di Maio: il linguaggio della verità (o… dei piedi per terra, della saggezza, della concretezza) contro il linguaggio della propaganda.

  • Ieri ho avanzato un sospetto sulla strategia di Salvini.
    Oggi leggo sulla stampa che il sospetto lo sta nutrendo anche il M5S.

    Non bisogna essere un politologo per capirlo: basta un minimo di attenzione alle vicende politiche.

    • Dì anche a noi che non leggiamo la Stampa quale sarebbe il sospetto su Salvini, così possiamo valutare se il sospetto lo nutre il M5s o se la Stampa dice che il M5s lo nutre. Giusto perché qui, ormai, siamo al cortocircuito totale.

      Ho molto apprezzato qualche sera fa Peter Gomez, che è uno dei rarissimi giornalisti (o sedicenti tali) che stimo, anche se non sempre sono d’accordo con ciò che dice, il quale, a uno dei tanti talk show che normalmente non seguo ma che intercetto qua e là magari stirando la biancheria o lavando i piatti, ha detto una cosa che condivido pienamente: ormai la crociata dei media contro l’attuale governo è talmente palese che se anche nel mucchio c’è qualcosa di vero nessuno più ci crede.

      Piaccia o non piaccia, pidini delusi e frustrati insieme agli operatori della stampa che si vedono sottrarre il pane di bocca un giorno dopo l’altro se ne facciano una ragione: il governo giallo-verde non solo ha vinto le elezioni del 4 marzo ma continua a raccogliere consensi. Ne consegue che i “politici” con la qualifica professionale tra virgolette non sono Salvini e Di Maio bensì quelli la cui azienda è fallita.

  • ….rientrato or ora da un …..”mordi e fuggi marino”, prima di ….”entrare nell’agone”, un simpatico applauso all’immagine di “SantaRitaDaCasa” che sbircia Gomez in TV stirando biancheria o lavando piatti: tutta la mia concreta simpatia!!!!

    • Va pure detto che Santa Rita da Cascia è la santa degli impossibili.
      O dell’impossibile? Mah, chissà …

      Gomez, comunque, merita sempre un occhio di riguardo. A differenza della stragrande maggioranza dei suoi colleghi è un uomo onesto e indubbiamente preparato. Non vorrei portarti via il mestiere ma … uno su mille ce la fa.

  • Bella la vignetta di respiro europeo del Corriere della Sera: agli esami di… immaturità Salvini copia dalla Merkel.
    In effetti, l’idea di collocare gli hotspot nel nord Africa è stata lanciata dalla Merkel, mentre Salvini la spaccia come la sua, come la soluzione magica che lui propone per salvare non solo l’Italia, ma al’intera Europa dai barbari e da coloro che sono complici dei barbari (leggi le Ong).

    Non vi è dubbio: Salvini non solo è un grande comunicatore, ma vende tutto quanto propone come delle soluzioni esclusive, quelle soluzioni che uniche sono in grado di risolvere i problemi.

    Io attendo i risultati e mi auguro che oggi siano mature le condizioni che anni fa, quando la Merkel aveva lanciato la sua proposta, erano del tutto assenti (del tutto indiponibili sia l’Egitto che la Tunisia).

    Da anni scrivo su questo piccolo blog che il problema flussi migratori è estremamente complesso e per questo va affrontato non solo a livello europeo (vedremo quanto riuscirà a strappare domenica prossima il governo Italiano e soprattutto al summit di fine mese), ma con tanto “dialogo”, tanta “mediazione” perché la politica – non quella degli spot – è un’arte nobilissima e nello stesso tempo estremamente “difficile”: lo scoprirà Salvini che finora non ha mai gestito la cosa pubblica e ha solo fatto, finora, campagna elettorale.

    • Quand’è stato che la Merkel si è prodigata per la causa degli hotspot in Nordafrica? Semmai, deve averlo fatto in punta di piedi perché io neppure lo ricordo. Mentre ricordiamo tutti benissimo che si è fatta in quattro per pagare Erdogan con i nostri soldi affinché si tenesse i (veri) profughi in Turchia. Furba, la ragazza. Ma la furbizia, si sa, ha le gambe corte, e difatti la stella di Frau Merkel è ormai in caduta libera.

      In Germania gli africani non arrivano, lo sappiamo bene. I tedeschi s’intendono di selezioni etniche (altro che censimento dei rom!) e prendono solo i “rifugiati qualificati”, possibilmente con i soldi in tasca, come i siriani. I loro alleati francesi, forse gli unici rimasti ad avere una mentalità colonialista vecchio stampo, sono ancora peggio. Per non farsi mancare nulla sono andati persino ad aggredire il Mali del nord, da sempre terra di pacifici Tuareg che, per difendersi, si sono dovuti unire alle truppe dei jihadisti locali. I francesi, sì, sono “irresponsabili, cinici e vomitevoli”, mentre gli italiani tutt’al più sono dei fessi.

      Usare l’”arte nobilissima” del “dialogo” e della “mediazione” con simili squali, temo proprio che sia un’impresa quasi impossibile. Basti dire che domenica ci si doveva incontrare per pianificare il fatidico incontro di fine mese sull’immigrazione, e quatti quatti il Gatto e la Volpe avevano già preparato “la brutta copia” del tema da svolgere, naturalmente a loro esclusivo vantaggio. Come si fa a trattare con gente del genere? Da anni ci stanno prendendo per i fondelli. Ora basta.

      Ciliegina sulla torta entra in causa pure Bergoglio, al quale, è fattuale (come dice Crozza/Feltri), la politica interessa molto più delle anime del suo gregge. In questi giorni ha ricevuto in Vaticano i vertici delle Sette Sorelle (Exxon, Royal Dutch, la famiglia Rockefeller & Co.) non certo per la loro devozione ma per il loro stra-potere mondiale. Il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin quest’anno è stato pure ammesso all’annuale riunione del Club Bilderberg. Quando si dice che la realtà supera di gran lunga la fantasia, si afferma il vero.

      Qualcuno (sano di mente) può credere a una sola parola dei signori che ho citato quando parlano di immigrazioni, esodi epocali, fenomeni inarrestabili? Certo basta stare fermi, come siamo sempre stati, e i traffici possono continuare per i prossimi mille anni: è questo, grosso modo, il periodo necessario per risolvere i problemi dell’Africa.

      http://www.conflittiestrategie.it/la-verita-su-rom-e-migranti-di-glg

  • Sono anni, Rita, che la soluzione africana degli hotspot è stata avanzata e non solo dalla Merkel, anche dai governi di centro sinistra, anche da Minniti.
    Sono – di primo acchito – la soluzione più efficace, ma la strada finora è risultata in salita, molto in salita: finora solo la Comunità di S. Egidio con la collaborazione della Santa Sede, è riuscita a creare questi centri e a selezionare le persone “più vulnerabili”, quelle che anche Salvini e Macron dicono di voler accogliere in quanto degni di protezione umanitaria. Una scelta sostenuta dallo stesso Minniti che si stava apprestando a realizzarla “in quanto Stato”, vale a dire “la via legale” all’immigrazione di chi ha tutti i requisiti, valutati in terra africana, per godere del diritto di asilo.

    Non c’è nulla di nuovo. Non c’è nessuna soluzione originale di Salvini.
    Si tratta di proseguire la strada di Minniti, ma questa volta “sotto la bandiera europea”.

  • Siamo di fronte, lo ripeto, a un problema estremamente complesso e destinato a durare nel tempo.
    Leggo che la Nigeria, che ha superato i 180 milioni di abitanti – a causa della violenza messa in atto dal gruppo di Boko Haram che è deciso a imporre la sharia all’intero popolo, rischia di diventare la Siria dell’Africa.
    Ricordiamo che il conflitto in Siria (un Paese che, prima della guerra, aveva 22 milioni di abitanti) ha provocato 12 milioni di… sfollati: 6 milioni esportati e 8 interni.

    Pensiamo inoltre che “la popolazione dei sei paesi africani meno pacifici ammontava complessivamente nel 2015 a 327 milioni”!

    Europeizzare la questione migranti è un imperativo politico oltre che etico.

    • Piero la Comunità di S. Egidio e la Santa Sede cosa c’entrano con lo Stato? Mi risulta che il Vaticano sia “un altro” Stato, uno Stato in cui si fa rispettare il reato di clandestinità.

      Più che di “strade in salita”, parlerei di scarsa volontà di procedere: un conto è dire le cose (si fa presto, son buoni tutti), altro conto è farle. Quanto ai soggetti vulnerabili, il dato ufficiale stima un 7% di coloro che sbarcano, non credo che qualcuno abbia difficoltà ad ospitarli. Magari fosse solo quello!

      Europeizzare la questione migranti significa solo ed esclusivamente proteggere i confini d’Europa, questa è l’unica “cosa nuova” che si profila all’orizzonte. Il resto sono le solite manfrine ipocrite, finta solidarietà e grossi interessi, che non hanno funzionato negli ultimi anni e non si vede per quale motivo dovrebbero funzionare proprio adesso.

      Già che ci sono, propongo la lettura di un’altra riflessione niente male:
      http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/storia-e-identita/identita-delle-nazioni-sovrane/5955-aria-di-casa

  • I corridoi umanitari sono stati aperti dalla Comunità di S. Egidio, dalla Tavola Valdese e dalle Chiese evangeliche senza oneri per lo Stato.
    L’ex ministro Minniti si è inserito in questa strada aperta.
    Ed è quello che dovrebbe fare anche il “governo Salvini”: selezionare in loco coloro che hanno diritto all’asilo (un numero, di sicuro, esiguo) ed evitare così che cadano nelle mani delle organizzazioni criminali.

  • Personalmente ritengo, Piero, che in Italia si stia vivendo in una transizione istituzionale tattica, a cui anche un politico tattico come Salvini appartiene. Sarà il dopo Salvini a contare. Anche per quanto riguarda il problema dell’immigrazione clandestina.

    Salvini è ancora un esempio di politica tattica, per quanto portatrice di cambiamento. O Salvini evolve da questo approccio tattico a un altro veramente strategico, oppure è uno di quegli uomini che annunciano altri dopo di loro. Voci nel deserto, tra le rovine, destinate a probabile decollatura.

    Sempre e dovunque è esistita, nella Storia della nostra specie, una modalità evolutiva tattica e un’altra strategica. La prima ha trovato applicazioni organizzative, sociali e politiche necessarie per lo sviluppo delle collettività umane nell’immanenza a breve termine, la seconda per il loro sviluppo nella prospettiva a lungo termine.

    Il pensiero politico tattico si manifesta, ad esempio, nell’attuale settantennale partitocrazia italiana, tesa al proprio autosostentamento attraverso tornate elettorali a corto raggio. Il pensiero politico strategico implica invece il probabile sacrificio dei soggetti innovatori e dei loro tornaconti materiali, a favore del miglioramento a lungo raggio delle loro collettività, quali una stirpe, una tribù, una comunità etnica e culturale, un popolo, una nazione. Il mercantilismo è troppo impegnato a compulsare ogni ora listini di borsa e sondaggi elettorali: business must go on, future must go aside.

    L’attuale immigrazione clandestina offre molto al pensiero tattico, moltissimo al pensiero strategico. Ma gli appuntamenti tra gli uomini e le occasioni della Storia sono spesso affidati al caso, alla fortuna, a inconoscibili coincidenze. Un Salvini “europeista”, Piero, vuol dire un Salvini ancora politicamente “mediologico”, per dirla alla Debray, elettorale, tattico. Eccolo infatti combattere quattro o cinque elementi come fattori di criticità, invece di rovesciarli, rischiando tutto, se stesso innanzitutto, e farne fattori strategici di successo. Certi nodi non si sciolgono, si tagliano.

    • Si sa, i Politici vogliono essere loro a tagliare il nastro. Quando mai han lavorato per far raccogliere i frutti ai loro successori?La Politica è solo visibilità immediata. Senza quella non si sbattono, anche perchè sanno che i progetti a lungo termine non pagano, e se voglio essere rieletti credono che lo spazio di una legislatura o amministrazione possa bastare. Sì, qualche buca la rappezzano, ma l’asfaltatura è altra cosa. ( Un piccolo esempio: Crema capitale della cultura. Quale Assessore si metterebbe mai in mente di intraprendere un percorso, probabilmente incerto negli esiti, che comporterebbe anni di lavoro, pianificazione, programmazione e coordinamento?) E, inciso a parte, anche volendo essere lungimiranti, col rischio di attirarsi anatemi o vendette elettorali e le ire, vedi Fornero, dei cittadini che anche loro, e forse a buon diritto, vogliono risposte immediate, specialmente se i bisogni sono impellenti. E la nostra situazione economica, vedi reddito di cittadinanza, crea aspettative tali che i cittadini di pazienza non ne hanno più. E’ per questa ragione che nascono i populismi, in un corto circuito che non sappiamo come si concluderà. E’ il solito discorso. Prendo voti se ti inganno. Lo sapevano e lo sanno bene i dittatorelli nostrani che alla programmazione preferiscono ancora la battuta ad effetto. Per contentare alcuni, a lungo termine ne scontenteranno molti. Salvini o Di Maio che rastrellano fondi europei? Bisognerà vedere se l’Europa lo permetterà. L’esempio Grecia è stato significativo. Riforme da lacrime e sangue, altro che regali a fondo perduto. E reddito di cittadinanza e riforma pensioni vanno, secondo me, in direzione opposta.

  • Che quella di Salvini sia una “tattica”, pare evidente … lippis et tonsoribus.
    Che Salvini, il ministro-sceriffo stia lavorando per accrescere sempre più il suo consenso , magari, a superare alle elezioni europee la soglia del 40% toccato da Renzi, mi pare altrettanto evidente.
    Se poi vorrà scaricare i Cinque Stelle, è un’ipotesi, ma il fatto che tale scenario sia percepito come una minaccia dai pentastellati è abbastanza significativo.

    La strategia di Salvini? Credo che non l’abbia in mente neppure lui: nella sua vita politica ha fatto solo campagne elettorali, senza mai gestire neppure un piccolo Comune.

    I politici – e non mi riferisco solo a Salvini – hanno una visuale corta e non hanno strategie di un De Gasperi o di un Moro.

  • Vedo che non solo Salvini, ma anche Di Maio è tutto proiettato ad “europeizzare” il programma del “governo Salvini”: leggo oggi che ieri a Lussemburgo ha annunciato un reddito di cittadinanza finanziato anche con i fondi… europei.

    L’Europa tanto demonizzata dai 5 Stelle e dalla Lega oggi diventa l’istituzione su cui si fa leva per realizzare uno dei pilastri del contratto: il reddito di cittadinanza.

  • Piero, gli oneri per lo Stato cominciano quando finisce il corridoio: una volta che gli africani sono stati “fatti passare”, chi li mantiene? Solo una minimissima parte è economicamente autosufficiente, tutti gli altri sono a carico nostro e sul groppo della sanità alla quale ognuno di noi versa consistenti contributi. Mi risulta che l’associazione laicale fondata da Andrea Riccardi nel 1968 riceva consistenti finanziamenti da Finmeccanica, la più grande industria italiana produttrice di armi. Gran bella accoppiata quella di armi e solidarietà. Non lo dico io ma il settimanale dei missionari comboniani “Nigrizia”. Immagino che tu lo sappia, comunque, la notizia non è certo di oggi. In passato la “Fondazione per la pace” di Sant’Egidio è stata sponsorizzata anche dalla Nestlé, da Fincantieri, da diverse ‘banche armate’ (quelle che svolgono operazioni di riscossione di pagamenti per conto delle industrie armiere), da Farmindustria, Bayer, Glaxo, Boehringer, Merck e compagnia bella. Non apriamo questo vaso di Pandora, va’, che è meglio. Se Minniti si è inserito in questa “strada aperta”, è meglio che Salvini non lo faccia, per il suo (e nostro) bene.

    Se la fase attuale sia tattica o strategica, come dice Pietro, per ora lo sa solo Salvini. Il tempo contribuirà comunque a darci un’idea più precisa. Già il fatto che abbia portato sull’orlo di una crisi di nervi quel pazzoide di Macron è stato un successo: d’altra parte, uno che inveisce pubblicamente contro un ragazzino che gli chiede candidamente “come va Manu?” e che ha sposato sua madre qualche rotella fuori posto deve averla per forza.

    • …..beh, ovviamente ben di più di “un istante”!!!!!

  • Il sovranismo europeo, Rita, va benissimo, ma si dovrà sapere che costerà ai Paesi europei.
    Si tratta di una scelta, una scelta già intrapresa decenni fa con il progetto della Difesa comune europea che è naufragato dopo la bocciatura da parte della Francia.

    Un fatto (almeno a mio avviso è certo): l’Europa ha valori, cultura e tradizioni che ne fanno un unicum nel mondo e non è un caso che per un lungo lasso di tempo abbia giocato un ruolo attrattivo anche nei confronti di Paesi che geograficamente non hanno nulla a che fare con l’Europa.
    Un ruolo attrattivo anche nei confronti del quartetto di Visegrad che nel 1991 si è costituito proprio per canalizzare le aspirazioni dei popoli che rappresentava a entrare nell’Unione europea, proprio quel quartetto che oggi sta facendo di tutto per incassare fondi europei e per rifiutare gli obblighi.

    • Il sovranismo in Europa non è mai morto nella misura in cui da quasi vent’anni Germania e Francia si stanno facendo bellamente gli affari loro. Ci hanno persino trascinato in guerre che noi non avevamo ragione di combattere. Il sovranismo è il loro, e francamente comincia a diventare un giogo insopportabile. Persino il populismo è una “creatura” di questi due scellerati, così come l’Isis lo fu del blocco militare Usa-Israele. Grazie alle loro strategie l’Afd, partito di estrema destra tedesco, è al secondo posto nei sondaggi, trionfa nell’Europa dell’Est, in Polonia, in Ungheria, e il fenomeno si sta allargando a macchia d’olio. “Le Monde Diplomatique” lo ha definito un maggio ’68 alla rovescia.

      Invece di perseguire una politica estera e di difesa comuni Germania e Francia in questi anni hanno fatto i loro interessi nazionali, e continuano a farli. Si erano spartiti addirittura le “aree d’interesse e competenza”: alla Germania andava la sfera dall’Europa centrale, all’Est fino ai Balcani; alla Francia il Mediterraneo (Italia in testa, ci hanno comprato anche le mutande), l’Europa del Sud e l’antica spinta a fare del Medio Oriente e dell’Africa del Nord una sorta di protettorato.

      Nel loro delirio di onnipotenza il Gatto e la Volpe hanno cannato pure le previsioni economiche, come si legge sull’ultimo rapporto della BCE, che critica senza mezzi termini la teoria economica dominante pervenendo alla dirompente conclusione che l’austerità “espansiva” difesa da FMI e dalla Troika europea non ha alcun fondamento reale. Era un’ipotesi di lavoro, una previsione, un azzardo. Chi fino ad oggi ha reclamato “riforme” sempre dal lato dell’offerta ha sbagliato tutto perché la politica fiscale non può alterare in via permanente il corso dell’economia. Scrive sempre la BCE: “I modelli più rilevanti di DSGE non sono compatibili con le nostre scoperte empiriche sulla quantità di fattori e la natura del movimento congiunto nei dati macroeconomici”. In poche parole: le ricerche sul campo “mostrano un unico componente principale dinamico dominante, la domanda aggregata”. Niente consumi interni, no party.

      Non che non ci fossimo accorti che la purga aveva pesanti controindicazioni. Adesso, però, sono curiosa di vedere come se esce. Se l’Europa va in pezzi, dunque, la colpa di chi è? Colpa dei sovranisti? Colpa di Salvini e del governo giallo-verde? Colpa del quartetto di Visegrad? Colpa dei beceri populisti? No: la colpa è tutta di chi ha messo in piedi questo castello, ovvero Germania e Francia. Diciamo che la storia non era proprio come ce l’avevano raccontata.

  • Hai ragione, Ivano: l’Unione europea non regalerà niente a nessuno se non all’interno di un quadro di compatibilità economica, quadro che spetta solo agli Stati sovrani.
    Non è un caso che ieri il ministro dell’economia Tria abbia dichiarato che per il 2018 non vi è spazio per il reddito di cittadinanza (tanto meno per tutte le tre grandi riforme promesse agli elettori insieme).

    • Meno male Piero che anche in questo governo c’è gente di buon senso, anche se questo ne decreterà la fine. Poi ognuno contento o scontento per sè…

  • La comunità di S. Egidio, Rita, porta in Italia quei migranti che lo stesso ministro degli interni Salvini vuole accogliere: gli aventi diritto (quel 7% di cui tu hai parlato).

    • Io parlavo di chi foraggia la Comunità di Sant’Egidio.
      Gente da cui è meglio stare alla larga.

  • Forse, Rita, Salvini sa bene quale strategia potrebbe risolvere il problema dell’immigrazione clandestina, evitare l’africanizzazione e mediorientalizzazione dell’Italia e scongiurare la sostituzione etnica degli italiani. Ma resta fermo a una tattica funzionale a tutt’altro, sul terreno cioè del confronto tra i soliti partiti, in vista della prossima tornata elettorale.

    Ti faccio solo alcuni esempi. Se oggi in Italia esistessero politici con pensiero strategico, quattro elementi riferiti al problema dei clandestini, attualmente considerati come problematici, potrebbero invece, a determinate condizioni di fattibilità e con interventi d’una certa assertività, rivelarsi fattori di successo. I quattro elementi sono: il cosiddetto trattato di Dublino, nelle sue evoluzioni dalla convenzione (“D1”), al regolamento (“D2”), alla revisione (“D3”), in particolare proprio il citatissimo art. 13; la venalità criminale delle strutture logistiche di trasporto clandestino (le organizzazioni dei cosiddetti “scafisti”); l’avventurismo imprenditoriale e la sostanziale inconsistenza economica di scala della maggior parte delle realtà operanti nel trasbordo marittimo e nello sbarco dei clandestini nei porti più facilmente raggiungibili per distanza e complicità politica (le cosiddette “ONG”); l’esistenza di una valida marina militare nazionale e di una marina mercantile consistente, entrambe di solide tradizioni e comprovate efficacia ed efficienza.

    Siamo sicuri che il trattato di Dublino, esattamente così com’è, non possa essere interpretato e utilizzato a nostro favore, attuando una politica di contenimento dei flussi munita di cogenza ed effettività? Siamo sicuri che le organizzazioni e i processi operativi dello “scafismo” non offrano reali possibilità di azione preventiva e correttiva, se non addirittura di indirizzamento alternativo? Siamo sicuri che, ad eccezione delle due o tre più strutturate (ad esempio MSF), le numerose ONG sorte da pochi anni con fini di business, munite di capitali volatili e di management talvolta di copertura, non possano essere messe in condizione di cessare di nuocere, anche soltanto coi soliti strumenti di indagine amministrativa e di smascheramento investigativo? Siamo sicuri che un utilizzo proprio e non extra-vagante della nostra marina militare e con una motivazione opportuna della nostra marina mercantile non si possa, senza troppo clamore mediatico, rispettando trattati, leggi, articoli, commi e postille in modo giuridicamente ineccepibile, evitare salvataggi, trasbordi e sbarchi?

    • A me sembra che siano sicuri tutti che il vecchio trattato di Dublino è una ciofeca e un ritocchino non servirà a restaurargli la facciata. Ne sono talmente tutti convinti, nessuno escluso, adesso finalmente anche l’Italia, che si sono precipitati a blindare i cancelli di casa. Ci hanno messo anche l’antifurto. Non c’è più tempo per le indagini (in Italia un’inchiesta dura vent’anni!), le Ong vadano a vendere dunque la loro opacità strutturale e concettuale in qualche altro mare, il Mediterraneo non ne vuole più sapere di loro. Non vedo per quale motivo la Marina Italiana dovrebbe continuare a perdere soldi e tempo con le scorribande di quattro esaltati che vogliono salvare il mondo.

  • Che il governo Salvini riesca a “europeizzare” la questione migranti e a rendere più forte e più coesa l’Unione europea è una mera possibilità (e un auspicio di tutti gli italiani, nessuno escluso), ma è anche possibile che abbia come effetto quello di far saltare in aria quel poco di “unione” che è rimasta.
    Inizieremo a verificarlo in questa giornata e, ancora di più, il 28 giugno quando sarà presente anche il quartetto di Visegrad.

    Certamente, la strada è tutta in salita perché – ripeto – ogni governo (a prescindere dal colore politico) è sovranista ed è attento al consenso elettorale.
    E la strada è in salita perché, dal proprio punto di vista, ciascuno dei leader esprimerà le sue proprie ragioni a suo favore, a partire dai dai oggettivi.
    Leggo che la Svezia ha un rifugiato ogni 41 abitanti, Malta uno ogni 55, la Germania uno ogni 85. E l’Italia? Uno ogni 362 abitanti.

    Sia chiaro: questo non significa per nulla che il problema non esista. Esiste, eccome: una questione così rilevante (anche sotto il profilo del consenso elettorale) non può che essere fatta propria da tutta l’Europa.

    Una solo postilla (che non ha l’intento di attenuare il problema): il piccolo Libano ha assorbito, da quando è esplosa la guerra in Siria, lo stesso numero di migranti arrivati in Europa e oggi ha un rifugiato ogni 6 abitanti!

    • Piero è inutile che continui a riproporre sempre gli stessi numeri senza analizzarli. Non ha alcun senso. Svezia, Germania e Malta hanno i RIFUGIATI (accuratamente selezionati, tra l’altro), ovvero persone di diversa nazionalità che vivono nei loro territori lavorando, con casa e famiglia. Al contrario l’Italia ha imbarcato oltre 600mila CLANDESTINI, ovvero cani sciolti al 90% di sesso maschile che molto spesso erano a rischio sociale anche a casa loro, e per questo sono stati sbolognati. Idem dicasi per il “piccolo Libano”, in cui lo straniero ogni 6 abitanti vive nei campi-profughi e non va a delinquere per le strade delle città, non spaccia, non crea disordini, non si prostituisce, anche perché sennò fa una brutta fine. I numeri da soli, senza un’opportuna analisi del ragionamento che dovrebbe originarli, non significano assolutamente nulla. Non abbiamo forse passato l’ultimo anno a sentirci dire che l’Italia era fuori dalla crisi economica? In netta ripresa? Ti pare vero? Sembra quasi che la gente sia cieca e sorda, cammini col paraocchi e sia incapace d’intendere e di volere, quando invece vede benissimo la realtà che la circonda.

      Visto comunque che sei in vena di fare statistiche, dì anche che in Germania le persone denunciate (e sottolineo “denunciate”!) per aver varcato illegalmente i confini sono calate del 79,9 % negli ultimi due-tre anni. Evidentemente pagare Erdogan per tenersi gli indesiderati in Turchia è servito alla causa. Agli italiani invece, che fino a ieri in Europa svolgevano il ruolo di scemi del villaggio, si vorrebbe vietare di proteggere i propri confini come hanno fatto tutti gli altri. Al posto di pensare ai casi suoi lo psicopatico Macron dice pure che in Italia “non c’è una vera emergenza”, lui però non vuole nessuno a prescindere. Sono imposizioni che non hanno bisogno di commenti. E sia chiaro un fatto: gli italiani che hanno deciso di cambiare verso non sono populisti, gran parte di essi non sa neppure cosa sia il populismo, sono semplicemente stufi.

    • Piero, leggo solo ora il tuo commento che non posso che condividere, riflettendo su quanto di reale ci sia o percepito perché fomentato da paure che forse si stanno amplificando troppo. Ecco, io non trascrivo dati precisi come i tuoi. Scrivo le mie sensazioni. Il mio commento voleva essere una risposta a Rita, ma si attanaglia bene a quanto hai appena scritto.
      “A me che fa arrabbiare moltissimo e che mi preoccupa altrettanto, è che si sta compromettendo e minando l’Unione europea faticosamente costruita, nel bene e nel male, sul tema dell’immigrazione che non so se è il primo dei problemi, quando gli scenari mondiali, tra armi e disarmi, guerre commerciali e finte pacificazioni, preannunciano battaglie ben più drammatiche, tra civiltà che avanzano ed altre che soccombono in scontri che mi rifiuto di pensare fisiologiche come la Storia insegnerebbe. Ed è proprio ricorrendo all’insegnamento della Storia che non si dovrebbe dire addio a quelle categorie che il tuo filosofo riconduce semplicemente alla volontà del popolo. Perchè se il popolo vuole la luna non gliela si può dare, trasformando il mondo in uno stato sociale in grado di garantire tutto e tutti. Prima si devono fare quattro conti e poi distribuire. A chi non piacerebbe andare in pensione da giovani o avere un reddito se il lavoro non c’è? Perché l’equità sociale non si può garantire con qualche misura tampone nel disastro economico italiano di questi anni. Non si può propagandare la riduzione delle pensioni di lusso millantando un miliardo di risparmio quando qualcuno più avveduto quantifica in cento milioni. Non si può ingannare il popolo senza soluzioni strutturali, fossero le regole del commercio mondiale o altri equilibri. E soprattutto non si può scaricare il disagio sociale su quattro gatti che non ne hanno responsabilità. Il problema esiste? Senza dubbio, e forse non è solo questione di percezione. In questi giorni Crema non dico che è invasa, però un buon numero di questuanti si nota. Nonostante questo osservo che alcuni si fermano a parlare con loro allungando qualche spicciolo. Leggo poi che la Nato sarebbe disponibile ad attivarsi per affrontare la questione a monte con interventi direttamente in Africa. Ecco, io credo che le soluzioni ci siano, proprio superando quei sovranismi alla Macron o dei signori di Visegrad. Anche se tutt’oggi non vedo grande conciliabilità. Vedo solo uno scontro aspro che non porterà niente di buono, a meno che in extremis non prevalga il buon senso. Ma anche quello…

  • Non sto dicendo, Rita, che il trattato di Dublino, gli scafisti, le ONG, l’uso aberrante della Marina siano belle cose. Ma che questi elementi, così negativi in un approccio tattico a breve raggio, possano offrire utilizzi positivi (magari spregiudicati) in un approccio strategico di maggior prospettiva. Il problema dell’immigrazione clandestina è risolvibile.

    Il primo passo per risolvere un problema è definirlo bene. Il problema dell’Italia non è il problema dell’Africa. Potrebbe coincidere col problema dell’Europa, a certe condizioni. Il problema degli italiani non è il problema di una vaga umanità di ipotetica connotazione, di interessi di business sovranazionali, di religioni, chiese e opere di carità o di altre entità sparse per il pianeta. Il problema dell’immigrazione clandestina, per l’Italia e gli italiani, può essere ben definito, poi valutato e gestito secondo fasi logiche e operative da condurre con metodologie adeguate, quindi risolto in modo concreto ed effettivo, limitando i costi umani laddove possibile.

    La principale difficoltà siamo noi stessi. Non l’Europa, non altri. Quando noi italiani vorremo risolvere davvero questo nostro problema, lo risolveremo. Ma se aspetteremo ancora qualche anno, poi sarà troppo tardi. Occorre chiudere il prima possibile questa partita così pericolosa per la nostra sicurezza nazionale e la nostra sopravvivenza etnica. Abbiamo dei punti di forza che pochi hanno in Europa, di certo non più Francia e Gran Bretagna, forse tra non molto neppure la Germania. Siamo forti, Rita, noi italiani, eppure continuiamo a farci male da noi, conficcandoci dentro alcuni pungiglioni avvelenati, di ben nota provenienza.

    Salvini fa rumore e alza polvere perché la sua tattica a corto raggio è darsi visibilità ai fini elettorali. Questo problema si risolve invece strategicamente in modo opposto, zitti sui media e decisi sul campo. Finiamola di far caciara e titillare tutte le eccitate perpetue della politica e della mediologia. Sono sfide che si vincono sacrificando la propria immagine, non celebrandola.

    • Sono d’accordissimo, Pietro: siamo forti noi italiani, nessun altro popolo avrebbe sopportato quello che abbiamo sopportato e stiamo subendo noi, perché si sarebbero ribellati molto prima. Salvini fa rumore, certo, è la sua cifra; ma se tutto questo rumore può servire a smuovere le acque putride del vecchio stagno, che ben venga. Personalmente comunque non ci giurerei che il suo obiettivo sia esclusivamente elettoralistico, né che il “contegno ottocentesco”, per così dire, ovvero stare zitti sui media e decisi in campo, funzioni ancora nell’Era dei social. Già abbiamo un sarcofago alla presidenza della repubblica, pensa se avessimo anche un governo di mummie …

      Più in generale credo che si stia attraversando un passaggio cruciale nei rapporti tra quella che un tempo veniva chiamata “politica” (e adesso non si sa più cos’è) e i popoli che non capiscono più quel sistema. Ormai non c’è capo di Stato che non twitti i suoi pensieri ogni dieci minuti, non comunichi regolarmente attraverso i social, non eviti come la peste la cosiddetta stampa. Non dico che ciò sia bene o male, giudicheranno i posteri, fatto sta che le cose stanno così. L’ultimo sondaggio Ipsos (non credo che sia più vecchio di una decina di giorni) dava il 71% degli italiani a favore della linea dura di Salvini, precisando «non solo gli elettori che votano destra o Cinque Stelle, ma anche un terzo degli elettori del Pd». A rincarare la dose ha pensato qualche giorno fa il sociologo Luca Ricolfi, il quale, in qualità di responsabile della Fondazione Hume, ha firmato una lettera sul Messaggero di cui riporto una frase eloquente: “Cari politici progressisti, cari intellettuali impegnati, cari manager illuminati, cari prelati, scrittori, cantanti, professori, conduttori televisivi, giornalisti che ogni giorno vi esercitate in accorati appelli a coltivare il senso di umanità, vi siete mai chiesti perché tanti italiani non la pensano come voi?”.

      Non sarà che davvero è venuto il momento di cominciare a chiederselo? Quando i tuoi soci in affari (leggi Germania e Francia) te la fanno davanti e anche didietro, non bastano contegno e dignità, bisogna alzare la voce per far loro capire che neppure tu sei proprio fesso del tutto. Quanto poi ai no-global di terra e di mare, c’è poco da dire: vadano a fare i fuorilegge a casa loro (li blindano il giorno dopo, garantito al limone), noi abbiamo già abbastanza guai e problemi per conto nostro.

  • Siamo forti noi italiani? Cosa significa? Alla fine siamo stati bravi, non forti, nonostante tutto. Questi settant’anni non demonizziamoli. In paesi vicini a noi, Juogoslavia, Spagna. Grecia, Gran Bretagna della Thatcher, sono stati molto peggio. Quei tempi stanno arrivando anche da noi. Tempo al tempo. Siamo stufi di quello che abbiamo avuto? Attenti a non rimpiangerlo.

    • Si, Ivano, siamo stufi di quello che abbiamo avuto sulla pelle degli altri: i nostri figli, che malediranno fino alla fine dei loro giorni “il settantennio” di pace, amore, musica e spese pazze. Tanto, prima o poi, qualcuno che avrebbe saldato i conti sarebbe arrivato.

  • Rita, io le spese pazze le vedo adesso.

    • Si, certo, le vedi sui giornali che leggi.
      Com’è noto, il debito pubblico stratosferico è opera del governo giallo-verde.

  • Amici, vi leggo assai volentieri, desideroso come sono di sentire pareri di teste pensanti, dopo che la crisi di (inizio) governo si è risolta in un modo che difinirei “politicamente assurdamente, illogocamente spiazzante”!
    Unico dato certo, per me, è che Salvini Ministro dell’interno ….. non mi rappresenta affatto ed è per me altrettanto certo, peraltro, che a lui …. “non gliene potrebbe fregare de meno”!
    Senza più “partiti politici” (art. 49 della Costituzione) mi sento ….allo scoperto rispetto alle possibili (già innescate?) semplificazioni/ involuzioni del sistema repubblicano/democratico.
    L’aver assitito (in certo modo, favorito) questo tracollo da parte di chi aveva raccolto il testimone dai grandi Partiti sui quali si era creata la Repubblica che usciva dal disastro bellico, senza un sussulto di orgoglio, di responsabilità e di azione conseguente ha dato (almeno a me) il segno di quanto questa (in)civiltà dei consumi, del “virtuale”, del “masmediatico” si sia (irrimediabilmente?) allontanata dai valori alla base della nostra Costituzione Repubblicana.
    Come cittadino Italiano mi sento totalmente disarmato, privato di qualsiasi arma che mi consenta di far valere i miei diritti democratici.
    Altro ovviamente quanto attiene ai contesti per i quali la mia persona “possiede le unità misura”, contesti nei quali non solo non abdico, ma, al contrario mi sento di impegnarmi ancora di più.
    Un triste, consapevole abbraccio a (quasi) tutti…..

    • Salvini rappresenta in questo momento la maggioranza degli italiani, compresi quelli che fino ad oggi hanno votato Pd (lo dice Ipsos), un partito che ha perso nelle ultime elezioni amministrative persino la sua ultima roccaforte: la Toscana. Segno evidente che quello che esce dalle bocche degli esponenti di quel partito non è ciò che vogliono sentire gli italiani. Il sociologo Luca Ricolfi (più sopra citato) ha perfettamente ragione nel dire che non capiscono, perché questa è la pura verità: non capiscono.

      In Europa è in atto un profondo cambiamento della società, prima ancora che della politica, e di questo bisogna prendere atto. La cosa non può essere certamente risolta con giudizi di merito. In Italia quando vinceva il Berluska era colpa delle televisioni, adesso che vincono Lega e M5s è colpa di internet. Come mai non è mai colpa del Pd, al quale si è fermato l’orologio su parole d’ordine stantite e senza senso di stampo novecentesco? A chi parlano i pidini con questo linguaggio? Radical chic e nostalgici pensionati, lo sappiamo, ma oggettivamente sono un po’ pochini. Sta di fatto che a parte i numeri che continuano a dare a raffica, non hanno fatto niente di decente negli ultimi sei anni in cui hanno governato. E questo basta e avanza per mandarli a casa. Più democrazia di così, si muore.

  • Per Rita delle 07:39. Vedremo cosa farà il tuo governo giallo verde, ma niente scuse: niente del tipo “non ci lasciano governare, abbiamo l’Europa contro, non possiamo fare miracoli e altre amenità del genere. Si sono proposti come il Governo del cambiamento, vedremo. Io aspetterei a cantar vittoria. Perchè affrontare questi cambiamenti, direi epocali, e non so se dovuti alla politica italiana degli ultimi decenni, ma magari ad un’economia incontrollabile con conseguenti e inevitabili spostamenti di masse bibliche, richiede tutto tranne che quanto messo in campo. Secondo me. Tu hai scritto una volta che la mondializzazione non è gestibile “globalmente”. Vedremo ora se il “localmente”, come confermano anche le Amministrative di ieri, astensionismo a parte, sarà in grado, piccolo piccolo, di dare quelle risposte a domande molto più grandi di tutti noi. Martini ha parlato giustamente di tattiche e strategie, e mi pare d’aver capito che in campo ora c’è solo tatticismo. Solo improvvisazione, faciloneria e inganno. Ripeto, si sta affrontando il cambiamento individuando bersagli che sono solo l’anello debole della catena. Quando il Governo che difendi a spada tratta affronterà o dirà qualcosa di “economia”, magari mondiale, non protezionistica, non nazionalista, allora si potrà riparlarne. Ripeto, si deve ormai pensare in grande, non in piccolo come gli staterelli che riempivano l’Italia, per poi capire che forse un paese unito era meglio. E ti ricordo che anche prima, all’epoca dei Comuni, si erano fornate le Leghe e andando ancora più indietro, magari ripercorrendo tutta la Storia dell’uomo, quelli che si sono evoluti e sopravvissuti non sono stati quelli che han mostrato i muscoli, sono stati quelli che han saputo fare gruppo, non isolarsi nella propria tribù o clan. Quanto al debito pubblico invece anch’io sostengo che di errori in questi anni ne sono stati fatti tanti, ma complice il boom economico del dopoguerra, ad esempio, si credette di poter mandare in pensione con 14anni di lavoro. Un esempio come tanti naturalmente, del resto io ho sempre denunciato anche su questo blog che la rovina dell’Italia è stata la Democrazia cristiana, complice la Chiesa. E anche là, se ho ben inteso le parole di Martini, forse si trattò di tatticismo e basta. La strategia è lungimirante, il tatticismo è far credere in facili soluzioni immediate, magari solo a fini elettorali. Del resto la Dc non sarebbe durata così tanto se non avesse dato tanto in termini di ricompense. Ed è quello che sta facendo questo Governo, come per tanti anni ha fatto il nostro vecchio partito. In tutti i casi stare a pianger sul latte versato non serve più a niente. Questo lo lascio alla propaganda del tuo governo, anche se non ha la memoria per andare tanto indietro. Si sa, tutto è colpa degli ultimi tre governi, incostituzionali ovviamente.
    Quanto ai miei giornali sai qual è la differenza con quello che leggi tu? La differenza è che i miei giornali mi mettono di fronte alla complessità, quello che leggi tu alla semplicità.

    • Stai fantasticando. Ricompense date dal nuovo governo? Quali sarebbero? L’unico che finora ha dato ricompense è stato Renzi con gli 85 euro, i bonus agli insegnanti e alcuni altri benefit. Né, per il momento, sono uscite dalla bocca dei giallo-verdi le parole “abbiamo l’Europa contro … bla, bla, bla”. Mi sembra, anzi, che siano proprio loro quelli “contro”. Per ora solo dal Pd, dalla sua carta straccia e dai pochissimi che la leggono, vengono le note litanie “i problemi sono complessi, gli esodi sono inarrestabili, l’economia è incontrollabile”, e via dicendo. Fatto sta che tutti hanno avuto gli stessi problemi senza colare a picco, tutti hanno blindato le frontiere e noi no, l’economia europea registra piccoli segni + tranne che in Italia. Segno evidente che i cugini d’oltralpe in questi anni qualcosa hanno fatto per casa loro, nonostante non siano per nessuno rose e fiori, mentre il Belpaese è rimasto bello ma senza scarpe. I fatti per ora sono questi, il resto son chiacchiere.

      Difendo a spada tratta questo governo (l’unico possibile) fino a prova contraria. Per ora stanno facendo ciò che anch’io avrei fatto nelle stesse situazioni, quando non lo faranno più smetterò di difenderli. Non ho certo sposato alcuna causa, né sono sotto contratto con chichessia. Il mio ruolo è semplicemente quello di una cittadina e contribuente italiana che osserva e valuta come milioni di altri quel che accade.

      Se poi a te fa piacere pensare in grande, seguendo la linea tracciata dal Pd, fai pure. Sei libero di credere a ciò che ti pare. Da parte mia, continuerò a pensare in piccolo, consapevole del fatto che ormai tutti gli Stati cercano di tirare i remi in barca perché l’economia occidentale non potrà mai competere con i costi di quella asiatica. E’ la storia della mosca che osa mettersi contro l’elefante. Chi vincerà?

      Un ripassino estivo alla Storia nel frattempo non sarebbe una cattiva idea: proprio quelli che hanno mostrato i muscoli (senza andare troppo indietro, partiamo pure dalla colonizzazione dell’Eurasia da parte degli Indoeuropei) hanno finito per avere la meglio e poi costruito qualcosa.

      E finiamola anche di parlare di “motivazioni elettoralistche” e “tatticismi”. Negli ultimi 10-12gg. le bagnarole delle Ong stanno ancora sbarcando in Italia? Risposta: no. Questo è un fatto. Punto.

  • E aggiungerei, ripeto, senza entrare in polemica: prendiamo ad esempio il surriscaldamento globale e la desertificazione di tanta parte dell’Africa, e si sa che i cambiamenti climatici spostano intere popolazioni. Come risolviamo tutto questo? Rinfoltendo i nostri boschi e gli altri si arrangino? Questo è quello che succede quando non si ha una linea politica a lungo termine. Le navi Ong non stanno sbarcando in questi giorni? Non preoccuparti. Ci pensa la Marina militare. L’Aquarius ha fatto Storia? Non diciamo sciocchezze, basta vedere il pugno di mosche portato a casa ieri, o credi che il 28 le cose cambieranno? No, non cambierà un bel niente, e a lungo andare, continuando a sbagliare anche l’Europa intera, lo riconosco, vedrai cosa succederà. E se l’Italia vorrà sopravvivere dovrà soccombere per forza alla legge del più forte che in questo momento non siamo noi. Ma credo che questo ci proteggerà da sventure ben maggiori. E a questo punto un ripassino della Storia, magari solo quella del secolo scorso, fattelo tu. Chi vivrà vedrà. Io in quel futuro glorioso che tu intravedi spero proprio di non esserci più.

  • Si, Ivano: il surriscaldamento globale sposta gli africani in Italia.
    Ma per favore. Perché non vanno in Arabia Saudita, dove sono stra-ricchi?
    O in Marocco, che è anche più vicino e fa un bel +7% di Pil?

    Se questa è la tua linea politica, sappi che è fallimentare.
    Ma soprattutto: gli italiani NON LA VOGLIONO. Caspita, più chiaro di così.

    Addio. I dialoghi fra sordi sono solo una perdita di tempo.

  • Il fatto che gli italiani lo vogliano non so se è sinonimo di qualità. Anche i Turchi vogliono Erdogan, gli Ungheresi Orban, i russi Putin, gli austriaci quell’altro, gli Americani Trump, sai, quello dei bambini messicani separati dalle loro madri e messi in gabbia – ora liberati e ricongiunti – e da noi in passato lasciamo stare. E’ solo la democrazia cara Rita. Contenta tu… Comunque ti ricordo che la Lega alle Politiche ha preso il 17%. Consenso indubbiamente aumentato alle Amministrative, ma si sa come funziona il marketing. Se si è bravi si riesce anche a vendere ghiaccio agli esquimesi. E anch’io chiudo qui, per oggi. Stiamo monopolizzando il blog a grande maggioranza, e anche questo non so se sia bene. Perché non è detto, in questo caso, che gli eventuali lettori lo vogliano.

  • Sono anch’io d’accordo con te, Ivano: il problema non è tanto il consenso elettorale, ma la capacità di “risolvere i problemi” e di questo terranno conto gli elettori delle prossime elezioni politiche ed europee.
    Raccogliere consensi con certe parole d’ordine e con i toni duri è facile (basterebbe conoscere un po’ di storia), ma risolvere un problema grosso come i flussi migratori (e non c’è dubbio che ci saranno anche milioni di migranti climatici) con la chiusura dei porti o con l’arresto delle navi guidate dalle Ong è solo una ingenuità.
    Si vuole, in questo modo “europeizzare” la questione?
    A fa un piacere immenso vedere che i sovranisti “scoprono” l’importanza di una istituzione come l'”Unione europea”, ma non possiamo dimenticare che l’Unione europea non è una Madre a cui rivolgerci per avere aiuti, ma ben 28 Paesi democratici di cui alcuni hanno problemi ben maggiori dell’Italia sul fronte degli immigrati e tutti sono ossessionati dal consenso elettorale.
    La politica muscolare può produrre non la soluzione dei problemi, ma al contrario renderli più insolubili: si tratta di fare un lavorio diplomatico lungo e laborioso (lontano dai riflettori mediatici, come suggeriva in questi giorni Pietro Martini) per giungere a “un punto di equilibrio tra interessi nazionali”.
    E’ questa la “politica”, il resto è solo “campagna elettorale permanente”.

    • Piero, il problema immigrazione sarà irrisolvibile finché si arriverà al tavolo delle trattative portanti proposte che si sa già che saranno irricevibili. La posta in gioco non è il flusso non governabile, ma la messa in discussione di un modello di democrazia che si vorrebbe finita, preferendo altri modelli, senza fare nomi che ormai conoscono tutti.

  • Dal principio del piacere al principio della realtà (lo ripeto). E’ questa la sensazione che ho avuto ieri sulla base dei risultati della visita di Salvini in Libia: un conto è lanciare slogan (o anche solo dei legittimi desideri) come gli hotspot nel Nord Africa e un contro la realtà.
    Non solo la Libia non li vuole, ma non li vogliono neppure la Tunisia e l’Egitto (per la ragione opposta alla nostra: là gli elettori sono sensibili alle esigenze dei migranti e non tollererebbero dei centri di… detenzione.
    Salvini sta sperimentando la complessità del problema e lo sperimenterà ancora di più quando vorrà localizzare tali hotspot a su della Libia, laddove partono i migranti.
    Non ci sono scorciatoie: farà quello che ha fatto Minniti e si riuscirà a far qualcosa, forse, solo grazie all’Unione europea (se si dovesse… svegliare) e all’Onu.
    Altro che fermare le Ong!

  • Salvini lo sceriffo e Conte il tessitore, un ticket che arriverà a modificare il famigerato regolamento di Dublino?
    Io me l auguro: il colloquio di Conte con Macron di ieri ha spianato la strada alla soluzione del problema della Lifeline. Ha spianato cioè la strada alla piena “europeizzazione” della questione migranti” (8 i Paesi coinvolti). Ma modificare radicalmente detto regolamento darà dura, moto dura perché si tratta di mediare tra 28… sovranismi.

  • Conte auspica “un’Europa più forte e più equa”: che bello sentirlo!
    Dopo la valanga di insulti agli eurocrati non eletti da nessuno!

    • Ma gli eurocrati non c’entrano con l’Europa.
      Un conto è il “concetto” di Europa, una teoria che può essere condivisibile, altro conto è la Ue: un covo d’incapaci i cui risultati sono oggi (finalmente) sotto gli occhi di tutti.

  • Ho dato al mio post un titolo a mio avviso stimolante: Salvini l’europeista.
    Ce l’ha fatta a stanare l’Europa e a europeizzare la questione migranti (un obiettivo sacrosanto, credo condiviso dal 100% degli italiani)?
    Non lo so: Di sicuro due vittorie Salvini le ha ottenute con l’Aquarius e la nave Lifeline (in questo secondo caso è riuscito a mobilitare altri 8 partner dell’Europa).

    Sull’esito del summit di Bruxelles faccio fatica ad esprimere un giudizio: la mia prima impressione è che per ottenere dei risultati “concreti” ci vuole un lavoro lungo, paziente, diplomatico alla ricerca di relazioni (quelle utili, non con i falsi amici).
    Un lavoro che non c’è stato perché sono prevalse altre logiche (in primis la logica elettorale).

  • Per un’Europa più forte e più equa: così il premier Conte.
    Quello che vedo è che la… bomba Salvini sta facendo saltare l’Unione europea.
    In nome di un’Europa più forte e più equa? No: quando esploderanno i nazionalismi (e Salvini sta facendo di tutto per accenderli), staremo tutti peggio e in pericolo.

    Mi preoccupa, tra l’altro, il linguaggio dei due giovani arroganti: un Salvini che dichiara pubblicamente che spetta a lui chiudere i porti (il ministro dei trasporti e delle infrastrutture non ha alcuna competenza?) e un Di Maio che si permette di dire alla terza carica dello Stato che ha parlato “a titolo personale”.

    C’è di che preoccuparci.
    Molto.

  • Non preoccuparti Piero, vedrai che Rita ti tranquillizzerà.

    • Mi sembra che gli italiani non si preoccupino affatto ma siano, anzi, piuttosto tranquilli. La frase che più spesso si sente dire in giro di questi tempi e in maniera trasversale è “era ora”. Ridicola l’affermazione “Salvini sta facendo saltare l’Europa”. Caspita, quale potenza!!! Avevamo un Winston Churchill a Milano e neppure ce n’eravamo accorti. Quanto alla Ue (credo anch’io che non durerà a lungo, ma per tutt’altri motivi), che razza di associazione è un insieme di cose e persone (banche, soprattutto) che salta alla prima difficoltà? Mia nonna l’avrebbe chiamata “‘na cumpagnia dal fil da fer”, avendo più di una ragione.

      Un altro fatto che fa ben sperare è che la diffamazione non fa più presa, nemmeno se è strillata dal 90% dei media; anzi, produce l’effetto contrario.
      http://www.conflittiestrategie.it/la-caduta-dei-radical-chic-di-a-terrenzio

      A Piero che trema per l'”esplosione dei nazionalismi”, perché “poi staremo tutti peggio” (?!) mi permetto di consigliare la lettura del bel saggio di Giuseppe Valditara, “Sovranismo. Una speranza per la democrazia“, pubblicato da Book Time, prefazione di Thomas Williams e postfazione di Marcello Foa. Il problema non è europeo ma mondiale e le sue radici stanno tutte marcendo nella pancia della cattiva finanza che per anni ha tenuto in pugno gli Stati, mortificando i popoli. Stanotte la prima frase del neo-presidente messicano Obrador, che si autodefinisce un populista di sinistra, è stata: “saremo un Paese libero e sovrano”. Libero e sovrano.

      Pretestuosa anche l’affermazione “Salvini che dichiara pubblicamente che spetta a lui chiudere i porti”, come se non sapessimo tutti perfettamente che Toninelli non è d’accordo ma è più che d’accordo, mentre Di Maio non perde occasione per ribadirlo (Fico è sempre stato la mina vagante del M5s, avrebbe dovuto dimettersi subito, quando l’hanno beccato con colf e tuttofare che lavoravano in nero, davvero un bell’esempio per la terza carica dello Stato). Proprio Di Maio l’anno scorso, in tempi non sospetti, aveva sollevato il velo sulle Ong, con il Pd che lo infamava, non è che ce lo siamo dimenticato.

      So di essere in buonissima compagnia mentre osservo, giorno dopo giorno, gli sforzi immani che pidini & sodali (media) stanno facendo per dividere Lega e M5s. Forse parlano poco con le persone normali (la vile plebaglia) e non sentono la seconda frase che sempre più spesso si sente dire in giro di questi tempi e in maniera trasversale: “se li hanno tutti contro, vuol dire che stanno smontando il sistema”. Per sapere se la “saggezza popolare” c’ha visto giusto oppure no, non ci resta che attendere.

  • Non mi interessa, Rita, quello che fa il Pd (è l’ultimo mio pensiero). e non vedo che tutti ce l’abbiano col governo Salvini (tu stesso, dici, che sta interpretando un sentimento diffuso degli italiani), considerati consensi crescenti (di questo passo alle europee supererà i gran lunga la soglia del 40% raggiunta da Renzi nella sua stagione d’oro).
    Salvini non è un Winston Churchill, ma è considerato dai Paesi governati dai cosiddetti populisti e dagli stessi partiti populisti non al potere come un punto di riferimento per tutta l’Europa (vedi, tra l’altro, l’intervista rilasciata a Libero da Marine Le Pen), una sorta di leva che farà saltare l’Europa dei mercanti (ma che a Salvini e Di Maio serve, visto che per mantenere le promesse elettorali, devono rivolgersi a Bruxelles).

    • Non vedi che tutti ce l’abbiano col governo? Sei l’unico, Piero.
      Ovvio che il “tutti” non è riferito ai cittadini, che sembrano più che soddisfatti vista la crescita costante dei consensi, ma agli sconfitti: minoranze e media sodali. Mi sembra di averlo precisato, forse non mi sono spiegata.

      L’Europa salterà, Piero, questo sembrerebbe a tutti evidente, a meno di un miracolo. Ma non ci sarà bisogno di nessuna “leva”, né sarà colpa dei tanti Salvini che crescono come funghi, ci ha già pensato la masnada di inetti che fin qui l’ha gestita. Chiuso per cessata attività.

  • Confesso di essere preoccupatissimo (e non ho pregiudizi: finora ho seguito con interesse e curiosità le misure muscolari di Salvini perché volevo vedere se sarebbero servite a “europeizzare” la questione migranti):, come non ho pregiudizi a proposito delle promesse elettorali):
    L’UNIONE EUROPEA E’ NATA DA UNA IDEA FORTE DI TRE INTELLETTUALI ITALIANI CONTRO-CORRENTE SULL’ISOLA DI VENTOTENE.
    L’ITALIA E’ STATA UNO DEI SEI PAESI FONDATORI DI TALE UNIONE.
    ORA, HO L’IMPRESSIONE CHE SARA’ DETERMINANTE NEL DISTRUGGERLA.

    • Mi rivolgo al filosofo Piero Carelli. L’ordine naturale delle cose, di origine sovra-umana e trascendente, impone che sia la Morale a comandare la Politica, la quale comanda l’Economia, che infine comanda la Finanza. L’Unione (?) Europea ha esattamente rovesciato questo ordine, mostrando la sua natura essenzialmente anti-umana, quindi diabolica. I tre ingenui (voglio essere educato) di Ventotene non avevano la minima idea di come si fossero messi al servizio di forze oscure.

    • Quando si dice “l’efficacia di poche parole mirate”.
      Perfetto, Bruno, bersaglio centrato.

  • Signor Cordani, circola in rete una foto, anzi due, atta a buttare fango sui così detti buonisti che raccolgono i naufraghi. La foto, anzi due, rappresenta un bimbo morto raccolto in non so in quali acque. L’anonimo postatore vuole dimostrare che il bimbo morto, che poi è un bambolotto, non esiste e che l’immagine è stata montata ad arte con un montaggio. Anche quelli di Repubblica ci sono cascati, per poi ricredersi. Non c’entravano nulla i soccorritori delle Ong, ma solo era solo l’opera, ripeto anonima, di un irresponsabile o gruppo di criminali, appartenenti purtroppo alla categoria dei sovra-umani o trascendenti che Lei porta in palmo di mano che senza pudore alcuno gettano discredito su alcuni solo all’insegna della propaganda più aggressiva. Con tutti i creduloni che in rete hanno aderito senza porsi nessuna domanda. E che allo svelamento della bufala avevano già cambiato sito. Tanto per non correre il rischio di farsi qualche domanda in più. Vale anche per Rita che propaganda che i morti in mare sono tutti delle bufale. Se proprio abbiamo abbandonato il sovra-umano o il trascendente almeno si conservi quel poco di umano rimasto, anche nella sfrontataggine o slealtà politica.

    • Ivano nessuno ha detto “solo” le Ong bensì “anche” le Ong.
      In tanti lavorano a questo progetto, che sennò non sarebbe andato (finora) così a gonfie vele.

  • Signor Cordani, analizzando bene il Suo ultimo commento, e fuori riga, ma non so se ho capito bene: Salvini sovra-umano e trascendente? Forse per il rosario in mano?

  • Caro Bruno, tu puoi sfasciare l’Europa della finanza, dei poteri forti, ma poi la devi ricostruire da zero, partire non da… modelli di Stato, ma di Stati in carne ed ossa che sono, al di là dei riferimenti culturali sbandierati, sovranisti come il governo Salvini, il governo Orban…, tutti cioè ossessionati dalla ricerca del consenso e oggi il consenso tira in questa direzione.
    L’Unione di oggi altro non è che il frutto di una estenuante e lunga (durata decine di anni) mediazione tra “interessi” degli Stati e tutte le decisioni europee rispecchiano i rapporti di forza che man mano si sono formati.
    Se volessimo ripartire da zero, ci troveremmo di fronte alla stessa esigenza di… mediare, come ha fatto il governo italiano nell’ultimo vertice di Bruxelles e la mediazione non avviene su “valori”, ma sugli “interessi nazionali”.
    Solo che ciascuno ha bisogno degli altri: anche gli Stati più sovranisti ora stanno godendo dei generosi fondi europei.
    Lo stesso governo italiano in questi giorni non ha fatto altro che “europeizzare” la questione migranti e ha già dichiarato di rivolgersi a Bruxelles per poter finanziare le promesse elettorali.

    • Se volessimo ripartire da zero, Piero, ci sarebbe una Germania politicamente traballante con un’economia non più tanto florida. Tutta un’altra storia. Quanto poi ai “generosi fondi europei”, ricordo che l’Italia (secondo i dati della Ragioneria Generale dello Stato) complessivamente in questi anni ha versato all’Europa 230 miliardi e 675 milioni di euro e ha incassato 162 miliardi e 330. Lasciando perdere i dicktat che ci hanno piegato in due. Vedi tu.

    • Piero, mi devo rassegnare: tu proprio non capisci quello che ti scrivo, ma siccome sei una persona educata ritieni che il bon-ton ti imponga di rispondermi qualcosa, qualunque cosa, anche se c’entra come i cavoli a merenda. Forse è meglio se lasciamo perdere.

  • Per Rita di ieri alle 16:55. I soldi che non ci vengono restituiti sono dati a Orban. Ripeto: europeisti nel chiedere, sovranisti per ricevere. Ma se non si vuol vedere…Come i soldi della Lega ( 48 milioni di euro finiti pare, in parte, in Lussemburgo, vi rendete conto di quanti sono?), investiti non in Italia, ma all’estero. Pare. Fino a giudicato ovviamente. Continuo ad essere garantista nonostante tutto.

  • Ci sforziamo tutti, Bruno, di capirci e confrontarci non può che essere salutare per tutti perché conoscere le ragioni degli altri ci può aiutare meglio i problemi.
    Io non sto difendendo lo status quo dell’Unione europea (quando mai l’ho fatto?): che l’Europa abbia bisogno di una riforma profonda è una esigenza comune. Il problema però è un altro: come realizzare questa profonda riforma a partire da interessi spesso contrapposti (anche tra i cosiddetti populisti)?
    Si punta a un nuovo equilibrio nel parlamento europeo e nella Commissione europea? Va bene tutto, ma ciascuno dei Partner lo vuole a misura degli interessi nazionali.
    Ed è quello che è sempre stato fatto: l’Unione non è mai stata un matrimonio di amore, ma un matrimonio di interessi.
    Di sicuro l’arte della politica dovrebbe mirare a un punto di equilibrio equo tra interessi nazionali e questo non sempre è stato realizzato, in modo particolare dopo l’introduzione della moneta unica.

    Già trovare un punto di equilibrio equo che esalti i benefici dello “stare insieme” e attenui il più possibile gli effetti negativi di questo stare insieme.
    Un gioco di equilibrio politico: tutto qui, ma è un’impresa gigantesca!

  • I contributi finanziari degli Stati membri al bilancio dell’UE vengono ripartiti equamente, in base alle rispettive possibilità: più grande l’economia del paese, maggiore il suo contributo, e viceversa. Ne consegue che i principali finanziatori della Ue sono attualmente Germania, Italia e Francia. L’italiano medio ogni anno “dona” 234,9 Euro alla Ue a fronte di un contributo pro capite di 203,6 Euro. Siamo in credito!!! Da parte sua l’Ungheria versa meno di un miliardo e ne riceve quasi 6, ma qui bisognerebbe rivolgersi ai geni della finanza che hanno scritto le regole, mica sarà colpa di Orban. Quasi tutti gli Stati europei, fatta eccezione per i tre che ho detto, portano a casa più di quello che versano. Se poi il discorso mainstream è quello: visto che ti prendi i soldi, prenditi pure gli africani, siamo completamente fuori strada ragazzi miei. Gli africani non devono arrivare, come infatti non stanno arrivando, punto e basta. Cos’è, carne da macello? Un tanto al chilo?

    Certo che la tua fazione politica, Ivano, deve essere proprio ridotta alla canna del gas se s’attacca persino ai presunti 48 mld. della vecchia Lega Nord (di cui contabilizzati 300 milioni, gli altri immaginati e mai trovati) nel disperato tentativo di screditare la Lega di Salvini che neppure esisteva all’epoca dei fatti. Proprio ieri sera ho sentito uno spezzone d’intervista a Salvini su La7 in cui il leader verde, incalzato dalla coppia di matricole fuori corso Parenzo & Telese, rispondeva “portateci via anche le mutande, se volete, ma comunque non riuscirete a fermarci”. Mi domando e dico se i giustizieri della notte si rendono o conto, o no, che portando avanti certe campagne denigratorie fanno alla fine il gioco dell’avversario, che diventa automaticamente una vittima del Sistema. Qui i casi sono due: o certi funzionari pubblici farebbero bene a cambiare mestiere, oppure la propaganda è studiata proprio per accrescere il consenso. Un dubbio, viene.

  • Bene, gli africani non stanno arrivando? Ce ne siamo accorti tutti, dai tempi di Minniti. A questo punto il ruolo di Salvini si esaurisce qui. Che poi il consenso sia aumentato è fuori discussione, ma per alimentarlo ulteriormente cosa si inventerà? O intende (il Governo) andare avanti a contratto alterno, come sta avvenendo suonando un giorno sì e uno no campane dissonanti? Anche se fino ad ora non han fatto niente . Due mesi di governo sono pochi? E’ vero, ma in agenda di carne al fuoco ce n’è molta, e quando vi metteranno mano un accordo sul contratto dovranno pur farlo. E a quel punto staremo a vedere. Quanto ai soldi della Lega che Salvini non avrebbe mai usato andiamoci piano. Nel dopo Bossi di soldi ne sono stati amministrati parecchi, sia da Maroni che da Salvini. Staremo a vedere anche qui. Quanto al consenso poi non ritorniamo ai soliti discorsi. Per te il numero è qualità (il famoso populismo), per me non sempre.

  • Bene, gli africani non stanno arrivando? Ce ne siamo accorti tutti, dai tempi di Minniti. A questo punto il ruolo di Salvini si esaurisce qui. Che poi il consenso sia aumentato è fuori discussione, ma per alimentarlo ulteriormente cosa si inventerà? O intende (il Governo) andare avanti a contratto alterno, come sta avvenendo suonando un giorno sì e uno no campane dissonanti? Anche se fino ad ora non han fatto niente . Due mesi di governo sono pochi? E’ vero, ma in agenda di carne al fuoco ce n’è molta, e quando vi metteranno mano un accordo sul contratto dovranno pur farlo. E a quel punto staremo a vedere. Quanto ai soldi della Lega che Salvini non avrebbe mai usato andiamoci piano. Nel dopo Bossi di soldi ne sono stati amministrati parecchi, sia da Maroni che da Salvini. Staremo a vedere anche qui. Quanto al consenso poi non ritorniamo ai soliti discorsi. Per te il numero è qualità (il famoso populismo), per me non sempre.

    • Premesso che l’attuale governo ha giurato il 1° giugno e perciò è in carica da un mese, sotto la “gestione Salvini” gli sbarchi sono stati di poche centinaia di individui a fronte degli oltre 10mila dello stesso periodo della “gestione Minniti” dell’anno scorso. C’é una bella differenza. La grande disgrazia di Minniti è stata quella di doversi rapportare con un integralista invasato come Graziano Delrio, altrimenti avrebbe potuto fare di più e meglio. Ma è andata così. Per fortuna Salvini e il soresinese Toninelli stanno invece lavorando in perfetta sinergia, e i risultati si vedono. Nel complesso direi che il ruolo di Salvini comincia adesso, altro che “finisce qui”, dato che dopo aver chiuso il rubinetto bisognerà svuotare la vasca, ovvero procedere ai rimpatri che tutti ci auguriamo sempre più veloci e numerosi. Non vediamo l’ora di riappropriarci delle nostre città, dei nostri giardinetti, delle nostre stazioni.

      Conviene a te, Ivano, andarci piano con “i soldi della Lega che Salvini non avrebbe mai usato”. Il Ministro degli Interni ieri è stato chiarissimo: querele a tappeto a chiunque osi insinuare che l’attuale dirigenza della Lega ha mai visto un euro dei soldi ciulati da Belsito. Ai tempi, infatti, la Lega si dichiarò “parte lesa”. Quel poveraccio di Bossi, due ictus e un infarto nel giro di pochi mesi, è stato evidentemente raggirato. In primis, da sua moglie.

  • Rita, starò più attento. In tutti i casi sai quante querele minacciate sono cadute nel nulla? Chissà perché. E in quanto a te mi chiedo come per ora tu non abbia ancora avuto denuncie. E il blog di conseguenza.

    • Denunce!

    • Puoi farlo tu, Ivano, se ravvisi un reato. Se congratularsi con l’operato di un governo legalmente eletto dai cittadini è condannabile, lo è il governo stesso. Tanti auguri per la tua crociata, torna vincitore.

  • Basta, lo vado a dire a mio papà. È ora di finirla con questo maledetto strapotere della Magistratura. Basta processi politici. Che ci lascino lavorare.

    • Fuor di battuta: Salvini dichiara che la sentenza del Cassazione è un duro attacco alla Democrazia e chiede l’intervento del Capo dello Stato. Allo stesso tempo non si rende conto che anche la sua richiesta di aiuto, che Costituzionalmente non potrà esserci, lo è. Perché la divisione dei poteri, di rivoluzionaria memoria, ha garantito proprio quegli equilibri che purtroppo, quasi sempre, la Politica in difficoltà ha cercato di scardinare. Questo non è mai un buon segno. Sbagliatissimo dire: io sono democratico, gli altri no. In modo particolare quando non ci sono in ballo liti di condominio, ma ben altre responsabilità. Se Salvini vuol essere democratico, ma non lo è, accetti, per poi difendersi, come fanno i comuni cittadini, che uno Stato di diritto ha le sue regole. La legge è uguale per tutti.

  • ….. “la legge è uguale per tutti”, dai Ivano, non spariamole grosse! Si, d’accorde campeggia la scritta in tutti i tribunali, ma poi …. c’è uguaglianza e uguaglianza !!!!

    • Allora cambiamo il motto. LA LEGGE DOVREBBE ESSERE UGUALE PER TUTTI. Potenti e non. Comunque hai ragione. Il tuo appunto è così ovvio da essere incontestabile.

  • Di più Francesco. Proprio su queste pagine due o tre anni fa avevo proposto questo di motto: “Non esistono fatti, ma solo interpretazioni”. Nietzsche docet. E a questo punto il beneficio del dubbio varrebbe anche per la Lega.

  • La legge è uguale per gli altri.

  • Una buona idea di Salvini: incrementare le risorse per i rimpatri volontari.
    E’ la strategia che stanno seguendo tutti i governi europei coinvolti dal fenomeno, dopo avere constatato che i rimpari forzati sono difficili senza gli accordi con i Paesi di origine.

    L’idea in sé, ripeto, mi pare buona: discutibile, invece, la scelta di prelevare le risorse in più dal fondo migranti.
    Con questo non voglio dire che non si possano colpire gli sprechi (se vengono accertati): ciò che conta è che i diritti umani vengano rispettati.

  • Leggo che Il Nord Est ha bisogno di immigrati regolari perché numerosi sono gli imprenditori (che votano Lega) che hanno bisogno di assumere ma non trovano… nazionali.
    Una idea: perché non sottoporre ai migranti “non rifugiati” l’alternativa tra rimpatri volontari (con incentivi economici che Salvini vuole aumentare) e regolari contratti con le aziende del Nord Est?

    Mi pare un’idea di “buon senso” (quel buon senso che Salvini rivendica come prerogativa del suo governo).

  • Leggo che in certe regioni del Sud non si trovano lavoratori stagionali perché tutti i disoccupati si aspettano il… reddito di cittadinanza.
    Non mi pare – se fosse vera – una buona notizia non solo per il governo, ma per tutti gli italiani.
    Per Salvini, poi, credo sarebbe una pessima notizia.

    • Piero hai un futuro come addetto all’ufficio di collocamento.
      Chissà perché le agenzie preposte non trovano mai niente … non saranno capaci di cercare.
      Così come i 10milioni di poveri assoluti in Italia, che non trovano niente di niente.

      Meno male che adesso ci sarà la revisione del collocamento, e la fine dei numeri pazzi.

    • Cosa ti aspettavi Piero? Stare a casa a fare un c…. é sempre meglio che raccogliere pomodori a due euro a cassetta, non credi? Quello lasciamolo fare ai nuovi schiavi, di cui ci lamenta. E poi mafia, ndrangheta e raket vari come camperebbero? Non c’è niente da fare, i Grillini sono stati dei geni.

    • Il discorso ovviamente è pretestuoso perché non c’è alcun reddito di cittadinanza in Italia, se non nelle chiacchiere dei politicanti. Se comunque un giorno tale desiderio dovesse concretizzarsi (fantascienza) a percepirlo ci sarebbero anche “i nuovi schiavi, di cui ci si lamenta” (gli unici a non lamentarsi sono i loro sfruttatori e il Pd insieme alla sola cosa rossa che gli è rimasta: la maglietta) in quanto titolari di permesso di soggiorno cosiddetto “umanitario”. Una bestiata tutta italiana, visto che si tratta di migranti economici e l’umanitarietà c’entra un fico secco. A quel punto, si, che l’Africa potrebbe decidere di trasferirsi in Italia. Passando, ovviamente, sul corpo di Salvini.

  • Indubbiamente il reddito di cittadinanza non ci sarà, ma ti ricordo che i Grillini sono al governo solo per quello, come ti ricordo che Salvini c’è solo per i migranti che non riuscirà mai a cacciare.

  • Del resto in Italia si preferisce attaccare Saviano piuttosto che contrastare ciò che lui denuncia.

  • Tra cinque anni M5s rendera’ conto ai suoi elettori, non e’ certo un problema di cui discutere adesso. Cosi’ come Salvini, che sul fronte immigrazione selvaggia si sta muovendo bene, speriamo che non si fermi. Mentre Saviano non si sa chi cacchio sia. Uno scrittore? Scriva, allora. Se invece vuole fare il politico si candidi, e poi vedremo se verra’ votato.

  • Rita, allora candidati anche tu, poi vedremo se verrai votata. Perché non è che se uno parla di politica poi si deve anche candidare. Sai che liste! A ognuno il suo mestiere. Saviano come scrittore forse se la cava, tanti politici non so. Anzi, lo so.

    • Non capisco che logica segui, Ivano. Come la stragrande maggioranza degli italiani, io non carico quotidianamente su you tube i miei sproloqui politici tesi a denigrare il governo in carica, come invece fa Saviano, non si sa bene a quale titolo. Un conto è esprimere un parere sull’argomento del giorno, come facciamo anche noi in questa piazza, tutt’altra storia è pontificare da un pulpito virtuale prediche non richieste.

      A ognuno il suo mestiere, come giustamente dici anche tu. Saviano faccia lo scrittore, se è capace di farlo, altrimenti faccia qualcos’altro. Di sicuro, il lavoro del politico non gli si addice; è sufficiente collegarsi a uno dei mille filmati che ha postato in rete per rendersene conto.

      Giornalisti, fotografi, vignettisti, cuochi, attori, cantanti, professori, presentatori televisivi, calciatori e nullisti a vario titolo: ormai sono diventati tutti politologi. Ma che vadano a lavorare!

  • Ma come Rita, io non capisco la tua logica. Una populista come te che vorrebbe silenziare tutti? Chi sarebbe allora titolato a parlare di politica? Cremascolta o altri blog non sono la stessa cosa?Quanto alle prediche non richieste anche per noi è uguale. Chi c’è le chiede?

    • Vabbé, basta, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
      Questo non è un confronto, ma una perdita di tempo.

  • Rita, se proprio vuoi l’ultima parola te la vedo.

    • Saviano è un caccia balle vedi l’ultima sui costi dell’accoglienza.
      Sostiene che a noi non costa niente. Buonisti perditempo e ricchi, molto ricchi.
      Penso che a casa loro non ospiterebbero nessun povero cristo di qualsiasi colore.
      A casa loro no ma a casa nostra si.

  • Rita e Romano, avete ovviamente ragione ma il punto è che avete “troppo” ragione. Come è possibile infatti che persone non dico intelligenti ma soltanto normo-dotate perseverino nel ripetere certe stupidaggini? Costoro, indifferenti ad ogni obiezione, continuano a reiterare le solite due ideuzze che ormai la maggioranza degli italiani ha dimostrato chiaramente di apprezzare come le emorroidi. Come è possibile ad esempio che un tizio sia convinto di poter cambiare l’opinione pubblica in fatto di immigrazione indossando, insieme ad altri quattro sciamannati, una maglietta rossa? E che degli pseudo-giornalisti lo prendano sul serio, dedicandogli spazio sui giornali? Mi sembra impossibile che chi finanzia queste idiozie ci creda veramente. Forse è in atto una manipolazione più sottile e profonda di quanto pensiamo.

  • Ho letto la lettera di Savona, Rita e ti ringrazio di avere segnalato il link), ma non vedo nulla di anomalo dal mio punto di vista.
    La mia idea è perfettamente in linea con quanto dice da anni Salvini: sì a immigrati regolari che stipulano contratti di lavoro che i connazionali non vogliono. E’ quanto accade pressoché in tutte le nazioni.
    Il leghista Maroni non ha avuto problemi a “regolarizzare” quasi 600.000 clandestini. Non vedo, quindi, che cosa ci sia di strano consentire a degli irregolari che si trovano in Italia – se naturalmente idonei a svolgere il lavoro richiesto, a regolarizzarsi con con contratto di lavoro.

    (Personalmente, non mi sono assolutamente riferito al discorso di Boeri)

    • No, Piero, non è affatto ciò che accade in tutte le nazioni: NESSUNO al mondo ha sul suo territorio 650mila clandestini che non lavorano, non pagano le tasse, non versano contributi all’erario ma in compenso vengono mantenuti dallo Stato e accedono al wellfare, sanità in prima linea. Se ti risulta che in qualche Stato del mondo esista un’anomalia del genere (generata dalla dabbenaggine del Pd), ti prego di segnalarlo.

      All’epoca di Maroni – posso dirlo con cognizione di causa poiché ai tempi la materia migratoria era di mia competenza – gli stranieri “entravano dall’estero” su esplicito “invito” di un datore di lavoro, non erano già bighellonanti sul territorio italiano, e l’ingresso era subordinato a un contratto di lavoro preventivamente firmato e registrato. Altrimenti, nisba. Senza contare che Maroni è stato ministro dell’Interno prima del diluvio, ovvero prima del cataclisma Monti-Fornero. C’era un altro mondo, allora. Il paragone con la situazione attuale dunque, tanto caro al Pd, è completamente fuori luogo.

      L’Italia di oggi non ha affatto bisogno di forza lavoro; casomai, di schiavi per ‘ndrangheta e camorra. Sarà meglio che il lavoro lo trovi a milioni di disoccupati, prima che sia troppo tardi.

  • Una vera e propria provocazione sarà suonato a Salvini e ai salviniani d’Italia l’editoriale di oggi del Corriere della Sera di Ernesto Galli della Loggia (uno studioso/saggista tutt’altro che… comunista) laddove scrive che per salvare l’Italia – considerato il pauroso calo demografico – occorre importare 10-15 milioni di immigrati.
    Lo storico sa bene quanto sia provocatoria la sua proposta, ma dice che “alla fine la realtà s’imporrà […]. Non sarà più possibile nascondere la testa sotto la sabbia, come molti oggi sono tentati di fare”.
    La sfida da affrontare sarà grande: “come fare a trasformare 10-15 milioni di immigrati in nuovi cittadini italiani? Come fare a trasferire loro il patrimonio della nostra storia, della nostra tradizione, dei nostri valori, ma combinando creativamente tutto ciò, com’è necessario, con i patrimoni altrui”?”

    L’alternativa?
    “L’alternativa a scadenza più o meno ravvicinata – non più di mezzo secolo – è la virtuale scomparsa del nostro Paese.
    Per evitarla bisogna pensare di costruire concittadini di un’origine diversa da quella dei ‘nativi'” e realizzare quindi “una nuova identità nazionale”.

    Si tratta di una sfida che l’intellettuale in questione affida ai giovani che hanno oggi vent’anni.
    “Un compito affascinante, ma enorme”!

    • In mondo è pieno d’invasati, Piero, lasciamoli parlare. O meglio, scrivere.
      Galli della Loggia è stato, e probabilmente è tuttora, un renziano della prima ora. Senza contare che il caldo estivo gioca brutti scherzi. E’ una fortuna per noi cittadini che questi ex-sessantottini siano ormai fuori gioco dal punto di vista politico-amministrativo. C’è bisogno di aria nuova.

    • “Chisto è pazzo . . . chisto è pazzo . . . nun me scassate o’ cazzo”.

    • Piero, ma la domanda che mi sorge spontanea in questo Luglio 2018 è : ma ce l’abbiamo una identità nazionale qui nel “buffo stivale”???
      Fatico assai a darmi una risposta!
      Chi siamo?
      Quelli che …Vanna Marchi?
      Quelli che ….gli enne social dove tutti si parlano/straparlano/urlano addosso (in cremasco verace: “chi usa pùsè la aca le soa”)?
      Quelli che …Fazio FFabbio con la Litizzetto e compagnia cantante?
      Quelli che dopo due mesi dal voto (secondo una legge elettorale che ….sappiamo bene come ci si è arrivati!) mettono assieme due “movimenti” che in campagna elettorale si dichiaravano agli antipodi, fanno un “contratto” , tirano fuori un illustre sconosciuto come Presidente del Consiglio e ….”governano”?
      Quelli che ….”il duce è dentro di noi” (cfr. EJ “quelli che”)
      Quelli che …..a mia insaputa?
      Quelli che alla domenica vanno in chiesa (meglio se “messalta”) a “timbrare” sacralmente/ritualmente per certi valori, dei quali poi si dimenticano letteralmente durante la settimana?
      Quelli che “comperiamo Ronaldo” per una tombola di soldi che chiunque in una vita di lavoro non …..riesce nemmeno a immaginare come siano fatti, che così vinciamo la “champiooooon”!
      Quelli che l’Alitalia: bad company / new Company e Company bella, tanto paga pantalone?
      Quelli che ….il gratta e vinci?
      ……ai dura terra / perchè non ti apristi!!!!!

  • Nel mio Istituto, nelle due sezioni della Scuola dell’infanzia, statale, il 75% dei bambini è di genitori stranieri. E a questo punto si ricomincia a parlare di identità, tema che ritorna dibattutissimo su questo blog. Per dire che non c’è niente di più fluido dell’identità occidentale, o di un popolo in genere, che poi non è nient’altro che il cammino della Storia. Che riserva sempre delle sorprese. Difficile scriverla prima che avvenga.

  • Che poi è anche il problema di questo Governo: Salvini dispone, la Ministra Trenta smentisce, e quel poverino di ToninellI, che pur di stare dov’è si accontenta di far da Eco al sovranista. Come stanno lavorando bene.

  • Non mi pare che faccia così caldo.

  • Non tocca me fare le difese di Galli della Loggia. A me interessava solo sottoporre una riflessione.
    E del resto, l’editorialista del Corriere (bisogna leggere l’editoriale per intero), la sottopone anche lui alla opinione pubblica.
    Non si tratta di un compito di oggi (in una situazione del genere, tanto più in questo clima politico, è improponibile: non è un caso che io abbia parlato di provocazione).
    Si tratta di un compito che, secondo l’autore, dovrà affrontare la generazione che oggi ha vent’anni, stante sempre il calo demografico presente in Italia.
    Galli della Loggia non parla di migranti che arrivano oggi dall’Africa e dal Medio Oriente, nonché dall’Asia): dice solo che toccherà alla nuova generazione dei ventenni che dovrà decidere, magari selezionando gli immigrati sia per provenienza che per cultura.

    Se invece, improvvisamente, i nostri giovani torneranno a fare figli, almeno quanto i francesi, la prospettiva, nella logica dell’autore, cambierebbe radicalmente.

  • La ministra Quindici afferma che il termine “respingere” è brutto. Confesso che a prima lettura sono rimasto molto colpito dall’acutezza e profondità di questa argomentazione, tanto da indurmi quasi a recedere dai miei convincimenti anti-immigrazione. Poi però ho pensato che anche il termine “merda” è brutto, ma se non la si fa . . .

    • Noto anch’io, in effetti, che i ministri pentastellati si auto-sputtanano ogniqualvolta aprono bocca. Gli italiani, che scemi non sono, già li hanno penalizzati alle ultime elezioni amministrative, ma se per assurdo dovessimo andare a votare domani mattina tra i due soci di governo il valore contrattuale verrebbe completamente ribaltato: chi ha preso il 30% prenderebbe il 17%, e viceversa. Quando si dice che il silenzio è d’oro …… si dice il vero.

  • Vedo – per stare in sintonia col tema del post – che l’obiettivo di “più Europa” viene ogni giorno sottolineato da membri del governo, non solo da Salvini (Di Maio giocherà tutte le carte per coprire le promesse elettorali sul tavolo dell’Europa: non andrà con cappello in mano, ma per battere i pugni!

    Vediamo oggi, dopo il vertice di austriaco dei ministri degli interni, se la somma di diversi sovranismi riuscirà a rendere a “europeizzare” maggiormente il problema migranti.
    Ho qualche timore, tuttavia: sui movimenti cosiddetti secondari avremo probabilmente tutto da perdere, considerati gli atteggiamenti del governo viennese e di Seehofer.

    Perché i sovranismi possano far fare un passo verso “più Europa”, ci vorrà molto “dialogo” (ognuno dovrà ascoltare le ragioni degli altri), ma questo sarà difficile se ciascuno ragionerà per se stesso.

    • Non ce lo vedo proprio Di Maio che picchia i pugni sul tavolo. In fondo il ragazzo è un mite, sta cercando di dare un colpo al cerchio e uno alla botte gettando acqua sul fuoco del rebelot di idee e opinioni di cui ribolle il suo partito. Non so se ci riuscirà, la vedo dura.

      Europeizzare il problema migranti significa blindare i confini sud, oltre che quelli nord. Vuol dire accorgersi che se il vicino di casa (l’Italia) è nelle canne, nemmeno tu puoi stare bene. Quanto ai movimenti secondari, sono appunto un problema … “secondario”: solo su base volontaria il paese “ricevente” si riprende indietro gli indesiderati, e l’Italia ha già detto no. Se non arriva il Fico di turno a dire la sua, saremmo quasi a posto.

  • Un plauso a Salvini: con le sue prese di posizione forti, per la terza volta, sta “europeizzando” (anche se a fatica e anche se solo con i partner “volenterosi”) la questione dei migranti.

    Ci vuole ora un salto di qualità (oltre gli atti di forza): lavorare con la diplomazia (necessariamente faticosa) per riscrivere gli accordi di Dublino.

  • Fa notizia Salvini, ma non fa assolutamente notizia il lavoro che sta facendo da tempo l’Unione europea (vedi l’intervista rilasciata ieri dal presidente del parlamento italiano, Tajani) “a monte” (non a valle), per “fermare” il flusso di migranti che dal Niger vanno in Libia.
    La questione migranti è da tempo una “questione europea”.
    Non vi è dubbio che il lavoro a valle è importante, ma ancora di più lo è quello che “silenziosamente” fa l’Europa a monte, investendo, naturalmente, miliardi “europei”

    • ….ma certo Piero che il lavoro importante, quello risolutivo è da fare “a monte”!
      E mi va solo bene che il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, finalmente si esprima con chiarezza sul tema “chiave” che solo può portare ad affrontare come si deve, a risolvere la tragedia della “nuova shoa”, del nuovo olocausto dall’Africa: “…. Applicare il ‘modello Niger’ anche agli altri Paesi del Sahel per bloccare la migrazione illegale e aiutare lo sviluppo economico e la sicurezza della regione, che vanno di pari passo. Niger, Chad, Burkina Faso, Mali e Mauritania sono anche chiave della soluzione alla crisi libica, su cui il Parlamento europeo organizzerà una Conferenza il 10 ottobre a Bruxelles….”.
      E finalmente, dico io!!!!
      Solo così si tagliano le gambe alle mafie, alle organizzazioni criminali, ai “trafficanti armati” di vite umane che con l’inganno, con il ricatto, con la violenza convincono/costringono (altro che “migranti economici”!) a partire dalle loro terre esseri umani, che diventano subito dopo loro ostaggi con la sola prospettiva di essere comunque spogliati di tutto (prima di tutto della loro dignità di persone), violentati nell’anima e nel corpo, e molto spesso perdere la vita, ridotti come sono a “carburante” di un osceno business del quale per troppo tempo l’Europa, noi Italiani abbiamo accettato di essere coinvolti, come terminali (fino a che punto?) incoscienti!
      Non solo ma nache noi “italiani brava gente” ci abbiamo messo …..del nostro “facendo la cresta”, distraendo fondi, con centri di accoglienza che assai spesso facevano tutt’altro che accoglienza, con il solo scopo di ingrassare i soliti “furbi”!!!
      Io “non amo” Salvini, l’ho affermato più di una volta, ma credo che su questa partita gli vada riconosciuto il merito di aver “messo i piedi nel piatto”, costringendo ad affrontare un problema che troppe ipocrisie (sporcamente interessate) tenevano “sotto tono (magari velandolo di “buoni sentimenti”) , di fatto connivendo con il “business” del malaffare.
      Le vite si salvano comunque, sia chiaro, ma operando convintamente, coscientemente “a monte” per bloccare il perfido, inumano, rivoltante business!

  • È il solito problema, si trasferisce. È nato prima l’uovo o la gallina? È nato prima il business dei trafficanti o il bisogno di migrare? O si sposta il bersaglio per lavarsi la coscienza? Che indubbiamente ci siano affari colossali intorno alla migrazione e all’accoglienza è un dato di fatto, ma qui la questione non sono i migranti, siamo noi, e le forme di controllo che non ci sono state. Ma allo stesso tempo colpire i trafficanti significa anche colpire chi scappa e non ha altra scelta. Problema di coscienza non da ridere.

  • Come non mi è piaciuta l’indignazione di Gino Strada per il clamore e partecipazione alla vicenda dei ragazzini salvati in Thailandia contro i migranti non salvati in mare. Quel pro domo sua mi è sembrato molto cinico.

  • Mi fa piacere leggere che a monte (proprio sul teatro Niger-Libia) sta operando anche COOPI di cui è presidente nazionale un cremasco: l’ex sindaco Claudio Ceravolo.
    Forza, Claudio: poche parole, ma fatti concreti!

  • Anche le due lettere del nostro premier Conte a Junker e a Tusk sono un altro passo nella direzione di “europeizzare” la questione sbarchi.
    Ancora una volta, un plauso a Salvini.

    Sappiamo, comunque, che la strada è in salita e gli amici di Salvino non lo aiuteranno di sicuro.

    • Piero, temo che il tuo apprezzamento nei confronti di Salvini sia dettato da motivazioni errate. Se capisco bene, tu pensi che il governo voglia “europeizzare” gli sbarchi, cioè far sì che anche gli altri Stati accolgano la loro parte di clandestini. Se così fosse, Salvini sarebbe uno stupido, poiché si è alleato col gruppo di Visegrad che proprio non ne vuole accogliere nemmeno uno: un autentico harakiri. Ma come ormai tutti si stanno accorgendo, Salvini stupido non è, e infatti la strategia della Lega è di fermare completamente gli sbarchi bloccando definitivamente l’invasione.

  • Anche questo eufemisticamente “aiutiamoli a casa loro” non ha nessuna significato se non tradotto in “che si arrangino”. Perché non credo che ci sia qualcuno così ingenuo da crederci. L’Africa, estensione, demografia, dittature, fame, malattie, guerre, magari sfruttamento neocoloniale, è un problema tale da essere irrisolvibile, se non nel corso di millenni, che mai si sa come vanno. Alla fine è credibile solo Salvini che sa benissimo che l’unico modo per arginare la situazione è chiudere le frontiere e i porti. Almeno non c’è l’ipocrisia di buoni samaritani (la sinistra, che poi è un modo anche questo per garantire noi, non salvare loro) che fingono di voler far qualcosa, che sarebbe comunque una goccia nel mare in quell’oceano spaventoso che è l’Africa. Bravi comunque anche i Sisifo che ci credono e provano.

  • Ma certo, Bruno, che il problema è a monte (l’ho ribadito proprio in questi giorni) e so bene che è questo l’obiettivo di fondo di Salvini.
    Si tratta di lavorare sia “a valle” che “a monte” e a monte l’Unione europea è già impegnata massicciamente se è vero che ha già programmato un investimento per oltre un miliardo (e secondo il presidente del parlamento europeo, Tajani, occorrerà reperire quanto prima altri 40 miliardi se si vuole… fermare il flusso dei migranti) e se ha già fermato – parole sempre di Tajani – l’80% del flusso di migranti dal Niger alla Libia).
    E a valle (che l’Italia tenga chiusi i porti o li tenga aperti) l’Europa dovrà pure gestire i migranti che vengono salvati o dalle nostre navi o dalle navi europee o dalle navi mercantili (che hanno l’obbligo di salvataggio).

  • Io ribadisco una mia riflessione: ciò che mi ha felicemente sorpreso in quest battesimo del governo è che i “sovranisti” Di Maio e Salvini stanno giorno dopo giorno “scoprendo” il ruolo determinante che ha e che può avere l’Unione europea: non solo per affrontare con efficacia la questione migranti, ma anche per “realizzare” le promesse elettorali (e, a mio avviso, l’Unione europea è essenziale anche sul fronte dei riders, dei contratti a termine…: si tratta di problemi che si possono risolvere solo con l’Unione europea).

    E’ una “scuola di formazione” per il governo: un conto è urlare in campagna elettorale e un conto “governare” (è successo a tutte le opposizioni che poi si sono alternate al governo).

  • Giustificato l’interesse mediatico per i clandestini in itinere tra le coste africane o mediorientali e le coste europee. Giustificato l’interesse mediatico per i clandestini in itinere tra i paesi d’origine e le coste africane. Sarebbe anche interessante conoscere quali strategie, direttive, azioni e risorse il nostro ministero dell’interno (e non solo questo ministero ma l’intero governo) intende intraprendere riguardo alle centinaia di migliaia di clandestini già presenti sul territorio nazionale.

  • Sì, Pietro Martini, anzi Martini Pietro per non fare rima, torniamo a Salvini. Lei si chiede quando inizieranno i rimpatri? Non inizieranno mai. Purtroppo ho perso i dati, ma pare che rimpatriandone anche 600 al giorno, ci vorrebbero otto anni con non ricordo quanti milioni quantificati. Quindi credo che rimarranno qui. Invece, sempre restando a questo governo , e siccome è estate, anche un po’al cazzeggio, pare che la sottosegretaria alla cultura abbia dichiarato di non leggere un libro da tre anni. Pare anche che in occasione del suo ultimo compleanno, anche se questo è da verificare, alla domanda se gradisse in dono un libro abbia risposto: “No, grazie, ne ho già uno”. Era ora che si cacciassero l’élite intellettuale e i radical chic, almeno adesso tutti capiscono quello che dicono dal momento che non usano il linguaggio astruso dei libri. Almeno in fatto di cultura.

  • Dimenticavo: la sottosegretaria alla cultura è in quota Lega.

  • E che cosa ne facciamo? Che vadano o restino, questo è il punto di confine tra la soluzione e la chiacchiera. Non c’entra il razzismo, il colore che hanno, da dove vengono e via dicendo. Il problema non si affronta in base al cromatismo etnico, come se fossimo un centro studi di antropologia culturale, ma in termini economici, sociali, di pubblico interesse. Dire beati i poveri e viva la provvidenza adesso non basta. Siamo uno Stato, non una missione a Cochabamba. Si tratta di centinaia di migliaia di persone, di disperati senza lavoro e senza speranza, di poveri, ma poveri davvero, poverissimi. Che cosa ne facciamo? Se continuiamo a non fare niente, sappiamo purtroppo che cosa succederà, a loro e a noi. Dopo tanti appelli, commozioni, angelus, adesso come si risolve il problema? Di lavoro onesto non ce n’è, di lavoro criminale eccome. Li abbiamo fatti venire per questo? Se no per cosa? Conte, Salvini, Di Maio e tutta la nuova banda, che cosa rispondono? Che è colpa di quelli della banda precedente? Va bene, ma adesso di queste centinaia di migliaia di persone che cosa ne facciamo?

    • …. si Pietro è il problema che va affrontato, ma subito!
      Ieri, domenica pomeriggio, in gita nei paesi del Casalasco: Caslbuttano, quello della “torre della Norma”, della “ex Filanda Jacini”, della “La Granda”….. nemmeno un’anima in giro per la città, solo grumi di immigrati, tranquilli, nulla facenti che si materializzavano nel centro “storico” (?!?) deserto, ad ogni angolo svoltato, a parlare ad altavoce (si loro sono abituati agli alti volumi) nei loro idiomi, diversi e cmq incomprensibili.
      Quale caspita di progetto (non) ci siamo dati per il loro “destino”?
      Per quanto tempo saranno la “fauna” pittorescamente estranea ai nostri paesi e città?
      Sia chiaro, le vite umane si salvano sempre, ma poi?!?
      Come ha detto pragmaticamente bene Pietro: “Di lavoro onesto non ce n’è, di lavoro criminale eccome!”
      Col ….. “cambio di colore delle magliette”, in questo senso, pochini i risultati!
      E non basta nemmeno il …. “è’ finita la pacchia” dell'”n”simo Matteo!!!
      Fuori un progetto, della comunità, ovviamente quella Europea!
      Piero concludeva il suo “I have a dream” con: È giusto ed è sacrosanto che la questione diventi una “questione europea” ed è bene che tutti i Paesi europei ne abbiano piena consapevolezza.”
      Questo è!

  • Francesco, il problema non sono i clandestini, o in minima parte gli aventi diritto. Invece dovremmo chiederci il perché di questa economia mondiale che sta decidendo le sorti del mondo. Sia chiaro, nessuna adesione complottista, ma una semplice constatazione. Anche senza immigrazione saremmo in braghe di tela comunque. Quindi occuparci di loro equivarrebbe anche ad occuparci di noi. Se il divario tra ricchi e poveri si sta allargando sempre di più questo significa che la responsabilità non è loro, ma molto semplicemente dei poteri economici che come unico obiettivo hanno quello di implementarsi a dismisura. È contro di loro che si dovrebbero unire le forze. Non chiedermi come.

  • Non vi è dubbio che la questione vada risolta. E non è il tempo di “regolarizzare” i clandestini, come hanno invece ritenuto di fare anni fa sia Berlusconi che Maroni, perché oggi non ci sono le condizioni, a meno che ci siano esplicite richieste di imprenditori e di famiglie per lavori che i nostri non svolgono (ce ne sono ancora, eccome!) e lavori “regolari” e solo nel “numero richiesto”.
    E gli altri? Siamo degli irresponsabili se li lasciamo nella clandestinità in balia della criminalità organizzata o del lavoro nero (e dell’affitto nero). Il rimpatrio è necessario (un conto è quello che deve fare lo Stato e un conto la Chiesa), ma il rimpatrio ha bisogno di due condizioni: che sia l’intera Europa ad assumersi l’onere e l’organizzazione e che sia la stessa Europa che cerchi e trovi accordi con i Paesi di origine.
    Facile a parole, ma…
    Visto che i nostri sovranisti stanno scoprendo l’Europa, ecco la loro missione: spingere gli altri partner a rendere l’Europa più coesa e più forte.
    Anche questo è facile a parole, ma…
    Ma la politica è lavoro diplomatico, è mediazione, è ascoltare le ragioni degli altri (piaccia o non piaccia, se guardiamo i numeri, non siamo i soli ad avere sulle spalle il problema), è cercare e trovare il punto di equilibrio il più vantaggioso per tutti (anche se non a breve termine).

  • Ma intanto che l’Europa ci pensa e prova a mettersi d’accordo con se stessa, intanto che i mediatori mediano e i diplomatici diplomatizzano, possibile che qui in Italia noi italiani non riusciamo a cominciare a inquadrare il problema, ad analizzarlo e a provare una soluzione credibile? Il problema è in casa nostra e continuare ad aspettare Godot o a rimpallarsi accuse e recriminazioni o a levar geremiadi contro i savi di sion della finanza, le multinazionali e il capitalismo birba e birbone, no che non aiuta. Ma tutti quelli che da tempo, invece di farsi gli affari loro, ci spiegavano sapienti i fatti della vita, anche della nostra, anche quella davvero più nostra, non hanno proprio nessuna soluzione effettiva da indicare? I politici che oggi paghiamo per governare, dopo tanto sturm und drang messianico e soterico elettorale, che cosa suggeriscono in concreto? E questo papa, che non mi pare proprio amante del back-stage, a parte l’amarci e il riamarci che cosa propone in pratica? E i vari opinionisti e influencer e guru mediatici? Abbiamo centinaia di migliaia di potenziali delinquenti, pusher e candidati carcerati in casa nostra. Che cosa ne facciamo? Qui ed ora, quale è la soluzione? Da un momento all’altro gli italiani si risveglieranno, come nei loro periodi più bui, feroci e violenti. Vogliamo dare il peggio o il meglio di noi?

    • …..ma, così tanto per non lasciar cadere le angosciose domande, per via degli Italiani che si potrebbero svegliare, da lunedì 23 luglio in seconda serata su Rai3 in onda la nuova puntata di Report Cult.:
      LE SCATOLE DEL CINESE
      Di Luca Chianca
      Collaborazione di Alessia Marzi
      Ad aprile del 2017 dopo 31 anni e 29 trofei all’attivo Silvio Berlusconi vende il suo Milan a Mr Li, un cinese del Guangdong e residente a Hong Kong. Ma chi è veramente Yonghong Li? Nessuno lo sa. L’operazione vale in tutto 740 milioni di euro che entrano nelle casse della Fininvest e ben 250 milioni da una serie di società con sede nel paradiso fiscale delle British Virgin Island. Per concludere l’acquisto Mr. Li è stato seguito dalla Rothschild il cui vicepresidente a Londra è Paolo Scaroni, ex Eni, da sempre vicino al Cavaliere. In Cina però Mr. Li ha avuto diversi problemi con una delle sue holding: mentre stava prendendo il Milan aveva i creditori alle costole e, pochi mesi fa, un tribunale cinese ne ha dichiarato il fallimento. E infatti dopo aver dato i primi 300 milioni, Yonghong Li, a pochi mesi dal closing, ha difficoltà a trovare i soldi per chiudere l’acquisto. Provvidenziale, arriva il Fondo Elliott con un prestito che gli consente di chiudere l’operazione. Ma chi c’è dietro al Fondo?
      ….chi, se sveglia pù nìsùn!!!!

  • Paul Singer, ebreo e tra le varie classifiche considerato l’uomo più ricco del mondo. Gran speculatore, ma non mi stupisce. Ormai come si fanno i soldi? Con un lavoro onesto e faticoso? In genere mattiniero, peregrinando per bere un caffè, mi imbatto in lavoratori, cooperative, addetti alle pulizie, agenzie varie, turnisti, che non so quanto portano a casa alla fine del mese. Lavoratrici che prestissimo ramazzano fuori dagli uffici, banche, lavano i vetri delle vetrine, portano in strada sacchi di spazzatura, magari impegnati per qualche ora al giorno e basta. Hai ragione Francesco, non ci sono proprio le condizioni perchè i poveracci si sveglino, intanto che si dibatte tra salario minimo garantito, voucher e non so quali regalie, così da far sentire il lavoratore non davanti a un datore di lavoro, ma un donatore.

  • Ma “davanti ad” un donatore.

    • …..stupendo il tuo acquarello “….In genere mattiniero, peregrinando per bere un caffè….” con questi personaggi, interpreti di una vita da sfangare giorno/giorno a margine del luccicare di questa Crema del benessere e dei consumi!
      Il rischio è quello di dimenticarsi di cosa sia per davvero la vita per tanti che sono “persone” come noi!

  • Ovviamente non indicavo un “risveglio dei giusti” e nemmeno il risveglio della coscienza di classe verso il bel sol dell’avvenire dei proletari sfruttati dal capitalismo borghese, anche di primo mattino. Con le centinaia di migliaia di potenziali delinquenti che abbiamo in casa, erano altri i risvegli italici a cui accennavo. Certi “istinti bestiacce”, per dirla all’Arbasino, o si contengono (un repertorio plurisecolare di sagre, forche e genuflessioni l’insegna) o si lasciano esplodere, in genere contro chi è diverso. O ci pensa lo Stato a risolvere oppure non stupiamoci se qualcuno penserà di fare da se’. O si risolve alla svelta oppure dovremo costruire nuove carceri e nuovi poligoni di tiro. Quindi, che cosa propone il governo? Che cosa propone il papa? Che cosa propongono i sapientoni della politica?

    • Martini, è ormai così chiaro che siamo di fronte ad un problema irrisolvibile e che i proclami gridati sono solo l’ammissione di impotenza e sviluppi imprevedibili. Mi vengono in mente le megalopoli sudamericane dove chi può si protegge da solo ritagliandosi zone sicure, blindati tra filo spinato, alti muri di cinta, guardie private, sorveglianze varie,
      ( non ha visto il film La zona?), e gli altri tutti fuori. Non vedo altri democratici e rassicuranti scenari.

    • Intanto gli italiani hanno cominciato a sparare piombini ad aria compressa dal balcone, non proprio a quelli biondi con gli occhi azzurri. Ma si sa, è roba da tiro al palloncino al luna park. Poi c’è il calibro 22. Si farà sul serio col calibro 9. Con armi diverse, governi diversi, ragioni diverse, gli italiani nella storia l’hanno già fatto, ogni volta che chi doveva proteggerli li ha presi in giro. Oggi abbiamo una MInistra della Difesa che finalmente dice: “L’immigrazione incontrollata e il terrorismo sono due facce della stessa medaglia”. E i libici che la guardano come per dire “Benvenuta tra quelli senza le fette di salame sugli occhi” (facciamo fette di scamorza, sono musulmani). La Presidente del Senato finalmente dice che l’Italia ha fatto più degli altri e che adesso rischiamo grosso. Beh, ma allora cambiamo maglietta. Taccio di Salvini, tanto si sa che è il diavolo. Però ha poco del Woland, mi pare abbia più del Geppo. Ecco, appunto, in tutto questo arriva qualcuno a dire che occorre lasciare che le cose vadano avanti come fino ad ora: sbarchi a manetta, “non possiamo sulla pelle eccetera” e giù lacrimoni, delinquenza, adesso pistolettate e fucilate. Se gli piace così. Per certi buoni e giusti non è un problema. Come in quella notte, Dio riconoscerà i suoi.

    • Tutti i tuoi “finalmente”, Pietro, mi fanno pensare che anche tu come me covi in cuor tuo la speranza che persino nella provinciale Italietta qualcosa “finalmente” si sta muovendo e forse cambierà, riuscendo a scardinare un sistema che, la si giri come la si vuole, è frutto di una certa mentalità mafiosa.

      La mafia stessa, del resto, è nata perché lo Stato era assente. Chiuso per ferie permanenti. Adesso, invece, ha riaperto i battenti. E finalmente.

      Finalmente anche un possibile nome ai vertici Rai che non sia il solito frequentatore delle sagrestie di partito. Ogni tanto mi capita di leggere il blog di Marcello Foa, “Il cuore del mondo”, e spesso mi trovo d’accordo con ciò che dice. A suo discapito, le solite fregnacce dei magliette rosse e Rolex: è filo-russo, mentre loro sono filo-americani; è un sospetto sovranista, mentre loro sono globalisti; fa parte dell’associazione “a/simmetrie” fondata da Bagnai mentre loro sono i cani da guardia delle banche; ha preso le parti della Totolo che ironizzava sul fatto che la signora Josepha, che i cat/com italiani volevano beatificare per essere caduta o stata gettata in mare (non si sa, non lo sapremo mai) durante un trasporto-schiavi dall’Africa, aveva le unghie perfettamente laccate di rosso e pesava (minimo) ottanta chili, era dunque di difficile inserimento nella categoria “bisognosi”; ed altre facezie similari.
      Sono questi gli argomenti “di opposizione” della minoranza parlamentare. Speriamo che nessuna manina sbuchi dal Colle a fermare la nomina di Foa, così che noi si possa pronunciare un altro “finalmente”.

  • E’ giusto, Pietro, che tu insista sul che fare ora.
    Io da tempo sostengo (ma non pretendo che qualcuno dei politici mi legga) che l’Europa (non è un problema che possiamo risolvere da soli) scelga un “progetto”: o un piano di investimento per la loro “integrazione” nelle attività produttive (non è il caso dell’Italia) o un piano di investimento nella “formazione” perché questi migranti possano rientrare in patria con qualche “competenza” in più che potrà essere utile ai loro Paesi.
    La Germania, per suo conto, ha scelto di investire alcune decine di miliardi per la loro integrazione.
    L’Italia non ha mai avuto un progetto: ed ecco i risultati che abbiamo davanti agli occhi.

    Non vedo, Pietro, altra strada da percorrere: lavorare per ricostruire quel minimo di coesione europea con i partner “volenterosi” perché pensare di cambiare le regole di Dublino o di redistribuire i migranti in Europa con i Paesi di Visegrad significa lottare contro i mulini a vento.

    Sono per un’Europa a due velocità (e non da oggi): chi vuole più “integrazione” perché solo così si possono risolvere i macro-problemi globali e chi vuole più sovranità nazionale.

  • La cosa che più mi ha dato soddisfazione (lo ripeto per la terza volta) questo governo è che i “sovranisti” hanno scoperto l’importanza dell’Europa e il ruolo decisivo che può svolgere (anche per aiutare il governo italiano a mantenere le promesse elettorali).

    Tutti i sovranisti europei, del resto, stanno… prendendo risorse dall’Europa (in primis proprio i Paesi di Visegrad).
    L’Europa è la più denigrata, ma anche la più generosa con chi ha più bisogno: anche in Grecia ieri hanno chiesto l’intervento dell’Europa a proposito degli incendi.

    Mi dice una mia amica imprenditrice agricola che l’agricoltura italiana non potrebbe reggere un giorno senza l’Europa.

    Non c’è alternativa: ci vuole “più Europa”, non “meno Europa”.
    Ma… costruire è più difficile che demolire, ma è nel costruire che si realizza la politica, quella che io chiamo “alta” (non quella di bottega).

  • Rita, quella delle unghie laccate è una bufala colossale. Basta cercare in rete e non soffermarsi solo dove ci conviene.

    • E poi gli 80 chili dipendono spesso da alimentazione sbagliata. Ritornando alle unghie invece io non trovo strano un’accoglienza anche psicologica a questi migranti. Dare a quella donna una parvenza di normalità, una doccia, unghie e magari parrucchiere credo faccia parte di quel sostegno primo di cui quella donna ha bisogno.
      Il problema migrazione non può soffermarsi su queste stupidate

    • Via, Ivano, non essere ridicolo, è noto ormai a tutti che coloro i quali chiedono un “passaggio in mare” non sono i morti di fame dell’Africa (che non pesano ottanta chili!!!) bensì la middle class che ha casa, terra e lavoro ma s’illude di trovare di trovare in Europa ancora di più. Sempre di più, perché l’uomo è avido per natura. Ci sono fior fior di saggi internazionali (non italici e quindi collusi) che spiegano tutto ciò, basta aver voglia di leggere.

      Quando i magliette rosse e Rolex daranno (e qui, il sorriso è d’obbligo) “una parvenza di normalità, una doccia, unghie e magari parrucchiere” comprensivi di “sostegno primo” ai 10milioni di VERI POVERI italiani bisognosi di assistenza, allora forse cambierò idea. Fino a quel momento, se mai verrà, le loro teorie da salotto buono continueranno a godere del mio massimo disprezzo.

  • Via, Rita, ricordo tempo il solito caso pietoso esibito in televisione ad elemosinare compassione e qualche soldino. Un amico, non lontano da te come pensiero si scandalizzo’ perché la signora aveva un aspetto ordinato. Secondo lui, per essere credibile, avrebbe dovuto avere un aspetto lacero e consunto, dimenticando che anche i poveri hanno una dignità. Via, Rita. Rispetto ai poveri italiani sono assolutamente d’accordo con te.

    • Evidentemente non hai mai visto i veri poveri ma leggi di loro soltanto sui giornali. Io, invece, li ho visti molte volte. Gran parte di costoro abita nel cosiddetto Terzomondo e ti assicuro che non possiede 5-6mila euro da regalare allo scafista. Né pesa ottanta chili o si compra lo smalto in profumeria.

  • ….chiedo scusa a los amigos per la “ripetizione”, ma, dato che oramai mi viene l’orticaria quando sento parlare di “migranti economici”, con il mare nostrum diventato un obitorio, ripropongo un mio commento di qualche tempo fa all’amico Piero, confidando che la repetita …..iuvi!
    ….ma certo Piero che il lavoro importante, quello risolutivo è da fare “a monte”!
    E mi va solo bene che il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, finalmente si esprima con chiarezza sul tema “chiave” che solo può portare ad affrontare come si deve, a risolvere la tragedia della “nuova shoa”, del nuovo olocausto dall’Africa: “…. Applicare il ‘modello Niger’ anche agli altri Paesi del Sahel per bloccare la migrazione illegale e aiutare lo sviluppo economico e la sicurezza della regione, che vanno di pari passo. Niger, Chad, Burkina Faso, Mali e Mauritania sono anche chiave della soluzione alla crisi libica, su cui il Parlamento europeo organizzerà una Conferenza il 10 ottobre a Bruxelles….”.
    E finalmente, dico io!!!!
    Solo così si tagliano le gambe alle mafie, alle organizzazioni criminali, ai “trafficanti armati” di vite umane che con l’inganno, con il ricatto, con la violenza convincono/costringono (altro che “migranti economici”!) a partire dalle loro terre esseri umani, che diventano subito dopo loro ostaggi con la sola prospettiva di essere comunque spogliati di tutto (prima di tutto della loro dignità di persone), violentati nell’anima e nel corpo, e molto spesso perdere la vita, ridotti come sono a “carburante” di un osceno business del quale per troppo tempo l’Europa, noi Italiani abbiamo accettato di essere coinvolti, come terminali (fino a che punto?) incoscienti!
    Non solo ma nache noi “italiani brava gente” ci abbiamo messo …..del nostro “facendo la cresta”, distraendo fondi, con centri di accoglienza che assai spesso facevano tutt’altro che accoglienza, con il solo scopo di ingrassare i soliti “furbi”!!!
    Io “non amo” Salvini, l’ho affermato più di una volta, ma credo che su questa partita gli vada riconosciuto il merito di aver “messo i piedi nel piatto”, costringendo ad affrontare un problema che troppe ipocrisie (sporcamente interessate) tenevano “sotto tono (magari velandolo di “buoni sentimenti”) , di fatto connivendo con il “business” del malaffare.
    Le vite si salvano comunque, sia chiaro, ma operando convintamente, coscientemente “a monte” per bloccare il perfido, inumano, rivoltante business!

    • Non c’è alcun dubbio che il lavoro importante, quello risolutivo, vada fatto “a monte”. Vorrei vedere chi non è d’accordo su un’ovvietà del genere. Lo stesso Salvini lo ripete ogni giorno come un mantra tramite social e televisioni. Nessuno ignora però un “piccolo particolare”: ci vorranno decenni, o forse secoli per ottenere il primo risultato!!! Nel frattempo, che si fa? Trasferiamo l’Africa in Italia? La mafia sentitamente ringrazia insieme a cinesi e americani, ultimi solo per importanza i francesi, che stanno sfruttando le materie prime del “continente nero” a più non posso, e se qualche rompiscatole che non c’ha voglia di lavorare intanto si leva di torno non dispiace a nessuno.

      Quando il tubo sotto il lavello della cucina perde acqua, cosa facciamo? Tappiamo la falla subito, per evitare danni peggiori, o pensiamo che tanto fra 5-10 anni ristruttureremo casa? Nella vasca-Italia non ci sta più una goccia d’acqua, già dobbiamo espellere i 650mila in esubero, vorrà dire che il migrante economico in cerca di fortuna si cercherà un’altra destinazione. Solo pochi anni fa gli sbarcati sulle nostre coste volevano andare tutti in Germania e Svezia, alla mal parata andava bene anche la Francia, adesso invece vogliono stare tutti in Italia; quale uccellino mafioso ha suggerito a questi poveri illusi la risposta “giusta”?

      Credo, personalmente, che Tajani si stia preparando a diventare il leader ufficiale di Forza Italia, lo si vede infatti ovunque tutti i giorni, e non è un bel vedere. Credo anche che il 10 ottobre a Bruxelles non succederà assolutamente niente. A quanti “vertici” inconcludenti abbiamo già assistito? Visto e considerato che le facce sono sempre le stesse, cosa ci fa credere che chi ha fallito in passato possa vincere in futuro? E’ ora pertanto che l’Italia si occupi dell’Italia; il ché, tradotto in soldoni significa: cari signori, incontrandovi nei nostri mari non vi lasceremo certamente annegare, ma una volta rifocillati ve ne andrete da un’altra parte perché i posti letto qui sono esauriti. Sold out. Non saranno i preti, né Famiglia Cristiana, a farci cambiare idea.

  • Mi domandavo giorni fa che cosa stesse facendo o intendesse fare il governo riguardo alle centinaia di migliaia di clandestini disoccupati e vagabondi già presenti sul nostro territorio. È infatti evidente quanto si parli dei nuovi arrivi e quanto si eviti di parlare dei già arrivati. Perché qui non ci sono “a monte” e “a valle”. Qui siamo ormai “alla foce”. E la domanda non era che cosa si fa, come si dice a Firenze, “a babbo morto” ma che cosa si fa adesso, subito. Mi pare che l’unica risposta l’abbia data Macalli: non ci saranno rimpatri e l’unico scenario possibile è quello del film “La zona” (che ho visto).

    Quindi, siamo messi malissimo. A furia di sbarchi e amor samaritano, siamo qui con centinaia di migliaia di potenziali delinquenti e migliaia di pusher già effettivi. Anche se non ne arrivasse più neanche uno (dubito proprio), siamo messi da schifo. Grazie a chi? Tutta colpa dell’Africa? Tutta colpa dei nostri avversi e imperscrutabili destini? Delle eterne e irrimediabili transumanze planetarie? Insomma, colpa di chi? Certo, fatto il danno, conoscere i colpevoli non lo evita più, ormai ce lo teniamo. Resterebbe però una magra consolazione: che almeno, adesso, i colpevoli stessero zitti.

    Invece no. Leggo dell’asserita diabolicità di Salvini. A parte che, se Salvini fosse un diavolo, sarebbe un demonio “alle tagliatelle”, come si dice al nord, o “alle vongole”, come si dice al sud. Ma se anche Salvini avesse corna e piede fesso, il problema delle centinaia di migliaia di clandestini resterebbe tutto. Chiediamolo allora a don Antonio Rizzolo: che facciamo? Caro don Antonio, che propone di fare con queste centinaia di migliaia di clandestini disoccupati, disperati, pronti a delinquere? Gli facciamo dire un pateravegloria? Gli diciamo fate come gli uccelli del cielo, eppure eppure? Gli diciamo la c’è, la c’è la provvidenza? Soprattutto, glie lo va a dire lei?

    • Intenta a lavare i piatti e riordinare la cucina (quello è il momento che dedico a Tg e similari) una decina di giorni fa mi è capitato di ascoltare l’intervista del duo Telese/Parenzo a don Biancalani, parroco di Vicofaro e titolare (?) della “Pizzeria del Rifugiato”. L’intento dei conduttori era palesemente quello di mostrare al pubblico come si può fare integrazione, peccato che il risultato sia stato il suo esatto contrario. Incalzato dalla deputata della Lega Bergonzoni, presente in studio, ad un certo punto il Biancalani ammetteva candidamente di pagare in nero i giovanotti che lavoravano ai forni, in sala e in magazzino, solo pochi euro al giorno, mai comunque più di 2-4, così che alla fine del mese potessero mandare “qualcosina” a casa. Sconcerto generale a rischio denuncia. Mentre la Bergonzoni era invitata a nozze, Telese/Parenzo erano esterrefatti, tanto che vista la mala parata interrompevano il servizio anzitempo, passando precipitosamente ad altro argomento. I miei piatti ed io invece ce la ridevamo di gusto, perché sappiamo come funziona la macchina del buonismo a pagamento, e chissà quanti altri italiani con noi avranno strabuzzato gli occhi.

      Osservo che la Chiesa sta aumentando le quotazioni di Salvini in maniera impressionante. Com’è possibile che non se ne rendano conto? E intanto le chiese, che già non erano piene, si svuotano sempre di più ….. Ad ogni modo, io non credo affatto che i rimpatri non si faranno. E’ evidente che gli indesiderati non potranno levare le tende in massa in pochi giorni, ma pian piano ce la faremo. Mai applicati dai governi precedenti, gli accordi bilaterali con 4 Paesi (Marocco, Egitto, Tunisia, Niger) già ci sono. Si può cominciare da quelli, il resto verrà.

  • Io insisto, e mi piacerebbe che qualcuno mi rispondesse. Tra Zone e proteste fai da te ad aria compressa, nove casi in un mese e mezzo, : ” Se anche risolvessimo il problema immigrazione oggi, domani cosa succederebbe?” Ma vorrei una risposta lungimirante, non del giorno dopo. E mi piacerebbe un’analisi globale, se mai fosse possibile, non estemporanea e solo rancoroso. Mi piacerebbe che si analizzasse ad esempio la situazione economica globale e i suoi sviluppi prossimi venturi, non una valutazione effimera delle pezze che si mettono al culo per non mostrare le mutande. Che poi è ormai il problema occidentale contro le nuove economie emergenti, da un bel po’ in verità.

    • Scusa Ivano, non passa giorno che una donna non venga molestata e/o stuprata da un cosiddetto “richiedente asilo”, ovvero clandestino, e immancabilmente i magliette rosse e Rolex dicono che, suvvia, le mele marce in un cesto ci sono sempre. Una rondine non fa primavera. Per quale motivo il fuori di testa che spara dal balcone (anche ai bianchi, non solo ai neri) non viene considerato per quello che è, ovvero un pazzo, e viene sempre fuori il pippone del razzista xenofobo? Il nero che stupra la bianca non è razzista? Perché non rende lo stesso servizio alla nera? Non si è mai sentito, ad esempio, di una magrebina assalita a Milano o Roma, a Torino o a Trieste, e sì che in giro ce ne sono parecchie. Gli stupratori non temono la legge italiana bensì quella coranica? Taglio netto, e via.

      Se risolvessimo il problema dei clandestini oggi (questa non è immigrazione, è mafia), da domani avremmo più risorse economiche e più energie mentali per cominciare a pensare seriamente ai 10milioni di poveri italiani, al 40% dei giovani senza lavoro, o a chi il lavoro ce l’aveva ma lo ha perso. In questo caso la situazione economica globale c’entra come i cavoli a merenda: lo sfascio migratorio è tutto italiano e di questo possiamo essere grati al Pd di governo. Nessuno in Occidente, o in Eurasia, se la passa peggio di noi. L’America di Trump è in netta ripresa, la Russia di Putin non è mai stata meglio, per non parlare della Cina, mentre i partner europei pensano ognuno per sé e tirano a campare dignitosamente. Di quale situazione economica mondiale stiamo parlando?

  • L’errore più grave, Rita, che oggi potrebbero fare molti italiani sarebbe quello, davanti al problema di centinaia di migliaia di clandestini disoccupati, vagabondi, disperati e pronti per il reclutamento criminale, di prendersela soprattutto con i cattolici, con la religione, con le nostre tradizioni cristiane, a causa delle prese di posizione di qualche specifico esponente di certo volontarismo, di certo associazionismo, di certi media. Da cattolico, per quanto non troppo praticante ma molto rispettoso del cattolicesimo, del suo valore istituzionale e sociale e dei suoi rappresentanti (non tutti), so bene quanto certe posizioni di samaritanesimo ingenuo e pregiudizievole riguardo al problema dei clandestini non siano quelle effettive della maggioranza dei credenti. Conosco e frequento cattolici esemplari, esponenti di istituzioni cattoliche e molti sacerdoti, non solo a Crema, che sono perfettamente consapevoli della gravità del problema e della necessità di soluzioni non velleitarie, di rimedi concreti e non di esternazioni mediatiche di facile presa emotiva.

    Anche il pontefice ha cominciato a riprendere le formulazioni, meno mediologiche e più dottrinali, di alcuni suoi predecessori sulla necessità che l’accoglienza sia commisurata ad effettive condizioni e possibilità di realizzazione. E questo è uno dei pontefici più in gamba dei tempi recenti. Non è quel giocondo francescano che le masse latine amano immaginare. Per fortuna della Chiesa (e anche di noi italiani che ce l’abbiamo in casa), è un bravissimo gesuita che della sua apparente giocondità francescana si serve in modo ammirevole. Per cui, distinguiamo il tutto dalla parte, specie quando è una parte che storicamente si affaccia, in modo ciclico, nel panorama cattolico ma poi viene, di norma, regolata e contenuta dagli stessi meccanismi di gestione di quel contesto. Le gerarchie ecclesiastiche sanno bene fino a che punto spingersi e quando fermarsi. Una esperienza plurisecolare insegna loro come evitare che, come disse Cattaneo nel Quarantotto, “il popolo debba scegliere tra gesuitismo e cattolicesimo”, cosa che quell’anno accadde per qualche mese. Fu una lezione mai dimenticata.

    • Non facciamo però di tutte le erbe un fascio. La Chiesa romana fa politica. I cattolici e la religione sono tutt’altra cosa. Personalmente non ho nulla da obiettare sul cattolicesimo, né su qualsiasi altra religione, essendo fermamente convinta che il fine giustifica sempre i mezzi e dunque ognuno è libero di scegliersi l’auto che meglio crede per arrivare in paradiso.

      Se fossi una fervente cattolica, la politica attuale della Chiesa m’imbarazzerebbe non poco. Ma non lo sono. Mi limito perciò ad osservare cosa fanno certi preti, certi giornali di scuderia e certe associazioni di pseudo volontariato che però ricevono soldi dallo Stato. Solo io faccio volontariato mettendoceli dentro? Non ho dubbi che in ognuno di questi calderoni ci siano dei “puristi”, e proprio per questo mi chiedo chi glielo fa fare di esporsi così spesso al ridicolo. Davvero Famiglia Cristiana non aveva altri argomenti che “vade retro Salvini”? E l’anima? Si ricordano ancora che si sono quei famosi 21 grammi … ? Non si chiedono perché le chiese si svuotano e le moschee si riempiono?

  • Rita, per situazione economica mondiale intendevo le dinamiche finanziarie che di fatto hanno portato l’Italia ad avere tanti disoccupati e poveri. Questa è la conseguenza del fatto che in molti paesi se la passano meglio di noi. E di questi trasferimento o mobilità economica la colpa non è degli immigrati, ma di non-regole che ci sono scappate di mano. E quindi. Mi sa che anche noi prima o dopo ci trasferimento in Cina o Russia, e a quel punto poveracci saremo anche noi. Del resto non abbiamo fatto così anche noi italiani? Quanti transatlantici nel secolo scorso hanno attraversato gli oceani. Tutto qui. Esprimevo solo una preoccupazione ahimè solo realista. Oltre alla constatazione che in questo momento storico fa comodo spostare l’attenzione. Poi alcune preoccupazioni tue, di Martini, a anche mie sono più che plausibili, ma se commento quanto sta succedendo nel nuovo governo e l’incapacità di trovare la quadra quando ci sono di mezzo i soldi, allora ho la conferma di quanto penso. Riforma Fornero, reddito di cittadinanza, basterebbero questi due temi a far capire a tutti in quale situazione siamo, indipendentemente dai ragazzi col cappellino, che prima o dopo creeranno problemi ben maggiori di quelli che danno adesso, ma di questo passo anche noi ne creeremo. Le nostre carceri erano piene anche prima, anche di italiani, non tutti stinchi di Santo, quindi per molti ragazzi, anche nostrani, credo che probabilmente le prime porte che si apriranno anche per loro saranno quelle. Altrimenti come risolvere la questione del 40% dei giovani italiani disoccupati? Vedrai che tra non molto cominceremo ad emigrare noi, ma non perché fa figo come per i ragazzi Erasmus che se non vai all’estero sei un retrogrado, ma semplicemente per mangiare.

    • Ah, bé, allora la risposta è semplice: pessima politica.
      Nessuno ha mai detto che sia colpa dei clandestini ma che i clandestini non possono stare qui. Vadano altrove, è meglio anche per loro visto che sono migranti economici in cerca di più sostanziosi guadagni. Può darsi che i nostri nipoti si trasferiscano in Russia e Cina, di sicuro però ci andranno con un passaporto e un visto d’ingresso poiché diversamente è impossibile. Com’è giusto che sia.

      Guai a paragonare le migrazioni del Novecento con gli spostamenti di schiavi odierne: è come mettere a confronto le mele con le biglie. Che c’entra? Famiglie di poveri che vanno a cercare il pane altrove con giovanottoni in cerca di bella vita, sesso droga e rock ‘n roll? Questo sarebbe realismo? Siamo a posto.

      Non è che “fa comodo spostare l’attenzione” su costoro (immagino sia colpa di Salvini), è che i 650mila a piede libero rappresentano un enorme problema per gli italiani, che già hanno i casi loro a cui pensare. Non c’è bisogno di spiegarlo a nessuno, visto che nessuno ha le fette di salame sugli occhi. E poi, basta giustificare l’ingiustificabile. Non se ne può più. Basta. Se anche fra cinque anni i giallo-verdi non venissero rieletti per incapacità dimostrata sul campo, i vecchioni delle passate demagogie non torneranno più ma ci sarà qualcosa di nuovo, fatevene una ragione. Indietro non si torna.

  • È vero, indietro non si torna, ma il mondo si potrebbe capovolgere. È questo che tu non vuoi vedere.

    • Nel senso che siamo entrati ormai nel fatidico 13esimo millennio?
      L’ultimo Manvantara sta per chiudersi?
      E’ probabile, le avvisaglie ci sono tutte. Carpe diem.

  • Manvantara non ho idea di cosa sia, né il 13esimo millennio. Però, non essere così fiduciosa, potrebbe aspettarci non l’ieri, ma l’altro ieri. Altrimenti aspettiamo di sentire il tuo amico Foa, sai quello che ritwitta le fake della Titolo finanziata da Casa Pound. Non prima di vederlo Presidente della Rai naturalmente.

    • Non ne uscirai mai, sei prigioniero.

  • No, libero, libero dalle fake che una per una vengono smascherare, e che tu, oltre ogni ragionevole dubbio, continui a credere verità rivelata, tipo la stupidata delle unghie laccate. E senza l’onestà intellettuale di riconoscerlo. Però adesso basta. Ciao, perlomeno fino alla prossima cazzata a cui darai credito e divulgazione. Lo considero un mio dovere morale, una missione! E non solo per te, anche per i tanti o pochi lettori che hanno bisogno di informazioni serie. Non posso lasciare il blog nelle tue mani.

    • Capisco Ivano che tu t’attacchi alle unghie rosse della signora Josepha (ribadisco il concetto: non hai mai visto un vero morto di fame) evitando accuratamente di entrare nel merito di quanto fin qui detto. Ma se anche gliele avessero dipinte con photoshop, questo non sposta di una virgola le argomentazioni da me sostenute sul tema dei clandestini deportati dalla mafia per i suoi propri scopi. Questa estate per nostra fortuna non ci sono sbarchi sulle coste italiane – la Spagna di Sanchez che voleva fare la brillantona è già alle corde dopo poche centinaia di soggetti!!! – ma non è che siamo tutti scemi, né vittime delle fake news del web che notoriamente non ama le informazioni serie di cui invece i giornali sponsorizzati per pura bontà dai milionari sono portatori. Abbiamo tutti ben presente il target dei 650mila scesi dai barconi in questi ultimi anni a Pozzallo o Lampedusa: giovani palestrati e ben pasciuti, ragazzini da happy hour coi dreadlock, formose signorine coi capelli tinti e accuratamente pettinati, Iphone ultimo modello, scarpe Adidas e magliette Nike. Tutta gente bisognosa, insomma, che poi abbiamo avuto modo di conoscere personalmente poiché ha riempito ogni interstizio dei nostri spazi pubblici, creando non pochi problemi. Ma forse è una fake anche questa, o una “percezione” sbagliata, tutte invenzioni dei beceri xenofobi che non capiscono che la middle class africana è il domani dell’Europa, composta da giovani che pagheranno le pensioni Inps a tutti anche se non lavorano, formata da volonterosi che spingeranno le carrozzelle di una popolazione decrepita che non fa più figli. Presto, però, anche questa massa beota che non conosce il dubbio dovrà ricredersi perché così stanno le cose.
      Ci vuole tempo.
      Fatica.
      Determinazione.

  • Per fortuna, Ivano, stanno nascendo siti specializzati che smontano le tante bufale che corrono sulla rete, ma per chi crede ciecamente nelle bufale è un’impresa impossibile armarsi di umiltà e di consultare detti siti.
    In un’epoca in cui tutti sbandierano la verità e dominano le “narrazioni” a senso unico, abbiamo bisogno tutti di un supplemento di “senso critico”.
    Un senso critico che caratterizza solo chi vuole fare “ricerca” perché chi “crede” non ha bisogno di “dubitare”.
    Il dubbio… metodico di cui parlava il nostro Descartes: quanto ci manca! Il dubbio come “metodo”, nei confronti di tutte le fonti, di tutti i guru, nei confronti di tutti coloro che fanno del conformismo dell’anti-conformismo.
    Anche degli stessi siti che smascherano solo a parole (senza andare in profondità) le bufale degli altri.
    Ci vuole tempo.
    Fatica.
    Determinazione.
    Qualità che mancano oggi in cui tutti parlano di tutto e i ciarlatani vestono i panni degli scienziati…

  • Sarebbe interessante sapere cosa hanno barattato i governi precedenti sulla pelle del Paese Italia per fare arrivare tutti nei porti italiani. Ma non vivro’ abbastanza nel paese dove non si sanno ancora i mandanti di tanti fatti destabilizzanti che risalgono a oltre 30 anni fa’.

    • Sappiamo, Aldo, cos’hanno barattato. Mentre i conti pubblici continuavano a crescere in maniera esorbitante Bruxelles chiudeva un occhio a patto che noi si svolgesse il ruolo di campo profughi d’Europa. “Non c’è nessuna invasione in corso”, predicava UHNCR, “Solo allarmi elettorali, propaganda”, e intanto ogni anno ne incameravamo 150-180mila. Fino a raggiungere la cifra record di 650mila. Ricordo quando il “Fatto Quotidiano” (poteva essere il 2015, o 2016) chiese al Ministero dell’Interno, allora presieduto da Alfano (sic!) di fornire un dettaglio delle spese che sarebbero state sostenute grazie al finanziamento europeo di 3,3 miliardi, ma la somma dichiarata fu di poco più di 1 miliardo. Mancavano all’appello oltre 2 miliardi di euro. Dov’erano finiti? Boh. E’ una fortuna che parlando di queste cose si possano usare i verbi al passato.

      Ci fu poi la dichiarazione-bomba di Emma Bonino che, papale papale, disse “siamo stati noi a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia, anche violando Dublino, e adesso li vogliamo tutti”. Fu durante il governo Renzi, colpevole di averci dato dentro a più non posso nell’ottenere deroghe al pareggio di bilancio in cambio dell’apertura indiscriminata ai flussi migratori. A noi ci fa schifo (noblesse oblige) discriminare i migranti economici dai rifugiati, andava dicendo il Fonzie nazionale, inventandosi persino (unico al mondo!!!) il “permesso di soggiorno per motivi umanitari”. A lungo noi che lo dovevamo applicare in campo ci siamo chiesti il perché di una cosa tanto assurda, poi abbiamo capito. Era una squallida questione di soldi.

  • Rita, trattandosi di persone, è il metodo che è sbagliato. Questi incitamenti da tiro al piccione sono il modo peggiore per affrontare la questione. Per loro è per le conseguenze per noi.

  • Sono d’accordo con Macalli sul fatto che oggi in Italia abbiamo alcuni problemi gravi, tra i quali quello dei clandestini, di cui si parla molto, mentre degli altri si parla poco. Questo però non significa non affrontare e risolvere il problema dei clandestini. Significa affrontare e risolvere sia questo che gli altri. Ad esempio, i problemi dell’enorme debito pubblico, della criminalità organizzata e dell’evasione fiscale. Perché non è che risolvendo gli altri problemi risolviamo anche quello dei clandestini. Così come risolvendo il problema dei clandestini non è che risolviamo anche gli altri. Certo, tutto è collegato. Ma il collegamento non implica un immediato nesso eziologico di causa ed effetto.

    “Se anche risolvessimo il problema immigrazione oggi, domani cosa succederebbe?”, chiede Macalli. Provo a rispondere con un esempio. Pensiamo allo stato di salute del corpo umano. A un certo punto scopriamo che abbiamo i polmoni messi da schifo perché fumiamo come ciminiere. Poi scopriamo che abbiamo la glicemia e l’emoglobina glicata alle stelle perché siamo dei ghiottoni compulsivi. Poi scopriamo che abbiamo il fegato in cirrosi perché trinchiamo a manetta. Infine, a un certo punto, il nostro colesterolo globale schizza improvvisamente all’in su. Diciamo che il colesterolo sono centinaia di migliaia di clandestini. Una sostanza che nelle arterie ci fa rischiare subito il peggio. Quindi, abbiamo quattro grossi problemi: rischiamo di beccarci un cancro ai polmoni e tirare il gambetto, diventare diabetici e morire con qualche dito in meno, spappolarci il fegato e invecchiare ciucchi traditi, crepare d’infarto oppure, se ci va di lusso, finire arteriosclerotici citrulli.

    Caro Macalli, abbassiamo subito il colesterolo dei clandestini ed evitiamo infarti all’Italia.
    Sul “domani cosa succederebbe”, auspico che il cancro polmonare del debito pubblico, il diabete all’ultimo stadio della criminalità organizzata e la cirrosi epatica terminale dell’evasione fiscale riusciamo in futuro a curarli. Anche nel corpo umano tutto è collegato, per cui se non fumo, non mi strafoco sempre di dolci, non sono alcolizzato cronico e non ho le arterie chiuse, ne beneficia anche l’insieme, con effetti sinergici. Ma il colesterolo da suicidio non si butta giù limitandosi a dire “però c’ho anche il cancro, il diabete e la cirrosi”.

    • Caro Martini, non so se regge, nel qui e ora il suo parallelo col corpo umano, perche se rispetto alla salute la prevenzione potrebbe avere qualche garanzia di successo, nel caso della situazione migranti la prevenzione non serve più. Sì, potrebbe servire a limitare gli sbarchi, e rispetto a questo qualcosa si è fatto ( Minniti e Salvini ), ma se un corpo è già malato si devono mettere in campo le risorse a disposizione e che si devono individuare. Il fatto di Aprilia di ieri difatti dimostra che stiamo curando in modo sbagliato. Il protocollo non funziona se l’incitamento alle reazione finisce con una denuncia e magari condanna per quei protagonisti, italiani, padri di famiglia, che potrebbero finire in galera. Perché succede? Succede per quei meccanismi scontatissimi per cui se ci si dice che siamo continuamente in pericolo qualcuno, magari più fragile, ritenga di doversi difendere anche se non necessario. I due di Aprilia hanno creduto di essere in dovere di sventare un eventuale furto. Oltretutto in un quartiere dove le denunce per reati contro persone o cose si contano sulle dita di una mano, una sola. Col risultato che questo clima d’odio potrebbe portare i nostri connazionali in galera. Caro Martini, non crede che si stia procedendo in modo sbagliato, che questo clima da far west alla fine nuocia più a noi che non a loro? Perché non tocca ai cittadini difendersi, tocca alla Politica mettere in campo le soluzioni. Soluzioni non propagandistiche, ma concrete, reali, ma l’impressione ormai è che anche loro non sappiano che pesci pigliare, delegando al fai da te, vedi legge sulla legittima difesa, quello che invece toccherebbe alle Istituzioni. Ecco, la gente di buona fede crede ancora che armiamoci e partiamo non sia la soluzione. Ripeto, con un pensiero a quei due che ne hanno ammazzato uno, forse, ma che avranno la vita rovinata anche loro. Ne è valsa la pena? In altro clima non sarebbe successo.

    • Il “fatto di Aprilia”, Ivano (per i magliette rosse è già diventato un “fatto”!) non dimostra affatto che “stiamo sbagliando” (per una certa mentalità l’orco siamo noi mentre la controparte è sempre fragile e indifesa) ma, semplicemente, che due marocchini se ne andavano in giro per il paese dotati di attrezzi di furto e scasso, c’è stato un inseguimento in auto con conseguente incidente stradale e ancora non si sa se uno dei due presunti ladri sia morto per le ferite riportate nell’incidente o per la scazzottata che ne è seguita. E’ razzismo? Col marocchino? Che è pure bianco.
      https://www.corriere.it/cronache/18_luglio_29/aprilia-inseguito-perche-ritenuto-ladro-si-schianta-auto-muore-83f9c2c6-935d-11e8-8c02-559dd2886235.shtml

      Il “clima di odio” paventato dai soliti noti, che ovviamente non esiste, non è l’invenzione di qualche politico buontempone. Dice l’Istat, testuale, faccio un copia/incolla: ” Un terzo dei reati violenti commessi in Italia sono per mano di uno straniero. In particolare gli immigrati sono autori del 39% dei casi di violenza sessuale, del 36% degli omicidi, del 27% dei denunciati per lesioni dolose. Significativa la rilevanza degli stranieri nei borseggi: 7 su 10 sono ad opera loro.”

      Di sicuro non è colpa degli italiani, né del diabolico Salvini , se nell’ultimo anno i reati compiuti in Italia da questi gentiluomini stranieri sono stati 250mila: il 55% dei furti, il 51% dello sfruttamento della prostituzione, il 45% delle estorsioni, il 40% degli stupri. Ben 1.500 stupri in un anno, altro che femminicidio! Per il resto sono d’accordo, adesso che si sono quasi fermati gli sbarchi bisogna usare un’altra medicina: si chiama rimpatrio.

    • Sono d’accordo con lei, Macalli, per la prevenzione è tardi. Ci vorrebbero terapie d’urto, per guarire patologie da tempo così virulente. Il mio esempio infatti era proprio in questo senso.
      La brutta notizia è che il paziente Italia è ancora senza medico. Salvini è solo uno di quei barellieri sul campo di battaglia dei film di guerra che cerca di portarti via dalle bombe e intanto ti inietta un po’ di morfina nel quadricipite mentre tu gli dici “take me home” pensando alla mamma o alla morosa. Certo, meglio di quelli di prima, che per farsi pagare le marachelle di bilancio dall’Europa ci hanno sparato addosso, a ripetizione, barconi di clandestini per anni, dicendoci di amarli perché viva l’amore e viva la pace.
      La bella notizia, invece, è che il paziente Italia è ancora vivo.

      L’Italia non solo è ancora viva ma potrebbe persino guarire. Come molti malati riottosi, potrebbe fare resistenza alle cure giuste. Che dovrebbero essere cure da cavallo. Di sicuro, non sarà questo governo a farla guarire. È un governo involuto nei suicidi economici del reddito di cittadinanza, della flat tax, delle pirlate pensionistiche zapatiste e del restante repertorio del dilettantismo economico grillino. Non darà mai all’Italia una diagnosi, una cura, una prognosi attendibili. Potrà solo avvelenarla un po’ di meno dei precedenti. Che Salvini ci eviti almeno il peggio, limitando nuovi sbarchi, va bene, bravo il diavolone. Ma intanto abbiamo già in casa talmente tanti clandestini da far paura. Di questi, che cosa ne facciamo? Il far-west è cominciato. Che fare? Non è un gran progresso passare dalle discussioni politiche tra destra e sinistra a quelle balistiche tra Beretta e Tanfoglio.

  • …..roba da “buffo stivale”!
    Cari Rita, Pietro e Ivano eppoi todos los otros amigos, se penso che si è cominciato a mettere mano per davvero al big problem della “shoa Africana”, solo perchè incredibilmente, dopo tre mesi di “seghe e pop corn” ( mi si perdoni il francesismo) della “sinistra”, si è concretizzato dal nulla l'”ossimoro politico” Lega (nn + nord)/ 5*, con conseguente materializzazione di un Premier da …..”Paese civile” quale “monsieur Contì”, non posso che chiedermi: ma chi è il genio fantasy che ha scritto questa sceneggiatura?!?
    E allora la metto sull’ottimismo come l’amico DeMasi (articolo sul Fatto di due giorni fa), tanto ……costa istess!!!!
    …..roba da “buffo stivale”!

    • ….Nota aggiuntiva del momento: DeMasi ha pubblicato per Einaudi un ultimo lavoro dal titolo significativo IL LAVORO che sono curioso di leggere!

  • Rita, in tutti i casi non toccava a questi due “fragili” che adesso si beccheranno pure un denuncia con diversi capi di imputazione. Pensa che furbi. Tanto in galera non ci vanno i soliti fomentatori d’odio, che magari dati statistici alla mano qualche ragione ce l’hanno, ci vanno i poveri pirla.

    • Non ho detto che sono o non sono furbi gli apriliani, non è affar mio rispondere delle azioni altrui, mi bastano le mie, ma che: a) il razzismo qui non c’entra affatto; b) i presunti e mai identificati “fomentatori di odio” c’entrano ancora di meno; c) magliette rosse e Rolex tentano di cavalcare la tigre persino in assenza della tigre. Tutto qui.

  • d) la valigetta con attrezzi da furto e scasso sono stati trovati dopo. Domanda: cosa sarà stato scatenante? d) l’orco certamente non siamo noi, o perlomeno non tutti, solo alcuni, tipo “credevo di sparare a un piccione”; e) di quale tigre (delle due) parli?

  • ” è stata trovata ” sorry.

    • Forse, Ivano, non hai letto bene l’articolo del Corriere della Sera che parla di cittadini che “hanno notato una vettura sospetta aggirarsi per il quartiere, già oggetto di furti.” Tu che dici, di notte, al buio pesto, gli apriliani a piedi e di guardia alle loro case/cose sono riusciti a vedere che dentro la macchina c’erano due marocchini? Ma neanche Superman ……..

      La “tigre” in questione è la smenazzata di certuni, sempre quelli e per fortuna poco numerosi: tutto ciò che non garba ricade nella categoria razzismo, xenofobia, fascismo, sovranismo, populismo, e via così … da un “ismo” all’altro. Quando invece le cose sono molto più semplici, terra terra, e spesso rispondono a una logica elementare: se vai a rubare, o infrangi la legge a vario titolo, sai benissimo che presto o tardi qualcuno ti darà una botta in testa. Chiamasi “rischio del mestiere”.

  • Se vai a rubare esistono istituzioni preposte a giudicarti. Non tocca ai cittadini sostituirsi alla legge. Una vettura sospetta? In base a quali criteri di valutazione? Non siamo ai saloon. Ma adesso chiudo davvero.

  • Hanno confuso la macchina con la mucca di Bersani che è ancora nel corridoio

  • A prescindere dalle posizioni di ciascuno (destra, sinistra, destra della destra, sinistra della sinistra…), credo che tutti dobbiamo preoccuparci del clima di queste ultime settimane fino all’episodio toccato alla nostra italianissima atleta azzurra e a una persona di colore in una struttura che ha a che vedere con la… salute dei cittadini.
    Non intendo distribuire colpe (ognuno dà le colpe sulla base della propria parte politica e ognuno giura di avere ragione), ma constatare la pericolosità.
    Una volta si innesca un circolo vizioso, una volta si inizia a percorrere lo scivolo, tutto è possibile.
    Anche il peggio del peggio.

    Non entro neppure nel merito delle misure prese da Salvini perfettamente coerenti con una logica “nazionale” e di sicuro largamente in sintonia con gran parte dell’elettorato (anche non leghista).
    Quello che mi preoccupa è quello che “può accadere” e quanto sarà “narrato” se malauguratamente dovesse accadere: è già successo.

  • «Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare»

    Martin Niemöller (1892-1984)

    Il testo viene da un sermone del pastore luterano e teologo tedesco Martin Niemöller. Dopo un sermone antinazista, Niemöller fu arrestato su ordine di Hitler e rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau. Riuscì a sopravvivere e passò gli anni Quaranta e Cinquanta a predicare a favore della pace e contro le discriminazioni, pronunciando più volte questo discorso diventato celebre. Non esiste una versione scritta e definitiva, per questo nel tempo il testo è stato rimaneggiato più volte cambiando le persone discriminate e il loro ordine. Una versione è inscritta nel Monumento all’Olocausto a Boston, in Massachusetts, e cita comunisti, ebrei, sindacalisti e cattolici; quella più comune in inglese parla di socialisti, sindacalisti, ebrei

  • È la famosa Indifferenza che campeggia al binario 21. Che poi significa che tanto io non appartengo a nessuna delle categorie sopra citate e quindi posso stare tranquillo. Difatti viene da ridere quando si sentono i nostri politici, compreso l’ologramma Conte, che dichiarano che in Italia non c’è nessuna deriva razzista. Intanto che si leggono gli ultimi dati Istat che danno una disoccupazione al 12% e quella giovanile al 32, nonché dei provvedimenti di dI Maio che sono tutti un’incognita. Ma si sa, spostare l’attenzione paga sempre. Ripeto, è una questione di metodo, e ripeto, siamo caduti in un vicolo cieco dove si finge di averne trovato l’uscita. Ma è una porta che non esiste.

  • Che non significa non riconoscere che l’immigrazione sta creando e creerà grossi problemi, sarebbe da sprovveduti non vederlo, ma il tiro al piccione non risolve la questione. Io dico che impallinati o meno potrebbero incazzarsi anche loro, anche quelli pacifici che ancora, ingenui, credono, dopo la crociera, di aver trovato l’hotel vita natural durante. Stiamoci attenti, non riduciamo a delinquenti anche quelli non potenzialmente dotati.

  • Già, Ivano, la preoccupazione è quella di scivolare in un baratro.
    Step by step.
    Col plauso dei più.
    Giustificando tutto.

  • Ci sto pensando da qualche giorno in risposta a Martini, ma mi sembrava una stupidata. Ma ora credo che non lo sia più, confortato da altre voci che vedono il problema del collocamento degli immigrati in qualche modo affrontabile. Sto parlando di luoghi abbandonati, paesi spopolati, soprattutto in aree di montagna e collina, in modo particolare al sud. In questi anni si è letto di sindaci che regalerebbero volentieri case e terreni per rivitalizzare territori abbandonati. In verità sono per ora scelte di benestanti alternativi che abbandonano la vecchia vita metropolitana per ritirarsi in sperdute località ad allevare lama o dedicarsi all’agricoltura biologica che fa ancora figo. In verità sono scelte comode per molti perché supportate da discreti conti in banca da poter impiantare senza grosse difficoltà allevamenti di capre o pecore in via di estinzione o piantagioni di lavanda e zafferano. Ora, perché non considerare la possibilità di queste proposte o offerte anche per gli immigrati? Esistono paesi e frazioni, dove abitazioni, terreni, infrastrutture sarebbero pronte ad accogliere. Certo, dovrebbe essere una scelta volontaria, vedi i ragazzi che coltivano terreni confiscati alle mafie, e ci vorrebbe un progetto. Se però si parte magari dal pregiudizio che preferiscono farsi mantenere piuttosto che lavorare allora tanto varrebbe non provarci neanche. Ma io credo che potrebbe essere un’opportunità.

    • ….nessuna “stupidata” Ivano!
      Occorre però un progetto, un “progetto di accoglienza” però.
      Sappiamo metterci in quest’ottica?
      Mettendo magari assieme le forze dello “Stato Italia” con quelle delle “Stato Vaticano”?
      Senza ovviamente “ghettizzare”! “bianchi” con “neri” e altre …..sfumature di grigio?
      Questo Governo ….. “contrattualizzato” potrebbe rappresentare un’ottima occasione per uscire dagli stereotipi “destra/sinistra/centro” per imboccare la strada della “civiltà”.
      A partire da noi stessi qui su CremAscolta, ovviamente!

  • Dopo più di 200 commenti in un mese e mezzo, Macalli ha in effetti proposto una possibile soluzione al problema delle centinaia di migliaia di clandestini già presenti sul nostro territorio. Si potrà dire che il tema dell’articolo implicava anche altri sviluppi argomentativi, non solo questo del “che fare” oggi. Si potrà dire che la proposta di Macalli è solo accennata e andrebbe resa operativa in termini progettuali. Però Macalli ha il merito di aver fatto l’unica proposta effettiva al riguardo, oltre a quella dei rimpatri, almeno su questo blog. E, temo, non solo su questo blog.

    Rita cita ogni tanto 650.000 clandestini. È questo il numero? Esistono fonti attendibili e aggiornate riguardo a questo dato? Sui media girano le cifre più diverse. Mi pare si vada da un massimo di 800.000 a un minimo di 300.000 clandestini. I numeri e i conteggi sono di varia estrazione e credibilità e sono ampiamente divergenti. Ammettiamo che sulla proposta di Macalli ci sia spazio di lavoro esecutivo. Di quanti clandestini stiamo parlando? È possibile che abbiamo dei sistemi amministrativi così scaccioni da non sapere nemmeno quanti clandestini abbiamo in casa?

    Seicentomila clandestini su sessanta milioni di italiani, dei quali circa il 12% stranieri residenti, significherebbero uno ogni cento cittadini. Si tratta di una media. Se la applicassimo a Crema, su 34.000 abitanti avremmo 4.000 stranieri residenti, compresi, e 340 clandestini, in aggiunta. Ma ci rendiamo conto? Quindi, oltre a migliaia di stranieri, non certo dal Liechtenstein e da Schwiz, abbiamo a Crema 340 clandestini disoccupati, vagabondi e in stato di progressivo reclutamento criminale? Alla faccia delle grandi bellezze, dei chiamami col tuo nome e degli altri deliri psicosensoriali omo-turistico-estetizzanti oggi trendy in città. Smart city? Siamo seduti su una polveriera. Una polveriera smart? (Macalli, questo è un ossimoro o no?, mi aiuti, intanto capisco che rimpiangeremo Valentine). Però non si può dire. Sarebbe allarmismo. Pace, amore e così sia. Se ci piace così.

    • Il 650mila è il numero che dà il Viminale, e pertanto lo prendiamo per buono. Secondo me, sono molti di più, ma non avendoli contati personalmente non mi ostino. Sull'”abbiamo dei sistemi amministrativi così scaccioni …”, la risposta è senz’altro Si: non dimentichiamo che ai tempi della Fornero l’Inps (l’ente dei conti infallibili) si era “dimenticato” di conteggiare 390mila esodati. Noccioline.

      I clandestini in questione, comunque, non c’entrano nulla con gli stranieri residenti, che sono tutt’altra cosa. Ne consegue che a Crema (dato riferito al 1° gennaio 2018) i residenti stranieri rappresentano l’11,2% della popolazione. Oltre a questi, c’è un numero imprecisato di clandestini. Non mi risulta che nessuno li abbia mai contati, né che si possa fare, ci vorrebbe Mandrake. Oltre a questi, ci sono i “parenti”, o presunti tali, degli stranieri residenti, tutti rigorosamente sprovvisti di permesso di soggiorno, che sono arrivati con un visto turistico di 90gg. e poi, facendo gli gnorri, non se ne vanno più. Tra l’altro, non in tutti i Paesi ma in molti, una volta scaduto il visto non li fanno nemmeno più rientrare. Rimangono pertanto a carico dei nostri ospedali, delle nostre scuole, dei nostri servizi sociali, delle nostre carceri, eccetera eccetera. Inutile dire che non lavorano, né lavoreranno in futuro, visto che di lavoro non ce n’é.

      Questo è il caos (a scopo di lucro) creato dai governi precedenti.
      Grazie Pd/Forza Italia, vi rivoteremo sicuramente.
      E ci tocca pure sentir dire che i cittadini “percepiscono” malamente.

  • Grazie, Rita. Quindi come stranieri residenti siamo quasi sulla media nazionale. Il che non è una consolazione. Anzi, per una città piccola e non “metropolitana”, si tratta di una situazione da non sottovalutare affatto. Per di più, non avevo preso in considerazione la questione dei parenti in violazione normativa, che aumenta ulteriormente il fenomeno già consistente e aggiunge un ennesimo spazio di illegalità.

    Ma, in effetti, il problema vero, anche per la sua opacità ed elusività conoscitiva, è quello dei clandestini. Avere tra noi trecento e più clandestini non è un fatto da poco. Ed è indicativo quanto la cosa venga tenuta sotto un profilo informativo così basso. Non è vero che non si potrebbero contare e identificare. Certo, non sarebbe facile. Ma non impossibile. Per cui, potremmo probabilmente avere a Crema più di trecento persone in questo sottobosco, con notevoli rischi per i nostri concittadini; non sappiamo quanti siano in realtà, neanche a spanne; non ci interessiamo proprio di saperlo; di conseguenza, non conoscendone neppure il numero complessivo, di loro sappiamo poco o nulla (chi sono, dove si muovono, come si comportano, come si mantengono); ignoriamo i possibili sviluppi di questa situazione allarmante, con serafica indifferenza; continuiamo a predicare perché ne arrivino altri.

    Naturalmente, anche qui da noi si ripropone la domanda: che cosa ne facciamo? E la proposta di Macalli, di dar loro aree da ripopolare, coltivare e ripristinare ambientalmente, incontra dalle nostre parti maggiori difficoltà che, ad esempio, sui calanchi appenninici. Vaglielo a dire ai nostri imprenditori agricoli di cedere un minimo di pertiche, cascina e diritti d’irrigazione al giovinottazzo vagabondo, come fioretto a gesubambino.

    Mi sembra un quadro estremamente illuminante per la nostra città, politicamente e istituzionalmente. Non sappiamo, non controlliamo, confidiamo nella provvidenza. Insomma, oggi, a Crema, sul problema clandestini, è questa la “buona politica”?

    • Soprattutto vaglielo a dire ai clandestini che devono (e qui, un sorriso scappa) che devono “coltivare e ripristinare ambientalmente le aree incolte”. Terra e bestiame ce l’avevano anche al paesello: son venuti in Italia proprio per non faticare, e adesso gli danno la vanga in mano?

      Il buon senso suggerisce inoltre che l’Italia è un Paese sovraffollato. Ha una densità abitativa di 206 persone per chilometro quadrato, molto più di Francia, Danimarca, Svizzera, Ungheria, Spagna, Grecia, Croazia, Irlanda, Paesi scandinavi, in pratica più del resto d’Europa. Con la Germania siamo testa a testa. Tolti gli Appennini, le Alpi e le piramidi, la penisola secondo voi ha bisogno di essere “ripopolata”? O, invece, sarebbe meglio che qualcuno si levi di torno per fare spazio? Meno male che siamo in fase d’invecchiamento.

      Ora, non voglio insultare l’intelligenza di nessuno, ma si può anche solo lontanamente pensare che chi non piega la schiena in Africa (chi lavora, è rimasto al suo posto) venga a sudare in Italia? Ama gli italiani? Preferisce i maccheroni? Gradisce lo smog? E meno male che anche i più invasati non osano più giustificarsi con “scappa dalla guerra”, una frase che per anni ha fatto rizzare i capelli agli italiani. Se vogliono più soldi in tasca (anche noi) si rivolgano altrove: fino a prova contraria i francesi importano dal Niger ( ma si possono fare molti altri esempi) il 40% dell’uranio necessario per il funzionamento delle loro numerose centrali nucleari ed esercitano da decenni la loro egemonia economica sul Sahel. Se dunque gli autoctoni ritengono di essere stati impoveriti, e senza dubbio lo saranno stati, vadano a fare le loro rimostranze in Francia; prego, il democraticissimo Macron è lì a braccia aperte che li aspetta.

  • Martini, converrebbe anche a loro. Abbiamo in Italia un problema idrogeologico dovuto a incuria e abbandono, terreni, boschi, terrazzamenti che non rendono niente, se non a veder franare tutto alle prime piogge. Non dico regalare, ma contratti a tempo ad esempio, magari accordi per spartire gli utili, anche se ci vuol tempo. Ho cercato, senza trovare, la notizia di quel sindaco che le case le regalerebbe anche, pur di veder ripopolato il suo territorio. Lo so che il tema è difficile, leggevo ieri che negli ultimi anni seicentomila ragazzi si sono spostati dalle regioni del sud, tutti a voler fare gli insegnanti o gli infermieri, per poi vedere dalle loro parti fratture steccate con il cartone da imballaggio, ad esempio, ma si sa che la terra è bassa, e un lavoro fisso è meglio che fare il contadino. C’è un sud che potrebbe essere rilanciato a fini turistici, e quindi chissà quanti casolari potrebbero essere riconvertiti. Certamente senza un progetto, un coordinamento, magari fondi europei da intercettare, non se ne fa niente, ma non succede un fico secco anche a star qui a lamentarci. Insomma, Lei ha scritto che l’Italia potrebbe essere un grande paese, ma se continuiamo a vedere che nessuno fa niente poi non diamo la colpa agli immigrati. Anche da soli stiamo dimostrando che tirarsi su le maniche, oltre ad essere faticoso, non paga immediatamente e quindi nessuno lo vuol più fare. Soprattutto, anche se ormai rientrato, abbiamo politici che promettono stipendi gratis a stare a casa a fare un cazzo. Non sarà quindi anche colpa nostra se abbiamo un’economia che sta andando a rotoli? E comunque è vero, non siamo capaci ad occuparci di noi, perchè dovremmo sbatterci per i neri? O forse dovremmo farlo proprio per disinnescare la miccia di quella polveriera, non intelligente, che abbiamo sotto i piedi.

  • Leggevo proprio oggi, Ivano, che le Canarie catturano un numero di turisti volte maggiore che la Sicilia, pur non avendo… alcuna Magna Grecia.
    La Sicilia e in generale il Sud dell’Italia potrebbero diventare uno dei motori della ripresa (sempre più fragile e con contratti di lavoro sempre più precari – con o senza decreto dignità), ma ci vuole un progetto, occorre saper guardare oltre le scadenze elettorali o i sondaggi della settimana successiva. E dentro questo progetto potrebbe avere un senso coinvolgere i migranti: un coinvolgimento che offrirebbe loro una preziosa opportunità di “formazione professionale” (da spendere un domani al rientro in patria) e nello stesso tempo la possibilità di ricambiare con prestazioni lavorative l’aiuto che la collettività sta dando loro.
    Un… do ut des.
    Una sorta di win-win: a guadagnarci sarebbero loro e saremmo anche noi.
    E’ questo l’unico senso che può avere l’accoglienza: un guadagno reciproco.

    Ma so bene che si tratta di un’utopia.
    La Germania, con tutte le contraddizioni in cui si trova nel gestire un numero di rifugiati che è ben superiore al nostro, sta investendo in un “progetto” di “integrazione” nella logica, appunto, del… win-win.
    In Italia non vedo nulla del genere.
    E non vedo neppure, non solo le condizioni politiche, ma neppure il consenso dell’opinione pubblica che pare desideri solo i rimpatri.

    Tutto è possibile, certo: si può rilanciare turisticamente il nostro Sud… trattenendo i tanti giovani che emigrano e nello stesso tempo rimpatriare gli immigrati senza alcuna protezione internazionale.
    Ma… come trattenerli, dopo che la collettività ha sperso nei decenni scorsi una montagna di miliardi per farlo senza esito?

  • Rita ha ragione nel dire che in Italia siamo troppi. Anche senza dover ospitare 650.000 clandestini, a scomparsa sociale e successiva riemersione criminale. Per me, dovremmo essere trenta milioni, non sessanta. Però …

    Un progetto come quello proposto da lei, Macalli, implicherebbe doti di pianificazione, gestione e controllo istituzionale che in Italia mancano dai tempi di Cavour, per lo meno dai tempi della destra storica. Per cui, se dal 1876 siamo dei tralalà e tiracampà, la vedo male. Però …

    Che questi vagabondi, per usare un eufemismo sentito alla radio, “non abbiano maturato una cultura del lavoro” (traduco: non abbiano palesemente voglia di fare un c****), immagino lo sappiano ormai persino Boldrini e Fratoianni. Però …

    Però si potrebbe fare un test. Curandone bene gli elementi: la scelta del posto, il numero e il genere di “coloni”, il meccanismo di accompagnamento e monitoraggio istituzionale, gli specifici compiti affidati, le modalità di motivazione e incentivazione, quello spirito e quell’impulso necessari alla riuscita dell’impresa. Ma lo sa, Macalli, che nonostante tanti “però”, anche riguardo a quanto giustamente dice Piero, visto tuttavia che la loro alternativa sarebbe finire come pusher o prostituti, la sua idea meriterebbe un esperimento?

    Spesso nella storia è successo così. Dagli occitani a Guardia fino ai veneti nell’Agro pontino, dagli albanesi di Skënderbeu a Chieuti fino ai miei amici del Maharashtra ad Azzanello, è il lavoro duro il banco di prova, il momento della verità, dove il colonizzatore si distingue dal parassita. Se riesci, hai un futuro. Vieni accettato come italiano. E sarebbe un successo, clamoroso, per tutti. Certo, rispetti le leggi italiane: poligamie, infibulazioni, burka, imam jihadisti e tribunali della sharia te li metti in quel posto, perché ti marchiamo stretto. Se fallisci, restituisci tutto, torni a casa e, se sbarchi di nuovo, te lo diamo noi il santegidio.

    • Martini, aspettavo un suo commento, anche se il riferimento a greci, albanesi e occitani, con secoli di storia, famiglie intere che si spostavano compatte, è calzante fino ad un certo punto, e non so quindi fino a che punto possano rappresentare un modello. I tempi sono ovviamente diversi e anch’io ho il timore che le probabilità di successo siano minime. Un tempo bastavano un pezzo di terra e un tetto, e chi arrivava non aveva certamente quei miti contemporanei che hanno spinto tanti africani a prendere il mare.
      In verità mi si potrebbe obiettare che dovrei mettermi d’accordo con me stesso, ma credo che se il ripopolamento avvenisse, con ragazzi soli e deportati in luoghi un po’ fuori dal mondo, questo per molti di loro sarebbe destabilizzante
      Come allo stesso tempo lo sarebbe se continuassero a stazionare davanti a quei posti che il raket ha occupato.
      Anche un’ordinanza anti accattonaggio sarebbe rischiosa, e di posti di lavoro non ce ne sono
      Ma alla fine della fiera credo non ci siano altre strade percorribili, se non il rimpatrio che se realizzabile sarebbe più costoso di altri progetti di integrazione. Se è vero che l’accoglienza ci costa 5 miliardi l’anno sappiamo tutti che sono soldi sbattuti via. Tanto varrebbe provare a spenderli meglio.

    • Facendo i conti della serva, come si dice, il rimpatrio dei 650mila costerebbe attorno ai 2 miliardi di euro mentre negli ultimi due anni per l’industria-accoglienza l’Italia ha impegnato ben 10 miliardi. Non c’è bisogno di essere dei grandi economisti per tirare le conclusioni.

      Un’ordinanza antiaccattonaggio molesto sarebbe inoltre la benvenuta.
      Molti di quelli che tirano a campa’ con i 10euro al giorno, se ne andrebbero da soli.

      Un’altra strada percorribile è inoltre quella dei “rimpatri volontari”: ti pago il biglietto di ritorno e ti offro 3-5mila euro per ri-cominciare a casa tua. In altri paesi del mondo, ha funzionato. E noi avremmo sempre da guadagnarci, in tutti i sensi.

      Diciamo che il problema non è irrisolvibile come vorrebbero farci credere le mafie, c’è una risposta a tutto, fuorché alla morte.

    • Sì, Macalli, quei valdesi erano perseguitati per motivi religiosi, quei combattenti albanesi erano professionisti della guerra, quelle bonifiche pontine avevano presupposti diversi, questa comunità di agricoltori marathi è un caso ancora diverso. Ma ciò che accomuna queste esperienze è una cosa molto importante: il duro lavoro, il sapersi creare una vita e un futuro in un paese straniero, con la sola forza della propria fatica. È incredibile, Macalli, quanto faticassero e fatichino, si impegnassero e si impegnino, sapessero e sappiano realizzare gli uomini quando devono affrontare la prova decisiva del lavoro più duro. Lo so, i perdigiorno che oggi girano per le nostre strade sembrerebbero incapaci di superare questa prova. Se ne siamo certi, inutile parlarne ancora. Se ne siamo certi.

      Lo so, la sua idea potrebbe sembrare azzardata. Fino ad oggi, mi pare, nessuno l’aveva avuta. Comunque, nessuno ha pensato di tentare almeno un esperimento, un test, una prova in tal senso. Siamo certi che la cosa sia irrealizzabile? Tutti parlano del problema ma in realtà, tra tante proteste, a parte la soluzione dei rimpatri, ancora tutta da valutare e definire, di proposte non se ne sono viste. Tutto qui. Ma prima di passare per liberoeuguale, non insisto oltre.

  • Per Di Maio
    Ho visto la Boschi con scorta e macchina blu.
    Cosa succede??

    • Succede, caro Romano, che Di Maio come qualsiasi altro politico NON ha la facoltà di decidere sulle scorte. Fa tutto l’UCIS, in capo ai vertici della Polizia di Stato e dei generali dell’arma dei Carabinieri, il quale dopo aver assunto le informazioni del caso vede e provvede a sua discrezione. L’idea dell’UCIS fu di un governo Berlusconi che stabilì con un d.l. l’istituzione di questo organismo (altri soldi buttati), era inizio millennio, non ricordo se il 2001 o il 2002. Toccava ai suoi dirigenti il compito di assegnare le scorte per “proteggere” politici, magistrati e altri personaggi a vario titolo “minacciati”. Quando perciò leggiamo sui giornali “il tal ministro vuole togliere la scorta a … “, e una fake new.

  • Prima notizia: Il ragazzo che guidava la macchina da cui è stato lanciato l’uovo più famoso del momento è figlio di un consigliere del PD. Seconda notizia: Il padre della più famosa discobola del momento è stato condannato in passato a cinque anni di prigione in quanto appartenente a un clan della mafia nigeriana. Terza notizia: Per la seconda volta in oltre 80 anni un italiano è stato insignito della medaglia Fields, il massimo riconoscimento cui possa aspirare un matematico; Alessio Figalli è di formazione totalmente italiana ma appena conseguito il dottorato se ne è andato all’estero, in ottemperanza alla “dottrina Poletti” (l’ex ministro del PD) secondo la quale è bene che certi personaggi “si levino dai coglioni” per lasciare posto ai “boveri migrandi venuti da Afriga londana”. Ma vedo che su questo blog qualcuno favoleggia di giovanotti abbronzati desiderosi di lavorare la terra in qualche sperduto paesino sulle montagne, figure mitologiche come l’araba fenice, l’unicorno o la ragazza ninfomane, di cui si parla ma che nessuno ha mai visto.

    • Mi dispiace per l’uovo in un occhio, perché nessuno dovrebbe riceverne uno, ma anche la discobola ferita si è dimostrata stronzetta assai. E pure profondamente razzista. L’abbiamo sentita tutti per televisione – ancor prima che iniziassero le indagini!!! – dichiarare con un certo sussiego “sono sicura che volevano colpire una nera, c’erano altri ragazzi sul marciapiede ma hanno colpito me perché sono nera, è stato un atto razzista.”

      Se è giusto che gli scemi di turno chiedano scusa a lei per ciò che hanno fatto, come minimo lei deve chiedere scusa per ciò che ha detto agli italiani, che si costituiscono parte civile. Vada a dare del razzista a qualcun altro; probabilmente quello che si è beccato cinque anni di prigione in quanto appartenente a un clan della mafia nigeriana, lo è.

      Comunque Bruno, hai perfettamente ragione: il mainstream ormai non parla più delle nostre eccellenze e delle tante cose belle che abbiamo, non ne sono più capaci, il gossip quotidiano costa meno fatica. Adesso sono tutti posati come mosche su qualcosa di poco profumato sui “troll” che manipolerebbero il consenso, ovviamente di provenienza russa perché, si sa, di americani non ce ne sono. Mai stati.

    • ….contributo alla “causa” dell’integrazione?
      Ah, saperlo!!!!

    • ?????? Chi l’ha dato il contributo? I lanciatori di uova o la lanciatrice di disco?

  • Martini, e qui vorrei che Rita intervenisse, il problema sa qual è? È Salvini, incapace di andare oltre le goliardate da magliette inneggianti la peggiore destra, non la Sua Martini, colta e dialettica, e citazioni mussoliniane, anche sbagliate. Evidentemente cercare di colonizzare la Rai conta più delle promesse che gli han dato tanto consenso.

    • Potrei intervenire, se avessi capito la domanda.
      In realtà, non ho capito neanche qual’è l’argomento in questione: coloni africani, discobola ferita all’occhio o presidenza Rai? Lascio rispondere a Pietro, che magari ha capito meglio di me.

  • Rita, la domanda è semplicissima, se però preferisci fingere di non capire potrei non insistere. Ma insisto: che cazzo sta facendo Salvini per risolvere la questione dei clandestini? Assolutamente niente, non sa da che parte cominciare. A te e a CORDANI la soluzione. E se la sapete comunicategliela.

    • Lo chiedi a me? Sono l’ufficio stampa di Salvini? Chiedilo a lui su Fb, mi dicono che risponde celermente. Se invece vuoi la mia opinione personale, che peraltro ho già espresso innumerevoli volte, eccola in pillole: io credo che l’attuale governo in materia d’immigrazione abbia fatto in soli 60gg. quello che gli ultimi governi non hanno fatto in 6 anni. Intanto abbiamo messo sottosopra l’Europa, che prima se ne fregava altamente e ci usava come zerbino; abbiamo il controllo del Mediterraneo e difatti non arrivano più i barconi; l’Italia non è più ostaggio delle Ong; siamo l’interlocutore ufficiale della Libia (quello che voleva fare Macron); stiamo pianificando la conferenza europea d’autunno; sul piano della sicurezza, è finalmente guerra al lassismo.

      Si poteva fare di più? Ma senz’altro, si può sempre fare di più.
      In così poco tempo, mi sembrano comunque dei buoni risultati.
      Di tutte le facce che girano a Montecitorio, nessuno avrebbe saputo fare di meglio; non a caso i giallo-verdi hanno il 62% del consenso, segno che gli italiani hanno capito benissimo chi sta lavorando e chi si diverte a fare i capricci, o s’attacca a vecchie cose morte e sepolte per denigrare l’avversario. Asilo Mariuccia.

  • Rita, siamo seri. Tre mesi di stallo prima del governo, adesso questi due mesi col decreto dignità da far incazzare chi il lavoro lo crea, una politica economica confusa con l’unico risultato di far alzare lo spread. Investitori stranieri che se ne vanno, tensioni politiche all’interno con Fontana che tuona contro le nuove famiglie e chiede l’abrogazione della legge Mancino, coi pentastellati che si defilano: non è nel contratto, con tutti che twittano a ruota libera per poi essere smentiti da: parla a titolo personale. Insomma, Ministri da una parte e leaderini dall’altra, ragionevolezza e voglia di effetti speciali, salvo poi rimandare tutto al prossimo anno, flat tax e reddito di cittadinanza e Fornero. Rita, a me sembra tutto un gran casino. Che poi aver bloccato le navi, se a te sembra un risultatone, a me risulta l’ennesimo spot preelettorale. Perché non basta. Rispetto ai clandestini poi nessuna idea, ribadisco, pur riconoscendo la complessità della situazione. Ma adesso lasciamoli andare tutti in vacanza. Tante tensioni, fingendo di andare d’accordo, e dopo due mesi di intenso lavoro e strabilianti risultati, chissà come sono stanchi. Sperando che vadano in vacanza anche gli investitori stranieri. Rita, non farla tanto facile per dei piccolo risultati, l’immigrazione già stava diminuendo, perché la carne al fuoco è tanta e di difficilissima cottura.

    • Si, Ivano, so che tu sei espressione del mainstream; ma, semplicemente, io, come la maggior parte degli italiani, non sono d’accordo con ciò che riporti. La vedo in tutt’altro modo. Evidentemente a te non piace il governo giallo-verde mentre io, per ora, mi mantengo ottimista. Ognuno è libero di pensarla come crede.

  • E dare della stronzetta all’atleta azzurra solo per aver fatto a caldo quelle dichiarazioni, non sapendo ancora quali sarebbero state le conseguenze, qualifica te, non lei. Sarà che io provo sempre a mettermi dalla parte degli offesi. Avrei voluto vedere te, nera, come avresti commentato. E non bastano certamente le dichiarazioni Pd del padre del ragazzo a fugare tutti i dubbi, perché non riconoscere l’aria che tira, anche se in combutta, non toglie che questi episodi si ripetano a danni sempre degli stessi. Per questo dico che non basta dire che il problema esiste, si deve essere chiari, rispetto ai provvedimenti da adottare, non barcamenarsi dietro fasulli risultati. Se poi si è d’accordo con la caccia al nero si decida se per le espulsioni o l’integrazione. Anche se è tempo di vacanza per i nostro politici. Perché i soliti pirla quelli rimangono in città.

    • Questo commento, più che altro, qualifica te e la voglia matta di taluni di trovare un nemico anche quando non c’é. A me invece, che rappresento nella fattispecie la maggioranza, sembra tutto molto semplice. Volentieri ti lascio la tua crociata contro i mulini a vento.

  • Mainstream, quello che ci ha garantito 70anni di democrazia equilibrata, pace e qualche decennio di prosperità? Poi, anche se tu non lo capisci, sono arrivate finanza ed economia globali che naturalmente l’han vinta sulla politica. Poi arrivano questi, che in nome di chissà quale cambiamento, credendosi capaci di contrastare persino la Storia e il corso, secondo me, di un mondo inevitabilmente in trasformazione, gli ultimi decenni li stanno mandando affanculo tutti. Ripescando categorie antecedenti a questi decenni. Chi vivrà vedrà. Però adesso vado a fare la spesa. Ciao.

  • Ho riscontrato che rita è sempre bene informata.
    Mi riferisco alle scorte.
    Hanno pensato di lasciarle alle ministre per timore che siano violentate dalle”risorse” arrivate in Italia? oppure aggredite dai fascisti ?

    • Ah, ah, ah, buona questa. L’informazione dipende dalla non-lettura dei giornali mainstream: armi di distruzione di massa.

  • Aumento del PIL oltre le previsioni grazie alle “risorse” che sbarcano in Italia e i rom.
    Incremento delle vendite di Spray al peperoncino antiaggressione, abbonamenti a palestre per autodifesa, richiesta di detenzioni armi.
    Tempo fa, in compagnia di mia moglie, ho incontrato una “risorsa trentenne” ubriaca, era in bicicletta e ogni due pedalate cadeva in terra in mezzo al traffico.
    Gli ho detto di mettersi seduto sul marciapiede per smaltire la sbornia, in caso contrario avrei chiamato la Polizia. E’ venuto verso di me urlando” italiano di merda” “ succhiami l’uccello”. Alcune signore guardavano e ascoltavano, a quel punto mia moglie mi ha strattonato dicendomi: Romano vieni via, gli avvocati costano. Se avessi solo risposto “negro di merda” sono certo che le testimoni avrebbero deposto a favore della “risorsa” dandomi del razzista.
    Cari italiani siamo messi male, molto male.

    • Anch’io, Romano, ho assistito a un’infinità di scene simili. Su autobus e treni, è praticamente la norma: non pagano regolarmente il biglietto e danno del “razzista” al controllore che glielo chiede. Senza dar loro la multa, ovvio, tanto chi la paga. A quale indirizzo gliela spediscono? Il tutto mentre decine di onesti cittadini, i tontoloni della “percezione d’insicurezza” manipolati dal web, assistono impotenti, schifati e indignati. E dobbiamo sorbirci anche la nigeriana lanciatrice di pesi (e di bufale) che rivendica “mi hanno colpito perché sono nera”; l’idiota diciannovenne invece era Guglielmo Tell …..

  • Dei suoi due obiettivi principali, Salvini sta raggiungendo il primo, quello del contenimento dei nuovi sbarchi di clandestini, mentre non ha ancora fatto nulla riguardo al secondo, quello dei rimpatri dei 650.000 clandestini già presenti. Se tra settembre e dicembre non riuscirà a cacciarli via, diminuirà anche il consenso nei suoi confronti. Gli altri presunti obiettivi leghisti non sono i veri motivi del successo elettorale e, se mancati, non porterebbero a conseguenze troppo negative. Salvini ha preso i voti per bloccare e cacciare i clandestini. Basterebbe, eccome.

    Degli obiettivi di Di Maio, quello principale, che sta a cuore soprattutto agli italiani del sud che l’hanno votato, è quello assistenzialista del cosiddetto “reddito di cittadinanza”. Mentre però Salvini, raggiungendo i suoi obiettivi, porta a risparmi economici, Di Maio si trova senza quattrini davanti a questa e altre promesse costosissime. Se i mercati lo puniscono, se l’Europa lo mette alle strette, ha già chiuso la sua breve carriera politica e il guaglione torna a far sedere i tifosi allo stadio. Visto che l’assistenzialismo “di cittadinanza” costa parecchio e i soldi mancano, se fosse furbo potrebbe disimpegnarsi dalle altre stupidaggini della flat tax, della revisione della riforma Fornero e delle altre scemenze demagogiche promesse in campagna elettorale e, facendo qualche salto mortale economico, concentrare le risorse disponibili sull’assistenzialismo meridionalista, così da mantenere il consenso almeno laggiù.

    Se invece Di Maio porta l’Italia contro i mercati e l’Europa perché vuole attuare la prebenda meridionalista “di cittadinanza”, la flat tax, le pirlate pensionistiche zapatiste e tutto il resto, allora tra settembre e dicembre prepariamoci a due bagni di sangue: prima quello degli italiani e poi quello suo e del suo partito. L’attuale pasticciaccio brutto definito “decreto dignità” non ha immediatamente effetti economici troppo pregiudizievoli ed è solo un prolegomeno alla resa dei conti di quest’autunno. Intanto, l’opposizione è agonizzante, più sbandata di quella del 1924.

    • Sono convinta anch’io che la “partita” si giocherà con i primi rimpatri che devono partire entro l’anno. Ci vuole un segnale forte, e immagino che lo sappiano benissimo al Viminale. Inutile negare che lo zoccolo duro del M5s, quasi tutti campani e siciliani che fanno riferimento a Fico, sono immigrazionisti da sempre; tuttavia Di Maio sa benissimo che questa è la “loro occasione di governo” e chissà se ne avranno un’altra. Il movimento alle amministrative è andato malissimo, se domani dovessimo votare per nuove politiche se lo sognano il 31%, quindi conviene che mangino ‘sta minestra, anche se magari è un po’ salata.

      In questo momento, gli italiani guardano a Salvini e non a Di Maio.
      La prova del nove sarà il Def d’autunno. Nero su bianco. Giorgetti ha dichiarato che la flat tax “partirà” in quell’occasione, e fino a prova contraria noi gli crediamo.

  • Tanto per rimanere in tema, un piccolo assaggio
    02/08/2018
    1. Battipaglia. Nigeriano violenta una 13enne. Poi massacra il cuginetto che la difende
    Orrore a Battipaglia. L’immigrato con regolare permesso di soggiorno si è abbassato i pantaloni e ha palpeggiato una 13enne. Poi ha picchiato il cuginetto che ora è in ospedale

    2. Milano. Botte e coltellate al militare Il profugo era già condannato
    Uno straniero del Burkina Faso prima picchia l’autista dell’autobus, poi ferisce un carabiniere con una lama

    3. Bergamo. Gruppo di rom invade il pronto soccorso e picchia un infermiere
    I nomadi si sono presentati in ospedale con una bambina ferita lievemente a un dito, pretendendo di saltare i pazienti in attesa

    4. Firenze, immigrato aggredisce gli agenti
    Al momento dell’identificazione si è scoperto che il magrebino aveva precedenti per spaccio, che non era in possesso di regolare permesso di soggiorno e che aveva divieto di dimora nel comune di Firenze

    5. Polcenigo, in provincia di Pordenone
    Un cittadino romeno di 30 anni ha prima pestato e poi distrutto la bicicletta di un minorenne. Lo straniero si è giustificato dicendo che il ragazzino guardava sua sorella
    6. A Ferrara è guerra aperta tra bande di immigrati. Già quattro feriti con accette o machete

    7. Napoli, folle rissa tra nigeriani calci e pugni a un carabiniere

    8. Milano, egiziani si accoltellano. Uno finisce col cranio spaccato

    9. Rho. Stupra e pesta una 17enne al parco. Il migrante non potrà essere espulso
    Il marocchino sbatte a terra e violenta una 17enne in un parco a Rho. Poi la pesta con calci e pugni per rubarle il cellulare
    03/08/2018
    1. Milano. Paura in stazione: migrante tenta di stuprarla, lei lo ferma con lo spray
    Il 20 luglio, in stazione Garibaldi, un nigeriano irregolare tenta di violentare una 25enne. Lei si difende con lo spay urticante e scappa. Oggi il clandestino è stato arrestato

    2. Torino
    Poliziotto ferito da un somalo col forchettone. Il suo collega ha sparato tre colpi e ora rischia di finire indagato

    04/08/2018
    1. Lucca, nigeriano pesta e manda in ospedale tre agenti del carcere
    La denuncia del Sappe, dinanzi all’ennesimo caso di aggressione all’interno di una struttura detentiva; il sindacato invoca nuove assunzioni e maggiore sicurezza

    2. I rom accampati in stazione: è l’ennesimo flop della Raggi
    Dopo lo sgombero del Camping River, i rom occupano la piazza a Prima Porta. Ed è già allarme per i rischi igienici

    3. Preso il rom ladro seriale specializzato nei furti a scuola
    Si tratta di un 26enne residente nel campo nomadi di Lamezia Terme: 13 i colpi di cui sarebbe responsabile

    4. Napoli, fermato sospetto pedofilo
    Fermato un extracomunitario mentre scattava fotografie ai bambini su un convoglio della Circumvesuviana. Sul suo smartphone ritrovate dalla Polizia numerose foto di minori

    5. Ferrara, pestano i militari a sprangate: due clandestini subito liberi
    A Ferrara è guerra tra immigrati. Continuano i raid punitivi a colpi di accetta. Colpiti due militari. Aggressori già scarcerati
    6. Pordenone,
    Un migrante del Burkina Faso ha aggredito un autista di bus e ha accoltellato un militare

    • E’ “normale” Romano che un Paese laborioso (Germania) attiri i lavoratori, un Paese tranquillo (Scandinavia) attiri le famiglie e un Paese mafioso (Italia) attiri i delinquenti. Anche negli Anni Novanta gli albanesi svuotavano le carceri e mettevano i loro galantuomini sulle navi dirette in Italia per liberarsene. Le api vanno dove c’è da succhiare, non tra i ghiacci del Polo.

    • E’ “normale” Romano che un Paese laborioso (Germania) attiri i lavoratori, un Paese tranquillo (Scandinavia) attiri le famiglie e un Paese mafioso (Italia) attiri i delinquenti. Anche negli Anni Novanta gli albanesi svuotavano le carceri e mettevano i loro galantuomini sulle navi dirette in Italia per liberarsene. Le api vanno dove c’è da succhiare, non tra i ghiacci del Polo.

  • ….mi pare di capire, Romano che il tuo intento è quello di “segnalare una situazione critica” che si incentra esclusivamente sul tema “immigrati che delinquono”.
    Si, credo anch’io che , a causa della pessima gestione che si è fatta negli anni passati di coloro che sono approdati vivi sul suolo Italiano, stante la altrettanto pessima stratificazione di leggi concernenti la gestione della “giustizia” rende spessissimo inefficaci le azioni conseguenti al fermo/arresto dei responsabili di atti delinquenziali, stante l’abitudine consolidatasi in Italia a trasgredire comunque leggi e divieti in ogni campo considerandole/i “limiti oppressivi della propria libertà personale”, stante la consolidata presenza autorevole di mafie/camorre/’ndranghete alle quali è stato concesso ergersi a “sistema” alternativo a quello (assente) dello Stato, quella percentuale di immigrati (tra quelli che a diverso titolo calcano l’italico suol), che sono “di suo” dei “poco di buono”, si senta in qualche modo di avere “campo libero” per commettere quegli atti incivili, trasgressivi, delinquenziali che tu hai elencato.
    La situazione è certamente ad elevata criticità! Concordo.
    Ma ancora una volta però mi viene da sottolineare che accanirsi contro i “sintomi” possa essere fuorviante rispetto alla reale possibilità di curare ( e possibilmente debellare) “la malattia”.
    Un esempio (che si attaglia al tema), così per non limitarsi a dare aria alle parole: da decenni è tacitamente accettato che in un Paese democratico e repubblicano, sia il “caporalato” ( con tutto quello che consegue quanto trasgressione di ogni Legge e comportamente socio/civile) a gestire attività stagionali di raccolta di quanto la madre terra (magari “sollecitata” chimicamente) ci dona.
    Come è possibile che accada in un Paese civile retto da una Costituzione che pone “il lavoro” al centro di ogni agire?
    Tu, Romano, continua pure a fare l’elenco dei “sintomi”, è certamente utile per aiutarci a ….. (e oramai se ne abusa anche al “bar dello sport”) “tenere alta la guardia”, però il “goal” io credo debba essere un altro!

  • Intanto la notizia di troll russi russi, impegnati a sputtanare Mattarella dopo il no a Savona. In una notte ( quella tra il 27 e il 28 maggio ) 400 nuovi profili e migliaia di messaggi di insulti e richiesta di dimissioni. Lunedì si saprà se esistano o meno gli estremi per l’apertura di un’inchiesta. Se è questo il superamento della Democrazia rappresentativa siamo messi proprio bene. Gioie e delizie del web.

  • P.s.: come se non fossero bastati gli autoctoni. Di chi sarà la regia? Io un sospetto ce l’ho.

    • Anch’io un sospetto ce l’ho: all’origine di questa ennesima minchiata, dopo le uova razziste e i fascisti da stadio, c’è il grande fallimento della mondializzazione targata stelle e strisce, il ritorno in campo della Russia e la definitiva affermazione della Cina quale potenza globale. Non riescono più a controllare i media: panico!!! Ecco perché adesso l’informazione italiana s’è messa a fare il verso a quella statunitense (e te pareva!), che da quasi due anni sta sottoponendo ad un fuoco di fila Ciuffo Arancione senza aver sortito finora alcun effetto pratico, né tantomeno diminuito la sua popolarità, che al contrario è aumentata. La stessa cosa sta accadendo in Italia, dove a dispetto della propaganda contro l’attuale governo scatenata dai principali media cresce il suo consenso, secondo i recenti sondaggi. A prescindere comunque dall’apertura o no dell’inchiesta sul Makkaroni Russiagate, che verosimilmente potrebbe durare tra i 20 e i 30anni, e quindi pochi di noi arriveranno alla sentenza, una cosa è fin d’ora sicura: se nella notte del 27 maggio in 400mila hanno twittato #Mattarelladimettiti, almeno in 20milioni (ma probabilmente, molti di più) lo hanno pensato, me compresa. La notizia, casomai, dovrebbe essere questa e non l’altra.

  • ….temo che oramai, il sistema democratico rappresentativo sia ormai totalmente ….”sputtinato”!
    Da un lato Leggi elettorali che consentono follie (nelle ultime elezioni per la Camera erano presenti e hanno ricevuto voti 28 partiti) che disincentivano la partecipazione al voto, dall’altra il voto è comunque pesantemente influenzato da fake, propagandate capillarmente attraverso i “social” (beffardo il termine!); anche CremAscolta riceve pressochè quotidianamente spam del tipo:
    Nuovo utente registrato sul sito CremAscolta:
    Nome utente: randienxx2469 E-mail: randienxx21@ruby.facxxrican.com.
    …..ci troviamo al bar?!?

    • Sarà meglio.

  • Ma poverino Mattarella. Non ha forse fatto il suo mestiere? Ha forse agito oltre i dettami costituzionali? Se così fosse stato sarebbe sotto impeachment? Ma non è successo.

    • Tutti facciamo il nostro mestiere, dipende da come.
      Non infrangere la legge nello svolgimento delle proprie funzioni non significa fare la cosa “giusta” bensì fare la cosa “lecita”. A maggior ragione, se fai il politico, sai che il popolo (che ti stra-paga) è lì apposta per giudicarti. E ci mancherebbe!
      Nel caso specifico del 27-28 maggio, alla fine Salvini dissuase Di Maio dalla richiesta di impeachment perché ormai il brodo era stato allungato anche troppo e bisognava stringere i tempi; ma con questo, non è che noi italiani ce ne siamo dimenticati. Anzi. Ci ricordiamo benissimo anche Napolitano che ci ha scagliato in guerra contro la Libia, quando nessuno la voleva. E ci ricordiamo altrettanto bene la coppia Prodi-Ciampi che ci ha fatto entrare nell’euro quando non eravamo ancora pronti per partire. Abbiamo la memoria lunga. E siamo pazienti, come i cinesi.

  • ….ma, Rita l’unico 400 che è documentato in rete ( e non 400 mila) è il numero di nuovi profili, tutti riconducibili ad un’unica origine, sui quali sono stati scritti quella mattina migliaia di messaggi di insulti al presidente e richieste di sue dimissioni.
    La …”coincidenza” temporale con la richiesta di dimissioni da parte di DiMaio? Inquietante, direi!
    Dopodiche quello che hanno pensato 20 milioni di persone (te compresa), mi pare parecchio opinabile no?
    Quanto a “ciuffo arancione”, che presenta le stesse caratteristiche e ….sindromi del nostro beneamato “cavalier de olgettinis” dei ….tempi d’oro, mi risulta francamente insopportabile nella sua prepotente, ostentata volgarità! Caggiafà …..

    • D’accordo, qualcuno si sarà anche preso la briga di creare profili ad hoc. La sostanza però, che era quella a cui facevo riferimento, è tutt’altra. Qui il problema, ammesso che ce ne sia uno e non si tratti della solita bufala all’uovo strapazzato, non è chi ha creato gli account ma la credenza che le “masse” siano passive e che si possa con la giusta “tecnica” manipolativa inculcare qualsiasi cosa nelle loro povere menti. Quando in realtà la verità “vera” è che ormai, con l’avvento di internet, la gente non s’informa più dalle tv e dai grandi giornali. Fonti che, è sempre bene ricordarlo, si sono screditate da sole.

      In sintesi: con o senza il Makkaroni Russiagate, che è un perditempo, la maggioranza degli italiani ha pensato veramente #Mattarelladimettiti. Questo è il punto.

      Bei tempi, comunque, quando Pasolini denunciava sulla Rai il “nuovo fascismo” dei media, rifacendosi alla visione pessimistica dei francofortesi. Adesso, invece, la Rai pone il veto sul suo stesso vice-presidente, così, tanto per fare un po’ di capriccetti. E’ uscita di senno. Chi mai potrà manipolare un organo informativo del genere? E poi, si lamentano perché la gente si rivolge altrove? A morte i social, abbasso le fake, ovvero le altrui notizie?

    • Ma che bel quadro hai dipinto, Pietro! Realistico al 100%.
      Anch’io stavo osservando nelle ultime settimane la pericolosa china meridionalista giù dalla quale stanno scivolando i pentastellati. Finiranno, come giustamente osservi anche tu, nella fossa in cui giace il povero Bossi, per il quale, nonostante tutto, non posso fare a meno di provare un po’ di pena. Essere gabbati dalla propria famiglia è la peggior cosa che possa capitare a un uomo/donna.

      Credo, comunque, che la nuova Lega (senza più “nord”) sia consapevole di tutto questo, il che spiegherebbe anche i suoi tanti braccio di ferro. Ha un’ottima (quasi tutti economisti) classe dirigente. Come ho avuto modo di dire in un’altra occasione, se domani dovessimo andare a votare, col cavolo che M5s porta a casa un altro 32%. Le amministrative hanno ampiamente dimostrato che l’infatuazione è finita.

    • Non so perchè il commento sia finito qui, avrà schiacciato il bottone sbagliato, ma mi riferivo al commento di Pietro Martini del 5 agosto 2018 alle 19:51. Sorry.

  • Per Martini di ieri 18:22. A questo punto, rispolverando vecchie categorie, non rimarrebbe che un’alleanza tra la sinistra storica e la Sua destra. Solo che non si trova. Dov’è, accidenti. Ho sentito pochi giorni fa Giorgetti dichiarare che quanto promesso va mantenuto. Orrore, per dire che la Sua analisi é azzeccatissima. Auspicando una nuova coalizione della ragionevolezza.

    • Le faccio una proposta, caro Macalli. Se proprio vuole darmi del lei, almeno non mi metta le maiuscole sui possessivi (beh, detto così suona in modo un po’ diverso da quello che intendevo). Apprezzo il rispetto (per me reciproco) ma dai, non formalizziamoci troppo. Grazie.

      Sulla sinistra mi sono già permesso di esprimere in molti commenti la mia personale opinione, che è quella di uno di destra ma però anche di uno che ce la mette tutta per non finire con l’alzheimer ideologico del dogmatismo, come quelli convinti d’avere in tasca la via, la verità e la vita. Sulla destra le sarei grato se non infierisse troppo, vista la situazione. Sulle possibili alleanze, un ponte per stare su deve poggiare su due rive salde. Qui non si riuscirebbe a tendere nemmeno un ponte di barche. So che fare l’angolo del gufo non è smart, tra tanti peana trendy, per cui evito di passar per cassandra e incrocio le dita. Forse è perché tra quattro settimane diventerò anziano (una sfiga, peggio che non aver fatto l’erasmus), di sicuro i giovani saranno invece tutti contenti del prossimo Def e poi, in effetti, devo ammettere che se ne son viste di peggio da quando avevo le braghe corte. TIremm innanz.

  • Caro Pietro, per me ve bene anche il tu. Le rive salde? L’ho gia scritto, basterebbe la ragionevolezza. Ciao, anche prima di bere un bianco insieme.

  • Ottimo. Grazie.

  • Sono molto interessanti, per Lega e Cinquestelle, i due diversi processi di radicamento politico territoriale e rivendicativo elettoralistico.

    La lunga marcia della Lega verso una dimensione nazionale, dalle iniziali scempiaggini cortilizie bossiane fino al recente e un po’ spudorato patriottismo salviniano, sembra continuare tra esibite dichiarazioni di italianità, sventolii tricolori e magliette corporative di piazza. Mi sembra una marcia nella direzione giusta, come italiano e poi come lombardo, ammesso che i lombardi come popolazione omogenea e ceppo etnico esistano.

    Al contrario, la rapida marcia pentastellata verso una sempre maggiore meridionalizzazione, dall’iniziale messaggio trasversale e internazionale del ligure Grillo e del lombardo Casalegno ai recenti spartachismi demagogici del campano Di Maio e dei suoi sodali nati tra Lazio e Sicilia (Fico, Bonafede, Trenta, Grillo, Savona, Crimi, Lenzi, Di Battista, Sibilia, Spadafora e molti altri), sembra continuare in un crescendo di incarichi politici a esponenti meridionali (su sei sottosegretari campani, cinque sono pentastellati) e di rassicurazioni economiche e premialità in risposta a esigenze assistenzialistiche e istanze di carattere facilitativo di palese origine territoriale.

    Ho ridato una scorsa ai ministri, sottosegretari, presidenti di commissione, responsabili di spicco ed esponenti del movimento oggi in auge. Nel giro di circa un lustro, il baricentro ha avuto uno spostamento geografico notevole. Non si tratta di una valutazione, solo di una fotografia. La Lega da cantonale sta diventando nazionale, i Cinquestelle da transnazionali stanno diventando meridionali, con tutte le conseguenze del caso.

    Lo so che cosa state per dirmi, qui dalle nostre parti. Va bene, viva Toninelli.

  • …..Pietro, tu che hai dato una scorsa allo ….squadrone, ma hai guardato chi ci sta nel ruolo chiave di Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio?
    E’ da li che passa tutto!
    Che “uomo” è?
    Tutto il resto è …..contorno, stracci che volano, distrazioni per la massa!

    • Sì, Francesco, hai ragione, Giorgetti svolge un ruolo importante. Penso però che un assalto di inequivocabile matrice territoriale al movimento pentastellato prima e al governo italiano poi ci sia stato in modo evidente. Il contrasto con le leve iniziali del movimento è stridente. Il “salto sul carro” degli ultimi anni non è ancora stato analizzato nei nomi, nei modi e nei tempi, però già da una prima verifica appare di notevole interesse politologico e di costume. Più in generale, ho evitato nel precedente commento di citare personaggi come i siciliani Di Stefano e Santangelo e il campano Tofalo, in quanto, avendo già citato Sibilia, penso di aver detto tutto. Girano in rete degli zibaldoni di citazioni esilaranti dal Sibilia-pensiero che esprimono perfettamente i motivi per cui più i Cinquestelle governano oggi, più la Lega prenderà voti domani. Il miglior affare politico di Salvini era fino a ieri quello di aver sotterrato Bossi. Da oggi il suo miglior affare è quello di lasciare che questo meridionalismo politico, che sta spingendo per provvedimenti assistenzialistici e parassitari, venga ben avvertito e compreso dal resto d’Italia, soprattutto dal settentrione. Poi, arriverà la resa dei conti.

  • Riconosciuto che un problema di ordine pubblico esiste, anche a Crema, e le dichiarazioni del nostro vicesindaco di volontà di intervento ci sono, ci troviamo di fronte a disturbi di diversi caratteri etnici. Piazza San Martino assediata da spacciatori romeni e indiani che giocano nottetempo non so a cosa, e l’area attrezzata lungo il Serio assediata da ragazzi italiani che bivaccano in festine organizzate con buona pace dei residenti a ridosso che passano notti insonni. E questo lo verifico tutte la mattine pedalando lungo il fiume, con l’area fittness discarica di cartoni di pizze e vuoti di birra e dopo aver parlato coi residenti che da tempo denunciano il disagio, soprattutto estivo, mai affrontato. A parte il fatto che gli schiamazzi notturni sono un problem vecchio come il mondo, preimmigrazione e a tutto disonore di maleducati autoctoni, di fatto la considerazione ovvia è che siamo un paese di incivili, che hanno bisogno ancora di leggine, ordinanze, controlli autoritoriali per quel minimo di decoro che dovrebbe caratterizzare la convivenza civile. E ripeto, non è questione solo di etnie, cosi che il risultato, non sapendo che pesci pigliare, dimenticando che siamo tutti dei cafoni, è che invochiamo inasprimenti legislativi, maniere forti e l’uomo forte al comando. Per dire cosa non lo so, se non correndo il rischio di quella retorica buonista contrapposta a quella di chi invece le colpe sono sempre degli altri. Sabato mattina, su una delle nostre ridicole ciclabili, che tali non sono, un pirla, marcandomi stretto, senza distanza di sicurezza, anche le pedalate hanno delle regole, mi ha tamponato perché ho dovuto fermarmi in panetteria. Non sto a raccontare quello che mi son sentito dire da quell’idiota, oltretutto incoraggiato da una moglie che più cafona di così, abbigliamento, trucco e tono di voce, si muore. Italianissima come il marito. Inutile dire che la mia reazione è stata proporzionata alla loro.

    • In linea d’aria le mie finestre, sempre aperte nelle notti d’estate, si trovano a pochi metri dall’area attrezzata lungo il Serio, e ti assicuro che nessuno nel quartiere passa notti insonni. Mentre troviamo il mattino dopo spazzatura dappertutto. Qui, però, basterebbero un paio di telecamere e sanzioni severe ai trasgressori. Bazzecole.

      Le etnie non c’entrano. Un conto sono i cafoni, altro i molesti. I primi sono maleducati e talvolta disgustosi, i secondi pericolosi poiché sempre in procinto di appropriarsi di qualcosa (soldi, corpi, oggetti, dipende).

  • Chiedo scusa se infrango una regola che ho cercato sempre di applicare, quella di non uscire mai dal “tema” del post, ma siete voi, amici, a portarmi… fuori strada.

    A proposito dei pentastellati: sulla vexata quaestio dei vaccini ho la sensazione che siano prevalsi i… ciarlatani contro la stragrande maggioranza della comunità scientifica.
    So bene che il termine è brutale. Potrei correggerlo: i Cinque Stelle stanno continuando, anche se sono al governo, la campagna elettorale (non solo sui vaccini, ma su tutti gli altri temi, comprese le grandi opere).
    Una seconda considerazione (impressione: non mi permetto di emettere sentenze): l’assalto a Mattarella a proposito del “caso Savona” ha rappresentato una della pagine più squallide della nostra storia repubblicana (so bene che i costituzionalisti sono divisi sui poteri attribuiti al presidente della Repubblica sulle nomine dei ministri, ma l’impeachment lanciato da Di Maio aveva tutta l’aria del giustiazialismo alla Saint-Just.

  • Rita, so bene dove abiti, non così vicina all’area attrezzata. Se racconto questo è per farti notare che ci sono condomini proprio a ridosso ed è con alcuni residenti che io ho parlato. La provincia di questa mattina ne parla e riferisce di raccolte di firme, non credo a caso, inoltrate senza riscontro. Se però tu sostieni che i ragazzi che bivaccano nottetempo lo fanno in religioso e rispettoso silenzio senz’altro hai ragione tu.

  • Il 22 ottobre 2017 si è svolto in Lombardia e Veneto il referendum sull’autonomia. Nonostante abbia partecipato solo il 40% degli aventi diritto il risultato è stato inequivocabile. L’indomani già Zaia rivendicava. Pietro parla di baricentro orientato verso sud di nomi e poltrone, denunciando un certo disequilibrio. Cosa che avvenne anche con Renzi con il suo giglio fiorentino. Ma questo sarebbe il meno secondo me, perché è un altro baricentro che si sposta continuamente se questo governo vuole procedere. Già il Decreto dignità ha cominciato a scontentare il nord produttivo, con gli industriali e lavoratori sul piede di guerra, e qui l’han vinta i 5stelle. E già questo mi stupisce molto, con un Salvini agguerrito che però io vedo evidentemente compromissorio se vuole portare a casa qualcosa sul problema dei clandestini o immigrati in genere, nonostante la resistenza di qualche nome pentastellato. E qui mi stupisco che i vari Governatori del nord non siano intervenuti. In verità si potrebbe dire che sono le dinamiche fisiologiche di qualsiasi governo. Ci si mette d’accordo. Ma poi deve arrivare il reddito di cittadinanza, che magari ridimensionato, vedrebbe Salvini alle prese con un problema meridionale che forse qualche problema a retaggi nordici lo potrebbe cerare. E allora addio sovranismo. Perché anche per questo potrebbe ritornare la data del 22 ottobre. Ma anche qui il baricentro potrebbe spostarsi in cambio di altre concessioni. Invece la riforma della Fornero riguarderebbe tutti e anche qui un’intesa si potrebbe trovare. Poi ci sono tutti gli altri temi, Tav, Tap, infrastrutture in genere, Ilva, vaccini. E anche qui la quadra la troveranno. Ma ritornando al baricentro, che si sposta continuamente per visioni contrapposte, quello che preoccupa, secondo me, è che una visione dell’Italia così diversa tra i due componenti, nel tentativo esasperato di trovare compromessi da tutte le parti, non finirebbe davvero con un disastro economico istituzionale senza precedenti? Se tutti vogliono spendere, millantando coperture che non esistono per tutti i Ministeri, io mi chiedo a cosa porterà tutto questo. Ammettiamo che i due riescano a portare a casa quello che vogliono, con riforme costosissime neanche scientificamente quantificabili, dopo cosa succederebbe? Se anche l’Europa approvasse ulteriore sforamento del bilancio, questo aumento del debito pubblico come si recupererebbe? Tanto più che tutti dichiarano di non voler aumentare le tasse. Si stanno allora attivando per ridurre sprechi, non quella dei vitalizi e pensioni d’oro, più demagogica che produttiva, combattere l’evasione, e altre ingegnosità? Abbiamo una quadro di sviluppo economico o ci si barcamena solo per accontentare perchè si deve mantener fede alle promesse elettorali?

  • Per Rita di oggi alle 9:56.
    Ti ringrazio, Rita, e aggiungo solo che sarebbe onesto ammettere da parte mia un limite personale in questo modo di vedere la nuova situazione dei Cinquestelle, in quanto sono nato in un territorio come il nostro. Forse, se fossi nato al sud penserei e mi esprimerei diversamente, apprezzando questa loro evidente virata meridionalista. È sempre difficile riuscire a non farsi condizionare da ciò che si è, da dove si viene. Per cui, mi rendo conto che su quanto ho detto andrebbe fatta una certa tara, visto che, di fatto, sono un “nordista” e non un “sudista”, categorie che purtroppo in Italia non sono ancora state risolte in una italianità nazionale comune e condivisa.

    Per Piero di oggi alle 10:12.
    Mi permetto sommessamente, caro prof, di dissentire sul tuo paragone tra Di Maio e il “parfait” de Saint-Just. L’unica cosa che hanno in comune è di chiamarsi Luigi. E la storia li giudicherà come responsabili di “terrori” di ben diverso livello e rango. E poi, ricorderai anche tu, tra il marzo e l’aprile 1962 (io ero in terza elementare, in casa avevamo la tivù da pochissimi anni, e proprio allora mi appassionai di quella rivoluzione), lo sceneggiato televisivo, oggi purtroppo perduto (resta solo l’audio), “I Giacobini”, dove Warner Bentivegna recitava la parte dell’algido perfetto. Molti italiani ebbero allora un esempio, sia pure soltanto catodico, di tutto ciò che non erano, mentre molte italiane (con fenomeni di infatuazione televisiva ante litteram) di ciò che non avevano.

  • Non so se bivacchino ragazzi o adulti. Dico solo che non si sente nulla, mentre quando anche in pieno pomeriggio ogni tanto scoppiano le risse si sente eccome. Sarà questione di acustica. Comunque, ribadisco il concetto: tre o quattro telecamere non costano una fortuna. Meno del bike sharing della stazione.

  • Grazie, Pietro: i confronti storici sono tutti forzati (e tu, che sei uno storico con tutte le carte in regola, me lo insegni. Volevo solo sottolineare non solo il comune atteggiamento giustizialista (nei confronti del Re o Presidente), ma anche il fatto che sono due… giovani giustizialisti entrambi incantatori di popoli.

    • Per correttezza, Piero, non basta sottolineare quanto siano “giustizialisti i due giovani incantatori di popoli” ma bisogna motivare certe affermazioni, che altrimenti si auto-derubricano da sole a semplici espressioni di propaganda.

      Da sempre, in ogni repubblica democratica, il popolo ha criticato il suo presidente (Trump, Macron, May, eccetera) e il politico di turno ne ha chiesto le dimissioni (per molto meno!), posto che non stiamo parlando di Amon-Ra, emanazione della luce divina sulla Terra, ma di uomini e donne che sbagliano. Sarebbe questo il “giustizialismo”? Se qualcuno ritiene che il presidente sia stato virtualmente “disonorato”, spieghi allora perché non s’indigna quando a subire lo stesso trattamento sono gli attuali ministri della repubblica, insultati quotidianamente dai media nonché incolpati di cose/parole inesistenti. Alcune cariche dello Stato possono essere infamate, altre no? E’ la nuova giustizia a due velocità?

      Da sempre, in ogni repubblica democratica, si tengono elezioni periodiche dalle quali escono vincitori e perdenti. Come mai quando i vincitori non sono graditi all’establishment diventano automaticamente “incantatori di serpenti”? Non hanno vinto perché sono più bravi degli avversari bensì per colpa del web, dei social, dei troll russi o della mamma. Mi chiedo se non sarebbe più semplice (e onesto) ammettere che il governo giallo-verde non è di nostro gradimento. Punto. Evitando, magari, di dare agli altri le colpe della nostra delusione.

  • “Foggia: scontro tra un tir e un furgone carico di stranieri che avevano appena finito di lavorare nei campi”
    Conte e Salvini oggi a Foggia.
    Perché????
    Frequentemente furgoni di nostri operai che per essere in cantiere alle 7.00 partono dalle Valli Bergamasche alle 5.00 di mattina e rientrano a casa alle 8.00 di sera subiscono incidenti anche mortali.
    Un furgone carico di stranieri che provoca o subisce un incidente obbliga Conte e Salvini ad andare sul posto a rendere omaggio.
    NO, ASSOLUTAMENTE NO.

    • NO! ASSOLUTAMENTE NO. Difatti, sarebbe una bestemmia.

    • C’è un motivo, Romano. Non si tratta di una visita parenti bensì di una … visita diplomatica. Salvini ha appena annunciato la sua prossima battaglia contro lo sfruttamento e il caporalato, che, è bene ricordarlo, E’ NERO! I braccianti africani vengono sfruttati dagli africani, mentre gli italiani, fino ad oggi, hanno fatto finta di niente per non pestare i piedi a compare Turiddu, che porta tanti bei voti.

      Ora si vorrebbe intervenire facendo controlli a tappeto, non solo in Puglia e Calabria ma in tutta l’Italia. Serviranno anche a registrare i clandestini coinvolti nell’affare, onde evitare che al momento dell’espulsione qualcuno dica “poverino, andava a raccogliere i pomodori per 25 euro al giorno”. Magari, è un’idea, se l’Italia non importasse in quantità sempre maggiore i pomodori dalla Cina o dall’Olanda che poi finiscono nell’industria alimentare ma utilizzasse i suoi prodotti locali, gli agricoltori guadagnerebbero dalla vendita qualche soldo in più e potrebbero pagare il giusto a contadini italiani, com’è sempre stato. Le cose non funzionano nel più bello dei mondi possibili, cominciamo a pensarci su.

  • Certo che sono sfigati stè ragazzi. Magari appena sbarcati dalla “crociera” e magari senza aver avuto il tempo di godersi la “pacchia”.

  • Nessuna giustizia a due velocità, Rita, almeno da parte mia: quella pagina sarebbe stata vergognosa anche se presidente della repubblica fosse stato Salvini in persona.
    Prova a pensare: l’impeachment per avere esercitato se non un potere costituzionale (lo ripeto: i costituzionalisti sono tra loro divisi), una prassi consolidata da tutti i presidenti di ogni colore (di sicuro Mattarella avrà prima esercitato quella che i costituzionalisti chiamano moral suasion).
    Dove sarebbe l’attentato alla Costituzione?
    Ha fatto bene Salvini, che è più politicamente saggio del ragazzotto Di Maio, ha preso le distanze dal pentastellato capo-popolo.

    • Nessuna vergogna: se un personaggio pubblico non fa la scelta giusta è dovere dei cittadini farglielo notare, e francamente #Mattarelladimettiti non mi sembra un’insulto. Nell’Era in cui tutti sanno ormai tutto c’è poco da menare il can per l’aia, era di dominio pubblico la forte antipatia del FMI (Draghi) per Savona e una “mossa” eterodiretta del Quirinale era attesa al varco, per questo motivo la notizia ha suscitato tanto scalpore. L’indignazione era comune a milioni di italiani, irritati dalle solite interferenze della finanza internazionale, mentre l’impeachment è stata un’idea di Di Battista, più che di Di Maio. Le cronache future, infatti, ricorderanno la prima e non il secondo, a cui nessuno (tranne i soliti noti) pensa più.

  • Ultimi commenti sull’incidente a Foggia.
    Adesso è diventata una “strage di migranti”
    Il Tir ” 2 morti e 60 feriti ” incidente, 12 braccianti, perchè negri, una strage.
    BASTA, faziosi giornalisti e conduttori televisivi
    Non commento più, sono incazzzato.

    • Benvenuto fra noi che combattiamo il mainstream, caro Romano. Noto dappertutto che (finalmente) l’indignazione sta montando come una marea. Per correttezza, avrebbero dovuto titolare “strage di migranti fatta da migranti”, visto che hanno fatto tutti da soli. Usb, che non è una chiavetta ma il sindacato di base, ha organizzato a Foggia “la marcia dei berretti rossi” per protestare. Dopo le “magliette rosse” dei Vip, tocca ora ai “berretti rossi” degli schiavi per protestare contro i caporali nigeriani. Mancano all’appello calzini e mutande, ma c’è un tempo per tutto, arriveranno.

      Non t’arrabbiare, comunque, non serve a niente. E’ un nostro dovere civile, lo dobbiamo innanzitutto a noi stessi, smascherare le fake della stampa ortodossa con calma, metodo e determinazione. Rispetto a pochi anni fa, adesso è tutto più semplice: fanno un autogol dietro l’altro!

  • Premesso che le morti su lavoro sono tutte uguali, vorrei segnalare su Internazionale un articolo di Stefano Liberti che sottolinea la responsabilità di tutti noi consumatori su quanto accade nel mondo dell’agricoltura e nella fattispecie del lavoro. Fosse l’autobotte di gpl che esplode in autostrada oppure l’auto di cottimisti, muratori e tutte le maestranze che girano intorno all’edilizia, insomma tutte le morti bianche che si contano in un anno. Ma vorrei sottolineare anche il problema della sicurezza in genere che coinvolge tantissimi lavoratori. L’articolo di Liberti, se mai qualcuno avrà voglia di leggerlo, e link collegati che non riesco a copiare, ricostruisce bene come la filiera, ad esempio della raccolta di pomodori, arance e altre stagionalita, abbia responsabilità e coinvolgimento di tutti noi in questo rapporto perverso tra lavoro e profitto, che per spendere meno chiudiamo gli occhi difronte a tutte quelle ingiustizie lavorative che si stanno accentuando in tutti i settori. In verità questo tema necessiterebbe di argomentazioni ulteriori, io offro solo un piccolo spunto di riflessione, perché una semplice constatazione, anche leggendo la cronaca spicciola, mi porta alla conclusione, e non c’entrano destra e sinistra, che i rapporti di forza tra imprenditoria e lavoro si stiano sempre più inasprendo, fossero la globalizzazione o semplicemente le avidità o le necessità individuali, dal datore di lavoro al piccolo consumatore. Insomma, questa involuzione dei diritti ha preso una piega tale da far credere che le piccole o grandi conquiste se ne stiano andando tutte a farsi fottere. E non sarà di certo il Decreto dignità a sanare quelle piaghe che sono sotto gli occhi di tutti. Che tempi.

  • Per combinazione riprende l’articolo di Liberti anche Carlo Petrini su Repubblica di oggi, argomentando più dettagliatamente: vedi il meccanismo delle aste a doppio ribasso a sottolineare l’effetto domino che porta inevitabilmente ai 16 morti.

    • Non, Ivano, non funziona più il “tu porti a casa i soldi e tutti insieme ci dividiamo le colpe quando l’affare va storto”. Col cavolo che siamo coinvolti tutti noi e col cavolo che non c’entrano destra e sinistra, visto che queste categorie (ora estinte) erano vive e vegete quando i vari “governi del nazzareno” hanno letteralmente svenduto l’agricoltura italiana a Bruxelles in cambio di un piatto di lenticchie, ovvero di qualche deroga sul bilancio. La storia degli schiavi sfruttati nei campi di raccolta del meridione non è nata ieri e si sa benissimo chi l’ha pensata; dov’erano destra e sinistra, al mare a Capalbio?

  • Rita, informati meglio su cos’è la filiera della passata di pomodoro, coi prezzi uguali a trent’anni fa. Non c’entrano nulla i responsabili e accordi europei che tu accusi delle solite responsabilità ideologiche. Però chiudo, per evitare il solito duetto, visto che non interessa a nessuno.

    • E’ noto, infatti, che sono stati i coldiretti a spianare la strada alla grande distribuzione (Coop in testa) che spadroneggia grazie a chi in questi anni glielo ha lasciato fare. Contadini e agricoltori hanno fatto inoltre le leggi che favoriscono il commercio a scapito della produzione, e ancora loro sono colpevoli dell’importazione di materie prime alimentari dall’estero perché nel nostro Paese, a causa delle politiche restrittive dell’UE, sui terreni destinati all’agricoltura è più conveniente mettere i pannelli solari. In tutto ciò, i politici di destra e sinistra della vecchia guardia non c’entrano nulla. E’ colpa nostra che mangiamo pasta col sugo e compriamo la passata.

  • E sul potere di acquisto di molti italiani!

  • Al via il duetto. Non ho detto che è colpa dei maccheroni, ho solo detto che se i politici hanno delle responsabilità forse ne abbiamo anche noi, ne siamo complici. Comunque non preoccupiamoci. Adesso che le scelte economiche dell’Italia sono in mano ai pentastellati, Di Maio e Toninelli, di facciata almeno, lasciamo stare Salvini che gliene frega solo degli immigrati, vedremo che cambiamento. Ritornando invece alla passata, per dovere di informazione, io uso una polpa biologica con un certo animale nero in etichetta che costa molto di più di un euro/30 da 70 grammi. Se non contribuisco alla piaga del caporalato e dello sfruttamento schiavistico mi sento più a posto. Fine duetto, giuro.

  • Ma che strano. Io ho sempre creduto che mafia e caporalato fossero intimamente legati al problema migranti. Se ora leggo che Salvini e Conte sono stati a Foggia per sconfiggere i primi due, mi verrebbe da pensare che dopo, tutti i migranti, potrebbero avere un regolare e rispettato contratto di lavoro. Perché altrimenti chi li raccoglie i pomodori? E chi li caccia più dopo?

  • Grazie Rita per l’informazione.
    Nel 2008 per lavoro ero in Puglia a San Severo e Foggia.
    Nelle campagne c’erano già gli schiavi neri, dormivano in vecchie case abbandonate e nelle baracche. Parlando con gente del posto ho saputo che non c’erano solo neri sfruttati ma anche pugliesi. La Chiesa non ha fatto niente, i magistrati e i carabinieri niente. Tutti sapevano e nessuno interveniva. Mi auguro che Salvini riesca a intervenire. Spero inoltre che abbia una buona scorta è troppo esposto. L’odio che alimenta la sinistra potrebbe armare qualche imbecille.

    • Esattamente questo intendevo nel palleggio delle responsabilità e mi sento di respingere al mittente, con forza e indignazione, le accuse dei soliti noti secondo cui sarebbe “anche colpa nostra”. Eh, no, cari signori, la colpa è solo ed esclusivamente “vostra”. E dato che personalmente non vi ho mai neppure votato, la mia anima è candida come quella di un neonato.

      Comincio comunque a preoccuparmi: sei la quinta persona, questa settimana, a cui sento dire a proposito di Salvini: “speriamo che non lo facciano fuori”. Da una parte è il segno della consapevolezza (sic!) di vivere in un Paese mafioso, dall’altra del timore che se ci tolgono anche Salvini potremmo essere ricacciati nel buio più buio delle caverne da guitti e cardinali. Brrrrrrr …… !!!

    • “L’odio che alimenta la sinistra potrebbe armare qualche imbecille.” Cosa già successa con l’odio alimentato da Salvini. A meno che un politico valga più di un bracciante di colore o clandestino. In questo caso…potrebbe davvero innescarsi una spirale di violenza dove in tanti avrebbero delle responsabilità. Tutto sta a stabilire da chi è partito questo clima d’odio. E non so chi dovrebbe abbassare i toni.

    • All'”odio alimentato da Salvini”, ormai, credono solo Saviano, Fratoianni e certi preti che hanno frainteso lo scopo del loro mestiere. Renzi ogni tanto lo invoca per fare spettacolo, ma non è così scemo da crederci. Non ho capito, comunque, quale sarebbe il filo rosso che unisce l’ipotetica eliminazione di Salvini a quella di un bracciante nero che, nei rari casi in cui è avvenuta, si è svelata un regolamento di conti tra persone (nere e bianche) che in qualche modo stavano infrangendo la legge. Spero che tu non voglia sostenere che, eventualmente, il prezzo che pagherebbero gli italiani sarebbe lo stesso. Folle.

  • Ma Rita, in verità ci credo anch’io, con tutti gli armati ad aria compressa che sono in giro, o semplicemente quelli armati di microfono (una donna) che dai treni invitano i rom a scendere. In tutti i casi i toni usati da Salvini sono sbagliatissimi. Non si risolve con battute ad effetto il problema dell’immigrazione, che esiste anche per me. Sai, il mondo è pieno di gente suggestionabile.

    • In realtà non sono d’accordo su niente di quello che hai detto. Credo che sia ora e tempo che i Rom la piantino di rompere i maroni ai passeggeri sui treni, vadano a lavorare e confermino la tesi di Boeri che fanno aumentare il Pil; “tutti” gli armati di fucili ad aria compressa sono un puntino sulla carta in confronto alla massa di immigrati che quotidianamente importuna e/o mette le mani addosso a una donna; non credo affatto che i toni di Salvini siano sopra le righe, anzi, mi sembra un ottimo comunicatore che sorride molto e non offende mai nessuno (che invece lo offende); credo che il mondo sia pieno di gente SEMPRE MENO suggestionabile, da qui la crisi irreversibile dei media tradizionali; è una fake che il ministro si limiti a fare battute e annunci, anzi, ha portato a termine FATTI che prima d’ora nessuno aveva realizzato. Se così non fosse, non si capirebbe come mai un numero crescente d’italiani stia temendo per la sua (e loro stessa) incolumità.

  • In verità mi pare che a temere per l’incolumità di Salvini siate solo tu e Bolzoni. Infatti non mi pare che gli sia stata aumentata la scorta. Se corresse questo pericolo credo che i servizi si sarebbero già attivati. Quindi smettetela voi di diffondere simili fake, proprio per non alimentare quella spirale che proprio grazie agli imbecilli, di qualsiasi schieramento, potrebbe innescarsi.

    • Semplicemente: si vede che non stai abbastanza in mezzo alla gente e non parli con le persone. Altrimenti, non diresti ciò che dici. Buon appetito.

  • Salve a tutti…….mi pare che il problema sia variegato:
    1)l’immigrazione clandestina e’ un problema enorme al sud dell’Europa e ignoto al centro Europa dove i clandestini vengono rispediti a casa loro,sarebbe impensabile vedere in Germania e Austria il numero di persone a caccia di elemosina che vediamo a Crema per esempio nei giorni di mercato…
    2)Le stragi in mare create dai trafficanti di uomini hanno fatto piu’ di 30000 vittime in 15 anni,sono un business inaccettabile gestito dai locali in Africa e da chi lucra sui migranti in Italia(cooperative varie).
    3)La forza lavoro di migranti regolari serve in certo numero,se inseriti e integrati(a sud della Germania c’e’ pieno di turchi ma non delinquono o fanno elemosina.
    4) Salvini ha perlomeno rallentato il flusso in partenza(confermato dal corriere della sera,non certo un giornale filogovernativo) e disincentivato le partenze,oltre a far si che il problema sia diventato europeo,non succedeva da 15 anni e non mi pare poco.
    Un caro saluto a Piero mio Prof di Filosofia al Da Vinci …qualche anno fa

    • Grazie, Filippo. Condivido il tuo punto di vista e, a conferma del fatto che Salvini ha disincentivato le partenze dalla Libia, c’è la notizia di oggi che l’Ong Open Arms è appena arrivata nel porto spagnolo di Algeciras con 87 clandestini a bordo, quando solo l’anno scorso, di questi tempi, a Pozzallo ne sbarcavano 1200 al giorno!

      Sulle “30000 vittime in 15 anni” non metterei la mano sul fuoco. La fonte è UNHCR e io sono ligure: dalle nostre parti non si sono mai visti morti in mare che non vengono a galla, e forse neanche in Sicilia, visto che alle vittime della mafia sono costretti a mettere una pietra al collo.
      porteranno la cifra da 35 a 28 euro al giorno per ogni avente diritto. A confermarlo alcune fonti interne alla Lega, ma anche il mondo della cooperazione coinvolto nel sistema d’accoglienza.

      Vedremo cosa succederà a fine estate quando la quota pro capite corrisposta alla cosiddetta “industria dell’accoglienza” passerà dagli attuali 35 euro ai 25 euro al giorno. Ci sarà la fuga dei benefattori dell’umanità.

  • Caro Ivano, sono tutt’altro che insensibile al tema che tu hai sollevato sulle nostre complicità.
    Non possiamo nasconderci la faccia: sia tutti i complici di un sistema iniquo.

    Siamo complici) quando non esigiamo la ricevuta fiscale perché ci fa comodo (e non scomodiamo il sistema americano che non è quello che di solito viene descritto, che cioè consente di scaricare tutto), come non scomodiamo i politici x o z perché anche nella Grecia governata da anni da populisti il lavoro nero il lavoro in nero è ancora più diffuso che in Italia.

    Siamo complici perché ci fa comodo quando compriamo qualcosa di prezioso per qualche occasione particolare (un matrimonio) la cui materia prima proviene dalle miniere del Congo dove si sfrutta lavoro minorile. Consiglio a tutti di leggere il libro scioccante di Loretta napoleoni: “Economia canaglia”.

    L’esistenza di schiavi (dai raccoglitori di pomodori, ai bambini sfruttati nelle miniere del Congo ai tanti bambini, donne e uomini sfruttati dalle multinazionali in Vietnam, in Cambogia, nelle Filippine, in Indonesia…

    Ogni giorno noi “consumiamo” beni il cui basso prezzo è consentito dagli schiavi del XXI secolo.

    Solo se ci rendiamo conto, possiamo agire nella direzione giusta, premendo su organismi internazionali.

    Questo non significa che a livello nazionale non si possa intervenire, anzi!
    Si deve lavorare su ogni fronte, ma finché non si stabiliranno delle “regole standard” sulle condizioni di paga e di lavoro, il sistema iniquo persisterà.
    Il primato della politica sull’economia: è solo questa la strada da percorrere (a livello nazionale e internazionale).

    Da secoli noi occidentali siamo stati beneficiati dagli “schiavi” (ad Atene, addirittura già secoli a. C.) e nessuno forse si sentiva in colpa (non si sentivano in colpa neppure gli schiavisti inglesi cristianissimi che portavano gli schiavi africani in America).
    Già, anche oggi: nessuno, o quasi, prova vergogna e si indigna.
    Fa comodo a tutti spendere di meno.

  • Ciao, Filippo,
    mi fa davvero piacere leggere un tuo commento.
    Tu l’Europa la conosci bene e quindi sei una fonte più che attendibile (anche mio figlio che lavora in Germania mi fa le tue stesse considerazioni).
    La Germania ha dovuto gestire, dopo il 2015 (dopo una scelta dettata più dalla emozione generale che da motivazioni politiche), una massa ben più imponente, ma ora, non senza grosse difficoltà (anche là centinaia di migliaia di richiedenti asilo sono letteralmente spariti dai centri di accoglienza per raggiungere i loro parenti), tiene sotto controllo il problema perché ha un “progetto”, un progetto che l’Italia non si mai dato.

    Concordo con te, Filippo: l’accoglienza ha un valore se genera un… win-win (per chi viene accolto e per chi accoglie), e questo può avvenire solo se il Paese ospitante ì in grado di offrire una opportunità di lavoro.

    Per quanto riguarda le misure prese da Salvini, a più riprese in questo post che non a caso ho chiamato “Salvini l’Europeista”, ho espresso i miei apprezzamenti al ministro degli interni per avere almeno spinto l’Europa a “europeizzare” il problema-migranti, in primis, per fermare le partenze.

    Solo un’immigrazione “regolare” può essere utile ai Paesi ospitanti e non lesiva della dignità degli stessi immigrati.

    Mi auguro, Filippo, che tu, forte anche della tua esperienza internazionale, possa contribuire ad arricchire i nostri punti di vista: sono sempre convinto che più allarghiamo gli orizzonti, più è salutare per tutti.

  • Come saprai meglio di me, Filippo, il parlamento europeo presieduto dall’italiano Tajani da due anni sta lavorando per la revisione degli accordi di Dublino che ci interessa molto da vicino, ma il nodo non è il parlamento e neppure la Commissione europea, ma il Consiglio dei capi di governo: è questo l’organismo – che rappresenta non tout court l’Unione europeo, ma i singoli Stati – che con molta probabilità farà resistenza alla richiesta italiana (chi sbarca in Italia, sbarca in Europa).

    Non intendo entrare qui nei meccanismi delle istituzioni europee, ma di sicuro si dovrà porre mano a tali istituzioni se si vorrà evitare che il diritto di veto anche di un solo governo possa far saltare tutto.

    Il parlamento europeo, poi, sta lavorando da anni nei Paesi di origine dei migranti (quei migranti che poi arrivano in Libia) per fermarne l’esodo. Lo stesso Tajani, proprio nei ultimi tempi ha fatto un viaggio in Niger da dove parte una quota massiccia dei futuri richiedenti asilo.

    Qualcosa, quindi, si sta facendo a livello europeo, ma tutti ci auguriamo che il governo Conte riesca – con la diplomazia necessaria e percorrendo tutte le strade possibili – a… stanare ancora di più la Ue: solo la Ue ha canali e risorse per operare in modo efficace nell’area sub-sahariana.

    Ogni misura in tale direzione trova il mio plauso.

    Sarà invece difficile trovare la quadra sulla redistribuzione dei richiedenti asilo (sappiamo bene che i Paesi di Visegrad vogliono zero migranti).
    Come sarà tutt’altra che facile – a meno che non si reperiscano non poche risorse – per il rimpatrio di chi non ha ottenuto nessuna protezione internazionale.

  • Non ci resta che aspettare l’autunno, quando si terrà a Roma la conferenza internazionale sulla Libia con cui il governo Conte (appoggiato da Trump) vorrebbe neutralizzare gli effetti di quella svoltasi in Francia nella scorsa primavera. Enormi sono gli interessi dei francesi nell’area sub-sahariana, destabilizzata principalmente dal loro colonialismo predatorio, e c’è da scommettere che Macron tenterà in tutti i modi di mettere il bastone tra le ruote all’Italia, sembra però che stavolta (finalmente) i nostri governanti siano determinati.

    Il discorso della redistribuzione dei richiedenti asilo mi sembra poi superato dagli ultimi accadimenti. Il recente compromesso raggiunto a Bruxelles parla chiaramente di “base volontaria” (anche per l’Italia, dunque) ma, stante il blocco degli sbarchi nei porti italiani, non c’è più alcun soggetto da “redistribuire”. Solo nullafacenti senza titolo che bighellonano da anni sul nostro territorio (e spesso delinquono) da rimpatriare. Mi risulta infatti che ci si appresti a chiedere maggiori fondi e risorse per i rimpatri. Incrociamo le dita e speriamo che sia la volta buona.

  • Naturalmente, Rita, quando parlavo di redistribuzione, mi riferivo alla “ricollocazione” dei migranti presenti in Italia (e non solo) – una ricollocazione a suo tempo decisa all’unanimità – tra i partner europei (una ricollocazione a tutto nostro favore).

    • Non credo proprio che, legalmente parlando, sia possibile “ricollocare” 650mila (ufficiali) clandestini che dovevano essere rimpatriati da mo’. Almeno quelli di Marocco, Tunisia, Egitto, Nigeria, ovvero provenienti dai Paesi con i quali c’è l’intesa bilaterale.

      Essendo già certificato il loro non-diritto a stare in Italia, a quale titolo dovrebbero essere trasferiti in Europa? Per fare un favore all’Italia che non ha saputo gestire il fenomeno?

      LA RICOLLOCAZIONE DECISA ALL’UNANIMITA’ RIGUARDA I RIFUGIATI, NON I CLANDESTINI.
      Ergo: solo il rimpatrio ci può levare di torno la marmaglia a piede libero sul nostro territorio.

  • A proposito di complicità – il tema che tu, Ivano, hai posto in evidenza, leggo oggi su lavoce.info che le famiglie italiane spendono per badanti e colf 7 miliardi, il che comporta una riduzione della spesa pubblica di 15 miliardi (spesa che ci sarebbe se gli anziani non autosufficienti fossero collocati nelle strutture pubbliche).
    Gli autori, poi, sottolineano due fenomeni notissimi: la presenza massiccia, nei ruoli di colf e badanti, di donne ucraine e la diffusa esistenza del “lavoro nero”.
    Già, fa molto comodo.
    Ma c’è di più (e anche questo è noto): tra le immigrate vi è chi semplicemente lavora in nero e chi è addirittura “irregolare” (nel senso che non ha il permesso di soggiorno).
    Leggevo qualche tempo fa che sono più gli immigrati “irregolari” (clandestini) che arrivano in aereo o in treno rispetto a quelli che arrivano (o arrivavano) sui barconi: sono davvero curioso di scoprire la dimensione – stima, naturalmente – del fenomeno.

    • Piero, non puoi non considerare che la situazione che descrivi è un vuoto a perdere.
      Gli over-80 di oggi sono quelli che hanno vissuto l’Italia del boom economico, che hanno avuto la possibilità di comprarsi una o più case, che sono andati in pensione con il retributivo anziché con il contributivo. Stiamo parlando dell’ultima generazione di “benestanti” italiani, di una classe sociale che morirà con loro, e con le badanti a domicilio.

      Neppure la mia generazione potrà pagarsi la badante, figuriamoci quelle dei nostri figli e nipoti. Questo è il classico lavoro che sparirà nel giro di pochissimi anni, e difatti si è già dimezzato nell’ultimo decennio.

      Il lavoro nero, è tutt’altra storia. Quello c’è sempre stato e riguarda soprattutto gli italiani.
      Quando abbasseranno le tasse, se le abbasseranno, se ne riparlerà.

  • E’ giusto, Rita, distinguere i vari significati che spesso attribuiamo a un unico termine “migranti”.
    Un conto sono i richiedenti asilo,
    un contro coloro che ottengono tale diritto (che sono i rifugiati in senso proprio o profughi),
    un contro sono coloro che, pur non ottenendo lo status di rifugiati, ottengono una protezione umanitaria,
    un conto sono i clandestini che, dopo il rifiuto della loro richiesta di asilo, si eclissano nella… clandestinità,
    e un conto infine sono i tanti irregolari che non arrivano sui barconi come richiedenti asilo, ma di cui nessuno parla perché non fanno rumore (ma ci sono, anche nel ruolo di badanti – ce ne sono tantissime regolari, ma che lavorano in nero e ce ne sono di irregolari nel senso che non hanno alcun permesso di soggiorno.

    L’accordo unanime dei partner europei riguardava i “rifugiati”. Si tratta di un numero tutt’altro che irrilevante se è vero che in nessuna Paese europeo si arriva a superare mediamente il 30% degli aventi diritto a qualche forma di protezione internazionale.
    Ora, tale numero, a parte pochissimi numeri (chi ne ha accolto di più – rispetto a quanti doveva accogliere – è la Germania).
    La stragrande maggioranza di loro, quindi, rimane in carico ai Paesi di approdo (pensiamo, ad esempio, al numero imponente di tali unità in Germania dove nel 2015 sono arrivati quasi un milione di richiedenti asilo.

    • Appunto, “rifugiati”: in Italia quelli ai quali è stato riconosciuto lo status rappresentano circa il 9% degli arrivi, che fortunatamente adesso sembrano bloccati. Ne consegue che a noi il tema del “ricollocamento” ci fa un baffo, così come non incide minimamente sul nostro problema la decisione dei cosiddetti Paesi di Visegrad. Abbiamo bisogno di espulsioni rapide ed efficaci.

  • Sul futuro, Rita, delle badanti non ho elementi per pronunciarmi.
    Di sicuro, se dovessero ridursi ulteriormente le risorse delle famiglie, il carico dovrà essere assunto dalla collettività che dovrà sborsare – vedi l’articolo citato – 15 miliardi di euro ogni anno, miliardi di spesa pubblica che si aggiungono ai tanti di cui avrà bisogno il governo per finanziare la fatl (dual) tax, il reddito di cittadinanza e il superamento della Fornero.

    • Flat tax, reddito di cittadinanza e rimodulazione della Fornero, ovvero quota 100, partiranno con il Def d’autunno, molto prima cioè dell’estinzione della categoria delle badanti. Non vedo dunque quale tipo di “parentela” possa esistere tra le due cose.

      Si è avviata una grande “rivoluzione sociale”, si prevede nell’immediato futuro un numero crescente di persone “inoccupate”, sarà molto difficile che all’interno di una singola famiglia possano lavorare più di una o due persone, e perciò ognuno potrà accudire i suoi bambini e i suoi “vecchi” che, forse, come prospettiva non è neanche tanto male.

  • Di questo passo si vivrà meno, tutto il sistema cadrà in una crisi ben peggiore di quella che attraversiamo adesso. Tutto quanto promesso sta già avendo un ridimensionamento, oltre ai dissidi all’interno della maggioranza tra Ministri, filoColle dicono i maligni, e i leaderini che voglio mantenere quanto detto, che non c’è peggior populismo. Il buon senso vorrebbe che si ammettesse che non ci sono le risorse per attuare quasi niente, e qui ci pensano i Ministri a farlo sapere, per poi scontrarsi, vedi i 50 di Fico pronti alla scissione, e la spartizione di risorse tra nord e sud che irromperà prepotentemente in autunno quando si comincerà a parlare di Reddito di cittadinanza, che non considera che prima vanno rivisti tutti gli altri ammortizzatori sociali già in essere. Quindi un cammino tutto in salita, con gli 80 euro non più in busta, main detrazione. Insomma il gioco delle tre carte, con sforamento di bilancio che però prima o dopo farà saltare tutti come saltano le famiglie sotto il peso dei finanziamenti. Insomma, mi chiedo come si possa essere così fiduciosi.Quanto alle aspettative queste diminuiranno, già ora c’è gente che non si cura e che la spesa la fa negli hard discount che chissà cosa si compra e cosa si mangia, altro che dire che sono prodotti che costano meno solo perchè i produttori non spendono in pubblicità. Il sistema sanitario potrà coprire sempre meno i costi dell’assistenza per tutti . Non ci sarà più bisogno di badanti perchè semplicemente non diventeremo vecchi. Tutto qui.

    • Aspettative di vita, intendo.

  • Comunque, Piero, sulla giostra dei numeri non ci facciamo trascinare. Tu stesso eri uno di quelli che sosteneva nell’altro post (“Promesse demagogiche”) che solo la flat tax sarebbe costata 40 miliardi, mentre adesso ci dicono che INSIEME le proposte dei vicepremier Di Maio e Salvini dovrebbero costare circa 25 miliardi, per scoprire magari in autunno che la cifra è un’altra ancora. I media tradizionali stanno perdendo la faccia in questa selva d’illazioni, e invenzioni, non imitiamoli.

  • Due considerazioni, Rita.
    Non so quando si estingueranno le badanti (non ho le tue certezze).
    Quello che volevo dire era una cosa molto sottile: grazie al nero delle badanti ucraine e sudamericane e grazie a non poche badanti “irregolari” (clandestine) – lavoro nero e clandestine che fanno comodo a tutti – lo Stato “risparmia” 15 miliardi di spesa pubblica, 15 miliardi che andrebbero ad aggiungersi – senza le badanti in questione – alla spesa pubblica che di anno in anno lo Stato deciderà di destinare al reddito di cittadinanza… (non certo pensavo alla estinzione delle badanti nel prossimo autunno!).

    Per quanto riguarda la spesa necessaria per finanziare flat tax…, personalmente, non mi fido molto dei giornali e preferisco ascoltare la voce di chi – ex commissario alla spending revew Carlo Cottarelli – come minimo ne sa di più di Tria (che solo da due mesi se ne sta occupando) e immensamente più dei due vice-premier.
    Poi c’è flat tax e flat tax, come c’è reddito di cittadinanza e reddito di cittadinanza: dipenderà dalla versione che verrà trovata e dalla gradualità che verrà seguita per spalmare la spesa sugli anni a venire (non ho dubbi che Tria e Cottarelli, se dovessero confrontare versioni “omogenee” arriverebbero agli stessi numeri – sono solo i politici – tutti e da che mondo è mondo, non da oggi – sanno manipolare abilmente i numeri).

    • Le mie certezze, Piero, sono basate su dati molto, ma molto, terra terra.
      Gli 80enni di oggi sono andati in pensione con il sistema misto contributivo-retributivo e godono di assegni di una certa consistenza, che dunque permettono loro il “lusso” della badante.
      Gli 80enni di domani, facciamo tra 10 anni, avranno un assegno solo contributivo che, mediamente, sarà inferiore ai 1000 euro. Come potrebbero mai pagare una badante?
      Gli 80enni di dopodomani, diciamo tra 20anni, avranno probabilmente l’assegno sociale, avendo fatto i precari sottopagati per due terzi della loro vita. La stima dell’Inps riguardante i nati negli Anni Ottanta parla di 420euro di pensione al mese. Vedi tu.

      Il calcolo invece dei 15mld. che lo Stato risparmierebbe “grazie al nero delle badanti” per di più “irregolari e clandestine”, è invece follia pura. Non so chi abbia partorito una simulazione del genere, ma se le presunte badanti ucraine ed equadoregne sono illegalmente in Italia, come hanno fatto a contarle? Da quale data base risulterebbero? In quale tabella ci sarebbe scritto quanto prendono? Neppure il Viminale è in possesso di simili dati.

      Cottarelli non è più nella stanza dei bottoni e neppure al governo. Cosa potrà mai sapere dei giochi di prestigio numerici che stanno facendo in queste settimane gli economisti chiusi nelle segrete stanze? Giudicherà dopo aver letto il Def.

  • Credo che i 15mld risparmiati con le badanti si riferiscano a quanto le regioni danno come contributo ad un ospite in casa di riposo convenzionata. A fronte di quanto paga un ospite la Regione paga altrettanto per coprire i costi.

    • Come sanno quanti nei prossimi anni diventeranno non più autosufficienti e quanti moriranno invece in casa propria? Come sanno quanti inoccupati in futuro potranno occuparsi utilmente dei loro vecchi? Come sanno come andrà la curva di mortalità, stante la costante e progressiva compromissione dell’ambiente? Hanno contato anche i pensionati che a frotte stanno emigrando all’estero e perciò non invecchieranno in Italia? Sulla statistica, una delle “scienze” più inesatte che si conoscano, vale come sempre la poesia matematica dei polli di Trilussa.

  • Sui costi delle case di riposo Ivano, forse, ne sa pi più di tutti noi, essendosi occupato a lungo in qualità di delegato dei parenti della attuale RSA dedicata al dott. Camillo Lucchi.
    E’ indubbio che una struttura pubblica costi di più rispetto al costo che deve sobbarcare una famiglia per una badante, anche se in perfetta regola: non dobbiamo pensare solo alla retta pagata dai famigliari alla Casa di riposo, ma anche al contributo regionale di cui parla Ivano per ogni ospite.

    Per quanto riguarda il futuro, poi, Rita, io sono convinto che nulla è ineluttabile perché il futuro sarà come saremo riusciti a “costruirlo”: già l’attuale governo sta pensando a misure che dovrebbero aumentare il reddito delle famiglie (dal reddito di cittadinanza alla dual tax che indubbiamente avvantaggerà non poche famiglie); già il vecchio governo ha messo in atto misure che accrescono il reddito delle fasce più deboli (il reddito di inclusione).
    Non dimentichiamo che fino ad ora il popolo italiano è tra quelli che più “risparmiano” al mondo: tutto dipenderà, quindi, dalla quota che destinerà a coprire i costi degli anziani.
    Negli Usa le famiglie – tra quelle che spendono di più al mondo – mettono via una quota significativa (quelle che sono in grado, naturalmente) come investimento sulla formazione dei propri figli.
    E’ vero che questo è quanto accade oggi, ma è anche vero che un po’ tutti i Paesi stanno pensando di rafforzare il reddito delle famiglie che sono il motore di ogni sistema economico.
    Tutto è possibile: dipenderà da noi, da una politica che guarda il futuro, che guarda il futuro delle nuove generazioni…

    • E’ esattamente quello che ho detto: “nulla è ineluttabile perché il futuro sarà come saremo riusciti a costruirlo”. E siccome il “come” è un mistero, non avendo alcuno il dono della chiaroveggenza, è inutile sparare cifre a casaccio. Non credo che si possa dire oggi se tra dieci anni il reddito delle famiglie sarà maggiore o se nel frattempo sarà scoppiata la terza guerra mondiale. Per il momento, le tendenze globali viaggiano al ribasso.

  • Se lo chiedi ai tuoi amici Salvino e Di Maio senz’altro ti sanno rispondere. Vuoi che chi vuole cambiare il sistema non abbia idea di come sostituirlo?Comunque cari lettori, ve ne sarete accorti. Con la sig.ra Remagnino e la sua vis polemica ci vuole un sacco di pazienza. Anche quando parla bene di Erdogan, Putin e Trump.

    • Quanto a maleducazione e cafonaggine, nessuno ti batte Ivano. Sei come il tonno Nostromo: insuperabile. Questa è comunque una piazza virtuale dove ognuno è libero di esporre le sue ragioni e di parlare bene o male di personaggi pubblici (senza insulti, ovvio, ma non ho bisogno di dirlo poiché questo vezzo appartiene solo a te) e dove nessuno è obbligato a fermarsi.

  • Ma dai Rita, un po’ di spirito non ha mai ammazzato nessuno. Non esagerare. E poi non si dice sempre che ironia e autoironia sono caratteristiche delle persone intelligenti? Anche se capisco che con questa affermazione potrei anche aver peggiorato la stato delle cose. Con simpatia, naturalmente.

    • Se tutti scambiano il tuo “spirito” per maleducazione, e molti cambiano aria completamente non facendosi più vedere, forse hai un problema di comunicazione. Pensaci, nel tuo interesse.

  • Nel “mio interesse” non mi importa molto. Nell’interesse del blog potrei pensarci, ma devi dimostrare le mie responsabilità. E potrei muoverti le stesse accuse cara Rita. Ricordi i tuoi scontri con Donata Ricci? L’hai fatta scappare tu, non io. E per non stare a rivangare troppo, non è la prima volta, ti consiglierei di ricordare anche altre maleducazioni, tue oltre a quelle di altri, i tuoi toni supponenti da chi ha capito tutto e gli altri un cazzo. Altrimenti dovrei ricordarti il Vangelo secondo Luca: la pagliuzza e la trave. Buona domenica.

    • Se non riesci a capire qual’è la differenza tra uno scambio di vedute, anche acceso ma circoscritto all’argomento in evidenza, e l’attacco diretto e personale, sinceramente non so cosa farci. Dovrebbe darti da pensare, casomai, che l’impressione più sopra esposta sia comune e non solo mia. Vuoi dire che ci siamo messi tutti d’accordo? E’ una congiura? Comunque sei maggiorenne e vaccinato, fai un po’ come ti pare. Affari tuoi.

      Negli ultimi commenti di questo chilometrico post stavo discutendo con Piero sulla futura sorte delle badanti in Italia e della pretestuosità di alcune dichiarazioni secondo cui lo Stato “risparmierebbe” 15 miliardi con il lavoro (nero) delle stesse. Come spesso accade, le nostre visuali si sono rivelate anche su questo tema divergenti. E meno male, altrimenti in questo blog non ci sarebbe nulla da dire. Io mi complimento con te, tu ti complimenti con me. Ma io non mi sarei mai neppure sognata di dire “che dobbiamo fare, ragazzi, con Piero ci vuole un sacco di pazienza”, né lui lo avrebbe fatto con me, consapevole del fatto che l’avversario “dialettico” non è un nemico da abbattere e possibilmente vincere. Il premio finale, intanto, è uguale per tutti e sappiamo qual’è.

  • “Dovrebbe darti da pensare, casomai, che l’impressione più sopra esposta sia comune e non solo mia. Vuoi dire che ci siamo messi tutti d’accordo?” Davvero non posso non commentare. In tutti i casi io non cerco alleanze come fai tu, senza citare nomi e cognomi, che secondo me non c’è niente di peggio. Potrei anch’io incrementare, anzi lo faccio, perchè adesso mi son rotto le balle, riferendoti quello che il genere femminile pensa di quello che scrivi. Prova ne è il fatto che sei l’unica donna che scrive su Cremascolta. Le altre, sconcertate e preferendo non stare al gioco al massacro di tante conquiste, anche femminili in termini di civiltà, preferiscono stare alla finestra e non immischiarsi nel tuo pensiero. Comunque attendo altri pareri a conferma di quanto hai scritto. Non mi offendo.

  • Il genere femminile? Ah, ah, ah,ah!! E chi sarebbe il “genere femminile”? Non avendo argomenti, adesso ne facciamo una questione di discriminazione dei sessi? Questa davvero è troppo bella. Se andiamo avanti con queste cretinate, tra un po’ non ci saranno più neppure uomini che scrivono su Cremascolta, posso capirli.
    Scrive chi ha elementi per argomentare, maschio femmina o alternativo che sia. Chi non li ha, o preferisce non farne uso, non scrive. E basta, per pietà, spacciare gli slogan ammuffiti di magliette rosse e Rolex per “conquiste di civiltà”. Mi auguro che che nell'”anche femminili” non fosse compreso lo sdoganamento degli uteri in affitto. Nel più bello dei mondi possibili succede anche che una donna arrivi al punto di vendersi l’utero. E’ il progresso.

    • Rita, sono stato al tuo gioco meschino. Tu hai cercato alleanze, io ho usato le mie. Del resto cosa ci vuoi fare, io frequento ben altre sensibilità, anche tra chi non legge Cremascolta. Chi invece lo legge ha avuto migliaia di argomenti per valutare.

  • Gli spagnoli che sono stati i più grandi negrieri della storia insieme ai portoghesi, non potendo più vendere i negri come schiavi o eliminarli fisicamente sono in emergenza.
    Sono sempre quegli spagnoli che volevano insegnare a noi l’accoglienza, sostenuti dai nostri sinistri gridando: Salvini fascista, razzista……….
    Si sono rivolti alla “siura” tedesca per poterli distribuire in tutta Europa.
    La “siura” che teme che la Turchia apra i recinti dove tiene i migranti è pienamente d’accordo.
    Salvini, mi raccomando, stai in salute e non distrarti.

  • La Turchia? Con Erdogan beatificato anche su questo blog, quel dittatore che ha messo il genero ( o fratello ? al Ministero della finanza per mandare in malora il suo paese? Ovvio che adesso, vedendo complotti da tutte le parti, cercherà di cacciarli fuori tutti. Quell’Erdogan, ripeto, quello dal pugno di ferro, ripeto, l’uomo forte e capace di ripristinare l’ordine, e dare prosperità alla Turchia come detto più volte su Cremascolta? Prepariamoci all’invasione, a meno che l’Europa non ricacci altri soldi. Soldi europei che anche noi saremo ben contenti di ricacciare. Insomma, a qualcosa l’Europa serve.

  • Un altro punto a favore della strategia di Salvini, quella di europeizzare la questione migranti.
    Non siamo ancora al cambiamento delle “regole” (gli accordi di Dublino), ma siamo sulla strada dell’Europa dei “volontari”: è già un primo passo importante ed è significativo che in questa “distribuzione” dei 141 migranti dell’Aquarius l’Italia non si è tirata indietro (ne ospiterà una ventina).

    • Da politico di lungo corso (e di razza), Salvini ha capito per primo in Italia che per cominciare a risolvere un problema oggigiorno bisogna “drammatizzarlo”, instaurando una “cultura del limite” che per fare presa sulle masse deve necessariamente passare attraverso la paura. Evidentemente non voleva fare la fine dei Verdi europei – è il primo esempio che mi viene in mente, ma ce ne sono altri – che dopo essersi proposti in maniera intransigente hanno optato per un riformismo debole, tradendo di fatto la loro ragione di esistere e scomparendo dalla scena.

      Il fine giustifica i mezzi, ci ha insegnato un grande uomo.

  • Non ditemi che Salvini non è d’accordo con Saviano. Ogni volta che Salvini viene isolato politicamente da qualche scempiaggine dei suoi alleati pentanariciuti o da qualche felpato scappellotto vaticano (nonostante i suoi esibiti rosari, segni di croce, genuflessioni), ecco intervenire Saviano a sparnazzar scemenze che immediatamente fanno risalire le quotazioni del leoncavallino fondatore dei Comunisti Padani.

    Un esempio? L’ultima vicenda della Diciotti. Per inciso, se la medaglia d’argento al valor di Marina Ubaldo Diciotti, eroe proprio di Libia, fosse ancora tra noi a vedere il cattivo uso fatto del pattugliatore d’altura che porta il suo nome, avrebbe parecchio da obiettare. Speriamo che questo OPV della classe Dattilo (altra medaglia d’argento al valor di Marina, Luigi Dattilo) venga d’ora in poi utilizzato per compiti propri. Ma, dicevo, tornando al punto, Salvini e Saviano non possono non essere d’accordo. Arriva in porto la Diciotti, Toninelli scappa in spiaggia, l’Europa deve ancora beccarsi i diletti fratelli arretrati (arriba España, anzi, visca Catalunya) e il ministro della difesa che voleva abolire le prefetture appare sempre più isolato. Quando il commensale di Mengacci sta raggiungendo il punto di maggior difficoltà neuro-esistenziale, che per lui significa non sapere quale maglietta cambiarsi rispetto al successivo appuntamento in agenda, ecco arrivare Saviano, che supera se stesso con un’ennesima pirlata contro Salvini. Conseguenza? Immediata ovazione popolare pro Salvini. Insomma, solo uno come Saviano può salvare uno come Salvini. E, puntualmente, lo salva.

    Il rapporto tra Saviano e Salvini ha un dinamismo erettile, come quello tra Di Maio e lo spread. Ogni volta che Di Maio parla, lo spread va su. Ogni volta che parla Saviano, la popolarità di Salvini si alza. Non ditemi che i due non sono d’accordo. E godetevi i flash mob dalla Diciotti, con la coreografia della preghiera ad Allah, rivolti alla santa moschea. E commuovetevi. Pensando all’Italia, naturalmente.

  • E’ un periodo, Pietro, in cui siamo in profonda sintonia.
    Già tempo fa avevo intenzione di dire anch’io che in tema di flussi migratori, ogniqualvolta Saviano attacca Salvini, questi cresce nei consensi.
    Non entro nel merito delle argomentazioni di Saviano, ma non ci vuole un politologo o un massmediologo per capirne – nel nuovo clima che si è creato – il nesso.

    Se l’opposizione vuol fare opposizione (e sappiamo tutti quanto sia prezioso il ruolo dell’opposizione in democrazia), deve trovare altre strade perché sulla fermezza di Salvini tesa a “europeizzare” la questione migranti il consenso dell’opinione pubblica è larghissimo.
    Del resto non vedo come sia possibile non condividere l’obiettivo: non è giusto che l’onere sia distribuito tra tutti i partner europei o almeno tra quelli – volontari – che si sono dichiarati disponibili?

  • Cacciari, poco fa sulla 7 fa un ragionamento semplicissimo, rivolto ai sovranisti italiani: voi vi alleate concettualmente con Visegrad e Le Pen; allo stesso tempo chiedete di europeizzare il problema migranti quando è chiaro che da quelli un aiuto non arriverebbe mai. Non è una contraddizione?

  • L’ho sentito anch’io, Ivano, ma credo che su tale tema, oggi come oggi, col vento che tira, un discorso alla Cacciari non convince più nessuno (o quasi nessuno – mi riferisco in generale a quella che si chiama “gente” o “popolo”).

  • Grazie, Piero. Naturalmente Salvini è al Viminale e non alla difesa.

    Cacciari non dice cose sbagliate. È che le dice tardi. E parla di un mondo passato o forse futuro, non presente. Personalmente, non gli perdono di aver tentato di patentare Nietzsche filosoficamente a sinistra e, fino a quando andrà in televisione a parlare, la sua renitenza alle cure dentarie.

    Al contrario, Salvini è la quintessenza dell’italianità popolare e la sua “simpatia” deriva anche da questo meccanismo psicologico “a specchio”, che lo rende oggetto di un istintivo consenso di massa. È già successo con altri in passato, visto che di “simpatici” e anzi “simpatetici” rispetto alle masse ne abbiamo avuti un certo numero.

    Italianissimo, Salvini ha avuto un percorso politico accidentato e ondivago, caratterizzato da quel “realismo situazionale” e da quella “flessibilità adattativa” che caratterizza i nostri popoli italici sin dalle loro prime leghe in epoca protoromana. Svelto di lingua e pesante di fisico, apodittico in teoria e metamorfico in pratica, riassume millenni di stratificazioni etniche e culturali prima ancora che politiche e istituzionali. Il paragone con Mussolini è banale. Direi Porsenna. La nostra fortuna, come italiani, è iniziata quando ha fatto una delle sue simpatiche giravolte, dagli afflati cantonali a quelli nazionali. Un esempio? Dopo aver concionato che il tricolore non era la nostra bandiera, che bisognava issare la bandiera milanese o lombarda, adesso il suo amor di Patria esonda dovunque, tricolorandogli persino i braccialetti. Se prima il confine al Po era troppo in basso, meglio all’Olona, adesso invece, dopo il “fratelli genovesi”, aspettiamoci il “fratelli catanzaresi”, il “fratelli ragusani”, poi vediamo se si ferma. Simpaticissimo. Di sicuro, al confronto, De Gasperi e Togliatti erano antipaticissimi.

    Viviamo nell’epoca della simpatia e dei simpatici. Basti dire che, per fare audience e share, un Papa gesuita ha dovuto travestirsi da francescano.

  • Sei bravissimo, Pietro, con delle pennellate forti, a dipingere la situazione attuale.

    Io mi permetto di esprimere un mio modesto parere.
    Col mio post (e con la miriade di interventi che ho fatto) ho dimostrato una grande apertura di credito nei confronti di Salvini (lo possono testimoniare i due-tre lettori che hanno avuto la pazienza di leggermi), ma ieri sera, dopo avere visto i video-choc, ho avuto la sensazione di una deriva pericolosa.

    Ripeto: non sto entrando nel merito delle singole misure prese (lo vedremo tra mesi o tra anni se Salvini avrà europeizzato la questione migranti o avrà dato il colpo di grazie all’Europa stessa).
    Quello che ho visto è stato IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA di un ministro che, vento in poppa (e ne avrà sempre di più con questi gesti plateali e muscolari), sfida con tracotanza la magistratura, i presidenti della Repubblica e del Consiglio dei ministri, sbeffeggia il presidente della Camera.

    Salvini sa bene di avere l’opinione pubblico a suo fianco e si permette spudoratamente di violare leggi italiane e norme di diritto internazionale.

    Siamo di fronte a un governo allo sfascio e in ginocchio a Salvini.

    Forse, non sarà Salvini a sfasciare l’Europa perché questa è già sfasciata (e non solo a causa degli amici di Salvini).
    Quello che intravedo e che temo è lo sfascio dell’Italia, uno scivolamento – col consenso del… popolo – verso una strada di non ritorno.

  • Vedo che il tuo giudizio su Salvini, Piero, è alquanto severo. Personalmente, credo che creeranno più problemi agli italiani i Cinquestelle e Di Maio.

    Non so quanto la diminuzione degli sbarchi sia merito di Salvini. Forse, in buona parte, lo è. Gli riconoscerei quindi il merito di aver contribuito alla diminuzione di un problema grave. La chiamata in causa dell’Europa è una modalità corretta, da parte sua, per impostare una soluzione del problema. Grazie a lui, nessuno può più darci ipocritamente lezioni di samaritanesimo. Molti paesi europei stanno facendo una figura farisaica e tartufesca. Se poi penso a Fico, alla Boldrini, a Saviano, a Famiglia Cristiana, a Jacopo Fo, a Fratoianni e a tutti gli altri che sulla questione sono contro Salvini, allora direi che, con il noto accorgimento montanelliano, in questo io sto con Salvini.

    I problemi degli italiani stanno nascendo dai Cinquestelle, da Di Maio e dal prossimo disastro di bilancio, dall’imminente sballo dei conti pubblici, dal buco economico spaventoso che certe promesse elettorali demagogiche, spartachiste e zapatiste ci stanno aprendo sotto i piedi. La mancanza di copertura economica per queste scempiaggini è evidente. I costi enormi del reddito di fancazzismo, dell’incostituzionale flat tax e delle pirlate sanculottesche sulle pensioni metteranno gli italiani in mutande.

    Oggi, 23 agosto, siamo a 273 di spread, al 3,08 sui decennali e non doveva dircelo il Financial Times per sapere che è iniziata la svendita dei nostri titoli sui mercati. Da settembre sarà peggio. La reazione dei guaglioni tralalà e tiracampà? Tutta colpa dell’establishment finanziario, delle manovre occulte, dei ricatti internazionali. E avanti col ritornello. I colpevoli non sono loro, quando mai. E avanti con le fiabe. I colpevoli sono “le lobby”, cappuccetto rosso, “le élite”, il gatto con gli stivali, “i poteri forti”, la principessa sul pisello, “le multinazionali”, il principe ranocchio.

  • Deputato leghista minaccia i magistrati: “Toccate Salvini e vi veniamo a prendere a casa”. Anm: “Fatto senza precedenti”. Notte insonne, e mi viene in mente Bolzoni che pochi giorni fa che chiedeva a Piero il significato di Stato di diritto. Lo Stato di diritto è quella cosa che finisce quando un potere ne minaccia un altro. In verità abbiamo spesso assistito a scontri di poteri, questi settant’anni hanno mandato in scena personaggi che in totale spregio delle regole democratiche hanno creduto di cambiare il mondo. Hanno dovuto soccombere. Finché dura lo Stato di diritto…

  • Non mi sono spiegato bene, Pietro: lo sto dicendo da due mesi che la fermezza di Salvini ha avuto un esito positivo, quello di… stanare almeno i Paesi volenterosi (per modificare radicalmente gli accordi di Dublino ci vorrebbe l’unanimità che non ci sarà mai a causa – e non solo – dei Paesi di Visegrad).

    E è grazie a questa fermezza che Salvini accresce sempre di più il suo consenso.

    Il mio disappunto (l’ho precisato) non riguarda le misure prese, ma quel suo sfidare tutti, comprese altre autorità dello Stato italiano e con un linguaggio che mi spaventa.

    Se non hai visto i video-choc, ti consiglio di vederli.

    Ognuno poi reagisce sulla base della sua sensibilità.
    Personalmente, da cinque anni, mi sforzo su questo blog di essere un “uomo che cerca”, non un uomo che condanna a prescindere (sulla base della faziosità partitica)

  • Diciotti
    Salvini tieni il punto.
    Se la Boldrini, Fazio, Lerner e vari cittadini interessati ai migranti chiedono che scendano possiamo dargliene uno a testa con un contributo di € 15 al gg ma se li tengono per sempre.

  • Chiarissimo, Piero. Grazie per le tue precisazioni. Mi permetto solo di aggiungere che l’attuale situazione di un “Salvini contro tutti” può anche essere dovuta, in parte, alla sua sindrome protagonistica (“molti nemici, molto onore”). Però mi sembra che, soprattutto, si stia scatenando contro di lui un assalto alla diligenza tipo Stagecoach di John Ford davvero violento, al limite dello sciacallaggio. Che Salvini questo assalto se lo sia in parte cercato, può darsi. Ma che lo stiano aggredendo iene, sciacalli e corvi, mi pare evidente.

    Questa fauna sta oltretutto assalendo l’attuale governo su una delle pochissime (forse l’unica) cosa giusta, giustissima, che sta facendo, proprio grazie a Salvini: ridurre gli sbarchi, coinvolgere l’Europa dei farisei a fare la propria parte e cominciare a rimpatriare l’enormità di clandestini ancora sui corbelli degli italiani. Ebbene, proprio su questa cosa della Diciotti dobbiamo fare la forca all’attuale governo di incapaci, che solo qui sta dimostrando una qualche capacità?

    Pigliarsela con Salvini sui clandestini e non con Di Maio per le stupidaggini dei suoi dilettanti allo sbaraglio è assurdo. Delle tante scempiaggini promesse in campagna elettorale, oggi pare ne sopravvivano soprattutto alcune: da parte della Lega, la flat tax e la controriforma Fornero, però nel senso di una facilitazione al pensionamento; da parte dei Cinquestelle, in primis e come fondamentale motivo di successo elettorale, il reddito di fancazzismo, poi anche loro (però meno) la flat tax e infine pure loro la controriforma Fornero, però nel senso del taglio a quelle che chiamano ridicolmente “pensioni d’oro”, per poter aumentare le pensioni a chi non ha mai versato quanto avrebbe dovuto e adesso vuole farsi mantenere da chi invece i versamenti li ha sempre fatti fino all’ultimo centesimo.

    Che Salvini sia un personaggio fatto a modo suo, lo sappiamo. Ma quegli altri? Ce li abbiamo ben presenti?

  • Sono d’accordo, Pietro: un conto è la strategia vincente di Salvini (vincente perché in Italia è larga la maggioranza di chi vuole chiudere finalmente con l’emergenza migranti) e un conto è la continua campagna elettorale su più fronti di Di Maio.
    Non so, lo ripeto, dove andrà a finire la strategia di Salvini:
    – se l’obiettivo è cambiare il Protocollo di Dublino, non lo si raggiungerà mai perché richiede l’unanimità del Consiglio europeo che non potrà esserci, se non altro per l’opposizione dei Paesi di Visegrad);
    – se l’obiettivo è quello di stanare i volenterosi, lo vedremo (ho qualche dubbio che dopo ogni salvataggio si riuniscano i volenterosi per distribuirsi i richiedenti asilo. Ci vorrebbe una regola che il parlamento europeo ha già pronto (che, mi pare, ricalca l’impianto della legge che vige in Germania di una ripartizione automatica sulla base di determinati parametri). Una regola che andrebbe bene a noi e che Salvini vorrebbe che fosse applicata, ma c’è sempre il nodo dell’unanimità del Consiglio europeo.

    Certo, tutto è possibile: anche cambiare le procedure e prevedere una maggioranza qualificata o una maggioranza assoluta, ma anche per questo occorre cercare “pazientemente” il consenso con l’arte della diplomazia e che è poi…
    l’arte della politica.

    Ma… questa non crea il clamore mediatico, non cattura applausi, non produce voti.

    • Certo, Piero, è così. Lo show, la sagra e i circenses servono alle masse, all’interno. Invece, nel diritto internazionale, quando non occorre la forza militare in tempo di guerra, ci vuole in tempo di pace la capacità diplomatica. In questo momento, ne abbiamo poca. Da circa mezzo secolo non riusciamo ad avere rapporti di interlocuzione internazionale come dovremmo. In una transizione storica caratterizzata dall’apparenza politica dalla dispersione mediatica, forse è normale che manchino due prerogative tipiche delle istituzioni ben munite di doti essenziali, come le relazioni diplomatiche e l’intelligence. O si fa rumore sul palcoscenico, o si lavora in silenzio dove serve. Poche volte, nella storia, si è riusciti a far bene entrambe le cose. Da noi, poi, quasi mai.

  • Dopo tanta apertura di credito che ho dato a Salvini (apertura basta sulla fiducia che, pur con le sue prese di posizioni irrituali, avrebbe “europeizzato” la questione migranti), ora ho la netta sensazione (ma posso sbagliarmi) che l’obiettivo di Salvini non è “più Europa” che “si costruisce” con l’arte della mediazione (non vedo un’alternativa se si vuole costruire), ma è tutto l’opposto: lo sfascio dell’Europa.

    Continuo a ripetere: l’europeizzazione della questione richiede, in prima istanza, il cambiamento del Protocollo di Dublino (finché non sarà cambiato, gli altri partner continueranno a dire che è l’Italia che viola le regole), cambiamento il cui testo è già stato preparato dal parlamento europeo e che ora attende di essere approvato dal Consiglio europeo all’unanimità.
    Se non si lavora a questo livello – un lavoro che richiede tanta diplomazia e meno gesti mediatici che altro non fanno che irritare i partner – vuol dire che l’obiettivo è un altro.

  • Ribadisco il mio punto di vista: l’europeizzazione della questioni migranti non riguarda solo la ricerca del consenso del governo, ma letteralmente “tutti gli italiani” (e non solo sul fronte della redistribuzione dei migranti che arrivano dopo essere stati salvati, ma soprattutto sul fronte della rimozione delle cause remote della partenza dei migranti in questione.
    Se il governo si muovesse seriamente a perseguire questi due obiettivi, avrebbe il pauso del 100% degli italiani.
    Solo che i mezzi finora usati non risolvono un bel nulla (se non a aumentare il consenso intorno a Salvini) nessuno dei due problemi: non è col pugno di ferro o con le minacce che “si convincono” i partner europei a cambiare il regolamento di Dublino (ci vuole solo un faticoso lavorio diplomatico-politico: lo sto ripetendo da giorni), pugno di ferro e minacce che non hanno altro effetto che quello di irritare ulteriormente i partner stessi e a isolare l’Italia.
    Non vedo poi nessuna mossa, fino ad ora, nella direzione di quello che Kofi Annam /da pochi giorni scomparso) chiamava Piano Marshall per l’Africa.

  • INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI
    (Articolo di Cacciari )

    Non ho vissuto l’età dei totalitarismi, l’età della morte del pensiero critico ma oggi più che mai posso considerare quanto sia pericoloso il sonno della ragione. Nell’età del ritorno dei Malvolio di montaliana memoria un semplice prendere le distanze non può bastare, non è piu possibile una “fuga immobile” anzi può rappresentare una scelta immorale, un disimpegno colpevole.Oggi non è più tempo di tacere, è tempo di prendere una posizione perché ogni esitazione potrebbe mettere a rischio le grandi conquiste
    culturali del secondo dopoguerra. La cooperazione internazionale, la democrazia, l’integrazione, la tolleranza non possono essere valori negoziabili.
    Quello che maggiormente preoccupa non è il ristretto e circoscritto disegno politico di Salvini ma la constatazione dei consensi numerosi che colleziona, non è di Di Maio, che mi preoccupo e del suo serbatoio di voti “protestanti” ma la constatazione che la protesta sinistroide abbia consegnato il paese ad una destra becera e livida e che una larga fetta anche di intellettuali non si sia resa ancora conto che si è prostituita alla peggiore delle destre , non a quella progressista e europeista ma alla destra razzista e violenta di Salvini.Ad una destra incapace di cogliere i segni del tempo, incapace di progettare un mondo di uomini in grado di vivere insieme pacificamente nella consapevolezza che ogni vero progresso raggiunge la sua pienezza col contributo di molti e con l ‘inclusione di tutti ,seguendo l’insegnamento terenziano alla base della nostra cultura occidentale :”Homo sum humani nihil a me alienum puto”.
    Appartengo al mondo della formazione, sto, pertanto, in trincea a contatto con una generazione vivace, intelligente, elettronica e “veloce” che “vivendo in burrasca” rischia di precipitare nel baratro dell’indifferenza o, nel peggiore delle ipotesi ,dell’intolleranza, dell ‘aggressività pericolosa e ignorante.
    Questi stessi giovani ,invece, meritano di essere salvati, meritano una cultura in grado di coniugare pathos e logos,una cultura che percepisca l ‘uomo come fine e non come mezzo, che consideri l ‘”altro da sè “una risorsa importante giammai una minaccia .
    Nell’età delle interconnessioni non c ‘è niente di più assurdamente anacronistico dei muri e dei silenzi colpevoli. È solo nelle DIVERSITÀ che si può cogliere il vero senso della BELLEZZA e l’essenza di un impegno costruttivo che non è mai discriminante ma sempre inclusivo, totalizzante e interdipendente.
    Non è neanche questione di destra o di sinistra , di rosso o nero ma il problema è , soprattutto ,di carattere culturale.La vera emergenza è quella di costruire un argine contro ogni forma di populismo, contro la xenofobia, contro i nuovi razzismi in nome di una società civile che riparta dall’UOMO, non prima dall ‘uomo Italiano , nè come in passato ,prima dall’uomo della Padania ma dall’UOMO in quanto umanità È necessario che in ogni campo sia politico che economico, culturale e sociale non si perda mai di vista l’uomo , la sua dignità, il suo inestimabile valore e ,al di là di ogni faglia e filo spinato ,lo si consideri il fine ultimo di ogni progetto.
    INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI, c ‘è molto da fare, a partire dalla formazione scolastica . Se uniti si costituirà una forza inarrestabile, la forza della cultura, la sola che possa costituire un argine autentico contro la deriva pericolosa del populismo e della miseria ,principalmente di quella della mente.

  • “Nell’età delle interconnessioni non c ‘è niente di più assurdamente anacronistico dei muri e dei silenzi colpevoli.” Questa è secondo me la ( che poi non lo è, anche se indubbiamente pone una questione fondamentale) domanda cardine. Come si possono conciliare questi due aspetti assolutamente connessi? Storia e Geografia, spazio e tempo: dopo il dibattito sull’importanza della Storia di questi ultimi anni o mesi, ora si introduce anche il dibattito sull’importanza dello studio della Geografia, bandita dalle discipline scolastiche almeno in alcuni corsi di studio; due discipline parallele che senza quelle avremmo difficoltà di memoria storica, politica, sociologica, antropologica e via elencando. Ma si sa, questa è l’epoca delle contraddizioni, ma non quelle da manuale o da storici, ma quelle individuali, alle quali è difficile sottrarsi, tipiche dei momenti difficili, oltre i comandamenti, oltre le buone regole della convivenza civile, prima che l’unico paradigma sia il “mors tua, vita mea”.

  • Già, Ivano: mors tua, vita mea.
    Fan bene gli intellettuali alla Cacciari a tuonare contro la deriva xenofoba, contro i muri e i silenzi colpevoli, e a sottolineare con forza che la bellezza sta nella diversità, nella pluralità, che ogni uomo va visto come una risorsa e non come un nemico.
    Così fan bene a insistere sulla necessità di investire nella cultura (una cultura umanistica che veda sempre l’uomo come un fine e mai solo come un mezzo – come ci insegna Kant) e a dire che i giovani meritano molto di più.

    I giovani, è vero, meritano molto di più, ma i giovani hanno tendenzialmente una visione del mondo – anche… geograficamente – più ampia, più cosmopolita.

    Ma poi votano tutti (e meno male!) alcuni politici sanno bene intercettare il diffuso bisogno di muri.
    Intercettare o creare artificialmente questo bisogno? Credo che giochino tutti e due i fattori: la gente ha bisogno (e credo che tutti, in cuor loro, lo desiderano) un “governo” dei flussi migratori, una loro “regolarizzazione”, un’apertura a immigrati nella misura della nostra capacità di accoglierli.
    Questo è il sentire più diffuso e Salvini è considerato dai più (anche da quelli che lo odiano) come colui che, dopo Minniti, ha “arginato” con la faccia dura tale flusso “irregolare”.

  • Gli intellettuali, Viviana, parlano alla “ragione” ed è normale che sia così, fanno appello ad argomenti “razionali”, ma l’uomo è anche… paure, risentimenti, rancori.
    Sono i politici, non gli intellettuali, che sanno cogliere e muovere i sentimenti.

    Una cosa, credo, è certa: gli intellettuali di sinistra (non ricordo Cacciari) non hanno avvertito in tempo il vento che girava e quando Minniti che tale fiuto l’ha avuto, l’hanno coperto di insulti accusandolo come uomo di destra.
    Minniti temeva la deriva e la deriva puntualmente è arrivata: uno spostamento massiccio a destra dell’elettorato.
    Così tanta parte dell’opinione pubblica ha visto in Salvini lo sceriffo che ci voleva, l’uomo forte che chiudeva i porti all’invasione, l’uomo che riportava ordine e legalità nelle nostre città…

    Il bisogno di sicurezza non è né di sinistra né di destra: il soddisfarlo è il compito primario dello Stato.

    • Mi sembra che ormai anche molti intellettuali di sinistra e pure molti cattolici di forte afflato post-conciliare (perifrasi per non usare il solito termine un po’ inelegante) abbiano ben compreso quale enorme regalo abbiano fatto in quella direzione, con certe loro prese di posizione. Il che, ovviamente, nulla toglie all’evidente strumentalizzazione a cui stiamo assistendo, tutta giocata per fini elettorali a breve termine. E mi pare che questi giochi siano fatti e definiti. Non si vede a sinistra o in campo cattolico di forte afflato eccetera eccetera alcun segnale convincente, alcun personaggio in grado di staccare da una simile paralisi politica. Anche Bergoglio sta sparando tutte le sue cartucce ma è come se sparasse a salve. Comunque, stiamo a vedere. Probabilmente tra non molto, per questa maggioranza, continuare con le filastrocche e le pastòce non sarà più sufficiente e anche le forze governative dovranno inventarsi qualcosa di diverso dai migranti, per continuare a prender voti. Vediamo che cosa succede quando tra un po’ i mercati ci danno una tirata di briglia. L’Europa non si sporcherà le mani, lascerà fare agli algoritmi senza volto, i sicari migliori.

    • Piero, dalla Germania, anche sedandoli, stanno deportando in Italia migliaia di clandestini. E nei porti italiani, pur nella battaglia scatenata contro le Ong, ne continuano ad arrivare. Significa che Salvini dovrà votarsi ad altro per mantenere il consenso. E vuol dire che in Europa non conta assolutamente niente.

  • Credo non si legga tutto, ma è facile trovare l’integrale sull’uffingtonpost. Magari una scorsa senza pregiudizi…..mi sembra che argomenti bene.

  • Ho letto tutto, Ivano. Quello che posso dire è che ho trovato considerazioni che avei scritto io, senza naturalmente, lo stile brillante del giovane giornalista (che non è mai stato tenero con nessun politico, a quanto mi risulta).
    Di sicuro, Salvini è un politico di razza e ha un fiuto politico straordinario se sulla sua… epica lotta contro le ong ha costruito il suo consenso.
    So bene che le anime belle non amano il suo linguaggio (in effetti parlare di… sbruffoncella da parte di un Ministro della Repubblica mi pare quanto meno fuori luogo), ma è un fatto che il suo linguaggio traduce bene il “sentire” diffuso di gran parte degli italiani che vedono in lui, finalmente, l’uomo forte che è in grado di arrestare l’invasore.
    Salvini non è interessato a “risolvere” il problema nel “contesto europeo”: se fosse questo l’intento, una volta raggiunto, verrebbero meno le occasioni ghiotte che le ong ingenue gli offrono sul piatto; e se fosse questo l’obiettio, avrebbe partecipato agli incontri tra ministri degli interni europei (ne ha disertati 6 su 7) per portare al Consiglio europeo dei capi di governo e dei capi di Stato la risoluzione del parlamento europeo che ha già cambiato il Protocollo di Dublino.

    Salvini farà strada.
    Tanta strada.
    E tanta gente lo applaudirà.
    Lo acclamerà come il… Salvatore non solo dell’Italia ma dell’Europa dalla invasione dei migranti.
    Il manuale che sta seguendo è un manuale perfetto per le democrazie – come le definisce Vittorio Emanuele Parsi, malate perché sballottate tra “populismo demagogico” e “tecnocrazia oligarchica”.

    • …..ci sono altre categorie di persone, padron Piero, che di ….. strada, ne fanno tanta!I
      E non è una buona ragione di citarle ad esempio, o, peggio ancora, affidare loro le sorti di una Nazione.
      Si, perchè il “buffostivale”, una nazione, dovrebbe esserlo!

  • Dedicato a Carola Rackete”
    A proclamarmi questo non fu Zeus, ne’ la compagna degl’inferi, Dice, fissò mai leggi simili fra gli uomini. Ne’ davo tanta forza ai tuoi decreti, che un mortale potesse trasgredire leggi non scritte, e innate, degli dei. Non sono d’oggi, non di ieri, vivono sempre, nessuno sa quando comparvero ne’ di dove”.
    Antigone ( Sofocle) vv. 450/457

  • Anch’io non capisco questi elogi di Salvini che sto ascoltando in questi giorni da tutte le parti, come se il consenso…Anche Hitler e Mussolini riempivano le piazze. La determinazione, la testardaggine, il voler aver ragione a tutti i costi? Non sono i miei criteri.

  • Non vorrei essere equivocato, amici.
    Sto dicendo che Salvini sta seguendo in intelligenza politico il manuale per diventare un “duce”. Un “capitano” lo è già e, de facto, primo ministro, colui che detta l’agenda non solo in Italia, ma in Europa.
    Lui sta seguendo il suo disegno cinico che gli sta facendo guadagnare una montagna di consensi.

    Quello che mi sconcerta è che chi non condivide questo suo disegno (che non è quello di “risolvere” il problema dei flussi migratori – per risolvere il quale bastava seguire altre strade, a cominciare dal convincere gli amici di Salvini ad approvare in sede di Consiglio europeo dei capi di governo la revisione degli accordi di Dublino già approvata dal parlamento europeo) sta a guardare sperando di lucrare a sua volta.
    Le famiglie democratico-cristiane e socialdemocratiche sono ancora (con liberali e verdi) maggioranza in Europa: chi le ha mobilitate? chi si è mosso per far comprendere il grave pericolo che sta correndo l’Italia e con l’Italia l’intera Europa?

    Povera opposizione! Poveri intellettuali!
    Quando il “Duce” (naturalmente, molto diverso dal Duce storico, anche se con il medesimo linguaggio) nascerà (magari a Natale), forse si pentiranno ma sarà troppo tardi!

    • Caro Piero, quando ancora la faccenda dei migranti non si chiamavano neppure extra-comunitari, ma soltanto “marocchini”, e comparivano i primi vu’ cumpra’, a Postino di Dovera arrivò un africano del Senegal, giovane, istruito, che sognava l’Europa, aveva studiato architettura. Era il primo africano, se ben ricordo, o uno dei rarissimi che i paesani di Postino avevano il dispiacere (allora, essendo un caso raro, credo sia stato un piacere, una curiosità) d’incontrare. Ne parlai con un articoletto su “Mondo Padano” nella striminzita pagina che i signori cronisti di Cremona concedevano malvolentieri alle faccende cremasche. Lui, l’africano giovane e intelligente mi disse che ringraziava molto i postinesi ma, presto, se ne sarebbe andato via, a Milano, in una grande città, perchè non desiderava far l’agricoltore, il bergamino. E lo scrissi, che se non sei agricoltore, o figlio di agricoltori, la vita a Postino è fatta di gente che si gira i pollici. Apriti o cielo. Un cronista della “Provincia” scrisse che gli abitanti (scrisse: i cittadini) di Postino di Dovera avrebbero potuto offendersi leggendo dell’ingratitudine del giovane africano, accompagnata dalla mia, d’ingratitudine. Perchè i postinesi è gente laboriosa, solidale, eccetera. Altri tempi. Allora, Giovanni Sartori, un grande intellettuale, uno studioso vero della politica, già scriveva che presto, il problema delle migrazioni, se non affrontato di petto, avrebbe creato pesantissimi problemi, spostato gli
      equilibri politici, e dato voce e spago alle forze estremiste di destra. Il terrorismo islamico, poi squassò anche l’Occidente. Sartori subì forti critiche a sinistra. Fu una voce, allora, nel deserto.

  • Aggiungo, Marino, per avvalorare la tua tesi (questa almeno la mia intenzione) un particolare molto più recente: quando l”allora ministro degli Interni Minniti ha evocato una “deriva democratica” se non si fosse “governato” il fenomeno dell’immigrazione, gli intellettuali dalla puzza sotto il naso l’hanno apostrofato come fascista (e così il… miliardario Crozza).

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