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FRANCESCO TORRISI

San Domenico: un posto per … tutti i gusti

UNA SALA RINNOVATA

434 posti e una nuova disposizione

per il Teatro San Domenico

nella

STAGIONE TEATRALE 2018/2019

vieni a scegliere il tuo nuovo posto!

www.teatrosandomenico.com

Poltronissima Extra                    € 310,00                                       € 260,00

Poltronissima                              € 290,00                                       € 240,00

Poltrona                                      € 270,00                                        € 220,00

Laterale                                      € 230,00                                        € 210,00

Terzo settore                               € 200,00                                       € 170,00

Terzo settore *                            € 150,00                                       € 120,00

 No Komment!

FRANCESCO TORRISI

03 Lug 2018 in Cultura

13 commenti

Commenti

  • Anni fa avevo fatto una ricerca tra i Teatri attorno a noi (pubblicata sul blog) dalla quale si evidenziava lo strano, anacronistico modo di far pagare i posti in sala in modo così differenziato rispetto alla loro dislocazione.
    Quando era stata fatta una sorta di consultazione dalla nuova gestione (ricordate lo …. “speaker corner” ?) tra le diverse segnalazioni ricordo avevamo sottolineato anche questa.
    Bene, ora si è ritenuto aggiungere addirittura una nuova settorazione: la “POLTRONISSIMA EXTRA”, che va ad aggiungersi alla “POLTRONISSIMA”, alla “POLTRONA”, al “LATERALE”, al “TERZO SETTORE”e, dulcis in fundo, al “TERZO SETTORE” con * (si, la riduazione under 26 e over 65 vale solo nel “recinto” del TERZO SETTORE!).
    Il costo/biglietto, va a scalare dal max della “POLTRONISSIMA EXTRA” (sarà forse “riscaldata/refrigerata” inverno/estate ?!?) al “TERZO SETTORE *”.
    Non vi sembra terribilmente provinciale tutto ciò? Al limite del ridicolo?
    A Lodi, Teatro alla Vigne, con una sala del tutto simile alla nostra si pagano due biglietti: uno “INTERO” ed uno “RIDOTTO” (over 65 e under 25).

    Ci incitano ad andare a scegliere il “nostro nuovo posto”!
    Non ho capito poi se per poter accedere alle “POLTRONISSIME EXTRA” sia necessario qualche prerequisito particolare, qualche ….”esame di ammissione (?!?).
    O basta ….. “cacciare”. che così gli altri lo sanno, che hai …”cacciato”!

    Io a teatro ci vado parecchio in Lombardia, ma questa mi pare proprio un’ “esclusiva” Cremasca.
    Andare fieri di questa nostra “diversità”?
    Mah…..

  • Giro meno di te i teatri, Francesco, ma quando prendo un biglietto o faccio un abbonamento i prezzi variano a seconda di dove ti siedi. A teatro vige la logica coccigea. Da un paio d’anni non vado al San Domenico, per cui non saprei che dire sulle tariffe (scusa, ma le due colonne in che cosa si differenziano, forse per il numero di spettacoli?). Anzi, per me questo teatro è un problema, perché spesso chi ci va pretende di parcheggiare a pochi metri e c’è sempre qualche pirla che alla sera mi blocca il portone di casa e devo chiamare i vigili per la rimozione forzata.

    Comunque, dicevo, perché ritieni che le differenze sui prezzi dei biglietti siano un errore? Se si va alla Scala di Milano, le cifre dei carnet variano tra platea, palchi vari (su più “ordini” e numero posti), gallerie e via dicendo. Anche se si va al Donizetti di Bergamo i carnet sono diversi tra settori (A, B, C, etc.), platea, palchi (“ordini” e poi centrale, laterale, parapetto). Al Fraschini di Pavia paghi a seconda di platea, posto palco, ingresso palco, gallerie e loggioni vari, numerati e non numerati. Insomma, pur considerando gli abbonati (almeno alcuni) al San Domenico dei parcheggiatori rompiballe, non capisco perché siano errate queste tariffe. Palchi qui non ce ne sono, per cui le distinzioni, come in tanti teatri di provincia, si fanno come si può.

    La locuzione “poltronissima extra” può far sorridere. Ma il termine poltronissima, con vari rafforzativi, è di uso corrente nel marketing teatrale. E poi, mi sembra che anche all’Arena di Verona le chiamino “poltronissime”, con la versione “poltronissima Gold” (è qualche anno che non ci vado, immagino che anche tu da ragazzo, come tanti adolescenti cremaschi recalcitranti con mamma prof abbia dovuto subire l’estiva pallosissima deportazione all’Aida).

  • Pietro hai citato Teatri che hanno una logistica da Teatro “Classico” (Platea, palchi, loggione) ovvio quindi che ci sia differenziazione, ma per una sala con sola platea …. a me sembra lapalissiana la scelta di Lodi Teatro alle Vigne, prenoti per tempo e scegli tra i posti disponibili, punto!
    Se invece l’andare a Teatro deve dimostrare qualcosaltro….

  • Anche secondo me è ravvisabile una logica classista in questa distribuzione di culi…o coccigea come più elegantemente dice Martini. Oltretutto l’acustica è quella che è, ma non importa se l’appassionato in ultima fila sente e vede meno della sciura seduta in poltronissima che si gusta lo spettacolo come si gusterebbe una pizza. Solo perché si deve esserci. Sì sa, la città piccola è pettegola.

  • Mi permetto di confermare che la differenziazione dei posti e dei prezzi di biglietti e abbonamenti non esiste solo nei teatri con palchi e loggioni ma è pratica teatrale generalmente diffusa. Non ho sufficiente competenza in materia per proseguire con maggiori approfondimenti il discorso. Rilevo solo che le ragioni di certe scelte possono anche non derivare dall’ostentazione borghese capitalista. Pure al di fuori dell’ambito teatrale, gli esempi sono innumerevoli. E non necessariamente riferibili agli sfoghi esibizionistici dei notabilati di provincia.

    Comunque, non avessi mai osato commentare in proposito! Tra ieri e oggi ho ricevuto due telefonate e quattro mail di conoscenti che mi suggeriscono di non perder tempo a difendere le poltronissime extra, appuntando invece la mia attenzione sui 120.000 euro spesi per il cambio delle sedute. Pare infatti sia questa la cifra spesa, per metà erogata dal Comune o frutto di accantonamenti del teatro e per metà da chiedere a una banca (quindi da rimborsare, sempre soldi pubblici) e alla regione (idem, soldi pubblici). Pare inoltre che 300 delle 390 sedute fossero perfette, che 50 fossero facilmente riparabili e che solo 40 fossero da cambiare. Pare infine che le precedenti sedute siano destinate alle sale parrocchiali bisognose di poltrone. Argomento molto nobile, forse un po’ a doppio taglio, visto il buono stato delle sedute e la cifra spesa. Ma non frequento i bar di piazza Duomo in misura tale da conoscere tutti i discorsi (e le battute) sulla vicenda, che pare stiano offrendo spunti divertenti. Dopo di che, mi ritiro prudentemente dall’argomento.

    Aggiungo solo che, fosse così, come cittadino cremasco non potrei che rallegrarmi per quanto l’amministrazione locale sia vicina, molto concretamente vicina, al San Domenico. Occorre auspicare che anche verso il Sant’Agostino, il Museo, la Biblioteca e le altre nostre istituzioni culturali, bisognose di risorse per ragioni meno coccigee, valga uguale munificenza. Auspicio che, immagino, sia condiviso dai tanti estimatori professi, su questo blog, di tali realtà. Ecco, forse abbiamo finalmente trovato a che cosa servirebbe davvero la “cabina di pilotaggio”.

    • 120mila euro di poltrone?!
      Ma sono pazzi? Se la chiesa sconsacrata adibita a teatro di una piccola cittadina si permette di fare spese folli del genere, non oso pensare a cosa succede nei teatri veri. Tutti beneficiari di sponsorizzazioni pubbliche, all’insaputa degli ignari contribuenti.
      Altro che spending review, qui ci vuole un diluvio universale.

  • Eh, ma saranno rosse. Vuoi mettere?

  • E il gemellaggio o collaborazione con la Scala che fine hanno fatto?

  • E io che ho sempre detto che in nessun teatro al mondo si dormiva bene come si dormiva sulle (vecchie) poltrone del San Domenico …. comodissime. Che bisogno c’era di cambiarle?

  • Il S. Agostino e la biblioteca, Pietro, hanno bisogno più che di risorse economiche, delle buone “idee”, in primis dell’idea di dare il via a una cabina di regia (un’idea che sto… predicando al vento da anni) che faccia delle due istituzioni dei veri e propri centri culturali (non certo a nome dell’Amministrazione di turno, ma della città).
    Una cabina di regia in cui tu, Pietro, puoi svolgere, con le tue competenze e con la tua passione, un ruolo significativo.

    • E in attesa della fantomatica cabina di regia, scorrono fiumi di danaro pubblico … è inutile dare lezioni di bon ton ai governanti centrali, se poi non si è neppure in grado di controllare le manie di grandezza degli amministratori locali.

      Non sarà anche per questo, che le buone “idee” scappano altrove? Il buon costume dovrebbe invogliare i volonterosi a impegnarsi per il bene comune. Ma se non c’è ……

  • Come sempre i potenti snobbano. Dell’intervento avevo letto sulla Provincia. E Strada non è obbligato a dare spiegazioni, ma sarebbe corretto se lo facesse, se non gia detto su altri media. Perché si sa, le deleghe in bianco, pur supportate da buoni curricoli personali, possono riservare delle sorprese. Ricordo ad esempio che il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Benefattori Cremaschi, da pochissimo insediato, come prima azione aumentò le rette. Ed io, memore del mio ruolo di Coordinatore ospiti e parenti, decaduto per scadenza dei termini statutari, mi permisi comunque di affiggere in bacheca una provocatoria rimostranza. Inutile dire che il mio volantino il giorno dopo sparì, con la motivazione che io, parente qualsiasi, a Comitato decaduto e non ancora ricomposto, non avevo nessun diritto di protestare. Quindi, aspettarci spiegazioni da Strada mi sembra assolutamente inutile. La nostra Sindaca gli riconosce doti manageriali? Bene, senz’altro Strada ha fatto bene e non deve spiegazioni a nessuno. Evidentemente queste sono le buone pratiche istituzionali. A meno che qualcuno di Cremascolta non decida di improvvisarsi giornalista e si prenda la briga di andare volta per volta ad intervistare chi di dovere. In questo modo il blog, oltre a commentare, farebbe anche informazione di prima mano che non guasterebbe.

    • Ma quali potenti, Ivano, questi sono come Bristow dell’ufficio acquisti.
      Te lo ricordi il geniale fumetto di Frank Dickens che usciva su Linus?

      Finché va, va …. diversamente si finisce nei guai come il governatore Pittella, che alla vigilia delle elezioni dichiarava pubblicamente la disponibilità della Basilicata a raddoppiare il numero dei migranti ospitato sul territorio regionale per dare a tutti un “esempio di umanità”.
      hahahahahaha!!! … per non piangere, s’intende.

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