menu

FRANCESCO TORRISI

Pasquino di venerdì: buchi per terra

E’ iniziato uno sforacchiamento di ogni “stallo blù” di parcheggio nella zona S.Pietro/S.Chiara, ma in estensione a tutti gli “stalli blù” di parcheggio nella città.

In ogni foro, viene inserito un “sensore intelligente” (!) “……l’obiettivo è quello di realizzare una rete collegata di sensori su tutti i posteggi a pagamento. Ciò consentirà in un prossimo futuro di comunicare agli automobilisti i parcheggi liberi all’ingresso della città tramite l’applicazione per cellulare…” .

Il progetto “Crema smart parking” presentato nel maggio 2015 da Sindaco e Assessore Bergamaschi prevedeva che “…Con un po’ più di pazienza – in un lasso temporale con scadenza nel 2017 ….” venissero fornite agli automobilisti indicazioni operative in tempo reale sugli spazi liberi di park in Città.

Bando/ assegnazione/ ricorsi / Consiglio di Stato, i tempi si sono allungati e hanno cominciato solo adesso estate 2018, a…”bucare”.

La “pasquinata”, mi fa pre/vedere i piloti, già incuranti di loro per la norma dell’articolo 173 del nuovo codice della strada, che prevede per gli automobilisti sorpresi alla guida al cellulare una sanzione amministrativa che va dai 161 ai 647 euro (mai visto in vita mia un tutore del traffico elevare una contravvenzione!), a guidare con l’occhio sul telefonino, andando anche veloci , perchè….c’è un posto libero in Via Griffini, ma forse tra 30 secondi …. !

Aggiungendo pericolo al pericolo quindi, per i soliti poveri pedoni/ciclisti che, appartenendo ad una “casta inferiore” devono solo preoccuparsi di salvare la ghirba, attenti a voi!.

Il tutto ci avrà anche la sua bella spesa.

Ma era proprio il caso?

Evidentemente la “città smart” vuole che a “sorridere” siano anzitutto gli automobilisti ……

FRANCESCO TORRISI

27 Lug 2018 in Ambiente

5 commenti

Commenti

  • Francesco, bravissimo, come bravi Bolzoni e Rita a scrivere che a Crema di bike sharing ( qualche turista? ) non c’è proprio bisogno. Magari di pietre d’inciampo si, ma di sensori da rincorrere spericolatamente, nell’avanti e indietro da gioco dell’oca perchè nel frattempo… certamente no.

  • Certo, visto così sembra un ennesimo servizio devoluto al motorizzato itinerante, e non al passeggio-pedalatore, ma che si vada verso la soppressione dell’auto per le brevi tratte, in una tendenza pre estinzione umana, salvo ai climi sub polari, si spera, è chiaro (fra l’altro sto scoprendo, rileggendo i classici che non è un pallino di Ezio, ma ne parlava già Steinbeck su una sola base razionale a inizio scorso secolo). Ma torniamo al tema: si tratta di un sistema multi-cittadino cui l’utente itinerante dovrà adeguarsi. L’importante che i buchi siano poi turati… e che non costi troppo, e che il sistema indirizzi le auto fuori dalle b…! Allora entra in gioco il velò, o le piotte, come dicevamo a Roma nei miei ’50! E quel non costi troppo che mi preoccupa, e, come giustamente segnali, che non sia un ulteriore fattore di distrazione. In altre parole, resta sempre un fattore di educazione. Tuttavia questa è la premessa per l’auto senza guidatore che si toglie fuori dai piedi da sola, sempre, si spera, prima di quella fatidica epoca postglaciale…

  • Non ho alcuna dimestichezza, Franco, con prenotazioni di parcheggi e pagamenti relativi via cellulare, ma vi sono coloro che considereranno comodo il nuovo sistema dei sensori, un sistema che – leggo – è già molto diffuso nei Comuni italiani.
    So bene che si tratta di ben poco rispetto alla tanto celebrata “smart city”, ma per gli appassionati delle nuove tecnologie può essere utile.
    Personalmente, mi aspetto un sistema (se ne è già parlato altre volte su questo blog) che, grazie ad algoritmi studiati ad hoc – che riduca la fermata del passaggio a livello a una durata non molto dissimile da quella di un semaforo.
    Se non è mai stato realizzato a Crema, e si stanno spendendo svariati milioni di euro per il sottopasso di via Stazione ci saranno delle motivazioni serie.
    Una domanda agli addetti ai lavori: esistono in Italia e all’estero sistemi del genere realizzati senza rischi per nessuno?

  • Questo sistema di informazione sui parcheggi liberi, Francesco, è diffusissimo ovunque e davvero utilissimo. La gente ne beneficia dappertutto, in Italia e all’estero, dagli aeroporti agli altri luoghi in cui si concentrano le esigenze di parcheggio. Il problema è un altro: l’applicarlo impunemente in un centro storico che dovrebbe essere pedonalizzato, scatenando sgommate e derapate nelle viuzze e piazzette intorno al Duomo. Sarebbe come utilizzare i bigliettini di prenotazione alla gastronomia del supermercato per andare a fare la comunione. Ci sono luoghi in cui certe cose non vanno bene, non si fanno, sono empie. Usare una cosa molto positiva in un posto molto sbagliato o in un modo molto negativo è tipico di due categorie di persone: quelle troppo sceme e quelle troppo furbe. Qui credo sia la seconda ipotesi. Ecco perché.

    Ancora in molti pensano che le auto portino soldi, mentre le biciclette no. Soprattutto nelle periferie latine dell’Europa. Nelle economie locali in cui il giro dei quattrini non è più legato alla terra o alla fabbrica ma non ancora all’economia digitale, è la bottega che decide. Si pensa che compri e consumi il guidatore perché arriva, parcheggia, scende, va in giro, paga, risale e se ne va. E che non compri e non consumi il ciclista perché va a zonzo, bighellona, non paga niente e pedala altrove. Il guidatore, nelle culture del mercantilismo latino, appare attivo, danaroso, spendaccione. Il ciclista, invece, perdigiorno, poveraccio, stamegna. Certo, in teoria l’inquinamento che abbiamo in città e gli altri problemi causati dal traffico dovrebbero portare a non limitare il discorso all’interesse di scarsella. Ma in pratica la logica è solo quella. Quando i negozianti si convinceranno che le bici procurano più soldi delle auto, vedrai che tutti quanti diventeranno ambientalisti. E siccome per i politici contano solo i voti e le cadreghe, allora anche i politici, oggi verdi fintissimi, diventeranno veracissimi verdi.

  • Ok, Pietro mi pare che tu abbia inquadrato assai bene!
    L’impressione è che su certe decisioni chi di dovere si lasci abbagliare da proposte …”furbacchione” , ben confezionate e luccicanti da “ultimo grido/tecnologico” e…..via con il nuovo giocattolo!
    Ma la scelta di fondo quale è? Come entra nel disegno che abbiamo di questa città? O ce lo spingiamo dentro a forza?
    Mi pare proprio che questo genere di “smart” abbia una ….. “piega amara”!!!

Scrivi qui la risposta a Ivano Macalli

Annulla risposta

Iscriviti alla newsletter e rimani aggiornato sui nostri contenuti