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FRANCESCO TORRISI

2019: Elezioni Europee

….riceviamo e, volentieri pubblichiamo:

Gentilissimo Direttore,
> nel 2019 avremo le Elezioni Europee: sono davvero curioso di vedere se le due tradizionali famiglie politiche, il Partito Popolare Europeo e il Partito Socialista Europeo, riusciranno a resistere all’assalto delle forze euroscettiche (da noi Lega e M5S, già al governo del Paese, per altro). Io me lo auguro, perché temo che la loro fine – anche i partiti sono organizzazioni ‘storiche’, quindi non necessariamente ‘immortali’ – trascinerebbe con sé lo sfaldamento dell’Unione Europea, mal celato obiettivo di Trump e di Putin, rispetto al quale anche i lepenisti in salsa italica rischiano di essere il cavallo di Troia. Questa Europa – con tanti limiti, primo fra tutti non aver saputo progredire nell’elaborazione di una politica estera e di difesa comune, dopo l’unione monetaria – è figlia di una felice intuizione di tre democratici cristiani (De Gasperi, Adenauer e Schumann) e, certamente, mettendo in sordina i nazionalismi che oggi paiono riemergere, ha garantito il più lungo periodo di pace e sviluppo ai Paesi che vi hanno aderito, una volta archiviata la tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Ma è stata anche il sogno di molti di noi, quando eravamo un poco più giovani: la libera circolazione delle merci e delle persone, il progetto Erasmus per gli studenti universitari… Riformare, non demolire, dovrebbe essere la missione di una classe dirigente avveduta, lungi…mirante, capace, cioè, di guardare lontano. Nel mio piccolo, quando arrivò a conclusione, purtroppo, l’esperienza storica della DC, scelsi Forza Italia anche perché ancorata – proprio come la Democrazia Cristiana – alla famiglia del Partito Popolare Europeo; in buona sostanza, per dirla con una battuta, non mi tinsi d’azzurro per finire colorato di verde, non feci una scommessa europeista per ritrovarmi euroscettico o, addirittura, tra i ‘liquidatori’ dell’Unione Europea! Non sempre è buona cosa inseguire gli elettori, anche perché chi lo fa, in genere, più che gli elettori insegue le poltrone dagli stessi garantite… Chi vivrà vedrà…
> Cordialmente,
>
> Antonio Agazzi

FRANCESCO TORRISI

17 Set 2018 in Politica

48 commenti

Commenti

  • Temo anch’io, Antonio, che il vento che tira in Europa conduca allo sfascio dell’Unione europea, ma io ho ancora un po’ di fiducia perché è in seguito a delle crisi che l’Europa ha compiuto dei passi avanti.
    Le crisi pongono a tutti il problema della “convenienza” (è su questa che si fonda qualsiasi “Unione politica”) e i Paesi, fatti i conti (perché di conti si tratta), troveranno conveniente non tirare troppo la corda, tanto più i Paesi di Visegrad che oggi ricevono dalla Ue molto di più di quanto danno.
    E la convenienza, poi – come bene dici – vanno oltre il dare ed avere contabile (noi stessi abbiamo avuto anni in cui ricevevamo di più di quanto davamo). Tra l’altro, sono gli stessi agricoltori italiani che mi dicono che senza l’Europa non potrebbero reggere.

    I cosiddetti sovranisti sono i primi a rendersi conto della convenienza dell’Europa: non è un caso che lo stesso governo italiano faccia di tutto per “europeizzare” non solo i problemi “globali” come quello del flusso di migranti, ma anche le promesse elettorali.

    L’Europa – è il mio forte auspicio – ce la farà.

    • Dipende da chi vincerà. Un’Europa democratica o populista? In gioco ci sono i valori, non solo i conti.

    • Quali sarebbero, Ivano, i valori dell’attuale Europa? Non parlo di quelli ideologici, ovviamente, ma dei valori effettivi. Lo chiedo perché a me non ne viene in mente nessuno. Visione geopolitica? Religione? Economia? Appartenenza? Identità? Leggi fiscali, penali, pensionistiche e sociali? Cosa? Cosa fa sentire un italiano simile al francese o al tedesco?

  • Facciamo uno per volta: libertà di stampa. Minaccia di togliere i finanziamenti alla stampa negando la pubblicità di partecipate statali ai quotidiani di molta diffusione e di opposizione ovviamente. Minacce dell’omino di gomma. Ungheria docet? Così, per non mettere troppa carne al fuoco. Magari la prossima puntata potremmo parlare di umanesimo.

    • I giornali non sono aziende di proprietà di privati? “Corriere della Sera” non è di RCS MediaGroup? “Repubblica” non è di Gedi Editore? Mi spieghi per quale motivo i cittadini italiani devono pagare con le loro tasse delle società quotate in borsa che fanno utili e se li spartiscono?

      Parlare di libertà di stampa nell’Era di internet, poi, è un’assurdità in termini. Oggi il primo scemo che passa può dire ciò che vuole quando vuole attraverso la rete (infinitamente più seguita dei giornali, che notoriamente comprano in quattro gatti, e meno male che ci sono gli abbonamenti delle biblioteche). Anzi, a regola si parla persino troppo. Quelli che un tempo erano considerati “segreti di Stato” oggi sono di dominio pubblico. Su chiunque abbia un minimo di visibilità mediatica, si sa anche a che ora dà da mangiare al gatto. L’umanità non è mai stata così informata come nell’ultimo quarto di secolo. Siamo subissati di informazione. Non ne possiamo più. Di cosa stiamo parlando?

  • E comunque Agazzi, ammuffiti, stantiti, imbalsamati, senza un guizzo di fantasia. Profetico anni fa, molti, Nanni Moretti, nessun ricambio generazionale carismatico, coatti a ripetere. Imparate da chi ci governa. Un sacco di balle. Ripagare con la stessa moneta, per poi ridimensionare, salvo continuare a crescere nei sondaggi. Lo dico anch’io a questo punto. Spararle grosse, tanto… Misteri della fede in fondo. Con questa classe dirigente non vincerete più…centro sinistra o solo sinistra o solo bacchettoni democristiani o scopatori di Ruby. E ha avuto ragione.

  • Stiamo parlando delle fake news che hanno deciso le ultime politiche.

  • E poi Rita, quella dei social la chiami informazione? Ma per piacere.

    • Tu quella di “Repubblica”, o del “Corriere”, o del “Manifesto”,la chiami informazione? Brrrrr! … complimenti al coraggio.

      Ancora, comunque, non hai risposto alla mia domanda: quali valori uniscono un italiano, un tedesco e un francese? Se ne trovi almeno un paio (credibili), offro il caffe’; e per una genovese ti assicuro che non e’ una proposta indolore.

  • ….sinceramente dei “giornaloni” ( si conoscono gli “editori”, ergo….) poco da fidarsi!
    Il Fatto Quotidiano è davvero indipendente, ma gli altri…..

    • Bah! … Il “Fatto Quotidiano” fu fondato da Padellaro, con Travaglio a ruota, con il proposito dichiarato di contrastare a mezzo stampa l’allora governo Berlusconi. Padellaro lo conosciamo e Travaglio pure. Parlare di “indipendenza”, francamente, mi sembra un po’ esagerato.

  • Francesco, come valuti l’indipendenza di un giornale o giornalista? Quali criteri usi? De Benedetti ha sempre ribaditodi essere un imprenditore e agli imprenditori interessa far soldi, non dettare linee editoriali. Poi ci sono le cooperative come il Manifesto, che comunque rischia continuamente di scomparire per questioni economiche. Oppure ci sarebbero i giornali di regime, come da noi un tempo, e come ancora ora, e sempre di più, in alcuni paesi presi a modello anche dai nostri piccoli leader. Poi ognuno decide per sé, sentendosi affine, credendo che i vari Merlo, Scalfari, Bottura, Giannini e vari ospiti, più o meno occasionali o frequenti, siano espressione di indipendenza, capacità di analisi e intelligenza. Io, leggendo Repubblica non mi sento assolutamente asservito a nessun padrone o elite che siano. Posso alcune volte non essere d’accordo, ma questo non inficia certamente il pensiero di tanti commentatori, e per me la loro libertà. Non sono della Pravda.

    • C’è chi legge fiabe e chi crede che gli imprenditori non facciano politica.
      Se il “Manifesto” rischia continuamente di scomparire per questioni economiche, vuol dire che nessuno lo legge. Cosa ci sta a fare sulla piazza? Per pagare gli stipendi a chi ci lavora? Vale lo stesso discorso per moltissimi altri.

      Quando un’azienda non fa utili, si chiudono i battenti e si mettono i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione. Qualcuno mi spiega perché i pennivendoli dovrebbero essere dei fortunati mortali esclusi da tali regole?

    • Come valuto l’indipendenza del “Fatto”, Ivano?
      Oltre che dalla lettura quotidiana del giornale, ovviamente, parla (fino ad ora almeno, e nn mi pronuncio sul futuro, poiché so che la Società ha deciso di avviare il processo per una possibile quotazione sul mercato borsistico italiano ) a mio parere, a favore del “Fatto” la composizione della proprietà, che, dalla sua nascita non fa riferimento ad “Editori” altisonanti ( e pertanto “condizionanti!!!) ed, a vario titolo, “pubblici” e portatori di grandi interessi politico/economici, fa riferimento ai giornalisti stessi che stimo assai (ma ciò può avere solo valore personale): Padellaro, Travaglio, Gomez, Lillo in primis, e centra il suo equilibrio economico sul numero di copie vendute in edicola.

    • Se vogliamo sostenere che il “Fatto” sia meglio di “Corriere” e “Repubblica”, siamo tutti d’accordo. Tuttavia, Gomez a parte, mi sembra che i suoi dipendenti siano posizionati politicamente senza ombra di dubbio. Ciò significa che, se vuoi avere una panoramica decente su una certa notizia, devi andare a sentire almeno un’altra campana altrove.
      Se uno lo sa, si attrezza di conseguenza.

      Comunque, in un post che parla del “sogno Europa” e nonostante i miei appelli caduti nel vuoto, ancora non ci sono ipotesi circa i valori che unirebbero un italiano, un tedesco e un francese. A nessuno viene in mente qualcosa?

      Il significato dell’incontro di stamattina tra Conte è Kurz mi è sembrato piuttosto chiaro: all’Italia l’ingrato compito di campo-profughi d’Europa, all’Austria i ricchi altoatesini con i loro contributi alla nazione. Quando si parla di … “valori” …

  • Magari semplicemente perché credono in quello che fanno.

    • ….è, Rita, i “Valori” sono quelli, quelli della ….borsa, quelli che fanno si che sia Draghi a decidere chi debbano essere un paio di Ministri del “governo del cambiamento”, quelli che con il joystick dello spread accelerano o rallentano ad arte i destini di chi (per demerito? Per disegno? Per becero culto della saccoccia sua!) si e’ indebitato fino al collo. Tutto il resto si e’ insabbiato quando l’EU ha cercato di darsi una Carta costituzionale”, abortendo tristemente!

    • Giusto. Sbagliato invece, stando così le cose, accusare i popoli di populismo.
      Cornuti e mazziati?

  • Rita, democrazia, diritti umani, libera stampa, libero dissenso, solidarietà, stato sociale equo, non assistenzialismo, competenze nei ruoli chiave, cultura, equità fiscale, non flat tax, perequazione della ricchezza, nessun estremismo, dialogo, confronto. Se ti sembrano cazzate trasferisciti in quel di Visegrad, o dalla Le Pen o dal quell’austriaco che manco ricordo come si chiama. E nel caso non ricordassi ti ricordo quel sermone che conclude dicendo che quando vennero a prendere te non c’era più nessuno a difenderti. Abbassa le arie cara mia. Senza i valori di prima c’è poco da stare allegri. L’Europa di un tempo era nata da premesse ben precise dopo il disastro del secolo scorso. Che si stia frantumando può fare piacere a te. A me no.

    • Questo non è un elenco dei “valori” che unirebbero gli Stati d’Europa, ma la linea politica da te seguita e/o auspicata. C’è una differenza abissale. Diritti umani in un Occidente dove si sta meglio in galera che fuori è tutto un programma, la stampa è stata liberata da internet almeno un ventennio fa, l’assistenzialismo fa parte purtroppo della mentalità italica (non ci sono altri ospedali nel mondo pieni zeppi di stranieri che vengono qui a curarsi gratis), le competenze in politica non ci sono più da nessuna parte (basti vedere le elezioni a sindaco di New York dove la più gettonata, un’attrice, si trova in vantaggio in quanto lesbica), l’equità fiscale esula dal lavoro nero e dunque non sarà mai equità, la flat tax non piace a te, perequazione della ricchezza va detto all’1% di umani che detiene il capitale nel mondo, nessun estremismo con gli sfascisti in giro sarà dura, su dialogo e confronto in Europa hanno dimostrato di essere degli specialisti.

      Ma detto ciò, i valori? Dove sono i valori comuni?
      I veri valori sono ben altri, devono riflettere la storia di una società e comprendere il complesso di principi morali, etici, religiosi di un gruppo umano, il suo radicamento nella cultura e il suo senso appartenenza, d’identità. Nella tua lista della spesa non vedo niente di tutto questo. Sei sicuro di non avere sbagliato mestiere, Ivano? Citi in continuazione vangeli e sermoni ….. tra un po’ passeremo ai salmi.

  • Penso si possa essere buoni cittadini cremaschi, buoni cittadini italiani, buoni cittadini europei, buoni cittadini del mondo. All’università non ci siamo andati rinnegando il liceo, al liceo rinnegando le medie, alle medie rinnegando le elementari.

    Noi cremaschi le elementari le abbiamo fatte bene, come quando anni dopo la licenza elementare si ricorda ancora quella cosa importante studiata col vecchio maestro. Noi italiani le medie le abbiamo fatte molto in fretta: invece che metterci qualche secolo come gli altri, ci siamo dovuti far bastare pochi decenni. Bene, maggior merito a quelli che hanno avuto mente, cuore e attributi per fare una nazione importante in così poco tempo rispetto agli altri.

    Del nostro liceo a livello europeo va detto che siamo stati al tempo stesso colpevoli e sfortunati. Colpevoli perché i compiti non li abbiamo fatti tutti e in molti hanno capito di non potersi fidare troppo di noi. Sfortunati perché in classe ci siamo trovati tra compagni tosti, spesso prepotenti. E tra compagne primedonne, che sempre se la tirano e mai la danno. Insomma, eccoci qua, con questo liceo, questa Europa che rischia di chiudere prima di arrivare alla nostra maturità. In classe alcuni di noi fanno i bulli, pensano di taroccare i voti sul registro, ostentano lacrime e singhiozzi gridando all’ingiustizia quando si beccano l’insufficienza. Di solito i problemi col compagno prepotente o con la compagna smorfiosa si risolvono diversamente.

    Peccato se, dopo le elezioni europee del 2019, dovremo abbandonare il liceo e accontentarci della licenza di terza media. Innanzitutto perché faremo un favore alle altre scuole superiori americane, russe e cinesi, che hanno fatto di tutto per far fallire il nostro diploma liceale europeo, per invidia e interesse. E poi perché, nell’università dei cittadini del mondo, se ti presenti con la terza media, ti fanno fare solo il bidello.

    • Una… parabola efficacissima, Pietro.
      Ti invidio perché sei capace di creare delle trovate felicissime.

    • …..vedrai Pietro che cmq, ci inventeremo un “cepu” per bypassare l’empasse!!!!!!

  • Rita, i populisti vogliono tutto è subito, e i loro leader cavalcano l’onda è l’alimentano solo per brama di potere. Ti fossi occupata di Storia e non di fantastoria forse lo capiresti anche tu. Ai capetti, del popolo non gliene frega un bel niente. Sono solo dei bambinetti viziati e capricciosi che ci faranno pagare care le loro ambizioni, sperando in un cammino della Storia lento in modo da non dovervi assistere.

    • Cos’è la fantastoria? Sono curiosa.

  • Rita, i valori con l’identità di un popolo c’entrano come il burro con la ferrovia. Fantastoria? Forse quella che mette insieme Achei e Nibelunghi? Ricordo bene?

    • E’ la tua personalissima opinione, naturalmente.
      Un popolo senza identità non fa un passo, né avanti né indietro, e la Ue messa insieme col Bortik per permettere alla finanza di condurre meglio i propri affari ne è la prova provata.

      Mai parlato di Nibelunghi in vita mia, lascio volentieri l’argomento ai cultori di musica classica.

    • Era “Bostik”, mi scuso per l’errore di “stumpa”.

  • Esistono identità con valori di cui io farei volentieri a meno. Quindi nessuna invidia identitaria. Meglio un po’ di confusione di valori se rispettosi di quelli degli altri che possono benissimo convivere. E il mio concetto di identità si identifica in quello di civiltà. Che sta scomparendo. O non c’è mai stata.

  • A proposito di valori, vorrei richiamare l’attenzione sull’ultima trovata fascista, razzista e antidemocratica di Salvini a cui bisogna rispondere con una forte mobilitazione. Costui infatti vuole abrogare la sacrosanta disposizione del precedente governo che depenalizzava la masturbazione in pubblico e la classificava non più come reato ma come passibile di sola sanzione amministrativa. Evidentemente Salvini da una parte vuole sbarrare qualunque percorso di socializzazione e integrazione a disposizione di coloro che fuggono dalla fame e dalle guerre e dall’altra (e questo è ancora peggio) vuole criminalizzare le riunioni del PD.

    • …. ! ….

    • Ho sentito anch’io dell’albanese che si è “esibito” a Venezia davanti a una ragazzina. Sono cose che, purtroppo, accadono ogni giorno. Questi disgraziati non rischiano nulla grazie al dlgs n.8 del 2015, che ha depenalizzato gli atti osceni in luogo pubblico. Ognuno può fare quello che vuole, che problema c’è, non è il Paese più bello del mondo?

  • Quale governo li ha depenalizzati? Non riesco a risalire a questo strano mandante.

    • Il decreto del 2015 li ha depenalizzati. L’ho anche citato!!!
      Lo strano mandante era il governo Renzi.

  • …..oddio “depenalizzati”, nella fattispecie……
    Ma forse è il caso di tornare al tema del post no?!?

    • Hai ragione.

  • Una cultura che da una spinta già antecedente di un secolo trova una sua, sia pur incompleta, realizzazione, non muore senza lasciar tracce! Un eventuale sfaldamento sarebbe come il disfacimento del frutto, mal riuscito, per liberare il seme di qualcosa di nuovo, più maturo.

  • Molto bella questa positiva, luminosa immagine che ci lasci Adriano!
    In un mondo dove “monsanto” sta facendo di tutto e di più per creare un monopolio dei semi, rivendicare il diritto a salvaguardare il naturale progresso evolutivo che ci porta ad avere nuovi più “maturi” semi che portino a “frutti” migliori, mi pare sacrosanto (ops!).

  • Questo è da leggere per fare qualche riflessione “pulita”, non inquinata dai politicismi, a proposito di “questa” Europa : http://www.ereticamente.net/2018/09/cronache-di-babilonia-leuropa-contro-ungheria-roberto-pecchioli.html

    Roberto Pecchioli (genovese, ex-funzionario del fisco e attento commentatore economico) non parteggia per questo governo (ha criticato senza peli sulla lingua alcuni provvedimenti del “contratto di governo” che riteneva inopportuni) né gli sputa addosso a prescindere come fanno i media tradizionali. Nel complesso, riesce a conservare un giusto distacco, cosa rara di questi tempi.

    • Dove la moralità è troppo forte l’intelletto perisce (Nietzsche). Sottotitolo di Ereticamente, in carattere gotico. Aperto il sito ieri sera, sgombro da pregiudizi, ho almeno fatto un tentativo, leggo il solito pistolotto sovranista, e allo stesso tempo mi scappa l’occhio su un altro articolo, datato 2015, in home, dal titolo molto interessante. Lo cerco stamattina e non è più visibile. Lo cerco in archivio e anche lì è spartito. Di cosa si trattava? Semplicemente dell’elogio a Hitler a confronto con Mussolini. Chi è stato più bravo? Naturalmente il solito Fusaro, Evola e commentatori che non conosco. Un consiglio ai lettori di Cremascolta: se vi sentite vicini ai populisti e sovranisti, noi piccolo paese di sessanta milioni di abitanti che vorrebbe sfidare l’Europa e il mondo intero, connettetevi pure, gli altri non perdano tempo. Anche se devo riconoscere che la citazione di Nietzche è interessante e potrebbe ispirare un nuovo post. Anch’io ho sempre creduto che la morale debba essere moralizzata, ma probabilmente in un’ottica diversa. Credendo di essermi trovato in buona compagnia, per un attimo, ho subito cambiato idea, ancor prima ancora di aver scritto queste poche righe “morali”.

  • ….Ivano, me lo sono sciroppato anch’io, e, devo dire, non mi sono travato granchè ….a mio agio!
    Cmq, nessuna “censura preventiva” a nulla! Tutto serve a capire (se hai le ….. “vaccinazioni” ovviamente!).

  • L’importanza del sistema di gestione politico dell’Unione Europea è sempre più rilevante anche da un punto di vista nazionale per i suoi Stati membri. Contano il parlamento e il governo che abbiamo in Italia ma conteranno sempre di più anche il parlamento e il governo che dall’anno prossimo avremo nell’Unione Europea. Questi ultimi mesi in Italia hanno chiarito che l’Europa c’è, che non la si disfa e che tutt’al più la si riforma a seconda del proprio orientamento e peso politico. E che il quadro generale dell’economia globale e dei mercati internazionali non ha attualmente alternative. Il resto appartiene al mondo dei videogiochi. Persino i cosiddetti sovranisti (un termine che solo gli analfabeti di diritto costituzionale e internazionale potevano diffondere) mettono a punto proposte di revisione istituzionale europea, più o meno credibili a seconda dei casi. Chi vuole portarsi a casa qualcosa di utile, migliorando davvero le cose in Europa, ha in mano piani economici e organizzativi concreti, per incidere sugli assetti europei dopo le elezioni del 2019. Invece, chi abita il mondo dei videogiochi ha in mano solo il suo joystick. A ognuno le sue soddisfazioni.

    Ecco perché l’articolo di Antonio Agazzi ci riporta ai dati di realtà, che implicano alcuni aspetti essenziali: come prepararsi, nei comportamenti operativi e non nelle sparate demagogiche, a queste importanti elezioni; in base a quali formazioni politiche nazionali pianificare l’azione; verso quali gruppi politici a livello europeo far convergere le formazioni esistenti localmente; come riuscire a rappresentare le esigenze nazionali in un ambito internazionale, dove le logiche negoziali di mutuo vantaggio vincono mentre quelle di tinello e di retrobottega perdono; con quale strategia economica complessiva, non velleitaria e affabulatoria ma basata su fatti e numeri, contribuire a costruire la realtà europea dei prossimi anni. La realtà parte da qui, dove finiscono le favole.

    • Quote latte, pezzatura delle mele, peso delle fragole e lunghezza delle zucchine. Ho sentito ieri sera Giorgia Meloni ironizzare proprio su questo. Aggiungendo che un’Unione su problemi importanti è necessaria, ma, parole sue, lasciateci decidere quale lunghezza o meno debbano avere le nostre zucchine. Ora, siccome sono assolutamente ignaro del perché di certi accordi o imposizioni, qualcuno me ne spiegherebbe la necessità? Forse una competizione climatico economica che penalizzerebbe alcuni paesi, serre climatizzate a parte? Perché non vorrei capitasse di vedere controllata la produzione di frutta tropicale in Sicilia a vantaggio o parità di avocadi svedesi. Scherzi a parte, qualcuno ne sa più di me?

    • Che l’Unione Europea abbia dato agli europei cose buone, cose cattive e cose come la discussione sulla lunghezza delle zucchine (sulla cui positività o meno non saprei argomentare), lo sappiamo tutti. E tutti oggi abbiamo la libertà di lodare le cose buone, criticare quelle cattive o citare l’ortaggio preferito.
      Tra pochi mesi, tuttavia, non saremo solo chiamati a votare per questo o quel nostro rappresentante in sede europea. In base a chi sceglieremo, infatti, faciliteremo delle forze politiche che potranno modificare l’Unione Europea in modo anche notevole.
      Il processo di trasformazione istituzionale europeo, se ci sarà, non sarà né breve, né semplice. Ma potrà andare in direzioni molto diverse tra loro, a seconda di chi voteremo e di come i nostri voti saranno utilizzati. In molte nazioni europee questa consapevolezza sta portando i partiti principali (in genere da due a quattro in ogni realtà nazionale) a dichiarare proposte programmatiche sempre più definite, con scelte di posizionamento nei gruppi europei di riferimento.
      Se il processo di trasformazione invece non si avvierà, l’Unione Europea diventerà soltanto un cimitero degli elefanti per politici a fine corsa o un’area di parcheggio per politici in attesa di successivi sfoghi d’ambizione. Il che toglierà ogni potere all’Europa nello scenario internazionale.
      Soltanto unendoci come europei potremo interloquire validamente con gli Stati Uniti, sempre più rumorosi e inconcludenti, con la Cina, sempre più silenziosa e concludente, e con il solito Bulletto del Quartiere Europeo, che da tre secoli è sempre lo stesso Bulletto di periferia, che vesta da zarista, comunista o putiniano.

  • Trasmissione in 1/2 ora
    L’ intervista a Savona, personaggio di alto livello intellettuale, ha dimostrato la pochezza della Annunziata.
    I nostri giornalisti televisivi più noti: Annunziata, Floris, Gruber, Formigli dimostrano la loro pochezza quando si trovano davanti personaggi con livello culturale elevato; che tristezza
    Trasmissioni da evitare per questione di salute mentale pubblica e individuale; otto e mezzo, di martedì, piazza pulita e in 1/2 ora. Che squallore.
    Suggerisco i cartoni animati.

    • …..nn sono d’accordo, Romano: hai citato “giornalisti televisivi” che, a mio parere, fanno egregiamente il loro mestiere, appunto quello dei “gironalisti televisivi”, quando invece ce ne sono molti di più (purtroppo) che di mestiere, in TV “para-pubbliche”, con alto sostegno pubblicitario (vedi nomina tribolatissima del CDA Rai!) di mestiere fanno i “marchettari” di “comparsate” che con l’informazione proprio non hanno nulla a che fare!
      Io ci andrei piano a fare ….di tutte le erbe un fascio (ops!).
      Il mezzo televisivo ha un impatto sovrabbondante sull’utente ed è comunque sovrabbondante in quantità, ovviamente a discapito della qualità, certamente!
      Forse non sono abbastanza “intellettuale” , ma davvero non me la sento di ….. “buttare nel cesso” proprio quei “giornalisti TV” che hai citato, Romano!
      Ma mi pare di intuire che il ….discrimine passi attraverso ad altro!

  • Io ho optato per Virgin Radio, in alternativa qualche ricetta di cucina.
    A parte i conduttori di talk show, uno peggio dell’altro, in Italia non si possono più vedere neppure i Tg: quelli di Fininvest sono tutti rivolti al “dagli ai 5 stalle, Salvini ritorna”, mentre la Rai è rimasta stoicamente fedele al Pd. Non se la cava meglio Sky Tg24, che non fa altro che riportare le fake dei giornalini, pari pari come le legge. Mai s’è vista in Italia una simile schizofrenia mediatica che, tra l’altro, sta portando carrettate di consensi al governo che vorrebbe demolire. Noi siamo schifati, ma agli adolescenti non è data nemmeno questa possibilità. Non c’è giorno che qualche “ragazzo normale” non si butti di sotto o non compia azioni folli. Sono disperati. E noi, stiamo a guardare?

  • ….mi riferisco a Martini 25 settembre 2018 alle 11:50 ( ci si mette anche l’algoritmo interno del blog a fare casino!) e dico: il rischio di non valutare il portato delle elezioni europee, l’abbiamo già abbondantemente sperimentato (imperante il prode B, ci avevamo mandato “l’aquila di Ligonchio, al secolo la mitica Iva Zanicchi, a rappresntarci in parlamento europeo!) e ripercorrere la stessa riva (quella …. bianca e quella nera) non mi parrebbe proprio il caso!
    Facciamo voti (ops!) perchè, uscito il governo dalle contingenze dei “due decreti” e verificata la “consistenza” di quel che resta del PD dopo la “scampagnata” romana di fine mese, si cominci a fare mente locale al tema Elezioni Europee.
    Perchè per eleggere qualcuno bisogna aver elaborato prima uno ….straccio di programma (o, almeno ….. concordato un “contratto”) rispetto a cosa e con chi le “forze politiche” (oddio ancora prima vediamo se si riesce a delineare ….quali “forze politiche”) intendano improntare la loro azione in Europa.
    Sempre ammesso (e ….non concesso!) che lo SPREAD non ci abbia già spazzati via dall’agone UE!

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