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RITA REMAGNINO

L’Italia nella m..onnezza

Un preciso punto del programma di governo prevede la “necessità di un chiaro indirizzo per un’economia circolare e verde”, lo ha ricordato stamattina il premier Conte nell’ambito del meeting di Caserta sull’emergenza (si fa per dire) dei rifiuti al Sud. Al solito le posizioni dei due soci di maggioranza, Lega e M5s, sono divergenti e al solito si finirà per trovare la quadra. Abbiamo capito, ormai, che questa legislatura funzionerà così fino alla fine. Un aspetto, quello di mettere sempre tutto in discussione, che offre delle garanzie, scongiura il pericolo d’imboccare pericolosi “sensi unici” e ben rappresenta il nostro Paese, formato com’è noto da “due teste pensanti”.

Mentre i “meridionali” Di Maio e Fico sono convinti (non avendola mai fatta) che la raccolta differenziata possa essere la soluzione a tutti i problemi, ammesso e non concesso che si riesca ad attuarla, il “settentrionale” Salvini, che da buon lombardo conosce la differenziata da parecchi anni, sa benissimo che resterebbe da smaltire in ogni caso una percentuale di “indistinto”, di “irriciclabile”, o, come lo chiamiamo da queste parti, di “secco”. Dove va questa roba? Nel termovalorizzatore, è chiaro. E quando gli impianti non ci sono? Va a finire all’estero oppure in altre regioni d’Italia, che così bruciano più di quanto dovrebbero, con pesanti ripercussioni sulla salute pubblica. Se ognuno si tenesse il suo pattume, l’aria sarebbe pulita. Ma, è ovvio, quando si deve pagare anche il prezzo della carenza impiantistica altrui le conseguenze non tardano ad arrivare. Un esempio eclatante è il Bresciano, una delle aree più inquinate d’Italia, dove ci sono 880 impianti che trattano e smaltiscono rifiuti e 120 discariche, comprese quelle chiuse. Risultato: Brescia si distingue stabilmente in Italia per valori pesantemente negativi riguardo allo stato dell’aria. La seguono a ruota Settimo Torinese e Soresina.

Non è detto che si debba continuare in questo modo. In queste ore non si vede altro che immagini e filmati dell’ormai celebre inceneritore di Copenaghen con la sua pista da sci, la parete di arrampicata, le caffetterie, i musei e i negozi. Forse un giorno ci arriveremo anche noi ma, nel frattempo, non si potrebbe rimodulare la Tari per tassare di piĂą gli indisciplinati? Per volere dei passati “governi rosè”, la tassa sui rifiuti si paga in larga misura sui metri quadri dell’abitazione (se hai la casa piĂą grande, devi espiare la tua colpa) e solo in minima parte sul numero di occupanti dell’appartamento. Il che, in parole povere, equivale a dire a chi effettua la raccolta con coscienza: sei un povero pirla, il tuo vicino che non fa la differenziata, a paritĂ  di metratura e numero di abitanti, paga lo stesso di te.

Ora io mi chiedo, senza andare a Napoli o a Palermo, perché in una cittadina di poco più di trentamila abitanti come Crema non si riesce a far partire (o non si vuole) la “Tari a peso”? Se non ora, quando? Bando ai temporeggiamenti, adesso che ci hanno appena cambiato i bidoni dell’immondizia e i nuovi secchi sono provvisti di un codice identificativo. In base al peso del pattume di ognuno, il Comune provvederà a calcolare la TARI dovuta. L’importo aumenterà all’aumentare dei rifiuti indifferenziati dei prodotti. Così facendo, oltre ad incrementare la raccolta differenziata, i cittadini si auto-responsabilizzeranno acquistando prodotti con confezioni riutilizzabili, o con un minore numero di imballaggi. E naturalmente italiani, alla faccia dell’Onu che attacca le nostre eccellenze gastronomiche e vuole imporci le porcherie d’oltreoceano.

RITA REMAGNINO

19 Nov 2018 in Ambiente

9 commenti

Commenti

  • Rita, come cittadino civile e tendenzialmente rispettoso delle regole, mi starebbe pure bene, ma per i (tanti) cittadini incivili e tendenzialmente irrispettosi, insofferenti alla regole del viver civile, non rappresenta un incentivo al lancio, piĂą o meno notturno dal finestrino auto, con destinazione le tante rogge che costellano la pianura?
    Come dire? PensĂ  mal sa fa pecat ma ……

    • Non direi: se si pagasse la Tari un tanto al chilo, tu facessi parte di una famiglia di 3-5 persone e alla fine dell’anno mi hai consegnato solo 20kg. di pattume, io-Ufficio Tributi vengo a chiederti “cosa ne hai fatto dei rifiuti, li hai mangiati?” Da qui, scattano le verifiche.

      I cittadini vanno incoraggiati a non produrre vagonate di inutili confezioni e, di solito, l’esperanto universalmente compreso è la lingua del portafoglio. Mentre gli incivili, purtroppo, ci saranno sempre, finchĂ© nessuno li multa. A questa gente non può fregare di meno se c’è o non c’è la differenziata, o come si paga la Tari, che magari non pagano neppure. Se ancora ci fosse l’antica figura del “cantoniere provinciale” (sempre di piĂą mi convinco che l’abolizione delle Province è stata una bestiata, gli enti inutili erano ben altri), qualcuno potrebbe aprire i sacchi abbandonati e risalire al proprietario. In effetti, da quando nessuno sorveglia piĂą le strade provinciali (l’Anas fa solo manutenzioni) c’è sporcizia dappertutto. Un sacco tira l’altro.

  • Rita mi sembra tutto molto equilibrato, soprattutto la considerazione che un residuo secco resterĂ  sempre, quindi, anche se in Campania si fa un secondo temovalorizzatore, servirĂ  sempre, anzi, per avaria del primo sarĂ  una prioritĂ ! Tuttavia ci sono due elementi discordanti: 1 I tempi di attuazione, e pare che gli impianti di riciclaggio siano piĂą rapidi. 2 Il riciclaggio della testa dei Campani, quantomai variegata, dalle virtuosissime localitĂ  turistiche, super riciclatrici, alle sciatte periferie urbane di Napoli. E lì è una questione di controllo, che in qesto caso prioritario autorizza uno “stato di polizia” Del resto ci sono stati esempi di Sindaci di piccoli Comuni che nel tempo libero andavano a beccare in prima persona i trasgressori. Comunque cambiare una cultura è cosa lunga, ma non impossibile. Dico, ma ricordate la differenziata a Cema al suo esordio? La gente, pur di ribellarsi, si prendeva la briga di andare in macchina di notte per buttare i sacchetti nei campi!
    Ma si può e si deve fare: Milano per un trasgressore multa l’inteo condominio. Crema è partita con i sacchetti arancioni (pesa=paghi) verso S. Bernardino. Chiedeò come è finita.

    • Tenendo conto della fase di cosiddetto “collaudo”, la costruzione di un termovalorizzatore (gli inceneritori sono strumenti superati) richiede grosso modo un paio d’anni. In altre parte del mondo, con meno ostacoli burocratici, ne basta uno. Crederai mica, Adriano, proprio tu che conosci bene il territorio, che in meno di due anni in Campania può partire la raccolta differenziata?! E poi, comunque, cosa ne farebbero del “secco”? Continuerebbero a rifilarlo a Brescia? O dovremo pagare ancora la Germania per tenerselo? Non mi pare una grande idea.

      Il limite dei pentastellati, purtroppo, è che hanno una mentalità vecchiotta, poco duttile, non incline ad adattarsi ai cambiamenti continui che la vita impone, legata ancora a certe vecchie ideologie novecentesche. Ma confido nella capacità di mediazione di Di Maio, senza di lui il patto di governo sarebbe saltato da un pezzo.

      Notizia di oggi: l’Aquarius, appartenente alla flotta della Ong “Medici senza frontiere” (nella fattispecie “rifiuti senza frontiere”), per anni ha scaricato monnezza pericolosa a rischio infettivo nell’indifferenziata dei porti italiani. Bravi, complimenti, così si fa prima di andare a pontificare sull’altrui moralitĂ . Sono troppo contenta di non aver mai dato un euro a una Ong. Non mi hanno mai convinta. Come fanno dei “volontari” ad avere navi, aerei, ospedali, strutture abitative e un esercito di dipendenti a busta paga? Sono stati bravi i loro finanziatori a imporre la regola mondiale (ci vuole niente a “convincere” un politico) che i bilanci delle Ong non possono essere resi pubblici. E ti credo.

  • L’idea di monitorare i rifiuti di Crema per quartiere e differenziare la tassazione potrebbe essere una soluzione (MENO RIFIUTI = MENO TASSE)
    La proposta è una sorta di gara competitiva per zone (esempio quartiere Bosco, San Bernardino, San Carlo, Castelnuovo, etc.) con relativo premio corsa dei più virtuosi a fine anno.
    In sostanza, prima allineerei la sensibilitĂ  dei quartieri al problema rifiuti, poi fisserei il nuovo traguardo di miglioramento a tutta la cittĂ .
    Vero, il singolo cittadino incivile, può essere invogliato a lanciare i rifiuti nelle rogge per pagare meno tasse, ma un intero quartiere credo proprio no.

    • Posto che l’incivile ci sara’ sempre, direi che l’obiettivo deve essere qusto: meno rifiuti produci, meno paghi. I nuovi secchi mi fanno ben sperare, perche’distinguerli con un numero di codice correlato alla nostra carta-rifiuti se lo scopo non fosse quello di vedere quanta spazzatura consegna alla raccolta differenziata ognuno di noi? Si diano una mossa, pero’. Partendo, magari, con un paio di quartieri pilota.

  • Posso sbagliarmi, ma a me pare che una sperimentazione del genere sia giĂ  in atto in alcuni quartieri (ad esempio, Castelnuovo): sarebbe utile una verifica.

    • Abito a Castelnuovo e confermo che la “pesatura” dei rifiuto non c’e’. Andiamo ancora all’antica.

    • L’esperienza è sicuramente partita, forse a campionatura limitata, ma dei sacchi arancione ho sentito parlare, e mi pare proprio dalle parti di S. Bernardino

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