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RITA REMAGNINO

Caro Matteo, ti scrivo…

Caro Ministro,

come sai l’Italia è stata sacrificata agli interessi strategici della Germania e a quelli economici della Francia, rispettivamente preposte al controllo geopolitico dell’area europea e nordafricana. La corda al collo che le hanno messo, pertanto, non è solo un problema di adesione ai trattati ma anche il frutto di politiche ostili che i “cugini” europei attuano contro di essa, complice fino a ieri un ceto sub-dominante interno universalmente screditato. In un simile quadro di supremazie stratificate e di sottomissioni programmate, solo l’ex-ceto politico italiano è riuscito a ritagliare per il suo Paese il miserabile ruolo di prima colonia in terra, di portaerei ammiraglia in mare e di fanatica tifosa dell’Unione Europea, anche contro i suoi concreti interessi nazionali.

Fin dal secondo dopoguerra, generazioni di apprendisti stregoni della politica hanno colpevolmente occultato la lotta sorda che gli Stati più rapaci hanno condotto contro lo sviluppo italiano: una durevole ostilità camuffata dalle istituzioni oligarchiche europee, controllata dal predominio dell’economia finanziaria sulla politica, sorvegliata dall’immensa capacità di manipolazione di massa delle nuove tecnologie di comunicazione. Un conflitto condotto persino con l’arma geopolitica dell’immigrazione massiva convogliata, epifenomeno del capitalismo terminale. E’ naturale, dunque, che tutta questa “brava gente” si scagli inferocita contro la riconquista e l’esercizio della sovranità nazionale italiana. Hanno paura.

Oggi i becchini della nazione stanno dalla parte degli speculatori e tifano per lo spread, sostenendo che “i Mercati non sbagliano mai”, perché “le valutazioni dei mercati sono il giudizio sulla solvibilità del Tesoro italiano”. Evidentemente sanno poco sulla natura dello spread e ignorano, o fingono di farlo, che i fondamentali dell’economia italiana sono solidi perché il risparmio degli italiani copre due volte e mezzo il debito. Negli ultimi vent’anni l’Italia ha finanziato largamente i problemi di molti “cugini” europei e pagato 66 miliardi di interessi con l’avanzo di bilancio. Non siamo, né mai saremo, la Grecia. La nostra morte sarà la morte dell’Europa. E’ chiaro che nei prossimi anni dovremo adottare provvedimenti interni che esprimano una politica estera non rinunciataria dell’interesse nazionale, difendere i confini geofisici e controllare quelli finanziari, commerciali, doganali, nazionalizzare le produzioni dei servizi strategici vitali per l’esistenza dello Stato e, all’interno di questi settori, il controllo pubblico delle reti di comunicazione.

 

Ma proprio adesso che gli italiani stavano riscoprendo una coscienza della dignità nazionale, illudendosi di non doverla mai più perdere, tu Matteo, il Ministro dell’Interno, il “capitano del popolo”, ti metti a difendere l’estremismo sionista indicando addirittura Israele come “modello”? Cosa ti è venuto in mente di definire “terroristi” i miliziani di Hezbollah? Come puoi non sapere che tra coloro che si sono distinti nella lotta contro gli estremisti islamici dell’ISIS, di Al Qaeda e delle altre sigle del terrore radicale, c’è proprio la falange Hezbollah, che vorrebbe ristabilire la sicurezza in Medio Oriente? Snoccioli il rosario in pubblico e dimentichi che i miliziani sciiti libanesi hanno liberato dal giogo del terrorismo islamico la città di Maalula, la culla del cristianesimo, quella dove ancora si parla l’antico aramaico? Prendi le distanze dalle amicizie pericolose, lascia perdere Netanyahu, prima che sia troppo tardi. Ricorda che gli italiani osservano, valutano e hanno la memoria lunga: se errare è umano, perseverare è diabolico.

RITA REMAGNINO

13 Dic 2018 in Senza categoria

2 commenti

Commenti

  • Bello. Ti seguo sulla politica di interesse nazionale, meno su quella internazionale, in cui sei tu maestra con un divario da me di 4/1. Ma su quella nazionale, incomincio a credere:
    1 Ci mettono paletti perché facciamo paura (se alziamo la testa commercialmente li stendiamo).
    2 Forse terremoti di allocazione delle risorse mal digeribili potranno andare nel corso degli eventi mondiali, anticipando quanto altri si troveranno, anzi si stanno già trovando, a raffazzonare in urgenza.
    E così, mi si scusi il mio incurabile ottimismo in tutti i campi, saremo di nuovo in groppa alla tigre. Ma sarà poca cosa, peché il povero gattone a strisce sarà immerso in una palude fangosa a livello mondiale, e a tratti con l’acqua alla gola.

    • Non c’è dubbio che l’Italia di oggi (quella di ieri faceva ridere) faccia paura all’establishment mondial-finanziario, minacciando seriamente di mandare all’aria i piani di qualcuno. Salvini sta lavorando bene, ottimo il blocco degli sbarchi già ridotti da Minniti, buono lo smascheramento delle Ong, i blitz anti-mafia, le demolizioni degli immobili abusivi, il decreto sicurezza e gli sgomberi per riportate la legalità nelle troppe zone franche presenti nelle nostre città. Quando fa il Ministro dell’Interno il Matteo nazionale ci sa fare, questo gli va riconosciuto. Ma la geopolitica non è il suo pane, proprio no, e lo scivolone con Netanyahu non ci voleva. E’ stato un autogol.

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