menu

RITA REMAGNINO

Muovere un passo oltre le religioni

Quando i preti pretendono di indirizzare le scelte dei governi, o inneggiano alla jihad, mentre i papi lanciano anatemi contro la propensione dei cittadini verso populismi e nazionalismi, è ora di rivolgere un pensiero nostalgico al grande convitato di pietra: lo Spirito. Visto che all’interno di varie correnti religiose ormai non se ne parla quasi più, parliamone noi comuni mortali,  poiché la cosa ci riguarda tutti, e partiamo dall’inizio, dalla nascita dei primi culti rivolti agli Elementi della Natura. I loro rituali erano tolleranti e l’adesione era individuale, profonda e volontaria. Non c’erano imposizioni brutali, nonostante non mancassero alcuni tabù e qualche interdetto. Altrettanto elastica era l’idea di un «cielo divino» in cui la comunità degli dèi veniva immaginata vivere in una sorta di nazione ideale che riuniva famiglie e clan al cui interno onniscienti divinità, a seconda dell’umore, delle simpatie o antipatie personali, potevano accettare o respingere la richiesta di chi si rivolgeva a loro.

Gradualmente altari e candele si sostituirono agli alberi maestosi e ai ruscelli parlanti. Il legame millenario che aveva unito l’uomo al Cosmo andò incrinandosi e la politica fece il suo ingresso nei Reami dello Spirito, moltiplicando le lotte per il potere. Gran brutto affare quando religione e politica viaggiano sullo stesso carro, i viaggiatori pensano che niente li possa fermare. Vanno sempre più rapidi, rapidi, rapidi. Non pensano agli ostacoli e si dimenticano che un precipizio si rivela sempre troppo tardi.

Oggi siamo tutti d’accordo nel dire che molto di ciò che finora è andato sotto il nome di «religione» conteneva in sé un atteggiamento d’inconscia ostilità verso alcuni aspetti della Vita e questo, di per sé, è un buon segno. Un intreccio inestricabile ha legato fin dalle origini le religioni alla guerra e non si contano nella Storia i popoli che hanno combattuto in nome dei propri dèi con la benedizione dei propri sacerdoti. Quando invece la «vera» religione dovrebbe insegnare che la Vita è gioia e come tale va tutelata.

Ora lo sappiamo. Pian piano stiamo intuendo anche che per elevare lo Spirito non basta pregare, prostrarsi, apprendere regole ed uniformarsi a comandamenti e vangeli. Senza l’esperienza, l’azione è vuota. Qualsiasi gesto rituale può dirsi efficace solo se risveglia nel cuore una sensazione di «qualcosa» che l’officiante ha sempre saputo senza sapere di saperlo, altrimenti l’atto si risolve in un codice sociale di comportamento che fa perdere consapevolezza: chi agisce non è più pienamente cosciente, smette di essere un individuo completo e integro, diventa un soggetto politico.

Avanti di questo passo, è probabile che l’uomo del futuro torni al punto di partenza rivisitando, in modo analogo ma non identico, il pensiero primordiale secondo cui si può raggiungere la trascendenza senza l’intermediazione delle religioni. E’ sufficiente guardarsi attorno con attenzione, stupore e meraviglia: tutte le leggi fisiche generali, sia per gli enti animati che inanimati, rivelano in maniera inequivocabile il Logos superiore. I minerali dimostrano di crescere e svilupparsi sulla base di precise ed evidentissime direttrici matematiche e geometriche mentre ogni organismo vivente possiede una struttura biologica estremamente intelligente.

Quando non è infettato dall’interferenza esiziale dell’attività industriale umana, l’ecosistema terrestre dimostra di essere costantemente in uno stato di equilibrio perfetto concepito da un’unica intelligenza onnisciente. La tesi evoluzionista nega tutto ciò, affermando che Nessuno sta sopra l’intelligenza umana, la quale sarebbe il prodotto di un’evoluzione casuale di organismi più complessi. Ma è fin troppo evidente che la loro struttura non ha assolutamente nulla di casuale, risponde anzi a una logica rigorosa, dimostrando che l’intelligenza è il presupposto indispensabile di un progetto genetico ad essa ignoto, non il suo esito finale.

Se davvero fosse stata la presunta evoluzione a produrre la Coscienza e l’intelligenza, come mai tale importantissimo risultato evolutivo non implica anche la necessaria consapevolezza del processo e la cognizione precisa e permanente della sua struttura interna? Se la materia contenesse già in sé stessa, intrinsecamente, l’intelligenza produttrice delle forme biologiche, allora noi dovremmo percepirla nel nostro intero corpo, in ogni suo atomo, mentre invece per capirci qualcosa siamo costretti a «studiarla», come se fosse un oggetto estraneo. Dovendo ammettere, per giunta, essendo esseri pensanti, che l’intelligenza che ha prodotto tutto questo non è la nostra bensì di «una misteriosa entità esterna» che, comunque la si chiami – intelligenza indipendente, trascendente, divina, eccetera – risiede fuori dal mondo fisico in cui noi ci troviamo. Un bello smacco per chi nel giro di un pugno di secoli è arrivato al punto di credersi chissà chi.

RITA REMAGNINO

25 Gen 2019 in Cultura

29 commenti

Commenti

  • Come S. Paolo verso Damasco…
    Senza un incontro personale..
    E’ dura..

    • Personalmente non credo che sia dura, credo che sia ora.
      In particolar modo la fisica quantistica ci sprona oggi ad uscire dal perimetro delle religioni, che ormai sono un prolungamento della politica, che a sua volta è stata ampiamente superata dall’economia, la quale sarà la prossima vittima delle tecnoscienze. L’uomo del Terzo Millennio ha bisogno di cibo per lo Spirito allo scopo di lenire le sofferenze interiori, ormai insopportabili. Sarà un ricambio di ossigeno naturale, è inutile forzare i tempi, le prime avvisaglie spuntano già ogni dove come i funghi. Rispetto a solo un decennio fa siamo molto più consapevoli (un po’ su tutto), l’aver perso per strada le ideologie del ‘900 ci ha fatto un gran bene, abbiamo ancora della zavorra da buttare a mare ma la disperazione sarà decisiva.

  • Uno splendido ritorno al “cazzeggio di qualità”!.
    Potrei risponderti in mille modi, ne ho discusso variamente al Filosofico, e non mi mancano le risposte ponderate, mie o dalla bibliografia filosofica, che ne è pregna, o di tre Università statunitensi, dipartimenti di psicologia, che si stanno interessando al fenomeno del negazionismo evolutivo, ma preferisco gustare i tuo pezzo in pace, e chiedermi il perché di questa tua accelerazione ideologica. Gran rilievo alla buona scrittura e, tu che puoi, anche esatta ortografia!

    • Vai a spulciare la tua bibliografia, ne riparliamo.
      Senza litigare con la tastiera, mi raccomando.

    • Prossima tappa del viaggio umano: la Coscienza aumentata.

    • “dipartimenti di psicologia, che si stanno interessando al fenomeno del negazionismo evolutivo”. Quindi coloro che, come il sottoscritto, ritengono che il meccanismo proposto da Darwin per spiegare l’evoluzione sia insoddisfacente, dovrebbero essere sottoposti a qualche cura, in quanto psicologicamente deviati? Esiste una estrema minoranza di fisici che ritengono la meccanica quantistica spiegabile in termini di meccanica classica (non io), ma se qualcuno proponesse di indagarli nei termini di cui sopra verrebbe giustamente linciato. E si noti che la meccanica quantistica è una teoria estremamente più corroborata di quella darwiniana. Ma più che di teoria scientifica, nel caso del darwinismo bisognerebbe parlare di ideologia.

    • L’eterna domanda “come ha avuto origine la vita, non solo sulla Terra, ma nell’Universo”, al momento, è ancora in attesa di risposta. C’è poco da fare, arrivato a un certo punto l’uomo deve fermarsi per mancanza di strumenti d’indagine. Il problema delle Origini, e non solo della vita, ma di tutto ciò che esiste, anche solo del pensiero, non è di tipo puramente materiale, dunque non lo si può affrontare scientificamente. La scienza può studiare i fenomeni naturali ma il problema dell’«inizio» è di tipo metafisico e spirituale. Gli Antichi lo avevano capito molto prima e molto meglio di noi.

  • Noto che sempre più spesso i media, ormai precipitati dall’orlo della crisi di nervi, tendono a esasperare i punti e le virgole delle frasi che escono dalle bocche dei giallo-verdi allo scopo di screditarli e dimostrare l’improprietà di linguaggio di una masnada di zotici incolti arrivata non si sa bene come (le elezioni non contano perché i cittadini non sanno votare) nella sala dei bottoni. Mi chiedo per quale motivo non applicano la stessa regola agli uomini di chiesa, che ultimamente ne dicono (e ne fanno) da vendere e da spendere. Non si contano le sparate del clero apostatico della neo-chiesa a proposito di presepe/non presepe in prossimità del Natale, di temi di attualità che dovrebbero solo sfiorarli, di insulti rivolti ai populisti razzisti e al Cattivone, senza fare nomi e cognomi. Questi qui sarebbero gli operatori del sacro? Ma poiché non c’è limite al peggio, oggi mentre lavavo i piatti ne ho sentita una che mi ha fatto persino rompere un bicchiere: “María la influencer de Dios”!!! Secondo Bergoglio la Madonna sarebbe una specie di Chiara Ferragni che viene pagata per promuovere un prodotto commerciale (dio) nel mondo. Se un imam mussulmano avesse detto una cosa del genere in moschea, i fedeli lo avrebbero disintegrato all’istante. Anche per questo, probabilmente, il cattolicesimo arretra (l’intensificarsi degli attentati nelle chiese cattoliche è il sintomo di una profonda debolezza) mentre l’islam avanza. C’era una volta la religione cattolica.

  • “Maria la influencer de Dios”…Beninteso.
    ..Ma quando da giovani ci chiedevamo:”Quando abbiamo cominciato a esistere ?”
    A tutte le risposte arrivava sempre:”Già,…
    E un secondo prima ?”

    • Caro Graziano, credo personalmente che “gli affari dello Spirito” siano una cosa troppo importante per lasciarli nelle mani delle religioni, ovvero della politica. Non sono in possesso di prove capaci di offrire garanzie sulla credenza antica secondo cui l’anima umana avrebbe ricevuto la sua capacità di sentire e pensare solo dopo essere discesa dai cieli del nord, dove si troverebbe la fonte della Creazione. Nessuno è mai tornato indietro neppure per confermare se davvero, al termine del percorso chiamato «vita», l’anima torni da dove è venuta o vada altrove. Ci si può credere, oppure no. Dipende dalla nostra chiarezza percettiva che, attualmente, non è al massimo.

  • Personalmente mi tengo a debita distanza dalle “religioni col timbro”!
    Il “Sacro” del quale ognuno di noi è portatore (a volte, fortunatamente ….”sano”!) troppo spesso totalmente inconsapevole, non può/deve essere “delegato” ad alcuna organizzazione più o meno “illuminata”, più o meno dotata di “libri”, più o meno …..”timbrata”!
    La “fede” è nel SACRO, nello stupefacente immenso, universale mistero dell’esistenza, non nella religione!
    Tutto ciò, ovviamente, per quello che può valere il pensiero di un “ingeneremeccanicoconlemanisporchedigrasso”!!!

    • Sono perfettamente d’accordo, caro “ingeneremeccanicoconlemanisprochedi grasso”!!!

  • Tu, Rita, voli spesso troppo alto per le mie capacità (e sì che ho passato tutta la mia vita a… masticare filosofia!).

    Le religioni? Sono tutte storiche, incarnate da uomini del loro tempo che hanno interpretato (e interpretano) il Libro Sacro con le categorie del tempo (anche categorie filosofiche: lo stesso evangelista Giovanni ha visto in Gesù il Logos, vale a dire un concetto squisitamente filosofico).
    E’ un fatto, tuttavia, che gli… spiriti liberi di ogni epoca hanno cercato di scrollarsi di dosso le categorie “temporali” e “mondane”, i riti, le tradizioni, i miti per cogliere il messaggio “spirituale” dei Vangeli che è un messaggio… universale (non è un caso che i diritti umani sono in ultima analisi valori “cristiani” (valori che esaltano la dignità infinita di ogni singolo uomo, a prescindere dal sesso, dalla religione, dalle condizioni di salute…).
    La riforma luterana ha spianato la strada alla “interpretazione individuale” delle Sacre Scritture e quindi ha dato una spinta ai singoli fedeli di emanciparsi dalle… gerarchie, dai precetti, dalla… lettera per seguire lo… spirito.

    • Personalmente (non è mia intenzione “fare scuola”, sia chiaro) non ho mai pensato neppure per un istante che un messaggio universale possa essere contenuto, per esempio, nei vangeli, che sono “umanissimi” racconti redatti da quattro signori che hanno scelto di essere impersonati da quattro animali-totem: il leone, l’angelo, il bue, l’aquila. Qui potrei aprire un capitolo su provenienza e significato di questa simbologia, ben più antica e profonda del cristianesimo, ma non voglio tediare nessuno. Per formazione, cultura ed esperienze personali sono più vicina, ad esempio, a un celebre sioux come Tȟáȟča Hušté che insegnava: “La Terra è un essere vivente. Le montagne parlano. Gli alberi cantano. I laghi sono in grado di pensare. I sassi hanno un’anima. Le rocce hanno potere.” Messaggi come questo sono universali e hanno una potenza rivoluzionaria, mentre messaggi incentrati sull’uomo e i suoi problemi sono solo politici, contingenti, mondani. Fugaci. Passano e vanno. Ma per fortuna qualcuno al mondo c’è sempre stato in grado di percepire «una deità al di sopra degli dèi». Neppure il dio di Aristotele era un creatore bensì il motore stesso del cosmo, «il pensiero del pensiero». Idem dicasi per il Logos di Eraclito, l’Essere di Parmenide, il Principio degli Stoici, l’Uno diffuso nella molteplicità di Plotino, la deità che «fa fare» di Meister Eckhart. Eccetera, eccetera. Il fatto che ciclicamente l’umanità perda il senno e non capisca più niente di niente, non significa affatto che l’uomo sia stupido. Ogni tanto prendiamo la sbronza, ma poi rinsaviamo.

  • “Chi pensa in grande erra in grande”…Non ricordo chi lo diceva.
    Ma in fondo è come la famosa frase di Pierino col maestro:
    “Il maestro dice Pierino è sciocco”…Non si capisce…
    Forse dovremmo chiederci il…
    Perché ?

    • Erra, purtroppo, anche chi decide di sposare la causa di Tizio piuttosto che di Caio poiché l’uomo erra per natura. E’ un essere errante, e non solo perché ha due gambe.

  • P.S.
    Però,se si approfondisce la lettura dei vangeli,i messaggi universali si trovano…
    Eccome.

    • Da non dimenticare che i vangeli sono un riciclo di scritture sacre precedenti. L’ultima divinità solare, mezzo dio e mezzo uomo, fu Mitra nato prodigiosamente dalla vergine Anahita in un’epoca in cui lo stato di verginità (come quello della influencer de dios) era comune a molte madri di altrettanti grandi personaggi che rivendicavano la loro appartenenza alla stirpe originaria. Data di nascita: il 25 dicembre di non si sa bene quale anno, pochi giorni dopo il solstizio invernale, detto del «sole fermo», che coincideva con il giorno più corto dell’anno, che cadeva al 21 o 22 dicembre. Se l’Impero Romano non fosse caduto a quest’ora l’Eurasia sarebbe ancora «mitraica». Le similitudini tra i due culti, mitraico e cristiano, sono davvero troppe per essere casuali. Oltre alla comune madre vergine e alla data di nascita, Mitra faceva parte di una trinità con Cautes e Cautopates, i dadofori, o portatori di fiaccola. Nel suo culto l’Universo era teatro di una lotta titanica tra le forze del Bene, impersonate dal dio del cielo Ahura Mazdā, e le forze del Male e delle tenebre, impersonate da Angra Mainyu. L’uno e l’altro disponevano, rispettivamente, di schiere di angeli e demoni, come Cristo e Satana. Mitra era un dio del sole interiore, schierato con le forze angeliche della luce contro le tenebre e il male. Entrambi gli uomini divenuti dèi facevano «miracoli». Cristo sacrificò se stesso immolandosi sulla croce mentre Mitra sacrificò il toro «prendendolo per le corna». Non metto in dubbio che il Cristo sia mai apparso sulla Terra, questa è Storia, mi permetto solo di osservare che il personaggio successivamente “costruito” è nient’altro che un dio solare trionfante nel solstizio d’inverno in cui nasce. Un Deus Sol Invictus alquanto similare a Mitra, Apollo, Helios. La solarità, la luminosità, che viene attribuita all’astro di Cristo è quella appartenente in origine alle deità massime del pantheon indoeuropeo. Ciò significa che gli evangelisti non hanno inventato alcunché, ma solo riciclato, impastando il tutto con un cumulo di credenze bibliche di matrice mediorientale. Non è la Verità, io non conosco la Verità, ma una pura constatazione documentale, superata la quale ognuno è libero di credere a ciò che vuole. Personalmente rispetto i credenti, qualsiasi credente, ma non condivido il loro credo.

      Quanto ai messaggi universali, ho qualche dubbio che li si percepisca leggendo.

  • Condivido che il leggere non basta…
    Grazie per le informazioni…

    • Nel mio piccolo sono sempre stata convinta che il fine giustifichi i mezzi. Per elevare lo Spirito c’è chi prende la scala offerta dall’immanente e chi quella messa lì dalle religioni, l’importante è arrivare. E, ovviamente, avere rispetto per chi fa scelte diverse dalle proprie, consapevoli che ognuno arriva nel mondo con il suo fagottino sulle spalle. Vai a sapere chi ce l’ha messo.

    • Ho letto (e tutto!), Rita, e premesso che sono assalito dai primi sintomi di orticaria appena comincio a leggere uno scritto che necessita di un “vocabolario a fronte”, se mi sento di convenire che “…L’uomo è sempre stato immerso in un mondo (nota: nell’originale “modo”, ma ho optato per l’errore di stompa) intriso di religioso e di sacro ….” (tenendo appunto significativamente differenziati i due momenti “il religioso” e “il sacro”!) mi fa proprio paura sentire riaffermare con fierezza che “….nel mondo alligna inestirpabile il peccato e il “Principe di questo mondo” non è Dio ma il peccato, il male, il seminatore di discordie, il calunniatore, il diavolo ….” e me li vedo già li pronti a accendere il fuoco sotto ai roghi!
      Ribadisco la mia scelta di “tenermi a debita distanza dalle “religioni col timbro” e annessi e connessi!
      Massime da quella cattolica, atque apostolica, unacum romana!

    • Non è tanto che al mondo alligni il peccato, quasi fosse un oscuro signore che se ne va in giro per gli affari suoi, magari con le corna sulla testa, quanto piuttosto che Bene e Male risiedono dentro di noi. Talvolta prevale uno, altrimenti è l’altro ad avere la meglio. Il poeta W.B. Yeats scrisse oltre cent’anni fa che uno dei più grandi tormenti della vita è quello di non poter mai provare emozioni pure. C’è sempre qualcosa nel nostro nemico che ci piace, e qualcosa nel nostro amico che ci dispiace, questo perché non c’è una vera separazione tra Bene e Male, giusto e sbagliato, bianco e nero, e così via. Ai tempi di Yeats, se non altro, esisteva ciò che poteva considerarsi «legale», o «giusto», in base ovviamente al buon senso dell’epoca. Valeva, in buona sostanza, quello che le leggi umane scritte e non scritte imponevano e/o permettevano. Chi vi si opponeva era considerato fuori gioco, una condizione pericolosa, giacché il conformismo filisteo è sempre stato un elemento attivo della dittatura mascherata da democrazia. Oggi non abbiamo più neppure questa distinzione. Mancano codici di comportamento condivisi, religioni e/o tradizioni comuni, valori a cui aspirare, radici o patrie da difendere. Manca un po’ tutto, insomma, ognuno fa ciò che gli pare e ha una sua legge. Superando ogni limite siamo andati oltre il concetto di Bene e Male, o di legalità. Non ho idea di dove si potrà arrivare di questo passo, ammesso che noi si sia ancora in grado di «volere», e che il volante di quest’auto impazzita sia ancora nelle nostre mani. Allontanandosi gradualmente dallo Spirito per avvicinarsi sempre di più alla mondanità, la Chiesa cattolica sta facendo esattamente lo stesso percorso e, anche se non c’è un cartello di avviso, temo che la strada sia senza uscita.

  • In che senso, Rita, la Chiesa cattolica si sarebbe allontanata dallo… Spirito?
    Da sempre la Chiesa è… mondana perché fatta da uomini calati nella temperie del loro tempo (come, del resto, tutti gli uomini, laici o credenti che siano) e da sempre cerca di interpretare e di adattare al loro tempo il messaggio che considera provenire dallo Spirito.
    O no?

  • Non è vero che la Chiesa è da sempre “mondana”, lo è diventata strada facendo ma non risulta da nessuna parte che sia nata così. Il Cristo che cacciò i mercanti dal tempio, potendo, oggi prenderebbe a calci nel sedere tanti sacerdoti che tutto fanno fuorché occuparsi dello Spirito. Non ne sono capaci, probabilmente. Se la Chiesa si fosse occupata di mondanità fin dall’inizio sarebbe morta sul nascere poiché un’istituzione del genere già c’era: il regno, l’impero, lo Stato; loro sì nati per fare politica e, all’occorrenza, anche assistenza sociale.

    Il tramonto dell’idea di una salvezza extramondana sta segnando la fine della Chiesa, e lo svuotamento progressivo dei suoi templi negli ultimi anni lo dimostra. Una Chiesa non più “mater et magistra” frega niente a nessuno, ci sono già i politici che sciorinano buoni propositi e parlano di nazionalismo, populismo, immigrazione clandestina, erogazione di fondi all’Africa, manovre economiche e via dicendo. Che bisogno ha il mondo occidentale di un signore vestito di bianco che ripete le stesse cose?

    Persino in un’epoca smaliziata e decadente come l’attuale c’è bisogno di Spirito, l’uomo è sempre stato immerso nel Sacro e sempre lo sarà. In fondo l’intuizione geniale del cristianesimo è stata proprio questa: produrre senso in un’epoca che non aveva più senso (il crollo dell’Impero era imminente). Ma tale senso ha … senso, se si colloca “fuori” dal mondo perché se sta “dentro” è perfettamente inutile.

  • Sono d’accordo su tutto.

  • Paradossalmente,la qualità che gira adesso,trent’anni fa ce la sognavamo.

    • Stai parlando di qualità del clero, Graziano? Personalmente ho conosciuto qualche elemento degno di nota tra i frati, ma sinceramente tra i preti non me ne viene in mente nessuno.

  • Anche…
    Tutti i campi…
    Anche la pubblicità, la più svelta a distogliere dal bisogno d’infinito.

Scrivi qui la risposta a graziano calzi

Annulla risposta

Iscriviti alla newsletter e rimani aggiornato sui nostri contenuti