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GIORGIO CINCIRIPINI

Smart People, Smart Phone: capacità cognitive?

Oggetto di questo lavoro è di raccontare i risultati provenienti dalla ricerca scientifica sugli eventuali effetti dello uso di smartphone sulle capacità cognitive dell’uomo, ma con particolare attenzione ai più giovani.

Cosa sono le abilità cognitive?

Le abilità cognitive comprendono tutti i processi attraverso i quali un individuo percepisce, registra, mantiene, recupera, manipola, usa ed esprime informazioni e sono coinvolte in qualsiasi compito affrontiamo, dal più semplice al più complesso.

Mentre gli smartphone e le relative tecnologie mobili sono riconosciuti come flessibili e potenti strumenti che, se usati con prudenza, possono aumentare la cognizione umana, c’è anche una crescente percezione che il coinvolgimento abituale con questi dispositivi possa avere un impatto negativo e duraturo sulla capacità degli utenti di pensare, ricordare, prestare attenzione e regolare le emozioni

Questo articolo vuole riportare le conoscenze in merito ai cambiamenti delle capacità cognitive indotte da smart-phone, tablet dell’utente,  secondo due livelli di analisi:

  • Effetti legati allo utilizzo di questi strumenti informatici.
  • Effetti studiati legati alla trasmissione di radiofrequenze

Effetti legati allo utilizzo di questi strumenti informatici.

Ho individuato un interessante lavoro di Henry H. Wilmer, Lauren E. Sherman and Jason M. Chein del Department of Psychology, Temple University, Philadelphia, PA, USA [Frontiers in Psychology, April 2017, Article 605],  che hanno prodotto una ‘review’ di articoli scientifici pubblicati negli ultimi anni su questa tematica.  Qui di seguito riporto le loro considerazioni più stimolanti.

Hanno analizzato una cinquantina di lavori che hanno studiato gli effetti di smartphone su: attenzione, memoria, conoscenza, gratificazione, capacità cognitive di ogni giorno e quelle esecutive.

Attenzione

Generalmente è acquisito che esiste una chiara relazione negativa tra uso dello smartphone ed attenzione. Dove è più controllata la valutazione ad esempio con il multitasking multimediale, i risultati sono misti, con alcuni studi che producono persino un relazione positiva con la capacità di filtrare le distrazioni: ciò è dovuto alle limitazioni dei metodi utilizzati per misurare il comportamento verso i media e la ampia variazione nelle attività specifiche utilizzate

Memoria e conoscenza

Alcuni ricercatori l’hanno chiamato “Google Effect“, ovvero una sorta di   “amnesia digitale” che dimostra che l’aspettativa di avere in seguito accesso alle informazioni può renderci meno inclini a codificare e memorizzare tali informazioni nella memoria a lungo termine. Si è inoltre sostenuto che stiamo diventando simbiotici (“quando una persona o entrambe dipendono dall’altra persona, al punto da stare male o morire, quando l’altra persona si allontana”)  con la nostra tecnologia; ricordando le informazioni meno immediate e invece impegnando la memoria su dove tale informazioni possono essere trovate.

Interessante è la conclusione di alcuni  autori sulla indotta  tendenza a fare affidamento su euristica semplice e scorciatoie mentali che si estendono all’uso abituale della ricerca su Internet (Google)  come sostituto per analisi cognitive profonde.

I risultati di vari lavori hanno mostrato che le persone che hanno riferito di essere grandi  utenti di smartphone hanno mostrato una “cognizione” meno analitica  e prestazioni inferiori nelle misure di conoscenza.

Inoltre, le persone che hanno indicato che spendono un grande quantità di tempo utilizzando la funzione del motore di ricerca sul loro  smartphone hanno superato molto male i test cognitivi.

Un’altra preoccupazione comune ai ricercatori è lo “scarico” del nostra memoria semantica su un dispositivo tecnologico moderno  come ad esempio  i sistemi di mappatura GPS sulla nostra capacità di navigare il mondo. 

Gratificazione

Alcuni lavori   hanno   esplorato le motivazioni che spingono le persone a impegnarsi con i media:  il multitasking dei media in termini di usi e teoria delle gratificazioni. Basato su questa teoria, “Bisogno” potrebbe essere definita come “il combinato prodotto di disposizioni psicologiche, fattori sociologici e condizioni ambientali che motivano il consumo dei media ” e “gratificazioni” come “realizzazione percepita” di quei bisogni, in questo caso grazie all’uso o all’esposizione dei media.

Questi risultati si adattano alla convinzione che avere accesso costante a questi dispositivi potrebbe generare un bisogno di gratificazione istantanea

Capacità cognitive di ogni giorno

Gli studi su questo fronte generalmente supportano la conclusione che scarso rendimento scolastico può essere previsto per i livelli più elevati di utilizzo dello smartphone.

Questi autori hanno trovato che un  più alto uso di  media-multitasking di  un grande campione di adolescenti è stato associato a prestazioni peggiori in un laboratorio di misurazione della funzione esecutiva, il compito della memoria di lavoro e anche con punteggi più bassi su un test standardizzato di accademico  in classe.

Presi insieme, questo corpo di  lavori suggerisce che il grado in cui si può esercitare un controllo esecutivo sul  comportamento e mantenere rappresentazioni orientate all’obiettivo (nella memoria di lavoro) possono spiegare la vulnerabilità dell’impatto con la  “vita reale” per chi ha forti abitudini di continuo uso del dispositivo mobile

È stato dimostrato che la qualità del sonno ha un serio effetto sulle prestazioni cognitive e che la tecnologia digitale e lo  smartphone sono  fonti di disturbo del sonno,  con un effetto composto sugli aspetti cognitivi.

Come la depressione, l’ansia genera notoriamente effetti negativi su diversi aspetti del funzionamento cognitivo. Già nei primi lavori che collegano l’ansia con abitudini tecnologiche e funzionamento cognitivo,  hanno rilevato che limitare l’accesso delle persone alla posta elettronica abbia ridotto l’ansia e migliorato in seguito la capacità di concentrarsi sul lavoro. Un’affermazione comunemente ripetuta riguardante il mondo digitale è che le persone sentono un “bisogno” di accesso ai loro telefoni…  c’è chi lo ha collegato al fenomeno denominato “arto fantasma” (che determina percezioni sensoriali provenienti da un arto amputato).

Effetti studiati legati alla trasmissione di radiofrequenze

Gli effetti neurologici sono causati da cambiamenti nel sistema nervoso. Fattori che agiscono direttamente o indirettamente sul sistema nervoso, che causano cambiamenti di morfologia, chimica o elettricità nel sistema nervoso, possono portare a effetti neurologici. La manifestazione finale di questi effetti possono essere visti in cambiamenti psicologici, ad es. memoria, apprendimento e percezione.

Il sistema nervoso è un organo elettrico. Quindi, non dovrebbe essere sorprendente che l’esposizione a i campi elettromagnetici potrebbero portare a cambiamenti neurologici. cambiamenti morfologico, chimico, elettrico e comportamentali sono stati segnalati negli animali e nelle cellule dopo l’esposizione a campi elettromagnetici non ionizzanti (EMF) su una vasta gamma di frequenze. Le conseguenze dei cambiamenti fisiologici nel sistema nervoso sono molto difficili da valutare. Non capiamo bene come funzioni il sistema nervoso e reagisca all’esterno a causa di perturbazioni.

Ho studiato la sezione 9 del Bioinitiative Report 2012 che è una dettagliata review della produzione scientifica (2007-2012) afferente a Effetti Neurologici di campi elettromagnetici non ionizzanti, curata dal Dr Henry Lay, University of Washington

www.bioinitiativereport.com

Maggiore rilevanza ovviamente vanno alle sperimentazioni fatte su animali (topi, ratti) sottoposti a fonti di radiazioni, alle frequenze tipiche della telefonia mobile. Si riportano studi che dimostrano l’effetto comportamentale di topi che sono stati soggetti in fase pre-natale a tali radiofrequenze. Ma anche sono stati determinati gli incrementi di alcune proteine espressione di modificazioni delle strutture cellulari del cervello. Curioso è uno studio fatto su colonie di formiche che sottoposte a radiofrequenze perdono la sensazione olfattiva e visiva non riuscendo a raggiungere il cibo; dopo stop della radiazione ed un periodo di tempo hanno recuperato i propri poteri sensoriali.

Riporto un estratto di un lavoro del Prof Olle Johansson (Svezia)

https://doi.org/10.1016/j.pathophys.2012.04.009

Il fenomeno dei disturbi psicologici indotto dalle radiazioni è stato recentemente studiato da un gruppo di scienziati tedeschi. Nel loro studio, Thomas e colleghi hanno dimostrato un effetto statisticamente significativo delle radiazioni elettromagnetiche da reti telefoniche wireless e mobili sul comportamento di adolescenti e bambini. Ci sono stati 1498 bambini e 1524 adolescenti nel gruppo sperimentale, che sono stati testati utilizzando un questionario SDQ (Strengths and Difficulties Questionnaire). I risultati hanno mostrato che gli adolescenti erano più inclini a problemi comportamentali in quanto sottoposti a frequenze di telefonia mobile, DECT e Wireless Local Area Network. Il 7% degli adolescenti mostrava problemi comportamentali, mentre il 5% dei bambini. I risultati hanno correlato l’effetto osservato con l’esposizione dosata alla radiazione applicata a intervalli controllati; tra le possibili spiegazioni, è stato postulato che il sistema nervoso in via di sviluppo nell’adolescente è più sensibile all’effetto delle radiazioni.   Il sistema cognitivo sembra a breve termine non essere influenzato secondo uno studio   tuttavia il contrario è stato documentato in un altro studio   e spiegato dall’effetto modulante della radiazione del telefono cellulare sui modelli di risposta dell’attività del cervello umano.

Correlato con i risultati di Johansson et al., il carattere cognitivo degli individui elettro-ipersensibili può svolgere un ruolo fondamentale nello spiegare i disaccordi tra gli studi. Nello studio di Johansson et al. le persone elettrosensibili hanno reagito più intensamente agli effetti delle radiazioni, rendendo così conto delle differenze. Nello studio di Johansson et al. sono stati riportati anche gli aspetti emotivi seguenti all’esposizione alle radiazioni, in cui sono stati riportati depressione, ansia ed esaurimento per un gruppo testato sull’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche.

Concludendo,

i progetti del Ministero della Istruzione di implementazione di wifi nelle scuole e forte utilizzo di strumenti digitali non sembra che tengano in considerazione critiche, suffragate da ampia letteratura, sulle scelte di fondo che comportano sia problemi alla salute dei ragazzi, inquinati da modem wifi, che allo uso mirato ed efficace di tali gadget elettronici.

Recente è la sentenza del TAR Lazio che impone a 3 ministeri, tra cui quella Istruzione, di organizzare corsi di informazione sull’uso ‘sano’ del telefono cellulare.

 

GIORGIO CINCIRIPINI

24 Feb 2019 in Ambiente

20 commenti

Commenti

  • Articolo molto interessante. Non sono quel che si dice una ‘scienziata’, ma lo spirito di osservazione ce l’ho anch’io. Non applico test sperimentali ma mi relaziono con ragazzi di età comprese fra i 15 e i 22 anni. Ebbene, in quasi 25 anni di insegnamento noto senz’altro una riduzione significativa delle capacità cognitive dei miei alunni. La fortuna di insegnare in una scuola di musica, mi consente di valutare l’effetto deleterio della tecnologia su due fronti: quello intellettuale, cognitivo e quello della comunicazione espressiva e affettiva attraverso la musica. Sempre più noto difficoltà sia ad analizzare testi complessi sia a riconoscerne le strutture formali. I ragazzi trovano molta difficoltà anche a memorizzare i brani e di solito lo fanno in modo meccanico, non intelligente. Ma c’è anche una difficoltà a percepire la profondità poetica dei brani suonati e la tendenza alla superficialità dei sentimenti. Noto che i ragazzi più musicali – in senso lato – sono quelli che spontaneamente e criticamente riducono molto il loro utilizzo di smartphone e simili.
    Un pensiero va a quei poveri ratti sottoposti a questi barbari esperimenti. E un ringraziamento a Madre Natura che ha il potere di riequilibrare i disordini causati dall’uomo. Il caso delle formiche lo dimostra.
    Direi infine: topi e formiche vittime inutili, visto che le vere cavie siamo sempre e comunque noi umani.

  • Non sono d’accordo con la rappresentazione dei telefoni come oggetto dannoso.

    Lo smartphone è una chiave per il web, la biblioteca meglio fornita che si possa trovare, nella nostra tasca; essendo ben fornita ci sono contenuti di pregio, ma anche tante “vaccate”. Però non possiamo attribuire allo strumento la colpa di questo, i contenuti li produciamo noi, e siamo sempre noi a scegliere cosa leggere e cosa no.

    Riguardo alla riduzione delle capacità umane, non credo che memorizzare informazioni o fare test siano metro delle potenzialità di una persona.
    Lo smartphone è una eccellente estensione del nostro corpo; non sostituisce la memoria, la integra, non riduce le capacità di risolvere problemi, cambia l’approccio.

    Danni fisici da radiazione, è verosomile che ci siano, sono fiducioso che si faccia il possibile evitare problemi, le teorie del complotto (non mi riferisco in alcun modo a questo stimolante articolo) lasciamole agli amici dei terrapiattisti.

    • Debbo innanzitutto ringraziare gli amici per i commenti che sono stati registrati nel sito. Ci sono molti spunti. Cerco di essere telegrafico per non tediarvi con lunghi ‘eloqui’ !

      Elena: ti ringrazio per il tuo validissimo contributo che sicuramente memorizzo. La sperimentazione sull’uomo è regolamentata: esiste il Protocollo di Norimberga 1948 !
      Mattia: attenzione, quanto scritto è riferito allo smartphone e non al telefono cellulare! Tra le sue funzionalità esiste, laconicamente, quella di telefonare a casa!!!
      Teorie di complotto: MAGARI! Purtroppo i danni nel breve e lungo termine sono da tempo ben noti ed accertati. Le evidenze sono tantissime. Non ti chiedo di dare una scorsa al link indicato del Bioinitiativereport che analizza MIGLIAIA di lavori scientifici pubblicato in solo 5 (cinque !) anni. C’è un alnalogo mega lavoro di analisi di altri 15.000 lavori ante 2007: dagli un’occhiata. Gli effetti cancerogeni delle radiofrequenze sono state acquisite dal WHO (che sarebbe l’Organizzazione Mondiale della Sanità) che nel 2011 tramite la sua struttura scientifica preposta (IARC) ha classificato queste radiazioni con POSSIBILI cancerogene. Sono arrivati a conclusione grandi studi sperimentali su animali (conclusisi in USA nella primavera scorsa presso l’ NTP) e in Italia presso l’Istituto Ramazzini di Bologna (ente di indagine tossicologica di rilevanza mondiale): dai risultati americani pubblicati e da anticipazioni ‘di corridoio’ da Bologna le evidenze sono tali da richiedere una revisione della classificazione di pericolosità per arrivare, almeno, a PROBABILE CANCEROGENO (che il livello immediatamente sottostante a CANCEROGENO).
      In merito al complotto, ci sono state due recenti sentenze della Cassazione in cui è stata riconosciuta la relazione causale tra uso di cellulare e tumore al cervello.
      Purtroppo l’opinione pubblica e politica è disinformata. Questo avviene a causa di una ‘cappa di piombo’ mediatica che fa sì che anche le informazioni più eclatanti siano occultate, grazie alla industria della elettronica e della telefonia (sono notoriamente i maggiori investitori pubblicitari e quindi in grado di ‘controllare’ giornali e media! …) . Un esempio recentissimo è la trasmissione RAI, Petrolio di due sere fa che ha parlato del 5G (tsunami di radiofrequenze in arrivo): un buon servizio ma trasmesso alle … 01.00 am !!!.

      Rita: Magnetismo naturale: è essenziale! Noi viviamo grazie all’elettromagnetismo, dal livello cellulare in su … ma parliamo di elettromagnetismo STATICO e non pulsante. Inoltre – come ho già evidenziato in un altro mio post – l’Homo Sapiens (300.000 anni fa ca.) ha il codice genetico al 99% identico al nostro. Mentre siamo attrezzati a difenderci abbastanza bene contro i raggi cosmici ma anche UV (senza eccedere!) grazie allo adattamento dovuto a centinaia di generazioni prima di noi, i campi elettromagnetici artificiali sono arrivati nel giro di possibili anni : quindi il livello di inquinamento di base è incrementato di migliaia, milioni di volte nel giro di pochissimo! E’ certo che sopravviveremo fra qualche decine di migliaia di anni ! … ma ci arriviamo ?!

  • Non è un mistero che le capacità cognitive del genere umano stiano diminuendo a vista d’occhio e che la cosa sia più evidente negli adolescenti, come ben sa chi si relaziona con loro quotidianamente. Di sicuro l’abuso di tecnologie rappresenta un grosso problema, come l’abuso di qualsiasi altra droga, ma si tratta di un effetto e non della causa. Spesso si ha a che fare con dei veri e propri … minorati emotivi che faticano a concludere un ragionamento sensato. Colpa dello smartphone? Oppure, del caos globale, della solitudine e dello spaesamento, della vita insensata, della miserevole assenza di modelli di riferimento?

    Fare il giovane, di questi tempi, non è affatto facile. Non c’è in giro lo straccio di una figura autorevole, di un pensatore guida, di una società coesa che aiuti a trovare una visione del mondo e della vita. In pochi anni siamo passati dai Maestri (che non erano i detentori della verità ma per lo meno suscitavano il desiderio di porsi domande essenziali) a dei dementi portatori del nulla che si fanno chiamare “influencer”, come Chiara Ferragni o la Madonna secondo il Papa. Il poco sale in zucca va attribuito al delirio di onnipotenza di una specie che pensava di sapere tutto, o alle radiazioni? Non c’è dubbio che facciano male, neanche l’eroina fa bene, ma chi/cosa stimola l’abuso?

    Non avendo competenze in materia, a volte mi chiedo, ma il magnetismo naturale che effetto ci fa? Il fenomeno (naturale anche questo) del Polo Nord magnetico terrestre che negli ultimi anni ha triplicato la sua velocità, che ricadute avrà sulle specie viventi? Avremo i mezzi per proteggerci dai raggi cosmici e dal vento solare, qualcuno lo sa?

  • Un bel post, Mattia: profondo, stimolante.
    Il tema, già preso in considerazione da Luca De Biase nel nostro corso di economia (ha parlato, tra l’altro, di un radicale cambiamento antropologico), merita di essere ripreso nel corso del prossimo anno se sì affronterà – come diverse persone hanno già suggerito – il tema delicato dell’inquinamento (nel caso del post di Mattia si tratta dell’inquinamento delle onde elettromagnetiche – a Crema abbiamo un esperto che più volte ha lanciato l’allarme sul nostro blog, Giorgio Cinciripini).
    Ma il post va oltre e riguarda le conseguenze sulle nostre capacità cognitive della dipendenza da smartphone.
    Conseguenze che si vedono e si toccano (almeno da parte di chi ha a che vedere con dei giovani e giovanissimi).
    Da tempo che anche sul nostro blog sottolineiamo il problema dell’educazione all’uso dello smartphone: è l’uso distorto e l’abuso che generano danni che potranno segnare pesantemente le nostre nuove future generazioni.
    So bene che anche non pochi professori avvertono il problema, ma so anche che non tutti sono attrezzati per offrire ai ragazzi una robusta attrezzatura: lo smartphone, se usato con intelligenza e in modo critico, può essere un eccellente strumento di ricerca (e non solo), ma può anche letteralmente bruciare la mente dei giovani (e non solo).
    Il tuo appello, Elena, da questo punto di vista è condivisibile.
    E occorre muoversi in fretta prima che sia troppo tardi.

    • Piero, il post non l’ho scritto io, ma Giorgio Cinciripini che giustamente tu citi 😉

    • Elena, grazie della domanda. Ho cercato e sto assitendo all’audizione:
      https://webtv.camera.it/evento/13849
      C’è davvero di che preoccuparsi, e molto direi!

  • Leggo solo oggi al mio rientro a Crema. Non ci piove, ma in mie ricerche sui possibili scenari futuri dell’uomo sono giunto alla conclusione che questa fase è solo un passaggio intermedio verso la connessione permanente non mediata da congegni né elettrodi impiantati. se già oggi è possibile accendere una lampadina col pensiero nell’era della digitalizzazione quantistica si potrà arrivare alla generalizzazione dell’ibrido uomo – espansore macchina, ma un ibrido che significa solo un’applicazione. Certo non si risolve il problema dell’esposizione permanente a un campo magnetico, perché solo le variazioni di questo tramite possono interagire col pensiero.
    Tuttavia se pensiamo all’adattamento che hanno subito popoli vissuti atavicamente in zone vulcaniche radioattive direi che la biologia, a costo di tanti incidenti di percorso, potrà metterci una pezza. elresto viviamo in un campo magnetico! Con questo non voglio dire di essere un sostenitore dell’homo plus, ma semplicemente che è difficile giudicare le ricadute di un utensile solo ai suoi albori.
    Il mio primo figlio per Natale mi ha regalato un aggeggio a comando vocale abile nel darmi “servizi”, dalla musica al calcolo… A parte il bagno d’onde che ciò comporta già dalla connessione vocale permanente avremo tante nuove informazioni. Evidente che senza aver bisogno di fare i calcoli con carta e penna, ma ordinando solo “3 x 15 al quadrato” perderò capacità funzionali, ma la ricaduta in risultato sarà enormemente più potente. E qui si apre tuttavia un altro problema, di cui abbiamo già discusso fra noi due: ma dove la prendiamo tanta energia? Il tema risulta rinviato al post fusione nucleare. Resta poi irrisolto il quesito delle ricadute sulla stratificazione sociale. In definitiva non mi sembra che abbiamo imboccato la via dei sorci dietro al pifferaio magico, ma semplicemente che ci sono tanti problemi da risolvere uno per volta in itinere. Certo, la mutazione costa dolori!

    • L’abuso di tecnologia, come quello di alcol o droghe, serve solo a placare il terrore dello smarrimento. Punto. Ne stavo appunto discutendo ieri con degli amici che con me visitavano la mostra dedicata alla pittura di Antonello da Messina, dove un esercito di cretini di ogni età armati di smartphone invece di contemplare i quadri (potenti!) li fotografavano nell’intento di “portarsi a casa” chissà che, non si sa bene per quale motivo.

      Un bel libro da leggere: Marco Dalla Luna “Tecnoschiavi”

    • Il ‘giocattolo’ è un esempio di “IoT” Internet of Things, internet delle cose (ho scritto un post sul tema).
      E’ uno dei ‘piacevoli, divertenti’ ambasciatori di un nuovo modo di vivere che IoT tramite il 5G , l’industria della elettronica della telefonia, delle telecomunicazioni ci impone. Loro stanno investendo TRILIONI di dollari nel mondo.
      Ma il bello è che tutto ciò alla faccia del Codice di Norimberga del 1948 (Norimberga ?! si, è un codice di regolamentazione della sperimentazione umana che presuppone che gli oggetti della sperimentazione siano perfettamente consapevoli dei rischi derivanti … quale esempio avevano in mano quando lo hanno scritto ?! per carità non voglio fare parallelismi! Mah …).

      Altra cosa bella è che esiste una Legge italiana che prescrive – ragionevolmente – che qualsiasi prodotto che viene immesso sul mercato debba essere validato dal punto di vista tossicologico, ed indicano enti di verifica il ISPESL (ex istituto superiore per le sicurezza del lavoro poi inglobato in INAIL) e l’ISS, Istituto superiore di sanità. E’ stato chiesto a questi due enti riscontro documentale : INAIL ha già risposto “Nein” (nessuno l’ha chiesto e loro non hanno prodotto niente), ISS – come al solito – non risponde. Adesso si sta agendo sulla Presidenza del Consiglio per dare attuazione agli obblighi di trasparenza e costringere l’ISS a dare accesso ai suoi archivi . Quale sarà il risultato secondo voi ?
      Che verranno installate centinaia di migliaia di ‘piccole’ antenne direzionali dovunque (dai lampioni della strada – tra l’latro si sta dando seguito alle indicazioni tecniche delle società di telecomunicazione di ABBATTERE gli alberi perché ‘disturbano’ – ai tombini, dietro le insegne stradali, etc etc etc.).
      Con un ulteriore notevole incremento del livello di inquinamento di base oggi esistente …

      Ma perchè? cui prodest ? per le guida automatica dell’auto ? per far si che la bottiglia del latte dallo interno del frigo emetta un ordine di acquisto ad Amazon se il latte scarseggia …? Ne ne abbiamo proprio bisogno ? ma il nostro corpo è in grado di subire ? questo non lo si sa . Per fortuna c’è aspetto della sicurezza delle informazioni e – nota bene – solo ora con il 5G e a causa della riconosciuta predominanza tecnologica di Huawei con le sue centraline e software di gestione, il mondo occidentale con l’immancabile Mr Trump (che ha risposto che l’industria USA svilupperà il 6G !!! avrà capito le differenze tra ad es. 3G, 4G, 5G ?!) che ha paura di entrare, finalmente, ed in modo compiuto nel Mondo di Orwell.

    • Si, certo. E’ come la scritta “nuoce gravemente alla salute” apposta sui pacchetti di sigarette. Dopo di che, se uno si vuole suicidare ….. la colpa è interamente sua e le major del tabacco ne escono pulite (e miliardarie). Non so se una macchina potrà ma agire in simultanea con un pensiero in assenza di Coscienza, a meno che non s’intenda con il termine pensiero “tira giù la tapparella”, “accendi la luce in camera”, “apri la porta del garage” e roba del genere. In tal caso, non sarebbe l’apparecchio che magicamente materializza il pensiero umano ma l’esatto contrario: le attività cerebrali ridotte a comandi meccanici. Con buona pace dello scientismo religioso imperante che giudica e mette sul rogo (e cioè all’angolo, è più elegante) gli eretici.

  • Gli alberi che disturbano le telecomunicazioni!!! ecco un’altra occulta ragione che spiega il diffondersi dell’allarme nei confronti degli alberi! ecco spiegata la malefica azione degli uomini-sega!

    • Giorgio è l’approccio che è incompleto: siamo in uno stato di passività, per ora. Non lo controlliamo ancora come uno strumento! Ma la tua macchina la guidi tu o lo fa il tuo corpo senza coinvolgerti più di tanto? E così il tuo cervello non è libero di creare, più che se ti costasse porre attenzione nella guida di un calesse? In più avremo dati tanto elaborati da non essere accesibili a un normale cervello in tempo reale. Non ti contesto, so che dici cose seie, ma sono un futurologo inguaribilmete ottimista, problema enegetico a parte. Questo è il punto di arrivo: passare il guado e arrivare alla connessione totale. Sul problema delle onde resta l’enorme variabilità di tolleranza individuale. Cinico pensare che resteranno i più adatti, come per le citate radiazioni X nelle terre vulcaniche?
      Altra cosa che non ti ho chiesto: in una nota località turistica un mega impianto di tralicci e smistamento di linee è separato dall’abitato-alberghi da una tavolata in legno. Ma ci prendono per scemi? Il legno contro le radiazioni elettromagnetiche? Forse pensano che come in amore chi non vede non sente!

  • Le R e le D non me le batte, e, frettoloso, rileggo solo dopo l’invio, Le mie scuse, come sempre.
    Ma mi spiace cambiar tastiera, dopo tuto quello che ha battuto!

  • Ieri su RAI 3 un’intera tasmissione pomeridiana sul tuo tema. Pare che peggio dei cellulari non ci sia come rischio! Ma quello è anche il più facile da neutralizzare, per chi li usa, con accorgimenti, ma se si sommano più cellulari in luoghi chiusi diventano veri microonde (faceva l’esempio della metropolitana). Hai ragione, c’è un vero lassismo insorto nella routinarietà d’uso. Il divieto di uso un tempo rispettato in sale operatorie, aerei, andrebbe esteso a tutti gli spazi comuni chiusi. Sarebbe almeno un primo passo.

    • Grazie. Ho cercato in Raiplay … mi sai dire a che ora è stato trasmesso ? Grazie

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