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FRANCESCO TORRISI

Clima: ultima chiamata!!!

   Stralciamo dal documento originale pubblicato dalla rivista divulgativa “Le Scienze” versione italiana cartacea e online di “Scientific American”, il testo della petizione e raccolta firme:

All’attenzione dei Presidenti di Camera e Senato e di tutti i membri del Parlamento Italiano

Dalla salute all’energia, dalla privacy online alla sicurezza internazionale, ogni giorno chi governa il Paese deve assumere decisioni che chiamano in causa la scienza e la tecnologia. È fondamentale quindi che anche il Parlamento italiano, come già avviene in molte altre democrazie, abbia una struttura che garantisca un servizio efficiente di documentazione e consulenza scientifica che aiuti a prendere decisioni più efficaci e informate.

Se ci guardiamo intorno, molti Paesi hanno da tempo strutture simili. Le troviamo in Francia, Germania, Olanda, Austria, Norvegia, Svizzera, Danimarca, Gran Bretagna e molti altri. Anche il Parlamento europeo può contare su una struttura simile (STOA). Spagna, Messico e Cile stanno attualmente costituendo uffici di documentazione scientifica, mentre negli Stati Uniti il Congresso riavrà presto un servizio di consulenza scientifica dopo anni di inattività.

Nel dibattito democratico, la disponibilità di informazioni scientifiche attendibili, coerenti e sistematiche è fondamentale come base per prendere decisioni equilibrate ed efficaci. Proprio per questa ragione, in molti Paesi democratici del mondo consulenti scientifici esperti interni o esterni ai Parlamenti preparano note informative o rapporti di studio, in modo da offrire ai rappresentanti dei cittadini un chiaro panorama sullo stato del dibattito e degli attuali confini della conoscenza scientifica, promuovendo quindi un dialogo virtuoso fra politica e ricerca scientifica.

Per questo chiediamo che anche l’Italia, come in molti altri Paesi, si doti subito di un Ufficio di consulenza e documentazione scientifica permanente e indipendente al servizio della democrazia. Vogliamo che i nostri rappresentanti politici abbiano accesso a tutte le informazioni necessarie per poter far fronte alle grandi sfide che il futuro ci riserva.

I Coordinatori dell’iniziativa “Scienza in Parlamento” www.scienzainparlamento.org
Ruggero G. Bettinardi, Alessandro Allegra, Casimiro Vizzini, Chiara Sabelli, Luca Carra, Marco Cattaneo, Pietro Greco

Primi firmatari
Roberto Cingolani, Direttore Istituto Italiano di Tecnologia, Genova
Carlo Rovelli, Università di Aix-Marsiglia
Silvio Garattini, Presidente Istituto Mario Negri
Giuseppe Remuzzi, Direttore Istituto Mario Negri
Marica Branchesi, Gran Sasso Science Institute
Carlo Alberto Redi, Università di Pavia, Accademia dei Lincei
Telmo Pievani, Università degli Studi di Padova
Nicola Bellomo, Politecnico di Torino, presidente Gruppo 2003 per la ricerca
Paolo Vineis, Imperial College, Londra, Consiglio Superiore di Sanità
Giovanni Boniolo, Università degli Studi di Ferrara
Maria Luisa Villa, già Università degli Studi di Milano, Accademia della Crusca
Maria Pia Abbracchio, Prorettore vicario Università degli Studi di Milano
Patrizia Caraveo, INAF, Milano
Lucia Votano, Laboratori Nazionali di Frascati, INFN
Andrea Grignolio e Guido Silvestri a nome del “Patto Trasversale per la Scienza”
Antonio Guarino, University College London
Piero Genovesi, ISPRA
Paola Bonfante, Università degli Studi di Torino
Francesca Pasinelli, direttore generale Fondazione Telethon

Maurizio Battino, Università politecnica delle Marche

Ci è sembrato più che opportuno farci promotori locali di un’azione che auspichiamo sia altamente impattante, data l’imminenza di una catastrofe planetaria su cui ci si permette ancora di fare dell’opinionismo infondato, giocando sulla pelle e sofferenze dei nostri figli e nipoti, secondo la logica dello struzzo. Il tempo è poco, ma bastano anche venti anni di margine in più perché la tecnologia sviluppi contromisure efficaci e risorse energetiche sufficienti alla bonifica planetaria. Ai Governi, adeguatamente informati, la responsabilità dell’imposizione di giuste direttive. Basta entrare sul sito www.scienzainparlamento.org e fare il solito click. In millecinquecento circa, dopo i primi illustrissimi firmatari, hanno già creduto nella necessità di costituzione del nuovo organo consultativo.

La Redazione

FRANCESCO TORRISI

04 Apr 2019 in Ambiente

6 commenti

Commenti

  • La consulta ci sarà, perché grazie a noi tutti come Paese ci adegueremo a quest’atto di civiltà planetaria. Nascerà non solo per il clima, ma per tutte le questioni in cui la scienza, ufficiale o di parte, ha la sua da dire in questioni che spaziano dal nostro stile di vita alla nostra stessa sopravvivenza. Questo è il caso del tema urgente, la sopravvivenza del pianeta in relazione a quella di mammiferi evoluti, come noi siamo. Intendiamoci, il pianeta di noi se ne fa un baffo, la vita ci sarà sempre, e anche noi potremmo semplicemente dire: “è andata male, questa civiltà del petrolio ha decretato la sua fine”. Ma siete disposti ad assistere alle sofferenze di generazioni di innocenti? Inutile pensare “ma tanto noi non ci saremo”. No! Il peggio inizia già dal 2030! Basta poco, una dilazione di 20 anni, il tempo di attivare le centrali a fusione nucleare e avere energia per catturare la CO2, il tempo di mettere a punto tecniche di ingegneria genetica su piante e batteri che catturino gli inquinanti e ristabiliscano l’equilibrio. E, perché no, il tempo di salvare la nostra bella cultura per la quale tanti in passato si sono fisicamente immolati.
    E PENSARE CHE CI SONO ANCORA DEI NEGAZIONISTI! Libertà di pensiero va bene, ma questa non la posso lasciar passare.

  • Ovviamente se qualcuno vuole rendermi felice mi dimostri che ho sbagliato tutto, dall’impostazione alle conseguenze!

  • Anche grazie ai tuoi stimoli, Franco, sto leggendo un po’ di libri sul tema e scopro che in altri Paesi il livello di sensibilità da parte dei politici è molto alta. Pensiamo che il Bangladesh “punta diventare la prima nazione alimentata dall’energia solare”, che ormai in diverse aree del mondo si sta sperimentando quella che viene chiamata “economia circolare” (dalla culla alla culla) che non prevede alcuno scarto). Leggo di edifici che vengono studiati apposta per “assorbire CO2, purificare l’aria e filtrare le proprie acque reflue e trasformare i liquami in nitrati per il suolo”….

    Qualcosa si sta muovendo e tocca anche noi muoverci.
    Anche a noi di Crema: personalmente sto già… sognando l’edizione del 2020 della nostra Scuola di educazione all’economia alla green economy o forse meglio alla economia circolare con una serie di iniziative concrete che potranno occupare l’intero anno (mese per mese).
    Chissà: magari i sogni si possono realizzare, se c’è volontà.

    • Sì Piero, deve divenire un messaggio martellante che metta a tacere i negazionisti, perché non è tempo di opinioni, ma della vergogna.
      Brutta notizia: la stessa fonte, le scienze, questo mese riporta un articolo di Richard Conniff, scittore divulgatore scientifico, che avverte che a questo punto non basta l’emissione zero, bisogna iniziare con la rimozione della CO2, cosa possibile ma costosa, quindi necessaria l’introduzione, a livello mondiale, di una cabon tax per finanziare il programma, che, unito al rimboschimento ci darà una carta in più da giocare per la salvezza del genere umano.

  • Dobbiamo programmare, Adriano, una iniziativa al mese per tutto l’anno:
    – iniziative tese a “sensibilizzare”;
    – iniziative tese a “realizzare in concreto” quanto è possibile (prendendo spunto anche da altri Paesi come la Svezia) in una città come Crema (oltre a quelle già programmate dall’Amministrazione comunale: ho letto di alcune decine di bici “assistite” – col motore elettrico – che saranno messe a disposizione).

  • Ottimo
    Non vorrei aver col mio commento dato al tema futuro della società umana (l’uomo biologicamente ce la farà sempre) aver dato un’impressione di ineluttabilità.
    Basta prendere un po’ di tempo, rinviare la catastrofe, poi arriverà la fissione, e con quella l’energia per “ingoiare” miliardi di tonnellate di CO2 in eccesso. Non saranno certo rose e fiori, perché a qual che si sa arriverà prima al traguardo la Cina, e a quel punto gli scenari geopolitici saranno stravolti. Per fortuna per quel tempo il mondo si sarà liberato del biondo, ma chi al suo posto? Comunque, salvo eccesso di testate nucleari esplose, salvo ripresa di una natalità incontrollata, forse ce la faremo, sul filo di lana.

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