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GIORGIO CINCIRIPINI

Skill digitali da paura!

Io continuo a prestare molta attenzione allo sviluppo dell’Uomo in un Epoca che vedo molto molto complessa!

Mi arriva questo recentissimo report   (https://d110erj175o600.cloudfront.net/wp-content/uploads/2019/05/Skills-Outlook-Italy-IT.pdf)  dall’OECD (OCSE) quindi da una fonte molto vicina agli Stati (del mondo occidentale innanzitutto).  Sicuramente non immagino inquinata da sovversivi, luddisti e gentaglia del genere !!!

 

Riporto qui la lettura che ne fa corrierecomunicazioni.it 

Il report, che fa il punto sull’evoluzione delle competenze in chiave di trasformazione digitale, vede il nostro Paese nella parte bassa della classifica. 

Solo il 36% degli italiani – si legge nel report – ossia il livello più basso tra i paesi Ocse per cui l’informazione è disponibile, è in grado di utilizzare Internet in maniera complessa e diversificata. I lavoratori italiani utilizzano l’Ict sul lavoro, ma meno intensamente che in molti altri paesi Ocse.

In Italia il 13,8% dei lavoratori  – contro il 10,9% dei Paesi Ocse -figura in posizioni ad alto rischio di automazione e avrebbe dunque bisogno – suggeriscono gli analisti – di una formazione fino a un anno per passare a occupazioni più “sicure”, ossia con basso o medio rischio di automazione. Un altro 4,2% evidenzia sempre l’Ocse avrebbe bisogno di una formazione intensa (fino a 3 anni) per evitare l’alto rischio di automazione sul posto di lavoro. “Tuttavia, solo il 30% degli adulti ha ricevuto formazione negli ultimi 12 mesi, contro una media Ocse del 42%”.

In Italia solo il 21% degli individui in etĂ  compresa tra i 16 e i 65 anni possiede un buon livello di alfabetizzazione e capacitĂ  di calcolo (cioè ottiene almeno un punteggio di livello 3 nei test di alfabetizzazione e calcolo Piaac:       [è una metodologia – disponibile anche online: si può fare un self-assessment  –  che è stato progettata per fornire un quadro delle competenze individuali in materia di literacy , numeracy e Problem solving, in ambienti tecnologicamente avanzati]

Si tratta del terzo peggior risultato tra i paesi esaminati, evidenzia l’Ocse.

E mentre in molti Paesi Ocse gli insegnanti utilizzano le tecnologie Ict con pari intensità rispetto ad altri lavoratori con istruzione terziaria, gli insegnanti italiani rimangono indietro e utilizzano le nuove tecnologie ben al di sotto di altri lavoratori altamente qualificati. I dati mostrano, inoltre, come 3 insegnanti su 4 riferiscano di aver bisogno di ulteriore formazione nell’Ict per svolgere la propria professione.

S C O N C E R T A N T E  anche se non nuovo!

Ma l’Italia è il Paese dove si investe una barca di soldi per … velocizzare il download dei file !!! Ma per fare cosa ?   videogiochi, vedere film …

Se collego con lo studio (review molto accurata) di cui ho parlato in merito alle capacità cognitive,  e ad un altro post in cui si parla di Google che auto censura documenti ed informazioni,  quale è la ratio ?   

Si è dato in mano agli Italiani un elettrodomestico (lo smartphone) per inibire le capacitĂ  cognitive e nel frattempo – grazie alla implementazione del 5G – si avvia l’internet delle cose che è la infrastruttura essenziale  per realizzare la robotizzazione delle attivitĂ  umane.

………. spero di sbagliarmi!

 

GIORGIO CINCIRIPINI

12 Mag 2019 in SocietĂ 

8 commenti

Commenti

  • E pensare che qui in Italia ci sono insegnanti di ogni ordine e grado che ancora si ostinano a far lezione fidandosi della loro memoria, guardando in faccia gli allievi e basandosi su libere associazioni di idee (mentre scrutano gli occhi dei loro studenti) calibrando parole e mimica in perfetta sintonia con le reazioni dell’uditorio………niente slides e niente schermi….vergogna! ultimo posto agli italiani!! A volte le scarse capacitĂ  cognitive e digitali sembrano nascondere pericolose attitudini creative e sovversive.

    Comunque credo di non aver capito quale sia il suo pensiero sulla questione e sulla scheda dell’Ocse…

    • Grazie per il commetno. A me interessa fa risaltare esclusivamente la distonia tra bassissimi skill digitali degli italiani che li rende ultimi in quella classifica OECD e la volontĂ  di essere primi nella implementazione del 5G, che comporterĂ  un ulteriore aumento esponenziale del livello di inquinamento elettromagnetico (con correlati effetti sulle capacitĂ  cognitive)!

  • Ci puoi chiarire, Giorgio, in parole semplice in che cosa consista davvero l’implementazione del 5G? Quello che leggo è la preoccupazione che, usando la tecnologia cinese, si corra il rischio di essere derubati dei nostri dati sensibili o dei nostri stessi segreti. Ho capito qualcosa o no?

    In che senso, poi, la tecnologia 5G accresce l’inquinamento elettromagnetico e nuoce – se ho ben capito – alle nostre capacitĂ  cognitive?

  • Siamo sicuri che i dati diffusi dagli americani sui pericoli del 5G cinese siano obiettivi? Detto da chi nell’ultimo mezzo secolo ha fatto di tutto di piu’ (compresi test nucleari a cielo aperto) senza controlli ……..

    • Ho giĂ  predisposto un articolo sui pericoli (non solo sulla … data security) del 5G: è in attesa di approvazione.

      Vi anticipo che il 16 pv asi terrĂ  un incontro con la popolazione CRONO GIOVINE (LO) presso il Centro Culturale Umberto Migliorini – Sala Civica Europea, Via Garibaldi sul tema
      TECNOLOGIA 5G Una nuova minaccia pe rla nostra salute ?
      Relatori: Dr F Ballestrieri (ISDE Medici per l’ambiente) e Dr. G. Cinciripini (AIE)
      16.5 ore 21.

  • Buongiorno,
    non vorrei che “l’inquinamento” della rete 5g (internet of things), che rivoluzionerĂ  definitivamente il nostro futuro, sia l’ennesima accusa a soli fini politici e commerciali (vedi Huawei).

    • Come può leggere dai commenti precedenti, ho fatto la sua stessa considerazione e mi sembra che siamo in buona compagnia. Non è un mistero che chi possiederĂ  la tecnologia 5G potrĂ  dominare l’industria, quindi l’economia mondiale, e quel qualcuno stavolta potrebbe NON essere l’America. L’Europa naturalmente è fuori dai giochi, grazie soprattutto alla politica cieca e sorda tedescamente perseguita nell’ultimo ventennio.

      A parte i pericoli per la salute umana derivati dalla nuova tecnologia (come mai non sono mai stati così preoccupati per la pericolositĂ  di carbone, petrolio, nucleare, diserbanti, veleni e inquinanti vari? Quelli facevano bene?), è chiaramente in atto una guerra tecnologica e commerciale tra Cina e Usa per il dominio sull’economia planetaria nel XXI secolo. Il controllo delle reti di telecomunicazione sarĂ  decisivo nell’affermazione di sovranitĂ , e tutti sappiamo che se anche Huawei è un’impresa privata in realtĂ  opera in parallelo con i vertici militari e di intelligence della Cina. E’ ovvio che il governo statunitense sia in fibrillazione.

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