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ADRIANO TANGO

Il commiato di un medico ignorante

Il torero agita la mantiglia, e il toro si lascia ingannare. Ma noi vorremmo finire infilzati?

Facile cambiare bersaglio per i problemi che non si vogliono risolvere per non calpestare privilegi indebitamente concessi! E così, dopo una politica che forma pochi medici per poi lasciarseli scappare, in fuga verso i paesi del nord, che si fa? Si accusano di ignoranza quelli che rimangono.

Vediamo la verità, a partire dai proclami sciorinati dai media:

“Il 20% non è in regola. Le Società scientifiche ai colleghi: studiate”.

“ECM, finisce a Striscia la Notizia il caso dei medici non in regola. FNOMCeO: Dal 2020 sanzioni per chi non sarà in regola”

Ma cos’è l’ECM? L’Acronimo di Educazione continua in Medicina. Il braccio operativo è stato trasferito all’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas). E ogni Regione fa a modo suo. Ma l’accusa e campagna denigratoria no! Quelle sono nazionali!

Da quando infatti la problematica è stata portata sul tavolo infido di “Striscia la notizia” la mia posta è quasi intasata da avvertimenti di rappresaglia.

Il tema della nuova ondata di intransigenza è motivato con affermazioni quali: “E poi, adesso che l’aggiornamento è possibile farlo comodamente a casa propria, che motivo c’è di essere pigri?”

La verità è ben diversa, peggiorata con la regionalizzazione: quando ebbi la Direzione di Struttura sanitaria mi spiegarono che il mio titolo nazionale, a dir poco duro da conquistare, non valeva più, perché ora la sanità era regionale, quindi dovevo conseguirne un altro con un corso di sei mesi in un’Università lombarda, ovviamente in trasferta a spese personali,

e al prezzo di 6.000 €!

Poi ci furono le prime verifiche locali e mi spiegarono ancora che tutta la mia attività scientifica, come docente prevalentemente, non valeva niente, perché dovevo studiare quello che dicevano loro! Insomma pagare e obbedire. E allora mi sono di nuovo sottomesso, iscrivendomi al Consulcesi, un’agenzia per l’aggiornamento in rete (gli anni rendono malleabili).

Certo, un abbonamento a 39.90 € al mese non fa proprio piacere, tuttavia, accettata la vessazione, mi metto con carta e penna a far la schedina delle risposte giuste.

Subito mi accorgo che gli argomenti sono astrusi, ma trovo una certa soddisfazione in corsi di nutrizione e consimili, anche se con la mia attività non c’entrano un cavolo. Finiti gli argomenti comprensibili mi addentro in quelli di stampo gestionale, perché di ortopedici non ce n’è, e la frequenza di errori sale, parallelamente al calo di interesse. Poi mi arriva la dritta da un collega: un semplice stristema matematico con il quale è possibile finire il corso con successo senza nemmeno sapere di cosa si stia parlando. Possibile che i Signori dell’ECM non se ne siano accorti? Certo, basta che paghi, e tutti acqua in bocca!

E intanto restiamo senza medici, e il tema del giorno sui siti dedicati è appena cambiato: Dott.Net, la posta e videogiornale medico, titola: “I medici italiani i più stressati d’Europa: è allarme negli ospedali”. Arriva la campagna #BurnoutInCorsia per condividere esperienze e rimedi. La spiegazione motivazionale: “Riposi brevi, quando ci sono, altrimenti notti in bianco prima di tornare in corsia…”

Unica a difenderci proprio l’Europa, che manda avvertimenti ai nostri governanti. Ma nonostante la comprensione che inizia a fasi strada non ci siamo ancora: aggiungiamoci l’umiliazione, lo sconforto, della risposta all’Utente per accuse di malpratica prive di fondamento, come si dimostra nel 90% dei casi alla resa dei conti, ma intanto il conto dell’Avvocato, quello sale, mentre  la disaffezione lavorativa arriva al livello di soglia.

Ora perché restare in Italia quando si può lavorare meglio ed essere pagati di più lontani dal sole, mare e monti, e bellezze varie, ma anche dall’ECM e dal Consulcesi?

Per parte mia, vecchio per espatriare, chiudo! In quarantasei anni ho dato tanto, e tanto ho ricevuto, ma uno che ha preso 1 allo scritto e 1 all’orale in greco, piuttosto che sottomettersi ai metodi del regime, per poi laurearsi con 110 e lode, quando finalmente ha potuto studiare a modo suo, questo sistema da maestrine no, proprio non lo regge. Né vale la pena spendere altri 2500 €/anno a fondo perso, oltre a quanto già esposto, per altre voci solo per poter lavorare!

Basterebbe estendere a tutto il paese un sistema assicurativo valido, e preparare gli Uffici Relazioni con il Pubblico a un dialogo con l’Utenza che riscatti la figura medica, per risolvere almeno il problema etico.

E per l’aggiornamento la soluzione è ancor più semplice: come io studiavo al massimo della resa a modo mio, così deve naturalmente avvenire per l’aggiornamento medico, con un percorso individuale calibrato secondo la propria percezione, e quella dei colleghi più esperti della resa, da svolgere solo ed esclusivamente negli Ospedali, con un sistema di scambi di frequenza e prestazioni d’opera fra Strutture, rivalutando anche la funzione delle aule congressuali e degli sponsor (tema che non posso qui approfondire), e lasciando a Università e Organi statali al massimo una supervisione di stampo “notarile”.

Questo modello, come Cremascolta e per iniziativa del nostro C.R. Torrisi, l’abbiamo fatto arrivare alla Ministra Grillo, che ne ha anche fatto cenno in un’intervista, ma poi qualcosa di concreto si è visto solo nella Regione Toscana.

La Regione Lombardia ha puntato invece sulla riassunzione dei pensionati: sì, avete compreso bene, è stata offerta l’opzione anche a me!

Come dire quota 100 nazionale, e 130 locale!

Altre Regioni si sono preoccupate solo del rientro economico nel proprio budget, con successo a dire il vero, ma imponendo ai medici un ulteriore immagine di “cattivi sceriffi”, e un altro fattore di insicurezza per la difficoltà nel chiedere esami.

 

Amici questo non è un mio sfogo, perché l’opinione della massa è l’unico antidoto alla malafede, quella di un messaggio che è passato di mano in mano fra le varie forze politiche alla ribalta, amplificandosi addirittura, fino a questa nuova campagna denigratoria. Qui si rischia di assottigliare ulteriormente le fila di quelli che vi devono curare, e ciò ricadrà proprio su di voi.

 

Pessimismo? La stessa fonte ufficiale,  Dott.Net, ieri annunciava: Medici in crisi: il 71% valuta la fuga verso l’estero. I camici bianchi nel pieno della carriera manifestano un disagio maggiore. I più giovani percepiscono maggiormente le difficoltà.

Ma io la fine carriera l’ho già vissuta cinque anni fa! ma volevo donare ancora qualcosa…

 

Il medico vi saluta, l’uomo di scienza rimane

 

ADRIANO TANGO

04 Giu 2019 in Scienze

9 commenti

Commenti

  • Caro Adriano, fortunatamente non per problemi di salute, mi capita di frequentare molti medici e quanto affermi l’ho sentito dire in parecchie occasioni. Da un lato mi sono fatto l’idea di una categoria medica, in Italia e anche a Crema, di professionisti in grado di spaziare dal loro ambito scientifico specifico a diversi altri contesti di rilevanza sociale, culturale, editoriale, artistica. Voi medici siete sempre più leonardeschi e protagonisti della vita intellettuale. Dall’altro lato, mi sembra che si stia accentuando la tendenza, davvero antipatica, a mettere pubblicamente in discussione la figura del medico nella sua area di competenza specifica, talvolta con dinamiche mediatiche tendenzialmente delegittimanti. Vedo dal testo che il tuo caso si inserisce in questo scenario nazionale e non solo. Il fatto poi che tale situazione possa portare a livelli di servizio inferiori verso l’utenza che beneficia delle prestazioni mediche mi pare molto grave. Spero non succeda così. D’alta parte, quando in una società i ruoli dirigenti insegnano non a costruire il futuro ma a dare la caccia agli untori sulle magagne del presente, bisogna aspettarsi che ogni tanto a qualcuno tocchi. In attesa che poi tocchi al prossimo.

  • Discendente e capostipite di una genia di lavoratori tenaci, tradizione che non pare saltare una tappa, avrei avuto soddisfazioni più che amarezze in altri campi, sicuramente, ma non il rapporto umano. Ora che questo fattore è stato quasi azzerato mi costerà meno allontanarmi dal mio mondo, tutta una vita. Eppure, vedendo in futuro qualche mio simile vittima di programmi sanitari balordi, se non spregiudicati, capita anche quello, son sicuro che non potrei evitare di lanciargli una sagola per uscirne fuori. Forse è vero che preti e medici si muore. Ma i “laici”, voi, il resto della popolazione, perdete definitivamente qualcosa!
    Grazie delle parole affettuose e intelligenti.

  • Il vantaggio del fine carriera ?…
    Lo spazio.

    • Dopo tanta frenesia il tempo rallentò, e io guardo incredulo la vita di quaest’altro.

  • Caro Franco, fratellone
    ci sarebbe anche da fare tutto un discorso sul ruolo degli sponsor (corretto al singolare, vero? tu che sei il mio osservatore linguistico). Un ruolo demonizzato. Vero che a volte il corso itinerante in nave da crociera è il pagamento indiretto per dei “favori” all’industria, ma altrettanto vero che un trucco dai grandi lo rubi solo a tavola con un buon calice avanti, che per operare con loro se non c’è l’intermediazione delle ditte te lo sogni. No, invece dobbiamo fare le schedine a pagamento… Sto contrattando la data di efffettivo abbandono della mia ultima sistemazione professionale, un gioiello che mi è cresciuto fra le mani, ricco di rapporti umani, ma un taglio prima o poi bisogna darlo, e, canzonettisticamente parlando…che manco tt’arivolti e già è finita…
    Ci sarò sempre per pareri gratuiti per le persone amiche, ma l’umiliazione di essere cacciato alla verifica del 2020 perché non ho fatto i compitini, no, proprio no.

  • Adriano, il tuo “grido di dolore” , con me, colpisce a pieno il bersaglio, prima di tutto perche’ ti sono amico fraterno, apprezzando il tuo modo diretto di rapportarti con le persone, senza mettere in campo filtri socio/culturali (che pure avrebbero una loro piena legittimazione ) eppoi, nella fattispecie, perche pur non avendo io un buon rapporto con la medicina ufficiale praticata in Italy, l’arte di “rimettere in quadro” strutture portanti ( e lo scheletro umano ne e’ esempio incomparabilmente geniale!) lesionate o usurate, poco ha a che fare con la “chimica” ( e …”annessi e connessi”, case farmaceutiche in primis!) e molto con l’intelligenza, l’inventiva e la ricerca, doti che assolutamente nn ti mancano.
    Non solo quindi non metto in dubbio le tue considerazioni critiche assai sulla “malasanita’”, ma, se pur cliente direi sporadicamente saltuario delle prestazioni medicali “della mutua”, mi sento di condividerle appieno!
    Se e’ vero che ognuno ha da essere il miglior medico di se stesso e’ anche cogentemente vero che per intervenire su una frattura scomposta ci vuole uno che …”ne sappia” , pena un “guaio” che ti perseguitera’ vita natural durante.
    Quando davvero e’ necessario l’ intervento di un chirurgo ….che chirurgo sia, ma coi controca..i!
    E allora quale….” aggiornamento on line con le crocette”!?!.
    Di uomini, professionisti seri, consapevoli della insostituibile importanza della loro “mission”, c’e’ bisogno , mica ….”ceci”!!!!
    Cordialmente

    • Piano con le parole Adria’! “Osservatore linguistico” a chi e’ maestro di scrittura, giammai mi avventurerei a….!
      Rincorro semplicemente i tuoi polpastrelli ….esuberanti e la tua fretta di postare.
      Eso es, y nada mas, hombre!!!!

  • Questo “grido di dolore”, come l’ha ben definito Francesco, mi ha molto colpito. Sia perché conosco Adriano e lo apprezzo molto, sia perché qui si tratta di medici, di medicina, di una professione che spesso ho visto esercitare come una missione, silenziosa e disinteressata.

    Oggi più che mai il medico è una figura molto importante nella nostra società. Ma quanto esposto da Adriano mi pare contraddire questa evidente rilevanza sociale. Nei momenti più cruciali dell’esistenza, i più belli e i più brutti, oggi è il medico che ci assiste e può fare la differenza.

    • Grazie Pietro

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