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GIORGIO CINCIRIPINI

andiamo oltre … come la mettiamo con l’etica per i sex robot ?

 

 

Il mese scorso una coppia di professori universitari ha pubblicato un documento a sostegno dei “robot sessuali virtuali” che dovrebbero fornire il consenso prima di impegnarsi in atti intimi con i loro proprietari.

 

Mi fermerò per un momento, perché potresti pensare “Cosa? I robot sessuali? ”                    Sì.

 

Ma anche i professori universitari ultra-svegli credono che le sfide più critiche al mondo includano i diritti dei robot sessuali.

Nel loro articolo, di ben 13 pagine e ben 56 riferimenti bibliografici [vedi sotto il link]  i professori suggeriscono che i robot sessuali dovrebbero essere dotati di un “modulo di consenso”, in modo che un robot possa rifiutare il sesso, sai, nel caso in cui abbia mal di testa.

Suggeriscono inoltre che questo approccio potrebbe “sostenere la coltivazione della compassione quando viene utilizzato in scenari terapeutici supervisionati”.

 

Posso solo immaginare il brivido del sesso robotico sotto la vigile supervisione di burocrati e accademici …

 

Puoi leggere la storia completa

https://www.researchgate.net/profile/Anco_Peeters/publication/335986790_Designing_Virtuous_Sex_Robots/links/5d8abde492851c33e938b4b1/Designing-Virtuous-Sex-Robots.pdf?origin=publication_detail

 

 

GIORGIO CINCIRIPINI

22 Ott 2019 in Società

9 commenti

Commenti

  • Chi come me ha amato, visto e rivisto, un film-culto come “Blade Runner” non si stupisce di sicuro. Memorabile l’ultima scena in cui Harrison Ford, innamorato della bella replicante programmata per durare quattro anni appena, dice: “in fondo, chi puo’ dire cosa accadra’ domani?” Gia’ allora il “vissero per sempre felici e contenti” era ampiamente superato. E via, avanti con gli amanti non umani … tutto va bene purche’ la specie piu’ pericolosa della Terra si riduca a un pugno di soggetti. L’ideale per ricominciare.

  • Per essere ottimsti a tutti i costi: vuoi dire che riusciamo a eliminare dalla faccia delle terra quel nutrito gruppazzoo di “uominitestadicazzo” (fuor di metafora è) che ammazzano mogli, amanti, compagne per i più insulsi, odiosi, aberranti motivi, assegnando loro un ba bella, accogliente robo/attona, che ….con quella non fanno più danni?!?

  • Se il consenso è autoeducativo lo comprendo. Non comprendo come si possa demacchinizzare la macchina. Visto che il sesso vive dei propri echi espressi dal partner il surrogato non può certo essere emotivamente appagante, foss’anche corporalmente efficace. Conclusione: corretto il consenso come training per i maschietti.

  • Mi sembra che il punto sia un altro. Questi sono i segni di un male cominciato molto tempo fa e che sta entrando nella sua fase terminale. Si potrebbe definire ‘distruzione dell’identità’. Si è cominciato col distruggere l’identità religiosa (non siamo più ‘popoli cristiani’), si sono distrutte poi le varie identità ideologiche (l’ideologia è bollata come astrazione e fanatismo), poi si è passati alla distruzione delle identità nazionali (i ‘nazionalismi’ sono fonte di conflitti), alla distruzione delle identità razziali (le ‘razze’ sono un mito, viva il meticciato), alla distruzione delle identità geografiche (via i confini, siamo cosmopoliti), e culturali (ogni espressione culturale o artistica ha lo stesso valore, la stessa dignità), alla distruzione delle identità familiari (non dobbiamo parlare di ‘padre’ o ‘madre’, i figli si possono ordinare come merce) e sessuali (ogni pulsione è naturale, il genere è solo sovrastruttura culturale). Resta da distruggere l’identità personale e questo si otterrà equiparando l’uomo, con la sua coscienza, i suoi pensieri e le sue emozioni, alla macchina. A questo ci hanno già preparato la scienza e la medicina, con le loro prospettive meccanicistiche. Ora entra in gioco anche una robotica sempre più sofisticata, che prevede di rimuovere ogni differenza ‘essenziale’ tra uomo e macchina (come nella dimensione tenebrosa di “Blade Runner”). Se la coscienza è solo il prodotto di connessioni neuronali, potrà essere replicata in forme di coscienza artificiale. Porre il problema dell’etica dei robot non serve quindi a umanizzare la macchina ma a meccanizzare l’uomo e a privarlo della sua umanità. Ad allargare cioè quella strada, già ampia, che porterà a un mondo di schiavi programmati, poco importa se biologici o tecnologici.

    • Concordo. L’identificazione della coscienza come mero plesso di connessioni neuronali e di elaborazione dati è la mina più potente posta sotto il senso di ogni etica e attitudine morale. Il resto è, direttamente o indirettamente, conseguenza comportamentale adattata a tale modello interpretativo del reale.

  • Un forte richiamo alla riflessione il tuo, Livio.
    Il rischio è davvero che, passo dopo passo, ci si avvii verso il baratro.
    Il tutto facilitato dalle “realtà virtuali” ….. assunte già in età prescolare attraverso i vari “smart” distribuiti in totale inconsapevolezza..
    Il genere di “assuefazione” che si crea merita di essere studiato a fondo, con serietà, soprattutto da genitori ed educatori.

  • Brutta bestia la sessualità.

  • Bello il colpo d’occhio con i due titoli letti uno dopo l’altro. Domanda: “Andiamo oltre … come la mettiamo … con i sex robot?” Risposta appena sotto: “Io speriamo che me la cavo”.
    A parte gli scrupoli morali a favore dei sex robot che dovrebbero esprimere il loro canonistico “consensus ad coitum”, scrupoli di cui mi sfugge il fondamento etico, mi colpiscono diverse affermazioni, tra le quali questa: “we examine how a virtue ethical analysis of intimate human–robot relationships could inspire the design of robots that support the cultivation of virtues”.
    Significa che noi umani potremmo diventare più virtuosi se, intrattenendo rapporti coi sex robot, questi fossero progettati anche a scopi bio-etici, anzi no, in questo caso robot-etici? E che cosa farebbero, questi sex robot moralisti? Ci direbbero birba birba questo sì e questo no? Oppure accetterebbero rapporti solo a fini di riproduzione robotica? O magari sarebbe loro vietato abortire robottini? Non lo so, ho come un déjà-vu.
    Non so se è più immorale applicare il sesso ai robot o i robot all’etica.

    • Piaciuta è , l’accoppiata (ops!) ….

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