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ANNA ZANIBELLI

Conosci anche tu un Christmas addicted?

CONOSCI ANCHE TU UN CHRISTMAS ADDICTED?

Le festività sono alle porte e così pure le crisi isteriche di due tipologie di persone: quelli che il Natale non lo amano proprio e lo considerano al pari di una fastidiosa scocciatura, e i Christmas addicted ovvero i sostenitori del Natale.
Questi ultimi, popolo di elfi contemporanei, si aggirano per i centri commerciali con il carrello zeppo di luminarie, palline, lustrini, angeli… In genere li riconosci subito perché indossano maglioni inguardabili che neanche gli gnomi di Babbo Natale prenderebbero in considerazione.
Iniziano con gli acquisti tattici appena dopo Halloween perché non possa mai accadere che, il primo dicembre, l’albero non sia pronto!
Mettere piede in casa di un Christmas addicted è come entrare a Las Vegas: loro addobbano ogni cosa addobbabile. Orde di renne su tazze, cuscini, tovaglie, asciugamani. Babbi Natale appesi ovunque, lucine anche in bagno e canzoni natalizie non-stop.
Ogni mercatino di Natale nel raggio di centinaia di chilometri è preso d’assalto da questi assoggettati del marzapane e ogni tratta in macchina che si rispetti deve essere allietata, per tutto il mese di dicembre, da tutte le versioni esistenti di Jingle Bells.
Le loro serate sono programmate con un piano d’azione strategico affinchè non si perdano alcun film di Natale: – dunque, sul 5 alle 18 “Il piccolo lord”, alle 20 sul 7 “Una poltrona per due” e alle 22 sul 4 “Mamma ho perso l’aereo”… Perfetto!-
L’acquisto intelligente dei regali viene portato a termine due mesi prima, peccato che il 24 dicembre non si ricordino più cosa c’è nei pacchetti e a chi erano destinati. Poco importa, loro si consolano con il “fai da te”: decoupage, ghirlande e chili di biscotti sfornati vanno per la maggiore.
Nei cenoni si cimentano con prelibatezze da chef, incuranti della zia Berta e dello zio Artemio che non distinguono un gamberetto da uno spicchio di mandarino o dei parenti di cui nemmeno ricordano il nome. Loro imperterriti saltellano in cucina meglio di Carlo Cracco.
Infine, dopo cenoni, pranzoni e panettoni, abbigliati come bambini làpponi, sono in grado di sfinirti a tombola per ore.
E mentre noi umani pensiamo alle lande desolate del mese di gennaio che ci aspettano in relax, loro azzardano: – A Natale, l’anno prossimo, perché non facciamo…? –
AAAARRGGHH!!!!
Ognuno di noi ha nella propria vita un simpatico Christmas addicted e non ci resta che prenderlo con ironia. Lasciamolo dunque a fare colazione col pandoro fino alla Quaresima mentre, almeno noi, cerchiamo di conservare la magia del Natale in fondo al cuore. Quello spirito natalizio sano, che dura tutto l’anno, anche dopo l’Epifania, che tutte le feste…Si porta via.
Buon Natale!
Anna Zanibelli

ANNA ZANIBELLI

17 Dic 2019 in Senza categoria

7 commenti

Commenti

  • Penna valida e arguta quella di Anna! E già, perché quel personaggio lì esiste realmente, pensateci!
    Ottimo il richiamo a tener saldo nell’animo lo spirito natalizio, più che l’esteriorità: ne abbiamo bisogno, i punti saldi ci servono, anche se, come ho esternato in altro post, ognuno può vederci quel che vuole.
    Buon Natale

  • E i due mattacchioni in epigrafe?!?
    Lo zio Peppino, prezioso medico “in bicicletta” (anche d’inverno, che gelo i suoi sapienti polpastrelli sul mio pancino!) iniziava a fare il Presepe a fine autunno. Aveva una stanza dedicata e la miriade di personaggi aveva un’ambientazione da agreste ….teatro di posa. Niente plastica (anche perchè allora proprio non c’era!) tutta roba naturale: tronchi “marogne” e “erba tepa”.
    Per noi cuginetti era uno spettacolo, anche se l’accesso alla camera dedicata non ci era proprio “libero”, doveva esserci anche un “grande”, per ….. “fa mia deruers!!
    L’Albero era ancora un’usanza da Paesi nordici, e non se ne parlava nemmeno, quanto a doni, ci aveva già pensato Santa Lucia!
    Il “consumismo”, anche lui, non l’avevano ancora inventato. Se mai si parlava di di comunismo, ma quello era un tema estraneo a noi bambini e poi, sotto Natale c’era una specie di ….”liberi tutti” e facevano la Comunione anche loro!
    A segnare l’arrivo del Natale erano i “baghet”, in “divisa” da patori con pffero e cornamusa a storpiare gioiosamente musica orecchiabile di tutti i tipi!
    Di norma era freddo assai e nevicava e ….”faem al les” (pestando bene la neve si faceva il ghiaccio, per scivolarci sopra, ocio al dedrè”) in via Bottesini (potete pensare al traffico che c’era!
    E ….buon Natale a tutti

    • Io negli stessi anni ero in Lazio, dove la neve superava la mia altezza. L’albero natalizio era entrato in casa, ma le lucine? Candeline di cera, quelle delle torte di compleanno, ma rosse, affrancate ai rami con portacandele a molleta. Alla faccia delle norme di sicurezza!
      E insomma, anche lì famiglia non indigena, pochi amici, ma la festa c’era! Buon Natale a tutti!

  • Bel pezzo, complimenti. Una descrizione impeccabile e davvero divertente di persone, fatti e situazioni che penso in molti abbiamo incontrato. Brava.

  • Buon Natale a tutti. Ricordo un ragazzo, il nome l’ho dimenticato, chissà che fine ha fatto, che destino gli è capitato; circolava per la via dello struscio di Crema con un pacchetto di buste bianche, proprio i giorni prima di Natale e li distribuiva ai passanti, anche di Salvirola, probabilmente; dentro la busta c’era un foglietto con scritto un’imprecazione. Una parolaccia, che due intellettuali, amici non amici, insomma li conoscevo, mani intrecciate dietro la schiena presi dalla loro passeggiata prima di cena, due autorità del piccolo borgo, osservando con attenzione il foglietto con la scritta malevola e ridendoci su, sbottarono: ma quello lì è un dadaista; no caro mio, ti sbagli, è un pirla. Ma no, l’è mia ‘n pirla. I passanti guardavano il foglietto e non sapevano che farne; davano di gomito al compagno, alla moglie, senza interrompere la discesa per Via Mazzini; la risalita. Ma si può! Proprio sotto Natale! Le luci, allora, erano scarse a far da cornice alla festa. Mia madre tirava la pasta e preparava il ripieno per i tortelli, e si andava a trovare i parenti in bicicletta, per gli auguri, con il panettone e la bottiglia di “acqua da pomme”, di vino frizzante. Il nonno, a San Bernardino ci faceva trovare il coniglio a cui aveva tirato il collo, così i tortelli, belli gonfi avrebbero nuotato nel burro fuso e pezzi di coniglio e rosmarino. Ne prendevo tre, quattro porzioni; m’ingozzavo, con mia madre di fianco che mi diceva: mangia, ne vuoi ancora, mangia che è Natale.

  • Grazie a tutti! Bello leggere i vostri ricordi… 😊

    • Bello essere tanto giovane come te da averne pochi!

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