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ADRIANO TANGO

I pedoni multati

Quando, recentemente, abbiamo saputo che i super city computer cinesi individuano i pedoni indisciplinati e li multano, oltre a pubblicare le foto per mettere i suddetti alla berlina, abbiamo avuto in molti un moto di sdegno, pensando alla solita privacy (io no, veramente).
E adesso che succede anche in Italia? Saprete di che parlo, delle multe nel Comune di Sassari agli Smartphone zombie, quei tipi che, immersi nel loro piccolo schermo, si proiettano in strada con sommo spregio del pericolo, ma anche delle ripercussioni per chi sopraggiunge in macchina!
Si parla di sanzioni da 26 a 102 euro, in tre anni di sperimentazione.
Risultato? Gli incidenti sono calati del 23 %!
Il comandante della polizia locale afferma: «Nessuno protesta, il modello sarà copiato anche in Spagna e in Francia»
Certo, la prima reazione è di stupore, ma poi capiscono!
Le multe sono state applicate in base all’articolo 190: «… i pedoni possono attraversare la carreggiata con l’attenzione necessaria ad evitare situazioni di pericolo per sé o per altri». In altre parole essere l’elemento fragile non vuol dire immunità, estraneità dalle regole del buon vivere, codice stradale o meno, quelle che permettono a un elevato numero di individui di condividere spazi ristretti e al loro interno utilizzare mezzi potenzialmente letali.
Certo, l’automobilista deve prestare particolare attenzione, ma i tempi di reazione e di frenata sono calibrati per attraversamenti cauti, di pedoni e anche di ciclisti, ben visibili nel loro approssimarsi alle strisce, e questi ultimi, per ordinamento generale, sarebbero tenuti a portare il veicolo a mano, salvo dispensa dell’Autorità locale, come a Crema accade, in quanto le strisce stesse sono esplicitamente assimilate alla continuazione della ciclabile. Per il centro non saprei, ma credo che percorrere la zona pedonale in sella sia un illecito. La bicicletta, per velocità e massa, non rappresenta forse un pericolo per i pedoni?
Vogliamo fare un giro per la città e vedere in quanti incroci il parcheggio auto, in stalli regolarmente segnati, impedisce all’automobilista la visuale?
Non penso certo che quando sono al volante mi sia dovuta una ossequiosa richiesta di arresto da parte del pedone, ma quando ci si scambiava un sorriso e secondo un codice non scritto si decideva contemporaneamente chi passava per primo, non era più bello?

ADRIANO TANGO

08 Feb 2020 in Senza categoria

10 commenti

Commenti

  • Si certo Adriano, ricordarsi di essere esseri umani, magari civilizzati e rispettosi dei diritti dell’altro è preliminare al proprio di diritto, quale “signore unico” al volante ed ai pedali dell’acceleratore ed anche del freno!
    Per regolare la civile convivenza in città di cittadini automobilisti/motociclisti/ciclisti/pedoni (magari portatori di handicap!) c’è un “codice” che si esplicita in segnaletica prescrittiva verticale/orizzontale, da rispettarsi da parte di tutte le categorie di cittadini che ho su elencato ( certamente anche dai pedoni).
    Chi tutela il rispetto del “codice” se il senso civico dei cittadini latita, magari al punto di ignorare regole e segnali?
    E qui credo di toccare un nervo scoperto del “corpo”, viceversa complessivamente abbastanza ben operativo, al governo della nostra città: la sensazione è che non si voglia scontentare il cittadino (soprattutto automobilista!), sanzionandolo quando contravviene, e quindi cosa di più efficace che non far proprio circolare i vigili urbani nel centro storico della città?
    Ripeto può essere solo una mia sensazione, ma, e cito un caso secondo me eclatante, come non pensare che almeno la fase di avvio del nuovo assetto viario di Piazza Garibaldi (non emtro nel merito delle soluzioni estetico/funzionali poste in essere!) non debba essere “pilotata/coadiuvata” con la presenza costante di polizia locale?
    E non si tratta solo di “contravvenzionare”, ma la presenza di “persone” , pubblici ufficiali, riconoscibili da parte dei cittadini, che dimostrano che la Città si sta occupando con continuità di loro , credo che, da un lato disincentivi comportamenti smaccatmente devianti (macchina ferma, motore acceso, quattro lampeggianti, magari su passaggio pedonale!) dall’altro possa costituire feed back indispensabile a chi ( lodevolmente) si occupa della cosa pubblica, per capire se quanto posto in essere funziona/può essere modificato/migliorato.
    Credo che una “persona” possa/debba fare altro, di più e meglio di quanto può essere assegnato ad una telecamera!

  • Mi rendo d’altra parte conto che convertire una città nata con criteri tardo-medioevali a nuove esigenze è difficile. Ecco perché la soluzione è l’esclusione del centro dalla “così detta modernità”. E allora insorgono i negozianti! Sbagliando, perché l’acquisto di qualità richiede relax. Quindi fuori dai piedi tutte ‘ste macchine e una navetta, magari senza conducente come a Montpellier, dove ce ne sono se non sbaglio otto. Ma allora insorge Giorgio Cinciripini! Insomma la nuova struttura urbana ad alta intensità di interazioni non è conciliabile con la tradizione, quindi meglio uno stravolgimento coraggioso. Segnalo ugualmente tuttavia i tanti passaggi obbligati senza visuale nuovi per la città, per i quali è giusto che tutti siano redarguibili, non solo le auto che hanno la targa. In Cina hanno risolto il problema con il riconoscimento facciale da parte dei potentissimi computer, noi semimediterranei ci riusciamo con l’educazione?

  • Allo scambio di opinioni di questo post aggiungo le rotatorie con le relative incertezze sulla precedenza.
    Sui rondò chi ha la precedenza?
    Meno male che la cautela di certi automobilisti compensa la scarsa prudenza di altri.
    Quanti hanno chiaro le regole comportamentali?
    Le nostre rotonde ormai sono quasi tutte, per non dire tutte, di tipo europeo segnalate dal cartello blu tondo di rotatoria con le tre frecce, accoppiato a quello triangolare di precedenza.

    Ha la precedenza chi si è già immesso nella rotatoria, ciò significa che chi vuole immettersi nel flusso deve aspettare che la rotatoria sia libera.

    Altra storia è il rondò all’ italiana (quello col solo cartello di rotatoria) che prevede il rispetto della precedenza a destra.
    Il più scaltro quindi ha la precedenza, ma questo non vuol dire immettersi prepotentemente nella rotatoria a velocità sostenuta come spesso, direi sempre, si osserva. Cautela e prudenza dovrebbero essere la regola senza giungere al paradosso di inchiodare la circolazione a causa di incertezze.

    • E risegnalo il quadrivio zona polizia, dove paradossalmente gli automobilisti seguono tendenzialmente le regole della rotatoria europea, ormai educati alla precedenza a sinistra! E così, fra quattro passagggi pedonal-cicliastici e gli automobilisti o imbambolati o ansisi di togliersi dai piedi che si buttano non so com nnon succeda niente di grave, considerato anche il tragitto di prossimiità da-per poliizia e ospedale. Voi direte, ma basta rispettare lo stop! Andate a vedere e contate gli stop. Io ormai non ci passo più.

    • Caro Renato, ben informato e di buon senso, merce oramai rara assai tra coloro che sedendosi al volante si sentono possessori di …..pieni poteri!!!

  • Fratel Franco qui non c’è competizione di classi di veicoli, ma la ricerca di una salvaguardia in un traffico inusitato e promiscuo!
    In Marocco quando per strada passano gli asini qualcuno grida qualcosa come “barrrac! barrac!” a pieni polmoni, e l’asino è belo grosso, si vede. Tuttavia sono allenati a questo codice comportamentale da sempre. Qui, inteso le città, ci sono le condizioni peggiorative di incontro traumatico fra masse diverse e di diversa vulnerabilità, poco regolamentate.
    Quindi che un pedone impari che non è solo possibile vittima, ma anche potenziale attore dell’impatto, mi sembra già un buon passo avanti. In condizioni di affollamento, se si unisce la velocità, le regole ferree mi sembra siano la base di convivenza essenziali per tutti.
    E la regola è molto più generale del traffico urbano! (vedi epidemie, vedi pianeta) ma di questo parlo in altre sezioni.

  • Fai bene Adriano a richiamare l’attenzione su quel pericoloso groviglio di 5 vie; chissà, magari un giorno, a furia di dirlo, qualcuno troverà gli spiccioli per sistemare l’area.
    Quel crocevia, osservandolo, non è una rotatoria quindi la precedenza va data a destra, gli automobilisti che tendenzialmente la danno a sinistra mi vien da dire che sbagliano. Questo conferma l’incertezza che regna nel mondo delle precedenze e il mio primo commento mirava a voler fare un po’ di chiarezza. Ripeto che nelle rotatorie europee ha la precedenza chi si è già immesso non chi è a sinistra. In altre parole, in presenza di incidente, ha ragione chi è già dentro la rotatoria.
    Ho interpretato male il codice della strada?
    Che poi la tendenza degli automobilisti nei rondò sia quella di dare la precedenza a sinistra è un’abitudine che trova forse giustificazione nel fatto che la sinistra libera da più tranquillità all’ automobilista.
    Comunque, al di là del codice della strada a cui si ricorre in caso d’incidente, continuiamo ad essere cauti e prudenti !

  • Io non so, ma immagino che il tratto di strada che collega la Castelleonese a Ripalta vecchia, verso il Marzale per intenderci, ormai di difficilissima percorribilità, sia di pertinenza del Comune di Crema. La strada è strettissima che due macchine che si incrociano una si deve fermare. La strada è anche affiancata da due fossi di una certa profondità che in estate sono pieni d’acqua, e la protezione è su un lato solo. Oltretutto, per necessità, la carreggiata si è naturalmente allargata invadendo le rive. Il traffico è aumentato in questi anni, e da e verso Ripalta vecchia, l’unica soluzione sarebbe procedere percorrendo la Castelleonese e transitare per Madignano, Madignanello, Ripalta vecchia e viceversa, allungando di alcuni chilometri il percorso. Ha carreggiata maggiore, con ciclabile, il tratto che collega i paesi menzionati, pur con meno traffico. Mi chiedo, paesaggio a parte, come l’Amministrazione di Crema intenda procedere. Si sta mettendo in sicurezza l’imbocco sulla Castelleonese, ma non si fa niente per migliorarne la transitabilità di poche centinaia di metri. Non piacerà a Francesco quanto scrivo, ma il miglioramento è necessario. Non è piacevolmente agibile neanche da noi ciclisti, neanche dagli occasionali podisti.

    • Ivano siamo disposti a sopportare lo scempio di tale ultimo romantico tratto di campagna ottocentesca che culmina con una delle più romantiche chiesette che io conosca? Sai, non ci crederete ma anche io l’ho fatta in bicicletta tante volte quando biciclavo da giovane con una canna da pesca da lancio smontata sul portapacchi. E sì, ero un tipo sportivo. Poi l’ho fatta in bici per una gita cicloturistica una quindicina di anni fa, rimasto come fanalino di coda del gruppo, sotto uno scroscio di pioggia, con l’ambulanza che mi ansimava alle spalle a passo d’uomo quasi, e allora non mi è sembrata proprio romantica, in bici mai più! Ma torniamo alla viabilità: tombizzare il canale alla destra, lato chiesa, sarebbe un misfatto, quindi un tratto a senso unico? Qualche residente è andato via, uno anzi è migrato proprio di fronte casa mia, ma qualche cascina abitata c’è. Non credo sarebbe un grosso sacrificio, se in auto, andare a Castelleone e prendere la viabilità ordinaria provinciale. Resta quindi per ora un caldo invito ad andarci solo per un momento di concentrazione mistica, a passo d’uomo. Sarà la sacralità del luogo comunque, ma di auto nel fosso non ho sentito! Sì, senso unico per un tratto mi sembra la soluzione.

  • Adriano, per i residenti, lavoro, servizi, costretti a transitarvi più volte al giorno è un disagio. Ne conosco. Il problema non è tanto per ciclisti ossasionali, che possono scegliere altri percorsi, che io ormai preferisco, ma per le automobili. Senso unico? Difficile. Tombinare un fosso ormai a misura di nutrie da vive e da loro carcasse sull’asfalto da morte? Non mi sembrerebbe così grave. E comunque il primo tratto non mi sembra di particolare attrazione paesaggistica. O almeno si mettano in sicurezza entrambe le rive.

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