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CREMASCOLTA

Lezione 1 – Stefano Caserini (Corso Economia IV)

La prima serata della scuola di educazione all’economia 2020, relatore il professor Stefano Caserini, docente di mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano.

 

Abstract:

La comunità scientifica ritiene inequivocabile l’attuale surriscaldamento globale del pianeta e considera elevata la probabilità che nei prossimi decenni il pianeta dovrà fronteggiare cambiamenti climatici, originati dalle attività umane, molto pericolosi per le persone e gli ecosistemi che abitano il pianeta. Per evitare gli scenari con i maggiori aumenti di temperatura è necessario rottamare l’attuale sistema energetico e costruirne uno basato su efficienza ed energie rinnovabili. Nonostante alcuni segnali incoraggianti, le azioni per fronteggiare questo problema non hanno la rapidità e incisività necessaria, sembra ancora difficile per l’attuale sistema socio-economico fare i conti con la finitezza del pianeta e delle sue risorse. Dopo un riassunto dell’attuale stato delle conoscenze sul problema climatico, sui dati disponibili e sugli scenari possibili per il futuro, l’intervento mostra le numerose azioni possibili, a diversi livelli, alcune anche convenienti e con molti co-benefici.

 

Il trailer della serata (di Pietro Torrisi):

 

Le slide:

slide_caserini

 

La sintesi (di Piero Carelli):

SCENARI INQUIETANTI, MA ANCHE BUONE NOTIZIE

 

La scienza ci presenta solo delle possibilità.

Siamo noi, collettività e singoli cittadini,

che dobbiamo decidere il futuro non solo dei nostri figli e nipoti,

ma anche dei prossimi millenni del pianeta.

Dobbiamo agire mossi non tanto dalla “paura”,

quanto dai “benefici” e dalle straordinarie opportunità

che la decorbanizzazione ci offrirà.

 

Quella ambientale non è più una questione dei soli ambientalisti. Ciò poteva essere vero fino a una trentina di anni fa, ma non lo è più oggi. E questa è una buona notizia.

La sensibilità nel frattempo è cresciuta ed è cresciuta molto prima del fenomeno Greta (che pure sta svolgendo un prezioso ed encomiabile ruolo): oggi in campo abbiamo colossi quali quell’unione di Stati che è l’Unione europea, la Banca mondiale, il FMI, grandi aziende. E, naturalmente, l’ONU con i suoi periodici rapporti affidati agli scienziati.

La scienza, è vero, non ha certezze su tutto, ma i climatologi su alcuni punti sono pressoché unanimi: il pianeta è malato e lo è a causa dell’immissione nell’atmosfera di gas provenienti dalla combustione di combustibili fossili (petrolio e gas), nonché dal metano generato dall’allevamento dei bovini (in particolare) e dal protossido di azoto. Complice la deforestazione: meno alberi ci sono, meno possibilità vi è di assorbire anidride carbonica. Sono i gas intrappolati nell’atmosfera che producono l’effetto-serra e producono il rialzo della temperatura media globale con il conseguente scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento dei livelli del mare.

Stiamo correndo rischi mortali sia per la sopravvivenza della specie umana sia per la sorte del pianeta. Non è il caso di cadere nella tentazione del catastrofismo, ma una cosa è certa: le decisioni politiche (come i comportamenti dei singoli uomini) di oggi non avranno un peso solo per le prossime generazioni, ma anche per il futuro dell’umanità e della Terra per alcune migliaia di anni. Immensa quindi la nostra responsabilità, in primis dei politici che sono abituati ad avere un corto respiro e ad occuparsi del “qui” e dell’“ora”.

Scenari apocalittici non sono all’ordine del giorno, ma tutto potrà accadere: anche l’innalzamento dei mari di una decina di metri con l’inevitabile fuga (pensiamo al Bangladesh) di decine di milioni di uomini dalle loro attuali abitazioni.

Non si tratta di agire e di agire in fretta sotto la pressione della “paura” (la paura non è in grado di mobilitare la gente, come del resto non la mobilita quanto potrà accadere alle generazioni dei secoli a venire), ma di muoverci cogliendo i “benefici” della decarbonizzazione: già oggi l’energia da fonti rinnovabili (eolico e solare, in primo luogo) sta diventando sempre più competitiva e ci consente non solo di vivere una migliore qualità della vita – inclusa, naturalmente, la salute – ma anche di emanciparci dalla costosa e per certi aspetti rischiosa dipendenza energetica da Paesi di dubbia affidabilità politica.

Pensiamo ai danni incalcolabili, già, oggi, di eventi climatici devastanti, degli incendi crescenti (quelli dell’Australia hanno, tra l’altro, mandato a morte milioni e milioni di animali).

Pensiamo a ciò che potrebbe accadere con la desertificazione di ampie aree dell’Africa che, inevitabilmente, andrà ad aggiungere cause alla fuga degli africani verso l’Europa.

Certo, per muoverci sia a livello politico che di singoli cittadini, abbiamo bisogno di liberarci dalle tante bufale dei negazionisti che impazzano sui social e non solo (l’uomo non c’entra, ma c’entrano il sole i e vulcani, il clima è sempre cambiato nel tempo,…) e liberarci pure da certi atteggiamenti superficiali (come se bastasse una rinfrescata di verde) e affrontare il problema con serietà e responsabilità, senza dimenticare che l’Italia si è già scaldata più del doppio rispetto alla media globale.

E dobbiamo muoverci in più svariati ambiti: dal risparmio energetico nei nostri edifici (con la preoccupazione di non dare incentivi fiscali solo a chi può già permettersi di effettuare determinati interventi o acquisti) al ricorso crescente all’eolico (nei Paesi del Nord Europa le pale eoliche vengono ancorate sul fondo del mare o addirittura su piattaforme galleggianti con dei contrappesi) e al solare.

Più che partire da zero – l’Europa in particolare è già all’avanguardia nel mondo -, dobbiamo “accelerare” il nostro cammino verso la decarbonizzazione: è la stessa Unione europea che ha già fissato il traguardo tra appena tre decenni.

La sfida che abbiamo di fronte non è tanto tecnologica, ma di una “giusta transizione”: occorre, ad esempio, che gli incentivi fiscali non vadano ad esclusivo vantaggio di chi, avendo disponibilità finanziarie, può permettersi di effettuare interventi e acquisti rispettosi dell’ambiente.

 

Bonus:

Il confronto tra il prof. S. Caserini e il prof. E Pedrocchi (citato da Caserini in risposta ad una domanda di uno spettatore):

CREMASCOLTA

10 Feb 2020 in Economia

99+ commenti

Commenti

  • Mi auguro (non dubito, anzi, che lo farà) che il professore dica non in quanto genericamente “scienziato”, ma in quanto “climatologo” una parola chiara sull’origine antropica del riscaldamento climatico come emerge dall’abstract.
    Leggo pure che non sarà, la sua relazione, solo una diagnosi, ma indicherà delle misure operative.
    Già: che fare e in quali tempi?

  • Bella , splendida presentazione! Tuttavia, l’autore anonimo dietro la sigla Cremascolta? E no, perché RAI e Mediaset ce lo invidieranno, e allora che diciamo,che è uscito da un uovo? Non posso certo averlo fatto io, Mattia è in pena volata finale di studi, chi altro? Chi scioglie il segreto?

    • Posso dirlo? Col tu zampino, posso anticiparne le iniziali? Si chiama A.L. E’ piaciuto anche a me, e mi ha ricordato Barnes, con quella citazione vocale che mi corrisponde, tra sogni, illusioni e piedi per terra. Tra ottimismo e pessimismo e la pacificazione senile. Oltretutto l’autrice aveva contribuito ad allestire la mia mostra virtuale ormai scomparsa, ahimè, insieme alle altre. Belle immagini e musica. Brava.

  • Davvero molto contento per gli apprezzamenti ad un lavoro che anche a me è molto piaciuto per la forma, tecnica e per la sostanza che la splendida forma ha veicolato!
    Però, Ivano, come Sherlock Holmes stavolta hai toppato.
    L’autore è un …..professionista di Los Angeles e le sue iniziali sono P.T.: mio figlio Pietro, che tornato a casa, in Italia per le vacanze di Natale, visto il programma 2020 del Corso di Economia, GREEN ECONOMY, tema che lo coinvolge nel profondo e che ha molto apprezzato, ha voluto fortemente darci la sua collaborazione professionale (a titolo assolutamente gratuito e, anzi, non volendo neppure inserirsi nei “credits”) promettendo di ritagliarsi il tempo, negli “n” progetti che ha in atto, di predisporre il (saranno più d’uno?!? sperem!) trailer delle serate.
    Poteva essere una di quelle cose che si dicono, sulle ali del Natale e del vedersi di persona non più di un paio di volte all’anno (quando va bene, sob) e invece, anche se sul ….filo di lana (vero Mattia che hai preziosamente pilotato,tra sabato e Domenica ed un esame in itinere, il passaggio LA/Crema, via dropbox – you tube – CremAscolta blog?) quel sacripante di Pietro l’ha fatto per davvero!
    Mi beccherò da lui una bella lavata di capo, xchè nn voleva comparire, ma tant’è, mi ci sono trovato costretto!

  • Adriano, cosa mi combini?

    • Se alludi al fuori programma acrobatico dell’apertura lavori ho semplicemente scoperto che non ho più l’età per saltare sulla pedana, ma devo fare il giro e usare i gradini come tutti gli altri. Certo che sapendo che ti alzi alle 6 e alle 10 eri già informato la cosa devessere piaciuta proprio! Mi spiace che tu non fossi presente, ma tranquillo, sicuramente potrai rivedermi in differita su Striscia la notizia…

  • Anche tu, Adriano, come Sherlock non scherzi: il commento di Ivano era alle ore 10:16 si, ma del martedì 11, cioè ieri mattina e non credo proprio che Ivano sia dotato di arti divinatorie tanto potenti da pre-vedere le tue ….acrobazie (senza rete!) nella serata inaugurale del Corso!

  • Caro Adriano, c’è stato solo un fraintendimento. I miei complimenti erano riferiti al trailer postato da Francesco convinto, dietro tua informazione, di altro autore/autrice. Giustamente Francesco ha rettificato, essendo un ottimo lavoro di suo figlio. E indubbiamente le tue acrobazie di ieri sera non le potevo certamente prevedere. Ieri sera, dopo aver scelto un film, ho preferito, da bravo pensionato abbioccarmi sul divano. Ma non mancherò ai prossimi incontri. Buona giornata a tutti.

    • I filmati in questione erano due, non badiamo a mezzi di produzione! Felice che tu ci sia alle prossime, ma non replico il mio personale spettacolo circense.

  • Più di 200 persone presenti e tutte particolarmente… curiose: la dimostrazione che il tema è… caldo, caldissimmo, un problema che non potremo delegare solo ai grandi della Terra.
    Ciascuno di noi può fare tante piccole azioni utili, magari anche cambiare gradualmente le nostre abitudini alimentari (è la carne rossa che richiede un tasso di inquinamento ben maggiore rispetto a quella bianca!).

    • Verrebbe da dire, con una battuta macabra assai. che gli antenati del Donald hanno equivocato alla grande su questo concetto con il genocidio degli uomini ….rossi, ma di quella “shoa” si preferisce non parlarne (!) , anzi se ne è fatta una epopea addirittura . (chi di noi ragazzini non esultava quando arrivavano le “giacche blù” a sterminare i “musi rossi”?!?)
      Quanto al prof. Caserini, ieri sera ( e mi è piaciuto sottolinearlo nel mio intervento successivo alla sua …”solare” lectio) in un contesto di inoppugnabilità scientifica, e grande chiarezza espositiva è emerso con chiarezza il ruolo di grande responsabilità decisionale e di scelta al quale siamo chiamati, sia a livello dei comportamenti “di ogni giorno”, sia nel determinare/accordare comportamenti socio/politici di ampio respiro (ops!).
      La Sala Alessandrini era stracolma e la partecipazione di tutti attenta e continua, credo proprio che stiamo seguendo un percorso giusto!

  • La storia dei reattori nucleari veloci raffreddati a metalli fusi, cosa non nota al relatore, sarà “Silvestrata” prossimamente. Un ennesimo esempio del facile fare e non politicare, o meglio, uscire dagli schemi mondiali della politica, perché un reattore nucleare così non è detto che debba avere solo applicazioni militari, come fin ora è stato. Non posto subito per ampliare la ricerca verso eventuali insuccessi che abbiano bloccato il programma, e ho il canale preferenziale. Ma se qualcuno ne sa qualcosa mi può anche contattare

  • L’intervento ha avuto un approccio positivo. Non a caso nel suo ultimo libro il prof. Caserini metta nel sottotitolo… nove buone notizie.

    Contrastare il riscaldamento climatico è possibile e offre benefici non solo alle future generazioni, ma anche a noi regalandoci una migliore qualità della vita.

    Oggi il problema non è più un problema di quattro ambientalisti perché ornai sono impegnati in primo piano colossi come l’Unione europea che su un tema del genere, per fortuna, ha trovato una sostanziale unità (naturalmente qualche Paese ricco di miniere di carbone sta ponendo qualche resistenza).

    Il problema, ha rimarcato Caserini, è la transizione:
    Deve essere… giusta, equa, che non avvantaggi i ricchi e penalizzi i poveri.

  • A seguiro della pubblicazione del filamto sul confronto Aserini/pedrocchi mi sarei aspettato un fuoco di fila di commenti. Non è stato così. Certo, è lungo e va capito, ma ne vale la pena, prima di riportare il confronto senza dati su queste pagine informatiche. Quii nnon stamo discutendo sui misteri della fede, ma molto concretamente sulla pelle dei nostri figli!

    • Pieno di errori, andiam male! Purtroppo ascoltavo e scrivevo l’intervento contemporaneamente, ma intanto stavo anche stilando la N.L bisettimanale. Ora che il filmato è finito devo riconoscere un punto a favore del Prof. Pedrocchi: la superiore capacità oratoria, con credibilità favorita dall’autorità senile. Null’altro. Per chi voglia ascoltare e sia venuto a lezone anticipo che la seconda metà della trattazione coincide a quanto illustrato da Caserini a Crema, quindi di rilievo la prima metà.

    • Adriano, io non vorrei innescare polemiche. Comunque, mi sono ascoltato tutto il lungo confronto e, se devo dare la mia inutile opinione, da un punto di vista intellettuale ho trovato molto più convincente Pedrocchi, di cui ho apprezzato anche la maggiore sobrietà e modestia.

  • Beh, si, il Pedrocchi sobrio e modesto, e poi, anche ….. in giacca e cravatta (con un pò di odorino di naftalina, magari! sul suo “inglese” …. lasem perd)
    Il Caserini descamisado e pimpante, ma , soprattutto …. sui fatti, documentato e pragmatico nelle analisi e nelle diagnosi, un bell’esempio di moderno prof. del “poli”!.
    E comunque, al di la dei contenuti (che secondo me sono inoppugnabilmente dalla parte di Caserini) un bell’esempio di come dovrebbero avvenire i confronti di idee, di tesi, magari contrapposte, tra persone civili e intellgenti!
    Ormai le troppe, stucchevoli, sguaiate “corride” televisive ci hanno disabituato alle “belle maniere”, purtroppo!

    • Franco, a me è parso invece che in questo campo non vi sia nulla di inoppugnabile. Per questo ho poco apprezzato la sicumera di Caserini, il suo atteggiarsi a ‘professor Sotuttoio’ ovvero “attenti, che vi boccio”. Pedrocchi, nel complesso, mi è parso possedere un’intelligenza più ampia ed equilibrata nel valutare i dati storico-scientifici e le ipotesi.

    • Ovviamente, giacca e cravatta non c’entrano nulla.

  • Ho assistito ad ambedue gli interventi (11 e 14 febbraio) ed ho notato una grande differenza nei toni e nelle modalità di esposizione dei relatori: radicale e ideologico quello del prof. Caserini, più equilibrato e ragionevole quello della dott.ssa Belpoggi. Sono dovuto uscire subito, alla fine della relazione del prof Caserini, a causa di impegni, pertanto non ho potuto ascoltare gli interventi del pubblico ma mi è rimasto un senso di disapprovazione e di fastidio per come il relatore ha liquidato, con tono di disprezzo, coloro che non sono allineati con la sua teoria. Io sono pieno di dubbi nel merito e avrei gradito che si citasse qualcuno degli argomenti che mettono in discussione l’incidenza dell’attività umana tra le cause dell’innalzamento della temperatura (per poi, eventualmente provarne l’infondatezza). Guarderò per intero (ne ho visto una parte) il filmato del dibattito con il prof Pedrocchi. Un forte dubbio rimane a me, persona inesperta: quanto possono incidere eventuali cambiamenti dell’energia del sole rivolta verso il nostro piccolo pianeta? Quanto ne sappiamo e cosa siamo in grado di misurare?

    • Livio, ma nemmeno ti pare inoppugnabile l’eclatante correlazione temporale aumento CO2 entropica/aumento della temperatura del pianeta, negli ultimi 150 anni, sostanzialmente a partire dalla macchina a vapore?!?
      Quanto alla “giacca/cravatta” è ….”l’odore di naftalina” che mi ha condizionato, forse!

    • Non mi pare proprio inoppugnabile, anzi ambigua, discutibile, con significative incongruenze.

  • Ti confesso, caro Dognazzi, che anch’io ho avuto la tua stessa sensazione: il prof. Caserini, forse perché in coda della serata, ha trattato con troppa sufficienza i negazionisti (coloro che negano l’origine antropica del riscaldamento climatico), sottolineando, tra l’altro, l’età media di detti negazionisti, un tema che non è un argomento scientifico.
    Spero di trovare le contro-argomentazioni su Micromega dove il professore (così ci ha annunciato) prende le distanze dalla nota lista degli scienziati non allineati.
    Quello che mi interessa è questo: i negazionisti sono scienziati specialisti in altri ambiti o tra loro vi sono anche climatologi?
    Il prof. Prodi, che è un fisico dell’atmosfera, è collocabile tra i climatologi o tra i fisici?

  • Già, i negazionisti, che negano anche l’evidenza. Anche in altri campi, dove non demordono neppure di fronte a prove inoppugnabili con documentazione certe. Poi altri negazionisti, quelli delle responsabilità dell’uomo per i cambiamenti climatici di fronte, se non a prove certe, a cambiamenti sotto gli occhi di tutti. E allora, in mancanza di prove verificabili e definitive cito un monaco del XII secolo, metodo scientifico non ancora teorizzato che scriveva: “Uomo, ascolta cosa dice contro di te la Terra, tua madre: perchè fai violenza, a me che ti ho partorito dalle mie viscere? Perchè mi tormenti e mi sfrutti per farmi rendere il centuplo? Non ti bastano le cose che ti dono senza che tu me le estorca con la violenza?” Alano di Lilla.
    Per scrivere queste parole a cosa si sarà appellato il monaco? Intelligenza. sensibilità, intuito, osservazione diretta? Probabilmente tutto questo. E se penso a quanto, dalla prima industrializzazione, abbiamo sfruttato e immesso, io credo che più che alle prove scientifiche si debba ricorrere a questo. Secondo me è impensabile che l’uomo non abbia dato il suo improvvido contributo. Basti pensare all’aumento della popolazione mondiale per capire quanto in questi due secoli si sia utilizzato e, ripeto, improvvidamente trasformato.

  • Caro Piero, perché “speri” di trovare le contro-argomentazioni? Speri cioè che i ‘negazionisti’ abbiano torto. Speri sia dimostrato che il riscaldamento del pianeta è colpa solo dell’uomo. Perché? Per poter individuare i responsabili e poter intervenire efficacemente? Questo è un atteggiamento emotivo e pragmatico ma non certo ‘scientifico’. E poi vorresti affidarti solo a ‘specialisti della specialità’, come se un fisico dell’atmosfera di grande intelligenza non fosse in grado di analizzare i dati climatologici meglio di un climatologo vacuo. Evocare la ‘maggiore età’ dei negazionisti è senza dubbio un argomento vacuo. Come vacuo è evocare un consenso quasi unanime della ‘comunità scientifica’ che, da un lato, è invece incerto, e dall’altro non avrebbe comunque validità scientifica ma solo statistica.
    Infine, la bella citazione di Alano di Lilla è un monito severo per noi moderni ma non dimostra certo l’origine antropica del riscaldamento planetario.

    • Giusto adesso ho finito di dissertare su questo tema con la mia ospite francese. Semplificando, mentre lei diceva “sui temi importanti noi non ascoltiamo i politici ma diamo retta agli esperti” io rispondevo “da noi non si può fare perché gli esperti ormai sono tutti politici.”
      Non è un mistero per nessuno, credo, che in Italia a favore dell’origine antropica del riscaldamento planetario si è schierata “una certa (ex)sinistra” mentre a fianco della teoria mista, ovvero un po’ la colpa è dell’uomo e per il resto la Terra segue il suo corso, vi sia una “certa (ex)destra”. Non scappano evidentemente da questo tristo cliché neppure i cosiddetti esperti, con rispetto parlando, i quali sono per lo più docenti universitari e sappiamo benissimo tutti come si fa carriera negli atenei italiani. Arrivarci senza appoggi politici e quasi impossibile, nel senso che può succedere ma non è la regola.
      Morale della favola: il riscaldamento globale c’è, è un fatto, ma nessuno è stato finora in grado di affrontare in modo esaustivo e convincente il problema delle sue origini. Navighiamo a vista nel mare magnum delle teorie, credibili finché altre teorie non scalzeranno. Non è un incentivo a perpetuare comportamenti scorretti, ovviamente, che sarebbero disdicevoli anche se il surriscaldamento non ci fosse. E’ solo una constatazione.

    • Caro Livio, ho scritto “spero” perché mi auguro che le argomentazioni dei negazionisti – che il prof. Caserini non ha esaminato nella sua lezione – vengano fuori nel suo saggio. Me lo auguro perché io voglio “capire” e non ho competenze per sposare tesi di cotal ingegno.
      Caserini, comunque, ha messo le mani avanti: la lezione è solo un infinitesima parte di un corso di 50 lezioni che tiene all’università.

  • Non lo dimostra, ma lo fa sospettare o ipotizzare. E siccome non è dimostrato neppure il contrario qualsiasi polemica risulta solo pretestuosa.

    • No, non lo fa sospettare se non a chi già lo sospetta e fa una lettura preconcetta. Il filosofo citato condanna lo sfruttamento avido e violento delle risorse del pianeta. Che vi sia un nesso col suo riscaldamento è una deduzione gratuita.
      Inoltre, non è vero che la discussione sulle ipotesi del riscaldamento planetario sia pretestuosa, dal momento che chi afferma la sua origine antropica sostiene implicitamente gli interessi di una ‘green economy’ sempre più rampante e di cui non possiamo ancora valutare costi, danni e benefici.

  • Il suo è il classico pensiero complottista e paranoico. Voler vedere il male a tutti i costi. Invece io che col
    de-genere umano non sono così benevolo nutro ancora un po’ di fiducia.

    • Complottista, paranoico e stupido. Infatti, cercare di ragionare con certe persone è stupido.

  • Green economy.: “Modello di economia che mira alla riduzione dell’impatto ambientale mediante provvedimenti in favore dello sviluppo sostenibile, come l’uso di energie rinnovabili, la riduzione dei consumi, il riciclaggio dei rifiuti.” Messa al confronto la definizione da vocabolario con quello che Lei dice mi sembra un’evidente contraddizione, se non scemenza. Se però Lei sostiene che il nuovo modello di sviluppo non è ancora valutabile in termini di “costi, danni e benefici” vuol dire che diamo due interpretazioni antitetiche. Cosa vuole, io sono fermo al “greene” che non mi sembra un aggettivo così negativo. Se però Lei ne sa più di me prendo atto, anche se dubito molto. Che poi qualcuno ci faccia i soldi, come per i vecchi, un amico imprenditore me lo profetizzava già qualche decennio fa che il futuro dell’economia sarebbero stati i rifiuti e gli anziani, di quello ci si può far poco, se non sovvertendo le leggi dell’economia sulle quali si può certo fare qualcosa, ma non azzerarle. Siamo nel mondo del lavoro a questo punto, con le sue regole qualsiasi ruolo si copra. Ma già si cambia tema. Lascio a Lei ipotesi di sviluppo alternative. Ma con in piedi per terra, per favore.E io stupido non l’ho scritto.

    • ‘Green’ diventerà un’altra parola chiave per fregare la gente – come ‘libertà’, ‘democrazia’, ‘Europa’ ecc..

  • Green, una e di troppo.

    • Non è un caso che si chiami “green economy” anziché “green solutions”.
      Dopo averci regalato automobili e fabbriche inquinanti con la promessa di un mondo migliore, adesso ci stanno rifilando le “rinnovabili” con l’illusione di un “pianeta bonificato”. A fare le promesse e a fare i soldi, in ogni caso, sono sempre gli stessi.

  • Tanto piove, e chi ha voglia di uscire? Allora, diamoci dentro. “libertà, democrazia”, lasciamo pur stare l’Europa. Ma dove le prime due non ci sono stanno meglio di noi? In verità su questa affermazione, la Sua, non varrebbe la pena soffermarsi, ma visto che comunque continua ad interloquire, mi spiega in parole semplici, non sono necessarie chissà quali circonvoluzioni, altrimenti un intellettuale di destra come Lei non lo capisco, cosa vuol dire?

    • Non sono né intellettuale (termine che ritengo offensivo quanto ‘laico’) né di destra. Se Le dicessi che in nome della ‘libertà’ si sono commessi i crimini peggiori non farei che ripetere un vecchissimo motivo. Così, il ‘green’ servirà a speculare sulle ansie della gente.
      Lei cerca ‘soluzioni’. Ma a me queste non interessano perché credo non esistano. A me interessano i problemi.

  • “A fare le promesse e a fare i soldi, in ogni caso, sono sempre gli stessi.” Credo di averlo detto anch’io che chi lavora fa soldi. Ma queste sono purtroppo le dinamiche sottese a qualsiasi sistema economico. Non mi vengono in mente altri sistemi o modelli culturali o politici o epoche. Sempre se si vuol stare ancorati alla realtà, perchè mai come ora ci vogliono appunto “soluzioni”. Chi ne ha si faccia avanti, ma non a chiacchiere.

    • No, Ivano, chi specula fa i soldi.
      Chi lavora, oggi, fa il morto di fame.
      La differenza è enorme.
      Non capisco come non si riesca a capire che la green economy, così com’è stata strutturata, sia solo un modo per vendere prodotti nuovi in un panorama consumistico ormai agonizzante e saturo di ogni mal dio. Abbasso i carburanti, viva pannelli e auto elettriche! E’ un po’ questo il motto. E chi se ne frega se tra vent’anni lo smaltimento massiccio di batterie ed altri armamenti (perché questa è una guerra) creerà problemi ancora maggiori all’ambiente. Tanto peggio per chi ci sarà. C’è un solo modo per essere davvero “green”: fare un passo indietro, rinunciare, modificare radicalmente il proprio stile di vita, cambiare totalmente la propria visione del mondo e diminuire drasticamente di numero di umani (ma qui, probabilmente, ci penseranno i virus). Secondo te, gli attuali giovani gretini inclusi sono pronti a mollare tutto? L’hai proposto di recente a qualcuno di loro? Come l’hanno presa? E’ un caso che il fascino del “green” (a parole, ovvio) faccia presa solo sulle teste canute, o pelate? Vedi tu.

  • Lo sapevo, le solite e inutili circonvoluzioni. In altre epoche le avrei chiamate altrimenti. Invece io ho sempre detto ai miei alunni che i problemi cercano soluzioni. Se un problema non ce l’ha allora è uno status quo e non è neppure necessario stare e a martellarsi le palle.

    • Sì, credere che a ogni problema corrisponda una soluzione è una tipica malattia dei nostri tempi. Comunque, signor Macalli, ci sono tanti che la pensano come Lei. Perché non ne parla con loro? Saremmo entrambi più contenti.

    • Inoltre, sappiamo bene che quando l’uomo moderno crede di aver trovato soluzione a un problema in realtà ha creato un problema più grande.

  • Signor Cadè, io non l’ho mai costretta a parlare con me. Interrompa pure la comunicazione, l’ha già fatto altre volte. Cambi pure bolg, visto che nessuno, o pochi, intervengono. Anche Lei ne potrebbe trovare di più corrispondenti, ai suoi slogan o frasi fatte intendo, tipo: “Inoltre, sappiamo bene che quando l’uomo moderno crede di aver trovato soluzione a un problema in realtà ha creato un problema più grande.”

    • Signor Macalli, io credo sia cortesia risponderLe quando Lei mi pone delle domande. Credo anche sia più dignitoso interrompere quando Lei comincia a offendere.
      Se poi nessuno è interessato a quello che dico o nessuno lo condivide, pazienza.

  • Inoltre mi ha fatto piacere leggere il suo commentino delle 11:05. Se mi voleva convincere di non essere un intellettuale, ma un uomo qualunque, c’è riuscito. Complimenti.

  • Certamente Rita, o almeno in parte. Ricordi quando si parlava di decrescita felice? Ma dovendo riconoscere che questo progetto, difficilissimo da portare avanti, dato l’incremento demografico, è più una predica che facciamo ai continenti poveri, quando noi nella crescita felice ci sguazziamo ancora adesso dopo aver esportato in tutto il mondo il nostro modello. I problemi che abbiamo creato, non solo riguarderanno le future generazioni, ma ora riguardano già la metà del mondo al quale non possiamo chiedere di rinunciare a quello che abbiamo noi e che ci ha reso la vita comoda.
    Perchè noi sì e loro no? Come convincerli che noi ce ne stiamo pentendo? Al resto non so confutare. Che forse è la spiegazione per cui la green economy piace ai vecchi e non ai giovani, Che poi chi lo dice? Sarebbe come dire che le ultime generazioni hanno gli stessi strumenti culturali di un nero non scolarizzato del Burchina Faso che cerca di arrivare da noi. Non so se è come dici tu. Poi che chi lavora ormai fatichi siamo d’accordo tutti.

    • Perche’ noi si è loro no? Per il semplice motivo che questa e’ l’ultima chiamata. Adesso o mai piu’. Si riempia pure il mondo di chiacchiere (a pagamento) , ma se non passiamo alla svelta all’azione siamo belli che fritti.

  • Che palle Signor Cadè con questa menata delle offese. Sono alcuni anni che ci confrontiamo mandandoci a cagare quasi sempre. Io non sono ancora morto e quindi anche Lei la smetta di essere così melodrammatico..

  • Caro Livio, nessuno, credo, pensa che il riscaldamento climatico abbia un’origine solo “antropica”: lo stesso prof. Caserini ha evidenziato il ruolo dei vulcani (ha anche aggiunto, però, che tale ruolo comporta un’emissione di anidride carbonica che è infinitesimale rispetto al totale).
    Un ruolo lo svolge anche il sole: la stessa enciclica Laudato si’ cita, tra i vari fattori, anche questo.

    • Caro Piero, credo che il punto cruciale sia proprio stabilire una gerarchia di responsabilità: il sole, gli oceani, i vulcani, le foreste, fattori ciclici, fattori umani, fattori ignoti… Stabilito che la CO2 causa riscaldamento, occorre chiarire qual è il reale peso delle attività umane nelle emissioni globali di CO2 e in generale nel riscaldamento del pianeta (alcuni studiosi dicono che è minimo). Finora non ho sentito nessun argomento decisivo. Ho solo, da profano, trovato più convincenti le ipotesi dei ‘negazionisti’. Quindi, butterei senz’altro sugli uomini la responsabilità dell’inquinamento del pianeta, ma resto dubbioso sulle cause del riscaldamento. Comunque, preferirei uscire da questa discussione. Temo il contagio da cafone-virus.

  • Io ho traslocato su “Lezione 2”, qualcuno mi segue? Anche la silvestrata, per la prima volta ottimistica, non mi sembra male. Ing Torrisi, un suo prere tecnico!

  • Ultima per Livio: Mattia si è preso la briga di pubblicare un bonus, il confronto Caserini/Pedrocchi. Facile estrapolare particolarità e passarle per regole! Ma è tardi per i confronti, tarsdi forse anche per un’ultima difesa, tempo di sofferenza e sacrifici!

  • Che non si provi neanche a mettere in relazione inquinamento e cambiamenti climatici io lo trovo sconcertante.

  • Ho scritto un commento il 16 febbraio per contestare l’atteggiamento dispregiativo del prof. Caserini nei confronti di coloro che non sono allineati con le sue posizioni. Costoro, non necessariamente vanno definiti negazionisti, in qualche caso esprimono semplicemente dei dubbi frutto del proprio ragionare. E poi, ammesso che sia la maggioranza degli scienziati ad essere del medesimo parere di Caserini (esperti in quale branca: climatologia, astronomia, fisica, chimica?), questo cosa sta a significare? Le verità scientifiche non si dimostrano in base al numero dei favorevoli (perdonatemi il trito esempio di Galileo, solitario -o quasi- nell’ipotizzare che la terra non fosse al centro del sistema solare).
    Il sottoscritto non è né scienziato né intellettuale e sarei contento di trovare risposte ai miei semplici dubbi:
    – Che ci possa essere una variazione dell’energia che dal sole raggiunge la terra, è un fenomeno possibile?Tale energia è misurabile e viene misurata?
    – Che cosa provocò le glaciazioni ed i successivi riscaldamenti di centinaia di millenni fa?
    – Un dato che senz’altro Caserini avrà fornito ma che mi è sfuggito: l’aumento della temperatura sulle varie zone della terra, è proporzionale al relativo sviluppo industriale ed alla concentrazione di CO2?

    In merito ad eventuali motivi sottesi delle contrapposte “fazioni” ,a favore o contro, credo che interessi economici contrapposti riguardino ambedue le parti in gioco.

    • Se la cosa può esserle di parziale conforto, signor Dognazzi, sappia che i suoi dubbi sono condivisi da milioni e milioni di altri esseri umani. Una massa di “ragionanti” di cui anch’io faccio parte, per cui la capisco benissimo. Seguendo altri filoni di studio ho avuto modo di approfondire il tema delle glaciazioni e posso confermarle che ad oggi una risposta sulle cause non c’è. L’andamento delle macchie solari è uno dei molteplici fattori che incidono sul clima, ma esiste anche la forte sismicità del pianeta, senza contare che quasi nessuno parla del magnetismo e della mobilità dell’asse terrestre che nell’ultimo secolo si è spostato di oltre dieci metri. Non c’è dubbio che se gli animali inquinanti fossero due miliardi anziché sette e mezzo sulla Terra si starebbe infinitamente meglio. Ma chi offre la sua vita per primo?
      Il business che vuole sostituire un altro business, di sicuro, non sarà la soluzione.

  • GLI OCEANI
     “dall’inizio dell’era industriale, l’oceano ha assorbito il 93% dei gas serra, circa 525 miliardi di tonnellate di Co2, più o meno 22 milioni di tonnellate al giorno.” Stiamo distruggendo anche quelli. E questo articolo circoscrive anche uno spazio temporale: l’inizio dell’industrializzazione. Rimarco il mio commento precedente. Come si fa……………………………………………………………………………….?
    https://www.linkiesta.it/it/article/2019/04/05/oceano-polmone-del-mondo-ossigeno-inquinamento-plastica/41698/

  • «Sappiamo che il rapido cambiamento climatico è stato almeno in parte innescato da una variazione dell’irraggiamento solare», spiega il ricercatore: «è noto che i cicli glaciali e interglaciali sono guidati dal Sole, ma i gas serra devono aver avuto un ruolo fondamentale. Le eruzioni avvenute in quel periodo hanno creato un buco dell’ozono simile a quello dei nostri giorni, che ha portato a profondi cambiamenti nella circolazione atmosferica e oceanica dell’emisfero meridionale della Terra. L’irraggiamento, la riduzione dell’ozonosfera e i gas serra immessi in atmosfera dai vulcani hanno determinato una veloce trasformazione del clima: da glaciale a interglaciale.»
    https://www.focus.it/ambiente/natura/che-cosa-ha-causato-le-glaciazioni
    Di testi più o meno scientifici in rete se ne trovano moltissimi. Ricopio, non potendo sottolineare, un passaggio importante: «è noto che i cicli glaciali e interglaciali sono guidati dal Sole, ma i gas serra devono aver avuto un ruolo fondamentale.”

  • Comunque, poi chiudo, è curioso come il signor Cadè che imputa all’uomo tutti i mali del mondo, sto parlando dei temi che credo di aver individuato leggendolo da anni, lo escluda poi da eventuali responsabilità in relazione ai cambiamenti in oggetto. Vorrebbe forse dire che l’operato dell’uomo non è sempre malvagio? Che da un punto di vista morale è un disastro, ma che rispetto a buone pratiche bioetiche agisce sempre bene, cioè che non è colpa sua se gli eventi climatici estremi si stanno moltiplicando? Vuol dire che la peste nera non ha contagiato anche la biosfera vegetale e animale, aria, acqua, e terra? Forse che l’uomo ha rovinato solo se stesso?

    • Signor Macalli, che l’uomo moderno sia un concentrato di violenza e follia, di volgarità e scemenze, non ho dubbi. Invece, a proposito del riscaldamento planetario, non ho certezze. Ho solo espresso dei dubbi riguardo agli argomenti antropici.

  • Mi fa piacere che il confronto, anche se estorto, continui. Ho comunque dei dubbi anch’io, ma meno di Lei.

  • Sentite un pò. amici cari, conosciuti e sconosciuti, da “bertoldo” qual sono mi sentirei di proporre un altro punto di vista: posto che alle macchie solari (e questo si è incontrovertibile, malgrado gli umani deliri di onnipotenza) non siamo in grado di farci una beatissima fava, e tanpoco alle possibile cause di ” …. glaciazioni e successivi riscaldamenti di centinaia di millenni fa” , perchè mai dovremmo non intervenire su ciò che è invece in nostro pieno potere quale limitare le emissioni di CO2 ed aereosol connessi (che comunque respirare quelle schifezze è uno schifo oriibile!), con la scusa che …..non è dimostrabile che siano solo loro le responsabili dei nostri guai?!?
    Un pò come dire: ho messo un paio di scarper nuove, strette trette, mi è venuto un tremendo mal di testa, ma non le tolgo perchè la causa del mal di testa potrebbe magari essere anche un’altra!
    Ma intanto, o bertoldo, metti un paio di scarpe più comode, e vedi come va, no? Che se poi il mal di testa passa avrai capito che quelle scarpe sono da buttare!!!

    • Franco, io vorrei tornare a una società pre-industriale, sono un regressista. Sarei quindi felice di eliminare fabbriche, allevamenti intensivi ecc.. e creare un mondo più umano, ma non è possibile. Siamo avviati fatalmente verso l’auto-distruzione. Ci vorrà una catastrofe perché le cose cambino (si chiama ‘profetismo apocalittico’).
      L’esempio delle scarpe non mi convince. Provare a cambiare le scarpe non mi costa alcuna fatica. E se sono strette, strette, come dici, è evidente che mi faranno male, non ho bisogno che qualcuno me lo dica e mi porti delle prove. Se invece non mi stanno scomode, perché dovrei attribuire a loro l’emicrania e non a quello che ho mangiato, al tempo o a mia moglie?
      Te ne faccio un altro di esempio. Qualcuno mi dice che le mie stufe a legna causano il riscaldamento del pianeta, i cambiamenti climatici ecc.. Così, mi vuol convincere a buttarle e a comprare altri costosi impianti di riscaldamento, secondo lui più ‘ecologici’. Io, nel dubbio, dico: “certo, va bene”… oppure voglio prima avere una prova sicura?

  • Caro Torrisi, non si sta dicendo di ignorare i suggerimenti finalizzati ad “eventualmente” limitare i comportamenti dannosi, si sta contestando (almeno da parte mia) il catastrofismo che va ben oltre il suggerimento. Si sta muovendo una macchina ideologica, a livello planetario, che mette insieme indistintamente inquinamento e riscaldamento e che produce scelte e decisioni enormi; altro che “intanto proviamo e poi vediamo”. Sono poi le reazioni come la tua, che impensieriscono, appunto perché ideologiche, tagliano corto, tendono a rifiutare il confronto e fanno comodo a chi strumentalizza per ragioni economiche ed anche non.

    • Dognazzi, ti do del tu così come hai fatto con me, mi spieghi cosa intendi con “reazioni come la tua, che impensieriscono, appunto perchè ideologiche …..” e tutto il resto?
      Ma quali reazioni ideologiche? Proprio non capisco! Aiutami a capire please!

    • Dognazzi ti avevo cortesemente chiesto di aiutarmi a capire dove e come mi potessero essere imputate (e riporto le tue parole) “….reazioni come la tua, che impensieriscono, appunto perché ideologiche, tagliano corto, tendono a rifiutare il confronto e fanno comodo a chi strumentalizza per ragioni economiche ed anche non.”
      Il tuo commento a me rivolto mi ha ferito proprio perchè mi accusa di qualcosa che va alll’incontrario della mia etica, alla quale voglio siano improntati i miei comportamenti.
      Delle due l’una: o hai sbagliato a indirizzare il commento, (può capitare, basta dirlo) o hai parlato a vanvera, senza motivazioni concrete, documentabili ( e anche questo può capitare, anzi capita assai spesso ormai, purtroppo!) e se il tuo silenzio persiste non posso che optare per la seconda ipotesi e prenderne atto!

  • Non riesco proprio (riconosco i miei limiti) ad entrare nella diatriba in tema di riscaldamento climatico.
    Che cosa possiamo fare noi “profani”? Affidarci a chi ne sa di più di noi. Ora, su un tema del genere, non abbiamo periodici “rapporti di un’agenzia dell’Onu”, rapporti elaborati da scienziati?
    C’è qualche scienziato che non si riconosce in tali rapporti? Beh: che cosa posso fare io? Mettermi da una parte contro l’altra? E con quali strumenti?
    Su ciò che non sappiamo, non abbiamo altro da fare che “credere”. Ma a chi?
    So che in tale campo la verità non è necessariamente legata al “numero” delle persone che la riconosce tale, ma io non vedo perché non debba fidarmi degli scienziati dell’Onu, i quali scienziati non dicono che l’origine del riscaldamento climatico sia da attribuire esclusivamente all’uomo, ma semplicemente si basano sul fatto (smentibile?) che, dall’inizio della Rivoluzione industriale, la crescita dei gas serra è stata inarrestabile.
    Vi sono altri fattori? Non vi è dubbio (lo ripeto: i rapporti dell’Onu non li negano). Ma che cosa possiamo fare noi di fronte a questi altri fattori? Che cosa possiamo fare sui gas serra sprigionati dai vulcani?
    Quello che possiamo fare è ridurre il più possibile i gas che produciamo noi con la combustione di fossili combustibili e con il metano che proviene dai nostri allevamenti intensivi di bovini (un miliardo e 400 milioni di capi) e non solo.
    Che altro?

    • Piero io t’invidio, dico davvero. Quando i teorici della scienza dicono uno il contrario dell’altro, manifestando così tutte le falle del loro impianto concettuale, come decidi a chi credere? A quelli dell’Onu perché l’Onu è più bello e più buono? Non è un mistero che la logica con cui viene perseguito lo sviluppo delle fonti rinnovabili continui a ricalcare in gran parte l’impianto dell’economia delle fonti fossili: i casi estremi sono costituiti dalle grandi dighe idroelettriche che devastano intere regioni, o da progetti come Desertech, destinato, se mai funzionerà, a perpetuare la dipendenza dall’estero degli approvvigionamenti energetici.
      Le rinnovabili non sono l’uovo di Colombo.
      La cosa più importante, tuttavia, è che per invertire la rotta bisogna uscire dalla cultura della competitività (tutti contro tutti, per niente altro che la “sopravvivenza”) che non fa che abbassare sempre più gli standard di chi vive del proprio lavoro, senza offrire alcuna prospettiva a una autentica riconversione ambientale. Il mondo è pronto per questo? I governi gestiti dalla finanza internazionale sono pronti per questo? Se si, come mai l’ultima Cop21 è stata un colossale fiasco e s’è conclusa con un bel nulla di fatto? E arrivederci a filippi …

    • Rita, per me è chiaro che quest sistema è destinato al collasso, anche se non so quanto tempo ci vorrà. Credo però che il riscaldamento del pianeta non sia una responsabilità umana, mentre lo è, al 100%, lo spaventoso inquinamento che lo avvelena sempre più. Ma come si può cambiare rotta? Non è possibile. Lo impediscono l’avidità e la stupidità. Quindi ci schianteremo.
      Piero, sembra che per te la scienza sia diventata un surrogato della religione. Ci vuole fede. Solo che non sai più in quali divinità credere.

    • Proprio cosi’. Ecco perche’ ho detto che “green economy” non significa affatto “green solutions”. Sono due cose completamente diverse.

  • Abbiamo tutti “fede”, Livio sulle cose che non conosciamo.
    Ora, di chi fidarci? Degli scienziati dell’Onu (“credo” che siano i migliori del pianeta) o del prof. Prodi?
    E poi, non è lo stesso Stefano Caserini a dirci che non dobbiamo essere mossi dalla “paura”, ma dai “benefici” (anche in termini di salute, di qualità della vita) che avremo nel passare dai combustibili fossili all’eolico e al solare?

    • Ma chi ha detto che gli scienziati dell’Onu sono i migliori del mondo? Ci sono classifiche/graduatorie in proposito? L’Onu è un organo politico, le risoluzioni dell’Onu sono immancabilmente politiche. I dipendenti/operatori Onu sono assunti attraverso la politica? Quando mai s’è visto uno scienziato “controcorrente” lavorare per l’Onu?

    • Gli scienziati dell’IPCC (i migliori, dici tu? boh) non li conosco. Ho visto solo quei numerosi grafici, modelli ecc. che ci propinano. Ma anche i dati e le misurazioni presentano margini di incertezza. E naturalmente i dati non sono nulla finché non vengono interpretati. E le previsioni basate sull’interpretazione discutibile di elementi discutibili sono discutibili. Perciò, se si tratta di basarsi sulla ‘fede’, cioè su una propria intuizione, dovendo scegliere tra Caserini da un lato e Prodi o Pedrocchi dall’altro, io non avrei alcun dubbio. Mi fido più degli ultimi due. Non è tanto questione di simpatie quanto del valore soggettivamente percepito di alcune argomentazioni. Non mi importa se sostenute dal 60% o dal 6% degli scienziati. La percezione ‘democratica’ della scienza è in sé assurda.

  • MELENSO/MISONEISTA
    Dire che non ci sono più dei in cui credere è qualunquista come quando si dice che i politici sono tutti uguali, che siamo destinati alla catastrofe, senza muovere un dito perchè le cose cambino. Dal nostro pc spariamo sentenze di morte dimenticando che la Storia ha camminato grazie a visionari che mai si sono adattati allo stato delle cose. La cronaca ci racconta tutti i giorni di progetti che nascono qui e là, con ragazzi e adulti che nonostante tutto hanno trovato una ragione di vita, magari soli, magari associandosi, magari manifestando. In verità aspettarsi totale coerenza è incongruo tra debolezze umane e tentazioni, tra falsi miti o miti scomodi, ma mi pare tipico dei vecchi associare il proprio disincanto al solito disincanto epocale di chi non ha più niente da perdere perchè tanto nonc’è nulla da fare. E consolatorio, ma forse infantile, egoistico, credere che finiti noi finisce tutto, stanche di vivere noi è stanco anche il mondo. Ma se è vero che la Storia è fatta di grandi eventi anche le piccole azioni possono diventare significative e dare un senso alla vita. E’ stato così per tutte le generazioni dove chi combatteva contro i mulini a vento faceva da controcanto chi supino aspettava che tutto accadesse. Perchè non è vero, forse, che la nostra epoca è più complessa di altre. Credo che tutte le epoche si somiglino. Per alcuni attraversate da protagonisti, da altri subite. E lagnarsi forse è più comodo che parteciparvi attivamente. In verità i segni direbbero proprio della fine, e a quelli è facile soggiacere misurando col metro del nostro disincanto anche quei piccoli moti che invece dovrebbero far sperare. Sparito l’entusiasmo giovanile, per chi l’ha conosciuto, cosa rimane? Rimane la nostalgia per i sogni avuti e la tristezza per quelli mai portati a termine, così che quello che vediamo negli altri è sottoposto al nostro cinismo, perchè tanto se non abbiamo potuto fare noi non lo potranno neanche gli altri. Melenso? Certamente lo è, come l’ottimismo, dileggiato da chi crede di avere i piedi per terra confondendola con la propria tomba. Commento non rivolto a nessuno in particolare, non vorrei suscitare altre polemiche o che qualcuno si sentisse offeso.

    • Ammazza, che botta di retorica!

  • Lo immaginavo, ma credevo che il titolo mi avrebbe messo al riparo dalle sue aggressioni. E dal suo disincanto.

  • In verità, nel caso non l’avesse capito, il commento era rivolto a Lei. Effettivamente essere sempre in disaccordo con Lei mi solletica i miei istinti peggiori: la retorica o l’aggressività. E siccome oggi mi sento più retorico del solito vedrò di misurarmi. Con simpatia.

  • Amici affezionati duellanti, visto che anche nei videogiochi si cambia schermo, che faciamo, traslochiamo su lezione 2 o attendiamo direttamente la 3?

    • Adriano, sembri una maestra che dirige i bambini qui o là. Comunque, io non duello con nessuno. Questa idea del duello è una vera sciocchezza.

  • È vero Rita, che tutto diventa politica, di destra o sinistra. Tu e Cadè (che non si dichiara di destra ma non lo credo) date maggior credito agli scienziati che sostengono l’origine non antropica del riscaldamento , Ivano a coloro che non la escludono. È chiaro che nessuno di noi è in grado di fare valutazioni scientifiche appropriate. E l’arroganza di uno scienziato o la sua sobrietà e modestia, non ci provano che quello che sta dicendo sia più o meno giusto .
    La terra si riscalda. Che fare, a nostro livello ? Seguire l’influenza del mercato ?
    Non compro una nuova lavatrice A+++ ma lavo a temperature più basse.
    Non cambio l’auto a benzina con una elettrica ma utilizzo più la bici e il trasporto pubblico.
    Non sostituisco le lampadine con il LED ma spengo la luce se non serve.
    Mangio meno carne (ma anche il vegetarismo è un business).
    Non stiro molto che pure mi rompe.
    Non cambio le finestre ma metto il riscaldamento a 18/19.

    Non si sa mai !

    • Tutte queste cose che elenchi, cara Natalina, personalmente le faccio da sempre, ritenendole un dovere verso me stessa. Non credo tuttavia che salvero’ il mondo, ne’ che “questo” mondo si salvera’. Non e’ catastrofismo, ma sappiamo tutti benissimo che prima della nostra sono andate distrutte altre 5000 civilta’ umane, il che significa che sono state molte di piu’. Tutto rientra in un gioco ciclico e inesorabile che noi possiamo solo accelerare o rallentare.

    • Rispondo alla signora Cremonesi su alcuni punti.
      Sicuramente sono un reazionario tradizionalista, insofferente del mondo moderno, ma non voto a ‘destra’ (libera di non credermi). Però, se la ‘destra’ fa una cosa che ritengo utile, o viene attaccata con motivi pretestuosi e stupidi, mi sento libero di esprimere la mia idea.
      Non è esatto contrapporre alcuni scienziati “che sostengono l’origine non antropica del riscaldamento” ad altri “che non la escludono”. Più corretto sarebbe dire che alcuni sostengono l’origine antropica del riscaldamento, mentre altri non escludono una corresponsabilità umana, ma pensano sia poca cosa di fronte alle cause naturali. I primi sono in realtà i più dogmatici e intolleranti.
      Ovviamente non valuto le tesi di uno scienziato in base alla mia simpatia personale. Però, umanamente, apprezzo di più uno scienziato sobrio e modesto che uno arrogante e vanitoso.
      Infine, che ogni uomo adotti uno stile di vita più rispettoso della Vita (non semplicemente dell’ambiente) è quello che anch’io mi auguro, pur sapendo che nella nostra cultura materialista ciò non è possibile.

  • Leggo ora (prima di spegnere tutto e andare a fare dell’altro) che le auto elettriche inquinano più di quelle a benzina/diesel (oibò!, chi lo avrebbe mai detto). Una corte tedesca ha ingiunto alla Tesla di interrompere immediatamente i lavori per la costruzione del suo stabilimento in Germania. Il giudice ha optato per questa decisione accogliendo le istanze degli ambientalisti locali. La fabbrica dovrebbe nascere vicino a Berlino, e sarebbe la prima europea della Tesla specializzata in veicoli elettrici e batterie (nome artificialmente intelligente, fa più presa: “Gigafactory”). Secondo gli ambientalisti che hanno manifestato contro la creatura di Elon Musk, la fabbrica “eco friendly” è in realtà una ciofeca, per non dire una vera e propria minaccia per la fauna e le risorse idriche del posto. Finché non diminuiamo di numero, non ci sarà nulla da fare.

  • Mi ripeto continuamente che non ne vale la pena, ma il mio sconcerto tracima continuamente di fronte a tante scemenze che leggo. Il sostantivo “scemenze” è stato usato anche per dichiarazioni del sottoscritto (La fine del mondo 9 febbraio 20 h. 14:27). Non ho quindi timore ad usarlo per dichiarazioni di altri, e di un signore in particolare, che dichiara di essere un reazionario tradizionalista, ma di non votare a destra. A meno che si possa votare a destra senza esserlo. In Italia, per chi vota, e il signore in questione ha detto che lo fa, la Destra è rappresentata dalla Meloni con le sue simpatie verso l’estrema destra e da Salvini che è uguale. Ora, passando in rassegna idee, proposte, valori di questi leader, credo che si possa dire che un certo conservatorismo reazionario è ben presente. Se invece passo in rassegna idee, proposte e valori della sinistra mi pare che viaggino proprio su binari differenti. Va bene che non è obbligatorio essere coerenti, come quel signore dichiara continuamente, ma quando si va a votare, anche se un partito alla mia opposizione propone qualcosa di giusto, non è che è solo per questo che io tradisco il mio partito o coalizione di riferimento. Devo pur decidere da che parte stare e questo lo faccio facendo due conti. Quindi, o è possibile che un partito della sinistra incarni la maggioranza delle mie idee, e in questo caso ha il mio voto, o altrimenti, anche solo per una proposta io voto una coalizione e partito che non mi corrispondono, mandando a farsi fottere il mio impianto ideologico per una bazzecola, o se proprio voglio essere buono, per un punto o due del loro programma. Che mi sembra proprio pochino. Se invece i punti sono maggiori, allora vuol dire che i miei voti precedenti sono stati proprio sprecati per mancanza di mia chiarezza. Ricordo, perchè se ne è parlato fin troppo, che il centrosinistra di Renzi, ad esempio, ha legittimato le coppie di fatto, con la contrarietà di tutte le destre, anche del signore in causa. Per dire che non sarebbe per questo, anche se non convinto, che la Sinistra perderebbe la mia preferenza. Sempre i partiti della destra, altro esempio, vogliono rimettere in discussione la 184. Se io sono contro l’aborto mi basterebbe questo per votare a destra. Poi se in misure economiche o ambientali sono una minaccia o poco programma non importa, basta che il mio furore ideologico si specchi almeno in quel punto. Poi ci sono i partiti di centro ( chi sono, dove sono, cosa fanno? ), l’ultima scappatoia, tra Adinolfi e le sentinelle in piedi, Casini e il suo ultimo voltafaccia, i convegni di Verona e tutta l’ipocrisia di chi, tanti anni fa, votava contro divorzio e aborto, ma chissà che adesso facciano comodo anche a loro, insomma tutto rivolto alla morale sessuale che deve fare una gran paura. O altrimenti si vota Berlusconi, che però della morale sessuale, e non solo quella, non gliene può fregare di meno. Anzi, dai vescovi gli veniva perdonata anche una bestemmi perchè contestualizzata. No, questo signore non voterebbe mai il Berlusca. Insomma, se non si vota a destra, ma neppure a sinistra, perchè ormai si scelgono le coalizioni, per chi si vota? Ecco, svelato l’arcano. Più reazionari tradizionalisti di così si muore. Non esistendo più un Centro significante, quello dei reazionari tradizionalisti, al signore in questione, se vuole che il suo voto conti, non rimane che votare per il centro destra per cui votano anche i ragazzi di casa Pound, gli antisemiti, gli xenofobi e gli omofobi. Magari non aderendo del tutto, ma se approvo un loro punto del programma caccio giù anche il resto. Va bene così.

    • Ammazza, che accozzaglia di ‘corbellerie’!
      Lei, signor Macalli, ragiona più o meno così: la giraffa ha il collo lungo, mia zia ha il collo lungo, mia zia è una giraffa.

  • Difatti c’è logica in quello che dice. Cadè dice di essere un reazionario tradizionalista. La destra dice di essere reazionaria e tradizionalista. Cadè è di destra. Tralascio altre considerazioni.

    • A me quello che dice questa ‘destra’ non importa. Di certo non mi ci riconosco. Certo, fa un po’ meno schifo di questa ‘sinistra’ (non è difficile). Ma perché usare ancora questi termini direzionali ormai senza senso? E poi, cosa c’entra coi cambiamenti climatici?

  • Signor Cadè, il mio discorso sul metodo si può anche confutare, ma non con battute ad effetto. Troppo poco. Che poi non c’entri coi cambiamenti climatici siamo d’accordo. Ma che io e Lei ci appropriamo del blog come se fosse nostro è questo il problema. Comunque il tema climatico si è ormai esaurito. E non solo lui. Troppa vanità, da parte mia, e Sua. Con simpatia.

    • Mi piacerebbe sapere cosa ho detto di ‘vanitoso’. E comunque non mi impossesso di un bel niente, rispondo ai Suoi commenti quando, in modo ostinato e per me incomprensibile, mi tirano in ballo, quasi sempre per motivi personali e non pertinenti . Sul Suo ‘metodo’ (sic!) ho già detto (vedi la giraffa).

  • Torrisi, rispondo soltanto ora in quanto non tutti i giorni entro nel sito e solo adesso ho letto il tuo messaggio. Non era intenzione del mio commento “ferire”. Può darsi che, nella mia posizione minoritaria, di chi non è convinto della tesi che attribuisce all’uomo la prevalente responsabilità dell’innalzamento della temperatura -posizione che talvolta viene trattata con sufficienza (v. Caserini)- può darsi , dicevo, che ti abbia risposto con tono un po’ sulla difensiva. Ma, anche se il paragone da te utilizzato non mi sembrava pertinente, non mi pare di essere stato offensivo. Ed io non ti accusato di parlare a vanvera.
    Noto che i toni, e non solo i nostri, si sono alzati; un po’ troppo a mio avviso.

    • Come “può darsi”, Dognazzi? Tu hai scritto “….reazioni come la tua, che impensieriscono, appunto perché ideologiche, tagliano corto, tendono a rifiutare il confronto e fanno comodo a chi strumentalizza per ragioni economiche ed anche non.” E questo lo definisci “tono sulla difensiva”? Livio direbbe “ammazza” che difensiva!
      E poi, soprattutto a quale mia “reazione ideologica” ti riferisci? Quale mio commento o post? Quando mai?
      O me lo citi, oppure, ribadisco: hai ….parlato a vanvera Dognazzi!

  • E poi perchè alle 19:06 un commento così misurato? E’ come se mi desse ragione. Però adesso smetto. Ho sul fuoco lo spezzatino cucinato ” a modo mio”. Buona serata ad uno spirito libero.

  • E poi questa storia delle sinistre e delle destre finite è una bella stupidata. Mai differenziate come adesso. E poi “mi tirano in ballo, quasi sempre per motivi personali e non pertinenti”. Cosa vuol dire? Quando mai? Io mi attengo a quello che leggo, col materiale che mette a disposizione, e commento di conseguenza. Poi Lei “personalmente” può essere quello che vuole, sperando meglio di come appare.
    E per spersonalizzare sottolineo la prima riga :”E poi questa storia delle sinistre e delle destre finite è una bella stupidata.” Chiudo perchè potrebbe essere tema di nuovo post.

    • Su destra e sinistra pensi quello che vuole, non è un argomento che mi attira.
      Sul resto (“Quando mai? Io mi attengo ecc.”) Lei mente sapendo di mentire. Ma è inutile discuterne. Diamoci un taglio.

  • Sono un reazionario tradizionalista, ma non voto a destra, signor Cade’, riconoscerà che è un’affermazione curiosa. Nasce tutto da lì l’interesse. E da suoi scritti precedenti, vedi l’attualità politica di questi mesi.Se poi chi legge cerca di declinarla in un eventuale voto elettorale a me non pare proprio un’invasione della sfera privata. Però, se preferisce ci do un taglio.

    • E se invece di un taglio ci desssimo un trasloco sulla Lez 2? O passiamo dierettamente alla 3, che è tutta cremsaca? Bolle in pentola ben altro, risparmiate i muscoli!

  • Ti confesso, signor Dognazzi, che io, da pragmatico (come credo di essere), guardo a “che cosa possiamo fare noi”: scontato che il riscaldamento del clima ha origini plurifattoriali, non possiamo noi ridurre le emissioni che noi stessi produciamo, dall’anidride carbonica al metano? Che altro potremmo fare? Riusciremo a rimanere ben al sotto dei 2 gradi (rispetto al tempo pre-rivoluzione industriale) come raccomandano i rapporti dell’Onu (non di Tizio e Caio)? E’ su questo fronte che dobbiamo agire ed è su questo fronte che negli stessi Usa (al di là dei tweet di Trump) si sta muovendo con risultati sorprendenti.

  • Prof. Carelli, apprezzo il tono pacato (!) con il quale esprime la sua posizione e mi interpella. E’ questo che troppo spesso manca nel dibattito, un dialogo rispettoso di tutte le posizioni, se ragionevoli ovviamente. In merito alla sua proposta (spero di aver interpretato bene e di non innescare vivaci polemiche) “in assenza di una graduatoria certa del peso dei singoli fattori che incidono sull’innalzamento della temperatura del pianeta, vediamo di fare del nostro meglio per ridurre le emissioni di CO2”, mi trova d’accordo, con una considerazione personale: evitiamo estremizzazioni e la criminalizzazione di chi esprime dubbi sulla teoria che va per la maggiore. Inoltre, attenzione a costi, sia economici che sociali (cambiamenti delle scelte e degli stili di vita). Faccio un esempio recente: alcuni assessori del comune di Cremona hanno pubblicato su un opuscolo la seguente affermazione : “meno figli”. Non è che in Italia abbiamo il problema opposto? A tale proposito ricordo un articolo sul Corriere, dello scomparso prof. Sartori, nel quale affermava che la terra non avrebbe avuto sufficiente risorse alimentari per sopportare la crescita della popolazione; ebbene, nell’ultimo ventennio è diminuita la fame nel mondo (anche se si vede una ricrescita nell’ultimo biennio, causata però dalle guerre). Altra previsione degli anni settanta (da me già ricordata nel mio intervento sulla lez.2), risultata poi fasulla: l’esaurirsi dei giacimenti petroliferi entro un ventennio. Da questi esempi nasce il mio scetticismo sulla capacità di prevedere scenari pessimistici a lunga scadenza. Fino ad ora l’uomo ha saputo a porre rimedio alle insidie distruttive.

    • Carissimo Sig. Dognazzi (o ci conosciamo personalmente e magari affabilmente?)
      l’invito del comune di Cremona a non prolificare indiscriminatamente non può che riempirmi di gioia.
      Vero, l’uomo ha inficiato varie previsioni, ha rinviato la sentenza di padre Malthus, che, se non sbagglio, all’epoca dava una capacità di sopravvivenza alla specie umana di sette genrazioni al ritmo riproduttivo dell’epoca. Certo, siamo capaci di scendere negli abissi o salire nelle sfere galattiche, cioè di fare cose innaturali, ma il limite si avvicina, e la qualità della vita è già pericolosa.
      Coronavirus? Un problema di sovraffollamento. E ci sarà di peggio!
      Vogliamo assistere ad atrocità? vogliamo condannare dei piccoli innocenti per il nostro egoismo? Perché quattro incompetenti in malafede vogliono la crescita del PIL?
      Lo spirito rapace umano alla fine si scontra contro la natura, che sa creare i suoi anticorpi. Una sana decrescita numerica e di ingordigia è il fondamento per la salvezza in tutti i sensi.
      Sorpresa! e poi, scegliendo questa via si sta meglio quasi subito!
      Mi creda, faccio parte di quella generazione cui non resta che il mea culpa, non sbagliamo ancora!
      Usiamo l’intelligenza di questa piccola scimmia nuda per invertire il percorso con intelligenza, e intanto facciamo qualcosa di drastico, una terapia eroica, come si dice in medicina.

  • Dott. Tango, la conosco essendo io presente, dallo scorso anno, ad alcune delle conferenze della scuola di economia ed a quelle di Ipazia, alle quali lei normalmente interviene con sue osservazioni. Come è evidente a chi ha letto i miei interventi, così come sono preoccupato ed infastidito per l’inquinamento ambientale, per merito del quale introduciamo nel nostro corpo veleni contenuti nell’aria e nel cibo, viceversa sono meno convinto che l’attività umana sia la causa primaria dell’innalzamento della temperatura. Detto questo, concordo sulla proposta di modificare alcuni dei comportamenti ma, come dicevo nella risposta al prof. Carelli, con ragionevole moderazione. Lei afferma “il limite si avvicina”. Ma? Io non ho sensi di colpa nei confronti delle prossime generazioni. C’è stato e c’è molto di buono nell’evoluzione, certo che c’è anche del non buono, ma attenti a non buttare il bambino con l’acqua sporca! Mi chiedo: non è che la velocità con la quale stanno avvenendo i cambiamenti tecnologici e la globalizzazione stia riducendo l’arco temporale della nostra capacità di previsione, e che questo ci spaventi?

    • Allora alla prossima ci salutiamo, e se poi non la risaluto non si offenda: soffro di un disturbo del riconoscimento facciale. Bene, non buttiamo il bambino con l’acqua sporca, giusto, ma al suo dubbio rispondo che tutti i docenti sono concordi, e non sono degli invasati intransigenti o visionari, e attendo venerdì la lezione sull’incremento demografico, padre di tutti i problemi.
      Le cose son mutate così rapidamente, l’allarme è scattato così apparentemente repentino, da lasciarci increduli, e se a questo si aggiunge la massa di bufale che girano su altri temi, capisco lo scetticismo, ma è un problema individuale da risolvere schierandosi con i fautori di una redenzione dlla società umana,
      Ieri Andrea Canidio è stato abbastanza moderato, eppure ha dovuto parlare del peso dell’immobilismo su esseri umani, prima i derelitti, ha addirittura fatto la previsione dettagliata del numero di morti attese. Non siamo precipitosi ma decisi, per scopriere, fra l’altro, e mi ripeto, quanto si può subito vivere meglio anche facendo poco, che è meglio di niente!

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