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RITA REMAGNINO

Aria di crisi

A suon di decreti pasticciati e di autocertificazioni che hanno scatenato l’ilarità dei social, settimana dopo settimana, il governo sta limitando sempre di più le libertà fondamentali dei cittadini. Tutti noi assistiamo come inebetiti a “Giuseppi” in tv che presenta nuovi decreti d’emergenza assolutamente confusi che segnano il passo verso la detenzione erga omnes. Zitti e muti, è un’emergenza, gli italiani devono farsi ammanettare senza ricevere almeno in cambio uno straccio di rassicurazione politica, tutte le spiegazioni sono demandate ai virologi.

 

 

Unità di comando, tempestività delle decisioni e gerarchie delle responsabilità in tempi di crisi sono necessità imprescindibili, ma occorre qualcuno che sia all’altezza dei compiti da svolgere per non cadere nel ridicolo. Altrimenti succede che la colpa della catastrofica situazione italiana si sposti da un potere esecutivo che tende ad accentrare su di sé tutto l’imperio, non sapendolo gestire, a chi esce di casa per la corsetta quotidiana o porta il cane a fare pipì. È la solita privatizzazione delle responsabilità: la colpa dell’epidemia è di chi prende una boccata d’aria fuorimano evitando i luoghi affollati, mica dei tagli alla sanità. E comunque la colpa dei tagli è semmai del barista che non fa gli scontrini, mica delle politiche di austerity. È il metodo Greta: bevi nella borraccia e il pianeta si salverà. Non è vero, avrai solo in giro più gente che non imparerà mai a riciclare la plastica.

 

 

Basta una banale ricerca su Google per sapere che già il 31 gennaio il governo sapeva della crisi sanitaria in arrivo e non ha fatto nulla, così come non ha ascoltato i consigli precauzionali dei governatori del nord e così come il 3 marzo (tardi, ma comunque ancora in tempo per tamponare l’emergenza) ha ignorato le autorità lombarde che avevano chiesto la zona rossa per la Val Seriana. Nel frattempo, ai sindaci disperati che ricorrevano per disperazione al fai da te arrivavano i richiami dal Ministero dell’Interno tramite circolari prefettizie che vietavano loro di prendere decisioni. E dire che non ci voleva un genio per capire che stavano solo chiedendo rigore e chiarezza.

 

 

E adesso eccoci immersi nella bufera con in cima alla cordata un ometto solo al comando. Un individuo trattato dai media come una marionetta di pezza finché è stato il notaio del governo giallo-verde e inspiegabilmente divenuto “statista” in qualità di rappresentante dei giallo-fucsia. In Italia si fa carriera così, stando dalla parte politicamente corretta. Felici e contenti anche i media, per i quali non c’è nulla da ridire sul fatto che in una repubblica democratica i “d.p.C.m.”, ovvero i decreti decisi e firmati solo dal presidente del consiglio e dal suo cerchio magico, possano decidere ogni cosa, dalla contrazione delle libertà dei cittadini fino alle modalità di assegnazione dei sostegni economici. Eppure si tratta di una forzatura bell’e buona su cui dovrebbe intervenire quantomeno la Corte Costituzionale, che stavolta però non s’intromette, le sta bene così.

 

 

Per trent’anni gli italiani troppo buoni, o troppo fessi, hanno permesso a una manica di idioti di occupare tutti i gangli dello Stato, portando avanti una politica imperniata sulla macelleria dei diritti sociali, e questo è il risultato. C’è poco da consolarsi con il mantra “mal comune mezzo gaudio”, perché non è neppure così. Pesantemente criticato per la sua iniziale scelta di puntare sull’immunità di gregge come risposta alla diffusione del coronavirus, Boris Johnson ha fatto un passo indietro mettendo in campo 330 miliardi di sterline (pari a oltre 363 miliardi di euro) da destinare ad aziende, lavoratori e commercianti del Regno Unito. Negli Usa Trump ha stanziato addirittura 2.000 mld. “antipanico”, la Germania 550 mld., la Francia 300 mld., la Spagna 200 mld. E l’Italia, cosa pensa di fare con 25 mld. oggi e altri 25 mld. domani? Un altro reddito di cittadinanza?

 

 

La situazione è talmente catastrofica da ridare voce persino a Mario Draghi, che notoriamente non è un paladino dei popoli. “Gli Stati devono fare subito debito per immettere liquidità nelle economie nazionali“, ha detto al Financial Times l’ex-presidente della Bce, raccomandandosi agli Stati affinché la perdita di reddito del settore privato e ogni debito assunto per riempirla venga assorbita dai bilanci pubblici. Draghi non è un filantropo, lo conosciamo, ma un uomo comprensibilmente preoccupato per il mondo economico che tanto gli sta a cuore. La necessità di fare debito pubblico è banalmente sotto gli occhi di tutti, o quasi, se si escludono i soliti tedeschi e olandesi, che corrono come i lemmings dritti verso il precipizio.

 

 

Il nostro problema è che l’ometto solo al comando sta dalla loro parte, invece di fare gli interessi dell’Italia. Prono alla Ue come nessun altro in Europa, si è finora limitato ad invocare (evocare, anzi, visto il pericolo per l’Italia) il ricorso al Mes, che ci getterebbe tra le mortifere braccia della Troika, o ad auspicare la creazione di “pandemic bond”, nati come una specie di assicurazione stipulata dalla World Bank e divenuti subito una speculazione per i ricchi d’alto bordo che detengono i titoli. Dopo il nulla di fatto di ieri se ne riparlerà fra due settimane, nel frattempo si dia subito all’ometto solo al comando un buon consigliere economico, visto che Gualtieri non sa niente di economia, è stato messo lì solo per tenerci stretti alla UE. Su al nord, evidentemente, non sanno che servi di mille padroni gli italiani non sono mai stati fedeli a nessuno.

RITA REMAGNINO

27 Mar 2020 in Politica

21 commenti

Commenti

  • Come Redattore di questo blog, mi sento in dovere di stigmatizzare l’approccio violentemente aggressivo sia nel linguaggio che nei contenuti che caratterizzano questo post firmato Rita Rame.
    Appellare il Presidente del Consiglio “Giuseppi”, prima, e “ometto solo al comando”, poi, oppure affermare “….una manica di idioti di occupare tutti i gangli dello Stato….”, non fa parte del mio bagaglio comunicativo e tanto meno socio/culturale, quindi dissento!
    Nel merito, liquidare con un ” ….. l’ometto solo al comando (!) sta dalla loro parte, invece di fare gli interessi dell’Italia. Prono alla Ue come nessun altro in Europa…. “, quando Il premier italiano si è rifiutato di firmare la bozza conclusiva dell’ultimo summit del Consiglio dando all’Europa un ultimatum di dieci giorni per trovare una quadra, “trovando una soluzione adeguata alla grave emergenza che tutti i Paesi stanno vivendo”, mi pare una narrazione dei fatti pesantemente di parte ed espressa ancora una volta in “stile” ….”leoni da tastiera” che ritengo estraneo allo “stile” di questo blog.

    • Siamo alle solite. Chi non la pensa come te è un “violento e aggressivo”, incarnazione del Male assoluto, ignorante e pure tendenzioso. Speriamo che la profonda crisi in atto spazzi via anche tutte queste ipocrisie, non se ne può più.
      Il Presidente del Consiglio viene chiamato “Giuseppi” non solo in Italia ma nel mondo, quindi in questo senso mi sono mantenuta banalmente nei ranghi. Superflui anche i virgolettati. Sono scemi i blogger di Cremascolta, non vedono la firma sotto l’articolo, mica è anonimo. Perché mai dovrebbero pensare che quanto scritto corrisponde al Francesco Torrisi-pensiero e non al mio?
      Chi ha argomenti differenti li esponga. Se non avessi voluto il confronto mi sarei astenuta dal pubblicarlo, o ne avrei discusso con i tanti amici che li condividono. Troppo facile.
      Ti informo, comunque, che la riunione del Consiglio UE di ieri è slittata di due settimana su precisa richiesta di Germania, Olanda, Finlandia e Austria, non perché “il premier italiano si è rifiutato di firmare la bozza conclusiva”. C’è una bella differenza.
      Concludendo, sei il capo-redattore.
      Se ritieni che l’articolo sia blasfemo, rimuovilo.

    • Caro Livio, per i sostenitori della “dittatura dell’amore” va benissimo cosi’. Te lo immagini se al posto di Giuseppi ci fosse stato un Renzi, un Salvini o una Meloni? Apriti cielo!
      Speriamo che il virus si porti via anche tutto questo fango, perche’ stavolta c’e’ poco da scherzare, non ce la caviamo a tarallucci e vino, come al solito. La ricostruzione deve partire dallo Stato prima ancora che dall’economia, se non vogliamo affogare nel pantano delle carte bollate e delle autocertificazioni mentre la gente muore di fame.
      Ma ho l’impressione che il concetto laggiu’ a Roma sia ancora poco chiaro. Basti dire che, in piena ascesa di contagi al sud, l’altro ieri hanno inviato in Campania le stesse mascherine-stracci-per-la-polvere che due settimane fa avevano suscitato l’ira funesta di Regione Lombardia. Non imparano dai loro errori, c’e’ poco da fare. E’ come picchiare la testa contro un muro.

  • Immerso in scrittura e non in lettura accedo tardi. Rita dissento. Il Presidente del Consiglio sta tenendo duro, secondo i parametri dei pareri tecnici che riceve. I provvedimenti sono stati ponderatamente adeguati al crescere dell’allarme, e cosa sarebbe successo se se lo stato di calamità avesse dato già prima che la percezione di pericolo divenisse alta, una disposizione di blocco totale, se anche ora frigniamo contro i nostri diritti tolti? Siamo Italiani nel bene, certo, ma impariamo a de-italianizzarci nel male una buona volta! Certo, la pioggia di liquidità è stata modesta, ma questo è il paese con i debiti, per debiti storici, e per fortuna non ha avuto le leve del potere in mano chi voleva farne di più. Pensiamo piuttosto che siamo alle soglie della rivoluzione civile (vedi caso la mia fiction del 2009 iniziava proprio con le scene di ieri avanti a supermercati e banche), e il nostro dovere è quello di fare iniezioni di cemento armato nella colonna vertebrale di chi, dovendo dar credito a troppi pareri, non difenderà con destrezza i suoi cittadini, e questa è la vera accusa che gli faccio: troppa democraticità, tempo sprecato a dar spazio a gente che spera di cavalcar la tigre, gente senza preparazione, perché non hanno studiato, che vedo estremamente pericolosa per la nostra stabilità. E pugno fermo anzi nel non ascoltare due biondoni buontemponi che suggerivano merende nei campi in famiglia e bisbocce al bar con gli amici, viziando l’opinione pubblica, quando già la tragedia era attesa. E ricordo una cosa per chiarire di che parliamo: la tragedia non è morire, rientra nell’ordine naturale delle cose, ma morire senza che qualcuno non abbia rallentato l’avanzata del nemico abbastanza da garantire un tentativo di cura adeguato alla nostra tecnologia. E anche io ho avuto il dolore di persone morte nonostante tutto, ma ameno si è tentato! Per favore, lo dico io, mentre lui dovrebbe calare un cazzotto sul tavolo, lasciamo cadere la polemica.
    Perché fatta la conta dei morti su questa terra si devono arrangiare i vivi con quanto resta loro fra le dita.

    • Si, anch’io dissento. A tener duro, in Italia, sono i sindaci e i governatori, sempre in prima linea, che si sono pure ammalati e si sono fatti la quarantena lavorando. Avremo modo di ringraziarli quando sarà tutto finito.
      Anche l’esecutivo italiano, non solo i biondoni d’oltremare, hanno sottovalutato il problema quando già i governatori, inascoltati e sbeffeggiati, chiedevano misure immediate e stringenti. Anche i volti noti della politica e della tv (ormai non si distinguono) che si abbuffavano sugli involtini primavera per far vedere che non erano razzisti (?) hanno fatto marcia indietro e chiesto scusa. Si pensava che l’avanzato Occidente (?) fosse immortale. Non era così.
      Ora staremo a vedere come gestiranno la rivoluzione sociale.
      Persino Corrado Formigli su “La Stampa” ha lacrimato sangue per l’inettitudine del governo in carica. Non sanno governare l’Italia ai tempi del Coronavirus, ha detto. E se lo dice uno che lo ha difeso fino a ieri a spada tratta … vuol dire che i topi stanno cominciando ad abbandonare la nave che affonda.
      Ma non è una consolazione, tutt’altro, fa paura.

    • Grande. Un vero anarchico, come quelli di una volta.
      Salvo rarissime eccezioni, ormai questa specie è materiale da letteratura.

  • https://video.lastampa.it/cronaca/coronavirus-salvini-si-scusa-un-mese-fa-chiedevo-di-riaprire-tutto-ho-sbagliato-come-lo-hanno-fatto-tanti-altri/112078/112085
    Pensate se al Governo ci fosse stato lui. Se questo esecutivo ha perso tempo immaginiamoci cosa sarebbe successo con quell’altro. A questo punto saremmo messi anche peggio, come molti altri paesi europei. E questo gufare contro l’Europa non avrà gli esiti sperati da qualcuno. Credo che il buon senso prevarrà, anche per la Merkel e Rutte. Altrimenti alla tedesca ricorderemo che se i paesi europei avessero chiesto un risarcimento per la guerra da loro scatenata tanti anni fa allora sarebbero nella merda peggio di noi.
    Quanto a Formigli non credo volesse comunque dire che quello sopra sarebbe meglio di Conte. Essere critici verso l’operato di questo Governo non vuol dire sposarne un altro.

    • Ma in questo posto non si può fare un discorso finito senza tirare fuori Salvini? E’ un incubo. Ma chi se ne frega di Salvini, e chi può dire cosa sarebbe successo se al governo ci fosse stato lui, visto che al governo non c’è.
      O tu sei Nostradamus?
      Se l’esecutivo avesse chiesto scusa come ha fatto Salvini, e come NON ha fatto Sala, ad esempio, o Rossi, agli italiani avrebbe fatto piacere. Errare è umano … non è che una pandemia capita tutti i giorni. Ma così, purtroppo, non è stato.
      A parte il superfluo, comunque, il vero problema è di ben altro genere: i pochi asserragliati in Palazzo Chigi navigano a vista, e la cosa è alquanto rischiosa, nonché preoccupante. Se poi qualcuno per sentirsi meglio e dormire la notte preferisce rincorrere illusioni new-age, “il buon senso prevarrà” (come negli ultimi 20anni), e vissero tutti felici e contenti, lo faccia pure, non è proibito.
      P.S. : un governo non si sposa, si elegge.

  • Il tuo Ps é illuminante. Si inscrive nella tua solita propaganda. Salvini? Dimentichi che nel precedente governo aveva un ruolo importante, con ambizioni ben maggiori se gli fosse stato concesso. Io inorridisco al solo pensiero. In tutti i casi non si può escludere dal confronto, mantiene comunque un alto consenso. Sulla piazza ci sono questi.

  • Anche Sala ha chiesto scusa. Informati invece di continuare con la solita propaganda.

    • Non partecipando a nessuna elezione non vedo perché dovrei fare propaganda. Bella parola, di repertorio. Comunque non è così. Questo, testuale, il messaggio di Sala: “Il 27 febbraio in rete circolava il video #milanononsiferma: forse ho sbagliato a rilanciarlo, ma in quel momento nessuno aveva compreso la veemenza del virus. Accetto le critiche, ma non tollero che qualcuno possa ancora marciarci su per scopi politici” . Excusatio non petita, accusatio manifesta, recita un detto medievale. Tutte queste “scuse” con un “ma” pronto, da parte di Sala, non fanno altro che mettere in cattiva luce la sua buona fede.

  • Rispondendo solo ora a RitaR 27 Mar 20:24: nessuna “blasfemia” (ecchevordì?!?) e conseguentemente nessuna “rimozione”, ma solo un ” mi pare una narrazione dei fatti pesantemente di parte ed espressa ancora una volta in “stile” ….”leoni da tastiera” che ritengo estraneo allo “stile” di questo blog.”, commento il mio, che ribadisco!
    Che non c’entra assolutamente nulla con il tuo successivo commento ” …..Siamo alle solite. Chi non la pensa come te è un “violento e aggressivo”, incarnazione del Male assoluto, ignorante e pure tendenzioso. Speriamo che la profonda crisi in atto spazzi via anche tutte queste ipocrisie, non se ne può più…..”, anzi mi correggo è la degna prosecuzione, nello stesso stile del tuo post, Rita, e ancora una volta non posso che prenderne atto con dispiacimento.
    Ma temo proprio che non te ne importi un bel nulla!
    Quanto poi al Governo che “si elegge”, sommessamente, la Costituzione Italiana al Titolo III, art. 92 prevede altrimenti!

    • Anche perché Rita non ricorda che il precedente Governo, che ha sempre portato in palma di mano, era stato formato secondo i dettati costituzionalisti. Quello andava bene, questo no.

    • Tra un po’, quando scoppierà il putiferio, vedremo al popolo infuriato quanto fregherà della Costituzione. Un articolo drammaticamente non commestibile. Contraddicimi, comunque, se io sono stata di parte nel dire: “già il 31 gennaio il governo sapeva della crisi sanitaria in arrivo e non ha fatto nulla, così come non ha ascoltato i consigli precauzionali dei governatori del nord e così come il 3 marzo (tardi, ma comunque ancora in tempo per tamponare l’emergenza) ha ignorato le autorità lombarde che avevano chiesto la zona rossa per la Val Seriana. Nel frattempo, ai sindaci disperati che ricorrevano per disperazione al fai da te arrivavano i richiami dal Ministero dell’Interno tramite circolari prefettizie che vietavano loro di prendere decisioni. E dire che non ci voleva un genio per capire che stavano solo chiedendo rigore e chiarezza.”
      Se le mie informazioni sono errate, mi ricredo volentieri.
      I 10mila morti, però, non li riporterà più indietro nessuno.

    • Ecco, ho appena acceso il Tg e Giuseppi sta annunciando il “d.p.C.m.” del giorno. Talmente incasinato (16 misure di differente tipologia!!!) che giro canale, è meglio. Tanto, dal dire al fare …

  • La Merkel non ricorda. A calci nel culo ricordiamoglielo.
    “La Germania ha dimenticato quando gli furono dimezzati i debiti di guerra.

    “L’ammontare del debito di guerra tedesco dopo il 1945 aveva raggiunto i 23 miliardi di dollari (di allora) pari al 100% del Pil tedesco. La Germania non avrebbe mai potuto pagare i debiti accumulati in due guerre. Guerre da essa stessa provocate. I sovietici pretesero e ottennero il pagamento dei danni di guerra fino all’ultimo centesimo. Mentre gli altri Paesi, europei e non, decisero di rinunciare a più di metà della somma dovuta da Berlino.

    Il 24 agosto 1953 ventuno Paesi (Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia), con un trattato firmato a Londra, le consentirono di dimezzare il debito del 50%, da 23 a 11,5 miliardi di dollari, dilazionato in 30 anni. In questo modo, la Germania poté evitare il default, che c’era di fatto.

    L’altro 50% avrebbe dovuto essere rimborsato dopo l’eventuale riunificazione delle due Germanie. Ma nel 1990 l’allora cancelliere Kohl si oppose alla rinegoziazione dell’accordo che avrebbe procurato un terzo default alla Germania. Anche questa volta Italia e Grecia acconsentirono di non esigere il dovuto. Nell’ottobre 2010 la Germania ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato del 1953 con il pagamento dell’ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro. Senza l’accordo di Londra, la Germania avrebbe dovuto rimborsare debiti per altri 50 anni”.

    Fonte: il sole 24 ore

    Fatelo girare.
    La storia si può ignorare, ma non si può cancellare.

  • Tutti insieme contro la tedesca. Si può fare, ce la possiamo fare.

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