menu

ADRIANO TANGO

Parliamo d’altro

Un monito dei tempi andati, quando a governare la conversazione a tavola era il papà, o nei salotti il padrone di casa: gli animi si scaldavano, oppure si toccavano temi inopportuni in generale, e allora scattava il monito.
Invece io intendo proprio proporre un incentivo nuovo, e questo perché la sensibilità a rilevare l’umore generale del blog mi induce a parlare di nuove proposte, e riportare il momento epocale che stiamo vivendo solo nei suoi giusti spazi, quelli del post in evidenza.
Ce lo suggerisce Guido Antonioli, appena entrato, con un tema ovino: “E a me pare di udire diffondersi nelle strade italiane il patetico ruggito delle pecore” e rincara Ivano: “…cambiano le sfumature, … però tutti con l’ambizione di distinguersi inventandosi un titolo.”
Giustissimo, parliamo d’altro, ma non per uscire dal gregge, o, secondo la visione ittica di Rita per “ nuotare controcorrente, intendendo con ciò in primo luogo una indipendenza dai luoghi comuni dello spirito”. A dire il vero Rita ci ha regalato un post che “parla d’altro” (#ioleggoacasa) , come Marino del resto (Bergamo Bella. Un diamante lombardo), e in questo senso io intendo proprio parliamo di altre cose!
Personalmente, da quando è scoppiata la prevedibile bomba, ho dovuto stare in corrente, per formazione, ma ho già traslocato per gli aggiornamenti sul post dedicato in evidenza, con gli estratti dal quotidiano medico online DottNet, e quello è un tema medico, ci sta, e così continuerò, ma per il resto…
Ma scusate, i carcerati in cella parlano delle sbarre, del secondino, del direttore, o non si incentivano forse l’un l’altro a volare con la fantasia? A liberarsi attraverso le sbarre, e non abbattendole? (oddio, a volte anche).

 

“Giovanni, la prima cosa che farai quando uscirai….” .
“Ah Pasquale caro, non mi ci far pensare… appena esco…” (emh, non si può proseguire, in questo tipo di confessioni carcerarie, di solito si finisce sul prosaico).

 

E allora parliamo d’altro, fossero anche temi di evasione.
C’è tanto di più da dire, perché abbiamo la disgraziata occasione di vivere in un momento cardine dell’Umanità, in cui tutto può succedere (scusa Marino, non mi è sfuggito il tuo report dalla stampa di opinione contraria).
E allora, io pur restando molto “contàgiosologico”, contavo, avendo aperto il portellone alla mia arca, di aver avviato il nuovo corso, e invece pare che stiamo facendo come i miei uccellini che “ nati in gabbia quando per una disattenzione riescono a evadere… Si guardano intorno smarriti da tanto spazio…” .
E voi direte, se non son pecore son pesci o uccellini… se questo è il tuo parlar d’altro andiamo allo zoo allora!
Anche, parliamo di una natura che in meno di un mese si è intrufolata in città, selvatici compresi: li dobbiamo proprio sloggiare, o si può stilare una sorta di regolamento coabitativo interspecie?
Sicuramente ci butteremo sul profitto, sul PIL, insensatamente anche questa volta, ma le modalità almeno saranno diverse.
L’auto: ci interesserà ancora la macchina nuova? La condivideremo? e se poi ci infettiamo? Allora tutte in affitto e in car sharing?
Le vacanze, umh il mondo è ancora tanto infetto- La multiproprietà, e chi si fida a entrare dove sono stati altri. Le crociere: sono dei pabula di germi, come no, per salire a bordo e non sapere se scenderai mai!
Ci si daranno baci solo con il test di negatività in evidenza?
E il mestiere più antico del mondo?

 

“Hai pagato l’assicurazione … ma no, è compresa nel servizio del general contractor!”
“Sai cara questa sera faccio un poker in remoto, tu con chi ti colleghi?”
“Mamma vado a vivere con… è in regola, tutta vaccinata! Affittiamo un po’ di mobili per 200 € e siamo a posto. “
“E pensare quanto ci piaceva prima chiacchierare toccandoci ogni tanto, ma che ci trovavamo?”
“Sai,con tutto quel che ho dovuto imparare di informatica per non restar solo ai tempi del virus…”

 

Coraggio, il gioco può essere di evasione, ma anche costruttivo, di aspirazioni.
Abbiamo avanti una bella tabula rasa, non solo non è detto che dobbiamo collocarci i soliti oggetti, ma non ci sarà nemmeno possibile!
Forse sarà comunque un mondo con tutti i nostri peggiori istinti, ma chi lo può dire che qualche spigolo non riusciamo a smussarlo se teniamo la rotta nel grande caos?
E comunque sarà diverso, bisognerà re-imparare a viverci, oppure inventarselo!
E ricordiamoci che fuori dal coro si può stare in tanti modi, rallentando e lasciando passare gli altri, deviando a destra, a sinistra, facendo il gioco dell’oca, oppure correndo più veloci, che fra l’altro è il modo migliore per mantenere l’equilibrio.

ADRIANO TANGO

04 Apr 2020 in Società

5 commenti

Commenti

  • Sì, un pensiero alle prostitute, ormai in fila alla mensa della Caritas, e al sesso da cui i giovani si asterranno per un po’. Pare che non ci si baci più neppure in camera da letto. In questo modo avremo risolto il problema demografico: tra vecchi che muoiono e bambini che non nasceranno il pianeta si alleggerirà.Se poi ci mettiamo anche l’aria ormai depurata dall’inquinamento credo che un po’ di ottimismo sia doveroso.

    • Yes boy! E non trovo per niente il nostro pensiero irriverente. Siamo marinai!

  • Cambierà tutto, Adriano, almeno fino al vaccino (entro un anno, forse). Ma cambierà molto anche dopo il vaccino, soprattutto nella nostra scala dei valori (tu fai degli esempi puntuali).
    O ce lo auguriamo: ma stiamo tutti attenti perché può accadere che tutto cambi perché nulla cambi (il business è sempre pronto a sfruttare le situazioni: già gli spot pubblicitari si sono adattati!).

    • Baci
      Caro Piero, ma noi non chiediamo che cambi la sostanza, perché i motori comportamentali primari li abbiamo incisi nel DNA, ma il come. Il senso di una corsa fra adolescenti a chi arriva prima al fiume e una corsa su un bolide rombante a fari spenti nella notte rispondono alla stesa esigenza adrenalinica, ma le ricadute su un eventuale malcapitato incidentato o su tutti noi equamente ripartite in termini di tossicità ambientale sono ben diverse! Ed è indubbio che le azioni saranno, al pari di un’ameba che va verso un gradiente chimico ambientale, saranno guidate da attese di ricompense, ma la modulazione sulla coscienza dei prezzi da pagare e sui benefici secondari ottenibili ci condizionerà. Esempio: posso lavorare da casa, non mi lascerò più imporre di andare in ufficio. Io azienda voglio i cervelli migliori, metterò lavorare in remoto fra i benefit.
      C’è poi l’impatto della povertà: le filosofia economica del dopoguerra ha esalato ll’ultimo respiro, si scoprirà che il cibo è ancora un ottimo affare, stati e sistemi di potere interconnessi in un groviglio inestricabile cadranno a fondo trascinandosi l’un l’altro, fra i meno fortunati i bambini moriranno poco dopo la nascita e nel nostro gruppo sociale che raccoglierà le ultime vestigia di un passato in tumultuosa espansione per un bel po’ sarà difficile mettere nei propri scopi la discendenza. Insomma non è come le altre pestilenze! Lascerà un netto segno comportamentale sociale. A noi cercare di spingere verso quanto riteniamo sia meglio conservare delle abitudini e stili in così poco tempo adottati.

  • Ho scritto quanto sopra su un file già in uso di una lettera a mio figlio Dario, che si concludeva con i baci, e così son finiti a te. Un errore, ma meritati, soprattuto in tempi di divieto.
    Perché scrivo e non telefono a mio figlio? Perché sono all’antica e mi sebra di sprecare le parole affidandole alle vibrazioni sonore.

Scrivi qui la risposta a Piero Carelli

Annulla risposta

Iscriviti alla newsletter e rimani aggiornato sui nostri contenuti