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ADRIANO TANGO

Torneranno i ciompi?

È inutile dirlo, mi raccordo direttamente alle aspirazioni di Piero, che non son per niente dreams, perché qualcosa succederà, ma anche al filo generale del discorso, quale si sta dipanando.
Vediamo un po’, ci proviamo a intravedere cosa può attenderci?
Prima però dobbiamo, come già dicevo in discussione nel post di Piero, “prendere le misure” alla nostra epidemia e alle nostre diseguaglianze!
Un’epidemia esaspera gli animi e le diseguaglianze, e generalmente a essa segue un secondo evento traumatico, che tende a riequilibrare, a portare giustizia.
Questo meccanismo è costante, e verificabile da quando le epidemie hanno fatto storia. Essenzialmente dopo ci sono certi beni in surplus, specie terre e immobili, ma gente che ha ancora più fame. Ma attenzione, questi diseredati sono ora in condizione di alzar la posta, in quanto insostituibili con la mortalità che c’è stata, perché i ricchi senza forza lavoro perdono il valore simbolico che diamo al denaro.
Ora il valore delle cose, del denaro stesso, non ha più nulla di concreto, mentre l’attuale epidemia, si spera anche a torta finita, non lascerà tali vuoti dietro di sé da far rimanere troppi beni terreni senza padrone. E poi la forza lavoro si è di molto ridimensionata.
Quindi come facciamo a trarre una lezione dalla storia?
Nella rivolta dei ciompi ho trovato lo scenario forse più riconducibile all’attuale.
Richiamo storico: la peste del trecento, giunta lungo la via della seta in Europa, non risparmia Firenze, dove approda grosso modo nel ’48. La scienza contemporanea conferma le descrizioni del Boccaccio: non una pestilenza, ma la vera peste nera; ed è vera strage e terrore. I Ciompi, lavoratori del tessile, non sono riconosciuti in nessuna corporazione. Si erano già ribellati nel ’44, ma il 24 giugno 1378 i Ciompi occupano il Palazzo dei Priori e questa volta, almeno temporaneamente, ce la fanno: il loro leader Michele di Lando è eletto gonfaloniere di giustizia.
Il successo sarà effimero, perché il loro campione, un arruffapopolo sullo stile dell’attuale… no, non si può fare il paragone che vorrei, non è all’altezza della situazione, e le fasce della borghesia alta e della più bassa fagocitarono l’insurrezione.
Ma non sarà per niente, come sempre.
Ma che c’entriamo noi? Similitudine: era comunque vigente un governo repubblicano, con ampio potere demandato alle corporazioni, e il potere esecutivo al gonfaloniere di giustizia, ma in realtà le fila dell’ordito erano al tempo come ora tenute dal potere economico. Dalla piccola Firenze questo potere era tale da determinare l’andamento delle guerre dei grandi stati: Francia, Inghilterra…
Attualmente dalla delegittimazione di molti regni è derivata una frammentazione dei confini, che nello scacchiere mondiale assomiglia un po’ alla Toscana dell’epoca, ma alle spalle di questi oltre duecento potentati, più o meno democratici, si muovono centri di potere che ben conosciamo, o forse no: aziende multinazionali, di cui 147 particolarmente potenti, le grandi banche, e gli altri gestori finanziari, e poi i signori dei dati, le organizzazioni non governative, le mafie etniche con capacità spesso superiori ai paesi di origine, le Chiese (altra cosa dalle Fedi) e le sette… Questo groviglio come sappiamo impedisce azioni di rivendicazione dirette che non si rivolgano contro come un boomerang. E come all’epoca di cui parliamo senza il contributo di tutte le corporazioni il potere economico si afflosciava su se stesso se mancavano troppi tasselli, così sarebbe ora di fronte ad azioni dirette.
Il senso dei capitali perde di fisionomia e di struttura, ma la dinamica degli eventi per cui ciò avviene sfugge anche a una visione esperta.
Chi questa volta mitigherà l’involontaria ingordigia dei signori occulti? Involontaria perché nella competizione del tutti contro tutti la vedo più come una legittima difesa, e poi non hanno più nemmeno un nome, come scatole cinesi che a fine ciclo ricomprendono se stesse.
Eppure la disgregazione sarà palpabile, se ne vedono i primi segni, e non credo alle dietrologie che vedono una regia unica tanto forte da gestire la crisi.
A caccia di giustizia ci prepariamo a una lotta di corporazioni? Da qualche proposta di legge se ne vedrebbero le avvisaglie. Come reagirà il grande gioco al definitivo svuotamento di potere di certi imperatori da operetta?
Eppure qualcosa accadrà, ma come?
Io non riesco ad andare oltre la similitudine, ma ci son delle belle differenze!
Signori politologi aiutatemi.

ADRIANO TANGO

14 Apr 2020 in Senza categoria

49 commenti

Commenti

  • Il 24.6 non è poi così lontano, non abbiamo un Di Landi ma un Landini, non un palazzo dei priori ma… no, chiudo con le similitudini, che se poi davvero succede…

  • “NIENTE SARA’ PIU’ COME DOPO”. Titolo di una pagina delL’Espresso

    • Sono un informato corsaro, secondo la terminologia d un nostro amico che ora pare snobbarci, insieme a tutte le sue controfigure: nello specifico? Come si può accedere a un riequilibrio senza stravolgimenti che farebbbero più male a quelli che ora stanno meglio?

    • I maestri di pensiero dell'”Espresso” spiegano anche cosa vuol dire?
      Mi sfugge il senso dello slogan, se ne ha uno.
      Adriano due cose sono certe: 1) la Storia non ripropone mai la stessa minestra, che riscaldata cambia continuamente sapore, perciò sapere oggi quale tipo di rivoluzione scoppierà domani è impossibile; 2) il 24 giugno, con maschera e guanti d’ordinanza, ognuno per conto proprio saluterà il solstizio. La sola cosa reale. Fino al prossimo stravolgimento celeste, ma che io sappia dovrebbero mancare ancora nove anni e la Nasa ha già messo le mani avanti: è tutto sotto controllo.

  • E’ semplicissimo da capire. Niente sarà come prima, ma quello che sarà dopo lo potremo capire solo dopo, ma dopo il dopo. Possiamo fare tutte le ipotesi possibili, ma non ne azzeccheremmo una. Tutti assistiamo agli eventi, ma mai facendone parte. “La storia siamo noi” assume in questo momento quel senso retorico che può servire a fare racconto, narrazione, fantasia, fantascienza, poesia,speranza. Niente che abbia a che fare con la realtà, come con questo virus che ha mandato a farsi fottere porgetti per alcuni, il futuro per altri. Qualche mese fa chi avrebbe mai immaginato tutto questo? Siamo ora nella condizione non solo di non interpretare il presente, causa effetto, ma neppure di prevedere il futuro capovolgendo il concetto aristotelico del sapere come conoscenza delle cause. Ora, noi conosciamo fino ad un certo punto questo virus, individuandolo come responsabile di questo stravolgimento epocale, ma non essendo in grado di immaginare una possibile soluzione, se non per tentativi, non siamo appunto in grado di prevederne gli effetti se non quando questi saranno causa di qualcos’altro. L’ha raccontato benissimo Adriano in questo suo post. Il dopo che immaginiamo non sarà quello che la nostra fantasia rivoluzionaria è in grado di immaginare. Chiaro?

    • Non sono convinto. “Qualche mese fa chi avrebbe mai immaginato tutto questo?” Ti regalerò una copia del mio “La baia” dove tutto è descritto nei particolari più minuti. Ultimi tasselli le sepolture comuni nel parco (le mie erano alle “montagnole” a Bologna) e il ruolo del Celio e dei militari in generale. Era previsto perché non poteva essere diversamente. Ora per prevedere il dopo non serve inseguire le cause e gli efetti, a muoversi secondo la fisica dei gas, leggi probabilistiche. Qualcosa di concreto si potrà dire una volta stabilito chi ci ha perso di più.
      C’è poi lo sostamento della guida verso oriente: Cina e India sbaragliano gli US, ma chi ci ha lasciato le penne (non i morti, i capitali) non ha sede. Quale fascia è ora sotto pressione?

    • Non osavo metterla su questo piano, mi sembrava una spiegazione troppo scema. Banale. Comunque, grazie.

  • Un dato è certo, quelli di noi che erano adusi a lasciare un pochetto di spazio per il pensiero, hanno avuto/hanno/avranno a disposizione praterie inusualmente ampie per lasciare che il loro pensare si sviluppi adeguatamente!
    Ma i “ciompi” non sono tra quelli!
    Pavento che possa accadere che qualche mente perversa, dotata di …”pensiero furbo” anziché “intelligente”, si butti sui “ciompi” per usarli a fini propri, di ambizione, di pre/dominio, con ingannevole narrazione degli accadimenti e delle prospettive, puntando a risultati deleteri per la nostra democrazia.
    In tale visione spero, confido che l’approssimarsi della data del 25 Aprile venga vissuto con il dovuto senso di attenzione e consapevolezza del suo portato storico, rivisitando gli accadimenti che a quella data hanno portato e traendone gli insegnamenti che ci evitino di ricadere negli stessi errori!
    In quest’ottica mi associo alla visione di Carlin Petrini, fondatore di Slow Food e uno degli ideatori dell”iniziativa:
    “C’è bisogno di ripartire, ma con un progetto diverso, che dia più attenzione ai poveri, agli ultimi, all’ambiente, ai rapporti tra le persone”. Nasce con questo impegno l’appello a ritrovarsi in una piazza virtuale il 25 aprile, sulla piattaforma http://www.25aprile2020.it/ e reltiva donazione: https://www.gofundme.com/f/25-aprile-2020-io-resto-libero?utm_source=customer&utm_medium=copy_link&utm_campaign=m_pd+share-sheet
    Per i 75 anni della festa della Liberazione in un’Italia duramente provata, ma non piegata, dal coronavirus. Una mobilitazione della società civile, firmata da quasi 1.500 persone.
    “Dobbiamo impegnarci per un’altra ricostruzione, per fermare le guerre fratricide e batterci contro i nemici che oggi sono un nuovo virus che miete vittime in tutto il mondo, i cambiamenti climatici, le diseguaglianze sociali.
    “Dobbiamo vivere questo 25 aprile impegnandoci a reinventare tante cose, cambiare atteggiamento, facendo più attenzione alla natura per porre rimedio al disastro ambientale, progettando una globalizzazione diversa.

    • L’attenuazione dell’indifferenza sociale è un altro ottimo elemento. Ma qualcuno vede la possibilità di una scalata ai grandi capitali? Il corrispettivo attuale del palazzo dei Priori, mentre il gonfalòoniere può essere al massimo un capo di stato, ma come a Firenze allora contano i capitali.

  • Caro Adriano, ho avuto già il piacere di leggere “La baia” che mi hai regalato l’estate scorsa.

  • Non ho risposto a Rita (che poi se avessi delle risposte non farei a voi le domande!) ” la Storia non ripropone mai la stessa minestra” Vero, storicamente comprovato direi, ma di che segno sia sì, si può prevedere, se sarà dolce o salata, magra o grassa… Come a Ivano ho risposto che l’epidemia era prevedibile fino ai minimi particolari, così gli sviluppi del dopo, non nei particolari, ma nel senso, nella circolazione dei venti sono prevedibili, avendo molte certezze fra le mani, che non ho io, ma voi, messi tutti insieme, fate un quadro globale.
    Il verso è stato in passato quello di un riequilibrio sociale, SEMPRE.
    A Firenze allora, come ora nella città mondo, il potere economico si trastulla con la politica a suo piacimento, le tensioni, in senso di diseguaglianze, sono sicuramente ancor maggiori, ma la scalata al potere economico vero, con tutti questi giochi di scatole cinesi, è immensamente più impervia, non ci sono più banchieri, re, padroni da impiccare, e allora, questa tensione di segno ben noto, cui l’epidemia serve come catalizzatore per fare scintille, in che forma emergerà?
    Certo, una certa perequazione si potrebbe ottenere anche ridistribuendo fra le corporazioni, cioè attuali fasce sociali, ma il capitale vero, avulso dalla realtà, il nuovo Re Sole quella bestia famelica che non produce beni, fatta di numeri a cui nulla di commestibile corrisponde, così impersonale e cieca da essere in grado di ribaltare un intero stato muovendosi semplicemente sbadatamente, con una scrollatina, resterà sempre annidata nel suo antro, cioè fra i meandri dei circuiti dei computer? Aiutatem a capire il nostro mondo, voi che siate ben informati.

    • Adriano, per quel che vale la mia opinione, mi sembra che tu abbia già capito tutto l’essenziale sul nuovo Re Sole, sulla Grande Bestia (e complimenti per la descrizione). Sono altri che ancora non l’hanno capito.

    • Adriano da quanti anni, infatti, tu ed io ci stavamo dicendo “prima o poi ci metteranno sotto i tacchi con una bella pandemia”? Ecco, ci siamo.

  • Sogno anch’io, Franco, una società come quella enunciata da Petrini e mi piacerebbe davvero che il 25 aprile sia una grande manifestazione unitaria – virtuale – che dia indicazioni chiare sulla “ricostruzione”, ma temo che l’evocazione del tumulto dei Ciompi di Adriano non sia del tutto fuori luogo. Anzi!
    Già ora, che siamo ancora nel pieno dell’emergenza, sono iniziate le prime schermaglie. Già ora sono partite le prime denunce alla Magistratura.
    Temo che ci sia un’esplosione di rabbia contro chi ha gestito male l’emergenza (a livello centrale e territoriale).
    Tempo che, dopo che sarà finita la copertura della cassa integrazione, e si conteranno i posti di lavoro perduti (solo negli Usa sono già sparite decine di milioni!), il malessere esploderà.
    Ed esploderà da parte di tanti professionisti e piccoli e medi imprenditori che potranno allargare a dismisura l’area della povertà.
    Se imboccheremo la strada di una depressione ancora più grave di quella del ’29, sarà una tragedia e solo un nuovo New Deal potrà salvarci e un nuovo Roosevelt.

    • Grazie amici! mi state portando a tratteggiare il quadro, e grazie Piero del richiamo storico, le corrispondenze sono sorprendenti! E noi stiamo cadendo nella stessa trappola? Ma se quei provvedimenti fossero presi u po’ prima, forse si potrebbe evitare di toccare il fondo, o è proprio necessario?
      Attenzione, il monito di Rita a questo punto è imperativo: ” la Storia non ripropone mai la stessa minestra, che riscaldata cambia continuamente sapore”. Non sarà la stessa perché da allora non cambia solo la cornice, ma il tessuto stesso su cui è dipinto il quadro! Essenzialmente ora c’è di mezzo il catalizzatore pandemia, le cose sono più veloci, e soprattuttto alla fine di un’emergenza che tuttto sommato tiene la gente buona gli equilibri geopolitici saranno stravolti, con i paesi portabandiera del neoliberismo prostrati e quelli che l’hanno appreso per mantenersi in competizione in vantaggio. Ma quelli sono paesi con tanto pelo sullo stomaco!
      E allora che succede? Non possiamo fare qualcosa prima?
      I ciompi non trovarono di meglio che un imbranato da proporre: tal Di Landi; forse il nostro Landi – ni ha studiato di più. Ma soprattutto mi chiedo, gente che ancora si ispira al neoliberismo, lo capisce o no che gli sta rimanendo il tizzone in mano?
      Scusate, sto scivolando in politica, ma io non sono capace! Non ci capisco niente!

    • Adriano il “nostro” Landini non ha mai lavorato, ha fatto per tutta la vita il sindacalista, e perciò non mi sembra adatto ad affrontare una crisi economica senza precedenti. Sono sicura che il meccanico, l’idraulico, il falegname e il salumiere saprebbero essere più pratici e realisti.
      Alla tua domanda “non possiamo fare qualcosa prima?” risponderei che il “prima” era 20anni fa e quel treno lo abbiamo già perso. Ora siamo nel “durante” e dunque la sola cosa che si può fare è “uscirne”, dopo di che si penserà al “dopo”.

  • Piero, qui un uomo (ominicchio, in realtà) e i suoi accoliti hanno distrutto un Paese. Hanno lasciato più macerie di una guerra. Fosse scesa in Italia un’orda di Unni avrebbe fatto meno danni. E non è ancora finita. Tu pensi che non dovranno pagare nulla? Io spero vi sarà una giustizia. Ma ci conto poco.

  • Ma Rita giocavo! Era solo un’assonanza con cui giocavo, mi è pure antipatico! Tuttavia di improvvisati ce n’è tanti e da tutte le bande. Piero, Roosevelt non ha fatto cose geniali, ma le cose giuste avendo il coraggio di farle, e la fortuna di vederle passare, grazie alla grande paura che dilagava. Non voglio fare discorsi di destra e sinistra, ma solo mettere in rilievo che in fin dei conti una società matura un virus che si mette di traverso lo doveva ingoiare senza difficoltà. Ora invece quelli che son pronti a fare per ripartire stanno solo cercando di capire da che parter c’è da guadagnare.
    Ma è così difficile da capire che il profitto non può essere il motore di una vita sana? Non sono un moralista, non disprezzo il denaro, ma a un genitore che fasentire al figlio espressioni come “far soldi” mollerei un ceffone.
    Hanno fatto lo shampoo a una generazione di miei coetanei, e fior di cervelli, uomini della finanza di alto livello, onesti, che conosco, ci sono cascati. Così invasati che ogni discorso è stato inutile, quasi si stessero affrontando i misteri della fede.
    “Se il denaro gira produce liquidità, e stiamo tutti un po’ meglio” è una bugia!
    Non c’è etica!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Se uno guadagna un’altro perde, non ci possono essere due che guadagnano, e chi metterà rimedio a questa stortura, questo cancro del pensiero e del costumee che porta sciagure? E’ di queesto che stiamo pagando il prezzo, questa la fonte dei guai dell’umanità.
    Vedete? Non parlo di politica!

    • Dici bene, Adriano. Ma non saranno delle riforme politiche o economiche a guarirci da questo cancro. Bisogna che la gente imbocchi una strada spirituale antitetica alla religione del denaro. Non occorrono analisi e strumenti scientifici ma profezie, visioni lungimiranti. Siamo lontani.

    • No, Roosevelt non è stato un fenomeno, sono d’accordo. Senza contare che l’epopea dell’uomo solo al comando è tramontata e trova in personaggini come Conte, Macron, Merkel, Trump, eccetera una perfetta parodia, ovvero la fine di un mondo.
      Serve un “sistema” strutturato ed efficiente. Ora non vorrei fare una lezioncina di storia antica (certi piaceri me li tengo tutti per me) ma credo che non sarebbe una cattiva idea se invece di guardare avanti senza vedere niente cominciassimo a voltarci indietro. Non so se avete presente da quali mostruose catastrofi ambientali e sociali usciva l’umanità circa 6mila anni fa. E come hanno fatto gli Indoeuropei a ricomporre i cocci di un continente grande come l’Eurasia? Attraverso un sistema trifunzionale astuto e intelligente che tenne insieme regalità, sacralità ed economia. L’idea funzionò talmente bene da giungere quasi intatta alle porte delle cosiddette «forme democratiche» che segnarono il definitivo rovesciamento della sovranità e dell’autorità, producendo le disfunzioni che conosciamo.
      Oggi le tre funzioni basilari (regale/sacerdotale, guerriera, produttiva) si sono fuse nella più prosaica figura dell’«esperto». Un individuo che a modo suo è un po’ re-sacerdote, millantando il suo intervento come «provvidenziale», e un po’ guerriero, sapendosi imporre in ambiti fuori dalla sua cerchia, ma anche un po’ produttore in quanto «pilota» delle nuove macchine della modernità, siano esse tecnologiche o finanziarie. Peccato solo che questa concentrazione di funzioni vitali nelle mani di un’unica categoria di persone abbia avuto l’effetto di confondere e svilire i diversi piani dell’esistente, che avrebbero dovuto rimanere distinti.
      Risultato: caos, confusione, approccio meramente empirico e utilitaristico, ognuno dice la sua. Diventa vero quel che è conveniente, mentre il superfluo non si distingue più dal necessario.
      Se avessi la bacchetta magica opterei per il sistema trifuzionale: un politico/diplomatico, un “guerriero” capace di relazionarsi con il popolo raccogliendone le istanze, un imprenditore/economista. Insieme. Via tutto il resto, a cominciare dalla burocrazia che è l’ufficio complicazioni cose semplici. Succederà, intendiamoci, ma non so se vivrò abbastanza per vedere il cambiamento.

  • Scusate, ma in questa tragedia, oggi sono riuscito a farmi una risata. Devo ringraziare “Repubblica” che, in un articolo, scrive: “il filantropo Bill Gates”.

    • Fa il paio con il filantropo George Soros.
      Prossimamente lo dichiarerà anche il Ministero della Verità.

    • Signor Cadè, sia gentile. Sfogliando anche ora il giornale di ieri non sono proprio riuscito a beccare l’articolo di Repubblica dove è scritto che Bill Gates è un filantropo. Non perchè dubiti della Sua onestà intellettuale, ma mi piacerebbe proprio sapere a firma di chi, e quando, è stata data questa sintetica e riduttiva definizione. Perchè sappiamo tutti che Bill Gates è anche altro e forse il contesto aiuterebbe a capire. Prima di gettare discredito sul mio giornale di riferimento. Naturalmente considererò una non risposta la conferma dei suoi pregiudizi. A meno che a scusante non mi risponda di averlo già usato per altro prosaico scopo. Grazie

    • Signor Macalli, non mi va di perdere tempo in ricerche per colpa della Sua incredulità. Le assicuro che non mi invento mai nulla. Se Lei non crede a quello che scrivo, pazienza. Comunque, può trovare il licantropo qui:
      https://www.repubblica.it/esteri/2020/04/15/news/coronavirus_nel_mondo_trump_ordina_stop_ai_fondi_usa_per_l_oms_i_suoi_errori_costate_vite_umane_-254041786/?ref=RHPPLF-BH-I254041790-C8-P6-S1.8-T1&fbclid=IwAR153x6VQwFq8gR3hFgyptx3-WpMvpoRENzEr1elLM81PKOlPOQN7Hv2K7M

  • Da vocabolario lo sono. Secondo voi perché no?

  • Personalmente (ma posso sbagliami) credo che le tensioni del dopo Covid-19 saranno tali e i problemi da affrontare saranno tanto grandi che ci sarà bisogno di un governo di unità nazionale.

    • Sarebbe una bella prova di maturità! Se chiedessi, da ignorante, sotto che guida, cadrei in tecnicismi e in spirito da tifoseria. Ma se qualcuno lo dice ascolto volentieri

    • Adriano, non è difficile risponderti. Saremo guidati da Big-Pharma, Big-Banks, Big-Oil, Big-data, Big.media, Silicon Valley, Arms Industry. Questo è il Governo. Se però vuoi sapere i nomi dei loro burattini o dei loro lavacessi, quelli non li so. Ma penso si possano trovare in qualche lista degli invitati al Bilderberg. E comunque i nomi dei funzionari non hanno importanza.
      P.S.: ovviamente sto giocando al “piccolo cospirazionista”.

  • Strano, o segno di maturità? che i “casi particolari” della politica non abbiano coinvolto i dibattenti di Cremascolta. Intendo polemmiche sterili queli Mes, rischio mafia… Spete, siccome sono allergico ai giornalisti io imparo da voi.

  • “Tuttavia molti osservatori americani indipendenti, per esempio il filantropo Bill Gates, sostengono che una delle lezioni di questa pandemia dovrebbe essere un rafforzamento della cooperazione internazionale”
    Io non ci trovo niente di sbagliato in quello che dice Bill Gates, soprattutto in contrapposizione a quanto ventilato dal parruccone con riporto arancione. Non capisco il perchè della Sua ironia, quella di Gates a me sembra proprio una dichiarazione da filantropo, non da licantropo. E tutto questo, un articoletto in linea, dimostra la conoscenza approfondita del quotidiano che Lei tanto dileggia. L’onestà intellettuale richiederebbe un’analisi più approfondita, non crede? Anche perchè in certi approfondimenti, che Lei forse non legge, troverebbe quell’assonanza che esclude a priori. Peccato. E questo sarebbe un complimento, ma pazienza.

    • L’hanno chiamata Operation Gridlock Michigan. Per ora è difficile capire da dove arrivi e dove vada. Stiamo a vedere.

  • Signor Cadè, credo che non ci si capisca. Credo anche, tra i tanti blogger e commenti, di essere stato tra i primi a porre la questione della violazione dei diritti umani e delle libertà individuali.

    • Signor Macalli, che noi ci capiamo o no, al momento non ha nessuna importanza. Qui c’è qualcuno che forse non ha ancora capito che stiamo attraversando la più grave crisi della democrazia dal secondo dopoguerra.
      La gente che per 70 anni si è riempita la bocca di ‘resistenza’ e di ‘liberazione’ adesso cosa fa? Son diventati senza accorgersene dei neo-fascisti. Pronti a piegarsi ai nuovi Salvatori.
      Si giudica il passato e non si vede il presente. Tipica presbiopia.

    • Direi che “la gente che per 70 anni si è riempita la bocca di ‘resistenza’ e di ‘liberazione’” è rimasta ferma con la testa a 70anni fa, e da là non si è mai più mossa. Mentre correva dietro al nemico defunto non si è accorta di quello vivo e vegeto, non ha visto l’avanzata del pensiero unico globale né la scomparsa della politica e della democrazia, che ovviamente nega. Siccome posso sposarmi con il mio vicino di casa, allora vuol dire che sono un uomo libero. E pure benestante, difatti mi “godo” le vacanze nel villaggio turistico Pinco Pallino che sembra una batteria per polli d’allevamento.
      Tra i “meriti” di questa pandemia c’è comunque quello di aver aperto gli occhi a tante persone. Un effetto sicuramente non voluto, ma altrettanto provvidenziale. Vedremo se l’uomo saprà fare buon uso delle sue illuminazioni o se si spegnerà subito dopo il vaccino. Questo oggi è impossibile prevederlo.

  • Giudicare il passato non ….”costa niente”, cercare di capire, e quindi di operare, sul presente è tutt’altro affare! In quest’ottica mi sentirei di ringraziare di esistere CremAscolta!

  • Cari amici, di fronte a due eccessi di indipendenza intellettuale vedo che siamo/siete, sia pur su fronti diversi, indignati.
    Non credo proprio che il faticoso cammino della storia del pensiero vada buttato via, casomai butterei via quei meccanismi di falsa certezza che storicamente producono l’effetto pifferaio magico.
    Facciamo un gioco: chiudiamoci in camera e proviamo a controllare, se tutta la responsabilità etica ci ricadesse addosso, fin dove saremmo disposti a spingerci?
    Io non credo che nessuno farebbe qualcosa di diverso da quello che si sta facendo.
    Fra poco si inizierà a rischiare sulla pelle della gente. In che senso? Nel senso che un margine di rischio variabile la Società se lo deve assumere.
    La stessa storia delle acciaierie di Taranto: raggiunto un punto di equilibrio fra due rischi uomini saggi decidono n che settori e in che senso rischiare di più.
    Ridurre la visione sulla gravità di uno o l’altro dei due rischi non ripaga, e siamo in buone mani, una gestione fin’ora equilibrata.
    E tecnicamente, sbaglio o Raniero Guerra che ci parla dalla conferenza stampa quasi a serre alterne è il vicedirettore dell’OMS? Non mi pare che stiamo messi così male, direi che un Conte o un Salvini non c’entrino proprio niente.

    • Io credo che negli ultimi anni l’OMS abbia perso il 90% della sua credibilità. Di Salvini non me ne frega nulla. Conte spero che risponderà, con altri, delle gravi violazioni dei diritti umani di cui si è macchiato.

  • A Erba (Como) la sindaca eleva sanzioni a chi, uscendo per far spesa, non compra almeno 8 prodotti.
    Ad Anzio un’infermiera si vede portar via i figli perché il suo lavoro li espone al rischio di contagio. Si comincia così ad affermare il principio di ‘separazione delle famiglie’ per motivi sanitari.
    Ad maiora!
    Se per voi questa non è follia pura, non abbiamo più niente da dirci.
    https://www.youtube.com/watch?v=qIUzv4I0o3I

    • Otto prodotti? Meno male che non leggo il giornale, non è che me ne farebbero comperare 8? Scusa la scherzosa entrata Livio…. effettivamente oggi ho fatto acquisti all’IPER, che evito in genere, perché mi serviva un tagliabarba, e lì me l’hanno segnalato mentre il Brico quel reparto l’ha chiuso. Finito il serpentone di carrelli, o quasi, una gentile signora ni ha avvvertito: “Guardi che sono ammessi solo ingressi col carrello, la fanno tornare indietro!” Capito? Ho dovuto barattare con qualcuno un carrello a due euro per riempirlo con il prezioso aggeggio da civil mostranza. E già, perché mica c’è uno fuori che controlla quanto hai comprato, se ‘sto carrello è veramente pieno!

  • Penso che i Ciompi, Adriano, siano già tornati. Mi spiego.
    Raramente si è visto nella storia tumulto più borghese di quello dei Ciompi. Allora, a Firenze, si diceva “nobiltà”, “popolo grasso”, “popolo medio” e “popolo minuto” (o “popolo magro”). Oggi, con la nobiltà messa come sappiamo, si dice “alta borghesia”, “media borghesia” e “piccola borghesia”. Proletariato e sotto-proletariato c’erano allora, ci sono oggi e mi sa che ci saranno domani, solo che nella vicenda dei Ciompi non c’entrano. Quindi, coi Ciompi, niente che avesse a che fare con rivoluzioni proletarie, più risalenti o più recenti o prossime venture. Bene, veniamo al punto.
    Il popolo minuto o magro, quello ciompesco, chiede alcune cose per avvicinarsi al popolo medio. In pratica, per farla breve, si ottengono, tra le corporazioni che oggi diremmo “borghesi” (un po’ come certi ordini professionali, però coi colletti più blu che bianchi), tre nuove “arti” ufficiali, con relative guarentigie: Ciompi (appunto), Farsettai e Tintori. Insomma, come se oggi la corporazione dei tassisti o dei benzinai di una regione riuscisse a spuntare qualche riconoscimento e vantaggio in più e facesse eleggere a presidente di quella regione uno di loro (là a gonfaloniere di giustizia, Matteo di Lando).
    Una tipica faccenda borghese, tra borghesi, per diventare ancora più borghesi. Con la brutta fine del prescelto, che poi finisce cacciato a Volterra. Anzi, quasi subito spunta uno dei primi Medici che, quasi passando di lì per caso, comincia a buttar lì qualche idea bancaria delle sue (Salvestro era cugino di Giovanni di Bicci, il fondatore del notissimo e borghesissimo casato). Machiavelli ha pagine notevoli su questa vicenda. Una vicenda in cui si rappresenta un tipico tumulto piccolo-borghese.
    Ma noi, Adriano, dopo quel grande tumulto piccolo-borghese che fu il fascismo (anche quello, come sappiamo, subito riassorbito dalla borghesia maggiore), un altro, molto più piccolo, tumulto piccolo-borghese l’abbiamo già avuto proprio di recente. Quello del 4 marzo 2018. Non “torneranno i Ciompi” perché i Ciompi son già tornati. Due anni fa, con quel piccolo tumulto piccolo-borghese (basta ripensare, Adriano, a quella campagna elettorale). Ovviamente, anche questo piccolo tumulto è in via di riassorbimento.

  • Pietro, 4 marzo 2018. Parallelismo azzeccatissimo.

  • Rispondo a Pietro e Ivano: convincente, una cosa fra borghesi in cui l’alto livello non si sporca le mani. E allora, non si neghi che la temperatura degli animi è alta, mentre la comprensione dei problemi veri non è mai stata così bassa. Il problema è nel mostro autoalimentante, il vampiro che non è né alto né basso ceto, perché privo di connotati. Un lievito impazzito che richiede farina non per far pane, ma per abbassare il proprio PH e inacidire il mondo intero. Chi e come potrà dar la scalata alla caverna sul monte? Anche questa tornata di fermenti sarà infruttuosa?

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