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PIETRO CARRA

25 aprile dal sidas al sidus

La mia amica Fabia, vera emiliana core de Parma. Una volta le ho fatto uno scherzo telefonico, che ero un certo Amedeo, incontrato sul treno per Roma, che avevamo parlato, ecc. Lei giustamente non si ricordava, io insistevo ecc. poi passavo al dunque dopo molte manfrine, e me ne uscivo – ascolta, ho bisogno di soldi…

Ora non so quante donne o uomini avrebbero, dopo un breve sconcerto, come lei risposto: – va beh e quanto ti servirebbe… – tanto per dire la persona.

Figlia di senatore PCI della generazione resistenziale fatta di quei personaggi che prima di portare a casa una gomma da cancelleria dall’ufficio si sarebbero fatti fucilare, scienziata quasi celebre nel suo campo, donna di attitudini multiformi spesso fuori dal comune, umanità straordinaria ecc., eppure in questo frangente è stata capace (come molti) di manifestare all’inizio dell’epidemia una specie di soddisfazione togliattiana sulla famosa giustizia immanente nella storia riguardo all’epidemia lombarda, favorita secondo alcuni dall’inquinamento e dalla frenesia industriale e monetifera.

Come è possibile? Ora io azzardo una spiegazione che mi procurerà molti haters, ma sappiano questi che all’occorrenza io sono il peggior hater di me stesso. Semplice: questa è SIDAS, ossia Sindrome Da Sinistra. Io la conosco bene, perché l’ho avuta anch’io, nella forma più acuta. È impossibile in questa sede raccontar com’io ne uscii, ma posso fare un esempio: la musica dodecafonica, una delle più colossali burle fatte all’intelligenza umana. Arrossisco: anch’io, come quasi tutti gli intendenti di/praticanti la musica classica per un periodo mi ero convinto che Respighi, Nino Rota, Villa Lobos, Castelnuovo Tedesco fossero pattume per la borghesia tardigrada e plantigrada, e mi sforzavo di trovar del rapimento in successioni deliranti di fischi stridii clasti ecc., ordinati o meno in cabale programmatiche di vario e sempre inutile tipo.

Poi vai a leggere e studiare e suonare, con la libertà di chi come me non ha mai, occorre dirlo, praticamente fatto un c**o nella sua vita, e capisci, a chiarissimi segni capisci che l’origine prima, la radice ascosa dell’opera di Theodor Wiesengrund “Adorno” (di cosa?), il creatore della psicopolizia musicale del secondo novecento, era un semplicissimo sentimento – rivolto ai creatori di bella musica, elevazione dell’anima e gioia del cuore – di odio e invidia. Dal brodo di coltura di questi due sentimenti, misto alla già putrida sostanza creata da un professore sfortunato alcuni anni prima, ciò che però si ricava con arte regia alchemica, e discende poi per li rami, è qualcosa che si presenta come un elisir leggermente inebriante, di elevazione personale e di contributo doveroso al progresso, in certo modo chiamando a raccolta degli spiriti eletti… L’effetto potrebbe essere paragonato a una cabina che in cui cresca la forza di attrazione verso il basso, schiacciandoti mentre ti dà l’impressione di sollevarti. Una volta che il sistema è diventato canone il gioco è fatto, la gente si aggrega per naturale e irresistibile forza di attrazione, per convenienza o per senso di ordine. Chi non aderisce a quel punto è un nemico del bene comune, o un perdente un po’ strano, o fascista, complottista, terrapiattista ecc.. È del pari così che un tempo con due o tre formule strutturaliste si poteva spacciare che so Pascoli per un arcade freudiano-regressivo o Riccardo Bacchelli per vergatore di fotoromanzi da crestaie ecc., impostando fulgide carriere accademiche e/o giornalistiche… ma lasciamo i fasti dell’ars critica novecentesca, cosa ormai di cui tacere è bello.

Venendo a noi, nella situazione attuale, è straordinaria questa linfa ecologista che par di cogliere sottotraccia nello sguardo che ne dà la Sinistra. Dovrebbero credo chiedersi qual è l’origine prima, la reale fons et origo di questo sentimento. Per conto mio io vedo che gli uomini e le donne in mascherina non hanno più il volto, hanno un muso. Significa qualcosa? Chi è l’ispiratore di queste idee che molto discretamente plaudono alle fabbriche chiuse? Con quale intento, realmente? Mistero fitto.

Oppure ad esempio Prodi, Monti, Fazio gente che va a messa tutte le domeniche, dovrebbero chiedersi se le loro belle, cosmopolite e umanitarie visioni socio-economiche non abbiano un a loro insospettato retroterra ideologico… a me verrebbe da dire antropologico.

Io ho sempre in mente un dialogo epistolare profondamente “europeo” tra Voltaire e Federico II di Prussia, in cui il generoso anfitrione invita alla sua corte il sagace libellista promettendogli come sempre un paio di ragazze solo per lui, e questi risponde facendosi due risate sui cristiani che “defecano e orinano il loro dio”. Un carteggio di straordinaria modernità, come si direbbe oggi… potrebbero farci delle dispense da allegare a qualche quotidiano della “grande stampa”… ma anche no.

Non so… i fratelli non mi piace troppo; i figli d’Italia, anche quelli che stanno all’interno della sua robusta tradizione anticlericale, hanno un modo di scherzare diverso…

Esiste allora un Principio primo falsificatore, un virus Sidas capace di infettare soprattutto le persone colte, che partendo dall’odio, dall’invidia, dalla volontà distruttiva, utilizzi come vettore le idee umanitarie, progressiste, evolutive ecc., pervertendole sistematicamente?

Ma per dire ora: siamo sicuri, amici? Che in questo momento sia opportuno gravare i vertici politici lombardi con persecuzioni giudiziarie, come quella attuale sugli ospizi, rendendo le istituzioni ancora più impaurite e perciò più cattive e repressive? Chi alimenta la spirale del panico e dell’odio, a livello nazionale e internazionale? Chi vuole far strazio del poco di saldezza delle istituzioni nazionali che ci rimane? Nessuno certo… le inchieste di Repubblica partono solo ut iustitia sit.

Ma nervi saldi e niente azzardi, che ne usciamo. E dal SIDAS si passerà al SIDUS: Si Deve Uscire. Uscire dall’inganno europeista, uscire dalla divisione destra-sinistra, uscire di casa (non il 25 in maniera improvvisata), …e naturalmente poichè SIDUS=STELLA, uscire dal tunnel, anzi dal pozzo:

Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d’alcun riposo,

salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ’l ciel, per un pertugio tondo.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

P.S.

Due documenti utili in appendice: uno spassoso video che ci insegna a coprirci il capo di cenere noi “intellettuali”, molto più indifesi da certi attacchi rispetto alla gente semplice (sarà dura spiegare ai posteri che concerti come questo erano comuni), e un super-pezzo di Respighi, che rappresenta l’umanità in cammino in veste da pellegrini (ricordo quando non conoscevo le Feste romane… perché si faceva finta di ascoltare Salvatore Sciarrino… va beh). Ringraziandovi della lettura, anticipo un prossimo e ultimo appuntamento prevede la conclusione questa triade caratterizzata da un’ipotesi di lavoro religioso-escatologica, che prende in esame, dopo i due grandi Princìpi in lotta, il terzo incomodo (incomodo a se stesso), e tale appuntamento si dovrebbe intitolare Il nuovo umanesimo.

  1. le vacanze intelligenti il concerto”
  2. respighi roman festival 2 giubileo maazel”

PIETRO CARRA

24 Apr 2020 in Religione

25 commenti

Commenti

  • Pietro, ma sei impazzito? Il pezzo è bellissimo. Ma è come se nel 1917 tu fossi entrato in un covo di bolscevichi a gridare “viva lo Zar!”. O come se oggi tu entrassi in una sede del PD gridando “viva l’Italia!”
    Buon per te che i malati di SIDAS prendono dosi massicce di Bonton, un farmaco sintomatico che serve a nascondere l’odio.

    • Massì, il paradosso è simpaicamente sferzante, Livio, solo che, tieni conto che Pietro Carra è un amico, ottimo musicista, gran arrampicatore (assolutamente fuor di metafora!) e per riuscire a far uscire il pezzo (c’era una sorta di macumba che lo pervadeva) ci ho lavorato, in collaborazione con l’interessato, del bel tempo!
      La mia cultura, che come ben sapete, affonda le sue radici nelle canzonette e, come ha detto Rita, mi ferma/limita al….. disquisire sul “colore dell’impermeabile” (sic!), in effetti di prima lettura, mi fa solo percepire la affatto particolare, sgangherata bellezza formale dello stile di Pietro Carra e solo di seconda, terza (l’umus socio culturale da cui nascono i suoi interventi è talmente carico che, una volta “sentito” che ho a che fare con qualcosa di fascinosamente importante, devo …..mettermi alla frusta per entrarci!) mi addentro nei contenuti.
      Non ho mai appartenuto alla setta degli intellettuali e ….me ne vanto!
      Ho sempre privilegiato, entusiasticamente, di slancio, il fare, a volte, purtroppo, ancora prima del pensare bene cosa stavo facendo!
      Rispetto al SIDAS no problem, sono stato vaccinato da piccolo e la mia vita è li a dimostrarlo, ergo anche il “sintomatico BONTON” ….”mai coverto”!!! (addirittura mi curo con l’omeopatia che punta alla cause e usa i sintomi in positivo per arrivarci!)
      Quanto al SIDUS, mi piace, in sintonia con brother/capataz Adriano, che si apra il dibattito (niente a che fare con il ….. “dibattersi” è!!!), quando a lanciarlo è un intellettuale coi fiocchi come Pietro C (meglio specificarlo perchè su questa piazza i “Pietri/Pieri” vanno forte assai!) sarà solo un piacere!

  • Quanti temi! Avrei da dire anche sulla musica dodecafonica, essendo stato amico di un compositore di tal disciplina, solo che non mi sembra di ricordare quella roba lì di cui parla, che pur ho ascoltato, ma non come dodecafonica. Ma l’autore del post usava la musica come esempio.
    Il cui succo estremo del post potremmo definirlo un’ezio-patogenesi virologica idealizzata da una matrice di sinistra?
    Interpretazione che definirei “graziosa”, ma se restiamo sullo scherzoso e non inficiamo il valore scientifico.
    Nel discorso, da quanto posso estrapolare, ci sono due assunti:
    1 La produzione di beni con ricaduta economica è fenomenologia con lo spin a destra.
    2 L’attribuzione di una seria componente del danno, umano e materiale, cui stiamo assistendo alle ricadute ambientali di tali comportamenti, ha spin opposto, sinistro.
    Prima asserzione vera se parliamo di finalizzazione della produzione al solo profitto, motivo per cui storicamente condanno ogni ideologia che includa il neolibertarismo, e non perché io la veda da sinistra, il che sarebbe falso.
    Seconda asserzione vera scientificamente, quindi far entrare l’obiettività nella sfera delle visioni politiche rischia di dare alla verità scientifica un valore relativistico (il che è solo in ordine temporale di scoperta e conseguente posizione, secondo i principi di falsificazione ben noti, non per la visione tale quale appare nel suo contesto isotemporale).
    In termini ristretti e chiari il particolato è un vettore della carica virale, la cattiva distribuzione ed eccessiva presenza umana, favorite dall’iperproduzione, come per tutte le specie animali, costituisce il terreno epidemiologico fecondo, l’ipermobilità umana tipica della nostra società dei profitti, costituisce l’acceleratore di propagazione.
    Nessuno di tali fattori ha valenza politica.
    Grazie a nome del blog per il bel pezzo, e intendo con le mie considerazioni non contestare, al massimo tirarmi fuori dalle sue posizioni, e dare il via al dibattito.

    • Chiarissimo.

  • Ho avuto anch’io la Sidas, Pietro, ma sembra ormai assodato che qualora il virus attacchi i neuroni prima dei 25 anni la malattia se ne vada in modo naturale, senza lasciare traccia. Ma secondo un amico particolarmente acuto e brillante, delle cui parole dubito raramente, l’infezione, come dici tu, non attaccherebbe “soprattutto le persone colte” bensì le “medio-colte” (si spiega, in questo caso, la giovane età dei contagiati), cioè coloro che guardano la televisione, leggono i giornali, viaggiano, vanno al cinema e a teatro senza mettere nulla in discussione. Costoro credono di sapere, invece non sanno. Credono e basta.
    E’ capitato a tutti, non c’è nulla di cui vergognarsi, basta riconoscerlo maturando. Rimangono purtroppo “l’odio, l’invidia, la volontà distruttiva, utilizzati come vettore di idee umanitarie, progressiste, evolutive ecc.”, sistematicamente pervertite, che sono in buona sostanza le armi utilizzate oggi dal regime romano per colpire il sistema lombardo, troppo produttivo per i suoi gusti. Diligentemente tutti i media sorvolano così sul fatto che in misura percentuale la provincia che ha registrato il maggior numero di contagiati e morti fino ad oggi è quella di Piacenza che, se la geografia non è un’opinione, si trova in Emilia Romagna. Ma amore e odio sono sintomi del Sidas che non rispondono a nessuna medicina, bisogna farsene una ragione.
    Gran bel post, Pietro, complimenti.

    • La SIDAS in realtà non è solo molto più letale del Covid-19, ma anche più dell’ebola e della peste. Credo si muoia nel 96% dei casi (col Covid-19 siamo circa allo 0,5%). Quindi, Rita, devi considerarti fortunata. Ovviamente parlo di morte in senso traslato. La SIDAS ha praticamente distrutto la cultura dei Paesi in cui si è diffusa. È sparita l’arte, sparita la filosofia, sparita la letteratura. Ci sono, è vero, migliaia di critici d’arte, ma neppure un artista, migliaia di professori di filosofia, ma neppure un filosofo ecc. Ci sono solo decine di mostre d’arte e festival di filosofia ecc., dove si fa l’autopsia a questi antichi fenomeni antropologici.
      La SIDAS agisce in un modo ben preciso: sradicando. Odia tutto ciò che ha radici nella natura, nella terra, nella tradizione. Le radici dell’uomo vanno strappate e lasciare a fluttuare nel vuoto, nel nulla. È in sostanza una forma di nominalismo, vive nel mondo delle parole molto più che nella realtà dei fatti.
      Ma la SIDAS ha una sintomatologia molto più vasta e parlarne richiederebbe troppo spazio. Il concerto di Sordi comunque descrive molto bene alcuni sintomi del SIDAS, la compunzione pomposa dei suoi intellettuali, convinti di dire cose intelligenti mentre infilano minchiate, l’ipocrisia conformista, gli applausi di chi si fa prendere per il culo ecc. Basta estendere il concetto dalla musica agli altri settori del pensiero.

    • Queste cose io le sto ripetendo da anni, condivido pienamente. Il Pensiero Sinistro ha lobotomizzato le masse, ormai totalmente prive di senso critico. Si bevono l’olio di ricino quotidiano e dicono grazie al guardiano che glielo somministra. Oggi si e’ spenta una delle rare voci fuori dal coro, quella di Giulietto Chiesa, speriamo che ne nascano altre….

  • Caro Franco, non so dire bene chi sia o cosa sia “un intellettuale”. Certi giorni credo di saperlo, di riconoscere, in certuni, brave e colte e serie persone, poi vengono le sere, e la parola, il termine “intellettuale” si fa scuro, sfugge, volatile, e non so più il significato. Sta in cielo? dove più che altro ci stanno i passeri?
    Provenendo dalle scuole basse mi è rimasto attaccato il rispetto per la comprensione di un testo; anche se è vero che le lavandaie non esistono più, o si chiamano in altro modo, ci sono altre professioni umili, che certe volte mi paiono più dignitose, più serie di chi si crede letterato.
    Ricordo, per esempio, lo scontro, anche violento nelle parole, tra Giorgio Bassani, Carlo Cassola e il Gruppo ’63 (scrittori, poeti, musicisti, pittori che intendevano rivoluzionare l’uso della parola scritta in letteratura, il suono, l’arte tutta, in sintesi grezza). Di questo scontro che non interessa chi non frequenta (o ha frequentato) la letteratura italiana del Novecento, si è scritto molto. Fu pubblicato un mucchio di scritti (tanto dall’editore Feltrinelli): Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini, Renato Barilli, Angelo Guglielmi e altri. Scritti illeggibili, confusi, senza capo nè coda, che ho pazientemente cercato di leggere, ma è come ingerire dei sassi sperando di riuscire a masticarli. Quell’esperienza, del “Gruppo ’63”, come dice la poetessa Maria Luisa Spaziani, è stata soltanto una bolla di sapone, e ha fatto scappare i lettori, anzichè avvicinarli alla letteratura.
    Eppure fu Bassani a pubblicare il giovane Alberto Arbasino (uno del Gruppo citato) e i suoi “Fratelli d’Italia” mastodontico librone di oltre milletrecentocinquanta pagine, neanche Arbasino fosse stato Thomas Mann. Ma Arbasino ha una finezza, una leggerezza che presa in piccole dosi, è letteratura a tutto tondo; di altri che ci provano a spalmare, spatolare grassa cultura, un pò di latino, belle ricciolature decorative, mescolandole con beffardi passaggi di noia nel mezzo della frase, sfido il lettore, qualunque lettore di trovarci qualcosa di solido, che resta.in mente. Nella realtà il senso di ciò che taluni scrivono: libri, articoli, pezzi online tanto colti, tanto di tutto, non saprei dirlo. Bisognerebbe chiederlo a qualche lavandaia.

  • Marino, io ho sempre trovato i pochi post di Pietro Carra insopportabili da un punto di vista stilistico, terribili da un punto di vista concettuale. Difatti non ne seguono mai molti commenti, anche perchè la fatica, se ne vale pena la si fa, altrimenti dopo la prima riga si fa bene a cestinarli. E non c’è bisogno di molta eleganza per dirlo, nè citazioni dotte, altrimenti si cade nello stesso gioco. O altrimenti portare pazienza sperando che il tempo ci abitui ad uno stile pretenziosamente aulico e vertiginoso, proprio come quello di Arbasino che tu nomini e che, stampato su carta, saprei bene come consigliarne l’uso. Anche se tu dici che a piccole dosi è leggibile. Diciamo a piccolissime. Già su questo blog abbiamo altre firme che fanno scappare la voglia di soffermarsi, e sempre imputando ad altri il folto o esiguo pubblico. Perchè quando si legge che il pensiero sinistro si è affermato tra le piccole calzette culturali e intellettuali e invece il pensiero destro presso persone coltissime e intelligentissime (?), come appunto si legge nello scritto delle h.10:54, allora sì che vien voglia di non aver mai aperto un libro e tanto più averlo scritto. Che poi quella delle h.10:54 chi si crede di essere per millantarsi tra la prima delle due categorie della sua classificazione? Magari, lasciarlo dire a chi legge, no? Perchè altrimenti la seconda domanda potrebbe essere: tanto studiare per cosa?

    • Puntuale come un orologio svizzero e’ giunta la conferma che il post di Pietro Carra ritrae il vero. Caso mai qualche lettore avesse sentito il bisogno di prove tangibili, ora puo’ dormire sonni tranquilli.
      Firmato: “quella delle 10:54”.

    • Caro Ivano, come ho scritto, non ho particolare stima per chi scrive complicato, infarcendo la scrittura fino a che la lettura diventi un percorso a ostacoli; a meno che si tratta di un discorso specialistico di una rivista, un giornale volutamente scritto e letto da un pubblico altamente selezionato di un certo argomento. Norberto Bobbio si occupava di filosofia della politica, ma si ostinava a scrivere chiaro e semplice, anche se non mi risulta che avesse lavandaie fra i suoi lettori. Questo devo dirlo. Ma il punto di partenza, per Bobbio, era il rispetto dei lettori; lo sforzo di essere chiari lui l’aveva, perchè non tutti mangiano filosofia della politica a colazione. Così, per come la penso, deve essere la scrittura, la letteratura; poi ci sono eccezioni, perchè ci sono, come Gadda, Arbasino, e c’è una quantità di scritti pretenziosi di sperimentatori del linguaggio oscuro che franano nell’inconsistenza. Sono tanti e scompaiono come il fumo di una sigaretta. Ma è solo una mia opinione personale. Per la musica, di cui esperto non sono proprio, ma ascolto tanta musica, la faccenda cambia, come per la pittura, la scultura. Quando apparve a Vienna uno dei primi concerti di musica dodecafonica, forse il primo in assoluto, non ricordo l’anno, il pubblico fischiò parecchio. Allora suonarono i “Cinque pezzi opera 16” di Schoenberg; i “Lieder op.4” di Alban Berg (1912); e i “Sei pezzi per grande orchestra op.6” di Webern (che è del 1909). Oggi, questa musica, che amo molto, viene regolarmente suonata, e piace a un pubblico non poi così’ limitato. A Milano Musica, che seguo da qualche anno, ascolto molti concerti di musica contemporanea, anche musica di Salvatore Sciarrino, Caroline Shaw, e Fabio Vacchi grande autore di musica per il cinema, e di un concerto per violoncello di grande bellezza. Si può essere profani, ignoranti, non sapere suonare alcun strumento, ma questo non pregiudica del tutto il piacere dell’ascolto.

  • Parafrasando Bukovskij (mi pare), si potrebbe dire che si può essere intelligenti e di sinistra; si può essere in buona fede e di sinistra. Non si può essere intelligenti, in buona fede, e di sinistra.
    Riguardo alle critiche del signor Macalli, ho già conosciuto persone intelligenti ma volgari. Ma non erano certo il signor Macalli

    • Signor Cadè, trovare una citazione che calza a pennello magari è difficile. L’importante è che ci siamo capiti, non crede?

    • “Quando sento che una persona intelligente è di sinistra resto incredulo come quando mi dicono che una bella ragazza si è fatta suora”.

  • Parafrasando George Bernard Shaw credo si possa dire che non è assolutamente necessario essere stupidi per essere di destra, ma esserlo un po’ aiuta. Shaw parlava del golf, notoriamente praticato certamente non dalle sinistre.

    • Io ho solo messo “di sinistra” al posto di “comunista”. Lei mette la “destra” al posto del golf. Mi sembra logico.

  • Quella delle h. 10:54 dice che il post di Pietro Carra ritrae il vero. Siccome lo dice una che scrive anche “saggi” c’è da crederle.

  • A proposito delle inchieste in corso (hanno iniziato con alcune Rsa della Lombardia e ora ormai hanno coperto pressoché tutte le Regioni, rosse, verdi e azzurre), Pietro, confesso che anche a me danno fastidio, prima di tutto perché siamo ancora in piena emergenza e in secondo luogo perché – io non ho dubbi – se ci sono stati errori (che ci sono stati: lo riconoscono anche i governatori… incriminati), si sono commessi in buona fede e soprattutto in una situazione di stress dovuta all’emergenza: ricordo l’immagine dell’assessore lombardo Gallera: l’esplosione di una bomba atomica).

    Per quanto riguarda il marxismo, l’ho incrociato come gran parte di noi, ma io ero troppo anarchico (spiritualmente anarchico, come credo di esserlo ancora oggi) per abbracciare delle “chiese”.
    Non nego che per un certo periodo leggevo il Manifesto (versione rivista), ma si trattava di una voce di “dissenso” (non a caso i suoi esponenti sono stati espulsi dal Pci) e poi si trattava di un periodico su cui scrivevano uomini di cultura e sindacalisti (ricordo Pierre Carniti) che erano lontani mille miglia dal marxismo come ideologia.

    • Piero, sono senza parole. Io son sempre stato un anarchico, ma non l’ho mai sospettato di te.

    • Piero, se ci sono state denunce da parte degli operatori e da parte dei parenti che hanno tutto il diritto di sapere di cosa sono morti i loro parenti, la Magistratura ha il dovere sacrosanto di indagare. Non facciamo i buoni finchè non ci tocca.

    • L’hai detto, Piero, decenni fa leggevamo tutti la stampa di sinistra che veicolava il dissenso e poteva contare su commentatori di tutto rispetto. Ma dagli Anni ’80 in poi la situazione è profondamente cambiata, quelli che erano a sinistra sono andati ad occupare tutte le posizioni di vertice che potevano accaparrarsi e si sono messi al servizio di poteri infinitamente più forti dei loro. Ovvio, a quel punto, che chi aveva ancora una briciola di dignità e coerenza in saccoccia si desse alla fuga per non voltarsi indietro mai più. Non è un caso che oggi il PD venga chiamato ironicamente “il partito della ZTL”, una denominazione che non proviene da destra ma dagli ex-militanti schifati da un ectoplasma di cui non si distinguono i contorni.
      Quanto alla pandemia in corso, per il momento in Italia non ci sono “governatori incriminati” ma solo governatori diffamati dai media di regime. Come tu ben sai le RSA per anziani sono enti giuridici autonomi con tanto di consiglio di amministrazione, presidente e responsabile sanitario. Ovviamente la conduzione della struttura deve rispettare le norme sanitarie di massima stabilite dalla Regione di appartenenza e dal Ministero della Salute, ma la loro gestione interna è del tutto autonoma. Addirittura il Pio Albergo Trivulzio, se ti riferivi a quello, è dotato di un Comitato Scientifico dedicato (e pagato) che, immagino, non sarà lì a smacchiare il giaguaro. Se dunque qualcuno dei responsabili ha preso delle decisioni inopportune pagherà i danni arrecati alle persone, come succede normalmente in tutti gli ospedali del Paese quando l’azienda sbaglia, ma i processi sommari a mezzo sputtanamento-stampa lasciamoli a chi ha del tempo da perdere.

  • grazie a tutti dei vostri commenti, il prossimo e ultimo post dovrebbe “coronare” (ahia!) la triade, cercando di dare un senso a quello che stiamo vivendo… ‘sto incubo dico… dopo Pasqua e 25 aprile, sarebbe bello per il primo maggio, kalenda maia, festa dei lavoratori… se ci riesco

    • Se le tocca troppa fatica lasci perdere.

    • Aspettiamo il terzo atto, Pietro.
      Il tempo negli ultimi due mesi, volendo, non manca.

  • “Il tempo negli ultimi due mesi, volendo, non manca.” ???????? Non é neanche italiano.

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