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IVANO MACALLI

Questione di c**o?

QUESTIONE DI C**O?
Provo a a fare un riassunto/elenco delle misure precauzionali da adottare per evitare i contagi.
Per spingere ad una riflessione o a una risposta ad un tarlo che mi rode da subito:
io, sottoscritto, in quale misura sono diligente a queste regole? Dando per scontato che tutti o quasi siamo venuti in contatto con questo ospite inatteso, quale percentuale affido ai miei comportamenti e quale alla parte anatomica del titolo? Perchè c’è una differenza sostanziale tra l’ammalarsi e stare sani. Ma questa è un’ovvietà alla Catalano, ma se si seguissero tutte le prescrizioni a questo punto non camperemmo più o camperemmo malissimo, attenti a controllare ognuno ogni nostro minimo gesto. Anche perchè prima o dopo questa epidemia si dissolverà e tutti noi ci chiederemo qual è stato in nostro ruolo in questo momento della Storia: untori o monatti.
Vengo però al dunque:
1) La vergogna di essere un contagiato dal virus. Nei condomini molti malati hanno taciuto, quando sappiamo tutti che la comunicazione è fondamentale nella promiscuità sociale;
2) Pare che molti ai primi sintomi si siano nascosti;
3) Consigliano, soprattutto alle persone di una certa età di misurarsi la temperatura almeno due volte al giorno;
4) Le scarpe vanno disinfettate, se non si possono lasciare in spazi comuni come pianerottoli o scale, prima di entrare in casa, con spray antibatterici o alcol denaturato;
5) Supermercati con guanti e mascherini, ma una volta entrati usare anche quelli monouso a disposizione, perchè toccarsi naso bocca e occhi, se lo abbiamo fatto, è pericoloso per gli altri e noi stessi. Grosso problema per i fumatori e per quei gesti diventati automatici. Uso i miei guanti per il carrello, ma con gli stessi, in coda perchè contingentati, mi accendo al sigaretta e inevitabilmente mi porto la mano alla bocca; quando risalgo in macchia mi metto le dita nel naso, coi guanti usati per il carrello, è ovvio, o mi stropiccio gli occhi perchè è tempo di allergie;
6) Se abito con chi lavora all’esterno è consigliato che al ritorno questi usi la mascherina per tutto il tempo, notte e giorno, per evitare eventualmente di contagiare i conviventi. Questo vale anche per le uscite estemporanee di necessità, giornale, pane, sigarette;
7) Se abbiamo lavorato per molto tempo in smart working possiamo uscire con la quasi certezza di non essere contagiosi, ma chi fra gli incontri sociali mi garantisce la stessa sicurezza?;
8) Con la ripresa delle attività bambini e adolescenti, magari portatori asintomatici, verranno affidati ai nonni, ma anche tra di loro la distanza è fondamentale, va mantenuta, niente baci, niente abbracci;
9) Niente lettone per i bambini che cominceranno a giocare nei parchi, mantenere quindi le camere separate, ma se si ha un solo bagno?

Tutto questo naturalmente, dando credibilità a quel poco che la scienza conosce, per dire che con questo maledetto virus dovremo conviverci per molto tempo. Sarà una vitaccia. E quindi è etico che tutti noi ci si affidi a queste regole, molte della quali andavano bene anche prima, ma che per scarso senso dell’igiene, o distrazione, non venivano messe in atto. Perchè tanto giravano virus meno aggressivi e magari un po’ di febbre da comune influenza ci concedeva una pausa da un lavoro noioso o pesante o difficile.
Rimane in tutti i casi la domanda iniziale: perchè io mi ammalo e altri no? La risposta secondo me è una sola: è questione di c**o. Perchè non sapremo mai se sani perchè virtuosi o malati perchè irresponsabili.
Tanti auguri a tutti.

IVANO MACALLI

30 Apr 2020 in Antropologia

24 commenti

Commenti

  • Ciao Ivano, anzitutto grazie per il bel post, bello perchè vero, senza retropensieri, come si soleva dire A.C.F (Ante Coronam Fregaturam) “paneesalame” ( e lo dico con tutta la cognizione di causa di chi per motivi plurimi e moderatamente aggravati, al pane e salame, di regola, ci ha rinunciato!).
    Mettendo in moto i pigri neuroni in dotazione, ho provato a interpretare il tuo, anche rispetto al, e ti cito “…..tutti noi ci chiederemo qual è stato in nostro ruolo in questo momento della Storia: untori o monatti.”.
    Ho quindi provato, anche per offrire, pur in questa temperie, a qualche chance al C.D.Q., a cimentarmi con qualche chiave interpretativa:
    Ove “C**O” stia per CETO: si perchè il ceto economico/sociale è parecchio condizionante rispetto all’essere più o meno facilitati nel rispetto delle regole: casa grande o piccola, con giardino o senza, in villa/villetta o condominio, in centro o periferia, necessità di adire al supermercato o possibilità di consegna a domicilio, ma anche possibilità di contatti (distanziati ovviamente) sociali o no, o magari ….nemmeno richiesti, subiti, sfuggiti…..
    Ove “C**O” stia per CIBO : anche il il modo di alimentarsi gioca il suo bravo ruolo in questo contesto: vitamine a profusion si dice necesse est, ma dal …pane e salame/kebab/burgher/paninazzi, assai poco ne perviene! Ergo, se uno è già abituato bene ….di suo, è un conto se invece….Il sistema immunitario insito nel corpaccio di ciascheduno è determinante rispetto al …dare accoglienza o no al bastardo e c’è cibo e cibo!
    Ove “C**O” stia per CORO: che uno stia fuori dal o dentro “il coro”, ci ha la sua bella influenza rispetto all’accettare più o meno facilmente regole e restrizioni della su beneamata “libertà personale”! Ci sono anche gli stonati (fuor di metafora è, se no, l’affare si ingrossa, ops!) e quelli, sono un ….caso a parte! Che se poi dentro un coro ci sta per davvero, fuori dalla metafora, ci avrà i suoi bravi problemi, auguri!
    Ove “C**O” stia per CERO: vabbè si sa, la fede uno ce l’ha o non ce l’ha e, se ce l’ha, accenderne uno al Santo (o, addirittura, più ….sù) preferito, può aiutare! Se non ce l’ha , non credo proprio che lassù si facciano fregare tanto facilmente, ergo, trascurare.
    Ove “C**O” stia per CASO: il caso governa ciò che accade nella vita di ognuno di noi? Niente accade “per caso”? Caso mai …. ognuno può metterla a modo suo!
    Ove “C**O” stia per CULO (e credo sia la versione più accreditabile nel contesto!): ovviamente nell’accezione metaforica! Rappresenterebbe una variante ottimisticamente interpretativa del caso (ops!) precedente. C’è chi ce l’ha e chi no. Personalmente ho imparato, a mie spese, a non affidarmici: nei casi di 50% becco sempre l’altro e, se credo di fregarlo, prendendo l’altro, lui mi dice: ebbravo fesso, era quell’altro!
    Morale: rifiutando di cadere nella canzonetta, al solito in agguato (la morale di questa storiella/si riduce alla ……. e così via volgareggiando!) personalmente mi sforzo di stare alla regole, con attenzione a cosa e come lo faccio, aiutandomi ascoltando chi ne sa più di me e appellandomi cmq di fondo, al mio “credo” (mi chiamo fuori quindi dal dualismo untori/monatti): tutto quello che ti porta il tuo percorso di vita è per te e solo per te, ed è anche tutto quello che ti serve per aumentare la tua consapevolezza, e …..così sia!

    • Franco, il ‘coro’, se usato come metafora per criticare i soliti ‘perniciosi individualismi’ è totalmente fuori luogo. Tu sembri dar per scontato che tu e gli altri coristi stiate cantando Mozart o Verdi e che qualcuno stoni. Ma forse la musica che cantate fa schifo, è senza capo né coda, e quindi uno si può rifiutare di cantarla. È diverso. È questione d’orecchio.

  • Ringrazio il signor Macalli per aver ben espresso la follia generale di questo momento. Follia che solo un folle può considerare giustificata. O chi da questa follia guadagnerà miliardi (scusate, il solito complottismo).

    • ….cavacca Livio hai un livello di ….acidità mica da ridere! Lo tieni sotto controllo il tuo piacca?
      Che razza di interpretazioni mirate le tue!
      Com’è che dice? Excusatio non petita …..e com’è che finisce?

    • Il ph va bene, non preoccuparti. Ma sono terribilmente indignato ed esasperato per lo spettacolo che ho sotto gli occhi da mesi. E in fondo il tuo esempio del coro è appropriato. Se ritengo che la musica faccia schifo la cosa migliore sarebbe andarsene e non ascoltarla più.

  • Due considerazioni: da qualche parte oggi ho scritto che sicuramente mi sono infettato a Milano a Gennaio, e poi ho dato la colpa di quella febbre con caratterristiche di malaria ai denti, di cui tre molari ho sacrificato. Smaltita da solo in casa mentre mia moglie era rimasta per il turno di nonnaggio a Milano, altrimenti avrebbe chiamato l’ambulanza, mi chiedo perché io non mi sia complicato, iperteso in cura con sartanici, tanto incriminati, i medici dicono diabetico, e passi, ma quel che è sicuro asmatico e bronchitico come uno scarico ingorgato. Il problema è che queste malattie sono saltate fuori in corso di virosi anni fa, e si vede che il primo virus aveva lasciato un antifurto, un divieto di accesso.
    Seconda considerazione: se mi dedicassi ancora alla ricerca proporrei ai miei amici pneumologi uno studio sulle frequentatrici della Paullese, che delle norme di sicurezza ben poco usufruiscono, circa i guanti significa per loro altro, e il termine prognostico del tuo titolo in questo caso potrebbe avere una duplice valenza!

    Se poi devo essere serio dico che tutti i virus hanno una molteplicità enorme di capacità lesiva. Ho curato a suo tempo una ragazza per una sinovite al ginocchio da virus epatite B. E se a questo virus della signorina picevano più le ginocchia del fegato che ci vuoi fare? Resta il fatto che nella media colpisce il fegato.

    E se poi le varie scommesse che ho sparso su questi fogli sull’epidemia troveranno riscontro storico, mbè, sarà questione di C**O

    • Caro Adriano, mi sa che la tua indagine in Paullese non darebbe risultati significativi. Pare che molte ragazze siano state intercettate nelle file delle mense della Caritas.

  • Credo che il commento/analisi di Francesco meriti molto di più del sarcasmo del signor Cadè. Analizzando uno ad uno i termini declinati da Francesco credo che ci sarebbe molto da dire. Ceto, cibo, coro, cero, caso, culo, ben rappresentano da tante angolazioni la lettura e l’andamento della pandemia, soprattutto se riferito alla globalizzazione, anche se le epidemie nei secoli e nello spazio hanno sempre viaggiato. Diciamo che adesso volano alla velocità degli aerei e coinvolgerebbero se non controllate molte più persone dei tempi raccontati da Manzoni. E qui fortunatamente un grande ruolo lo esercita la scienza. Durante la peste nera del trecento i morti europei si stima che furono tra i 30 e 60 milioni. Anche quella veniva da Oriente, attraverso la via della seta. E di pestilenze ce ne sono sempre state, passando da Venezia nel 1575 fino alla peste manzoniana del 6oo, con ritorni e recrudescenze attraverso i secoli, fino al settecento quando la peste scomparve per lasciare spazio ad altre epidemie, Certo, si era morti già tempo prima ad Atene Bisanzio, Roma. E non si sapeva cosa fosse questa terribile morte. Come forse non si sa neppure ora, nonostante milioni di morti in meno, ma di per sé assolutamente non rincuorante considerato il nostro rapporto con la morte. E naturalmente nel corso dei secoli le fantasie si prodigarono nel trovarne le cause. Ma prima di tutto fu la cultura cristiana e la punizione divina per i nostri peccati a trovare terreno fertile per le streghe sui roghi, gli ebrei perseguitati e cacciati. Insomma, già da allora nacquero le false notizie, i musulmani avvelenavano i pozzi dei cristiani, untori prezzolati. Due domenicani, alla fine del 400 dettero il colpo di grazia inventandosi che “ esisteva una setta di devoti del demonio (ebrei) che nei festini notturni giuravano di distruggere i cristiani, facevano morire i neonati e gli animali e seccare gli alberi da frutto.” Da lì la cacciata degli ebrei dalla Spagna nel 1492 e l’inizio della caccia alle streghe. Lontanissimi dai Protocolli di Sion, ma già di ebrei si trattava. E non è cambiato nulla. Ancora ora sono gli ebrei sono i responsabili dell’economia capestro mondiale che affama i poveri e vuol far soldi coi vaccini. I complotti riempiono ancora adesso i social. A conferma che ”la prima vittima è la stessa della guerra. La verità (Adriano Prosperi, storico, Professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa.
    Cultura che lavora subdolamente anche ora.
    CERO. L’arcivescovo Viganò, acerrimo nemico di Francesco, “ che vede nei peccati la causa dello sdegno di Dio. Sempre nel peccato un tempo si vedeva la causa delle pestilenze mandate da Dio per la nostra redenzione. Ma va affanculo. E i peccati moderni si sa quali sono, aborto, matrimoni omosessuali, divorzi, ma non solo quelli commessi in camera da letto, ma anche le speculazioni finanziarie. Vivaddio è il caso di dire. Fino a pochi anni fa i cristiani salmodiavano nelle processioni con “ A peste, fame e bello ( che manco capivano cosa volesse dire, come la messa in latino che tanto piace ai Lefreviani) libera nos, Domine. Dopo aver inventato i flagellanti, le scalinate in ginocchio e le offerte e le indulgenze e tutte le penitenze che il senso di colpa cattolico ha saputo inventare. Ma qui esco troppo dal tema come del resto fa quel poverino dell’arcivescovo. E se può Lui lo posso fare anch’io.
    CETO, e per ceto credo si intendano non solo le nostre classi sociali, ma quelle che compongono le società del mondo più povere dove l’epidemia ci stupiamo che non attecchisca. E dove sarebbe una carneficina in assenza di elementari norme igieniche, cibo e un sociale di assoluta promiscuità.
    CIBO: analisi su corpi di morti per peste registrano forti carenze nutrizionali. E giustamente quanto detto da Francesco è confermato dalla scienza ed esperienza che ci dicono che una malnutrizione o carenza espongono molto di più alle varie infezioni.
    CASO fa il pari con CULO, e questo rientra nell’evolversi del linguaggio che ama trovare metafore.
    CORO, forse è quello che aiuterà ad uscire dall’epidemia se tutti diligentemente osserveremo le regole che durante la peste del 300 era difficili da stabilire. E qui si ritorna al grande tema della globalizzazione e cooperazione internazionali. Le norme igieniche dell’India o della Cina, hanno lo stesso effetto del battito d’ali di una farfalla.
    Ma questo l’abbiamo capito tutti, se il mondo intero non affronta armi pari le pandemie, e congiuntamente, queste non faranno per ripresentarsi. E chi non vuol far parte del CORO ne rimanga pur fuori.
    Tutto ciò per dire cosa? Che indubbiamente tra la C e la O ci stanno cose , bravo Francesco, che noi Umani riusciamo benissimo ad immaginare, ma alla fine non rimane altro, fino a cure o vaccini, che affidarsi al colpo di CULO.
    E questo naturalmente è comunque un elogio alla scienza. Senza quella saremmo ancora chissà dove, senza milioni di morti come un tempo, con buona pace di quelli che vedono ancora nelle Tradizioni la soluzione di tutti i mali contemporanei.
    Per informazione. Le notizie storiche, io sono un ignorante, le ho prese dal Professore citato nel testo.
    Firmato Pindaro.

  • Di sicuro, Ivano, non c’è nessun castigo divino.

    Molto probabilmente, siamo noi i responsabili, almeno in ultima analisi o almeno abbiamo creato le condizioni perché esplodesse la pandemia.
    A quanto mi risulta ha avuto avvio un ambizioso progetto che ha come perno il Cern (che possiede un supercalcolatore unico al mondo) che prevede un incrocio tra tutti i dati relativi al Covid-19 che vengono forniti dagli scienziati di tutto il mondo e i livelli di inquinamento, di temperature, di umidità…
    Un progetto che dovrebbe scoprire – se ci sono – dei rapporti, ad esempio, tra il livello di mortalità della Lombardia e dell’Emilia Romagna e l’inquinamento, dei rapporti tra l’andamento del coronavirus e i cambiamenti climatici…

    Forse, una cosa è credibile: tutto quanto ci sta capitando, è dovuto al fatto che abbiamo rotto gli eco-sistemi naturali.
    Se così fosse, dovremmo ripensare all’intero nostro modello di sviluppo se non vorremo affrontare periodicamente nuove pandemie.

    • Piero, continuo con l’analisi di quanto sostiene il Prof Prosperi.
      Partendo dai simboli e dalle parole che ci accompagnano immutati dai tempi delle antiche pestilenze: quarantena, lazzaretto, nosocomio, le maschere come nella Venezia del settecento, il Papa, che stupido non è, che porta sulla piazza di San Pietro il crocifisso che sconfisse la peste del 1630. Come se anche noi dovessimo provare a confidare in quello. Partendo proprio dal presupposto che la Religione ha sempre attecchito sul terreno fertile della miseria, della malattia e della morte. Ancora adesso a fini elettorali e propagandistici c’è che brandisce rosari e vangeli, esistono nel sud Italia quelle suggestive processioni che si inchinano al balcone dei mafiosi. Certamente poi per le persone razionali l’epidemia non sarà venuta da Dio come punizione per i nostri peccati, ma è inevitabile che si scateni l’irrazionale che fa sempre parte della natura degli uomini. C’è gente che acquista in internet falsi medicinali credendo ai lestofanti alla Vanna Marchi e ai suoi filtri miracolosi per amore amori e malattie. Il Professore dice che la prima vittima delle epidemie, come per la guerra, sia proprio la verità. E ha ragione, anche sentendo virologi che litigano tra di loro, anche quando assistiamo a controversie tra poteri centrali e periferici, tra Stato e regioni, con i vescovi, spalleggiati dalla solita politica, che cavalca l’apertura delle Chiese. E non c’è bisogno di evocare oscuri poteri per capire che l’irrazionale potrebbe trionfare nuovamente. Immagina solo le scuole che non si sa quando riapriranno con quella pseudo didattica a distanza che non farà che abbassare il livello culturale delle prossime generazioni, tra tesine per l’esame di terza media e quella maturità che sarà solo una somma di un colloquio in presenza, ma che poi la valutazione sarà alzata o abbassata a seconda dei crediti. Con poca possibilità di recupero, riscatto per quei ragazzi che magari in corso d’opera avranno lazzaronato confidano in quel colpo di reni che ha stupito nell’esperienza tanti insegnanti. Questa sarà una generazione dalla maturità garantita a tutti togliendo fatica a quel famoso traguardo chiamato appunto Maturità, che sarà conquistata a suon di decreti, e non per la prima volta con la fatica del primo esame importante della vita dei ragazzi. E se le scuole il prossimo anno non aprissero? Non c’è il pericolo di un’ignoranza generalizzata? Non è da lì che partono l’irrazionale, le superstizioni? E il lavoro? Quest’anno le campane suonano a morto il primo maggio, non per l’assenza dei lavoratori, ma proprio per l’assenza di quella cosa importante che era il lavoro. Un tempo il 1° maggio era davvero una festa. Ora non lo è, questo è un funerale, non solo per il contingente momento di questa epidemia, ma per un mondo tecnologico in tale evoluzione che anche il tessuto sociale si disgregherà. Senza scuola questa generazione potrebbe perdere il filo dell’innovazione, restare indietro a vantaggio di pochi. Il lavoro da casa e l’istruzione da casa cambieranno i rapporti umani e nessuna aggregazione politica fatta di moltitudini di voci e facce in presenza sarà più come prima. Già ci avevano provato i Grillini sostituendo le piazze con la piattaforma, fortunatamente già in fallimento tecnologico e concettuale. E la povertà in agguato, che non permetterà più a tante famiglie di pagare le tasse per l’università ai loro figli, tornando ad un’istruzione di eccezione come cento anni fa? Caro Piero, in uno scenario apocalittico come questo credi forse che l’irrazionale, che è sempre figlio dell’ignoranza, possa non trionfare? Già ci si guarda con sospetto vedendo negli altri appunto gli untori di un tempo addirittura adesso segnalati, se mai tutti aderissimo, dal bip di un braccialetto elettronico.
      Piero, vuoi che l’irrazionale, tra miseria e ignoranza non trionfi? Ritorneremo a rappresentare Trionfi della Morte con le trombe dell’Apocalisse che ricominceranno a suonare. E la punizione divina troverà nuove concretezze. A meno che un vaccino…. non ci venga in soccorso, non solo per la salute, ma anche per il lavoro e i rapporti umani per ora interrotti. L’ultima chance per poter capire che se cambia il mondo dobbiamo cambiare anche noi, ma dobbiamo averne il tempo, prima che appunto l’irrazionale ci cada tra capo e collo.
      E scusate l’ottimismo.

    • Finisco di leggere e documentami e poi vi do la bella notizia di cos’altro ci attende dopo questa prova generale, se non ci diamo subito una raddrizzata, e lì ci sarà come sempre spazio individuale per le virtù delle terga più maestose, ma ci vorranno da elefante!

  • Dai Adriano, non preoccuparci oltre. Perchè se è vero che per ora ci è andata di culo non è scontato che la fortuna assista sempre gli stessi.

  • Ivano, non lo escludo: tutto è possibile, anche una nuova ondata di irrazionalismo.
    Ma credo (o meglio spero) che forse abbiamo gli anticorpi.
    Quello che temo non è una nuova superstizione, ma tensioni che potrebbero esplodere. Parlo di rabbia dei parenti delle tante vittime, la rabbia dei futuri disoccupati (per ora sono coperti, ma non lo saranno più quando la Bce non acquisterà più i nostri titoli di Stato e l’Europa avrà esaurito i suoi prestiti), rabbia perché saremo soggetti a nuove speculazione dei mercati quando avremo un debito pubblico sul Pil che si avvicinerà al 200%, la rabbia delle partite Iva e dei ristoratori…
    La mia paura non è che si torni al Medioevo, ma agli anni Trenta del Novecento con possibili derive della democrazia.

  • “PER LE LIBERTA’
    “Com’è possibile che tanti uomini sopportino un tiranno che non ha la forza se non quella che essi gli danno. Da dove prenderebbe i tanti occhi con cui vi spia se voi non glieli forniste?”
    “Discorso sulla servitù volontaria” di Étienne de La Boètie, scritto verso la fine del Cinquecento.
    Mi sembra di grande attualità in questo momento storico, da qualsiasi angolazione spaziale si voglia commentare. Si grida in tanti di nuove dittature, di destra e di sinistra, dittature economico-finanziari e di informazione. Le restrizioni in atto fanno gridare ad alcuni che tutte le libertà stanno venendo meno, ad altri che sono necessarie. Per chi è orientato a sinistra un falso problema, per chi è orientato a destra, misure economiche e ruolo del Parlamento esautorato del suo potere, una dittatura conclamata. A dispetto di coloro che predicano la scomparsa delle vecchie categorie. Il tema? Non quello che siamo, in questo limbo doloroso come l’inferno, carico di paure e di attese, ma quello che vogliamo diventare. E allora cosa sono queste libertà? Quelle del singolo, di un popolo, del mondo? A chi vogliamo asservirci, a noi stessi, agli altri, ad un potere superiore sopra tutto e tutti? Spero, sempre alla democrazia, anche accontentandoci di quella che conosciamo. Perchè è di questo che dobbiamo occuparci parallelamente al Coronavirus. Prima che un ladro di ”tanti occhi” li requisisca. E’ già successo.”
    Poche righe preparate per altro post che non ho inviato, ma credo che calzino, pur evadendo un po’ dal soggetto del mio post. Ma neppure tanto. La debolezza degli uomini, l’uomo solo al comando sono secondo me l’espressione di un irrazionale che attaglia tutti nei momenti difficili della Storia.
    E sempre le dittature nascono dalla paura di affrontare il mondo, delegando tutto appunto, ad un potere superiore, politica o religioso che siano. I facili creduloni che credono fortemente in qualcuno perchè incapaci di credere in se stessi sono proprio il risultato di sottoculture, ignoranza e miseria. Una sottocultura che si rischia di ritorno se mai si investirà in istruzione, ma non di eccezione, perchè anche quella è terreno per le dittature, proprio come nel secolo scorso quando era agraria e industriale a vantaggio di pochissimi. Quanto ci si aspetta, tra crisi economica e meno scuola, tra ignoranza diffusa, più tecnologica e poco umanistica in nome di chissà quale grande rivoluzione, potrebbe riflettersi in altro. Puntare da parte di qualcuno sulla fragile psicologia della masse messa a dura prova dal quotidiano. Ma di questo ne abbiamo sempre parlato. Sempre le crisi economiche hanno portato alle dittature, in un momento come questo dove neppure si possono celebrare quelle date così simboliche per la nostra democrazia. Così da rimuoverle dall’immaginario collettivo. Del resto cosa abbiamo, vediamo nel nostro futuro prossimo e venturo? A meno che tutti si pensi nell’ottica della ricostruzione, come dopo le guerre, rimboccarsi le maniche senza cadere nella suggestione che qualcuno più forte di noi abbia le chiavi di nuove porte o la bacchetta magica per tutte le occasioni. Più irrazionale di così si muore.

  • Piero, poi è scontato che i dittatori sono sempre fuori di testa. A chi è interessato al potere qualche rotella manca sempre. Del resto, un mio chiodo fisso, tra nazismo ed esoterismo di letteratura ce n’è parecchia. Poi che si ricalchi il medioevo o si vadano a cercare romantiche Isole dei morti credo che non faccia differenza.

  • Che poi si classifichino come DITTATORI anche i Ministri della salute che impongono un vaccino a me sembra un delirio. Lo ripeto come un mantra : prima di Sabin il mondo era pieno di poliomielitici. Poi non so se ci sono dati a dimostrazione che i vaccinati per questa malattia abbiano sviluppato l’autismo, siano morti o portato comunque chissà quali gravi conseguenze. Ma questa semplice affermazione a difesa dei vaccini non ha mai sollevato commenti. E questo mi puzza. Siamo stati vaccinati tutti e siamo più o meno ancora qui tutti. A meno che non si imputino ai vaccini tutte le morti, magari per infarto, diabete, ictus, tumori e magari incidenti automobilistici. Non so, magari i vaccini allentano l’attenzione, i riflessi, influiscono sulla vista, sul coordinamento motorio e altre funzioni neuronali.

    • Signor Macalli, non bisogna essere esperti per capire che paragonare il vaccino per la poliomielite al vaccino per l’influenza (o ad altri vaccini) è irrazionale e fuorviante (o capzioso?).
      Non voglio entrare in argomenti che non conosco a sufficienza. Tanto per distrarsi, allego le opinioni di un vecchio comico:
      https://www.youtube.com/watch?v=xemA2zX7y7w

  • Signor Cadè, paladino di tutte le libertà, non faccia il dittatore anche Lei come i Ministri occulti di chissà quale potere. Non cerchi di imporre la Sua visione del mondo a tutti. Nonostante il suo sciorinare dati non è ancora riuscito a convincerci che il Coronavirus è una semplice influenza. Se così fosse sarei al suo fianco e scenderei in piazza. In tutti i casi le visioni sono due. Se un tempo ci fosse stato il movimento no-vax sarebbe comunque sceso in piazza contro Sabin. Cosa vuole che sia mai, per quattro storpi sottoporre il mondo intero a chissà quali pericoli? E poi Lei come niente, e continuamente, attinge a Youtube. Non le viene mai il sospetto che il suo spirito critico sia solo ideologico? Perchè trovare conferme al nostro modo di pensare è l’operazione più semplice che si possa fare. Possibile che mai abbia un cedimento, un dubbio? Signor Cadè, non abdichi alla Sua intelligenza.

    • Livio mi associo a Ivano: di solito si dice “vorrei farglieli vedere”. Vorrei farteli vedere allora gli storpi poliomielitici che ai miai inzi si operavano in serie su due sale operatorie come una fabbrica raddrizza corpi, vorrei farteli vedere i tubercolotici mangiati fino alle ossa. E per fortuna non lo posso dire per i vaiolosi, l’hanno vaccinati molto prima.Posso essere cattivo? Vorrei farteli vedere i morti della covid. E ribadisco, la vita è guerra, e richiede i suoi morti, ma noi siamo uomini, ee richiediamo cure appropriate, non sepolture di massa come in barbari paesi d’oltreoceano, che inizio a pensare abbiano il presidente che si meritano.

    • Basta, mi arrendo.

  • “trovare conferme al nostro modo di pensare è l’operazione più semplice che si possa fare.” È verissimo. Infatti io cerco delle smentite. Ma finora, su questa pseudo-pandemia ammazzatutti e le sue derive autoritarie, economiche e sociali, non le ho trovate. Forse perché non le voglio trovare. O forse perché la mia logica è difettosa. Purtroppo ho solo la mia intelligenza, non posso far uso della Sua o di quella di altri.
    Certo, si può fare come molti che, in mezzo alla ridda delle ipotesi, rinunciano a capirci qualcosa. Credono agli ‘esperti’ che hanno più visibilità mediatica, per fede.
    Comunque, non faccio uso solo di youtube, cerco di tenermi informato in vari modi. Per i dati, i numeri, mi attengo a siti ufficiali. Ma YT è il più grande serbatoio di notizie e opinioni (di varia estrazione) disponibile. E vi si trovano molte voci indipendenti.
    Cerco di evitare i grandi giornali e le fonti di informazione che hanno un padrone. Non perché i grandi giornali non debbano avere un padrone, ma perché oggi tendono ad avere tutti lo stesso padrone.

  • Dimenticavo. Nell'”irrazionale” contemporaneo includerei anche il signor Cadè. Detto…fatto!

  • Siamo tutti in attesa della nuova biografia di Ratzinger, naturalmente subito lanciata dai siti ultraconservatori americani. Il libro si intitola “Ein leben” a firma di un giornalista tedesco Peter Seewald. Esce in Germania domani, ma per la versione italiana e inglese ci vorranno alcuni mesi. Naturalmente tutto il libro è una critica a quella cultura nata negli anni sessanta e settanta che ha dato il via ad un credo anticristiano e denuncia il decadimento spirituale e morale della società. Che poi qui basterebbe leggere un paio di Salmoni e sarebbe lo stesso. Tanto credo, e fortunatamente, che sia i Salmoni che il Papa emerito non abbiano fortunatamente nessuna incidenza su un reale che tanto si è battuto contro l’oscurantismo che alcuni vorrebbero di ritorno. Il Papa con le babbucce di Prada, estrapolo poche righe, dice che “La Paura di questo potere spirituale dell’Anticristo (pensate ancora quale immagine usa, del resto è il suo mestiere evocare code e corna, altrimenti il popolino e i tradizionalisti non capiscono) è più che naturale e ha bisogno dell’aiuto delle preghiere (?) da parte della Chiesa universale per resistere”. Per la cronaca il sito americano è quel LifeSiteNews che in queste settimane ha diffuso gli sputtanamenti anti-Francesco di quell’arcivescovo Viganò, ex nunzio apostolico a Washington, che ho già nominato, cioè quello che recentemente ha detto che il Coronavirus è un castigo di Dio. Irrazionale, oscurantismo ? Non solo dobbiamo preoccuparci ormai della crisi economica foriera di dittature che potrebbero venire (non quella di adesso,) ma anche di quell’oscurantismo bacchettone che sempre,o spesso, le accompagna. Si sa, le tradizioni son lunghe a morire.

  • Il signor Cadè mi sollecita sempre a continue riflessioni. Addirittura sto pensando che avrei meglio titolato questo post. Avrei potuto chiamarlo “Questione di Dio”.

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