menu

ADRIANO TANGO

Epidemia di plastica

Non eravamo nemmeno vicini a un regime di salvaguardia dall’inquinamento da plastica quando la tegola che ci è caduta in testa ha vanificato ogni sforzo, e per un po’, con il patos che girava, non me la sarei sentita di fare della contromorale in merito, ma ora, se la cosa va per le lunghe…
Stavamo infatti ancora aspettando i risultati della strategia europea per la riduzione della plastica lanciata nel gennaio 2018 e della direttiva dello stesso anno sull’abolizione della plastica monouso quando gli eventi ci hanno intimato un quasi “ma stiamo scherzando?”
E così addio anche alla Plastic Tax.
E già, perché tutta l’informazione ci raccomanda di cambiare la mascherina ogni quattro ore, e così in un programma radio ho ascoltato le lamentele di un pensionato che faceva il conto dei relativi costi. Non essendo io in quello studio non ho potuto fare al signore la domanda cruciale: “Mi scusi, ma dopo le quattro ore è sicuro che mascherina bisogna proprio buttarla?” Non intendo buttarla in strada, insieme a tutte quelle che la pioggia canalizzerà verso i fiumi e il mare, ma anche, e con le dovute manovre anticontatto, su cui abbiamo imparato tutto, semplicemente nella pattumiera!
E per una volta fatemi fare il bastiancontrario: il Covir (alla nausea ripeto non confondiamolo con la Covid, la malattia), dicevo, l’animaletto in aria ambiente è maledettamente più resistente dei colleghi più comuni, potenza della corona, ma dopo tre ore molla, e su superfici tiene un po’ di più, ma sulla plastica (e le mascherine sono poliesteri) si scompone comunque in una disordinata serie di letterine (la sequenza non è altro che una filastrocca auto replicante infatti), dopo settantadue ore!
Sì, con umidità favorevole a volte di più, ma con carica ridottissima, da spalmarla sul pane e burro e farci impunemente colazione!
Come si fa allora? Una serie di mascherine con i numeri annotati. Certo che per una signora con tre figli ricordarsi e raccomandare per uscire “Luca tu la 12, Mattia la 2, Giusy la 7!”
Lasciamo perdere poi le soluzioni realmente vendute come riutilizzabili, non son da tutti, ma il sole? Calore e UV del virus fanno una strage!
Su queste pagine ho strombazzato per l’obbedienza civile, per uno scarso spazio di interpretazione personale, ma questa “formalmente ossequiosa” visione mi sento di caldeggiarla.
E buon Ferragosto in maschera!

ADRIANO TANGO

15 Ago 2020 in Senza categoria

14 commenti

Commenti

  • Grazie fratello, Dio solo sa (ops” si fa per dire, neh!) quanto bisogno ci sia di persone di Scienza (non parlo di quelli da …”comparsata” TV che, a compenso, ovviamente, ce la raccontano …… come gli ghiedono di raccontarcela!!) che ci ricordino in concreto quello che ci serve sapere, così, magari alla …”pane e salame”!
    Credetemi, non è da tutti scendere di qualche gradino, per scelta di voler far capire, appunto anche a tutti quelli che per competenza, cultura di base, conoscenze specifiche, stanno qualche gradino più in basso!
    A quelli, un bel grazione è atto dovuto!

    • Grazie a te ftìratell maggiore, ma questa volta ho espresso solo un’opinione. Tuttavia chi sa come potrebbero contestarmi…

    • La lotta alla plastica è una delle tante lotte momentaneamente sospese o ridotte a causa della pandemia.
      Il “momentaneamente” è augurale.
      Sul cambio della mascherina, forse la frequenza dipende dalla continuità o meno dell’uso e anche da un poco di buonsenso.
      C’era da aspettarselo: chi butta la plastica nell’ambiente, ci butta anche le mascherine. Madre natura, nel generare i mascalzoni, li ha voluti coerenti.
      Ricambio gli auguri di buon ferragosto (o di quel che ne resta: ho visto adesso il blog) a tutti gli amici di CremAscolta.
      E, visto che oggi noi cremaschi compiamo millequattrocentocinquantanni, auguri a tutti i cremaschi di ieri, di oggi e di domani.

  • Riflessione dalla foto a corredo del post di Adriano : hai voglia “filtrare” e, il risultato è li da vedere!
    Cosa filtra il suolo, una volta lasciata passare l’acqua, elemento essenziale per la vita sulla terra?
    LA PLASTICA !!!!
    Erano i miei primi anni al “Poli” e a me. “meccanico”, raccontava il caro amico Renato, “chimico” (sarebbe stato poi, tra primi …… “martiri” di “Mani pulite”….che tu abbia trovato la pace che cercavi, Renato!) le meraviglie del polipropilene isotattico di Natta (mi pare si chiamasse così!).
    Sono passati 50anni ed ultra, ma abbiamo fatto poco o nulla per arginare in qualche modo l’invasione da parte di questo materiale, fuori dai cicli naturali del Pianeta, proprio perchè innaturale, frutto delle “creazione” chimica dell’uomo.
    L’abbiamo trattato alla stregua dei gusci delle uova delle galline o delle bucce dell’anguria, o dei sacchetti di carta nei quali ci metteva la spesa il salumaio e il fruttivendolo, solo che, da incoscienti irresponsabili che siamo, non abbiamo tenuto in alcun conto che i tempi di decomposizione della plastica erano extra lunghi e comunque, prima che ciò accadesse si sarebbe frantumata e ….”distribuita” provocando danni incommensurabili nel fauna e flora vivente ( e nella fauna ci ho messo anche sta brutta bestia dell’homo…… per niente sapiens!).
    Almeno a livello personale: prestiamoci attenzione, nella nostra quotidianità!
    Un’indicazione a todos los amigos: per una serie di concause fortunate ho scoperto in rete una Rivista/blog (arrossisco a sto punto come redattore, per il confronto!) che si chiama “ApertaContrada” https://www.apertacontrada.it/, che il 15 Luglio, in un articolo firmato Daniela Marconi, ha trattato il tema “Gli investimenti verdi secondo la tassonomia europea”. Tutto da leggere”, buon ferragosto!

    • Che segugio! Buon Ferragosto. (ma maiuscolo o minuscolo?). Pare maiuscolo ma…. il temimine non richiama la festa religiosa, quindi se martedì è minuscolo…

  • Pietro è vero, Crema secondo la miglior tradizione nasceva oggi! Certo che, anche senza riscaldamento globale, apprestare le difese con il caldo di metà estate e con le zanzare del Moso appiccicate alla pelle… Ma erano eroi!

  • “Il termine Ferragosto deriva dalla locuzione latina Feriae Augusti (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall’imperatore Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle già esistenti festività cadenti nello stesso mese, come i Vinalia rustica, i Nemoralia o i Consualia. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti che traeva origine dalla tradizione dei Consualia, feste che celebravano la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso che, nella religione romana, era il dio della terra e della fertilità. L’antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di auto-promozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti…”
    “In occasione del Ferragosto, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia; l’usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria nello Stato Pontificio.”
    Durante tutto l’impero durante il mese di agosto si organizzavano corse di cavalli, buoi e asini. Da lì pare sia nato il palio di Siena.
    “La festa originariamente cadeva il 1º agosto. Lo spostamento si deve alla Chiesa cattolica, che volle far coincidere la ricorrenza laica con la festa religiosa dell’Assunzione di Maria.”
    Quanto al carattere io direi che come si usa scrivere Augusto e Augustali con la maiuscola, anche Ferragosto, riposo per i poveri, debba avere la stessa dignità. Ferragosto. E siccome Agosto si collega ad Augusto, che è nome proprio, ritengo che corretto che abbia la A maiuscola.
    Il virgolettato è da Wikipedia.

    • Sapevo di poter contare su di te, e in effetti è riportato ufficialmte maiuscolo. Accidenti ma quante feste pagane s’è fregata questa Chiesa! Divertente la corsa dei buoi!

    • Si fa ancora nel Foggiano, a Chieuti! (parlo dei buoi)

    • L’ho vista anni fa, caro Adriano, perché conoscevo un avvocato di Milano nativo di quella località e mi ci aveva invitato (il mare era splendido, allora). La corsa si fa a San Giorgio e c’è chi dice che risalga al culto del santo cavaliere da parte di Skanderberg e dei suoi, quando vennero qui dall’Albania (in effetti è il loro santo patrono). Sono ancora molto albanesi e forse, da qualche secolo, più molisani che foggiani (sono lì sul confine).
      Gente molto dura. Del resto, nei Balcani erano formazioni famose come “strozza-infedeli”.
      Solo che mi pare, durante una corsa recente, abbiano tirato sotto un anziano. Finire sotto otto buoi (sono quattro pariglie in sequenza per carro) e sotto un mezzo molto pesante con sopra parecchi forsennati in stato “euforico”, è una brutta fine.
      Come a Siena, le ritualità e le liturgie con cui i vari equipaggi si preparano e poi competono, sono un esempio di “sacro” civile. Per qualcuno, incivile. Infatti l’ENPA ha criticato il trattamento a cui i buoi sono sottoposti. E mi sembra che ci sia adesso anche un’indagine della procura (non so se per l’anziano o per i buoi).
      In realtà, per otto buoi tirare un carro per solo 4 chilometri non è un grande sforzo. Il problema è che non sono abituati a correre, e proprio a manetta. Per spingerli, ogni squadra ha diversi “incitatori” a cavallo, che fiancheggiano gli equipaggi dando legnate agli animali e facendo un casino indiavolato. Insomma, una scena abbastanza diabolica, tra bestie che scalciano e uomini che urlano in un incomprensibile arbereshe.
      Rispetto a certe corride e ad altre cose del genere, mi sembra comunque un livello di crudeltà spiacevole ma non efferatissimo.
      Ottimi cavalli, ottimo vino. Con le mie scuse alla redazione per la deviazione dal tema plastico.

    • L’incidente è del 2018. Rispetto a una volta, da anni si attacca per ogni carro una pariglia. Gli avvisi di garanzia sono per il decesso dell’anziano. Scanderberg va meglio con la “c”.

  • Visto che si accenna all’uso della mascherina, come interpreti Adriano i contagi che stanno aumentato significativamente con inevitabile aumento e smaltimento prossimo venturo del presidio? Che poi questo mi parrebbe il problema minore. Ma su questo credo che converrebbe anche Pietro.Tanto, con tutta la plastica che non ricicliamo…

    • I costumi estivi sono digìversi da quelli invernali, e la mascherina ne soffre, ma con un buon corso di kamasutra… No, sono i preamboli, che poi vogliamo chiamarli contatti sociali, ma in pratica servono a quello, ballo compreso. Infatti non ballo. Ma ci sarebbe da lavorarci, ad esempio le discoteche ventilate con impianti aspiranti ed immissioni filtrate. Brevettiamo?
      E poi la mobilità stessa!

    • Convengo, caro Ivano.

Scrivi qui la risposta a Ivano Macalli

Annulla risposta

Iscriviti alla newsletter e rimani aggiornato sui nostri contenuti