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ADRIANO TANGO

Liguria. Prima regione hunting-free dell’anno

So che mi attiro gli insulti dei cacciatori, ma Cremascolta è varia, e ci son ben altre schioppettate a dividere i fronti!
Il fatto, per chi da sempre “sta con gli indiani” come me, non è da poco: con sentenza n. 568 il Tribunale amministrativo regionale della Liguria ha annullato la delibera della Regione Liguria con cui si disciplinava la stagione di caccia, che era già iniziata per le specie capriolo e daino.
In pratica per quest’anno non si caccia più, dopo il ricorso promosso da cinque associazioni ambientaliste assistite dallo Studio legale Linzola di Milano, contro la Regione Liguria, vinto in Tribunale.
Certo, la motivazione è labile perché il divieto sia permanente. Infatti è legata all’assenza di un piano venatorio sottoposto a una seria analisi di incidenza ambientale sulle specie oggetto di caccia (VINCA).
Allora basterebbe aggiornare il VINCA per ripristinare per l’anno venturo la grande schioppettata, ma intanto per pennuti ed ungulati si apre un anno sabatico dedicato alla gioiosa e libera riproduzione!
Intendiamoci, il numero degli ungulati è da tenere sotto controllo, e la caccia selettiva, affidata a personale preparato, non agli sparatori della domenica, è il metodo più rispettoso, ma se il suddetto piano di impatto ambientale fosse steso con intelligenza, potrebbe mai incitare alla strage di leprotti e uccellini?
E poi ci sono modi e modi. Personalmente abolirei i fucili da caccia a canne multiple, automatici…
“Un colpo solo!” già ci intimava come metodo etico Robert de Niro nello storico film il cacciatore, ma per conto mio, profitti degli armaioli a parte, una freccia sola sarebbe già molto più leale.

 

P.S. Per chi è con me la Lega Anti Caccia (LAC) non chiede che di aumentare il numero degli iscritti, con procedura facile da reprire in Internet e a quota associativa veramente poco esosa!

ADRIANO TANGO

24 Set 2020 in Ambiente

4 commenti

Commenti

  • E, al solito, brother, certo che sono con te!
    Non amo i “cacciatori”, proprio come atteggiamento comportamentale nei confronti di chi condivide con noi …….”umani/inumani”, l’esistenza sul pianeta terra.
    Trovo che non ci sia proprio alcunché di “sportivo” nella “caccia sportiva”!
    Togliere la vita non fa proprio parte, a nessun titolo, della mia …..mission, e non la faccio tanto lunga, punto e basta.
    Di seguito il link per chi si vuole iscrivere:
    https://www.abolizionecaccia.it/sostienici/diventa-socio/

    • Sai, mi viene in mente la telefonata del nostro Giacomo Cangini ai Carabinieri dalla sua casa di campagna, che suonava più o meno, come la ricordo da una registrazione, così: ” Ma qui mi sparano quasi in casa, i pallini mi rimbalzano sul tetto, che devo fare?” L’invasione è pesante e unilaterale, anche armata, e se qualcuno volesse attaccar lite…
      Ai confini del parco Serio non va meglio, i diverbi di innocenti passeggiatori, magari con cane, con “passeggiatori con fucile” sono normali, al grido di “Ma non vedi che il parco finisce a quel cartello? E allora non rompere i c***” Certo, ci sono anche cacciatori educati, ma l’immagine di un’uccisione, se qualcun dovesse assistervi, non è offensiva in sé? Non è un’offesa alla coscienza?

  • Da dieci anni a oggi gli iscritti alla Federcaccia, alle associazioni degli accoppanimaii, i cacciatori abituali sono in netto calo come numero. Per fortuna le nuove generazioni sono in maggioranza contro la caccia, secondo le statistiche. Se si deve imbracciare lo schioppo per diminuire il numero delle nutrie, dei cinghiali va bene, ma il fatto è che ai cacciatori piace sparare ai volatili, e ogni anno ne fanno strage, con numeri impressionanti; ne parla una recente inchiesta del quotidiano “Domani”, che dice una cosa interessante: gli ambientalisti, gli anticaccia sono forti nella società, i cacciatori, che sono minoranza nella società sono molto forti nelle amministrazioni locali: hanno potere politico. Non pochi i cacciatori che sono amministratori locali, consiglieri provinciali, eccetera.

    • “Non pochi i cacciatori che sono amministratori locali, consiglieri provinciali, eccetera”, tu ci riporti, Marino.
      Direi che non c’è da stupirsi: lo “spirito venatorio” ha una componente di aggressività che facilita la scalata sociale. Inoltre molta gente che gravita nel mondo della caccia maneggia denaro.

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