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PIETRO MARTINI

Pandemia Covid e Vaccinazioni

Inizia il 9 marzo un ciclo di 3 incontri, in collegamento web, organizzato dalla Società Umanitaria di Milano in collaborazione con il Gruppo Ospedaliero San Donato, per approfondire il tema delle vaccinazioni Covid, anche in riferimento ai profili storici dei vaccini.

Dopo un anno di pandemia globale, i vaccini Covid sono ormai una realtà concreta e la loro somministrazione è finalmente in essere. I poderosi investimenti economici, le risorse umane messe in campo e lo sforzo straordinario della ricerca scientifica in così tanti paesi sono gli elementi alla base di questa vera e propria rivoluzione in campo medico.

Tuttavia, con l’arrivo dei vaccini sono anche giunte le diffidenze, la disinformazione, a volte vere e proprie ipotesi di complotto alimentate anche da gruppi antivaccinisti. Nonostante Pfizer, Moderna e Astra Zeneca siano ormai realtà conosciute al grande pubblico, molte sono le domande che circolano sui vaccini da loro introdotti contro il Covid.

Quali sono le differenze scientifiche che intercorrono tra questi vaccini? In che modo le politiche europee e nazionali incidono sulle campagne di vaccinazione? Quanto devono essere impiegate le giuste e normali cautele e quanto invece un certo antivaccinismo rischia di pregiudicare o per lo meno di indebolire le campagne vaccinali in Europa e nel mondo? Ecco alcune questioni che verranno affrontate durante i tre incontri previsti in questo ciclo, pensati e sviluppati come momenti di approfondimento scientifico ma anche con intenti divulgativi. È un’occasione di riflessione aperta ai cittadini interessati, per fornire risposte il più possibile chiare e complete. Si tratta infatti di incontri via web aperti a tutti, anche ai non iscritti alla Società Umanitaria.

 

Primo Incontro

“Pandemia e Vaccinazioni. Profili Storici”

Martedì 9 marzo, ore 18.00, in diretta su Facebook e YouTube

 

Saluti e Introduzione:

Dott. Alberto Jannuzzelli, Presidente della Società Umanitaria

Dott. Francesco Galli, Amministratore Delegato del Policlinico San Donato

 

Relazione:

Prof. Giuseppe Armocida, Professore Emerito di Storia della Medicina alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi dell’Insubria e Presidente Onorario della Società Italiana di Storia della Medicina

 

Tema dell’incontro

Superata la metà del secolo scorso, con l’avvento dei farmaci antibiotici, la comunità scientifica fu portata a credere che il mondo occidentale non avrebbe più dovuto temere le malattie infettive. E oggi invece? Siamo tornati ad averne paura. Oggi è ricomparsa una storia vecchia, quella delle pandemie senza rimedio medico di pronto utilizzo. L’arrivo improvviso della peste nera, alla metà del Trecento, aveva sorpreso i medici e li aveva trovati impotenti a curare il nuovo terribile flagello. Allora, per supplire i difetti di una medicina che ignorava la natura del male, la difesa dal contagio era stata assicurata soprattutto dalle magistrature di governo, con i “cordoni di sanità” sui confini e con severe regole di isolamento. Anche l’epidemia di colera del XIX secolo può far affiorare similitudini con l’attualità, perché soprattutto le regole di isolamento e contenimento potevano valere. Anche allora, come oggi, in molte città si protestava vivacemente, rimproverando alle autorità i provvedimenti restrittivi che recavano danni ai mercati e all’economia del paese. In questo momento, mentre la scienza medica ricerca soluzioni vaccinali e i medici e gli ospedali curano come possono gli ammalati, la difesa dal morbo è ancora garantita con difficoltà dall’intervento della politica e delle istituzioni che, “colorando” e “ricolorando” comuni, province e regioni, organizzano la nostra vita, come si faceva con i “cordoni di sanità” al tempo delle pestilenze. Lungo secoli e millenni di storia, i flagelli epidemici sono sempre venuti e sempre sono andati via. Arrivavano, tormentavano, facevano ammalare e morire, ma poi, spesso dopo diversi mesi, se ne andavano. Migravano altrove o scomparivano. Restava sempre il timore di un possibile ritorno, ma intanto, per un po’ di tempo, ci si era liberati di loro. E i virus di oggi? Questi virus che periodicamente si affacciano alla nostra realtà e che, come nel caso del Covid, da più di un anno ci obbligano in difesa? Perché resistono così tanto e non si ritirano? Perché a un certo punto non cessano di tormentarci, come hanno spesso fatto i virus e i batteri delle epidemie che hanno preceduto il Covid? Che cosa è cambiato? Sono cambiati i virus? Certo, i virus cambiano sempre. Sicuramente, però, è anche cambiato il mondo, che una volta non aveva tanti luoghi affollati, tanti aeroporti e stazioni, tanti viaggiatori, quasi dei moderni untori che trasportano la malattia nel mondo globalizzato e fanno ammalare tutti i continenti quasi nello stesso tempo, come non era mai successo prima. Riusciremo davvero a capire che cosa è successo, come e perché? Riusciremo a fare tesoro di queste esperienze, per prepararci e attrezzarci meglio in vista di un futuro in cui i contagi epidemici potrebbero diventare una condizione ricorrente e spesso globale?

 

Secondo Incontro

“Esperienza di un gruppo ospedaliero. Che cosa è stato scoperto”

Martedì 16 marzo, ore 18.00,| in diretta su Facebook e YouTube

Prof. Valerio Alberti, Sovrintendente Sanitario del Gruppo San Donato

dialogo illustrativo condotto da Alessandro Cecchi Paone, giornalista e divulgatore scientifico.

 

Terzo Incontro

“Vaccinazione anti Covid. Un’opportunità per tutti”

Martedì 23 marzo, ore 18.00, in diretta su Facebook e YouTube

Prof. Fabrizio Pregliasco, Infettivologo dell’Università degli Studi di Milano,

dialogo illustrativo condotto da Alessandro Cecchi Paone, giornalista e divulgatore scientifico.

 

Diretta su:

www.facebook.com/Umanitaria.it

www.youtube.com/societàUmanitaria

 

Ulteriori informazioni sul sito web della Società Umanitaria:

www.umanitaria.it

 

Personalmente, ho sempre apprezzato gli incontri e le iniziative della Società Umanitaria, di cui sono socio da tempo, facendone esperienza dal vivo, anche presso la sede di via Daverio a Milano. Ma da quasi un anno, ormai, anche questa storica istituzione deve limitare alle modalità del collegamento telematico quasi tutti i suoi eventi. Non resta che prendere atto di tale necessaria limitazione, nella speranza di poter riprendere a frequentare direttamente e personalmente i programmi, i corsi e i calendari culturali di questo importante Ente morale, fondato nel 1893 e ancor oggi molto attivo nella nostra società contemporanea italiana. Come testimonia, tra i molti riconoscimenti ricevuti, anche la Medaglia di Benemerenza Civica conferita nel dicembre 2008 dall’Amministrazione municipale di Milano.

 

Grazie a CremAscolta per aver ospitato questa informativa sul ciclo di incontri della Società Umanitaria.

 

 

PIETRO MARTINI

06 Mar 2021 in Scienze

11 commenti

Commenti

  • E un bel grazione (absit ….!) a Pietro per quasta preziosa segnalazione.
    Non mancherò!

    • Grazie a Pietro. L’Umanitaria è un “circolo” un centro che mi sta a cuore, vicino al Palazzo di Giustizia, la Rotonda della Besana, Via Guastalla, La Sinagoga, La Sormani. Un pezzo della Milano che mi piace molto. Dove sono a casa. L’Umanitaria si occupa da sempre di biblioteche popolari, ricordo il cinema di sera al chiostro, corsi professionali, di letteratura. Le prime volte entravo in punta di piedi, perché sentivo il valore del luogo che tanto aiutò gli ignoranti. Quelli come chi scrive. E poi c’è un’altra cosa. Presidente dell”Umanitaria fu anche Riccardo Bauer, una delle figure meno citate e più limpide dell’antifascismo, la resistenza, clandestino con Ernesto Rossi, fu in “Giustizia e Libertà” e uno dei dirigenti del Partito d’Azione, il mio riferimento, e quello, credo, di Francesco Torrisi (quello con l’orto e la gramigna a Ripalta Arpina); lui con La Malfa Ugo e Parri, io con Antonio Giolitti, i fratelli Rosselli, i socialisti democratici.
      Riccardo Bauer, si dedico’ anima e cuore all’Umanitaria, dopo aver abbandonato la politica dei partiti, la delusione dei contrasti tra gli azionisti.

  • BUONA FORTUNA. E grazie Pietro ovviamente, perché quel che conta è il risultato, visto che, anche qui, fra amici, passo solo per un menagramo per il tentativo dichiarire la situazione.
    Ma visto che ho anche pubblicato nel frattempo le costanti antropologiche delle epideme, partendo da tempi prebiblici, non mi meraviglio. Ogni epoca un Cassandro! E… Bengodi è sempre aperto! Bravo Pietro!

  • Di questo passo andremo incontro ad una totale sfiducia, certamente non sempre motivata, nei confronti della politica, c’è già, e della scienza. Serpeggia un nervosismo che dovrà trovare sfogo prima o dopo. Ieri, tra tante regole non chiare, gente a passeggio non tantissima, ma un buon numero, ho visto la polizia locale chiedere documenti a due persone lungo la passeggiata del Serio, e lì pochi, in piazza Duomo invece solito assembramento di ragazzi fuori dai bar, e parecchio alticci e mascherina abbassata già alle cinque del pomeriggio che all’arrivo della stessa macchina dei vigili, dato l’organico, velocissimamente si sono dispersi. Non mi sono soffermato ad osservare se identificazioni o sanzioni, ma immagino lo stato d’animo di questi ragazzi a cui questo virus ha sottratto mesi di vita alla quale ormonalmente hanno diritto. Poi van bene certamente anche i collegamenti via web di tecnici ed esperti, in verità la televisione è un continuo di ospitate che dopo un po’ minano ulteriormente la fiducia nelle due istituzioni d’inizio. Ma la sensazione e il sentire comune sconsolato è che tutti ormai si stanno convincendo che da questa storia non ne usciremo più. Rispetto al passato, che però nessuno vorrebbe tornasse, verrebbe da pensare, l’ho già scritto, che i virus di un tempo siano scomparsi dopo aver aggredito i più vulnerabili e non trovando piu soggetti suscettibili siano spariti loro sponte dopo una selezione naturale darwiniana. Credo che oramai la gente si aspetti questo, con una cura introvabile e vaccini di cui non si capisce bene l’efficacia, nè eventuali conseguenze a lungo termine, è scritto doverosamente nel questionario di accesso alla puntura, per non parlare dei tempi di somministrazione e fasce d’età, e qui la selezione è solo politica, che fan incazzare quelli della mia età ancora socialmente attivi e quindi pure loro possibili veicolo di contagio. Insomma, né politica né scienza, ritorno del fatalismo e basta. Dopo tanti mesi ritorno al mio “Questione di culo” dell’inizio della pandemia.

  • Una domanda a todos los amigos (in primis a Pietro, ovviamente): avete seguito la lectio del prof. Giuseppe Armocida (primo di tre incontri organizzati dall'”Umanitaria”) martedi 9 marzo?
    Se si, quale l’impressione?
    E’ cmq ancora seguibile ancora su fb: https://www.facebook.com/Umanitaria.it/videos/722676645106479
    Un bell’excursus storico sulle malattie infettive e i vaccini, trattato in modo molto accessibile e frendly!

    • Ci vado, ma da tutti i miei studi è scoraggiante: pura obliterazione storica. Anche dalle ricerche fattte a Crema sulla spagnola, che mai viene nominata nelle disposizioni.

  • Grazie per il link, Francesco. Per me, il riscontro è positivo.
    Più in generale, sui vaccini, viste le inadempienze contrattuali di certe imprese, speriamo che in Italia ci siano tanti no vax.
    Così abbiamo a disposizione più vaccini e ci vacciniamo prima noialtri.
    E siamo tutti contenti, quelli che usciranno dall’ospedale sui loro piedi e quelli che poi ne usciranno coi piedi in avanti.
    Libero vaccino in libero Stato.
    Tra due giorni saranno centosessant’anni d’Italia. Ovviamente, come per i centocinquant’anni di Porta Pia lo scorso settembre, nessuno ci farà caso. Si sa: i biancorosei, e i giallini, e i verdoni, e via dicendo (da noi, nessun partito ha il coraggio di dichiarare il proprio colore effettivo – che comunque conosciamo tutti).
    Eppure, mai come adesso Cavour ha avuto ragione.
    Libero Covid per liberi no vax.
    Libertà, libertà, libertà.

    • Oggi è arrivato un altro “carico”, detto brutalmente, di ammalati covid da Milano, mi dice mia moglie, ricoverata per altri motivi. Io arrivo sino alle porte del girone infernale, e non provo a intralciare cercando un varco per intrufolarmi. Che desolazione; ricordiamocene, non facciamo come le altre volte: anche piccoli miglioramenti, che poi vuol dire ripensamenti, ritorno indietro con un passo da gambero.

    • Meglio non AstraZeneca, grazie.

    • Che culo ! Nn sono ultra ottanta per un 2/3 anni e quindi sono fuori da questa giostra!
      Speriamo che nel frattempo agli sciroccati di Fontana venga rovata un’alternativa!!!!

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