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FRANCESCO TORRISI

AMAROLUCANO

Ho copia-incollato il titolo ( e anche la foto) che Marco Travaglio aveva usato il primo Ottobre, su FQ subito dopo la pesantissima sentenza del Tribunale di Locri nei confronti del Sindaco di Riace.

I riflettori si sono ben presto spenti sulla vicenda e, al solito, il rischio è archiviare senza ver ben compreso l’accaduto.

Ritengo quindi fare un buon servizio al “giornalismo” nella sua essenza ( aiutare a capire quanto accade, non tramite “narrazioni” più o meno di comodo, ma tramite l’accesso ai “fatti”) riportando quello che, a mio parere è stato un modo esemplare di presentare un fatto eclatante, senza filtro alcuno di tipo ideologico/politico/partitico, in modo che il cittadino che legga senza pre/giudizi si possa fare una propria valutazione dell’accaduto.

Questo, tal  quale, il testo del fondo di Travaglio del 1 Ottobre scorso:

 

Se giudichiamo la sentenza Lucano col senso comune, magari paragonandola alle pene molto inferiori inflitte a grandi corrotti come Formigoni, frodatori come B., bancarottieri come Verdini, complici della mafia come Dell’Utri, per non parlare della Trattativa, possiamo tranquillamente dire che 13 anni e 2 mesi (sia pure in primo grado) sono un’enormità. Se però leggiamo il dispositivo della sentenza del Tribunale di Locri, comprendiamo che quei 13 anni e 2 mesi sono il cumulo delle pene per i singoli reati – quasi tutti molto gravi – per cui è stato condannato l’ex sindaco di Riace. Sgombriamo subito il campo dalle falsità.

1) Lucano non è stato condannato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: per la violazione della legge Turco-Napolitano è stato assolto, come per aver fatto carte false per far entrare illegalmente clandestini in Italia o munirli di documenti farlocchi. La sua battaglia contro le leggi sull’immigrazione – ammesso e non concesso che sia ammissibile da parte di un sindaco – non c’entra nulla. E nemmeno il “modello Riace”, cioè il meritorio ripopolamento di un comune depresso con l’integrazione dei migranti.

2) Difficile immaginare che i tre giudici del Tribunale nutrissero intenti persecutorii, come già si era detto dei pm (ora quasi rimpianti perché hanno chiesto la metà della pena poi inflitta dal Tribunale). Al netto di quelli contestati ai suoi 26 coimputati, Lucano rispondeva di 16 capi di imputazione. È stato assolto per 5, condannato per 10 (in parte alleggeriti di diversi fatti, per cui è stato pure assolto) e prescritto per uno.

3) La condanna riguarda non gli aiuti ai migranti, ma una serie impressionante di pasticci finanziari con denaro pubblico. Il primo è l’associazione a delinquere per commettere “un numero indeterminato di delitti contro la Pa, la fede pubblica e il patrimonio” e “soddisfare gli indebiti e illeciti interessi patrimoniali delle associazioni e cooperative” create e controllate da Lucano e dai suoi amici come “enti gestori dei progetti Sprar, Cas e Msna” (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati, Centri accoglienza straordinaria, Minori stranieri non accompagnati), con “indebite rendicontazioni delle presenze degli immigrati”, “derrate alimentari falsamente indicate come destinate agli immigrati ma sistematicamente utilizzate per fini privati”, “costi fittizi per spese carburante”, “numerose false fatturazioni”, nessun “controllo delle spese” né “documentazione dei costi sostenuti dalle associazioni”, “prelievi di denaro contante e assegni bancari dai conti correnti senza alcuna giustificazione”, “indebita destinazione di fondi ottenuti per fini diversi” dall’accoglienza.

L’altro – che forse spiega la discrepanza tra pena richiesta e pena inflitta – è la truffa aggravata allo Stato, cioè alla Prefettura e al Viminale (prima era “solo” abuso d’ufficio) per far versare 2,3 milioni indebiti o ingiustificati alle varie associazioni. Poi c’è un’altra truffa allo Stato da 281mila euro per una miriade di “costi fittizi o non giustificati”, “false fatture”, false annotazioni sui registri Inail di ore lavorate, “fittizi acquisti di bombole, materiale di cancelleria, mobili e schede carburante false”. Ne consegue l’accusa di falso ideologico in atto pubblico per ben 56 determine “propedeutiche al rimborso dei costi di gestione dei progetti Cas e Sprar” in cui Lucano “attestava falsamente di aver effettuato controlli sui rendiconti di spese” fantasiosi.

Un altro reato che porta alle stelle la pena è il peculato, per essersi “appropriato in modo sistematico” di “ingenti fondi ottenuti dallo Stato per l’accoglienza dei rifugiati”, “non meno di 2,4 milioni, distraendoli alle predette finalità” per l’“acquisto, arredo e ristrutturazione di tre case e un frantoio non rendicontati”, più “prelievi in contanti per 531.752 euro”, in parte usati “per il viaggio in Argentina di Lucano”, in parte per “i concerti estivi organizzati dal Comune di Riace”. Concerti che poi il sindaco “attestava falsamente” non essersi svolti “al fine di non pagare i diritti Siae”: altro falso.

L’ultimo reato grave è l’abuso per aver “affidato il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti nel comune di Riace alle cooperative sociali Ecoriace e l’Aquilone, prive dei necessari requisiti richiesti” dalla legge, “dell’iscrizione all’Albo regionale delle cooperative sociali” e “di autorizzazioni alla gestione ambientale”, senza l’ombra di una gara (la turbativa d’asta è prescritta). Infine Lucano rilasciò a Tesfahun Lemlem, sua compagna etiope, un certificato falso: “lo stato civile di nubile anziché di coniugata, a lui noto”.

Fin qui il giudizio penale di primo grado, che potrà essere rivisto in appello. Sul piano politico e morale, a parte qualche spesa privata con soldi pubblici, non si può dire che Lucano sia un corrotto o che agisse per interessi propri, anche se quel sistema di soldi allegri a pioggia drogava certamente i suoi consensi.

È possibile che agisse con le migliori intenzioni. Ma questo incommensurabile pasticcione era pur sempre un sindaco, cioè un pubblico ufficiale tenuto a rispettare e a far rispettare le regole. L’impressione è che la nobile missione del “modello Riace” gli abbia dato alla testa, convincendolo di essere al di sopra, anzi al di fuori della legge. Che si può sempre contestare e persino, per obiezione di coscienza, violare. Ma senza la fascia tricolore a tracolla. E affrontando poi le conseguenze delle proprie azioni.”

 

A me, il bell’ articolo di Marco è servito assai per farmi un’idea, sgombra da pre/giudizi, sentimentalismi, ideologie, retoriche et similia.

Confido possa accadere, per analogia anche per i bloggers che leggono

FRANCESCO TORRISI

06 Ott 2021 in Legge

23 commenti

Commenti

  • Ma era un recidivo?
    Perché ad Icaro che si mette le ali e vuol volare non si può dare una prova di appello, non concessa dalla gravità terrestre, ma se la gravità scalare, quella delle colpe, è valutata nella società degli uomini si attende la dimostrazione di volontarietà alla seconda prova per la crocifissione.
    Nessuno è così ingenuo da accontentarsi di un “Io non sapevo che…”, ma l’incompetenza, sia pur la frode, sono il bagaglio di condanne non infrequenti dei Sindaci, colpevoli o calunniati, e il metro di giudizio è ben diverso in genere.
    Certo, d’obbligo l’interdizione dai pubblici servizi, ma esemplare sarebbe un percorso di recupero proprio presso quelle strutture sociali cui voleva dar vita, ma quelle in regola!

    • Sagge parole le tue, fratello Adriano!
      Personalmente confido che i successivi gradi di giudizio siano improntati ad altrettanta saggezza.

    • Più dalla parte tua che dalla parte di Pietro, anche se gli schieramenti sono puerili. Qui ognuno si difende da solo. E noto anche che dopo il lapidario report di Travaglio, ora, forse leggendoti, anche Francesco, mitigando il giudizio, sia più benevolo. Nel nostro piccolo anche Stefania Bonaldi sarebbe responsabile della frattura del dito di un bambino causa la porta di un asilo comunale. Quindi io non sarei così intransigente rispetto all’ignoranza soprattutto in materia di leggi sull’immigrazione e accoglienza di difficilissima lettura e applicazione. E da Pietro mi sarei aspettato più moderazione ben sapendo che tanti poveracci pagano per colpe minori. Insomma, io alle leggi degli uomini, in sede di giudizio, affiancherei anche la legge dell’errore. Sempre se ho ben capito i commenti.

  • Grazie, Francesco, mi sembra un utile contributo per fare chiarezza sulle reali motivazioni di questa sentenza, che tra l’altro avrebbe potuto essere ancora più pesante, visto il numero e la gravità dei reati commessi da un personaggio che ha agito addirittura come rappresentante del nostro Stato nazionale e in nome del popolo italiano. Ci rendiamo conto che non si tratta di uno che passava di lì per caso ma di un Sindaco? Altri articoli, su altri giornali, sono molto più severi. Comunque, che persino Travaglio debba ammettere, sia pure nella versione tutto sommato “soft” e benevola del “pasticcione” invece che dell’accertato delinquente plurimo e aggravato, i delitti commessi da questo reo seriale, la dice tutta e la dice lunga sulla realtà delle cose e dei fatti, alla faccia di certi celebratori dell’epopea solidaristica lucaniana. Siamo di fronte al tipico prodotto di una certa cultura dell’impunità mafiosa e dell’ipocrisia buonista. Un mitomane compulsivo ed esibizionista. Aspettiamo gli altri gradi di giudizio, in attesa che tutto passi in giudicato. Intanto, sappiamo che non siamo davanti a un ingenuo “pasticcione” ma a un dolosissimo faccendiere multiplo e continuato.

  • Pietro, mi pare che l’intento col quale ho ritenuto postare il fondo di Travaglio stia maturando i suoi risultati, che (dichiaratamente) non erano certo quelli di ….ammucchiarsi dietro a posizioni ideologicamente schierate, ma di esprimersi in consapevolezza rispetto ad un fatto ecclatante che non meritava certo di essere derubricato a sola cronaca.
    Ovviamente non sono in sintonia con il tuo “persino Travaglio debba ammettere” e mi dichiaro viceversa personalmente in totale sintonia con la sua (di Travaglio) chiusura: “È possibile che agisse con le migliori intenzioni. Ma questo incommensurabile pasticcione era pur sempre un sindaco, cioè un pubblico ufficiale tenuto a rispettare e a far rispettare le regole. L’impressione è che la nobile missione del “modello Riace” gli abbia dato alla testa, convincendolo di essere al di sopra, anzi al di fuori della legge. Che si può sempre contestare e persino, per obiezione di coscienza, violare. Ma senza la fascia tricolore a tracolla. E affrontando poi le conseguenze delle proprie azioni.”

    • Caro Francesco, nell’ambito del nostro “non accordo”, nel senso che per me più che un pasticcione i giudici l’hanno dichiarato un delinquente doloso plurimo (che quindi ha agito con piena e continuativa “coscienza e volontà”), mi sembra che un “accordo” tra di noi ci sia: che il personaggio abbia sbroccato di brutto e qualcosa “gli abbia dato alla testa”, per usare le parole di Travaglio. E non trattandosi di un adolescente quindicenne ma di uno stagionato ultra sessantenne, per di più Sindaco, la cosa si commenta da sola.
      Penso che i suoi atteggiamenti, anche mediaticamente diffusi, persino conclamati in ambito televisivo, siano stati colti da tutti: certi deliri di onnipotenza; il suo porsi al di sopra di ogni cosa, soprattutto al di sopra della legge (immediato il richiamo al “princeps legibus solutus” dei costituzionalisti: notare che l’ultimo ha lasciato la testa sulla ghigliottina); il suo atteggiamento generale di sicumera verso l’intera situazione così fuori da ogni logica istituzionale e amministrativa, insomma il suo farsi impunemente un baffo di tutto e di tutti, sono cose che concorrono a farne un personaggio tanto gasato e montato quanto presuntuoso e megalomane.
      Per cui, i casi sono due. O gli riconosciamo qualche psicopatologia che diminuisca la sua capacità di intendere e di volere (ma i giudici non l’hanno fatto), e allora siamo davanti a un neuropatico, magari anche un po’ oligofrenico, quindi occorre essere indulgenti. Oppure il suo essere sbarellato, con una simile spocchia e iattanza, rientra nei modelli comportamentali di un acuto complesso di superiorità verso gli altri e l’universo mondo, e allora siamo davanti a un furbacchione incallito, soltanto un po’ più abile e mestatore nel pescosissimo mare italico della credulità solidaristica e dell’ingenuità beneficente. Per me, siamo nel secondo caso.

  • Pietro, d’accordo come dici: “…. il personaggio abbia sbroccato di brutto e qualcosa “gli abbia dato alla testa”, per usare le parole di Travaglio”.
    Ovvio che il tutto vada contestualizzatorispetto agli ….”usi e costumi” della particolare zona del buffo stivale, alla emergenza immigrazione (soprattutto clandestina) particolarmente “concreta” nella zona, al ruolo che un Sindaco (magari di “buona volontà”) svolge in un Comune italiano di 1 902 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria.
    E, nel concreto, aspettiamo i successivi gradi di giudizio.

  • 13:31. Il mio commento, non indirizzato esplicitamente, era una conseguenza a quanto scritto da Adriano.

  • Pietro, almeno riconoscerai che nelle tasche di Lucano non é stato trovato un euro. In Italia chi maneggia soldi pubblici, lasciamo stare gli sprechi, soprattutto al sud, spesso subisce la tentazione di intascarsi qualcosa. A me scandalizzano di più i percettori di Reddito senza diritto. Non passa giorno che non ne becchino.

    • Se gli avessero pure trovato addosso la mazzetta, oltre agli innumerevoli reati per i quali l’hanno condannato, c’è ne sarebbero stati altri in aggiunta. Quanto al reddito di fancazzismo, Ivano, con me sfondi una porta aperta. Ieri però ho seguito per qualche minuto il collegamento tra la Gruber e l’eroico Mimmo, paladino degli oppressi coi nostri soldi. Sto cominciando a convincermi che l’imputato fosse da assolvere per incapacità di intendere e di volere (e di esprimersi in italiano). Parlava come uno smarrito psicolabile e bofonchiava frasi senza senso. Mi sa che devo ricredermi e pensare che si è commesso un errore giudiziario. Invece che al gabbio, va messo in una casa di cura. Travaglio era probabilmente sulla strada giusta. Dicendo “pasticcione”, mi sa che alludeva a qualcosa di più grave. Comunque, complimenti a quelli che l’hanno eletto sindaco. E a quelli che ancora adesso lo portano a esempio come amministratore pubblico. Povera Italia.

    • “ce ne sarebbero….”. Questi correttori automatici sono sempre da correggere.

  • Non conosco l’indagine su Lucano; non l’ho approfondita, quindi non posso emettere un giudizio, cosa che invece da noi si fa quasi sempre, sapendo poco, per terze persone, spesso faziose di loro. L’unica cosa che dico, che anch’io riporto e che mi ha colpito, è la che il numero di anni di condanna che si è beccato Lucano, è pari a quel delinquente marchigiano che ha cercato di ammazzare vari immigrati sparando loro e ferendone otto.
    Di Marco Travaglio, e del suo giornalismo ho scritto qui tanto di bene. Concordavo con Tabucchi che Travaglio è uno necessario, nei fatti di politica e malaffare nostro. Ma, ora, il suo sorriso sarcastico e la sua difesa a spada tratta degli amici di Grillo, ora amici poco abbraccioni con il comico, è esagerata: gli consiglierei un filino di distacco.
    Non so se si è montato la testa, Travaglio, ma ormai è una presenza fissa dei “Visto”, “Di più”, dei giornali delle signore semplici e pettegole che vogliono sapere che mutande portano i divi che così le comperano anche loro, il marchio straccione acquistano, di molte meno euro, che però copia lo stile delle mutande del divo. Maschio o femmina. La notorietà cambia molte persone, e ha fatto del sarcasmo di Travaglio una barzelletta. Forse lo dico, per onestà lo devo dire, per rancore, visto che mi pubblicò circa cinquanta taccuini sul suo giornale, in due anni; e poi, mi è bastato criticarlo duramente una volta, come fa lui con altri, e ha smesso di pubblicarmi. Sarà permaloso, chissà.

  • In sintesi servirebbe un nuovo reato con apposite pene: il delirio di onnipotenza a fin di bene. Ora, il bene, come il male, il male a fin di bene… quanto fumo! Un precedente emulabile che va scoraggiato con fermezza. Tuttavia… ecco allora l’ipotesi della pena rieducativa: lavoro in una struttura assistenziale vera, non fai da te che paghi tu

    • Ivano dai! Si sa che ho un orientamento left, che parte dalla dalla condanna delle regole di libertarismo in economia delle idee di destra (che considero direttamente responsabili della crisi mondiale, il precipizio che forse in extremis riusciremo solo a mitigare la gravità), ma parole quali “norme amministrative” e “pezzo di carta”, sono svianti: sapeva quel che faceva e sia pur per un fine superiore che giustificava il mezzo se ne è fregato. Poi, il segno della condanna, certo, si rimedierà nel livello superiore di giudizio, quindi utile un “respiro di solidarietà” ma non sanzionare costituirebbe un pessimo precedente! Ciò soprattutto nell’ipotesi di un ribaltamento di segno nelle Gestioni locali e regionali, ma anche come alibi per certi figuri già alla ribalta (alibi tipo: “ma se voi per primi… e poi li assolvete…).

  • A proposito di Reddito di cittadinanza Tito Boeri, ex Presidente Inps, qualche settimana fa in un articolo su Repubblica ha dichiarato che i 2/3 di percettori non sono in grado per ragioni fisiche, mentali o anagrafiche di essere inseriti nel mondo del lavoro. Anch’io ritengo che vada abolito, esistono altri amortizzatori. Gli altri beneficiari vadano inseriti, fosse l’agricoltura, la ristorazione o l’accoglienza altrimenti dichiarare che il provvedimento è stato fallimentare, ma questo lo abbiamo ormai capito tutti. Antica cazzata dei 5stelle, ormai in caduta libera. I suoi votanti avranno sentito Draghi che senza abolirlo ha dichiarato di volerlo riformare. Quanto a Mimmo Lucano, ho parlato poco fa con un amico che di accoglienza se ne intende e ha contatti diretti con quei territori. Onestamente dice che Lucano non ha intascato un euro, ma che suoi collaboratori ne hanno approfittato. Dice anche che il Sindaco ha forse, senza forse, forzato leggi e normative, ma solo a fini umanitari. Se così fosse che vadano in galera gli approfittatori. Ma questo prescinde dalle mie opinioni e da quelle del mio amico, ci sono i magistrati per questo.

  • Grazie, Ivano, me lo leggo.
    Comunque, più mi informo e approfondisco, più penso che questo soggetto sia da prosciogliere da ogni accusa, interdire e curare. Non è pericoloso per quello che è ma per quello che chi gli sta intorno combina.
    In Italia, anche dalle sue parti, abbiamo ottimi specialisti che potrebbero, non dico recuperarlo, però almeno aiutarlo in un percorso di riabilitazione (non giuridica ma cognitiva).

    • Ho visto anch’io la puntata di 8 e 1/2, con Lucano, porello (pure collegato pessimamente in streaming, il che aggiungeva alla sua confusione, una confusione tecnica distruttiva!) Carofiglio e la figlia di Falcone. Mi ha fatto davvero una gran pena , convinto come era ed e’, di agire “per il bene”, passando sopra a norme, leggi e procedure codificate. Credo e spero che in appello le attenuanti emergeranno in modo sostanzioso.

  • E se Mimmo Lucano fosse un’idealista? Certo, non ha oratoria, forse é un timido, un semplice. Non buca lo schermo, non ha una gran presenza scenica, ma io non dileggerei così tanto chi, magari con ignoranza, infrange le regole. Ricordiamoci che per il proprio ideale in molti ci han lasciato la pelle e adesso gli intitoliamo strade e piazze. Certo, non finirà la sua vita da eroe, e magari con un buon avvocato i prossimi appelli mitigheranno la condanna. Se poi teniamo conto che, ben difesi, alcuni non hanno mai fatto un giorno di galera rimandando sine die i processi, io credo che le attenuanti, qualcuno qui l’ha già scritto molto ironicamente, vadano concesse tutte. Io credo che un po’ di indulgenza gli spetti. Ricordiamo che la giustizia degli uomini e le leggi sono fallaci. Spesso.

  • Adriano, sapeva quel che faceva, certo, ma arrampicandoci sugli specchi, non potrebbe essere un’attenuante? Ripeto la domanda: se fosse un’idealista? Comunione, empatia, solidarietà. Il Risorgimento: gli idealisti e i gattopardi. Hanno vinto gli idealisti. C’entra? Sarebbe domanda legittima, ma chi sempre ha cambiato il corso della Storia? Poi potrebbe anche andar peggio, ma non é certo. É ovvio che un nuovo mondo non lo si costruisce dall’oggi al domani, e non sappiamo neppure come potrebbe essere. Ma se una persona, anche oltre la legge, cj crede cosa c’è di male? Non volevamo neppure i terroni al nord, come non li volevano gli svizzeri o i belgi. Ma sono serviti. In Inghilterra non trovano camionisti per la consegna delle merci. Responsabilità della Brexit. E vedrai che per necessità mitigheranno le loro posizioni. Si parla tanto di riportare vita in territori e paesi abbandonati, desertificati, e a Riace Lucano ha cercato di farlo. Certo, non é come portare ricchi stranieri a ripopolare le nostre pittoresche colline. Oddio, non voglio schierarmi assolutamente a favore, ma non voglio neppure essere impietoso. Tutto qua.

  • Considerazioni che ti fanno solo onore, Ivano, con buona parte delle quali sostanzialmente concordo, ma il fatto derimente è che “il Sindaco” è, in quannto tale, “Ufficiale di Governo” e le sue azioni, anche se improntate a nobili finalità, debbono svolgersi negli ambiti definiti dalla Legge.
    Ove ciò non accada ( e nel suo caso è avvenuto più volte) la stessa Legge definisce le conseguenze penali.
    A mio parere, da parte dei Giudici di primo grado, c’è stata una sorta di accanimento nell’applicare le pene (appunto previste dalla Legge) non considerando le finalità (nobili) dei comportamenti trasgressivi che, ripeto, confido vengano viceversa considerate nei successivi gradi di giudizio.

    • Francesco, il tuo post é stato per voce di Travaglio troppo lapidario. Io non so fino a che punto Lucano fosse consapevole delle sue tracimazioni, e mi pare che qui si dica che ne fosse consapevole. Io non ho avuto modo di sentire affermazioni in tal senso. Vorrei però ricordare che le leggi di oggi non sono mai quelle di domani. A quante riscritture abbiamo assistito. Per questo dico che i climi estemporanei che le presiedono spesso sono giusti. Poi se voi dite che il protagonista sia anche un rappresentante delle Isituzioni e questo sarebbe un’aggravante, io dico che potrebbe anche fare scuola prima o dopo. Nelle casse dei Comuni italiani giacciono fondi che i sindaci non possono usare. Se un sindaco decidesse di usarli sulla base dei bisogni di una città, e quindi trasgredendo, voi cosa direste?Le linee di pensiero sono spesso volatili, volubili. Io non ne faccio solo una questione giuridica, voi sì. Altre realtà del sud, magari meno esposte, vanno in quella direzione. Evidentemente sono più accorte del metodo lucano. Non so, ripeto, io non mi sento di essere così lapidario. Gli uomini si sono dimostrati troppe volte in errore, legislatori e magistrati.

  • Scusate: precedono, non presiedono.

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