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FRANCESCO TORRISI

Papa Bergoglio a “che tempo che fa”

E questo “Papa con gli scarponi” mi piace sempre di più!

E piace sempre di meno alla “grande editoria” della carta stampata e delle Tv, che hanno “arricciato il naso” per la sua partecipazione, a rispondere alle domande di Fabio Fazio in Tv su Rai 3 alla Domenica in prima serata, senza sottolineare l’importanza dei temi ai quali non si è per nulla sottratto, anzi …..”mettendoci del suo”!

Ha parlato di giusta retribuzione del lavoro, della follia della spesa per gli armamenti (con quei soldi si risolverebbe il problema della fame nel mondo!), è entrato a ….”scarponi giunti” sullo scottante tema dei criminali campi di concentramento libici a accanirsi contro i migranti, ha raccomandato di guardare negli occhi, toccare con le mani i poveri, a chiesto di pregare per lui, uomo che non sa giustificarsi il perchè Dio consenta la sofferenze dei bambini, ha additato come “vizio” della Chiesa il “Clericalismo, da rifuggire!

Come resistere da parte dei grandi media “allineati” alla tentazione di rispondere in modo piccato: …..ma facesse il suo “mestiere di Papa” benedicente dalla “Papamobile”!

Mamma quanto mi piace questo “Papa Laico”!

FRANCESCO TORRISI

10 Feb 2022 in Religione

44 commenti

Commenti

  • Ma un nesso con quanto mio ho postato sui Faraoni… non ce lo vedi? Non si tratta forse di una intelligente defaraonizzazione, prima che sia tardi? Ma vedo altre cose intelligenti: ad esempio un avvicinamento agli altri Cristianesimi calata direttamente nella prassi. Un esempio? La confessione. Io l’ho fatta una volta sola prima della comunione, nel 58, ma un amico che l’ha rifatta da vecchio mi ha detto che è tutto cambiato, una chiacchierata seduti a un tavolo, senza manco soffermarsi sui tipi di peccati, ma una sintetica assoluzione del tipo “Ma tu, ne sei pentito? E allora via in pace!” Insomma una minimalizzazione del ruolo del Ministro che avvicina il Cattolicesimo alle tante Chiese protestanti senza tante riforme, direttamente nella liturgia. Che è poi quella che tiene lontani dal culto, per il suo peso eccessivo, tanti di noi.

    • Non gli é stato chiesto niente del suicidio assistito contro il quale ha espresso la sua contrarietà perche la vita é un dono col compimento della morte che va accolta naturalmente senza forzate anticipazioni. Per un laico naturalmente la vita è un colpo di reni e la sofferenza una disgrazia. Dopo queste dichiarazioni questo papa mi piace sempre meno. E poi che enfasi da parte di Fazio. Certo, é un capo di Stato e il massimo rappresentante della Chiesa cattolica, meritava quindi la giusta reverenza, ma tutto quel Santo padre, per me non esistono santi, mi è sembrato eccessivo. Per un non credente si chiama Bergoglio e basta. Come il suo predecessore, e staremo a vedere alla luce delle ultime vicende di pedofilia insabbiata, si chiamava Ratzingher. Naturalmente la legge é di nuovo ferma fino a marzo e i detrattori useranno a dismisura la sua dottrina adottata strumentalmente da chi della vita di un sacco di esseri umani non frega assolutamente niente. I bravi cattolici italiani.

  • Ho saputo dell’intervista da una persona di cui ho molta stima, pochi giorni fa. Questa persona, andando al sodo, mi ha riferito le affermazioni su “Dio onnipotente nell’amore”. Non ho fatto studi teologici specifici ma avendo da ragazzo fatto immeritatamente scuole serie e con validi insegnanti, anche in materia religiosa, ho potuto interloquire con questa persona in termini sufficienti per comprendere la problematicità di certe affermazioni. Due millenni di neotestamentarismo e, prima ancora, come minimo, un millennio di veterotestamentarismo parlano chiaro: o Dio è onnipotente tout court o non lo è. Se non è onnipotente anche solo in qualcosa, l’onnipotenza va a remengo. E non c’è bisogno di ricorrere ai vari principi di logica a partire dai presocratici, come quello di identità e non contraddizione. Che comunque non sono proprio robetta. Sull’onnipotenza di Dio basta quello che Santa Madre Chiesa ha sempre detto, scritto e insegnato. Anche proprio come articolo di fede. Il Credo non dice “credo in Dio onnipotente nell’amore”. Quindi, io e questa persona ci siamo salutati, certi che la nostra esistenza non sarebbe rimasta sconvolta dall’intervista di Fazio ma consapevoli che in questa faccenda resta molto da approfondire, ammesso che gli impegni correnti, spesso anche molto gradevoli, lo consentano. Poi, nei giorni successivi, ho letto alcuni rilievi mossi in proposito da vari esponenti anche cattolici, per non parlare di altre affermazioni tutte da capire che ho visto riportate dalla stampa. Insomma, il successo mediatico è una cosa, la dottrina, la teologia e il catechismo un’altra. Con buona pace dei laici mossi da simpatia umana e trasporto emotivo verso l’attuale Santo Padre. Personalmente certe affermazioni per cui i genitori debbano essere “complici” dei figli; per cui c’è sempre il “diritto di essere perdonati”; che il “tatto sia il più importante dei nostri sensi”, insomma, cose del genere, proprio non le condivido e mi pare che mettano la Chiesa Cattolica Apostolica Romana nella necessità di decidere se cambiare la propria dottrina, la propria teologia e il proprio catechismo oppure se cambiare questo Vicario di Cristo. Insomma, va bene tutto, noi ci adeguiamo di buon grado, però si dovrebbe poter capire a che cosa ci dobbiamo riferire e a che cosa dobbiamo credere, al di là delle interviste mediatiche da Fazio. Soprattutto sulla questione della “onnipotenza nell’amore” mi ha colpito quanto rilevato da Mancuso. Anche perché, se al di fuori di questo “amore” (ammesso che ci siamo capiti su tale concetto, un tantino controverso) Dio non è onnipotente, allora si aprono scenari, per noi poveri comuni mortali, ben diversi da quelli che ci sono stati insegnati dai tempi della nostra dottrinetta fino ai tempi della dottrinetta dei nostri nipotini. Non so se mi spiego. Almeno uno si regola. Basta saperlo.

    • Pietro, sono un estimatore di Vito Mancuso, che interpreta il suo ruolo di Teologo in modo invidiabilmente profondo ed equilibrato, e dal suo ” I miei cinque dubbi su Papa Francesco” https://www.vitomancuso.it/2022/02/11/i-miei-cinque-dubbi-su-papa-francesco/
      mi piace in modo particolare (da laico convinto, involontariamente battezzato cattolico, ma non praticante) condividere la sua conclusione:
      “Il papa da Fazio è stato visto e ascoltato da milioni di persone e io penso che abbia fatto bene ad andare vincendo la perplessità iniziale di alcuni, tra cui la mia. Il messaggio complessivo di quella serata manifesta nel modo più efficace la sua peculiarità: l’essere sinceramente accanto ai sofferenti del mondo, il farsi voce di chi non ha voce, l’essere un grande profeta che richiama tutti ai doveri della propria umanità. Ed è proprio in nome di questa umanità che io ho sentito la necessità di esplicitare i miei dubbi su alcune sue affermazioni al fine di contribuire alla comune ricerca.”

    • Grazie, Francesco. Pienamente in tema e del tutto al nocciolo del problema. Delle conclusioni di Mancuso non posso che prendere atto. Il punto per me non era dove si va (da Fazio o da altri) ma che cosa si dice. Invece sulle cinque cause di forte perplessità, che penso siano la sostanza del discorso, vedo che ci siamo in pieno. Ovviamente, l’onnipotenza di Dio, che è il Bene, rispetto a certi suoi avversari, che sono il Male, come da circa tremila anni viene detto, scritto e insegnato, non è un argomento di particolare interesse per i non credenti. E Ivano fa quindi benissimo a dire quello che dice. Se Dio non esiste, anche la sua onnipotenza fa parte del non esistente. Il suo ragionamento non fa una grinza. Invece, per i credenti, è importante capire se è un “gioco retorico”, come dice Mancuso, oppure no. Col Diavolo non si gioca. Oppure, se lo si fa, si deve sapere che è un giocatore abituato a non sbagliare un colpo. Se chi lo fronteggia non è onnipotente, anzi onnipotentissimo, cambia tutto. Sempre che ci si creda, naturalmente. Tutto qui, nulla di più, nulla di meno. Grazie ancora della segnalazione, Francesco.

  • Credendo soprattutto che l’unico dio certo, verificato, che conosco fin da bambino è il dio denaro, tutti gli altri dei, o il dio, mettiamolo al singolare, onnipotente nell’amore credo sia solo un desiderio, umano, comprensibile, che fa sì che esistono le religioni per chi ci crede. Onnipotente nel senso che chi ha fede, che s’inginocchia pregando, dovrebbe far l’amore con gli altri, cioè mostrare amore, tolleranza, e compagnia bella. Altro è il ridicolo, di quando tutti i pontefici, Bergoglio incluso, parlino della “Vergine Maria”. È o sarebbe vergine, la signora Maria, se non ha mai fatto l’amore fisico; e se Maria, la madre di Gesù non ha mai “scopato”; scelta sua, ma solo in questo è vergine, altrimenti non lo è . La religione è un pacco di menzogne necessarie, visto che molti non possono farne a meno, e comprendo: la vita èaffannosa; ma l’Onnipotente è assente, e’ un fatto. Lo ricordavano Padre Turoldo, Sergio Quinzio. Lo ripeto: è assente; e lo sanno benissimo i criminali, delinquenti anche quando evadono tanti soldi al fisco, e che la fanno franca. Dormono tranquilli, russando, per niente preoccupati del Dio Onnipotente dell’amore.

    • Non confondiamo l’Essenza con la rappresentazione. Potrei firmarmi un ateo atipico come un credente universale, ma più propriamente un essere evolutivo.

  • L’onnipotenza di Dio ha da sempre, nella dottrina della Chiesa Cattolica, sin dai tempi della patristica e attraverso la scolastica, un rapporto fondamentale con il problema del Male. E con chi rappresenta il Male e ne è, dall’origine dei tempi, alla radice. Si tratta di un aspetto teologico essenziale ma anche di una visione del mondo terreno che non può prescindere da un Dio non condizionabile e non limitabile dal Male, bensì solo disponibile a concedere al Male spazi d’azione nell’ambito di un’onnipotenza divina sempre e comunque piena, completa, assoluta. Un Dio non onnipotente oppure onnipotente solo in parte, in modo situazionale o in riferimento a specifiche tematiche, come la non meglio identificata materia dell’amore, ammesso che si convenga sul suo significato, non è un Dio veramente onnipotente. E questo fa apparire il Male in una luce nuova, tutta da capire e da scoprire. Un Male ben più forte e potente. Tra l’altro, secoli addietro, una cosa del genere non sarebbe passata inosservata ai domenicani di una certa struttura organizzativa. Ripeto, Mancuso ha messo in luce molto bene questo elemento. Se poi vogliamo buttarla sull’intrattenimento mediatico, allora non resta che da ammirare, applaudire e fare la ola.

  • Francesco, a Dio si fa dire quello che gli uomini interpreti o traduttori hanno voglia che dica. Anche quello che non capiscono, soprattutto quello. Così che tutti, da secoli e millenni, si sentono più pirla di quello che sono con buona pace della Chiesa che su questo ha fondato la sua fortuna, sempre meno in verità. Ripeto, a me sono bastate le sue dichiarazioni sul suicidio assistito, il giorno dopo per squalificarmi anche lui. E in mezzo a tanta teologia non ho nessuna paura a dire che il monopolio di bene e male non può averlo la Chiesa, con la tanta o poca influenza che comunque esercita ancora in fatto di leggi di Stati per Lui esteri. Da bravo materialista io dico che si senta prima l’uomo e poi volendo, come accessorio, anche Dio. Insomma, un parere come un altro. Se poi Mancuso ha ancora voglia di commentarlo e vendere libri continui pure, ma io credo che il puro esercizio intellettuale non serva proprio a niente se non nelle applicazioni che la secolarizzazione ha portato, ma non per gentile concessione. No, alla parola di Dio e dei suoi mandanti ancora si contrappone, faticando, la voce dell’uomo. E questo è gravissimo. Non sia più che qualcuno dica: io so cosa sono il bene e il male. Soprattutto in tema di diritti, che non hanno alcun bisogno di astrazione e che come per tutti gli altri consentono, ma non obbligano. E’ questa la differenza tra bene e male.

    • Ivano tirarsene fuori, con tutto l’impatto che le fedi hanno, non serve, ma non lo trovo nemmeno giusto! Non sono “fatti loro” ma fatti nostri! Su un’intima adesione a “qualcosa” non conta poi un cammino indicato, che è comunque in divenire, ma il proprio cammino, e ciò non è socialmente nemmeno importante, essendo un percorso intimo. E il Papa che deve fare? Di rivoluzioni ne ha già un po’ in ballo, su qualcosa deve pur cedere nel palazzo dei veleni, anche in senso letterale, si dice! Io dico solo che in Madagascar ero circondato da beghini che snobbavo, ma con il padre superiore dei Camilliani, Stephan, andavo pappa e ciccia: un vero combattente, ubriacone, irriverente, ma un combattente. E così adesso con Don Marco, 88 anni, ma ne ha viste da fare arrossire il diavolo, e di nulla si scandalizza. Uomini con le palle come fra i laici è difficile trovarne. Il fatto che in vita mia abbia fatto un’unica iniziale comunione non cambia le cose.
      AIUTIAMOLI!

  • Nel suo ultimo libro “Eresie” Adriano Prosperi racconta come l’idea di Onnipotenza, qualunque onnipotenza nasconde il desiderio di governare le coscienze (mascherandolo con parole dolci). I primi a incrinare il Verbo onnipotente furono gli eretici nel ‘500, che si avvicinarono alla Riforma Protestante di Lutero credendo di trovarvi (ma non fu così) la libertà religiosa che desideravano. È un fatto poco conosciuto che la Controriforma, scioccata dalle idee di Lutero che prendevano piede nel nord d’Europa, corse a reprimere fin da subito duramente e con estrema violenza sradicando tutti i fermenti di “riforma” che stavano prendendo piede ovunque, in Italia, da nord a sud, nei conventi, alla corte degli estensi a Ferrara, a Firenze, Lucca, Venezia, le Alpi. C’era un radicamento non solo delle élites alla Riforma protestante: c’era un’adesione di masse popolari; un desiderio di disinnescare l’onnipotenza morale e politica e sociale del cattolicesimo sulla vita degli individui. Non lontano da noi, in Val Camonica furono bruciate 70 “streghe” in odore d’eresia. Furono bruciati preti che mettevano in dubbio la logica ripetitiva, passiva (e pagana) del rosario, per esempio. Tanto che si diffuse la credenza di un “papa angelico”, una sorta di Cristo reincarnato che mettesse fine alla profonda corruzione della Chiesa cattolica, onnipotente nel dettare le sue leggi sulla vita delle persone.

    • Sia pure nelle loro infinite evoluzioni e derivazioni, le tre religioni monoteiste affermano in genere (le eccezioni sono pochissime) l’onnipotenza del loro Dio. Ovviamente, le religioni politeiste no, per evidenti ragioni. Le tradizioni animiste, naturalmente, men che meno. D’altra parte, Gesù nel deserto non ha mercanteggiato. Mercanteggiava quell’altro. Tipica trattativa da posizione di debolezza. Per forza. Il padre di uno dei due era onnipotente. O almeno così credevamo prima dell’epocale rivelazione presso Fazio. Invece dove la pluralità degli Dei e degli Spiriti e delle Essenze cosmiche è la condizione religiosa esistente, ci sono divinità nella guerra, nella natura, nell’amore (eccolo là), in questo e in quello. Divinità dappertutto. E spesso bisticciosissime. Forse lì gli uomini hanno qualche chance in più per divertirsi. Dove poi gli Dei mancano, non esistono, sono morti o non ci sono mai stati, il discorso non si pone neppure. Semplicissimo. In fondo, essere atei semplifica di molto la questione. Almeno oggi, prima non direi. Le streghe, caro Marino, le hanno bruciate in tanti, di ogni provenienza teologica e di ogni destinazione dottrinale. E i pastori angelici riformatori della corruzione sono stati, in tutte le religioni, quasi più numerosi degli accusati di corruzione. Per cui, caro Marino, direi di metterci il cuore in pace con questa storia dell’onnipotenza divina. Forse ho sbagliato a tirarla fuori. Eravamo tutti così contenti dell’intervista. Chiedo scusa. In futuro, vedremo come butta. In fondo il mondo, fino a oggi, non è che abbia dimostrato tutta questa onnipotenza del Bene. Vuoi vedere che questo Papa sta cominciando a dirci le cose come stanno? Accidenti, a saperlo prima.

    • Marino, mi induci a rivalutare in positivo la (metaforica) “bruciatura” della Casellati (…mazzanti vien dal mare) posta in essere a seguito della bramosa inettitudine strategica di lei stessa, prima di tutto, ma di tutto il centro-destra poi, durante i ….fescennini delle recenti “quirinalizie”!
      Non sta certo dando il meglio di se stessa, ma è pur sempre una Democrazia quella che si pratica nel “buffo stivale”!!!

  • Scusate, io sono un ignorante in fatto di teologia, ma vorrei che qualcuno mi spiegasse il concetto di Dio onnipotente. In che modo si manifesta l’onnipotenza di Dio? E controcanto in che modo si manifesta la nulla potenza? Sono forse misurabili? Esistono parametri?

    • Caro Ivano, stavo per risponderti consultando due o tre libri che ho a portata di mano. Poi però mi è venuta la curiosità di dare un’occhiata a Wikipedia. Di solito diffido abbastanza di questo tipo di fonti. Però devo ammettere che la voce Onnipotenza, riferita a Dio, l’ho trovata fatta abbastanza bene. Per cui, mi rendo conto che rispondere “guarda Wikipedia” può sembrare poco cortese, però in questo caso mi permetto di risponderti rinviando a questa voce. Naturalmente, si tratta solo di un tentativo di condividere qualche elemento in comune. Nessuna pretesa di verità o di certezza. Soltanto per passare dall’intrattenimento “faziesco” a qualche concetto, condivisibile o meno, oltre il mero show mediatico. Capisco comunque molto bene quanto l’Onnipotenza divina possa lasciare indifferenti se non si è credenti. Ricordo dei brani spassosi di Odifreddi in proposito, solo che non ricordo in quale dei suoi libri che ho giù in biblioteca li ho letti. Il problema è che non solo i cristiani hanno a che fare con la faccenda ma anche i credenti nelle altre due religioni monoteiste. Un antico romano o un antico greco non avrebbero avuto di questi problemi. Beati loro.

  • Caro Pietro, grazie per l’attenzione, anche se so bene che smanettando qualche spiegazione si trova, ma non a caso ho usato appunto il verbo smanettare, con tutte le sue implicazioni semantiche. Con simpatia naturalmente.

    • Hai ragione, Ivano, meritiamo qualcosa di meglio di Wikipedia. Da uomo d’azienda, quando i direttori marketing sono tropo bravi, per vedere davvero come è fatto il prodotto, vado a sentire i direttori di produzione.
      Fermo restando che il marketing ci vuole, eccome, altrimenti i clienti mancano e l’azienda chiude.
      Quindi, sull’Onnipotenza di Dio, direi di dare un’occhiata al Catechismo della Chiesa Cattolica, che non a caso mette subito le cose in chiaro, proprio all’inizio: Parte Prima, Sezione Seconda, Capitolo Primo, Paragrafo 3 (“L’Onnipotente”). I Canoni sono quelli dal 268 al 278. Ovviamente la parola “amore” è molto frequente. Però attenzione a come viene usata, non certo in senso univocamente caratterizzante l’Onnipotenza. Anzi. Sono come sempre riportate molte fonti bibliche di sicuro rifermento e vengono dati come al solito i richiami più rilevanti agli altri Canoni del Catechismo ritenuti collegabili ai vari passaggi esposti. Sono sempre stato un ammiratore del testo catechistico e credo che con questa versione promulgata l’11 ottobre 1992 siano state recepite le istanze conciliari tendenti a un adeguamento della catechesi ai nostri tempi. Naturalmente i non credenti, non credendo, non ci credono. Ovvio, questo è evidente. Però, se si è credenti, potrebbe essere utile distinguere le campagne promozionali, che sono utilissime, come ho già detto, soprattutto visto che oggi abbiamo in casa nostra un “unfair competitor” religioso molto aggressivo, dal prodotto reale certificato dal sistema di qualità interno. Tra l’altro, potremmo scoprire che abbiamo un ottimo prodotto tutto nostro, molto ben fatto e che ha poco da invidiare alla concorrenza. Certo, magari sull’aborto e sul fine vita possiamo riprogettare qualcosa, però nel complesso credo che una religione come la nostra non abbia niente da invidiare alle altre. E questo Papa è bravissimo a diffonderla e valorizzarla. Chapeau. Viva anche Fabio Fazio. Magari la prossima volta, se il Papa fa un refresh, fa intervenire anche Luciana Littizzetto.

  • Pietro, mi hai preso troppo seriamente. La prossima volta userò più ironia, arma efficace se si vogliono irridere i paradossi teologici. Oltretutto tornando alla partecipazione del signor Bergoglio a “Che tempo che fa” mi sembra di ricordare che indotto dalle domande formulate da quel piacione di Fazio abbia dato risposte a temi di una certa concretezza senza calcare la mano sui dogmi incomprensibili della dottrina cristiana. Rimediando il giorno dopo intervenendo sulla sacralità della vita come dono e non come proprietà di ciascuno di noi spendibile in ogni momento e come si vuole. E’ di oggi poi la bocciatura della Consulta sul referendum per l’eutanasia, oltretutto già praticata in molti hospice e ospedali senza la sacralità di una legge, che come tutte le leggi, fa gioire alcuni e piangere altri. E già immagino la contentezza della Binetti in buona compagnia di tutta una destra politica che pur di far voti ramazza presso chi inneggia al nazifascismo negando campi di sterminio dove il tema di vita e morte non erano di certo argomenti di riflessione teologica o morale. Erano morte delibratamente programmata. Nel caso dell’eutanasia, invece, guarda caso, sì. Già, la vita è sacra, anche se in quel caso ci si chiede quale sia la dimensione sacrale di questo dogma. Ma anche questo fa parte evidentemente di quella concessione alle contraddizioni che sempre assolve chiunque legittimando i due pesi e due misure. Pietro, tu dici che la nostra religione non ha niente da invidiare alle altre, o di più, la migliore tra le fedi monoteiste, e qualche verità in questa affermazione c’è. Non voglio di certo lasciarmi andare a dichiarazioni retrologiche tipo Dacia Maraini che in un’intervista al mio giornale rivanga su roghi, inquisizione ed altre malefatte della nostra Chiesa in secoli passati, pur credendo che il cammino della Chiesa, non fosse stato per la società civile in questi decenni o rivoluzioni illuministe e filosofia in tempi passati, non avrebbe mosso un passo. Ma qui si va fuori tema su temi che da sempre sono stati diffusamente dibattuti su questo blog. Tornando invece all’onnipotenza di Dio, e poi chiudo, io ritengo, e non vorrei offendere nessuno anzi sì, io classificherei alcuni dogmi della nostra religione alla stregua di terra piatta, scie chimiche, ufo, vaccini al grafene, complotti internazionale e via elencando. Pur riconoscendo che la mente umana non si possa liquidare con battute che possono suonare superficiali o banali rimango comunque molto interessato a quei meccanismi cerebrali che fanno di una persona un credente o no. Implicazioni ambientali, storiche, familiari, culturali che anche a sviscerarle tutte non darebbero una risposta esauriente, ma che affascinano, e allo stesso tempo fanno incazzare soprattutto quando di mezzo ci sono diritti e leggi tali da condizionare o vietare o obbligare a comportamenti che si vorrebbero uniformare sotto l’egida di leggine fatte dagli uomini e quindi fallaci. Se stessi malissimo in un letto di ospedale credo proprio che dell’onnipotenza di Dio me farei un baffo, ma sarei contento se legislatori intelligenti e sensibili capissero che un diritto concesso non obbliga comunque nessuno ad esercitarlo. Perchè altrimenti l’onnipotenza sarebbe quella degli uomini che obbligherebbero altri uomini a loro immagine e somiglianza. E se non è credibile l’onnipotenza di Dio ancora meno credibile è l’arroganza di omuncoli dogmatici e impositivi. Ma è difficile convincere tutti, ancor di più Bergoglio, che le idee personali non possono legittimare l’arroganza di esseri che si credono onnipotenti e che violano quelle libertà che l’uso della ragione legittimano. A tal proposito citerei Agostino quando distingue tra “avrebbe potuto in considerazione della potenza, ma non poté in considerazione della giustizia” . Ecco,i nostri legislatori dovrebbero ricordare questo come precetto. Ricordi Pietro l’applauso standing ovation quando in parlamento venne bocciata la legge Zan? Ecco, non vedendo risultati tangibili dell’onnipotenza di Dio l’uomo cerca sempre di affermarsi universalizzando valori che dovrebbero essere attinenti alla sfera personale, non ad una legge morale impositiva o negante per tutti. Insomma, ad ognuno secondo la propria coscienza. Non quella della Binetti o di qualche giudice moralista della Consulta alla ricerca del pelo nell’uovo. Se avrai la pazienza di leggermi.

    • Ho sempre il piacere di leggerti. E sul delirio di onnipotenza di certi omuncoli impotenti, sbalzati dal caso su certi scranni, come su molte altre cose che dici, continuo a provare piena condivisione.

  • Raga, quanto mi piace il vostro scambio di punti di vista, pacato, rispettoso, documentato, intelligente, senza aggressività e …… ego egoici (ops!) prorompenti!
    Un piacere leggervi, grazie.

    • Grazie a te Francesco, e alla redazione tutta, che me/ce ne offre la possibilità.

    • Grazie a te e a CremAscolta, caro Francesco.

  • È corretto ciò che dice Pietro, le “streghe” le ha bruciate la Controriforma, ma la Riforma non era affatto tollerante con gli eretici. In particolare era Calvino che si accani’, e molti esiliati italiani in Svizzera, a Ginevra, scoprirono amaramente che era passati da pan a focaccia.
    Adriano ha ragione a dire che non si può pretendere che Bergoglio anche sul fine vita, il suicidio assistito, l’eutanasia la pensi come Hans Kung, o quella parte progressista della Chiesa cattolica Tedesca o i Valdesi. Bergoglio, dottrinalmente è un gesuita e latinoamericano, non un teologo delle Alpi Svizzere. La componente tradizionalista nella Chuesa cattolica è forte, e deve concorrere con i Pentecostali che sono ipocritamente tradizionalisti ancor più dei cattolici bigotti.
    Purtroppo, la Chiesa Cattolica è ancora un’ostacolo per varie battaglie di dignità. E ha ragione Ivano a indignarsi.

    • Non mi ricordo dove l’ho letto, Marino. Ma a proposito di religioni ogni tanto mi viene in mente quel saggio che diceva: se fossi proprio costretto a essere religioso, sarei animista; se poi fossi proprio costretto a credere in qualche divinità precisa, sarei politeista; se infine fossi proprio costretto a essere monoteista, sarei cristiano. Mi pare che fosse vissuto prima dei grandi scismi. Per cui, mi piace pensare che oggi avrebbe aggiunto: se fossi proprio costretto a essere cristiano, sarei cattolico. Ovviamente, oggi nessuno è più costretto a nulla, almeno in termini religiosi e almeno nella nostra civilissima Europa. Però credo che, con quello che gira nel mondo, tra persecuzioni attuate soprattutto dagli islamici e in parte dagli induisti, tra crimini e stragi per intolleranza religiosa e con tutto il restante repertorio di inciviltà e orrori causato dai fanatismi religiosi, tutto sommato si possa dire che qui da noi non si stia così male. Certo, sui quattrini potremmo stringere un po’ i cordoni della borsa riguardo alle erogazioni, dirette o indirette, a certe Istituzioni che c’abbiamo in casa. Ma in fin dei conti in passato eravamo messi molto peggio. Molto, molto peggio. Per cui, lasciamo che la Storia faccia il suo corso.

  • Pietro, il meno peggio? Dai, già dobbiamo farlo in politica 😟

    • Si, il meno peggio. In politica poi, scarseggia pure quello. Il meglio lasciamolo all’arte, al sogno, al mito.

  • Non ho dubbi che l’Europa occidentale, nonostante tutto, sia un paradiso confrontata con quella orientale, gli Stati Uniti, l’Africa, l’Asia. La mia casa va da Lisbona a Praga (la capitale ceca, per la sua storia e altro è l’estremo limite oltre il quale mi sentirei fuori casa); e se dovessi avere fede religiosa, sarei certamente cristiano, ma non cattolico. Sarei valdese, quindi luterano. Non guardo indietro; se vuoi andare avanti, scrive Damon Galgut, scrittore sudafricano, è meglio non guardare indietro. Niente recriminazioni, niente nostalgia. Il crogiuolo degli errori, della Storia e della tua storia muove già i tuoi passi avanti.
    Perché non cattolico? Perché i cattolici, il Vaticano in testa, hanno fatto di tutto, non secoli fa, per impedire il monumento a Giordano Bruno a Campo de’ Fiori a Roma. E questa è la prima cosa che mi viene in mente. In Italia, chi ha fede religiosa è cattolico non per scelta, ma per educazione familiare e sociale. Un’abitudine. Se nasci a Torre Pellice, a Bobbio Pellice, o in Val Germanasca, è ben possibile che frequentando la chiesa valdese resti luterano. La gente si abitua e cerca di calzare la scarpa che ha indosso il meglio possibile, anche se forse non èla scarpa adatta al tuo piede. Anche ci si rassegna ad essere qualcosa piuttosto che altro, come il vivere qua piuttosto che altrove, per abitudine, perché cambiare è uno sforzo, un rischio, e non sempre è facile e costa in tanti modi. Ho sempre trovato un aspetto misero nella religione. Una vigliaccheria, insomma.

    • Che tempismo, Marino, ieri era l’anniversario del rogo. Sulla vicenda della statua, concordo che ci sia molto da riflettere. Bella l’analogia con le scarpe. Io però resto più per le opere che per la predestinazione. Già siamo predestinati, alla nascita, dal portafoglio di papà, direi di non aggiungerci la Grazia luterana o calvinista. Se no ha davvero ragione Ivano, quando cita come fattore decisivo, nella vita, una certa parte anatomica. Adesso poi che sappiamo di avere tutti il “diritto” al perdono, grazie anche a Fazio, beh, tu mi capisci, Marino, direi proprio che tra vecchi peccatori convenga andare sul sicuro. Cattolico, confermo.

  • Una piccola riflessione dopo aver letto qualcosa. Come può essere onnipotente un Dio che non può cambiare il passato? Siccome Dio alla fine é il tempo che abbiamo a disposizione perché morti noi é morto anche Lui, per un credente, ovvio, citerei Pindaro per accomunare e distinguere i due enti: “neppure il tempo che ogni cosa genera / può fare che non siano più le opere / compiute, giuste o ingiuste, / se furono…” per arrivare ad una sola conclusione, cioè che l’unico Dio in cui credere é il tempo inesorabile che ci viene dato. Lui sì che é onnipotente. E ce ne dà le prove tutti i secondi. Dio mai, né per il passato né per il futuro.

    • Correggo: per un non credente. Ho sempre avuto problemi con i connettivi logici.

  • Nel senso che solo il tempo può impartirci lezioni di vita, non un Dio costruito da bontemponi a immagine e somiglianza dei loro deliri.

  • Un qualche Dio se lo inventerebbero comunque. Lo hanno inventato maschio, naturalmente. E la Madonna mamma, santa e puttana. Ho il vizio della sintesi. L’analisi di Pietro è ineccepibile. Il cattolicesimo è perdono, indulgenze, è calore, sangue e oro. I luterani sono nordici, freddi e intransigenti. Con una nonna friulana, forse ho ereditato qualcosa della crudezza spoglia e concreta e contadina del nord-est. Anche se siamo, in fondo, doppi, come sostiene Gottfried Benn. E amo tanto il calore, l’energia viva delle metropoli, il caldo del Mediterraneo, il.sole, la Sicilia, Verga e la sensualità latina. Comunque, mai cattolico. Non lo sono dall’età di undici anni, quando dissi a padre Cigolla, delle Grazie, che doveva cercarsi un’altro chierichetto.

    • Il 19 marzo incontro su Verga e il Verismo per Il ciclo del Sabato del Museo. Se ti piace lo scrittore siciliano, c’è Giuseppe Lupo come relatore.

  • Mi hanno propinato a scuola Giovanni Verga, male; e peggio di questo, ascoltai annoiato il professore tener lezione, pensando, giustamente, che fosse muffa al confronto delle gambe delle mie compagne di classe, che avevo, come tutti, gli ormoni che giravano e c’era farsi una doccia fredda per farli stare buoni per un po’. Di verismo, direi di vero avevo il sesso pulsante, e niente tempo se non malavoglia per I malavoglia, i pescatori di Verga. Ma siccome la vita non e’ linea retta, ma sovrappassi, sottopassi, e curve a U, capita di ricredersi. La voglia di studiare restò presente, quotidiana, fame che bussava. E ci furono altri maestri, come Giorgio Bassani, che mi riportarono, dopo tante strade, a riprendere in mano Manzoni e Verga. Ha ragione Francesco Merlo: Verga ha portato il mondo dentro la Sicilia, la “roba” l’assillo di molti Mastro Don Gesualdo, fino al patron di Amazon. Mastro Don Gesualdo e un romanzo centrale nella letteratura italiana. C’è tragedia vera in Verga, che visse a lungo anche a Milano, frequentando Arrigo Boito, gli scapigliati, e scrivendo novelle preziose. Verga ha messo in pagina le virtù, i vizi della piccola gente italiana, che dicono una cosa e poi fanno il contrario. È stato bollato come “Verista”, che piace incasellare la letteratura nelle categorie, ma Verga seppe anticipare quel capolavoro che è il Gattopardo. Ci sono i villani, la crudezza agreste, i reazionari furbi e profittatori, i destini della servitù. Per questo, la nostalgia è una debolezza stupida. Anni persi, sbagliati; poi, ricominciati per me, leggendo, finalmente con serietà Giovanni Verga, fondamentale per uno spaccato illuminante dell’Italia, gli italiani e il loro carattere. Grazie, Pietro.

  • Il perdono invece io credo che non esista. Non fa parte degli uomini la capacità di assolvere quando la ferita é stata inferta a noi stessi. Non dico la vendetta a tutti i costi, ma l’indifferenza di fronte a chi dice di essersi pentito e ci chiede perdono. Il perdono, il pentimento derivano da azioni sbagliate che devono avere la giusta condanna, e poi chiudere la contesa. Il tuo pentimento a me é indifferente.

  • Continuo a parlare da solo perchè mi sono sempre chiesto quali meccanismi mentali possano portare a credere che Dio esista. Premesso che io credo che esistono solo le cose pensate e Dio è indubbiamente lo è, anche se non so con quanta consapevolezza e magari speculazione intellettuale, mi chiedo: se l’uomo scomparisse dalla faccia della terra, essendo noi umani gli unici a pensarlo, nè gli animali, nè le piante, nè le pietre, smetterebbe di esistere? Certamente scomparirebbe. E Lui cosa si troverebbe da fare tutto il giorno? Prima che cambiamenti climatici, guerre o denatalità desertifichino il modo bisognerebbe trovare una soluzione per non lasciarlo disoccupato. Sentirò il signor Bergoglio e poi vi dirò.

    • Ivano, confesso che faccia fatica a seguirti nel tuo filosoficheggiare!
      Ora, tra il serio e il faceto, .potrebbe aiutarti la mia banale osservazione che se un Dio esiste, magari onnipotente,. non può certo essere “dedicato” al solo pianeta terra, meno di una caccola di mosca nella galassia tra le galassie!
      Quindi rispetto alla tua preoccupazione rispetto al suo rischio di “disoccupazione”, credo potrebbe risponderti, alla Draghi: “….un lavoro me lo trovo anche da solo….”!

  • Francesco, allora tu dici che ne parlano anche su Marte? 😜

    • Eccome no Ivano!
      Anzi mi pare proprio che lo specifico sia proprio …”roba da marziani”!
      Ergo …..
      Comunque, se pazientiamo qualche giorno, sono certo che Calenda affronterà in modo derimente anche questo argomento!

  • Calenda? Mi cogli impreparato. Il mio giornale non ne parla da un bel po’. Però mi documento, non posso non sapere di Calenda. Quanto al mio “filosoficheggiare”, che mi piace molto, il mio pensiero é molto semplice: quale garanzia di verità ha qualcosa di inventato dall’uomo?

    • Non mi dire che non hai notice alcuna della discesa in campo (con tutti tranne che 5* e FDI!) kermmesse di “Azione” (che fa il verso, absit…, al “partito d’azione, niente pò pò di meno che!) di Domenica!?!
      Quanto alla tua domanda, la mia risposta è lapidaria: a mio parere, NESSUNA!!!!

  • Allora il mio giornale fa bene a non parlarne 😃

  • Non credo che Calenda voglia far il verso al Partito d’Azione di Parri, Ugo La Malfa, Vittorio Foa, Riccardo Lombardi, Piero Calamandrei, Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Leo Valiani, Giorgio Agosti, Giorgio Bocca, Enzo Biagi, Giorgio Bassani, Guido Calogero. C’entrano una mazza con Calenda. “Azione” sta per energia, dinamismo, cose che indubbiamente non mancano all’ego di Calenda che è tanto umile come Matteo Renzi.

  • Bolletta del gas: 734 euro. Ma, Dio che é onnipotente, non può far nulla? Forse no, non é di questo mondo.

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