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ANNA ZANIBELLI

  1. Ebbene si, sono una gattara. Da sempre esistono le due fazioni e in genere ho il massimo rispetto per quella opposta. Non è che i cani non mi piacciano, anzi, ma nella mia vita ho avuto solo love stories feline. Davanti a un gatto perdo letteralmente la testa. Possono essere anche pulciosi e spelacchiati ma io devo assolutamente avvicinarmi con la vocina scema e far loro delle coccole. Di solito si pensa alle amanti dei gatti come a zitelle un po’ streghe, che amano stare sole circondate dai loro affetti pelosi. Niente di più falso, anche se l’essere paragonata a una strega non mi dispiace per niente. Io ho un solo gatto ma vale come dieci. Abbiamo un rapporto di parità, tanto che a volte mi chiedo se sia io a possedere lui o viceversa. E’ un’affinità psicologica fondata sul reciproco affetto ma anche sulla reciproca esigenza di libertà. Inutile esercitare su di lui un controllo. Come si fa a mettere un guinzaglio a uno spirito libero? A un libero pensatore? Ma è proprio questa indipendenza il fondamento del suo grande fascino.
    Egli ama seguirmi e osservarmi nella mia routine. Il bagno è uno dei suoi posti preferiti, basta sedersi sul pavimento e guardare, qualsiasi cosa si stia svolgendo. E’ qui che inizio con lui lunghe conversazioni fin dal mattino, quando sopravvivo ai sassetti della lettiera, calciati ovunque durante la notte, che mi si incastrano nelle ciabatte. O quando sopravvivo a lui che sfreccia sulle scale davanti ai miei piedi ancora addormentati. Conosco a memoria il modulare dei suoi miagolii a cui rispondo con parole sulla stessa tonalità.
    La sua vita scorre tranquilla tra coccole, scatole e croccantini, le cose che ama di più. Ah dimenticavo, ha un debole per Maria de Filippi. Ogni volta che faccio zapping e lei compare sullo schermo diventa un’attrattiva migliore di qualsiasi scatolone o uccellino fuori dalla finestra.
    Ogni tanto spunta dal nulla e, come un pazzo, corre sgommando da una stanza all’altra lanciandosi su prede immaginarie per poi prendersela con la sua stessa coda. O si profonde in versi strazianti quando sono nel mezzo di una telefonata importante o una riunione in video conferenza. Infatti, appena spengo il pc lui scompare, come se sapesse che c’è aria di rimproveri. Finchè un timido “Miao” fa capolino dal ripostiglio e a cui seguo io, con le mani sui fianchi, a rispondere: “Miao un cavolo!”
    Al supermercato ormai non c’è più nemmeno l’imbarazzo della scelta poiché si va sul sicuro:“prendiamo questo, è il suo preferito”. Perché si, lui fa parte della famiglia e di ogni aneddoto divertente ormai da diversi anni. Penso alle strane opinioni che molte persone nutrono sui gatti, ritenendo questi creature egoiste e opportuniste. Che sciocchezze! Io sento ogni giorno le sue zampette accarezzarmi, il suo musetto di velluto contro il mio viso. A volte mi piacerebbe che avesse un amico, almeno per i momenti in cui sono fuori casa. Ho sempre il timore che in due poi non vadano d’accordo e lo dimostra il gatto ben pasciuto e strafottente che ogni tanto plana nel nostro giardino cercando di conquistare il territorio. Il mio gatto si incolla al vetro e non riesce nemmeno a miagolare offeso da tanta audacia. Così alla fine, presa da mille dubbi e interrogativi, decido di non adottare un altro micio: e se dovesse capitarmi un bullo come questo?
    Poi mi ripeto che, al massimo, potrei metterli entrambi davanti alla Tv a guardare il Trash pomeridiano della cara Maria.

ANNA ZANIBELLI

06 Apr 2022 in Vissuti

12 commenti

Commenti

  • Cara Anna, dopo una prima fase della mi vita accompagnata dalla presenza di cani (dopo sposati una BobTail, “Trully” era diventata realmente un specie di figlia per me e Marialisa!) siamo passati ad accompagnarci con i gatti. A ciò spinti anche e soprattutto perchè abbiamo deciso di uscircene dalla città (se così, in modo …. altisonante si può definire Crema) per un Paesino in campagna, con un orto/giardino discretamente grande, al quale approdavano gatti e gatte e quest’ultime, nella stagione propizia, sfornavano deliziose creaturine miagolanti!
    Ci siamo poi …assestati ad un numero più ristretto e, da alcuni anni i gatti che compongono il nostro gruppo familiare sono due (debitamente sterilizzati per il loro ed il nostro bene!) di genere (originario) diverso, un maschio ed una femmina: Sancho e Minz (per il vero:Minzolina!)..
    Ci siamo reciprocamente affezionati anche perchè, come tu hai ben descritto, loro, a differenza dei cani, mantengono una loro autonomia anche (purtroppo per le tortore), rispetto alle loro abitudini cacciatrici nei confronti di altri piccoli animali, magari del tutto indifesi (noi cerchiamo di farlo, di difenderli dalle loro ….attenzioni , diciamo inappropriate, ma non sempre posssiamo essere presenti, fuori dalle mura domestiche e qualche ….fattaccio, purtroppo avvieno e loro, trionfanti ce ne portano magari quel che rimane!).
    Come dire ?
    E’ la loro natura, originariamente non proprio “domestica”, che inesorabilmente riaffiora, e, tuttosommato credo proprio che sia giusto così!

    • Ciao Francesco, mi sono accorta che non ho messo il titolo all’articolo “ NON DIRE GATTO SE…”. Me li immagino i tuoi amici pelosetti e devi considerarti fortunato ad essere il destinatario di piccoli regalini o resti di prede di caccia. Ben vengano questi gatti ancora cacciatori e istintivi. Il mio purtroppo sta tutto il giorno in panciolle e non ci pensa minimamente ad acchiappare qualcosa che non sia un croccantino.
      “Ma che gattone!” Mi viene detto. Io mi giustifico dicendo “ ma si, è tutto pelo”.
      L’unico che non ci è cascato è stato il veterinario che, davanti ai 4 chili secchi, me lo ha messo a dieta. 😂😂😂
      Un abbraccio Francesco!

  • Son piovuti nella mia vita due cani, uno lasciato da un amico tedesco che si è dileguato (boh?) e uno lasciato da mio figlio primo che a una cagna bionda ha preferito a un certo punto una ragazza mora. Come interludio fra i due amori sono stato adottato da due gatte, letteralmente, perché si son presentate nel mio giardino con vivaci effusioni, poi hanno iniziato a portarmi regalini, topi, un pesce rosso, un piccione, che mi lasciavano sullo zerbino. Poi un amico veterinario mi ha spiegato che si tratta di un training educativo, nella speranza che anche il presunto padrone impari a sbrigarsela da solo. Tutte e due morte, a prima investita si è trascinata sino a casa, la seconda avvelenata. Regalino della prima: sei mici di 13 giorni, che ho salvato con l’aiuto di veterinario e una oculista con uno svezzamento precoce e cura della congiuntivite purulenta che li affliggeva. Tre ce l’hanno fatta, cresciuti fino a dimensioni bonsai. A, dimenticavo un micetto pieno di acari che qualcuno mi ha lanciato in giardino, così infetto che lavandolo sanguinava. Salvo anche quello, col soccorso dei veterinari. Quindi anche ai gatti ho voluto bene, ho sofferto per le loro calamità, ma i cani li sogno ancora con regolarità, molto più di genitori. Ma l’amore è sempre amore, e i gatti sono più intraprendenti in amore, vero.

    • Mamma mia Adriano che odissea! Pare abbiano avuto tutti il sentore che eri un medico, per questo si sono affidati alle tue amorevoli cure. Una specie di Dottor Dolittle cremasco. Ci hai mai pensato? Un abbraccio 🥰🤗

  • In Umbria è censito un cane ogni due abitanti. A Crema non so, ma il centro è una cagnara. Senza citare il signor Bergoglio, in arte Papa Francesco, data la denatalità indagata in tutte le sue sfaccettature, forse una riflessione andrebbe fatta. Mi sono trovato tempo fa ad assistere ad un teatrino nel giardino segreto del Sant’ Agostino, uno dei luoghi nostri che preferisco, con protagonisti una gattara e la direttrice del Museo sulle sue tracce. Evidentemente non vogliono i gatti. La gattara nascosta dietro un un albero ed il suo invito a non notarla o segnalarla. Cosa che feci. Non so come sia finita, ma trovai la variazione simpatica. In televisione ho cani ucraini, anche di una discreta stazza, trasportati a braccia dai loro padroni in fuga. Mi fermo qui se non dicendo che da adulto non ho mai voluto nè cani nè gatti. Ebbi un cane da bambino, in condominio, alienato in fretta perchè rumoroso. Per qualche giorno piansi. Mi fermo qui, anche perchè il tema negli anni è stato trattato o accennato. Ma vorrei aggiungere prima che quanto sento la padrona o i padroni che gli si rivolgono come a dei bambini, tipo” dai vieni dalla mamma” sorrido per non dire di peggio. Accarezzandone per caso un cane, senza troppo convincimento, e notandone la magrezza, mi sono sentito rispondere: per forza, è uguale a noi. Inutile dire che i due erano umani. Sono anche infastidito, ma qui è per questioni igieniche, dalle signore che sedendosi al bar prendono in grembo la loro creatura dopo che ha zampettato chissà dove. Come non capisco la dicotomia che vuole che chi ama i cani ami anche gli uomini e viceversa. Insomma, di cani e gatti ne hanno parlato tutti, non solo gli etologi che lo fanno di mestiere, ma letteratura e cinema ne sono pieni. Boh, misteri e varietà umane. Solitudine, surroghe, compensazione. Ma i cani non sono cani? Quindi: perchè considerarli come se fossero altro?

    • Condivido il tuo pensiero Ivano, a proposito delle questioni igieniche di chi, trattando l’animale come un umano, da per scontate alcune basilari regole civili.
      Credo di aver visto di peggio, tipo permettere all’animale di mangiare dal proprio piatto o lasciare che facesse i suoi bisogni davanti ad abitazioni, in parchi pubblici in prossimità dei giochi dei bambini, ecc.
      Anche io mi fermo qui, anzi no: non è che hai voglia di adottare un gattino? 😄🐈😉🤗
      Un abbraccio

  • No cara Anna, grazie.🤗 o la signora che dice: insomma, stamattina non voleva scendere dal letto.

  • Amore, tesoro, tatone, vieni qui; questo ho ascoltato poco fa da una signora con tre cani. Si trattano i cani, da noi, come i figli avuti e non avuti. Mi ricordano la stessa cura amorevole, la stessa passione quando ero alla scuola dei vigili urbani di Milano, per un importante concorso. Eravamo in più di duecento. Arrivai a Milano in treno. C’era una coda di auto, con i genitori che accompagnavano i figli dentro la scuola, fino al secondo portone d’ingresso. A vederli, figli e genitori, così appiccicati, facevano tenerezza. Amore, tesoro, tatone, tatona. Italia.

    • L’importante credo, sia per ogni cosa, la buona educazione, il rispetto e il giusto equilibrio. Che non significa da una parte trattare cani e gatti come se fossero umani spendendo capitali e magari girarsi dall’altra parte davanti a persone indigenti. Dall’altro lato, solo perché sono animali, l’orrore di chi si permette di maltrattarli, abbandonarli, o semplicemente non curarsi delle loro necessità e della loro salute.
      Il giusto equilibrio per tutto ma, come dici tu, siamo in Italia. Difficile.
      Un caro saluto 🥰🤗

    • Mai avuto dubbi rispetto al regime assolutamente odioso “socialista con caratterisiche cinesi” in atto nell’immenso continente!
      Dal massacro di piazza Tienanmen in avanti la durezza illiberale del regime è stata premiata sia dai successi economici e commerciali , sia nelle intenzioni egemoniche cinesi di un nuovo ordine internazionale indicato dalla Cina stessa come ‘nuovo ordine globale con caratteristiche cinesi’. La gestione di questo LockDown ne è solo un (esemplare!) esempio applicativo.

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