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ANNA ZANIBELLI

L’estate sta finendo…

“E un anno se ne va…” Cantavano i Righeira negli anni ‘80. Mica scemi, loro lo sapevano eccome! La fine dell’estate corrisponde al profilarsi, in un orizzonte non troppo lontano, del solito tran tran. Un mix di stress, ansie e disordine in una giungla metropolitana.
Siamo soprattutto noi donne le vittime predestinate dello sfasamento da rientro. Sulle riviste non vedo altro che rimedi a base di tisane, frutta e verdura di stagione per affrontare il momento, ma io so che potrei anche mangiarmi una piantagione di ortaggi che il depressino per il devastante ritorno agli impegni non mi passerà. Aggiungi il cambio di temperature, il buio la sera e il rispolvero dei calzini, il risultato? Tanta fatica psicologica.
L’estate più che una stagione è uno stato d’animo. Non importa se a casa, al mare o tra i monti, l’importante è che sia nel cuore, con la colonna sonora di infradito, ghiaccioli e creme abbronzanti. Che appena passa Ferragosto la condanna del rientro è dietro l’angolo, è solo questione di tempo, troppo poco. Arrivare a Natale è praticamente un lampo.
Come faremo senza le interminabili colazioni? Senza la settimana enigmistica? Senza il treno di piadine, insalatone e ogni cibo che compensa la non voglia di cucinare?
I Righeira avevano visto giusto. Quell’angosciosa sensazione non meglio definita, quel senso di ansia che ci attanaglia un po’ come se fosse sempre domenica sera col pensiero del lunedì. Sembra che questo fenomeno sia ampiamente diffuso, ma purtroppo non si può evitare quello stato catatonico di smarrimento del primo giorno di lavoro, quando ti guardi attorno con un’unica domanda inespressa: “cosa ci faccio qua?”.
Per non parlare della casa! A volte basta solo una settimana via perché, al rientro, ti chiedi il perché di una tale produzione di ragnatele da far invidia agli Addams. Ti chiedi perché le patate abbiano messo così tante radici da sembrare una giungla, perché le formiche aspettano solo la casa vuota per far festa, o perché quel limone rinsecchito nel frigo non abbia reso nota la sua presenza con un cenno, anziché nascondersi dietro i contenitori. Lo avrei salvato da muffa certa.
E poi c’è da disfare la valigia che piuttosto di disfare una valigia mi farei il cammino di Santiago in ginocchio.
La sindrome da rientro ha però un lato positivo, ovvero una sfilza di buoni propositi e obiettivi che ci si prefigge, un po’ come se fosse il primo gennaio e iniziasse un anno nuovo. E noi, donne multitasking, sappiamo benissimo qual è uno di questi obiettivi: ma quest’anno, in palestra, ci vado? Beh, in effetti non voglio che mi cada il didietro, quasi quasi ritorno a fare quattro salti. Oppure no? Magari potrei iscrivermi a un corso di cucina… E se poi, a forza di assaggiare qua e là, ingrasso? Allora latito, medito, mi concentro, procrastino. Del resto non si può passare in un colpo da vacanze, chiacchiere, stupidera, gelati, bighellonamento a impegni a oltranza!
Care mamme e donne aspiranti Wonder Woman, prima di pensare a organizzare il rientro, preoccupatevi di convogliare le vostre energie in un unico punto nevralgico: la chat delle mamme. La bestia nera che spesso ci raggiunge quando abbiamo ancora i piedi in ammollo per sottoporci questioni e dubbi sulla scuola che nemmeno Amleto avrebbe saputo risolvere. Se riuscirete a sopravvivere a questa, la sindrome da rientro, fidatevi, sarà una passeggiata.

ANNA ZANIBELLI

31 Ago 2022 in donne

4 commenti

Commenti

  • Buona la tua “apertura” con la citazione dei Righeira!
    Un pò perchè con le canzonetta io ci vado in sintonia, un pò perchè quelli erano tempi “easy” di grande incosciente leggerezza e…..sembrava proprio di star bene!
    Mammamia come mi pacerebbe che andasse come tu concludi: “….sopravvivere a questa, la sindrome da rientro, fidatevi, sarà una passeggiata.”!
    Lo auguro di cuore alle “Care mamme e donne aspiranti Wonder Woman”, alla faccia di questa folle, assurda campagna elettorale provocata da un’altrettando assurda legge elettorale, della Guerra in Ucraina alla quale non si intravvede possibilità di fine, dell’orlo del baratro nucleare sul quale stiamo incredibilmente danzando, della crisi totale (energetica, sociale, lavorativa ecchealreo?) in atto e destinata ad appesantirsi vieppiù.
    E lo auguro, prima di tutto a tutti i “me stesso” che ci stanno leggendo sul blog.
    Scua il “pippone”, ma le ….”condizioni al contorno” non riescono a lasciarmi gustare come si deve il tuo peraltro godibilissimo pezzo. Grazie cmq Anna !

    • Ciao Francesco! Come dici tu ci sono tante questioni che creano scenari preoccupanti, a volte l’informazione ufficiale sembra che ci provi gusto a creare panico. Viviamo alla giornata, il più possibile con pensieri positivi circondati dai nostri affetti più cari. Credo che il segreto sia proprio dare valore all’oggi, istante per istante. Un abbraccio 🥰

  • Cara e brava Anna, cose vere ma non assolute! Già, perché sei giovane, e non c’eri certo nel ’60, quando, restando sul canzonettistico, Bruno Martino componeva e cantava “Odio l’estate”.
    Certo, per lui era una questione di cuore infranto, ma per me proprio di ritmi, e quando ero letteralmente spiaggiato nella mia, pur bella e cara, casa al mare pensavo per consolarmi: “Dai che ancora un po’ e torna l’autunno, la vita piatta finisce, si riprende tutti ritmo, riunioni, eventi, cose vive!, altro che mare, serate cantate o tarantellate e ristoranti come dieta pro-cirrotica diversiva!”.
    Che ci vuoi fare, dicono che ho il vulcano dentro, che non mi si tiene tranquillo manco in una vasca colma di camomilla, ma io, in una mattina come questa, assaporo l’aria che sa di aria, non di melassa tiepida, sfoglio l’agenda e la vedo riempirsi, la testa si riempie di idee, il romanzo con cui mi sono trastullato nella casa estiva finalmente prende il ritmo narrativo. Insomma, la vita scorre! E guai se tutti avessimo gli stessi gusti, questo pianeta non basterebbe!

    • Ciao Adriano! Chissà se il povero Bruno Martino avesse trascorso gli scorsi due mesi immerso nella calura padana che non ci ha dato respiro! Altro che canzone “ odio l’estate”! Eppure l’estate ha sempre quel non so che… Anche con i condizionatori a manetta.
      Non vedo l’ora di leggere il tuo nuovo romanzo… è possibile avere un’anticipazione? Magari il genere, l’argomento… dai che siamo curiosi!
      Un abbraccio 🥰

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