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RITA REMAGNINO

Cartoni animati, da chi?

Ultimamente ha fatto notizia la celeberrima serie “i Simpson” all’attacco di Trump. Il fondato timore è che dopo le «fiabe all’indice» adesso tocchi ai fumetti e ai cartoon la sorte di essere travolti dalla smania del politicamente corretto. Ha lasciato di stucco nei giorni scorsi la notizia del matrimonio di Dylan Dog con il suo storico aiutante Groucho. Ma chi, proprio lui, il detective di Craven Road che ad ogni puntata, dopo avere risolto il «mistero» di turno, si portava a letto un fanciulla sempre diversa e sempre bellissima? Stiamo parlando proprio della «spalla» di Dylan con sigaro in bocca e baffoni? Ebbene si, sono loro. E, assicurano gli sceneggiatori del fumetto, “Non è uno scherzo, non è una gag, non è un escamotage: è un matrimonio d’amore”. Sembra che alla festa di nozze (numeri 401-406, se qualcuno volesse acquistarli) un invitato chiederà l’ispettore Bloch: “Ma la sposa può avere i baffi?”. Risposta: “La sposa può avere quello che vuole”.

 

 

Perfettamente allineato con le pericolose evoluzioni di una civiltà smarrita, il cinema francese ha appena sfornato “Dilili a Parigi”, storia di una piccola meticcia melanesiana che arriva nella capitale a fine Ottocento dopo essersi imbarcata clandestinamente sulla nave che riporta in Francia dalla Nuova Caledonia l’insegnante anarchica Louise Michel, che diventerà la sua maestra di vita. A Parigi la ragazzina stringe amicizia con Orel, un facchino affascinante e gentile che la introduce nel mondo artistico e culturale della Belle Époque. Insieme a lui e ad alcuni dei più famosi personaggi dell’epoca Dilili s’impegnerà nella ricerca dei cosiddetti Cattivi Maestri, una specie di mafia nigeriana in salsa ottocentesca che terrorizza la città svaligiando le gioiellerie e rapendo giovani fanciulle per avviarle alla prostituzione. Il cartoon è un’insalata multietnica completa di ingredienti basilari quali la violenza sulle donne e il razzismo, il tutto ammantato di «cultura» con vari riferimenti alle opere di artisti e scienziati come Henri de Toulouse-Lautrec, Erik Satie, Marie Cuire, Louis Pasteur e Gustave Eiffel.

 

Non poteva essere da meno la Spagna, che dopo il successo della novella “La principessa differente”, sta pensando di trasferire il personaggio sul grande schermo. Si tratta di una giovanissima eroina politicamente corretta la cui storia inizia con un incipit piuttosto eloquente: “Non molto tempo fa c’era una principessa che si chiamava Alba Aurora, delicata ed amabile, ma anche molto agile e sportiva e a cui piaceva, tutti i sabati, scalare montagne o fare camping in spiaggia”. Inutile dire che Alba Aurora se ne impippa del Principe Azzurro e, difatti, al momento opportuno si libererà da sola sia del mago malvagio che dell’orco mostruoso.

 

 

Viene spontaneo chiedersi fino a che punto chi tesse queste trame sia consapevole della violenza esercitata dal mono-discorso di matrice liberal-democratica-occidentale, un mezzo usato quotidianamente a vari livelli per inoculare sottotraccia lezioni subdole, a tratti leziose, camuffate dall’aspetto bonario di una «bella democrazia» raccontata come una fiaba, la quale, come tutte le fiabe, non è reale. L’intento è chiaro: piegare l’impenitente e irriducibile uomo anti-moderno alla logica del cosmopolitismo consumista. Ma se l’esperimento non riesce, poi, cosa succede? Qualcuno ha pensato all’entità della reazione? C’entra qualcosa che le piazze di tutto il mondo si stiano riempiendo di persone che protestano, contestano, si oppongono?

RITA REMAGNINO

01 Nov 2019 in Cultura

20 commenti

Commenti

  • Certo, espresso in fumetti il concetto di una nuova società, anche se anche questa effimera, transitoria, risulta debole. Si era partiti bene negli anni ’80 nell’abbandonare la reverenza verso la cultura, musicale e letteraria, del passato, proponendo opere altrettanto complesse e corpose. Magari scrivo io un dramma con Trump nei panni di Polifemo, o Golia, ma chi fa Odisseo, o Davide? No eh, io no!

    • In realta’ quella attuale non e’ una societa’ nuova ne’ vecchia bensì una babele di forme, odori e sapori, dove un minuto prima si puo’ dire bianco e un minuto dopo si puo’ dire nero senza che nessuno faccia una piega.
      La domanda che sorge spontanea di fronte a simili notizie e’ un’altra: cosa muove certe strategie editoriali? Forse la disperazione? Si cercano nuovi “clienti” tra i giovanissimi? E se nel frattempo i vecchi fans scappassero a gambe levate? Tra un po’ Tex diventera’ afroamericano e Black Macigno si fara’ frate? E poi?
      Va detto che nelle democrazie occidentali di “democratico” e’ rimasto ormai ben poco mentre prevale un’insana tendenza (in crescita) a censurare, indirizzare, manipolare le notizie e confondere l’immaginario collettivo. A cominciare, ovviamente, dal basso, cioe’ dall’infanzia e dall’adolescenza. Qui si creano i soldatini di domani.

  • Chissà che Don Giovanni e Casanova non cercassero di sfuggire alla loro omosessualità repressa. Finalmente Dylan Dog è rinsavito. Ne siamo tutti felici. Speriamo che altri editori coraggiosi seguano l’esempio. Si potrebbe scrivere una tenera storia d’amore fra Tex Willer e Kit Carson, o ancor meglio fra Tex e Tiger Jack, il suo amico pellerossa, così diamo un colpo all’omofobia e uno al razzismo, prendiamo due piccioni con una fava (o si dice due fave con un piccione? Con tutti questi cambiamenti non ricordo più). Ora bisognerà omosessualizzare tutte le fiabe e ovviamente tutti i fumetti da Topolino in poi.

  • Beh, io citerei anche Pippi Calzelunge, personaggio libero da convenzioni, indipendente, che da anni fa sognare un sacco di bambini con un ottimismo di cui pochi si sognano. Orfana di madre, con un padre lontano Pippi Calzelunghe è un racconto che dà adito ad un sacco di interpretazioni e non ha mai rovinato nessun bambino. Cresciuta in una famiglia allargatissima è Pippi è l’emblema della condivisione, della generosità e dell’altruismo. Non è stata lei ad uccidere la madre e neppure a far prigioniero suo padre in qualche isola lontana, anche se non dubito che i benpensanti di allora potessero averlo sospettato. Nonostante orfana affronta le difficoltà della vita con il bicchiere mezzo pieno, rifiuta tutte le leggi e non teme l’autorità precostituita. E’ un simbolo estremo di libertà. Per dire che le favole, i fumetti hanno sempre raccontato un mondo altro che ha fatto sognare tutti secondo le proprie sensibilità. Non so se l’intento dell’autrice fossi quello di scardinare la famiglia tradizionale e sovvertire tutte le regole, di fatto non credo, o forse sì, credo abbia contribuito alla discussione su quello prima era stato. Rimasta incinta nella Svezia che non era poi così moderna preferì tenersi la figlia/figlio gestendola e partorendola altrove. Quindi un’autrice, femminista dichiarata, che sfidò i costumi del suo tempo e che indubbiamente operò su altre coscienze. Da sovvertire il mondo? Non credo, solo un piccolo mattoncino, antesignano di altre costruzioni senza dubbio, il libro è del 1945, e che ha avuto il pregio di raccontare in maniera allegra, senza piagnistei, che anche un bambino, anche nella più difficile esistenza, ha risorse tali che un adulto neppure si sognerebbe. Ora, non sto a ricercare, non conosco come il libro fu accolto, ma immagino che qualche discussione ne sia scaturita dal momento che dopo settant’anni continua ad avere quel successo e onore che ancora gli tributiamo. Quanto a Tex Willer si vocifera da tempo che sia omosessuale, al punto che Grillini usò la sua immagine, all’insaputa del suo autore, per una campagna di reclutamento per l’Arcigay all’insegna del “troppo virile per non essere gay”. Questo vale anche per Batman e Robin. Niente di nuovo sotto il sole. il mondo non è solo ora “una babele di forme, odori e sapori”, lo è sempre stato, prima per dei pionieri, poi per tutti. Solo l’ipocrisia pretende una sola lettura del mondo. Non sono le favole e i fumetti a cambiarlo, il mondo si cambia prima di tutto da sè.
    Questa però non la capisco proprio: “C’entra qualcosa che le piazze di tutto il mondo si stiano riempiendo di persone che protestano, contestano, si oppongono?”

    • Pippi Calzelunghe non è una favola (che ha origini antiche) bensì un racconto per bambini “inventato” in Svezia in piena guerra mondiale, allorquando le famiglie allargate non erano “arcobaleno” bensì clan super-strutturati con tanto di nonni, zii, cugini, fratelli e cognati. Ognuno aveva un ruolo ben preciso e serviva a modo suo da punto di riferimento, da modello. I bambini “con risorse” di allora hanno avuto fonti d’ispirazione lontane anni luce da quelli odierne, che sfornano cuccioli che non muovono foglia che mamma non voglia.
      Dylan Dog è stato l’idolo dei “ragazzi” (maschi, per lo più) nati negli anni ’80-’90 e cresciuti con il suo poster in cameretta accanto a quello degli Iron Maiden. Era l’emblema dello sciupafemmine astuto, intelligente, pronto a tutto, con una spiccata predilezione per il mistero. E adesso che fa, si sposa? Già sarebbe stato assurdo farlo sposare con una bella fanciulla, non era proprio il tipo, figurarsi con un signore baffuto che puzza di sigaro.
      Che “dall’alto” ci sia sempre stato l’intento di piegare le masse ai propri scopi mi sembra un’ovvietà. Ma se un tempo l’esperimento non sempre riusciva perché gli oppositori non si contavano ed erano agguerriti, oggi la tecnologia ha offerto carta bianca ai Signori della Manipolazione, cioè ai giganti del web, che ormai sono i giganti della finanza, sempre gli stessi.
      Stampano pure moneta!!! Gli Stati non possono, ma loro si.
      E’ chiaro il progetto: mutare l’uomo, quasi in senso genetico, in consumatore totale, suddito obbediente dell’Economia e della Tecnologia. Arrivati a questo stadio, i modelli culturali non servono più. Andate con chi vi pare, chi se ne frega dell’etica e della morale, ma consumate consumate consumate.
      Comunque oggi, ridendo e scherzando, ho scoperto che i fans di Dylan non l’hanno presa bene.

    • P.S.: Come si fa a non capire “C’entra qualcosa che le piazze di tutto il mondo si stiano riempiendo di persone che protestano, contestano, si oppongono?”
      Siamo alla frutta, mi sembra lampante.
      Da una certa trincea si stanno sparando gli ultimi colpi, quelli della disperazione, con il rischio di far diventare grottesche le proprie azioni.

  • Ho trovato un forum dove indubbiamente i fans di Dylan Dog non l’hanno presa benissimo, ma senza accanimento o fanatismo. Fuori a cena domani lo linko.

  • Ho trovato un forum dove indubbiamente i fans di Dylan Dog non l’hanno presa benissimo, ma senza accanimento o fanatismo. Fuori a cena domani lo linko.

  • Il matrimonio di Dylan Dog voleva essere ovviamente uno spunto di riflessione, non l’argomento principale, che è più profondo. Non c’è dubbio che giovani e diversamente giovani siano vittime di una civiltà umana che non sa più raccontare, o comunque non ne ha il tempo, essendo totalmente assorbita dai cicli produttivi. Coltivare gli aspetti della fantasia infantile e della creatività adolescenziale non è poi tanto importante per l’umanità scoppiata del Terzo Millennio, meglio intrattenere i ragazzi con altre forme di interazioni a contenuto altamente tecnologico, così «imparano». Cosa, non si sa. Nessuno pensa alle conseguenza di un’offerta ai più giovani del pensiero razionale come principale strumento per distinguere i propri sentimenti e comprendere il mondo. Il rischio, altissimo, è quello di confonderne e limitarne le potenzialità. O, forse, è esattamente questo l’obiettivo.

    In ogni caso il messaggio arriva forte e chiaro: c’è un solo modo di vedere le cose, che è quello giusto, quello che serve per pensare, tutto il resto è falsità (fake), infondatezza, secondi fini, menzogna. Non è vero che il «pensiero a senso unico» limita creatività e fantasia, autonomia di valutazione, dicono i progressisti, perché chiunque può dipingere o raccontare quello che vuole. Ma privato del comune retaggio fantastico, cioè della fiaba popolare, come può un bambino inventare da solo storie che lo aiutino ad affrontare i problemi della vita? Espropriato dei suoi modelli ideali, come può un adolescente ispirarsi a figure esterne, oltre a quelle di mamma e papà, a maggior ragione in assenza di un vero clan famigliare?

    Inevitabilmente tutte le loro storie saranno espressioni di desideri personali, ansie e paure, semplici elaborazioni di un presente in grado di offrire solo spunti omologati e rigorosamente privi di sbocchi. La fantasia, non c’è dubbio, è una delle grandi vittime della società tecnologica. La fantasia proponeva direzioni fantasiose, appunto, che potevano essere prese o non prese, e lo faceva sempre per via indiretta aiutando così la comprensione della realtà. Mentre i «giochini» elettronici, come le serie televisive di maggiore successo, offrono prodotti precotti e già mangiati, prossimamente su questo schermo anche digeriti.

    Avanti di questo passo tanta voglia di «mettere ordine» si estenderà dai fumetti e cartoon ai classici, che ormai pochi leggono ancora, questo è vero, ma che continuano ad essere rappresentati a teatro e al cinema. Troppo scorretti i messaggi che veicolano di patria, identità, stirpe, onore, gloria, rispetto. Tutte cose da fascisti, sessisti, omofobi, razzisti, suprematisti bianchi. Ecco perché nella nuova serie di Netflix i ruoli di Achille, Patroclo e Zeus sono stati assegnati ad attori di colore.

  • Secondo me anche Batman e Robin non la raccontano giusta.

    • Achille, ma questa e’ una storia vecchia! Batmam, pero’, a onor del vero, non e’ mai stato uno sciupafemmine, come invece Dylan Dog. Il messaggio quindi e’ ancora piu’ subdolo: “se si sposa lui,…”

  • Non preoccuparti, Rita, l’impenitente e irriducibile uomo, passato, presente e futuro, antico, moderno ed eterno, ha sempre “tenuto botta” a tutto e continuerà a “tirare diritto”.
    Trump è nemico dell’Europa. L’impenitente e irriducibile uomo Europeo lo sa bene. Se i Simpson sono nemici di Trump, siccome i nemici dei nostri nemici sono nostri amici, forza Simpson. Speriamo ci diano dentro anche contro gli altri nemici dell’Europa, russi, cinesi e terroristi islamici.
    Le piccole meticce melanesiane e le albe aurore ginniche ci sono sempre state e in fondo è giusto che anche le melanesiane e le ginnaste abbiano le loro eroine, delle quali l’impenitente e irriducibile uomo di cui sopra saprà valutare in giusta misura sia la melanesianità che la ginnasticità, con il sobrio disincanto che lo contraddistingue sin dai tempi dei viaggi di Gulliver.
    “Cosmopolita & consumista” sono qualificazioni abbinate soprattutto nei refrain della propaganda di certi “passaggi al bosco” identitari, tipici di una militanza “comunitaria” che fatica a uscire dal “sottobosco” editoriale praticato in Italia dagli orfani evoliani, guenoniani e jungeriani sin dai tempi di Freda. L’impenitente e irriducibile uomo Occidentale è cosmopolita ma sceglie moglie e buoi dei paesi suoi, è un bon vivant ma non è rinscemito dal consumismo.
    Dylan Dog è sempre stato talmente truzzo e tamarro che può andarselo a pigliare da chi vuole.
    Le piazze si riempiono per motivi diversi. Le piazze turche si riempiono contro la dittatura di un boia islamista. Quelle curde non si riempiono più per colpa dello stesso boia. Quelle di Hong Kong si riempiono contro gli ultimi comunisti imperialisti camuffati da benefattori dell’umanità. Quelle di Londra si riempiono contro la bischerata della Brexit. Quelle italiane, da sempre, si riempiono eccitandosi per l’arruffapopolo di turno, franza o spagna purché se magna, reddito di fancazzismo o taglio alle pensioni (quelle sbagliate, non quelle baby o quelle col retributivo fino al dicembre 2011), ieri in attesa di assistere alla botta di ghigliottina, oggi in attesa di farsi un selfie con gli imbonitori elettorali del momento.

    • Le piazze francesi, invece, si riempiono da mesi contro l”amico” de leuropa (il democratico manganellatore Micron) ma i nostri media “cosmopoliti” ce le nascondono, nonostante gli 11 morti e i 2500 feriti, tra i quali 23 che hanno perso un occhio e 5 che hanno perso una mano.
      Distinti saluti.

    • Verissimo. Oltretutto le piazze francesi si riempiono davvero tanto e da molto tempo.
      Quelle catalane si riempiono per la propria indipendenza nazionale.
      Quelle tedesche sono le uniche, purtroppo, a riempirsi anche per motivi ambientali ed ecologici (però anche per motivi piuttosto diversi, come sappiamo). Il purtroppo, ovviamente, è riferito al fatto che capiti solo in Germania.
      Quelle scandinave si riempiono contro l’immigrazione devastante e forse lassù riusciranno a evitare gli errori dei francesi.
      Quelle russe non si riempiono mai perché quelli che vorrebbero andare in piazza li fanno sparire prima.
      Ogni luogo ha piazze e folle e motivi di riempimento diversi.
      Se esiste una regia dietro a tutto ciò, direi proprio che non è da Oscar.

    • A Pietro 15:59
      Non discuto sulle opinioni, tutte opinabili e/o condivisibili. Se chi non legge Dylan Dog si disinteressa delle nozze a sorpresa dell’ex Maschio Alfa dei fumetti, altri (come me) si sono fatti una bella risata e i fans più accaniti l’hanno presa malissimo, sta di fatto che quando un Sistema tenta di “ribaltare i miti”, tradizionali o contemporanei che siano, gatta ci cova.
      Da sempre questa è un’azione disperata. L’ultima.
      Non condivido il quadro geopolitico succitato per almeno due passaggi: 1) non vedo per quale motivo Trump, Russia e Cina (che vanno avanti benissimo da soli) dovrebbero avercela con la Vecchia Europa, vista la sua totale irrilevanza sullo scacchiere internazionale; 2) l’accoppiata “cosmopolita & consumista” non è propaganda (parola inventata per infangare chi la pensa diversamente) ma un’espressione largamente usata per indicare l’opera di ingegneria sociale messa a punto dall’establishment della grande finanza e dall’elite politica dominante, quella collegata con la massoneria e i circoli dei potentati finanziari sovranazionali. Conta poco o nulla che questa aggregazione sia di centro o che sia di destra, o che appartenga alla sinistra-a-parole. Così è.
      Sul perché le folle riempiono le piazze dell’Europa e del mondo ci vorrebbe un post apposito. E’ lunga la faccenda. In linea di massima, comunque, credo di non condividere la “versione renziana” che riassumi. Ritengo che l’acqua stia tracimando dal vaso a causa del tramonto dell’ideologia del profitto coadiuvata dalla manipolazione delle coscienze (anche a mezzo fiabe, fumetti, cartoon). La Premiata Ditta Repressione del Dissenso si è già messa in moto ma alle “nobili cause” delle (ex)democrazie che rappresenta, che tra l’altro continuano a piantare chiodi sulla bara delle libertà sociali, non ci crede più nessuno.
      Sono d’accordo, invece, sul fatto che l’uomo ha sempre “tenuto botta” e continuerà a resistere. Non ho dubbi su questo punto. La nostra specie esiste da milioni di anni, figurarsi se si fa prendere in castagna da una civiltà ignorante e presuntuosa come la nostra.

  • Totalmente inadeguato a seguirvi su questo terreno (dopo jacovitti, la signora carlomagno e il suo diario, il mondo dei “fumetti”, tranne linus e Altan non ha fatto più parte delle mie attenzioni!) vi leggo con curiosità ammirata!
    Dylan dog ….e chi al restaresel? Sposato con Groucho, addirittura! Quello si, quello ce l’ho, ma è in “bianco e nero”, uno dei fratelli Marx, e che c’azzecca?
    E allora mi chiedo: ma è una mia personale “ciulaggine” o quei dieci anni circa di distacco hanno potuto rappresentare un “fosso” così bello largo?!?
    Ai tempi si usava il termine “matusa”…… prendo atto!

    • Dylan Dog e’ stato l’ultimo fumetto-culto che abbiamo avuto in Italia, e i culti non si toccano, se non si vuole distruggere il loro mito. Sarebbe come prendere Marilyn Monroe, tingerle i capelli di nero e farle sposare la sua occhialuta commercialista. La levata di scudi non si farebbe attendere.
      Una (sotto)cultura che allunga le mani sui suoi miti perche’ non sa crearne di nuovi, e’ ormai alla canna del gas. Questo e’ quanto, purtroppo.

  • Mi fa molto piacere, Rita, che sulla cosa più importante siamo d’accordo.
    Dylan Dog lo conosco poco solo per motivi anagrafici. Quelli nati nei Settanta lo conoscono senz’altro meglio. Molti nati nei Sessanta leggevano Tex Willer. Noi nati nei Cinquanta eravamo spesso per Pecos Bill (la “ripresa” Mondadori 1960-1962, prima della brutta continuazione Fasani). Quelli dell’Intrepido venivano prima.
    Ovviamente, sono periodi relativi. C’era Topolino intergenerazionale, come le figurine Panini. Solo per dire questo: non è che tutta l’Italia abbia avuto Dylan Dog come archetipo fumettistico. Per cui, non dico che non ci può fregare di meno di Dylan Dog, solo che non ci vedo tutto questo afflato nazional-popolare. Comunque, mi dispiace per Dylan (o Dog, non so quale sia il nome o il cognome). E capisco i suoi fan. Se Pecos Bill, invece che con Sue Sluefoot (un po’ tanto stucchevole) e Calamity Jane (disegnata non male, secondo uno delle elementari) si fosse messo con Penna Bianca, penso che anch’io ci sarei rimasto male. Pure l’edicolante di piazza Marconi, dove andavo con le mie trenta lire. Ma l’importante era, soprattutto, che Turbine saltasse i precipizi.
    Non sapevo di condividere le visioni geopolitiche di Renzi. Ma pensa che roba, spero che i miei amici non leggano CremAscolta. In ogni caso, grazie dell’informazione. Non sapevo che si diventasse così automaticamente renziani. Se non si identifica il riempimento di tutte le piazze dell’orbe terracqueo con la rivolta delle masse contro il complotto ordito dai potentati finanziari demoplutogiudaici, si è renziani. Buono a sapersi. Però ammetto che, vista l’insidiosità di questo “Comics’ Plot”, sarebbe la prima cosa condivisibile di Renzi. Anzi no, la seconda. La prima era la rottamazione dei sinistrati comunisti e degli zelatori catto-soterici. Infatti, appena uscito Renzi dal PD, è tornata la Boldrini. E c’è di peggio: è ritornata Rosy Bindi.

    • La platea dei fans di Dylan Dog, come ho detto sono infatti i (maschietti) nati negli anni ’80-’90. Può darsi che il fumetto fosse in crisi e l’editore si sia inventato uno scoop che, a quanto pare, sta ottenendo l’effetto opposto. Le immagini entrate nell’immaginario collettivo di una generazione non andrebbero mai toccate, per nessun motivo. Chi vorrebbe vedere un Jimi Hendrix in posizione di loto che fa yoga?
      Preciso di aver scritto “di non condividere la versione renziana che riassumi”, non mi sarei mai permessa di insultarti dandoti del renziano. Sono sicura che i tuoi amici hanno capito, e anche tu.
      Quanto al Pd, purtroppo, con o senza Renzi resta sempre il Pd.

    • Grazie, Rita, è sempre un piacere dialogare con te.
      Adesso ho capito meglio su Renzi.
      Sul PD, chissà che cosa succederà. Non mi sembrano così spacciati. Anzi, se ne inventano una dopo l’altra. Chi avrebbe mai detto un anno fa che sarebbero andati al governo, che si sarebbero ripresi ministeri, commissioni e prebende, che oggi Guerini (dico Guerini) l’avremmo visto lì, a ricevere il presentat-arm da stati maggiori e picchetti d’onore? Nemmeno io, che pure avevo tessuto un “elogio” del PD proprio per il suo “pollice verde” verso il potere.
      Jimi Hendrix, se ha fatto yoga o magari si è lasciato andare a qualcosa di strano, era sicuramente “in viaggio”.
      Guarda però che da sempre c’è qualcuno che cerca di ribaltare i miti, i riti e gli spartiti di quelli venuti prima, che cerca cioè di mettere in discussione quelle che tu chiami le immagini entrate nell’immaginario collettivo di una generazione. Ma so che lo sai.
      Però, vediamo. Magari Dylan Dog ci ha fatto uno scherzo e scopriremo che ha solo voluto prenderci un po’ in giro.

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