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FRANCESCO TORRISI

Plastic Tax

La notizia è che la “plastic tax” inserita in finanziaria potrebbe provocare flagelli elettorali proprio in quell’”Emilia rossa”, le cui elezioni regionali, verosimilmente, rappresenteranano banco di prova politicamente derimente dopo il primo naufragio umbro, per il governo.
È qui, lungo la via Emilia, che si concentra il 40% della produzione europea di imballaggi per l’ortofrutta. Un comparto, quello del packaging in Emilia-Romagna, che coinvolge oltre 16 mila lavoratori in quasi mille imprese secondo Unioncamere. (riporto da OPEN)
Non posso fare a meno di farmi delle domande:
Domanda 1: è con l’inserimento di una tassa in finanziaria che si affronta in modo corretto la graduale definitiva uscita da un sistema unanimemente riconosciuto come fonte deleteria di inquinamento per il pianeta? Non è certo a colpi (di mano!) di tasse che si progetta il futuro di un Paese!
Domanda 2: a quale azione strategica di “governo” (sostantivo dal verbo “governare”) risponde un provvedimento “a breve”, fuori da un contesto programmatorio condiviso di ampio respiro (ripeto: condiviso, di ampio respiro!), con conseguenza economiche immediate, con ricadute altrettanto immediate su un comparto produttivo di rilievo nazionale, guarda caso, concentrato proprio nella Regione che sarà oggetto di determinante test politico/elettorale?
Domanda conclusiva: ma chi si siede ad un tavolo dove l’obiettivo è quello di fare quadrare (come al solito, all’ultimo momento, senza aver programmato alcunché, per tempo) un bilancio tra quello che “costano” provvedimenti (il più delle volte fatti “barando” sulle coperture), scelte che coinvolgono i cittadini e dove prendere i denari necessari per finanziarli, ha l’”attrezzatura”culturale, politica, gestionale per preordinare e misurare le conseguenze dei suoi atti, della sue scelte?
Mi pare che tutto quanto in atto, non possa che portare a conclusioni sconsolanti rispetto alle prospettive che si delineano per la coalizione (ops!) costituitasi in conseguenza alla distruttiva scelta “estiva” di Salvini.
Assai ardua la scelta, la responsabilità alla quale ci troveremmo di fronte noi cittadini, nella malaugurata ipotesi tutto ciò ci portasse ad elezioni anticipate!

FRANCESCO TORRISI

03 Nov 2019 in Economia

8 commenti

Commenti

  • Non entro nel merito della specifica tassa (presente pure in altri Paesi al fine di incentivare il ricorso a imballaggi alternativi.
    Dico solo che la tanto sbandierata Green New Deal, con questo clima politico, non decollerà mai.
    Ma… non era pronto un pacchetto organico del ministro per l’ambiente Costa?

  • La tassa è altamente educativa, ma manca la necessaria gradualità! Mettendomi nei panni degli investitori in plastica se sono solo un po’ svegli puntando sulle alternative, che già vediamo nei punti vendita, ci guadagneranno anche di più!Teniamo presente, come già avevo scritto, che la raccolta carta è stato un punto di forza italiano, quindi abbiamo scorte di cellulosa. La conversione tuttavia richiede tempo, oppure si può ottenere con fallimenti a catena e nascita di nuove industrie, e questo non lo vogliamo. Alla fine ritratteranno, sicuro, ma il senso della minaccia servirà. Sono convinto che governare, e dirigere in senso lato, significhi anche educare, e in tempi di confusione scegliere innanzitutto elementi indubitabili. Qualcun può dire che la plastica fa bene?

  • Si, Adriano, hai ragione, meglio chiarire fine in fondo, con i verbis più apertis che si può: la plastica fa male al pianeta, soprattutto quando usata , strausata nel modo scriteriato come abbiamo lasciato che accadesse, sulle ali del più selvaggio consumismo (sommessamente: consentendo ai ….furbacchioni di farsi le p…. d’oro!). E ciò, anche e soprattutto nel comportamento nostro, personale di tutti i giorni!
    Ciò posto con grande chiarezza e determinazione, l’azione non può, non deve ridursi alla “plastic tax”, col “corredo” delle considerazioni di programmazione/gradualità/opportunità politiche, sulle quali …. evito di ripetermi!
    Anche perchè: responsabili e determinati, si, ma anche masochisti e imbecilli, questo poi no!

  • Questa è una delle tavanate galattiche partorite dal governo “monstre” PD-M5s, come ormai viene chiamato da più parti. Non si vede l’ora di andare a votare e sbarazzarsene. Sono pure cretini, tra l’altro, perché vanno a tassare le fabbriche dell’Emilia Romagna dove tra due mesi si vota.
    Il professor Franco Bottiglia, docente di Plasticologia Teorica e fondatore della rivista “Non ci casco!” ha scritto un libro in due volumi per smontare la bufala messa in giro dai plasticofobi (non a-gratis, ovvio, ma per farci comprare qualcos’altro che tra 20anni sarà messo fuori legge, per farci comprare qualcos’altro ancora).
    Il problema non è la plastica ma il suo MANCATO RICICLO. Fa ridere (per non piangere) che chi oggi non vuole i termovalorizzatori, non fa la raccolta differenziata, si oppone alla costruzione di ferrovie più efficienti, eccetera eccetera, poi venga a fare il profeta dell’eco-sostenibilità.
    Ma questi qui, sempre loro, non si chiedono che fine faranno le batterie delle auto elettriche che vorrebbero propinarci al posto delle nostre care vecchie automobili? Altro che plastica! Perché favoriscono apertamente le industrie germanico-francesi a discapito di quelle italiane? A che gioco stanno giocando? Impossibile non chiederselo.

    • Uno dei miei principi è sempre stato “ognuno faccia il suo dovere per il segmento che gli compete”. Quel che fanno gli altri della stessa catena solo così sarà giudicabile, da chi ha la coscienza pulita.

  • Intendiamoci, penso che nessuno dei protagonisti dell’attuale avventura governativa, raffazzonata come la precedente, ponga la minima fiducia in una rielezione! Se secondo uno spirito di dedizione senza speranze riusciranno a fare qualcosa di impopolare a loro danno avranno la mia stima. Se la controparte non rispetta questa nota di dedizione senza ritorno di immagine, già inizia a perdere la mia considerazione, e la sta perdendo! Evito sempre gli schieramenti, ma l’onestà politica non ha colore.

  • Verrebbe da chiedersi quanto fossero consapevoli gli attuali governanti del fatto che sulla plastica stia campando soprattutto, tra le varie regioni italiane, proprio quella in cui si andrà prossimamente a votare.
    In ogni caso, la lotta alla plastica, se si vincerà, sarà vinta soprattutto dal comportamento quotidiano e responsabile delle famiglie italiane. Sono rivoluzioni, come dicono gli anglosassoni, che non si fanno top-down ma bottom-up.
    Ricordo alle elementari la pubblicità del Moplen a Carosello, con Gino Bramieri, e l’orgoglio italiano nel 1963 per il Nobel a Natta, l’unico nostro Nobel per la chimica. Un altro esempio tecnologico in cui incolpare la scienza invece della nostra carenza etica è palesemente uno scaricabarile morale.
    Finirà come coi rifiuti in genere. Da una parte, risultati specifici, misurabili, progressivi. Dall’altra, sceneggiate, scempi ambientali, mafie.
    In tutto questo, temo che i nostri politici si fermeranno al “beau geste”. Ammesso che lo confermino, visto l’appuntamento elettorale.

    • Manca ancora che gli emendamenti in aula cancellino le tasse sulle auto aziendali, la modifica dell’IMU-TASi e l’imposta sulle bibite, dopo di che possono chiudere baracca e burattini.
      Ancora non ho finito di ridere per aver sentito Di Maio, al Tg2 delle 13:00, dire tutto pieno di sè: “I politici guardano alle elezioni, gli statisti alle prossime generazioni. Ecco perché noi intendiamo portare avanti la Plastic Tax ….”, eccetera, eccetera. Adesso che so che Giggino è uno statista, lo guarderò senz’altro con un occhio di riguardo.

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