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WALTER VENCHIARUTTI

Futurbane archivisioni

Di seguito la relazione rispetto alla iniziativa culturale annunciata sul blog: “Il sabato del museo“, incontro a cura della redazione di “Insula Fulcheria” con tema “Prospettive urbane“.

Il tema principale, quello che in passato costituiva il monografico della rivista Insula Fulcheria, è stato dibattuto nella sala Cremonesi in data 11 Novembre alla presenza di un attento pubblico. La rivista con le sue 450 pagg. verrà presentata a Dicembre e annovera una nuova sezione di circa 120 pagg. tutte dedicate alle: “Prospettive Urbane”. Questa denominazione esprime in modo razionale e sintetico l’ambizioso progetto di “Città Futura”. Si apre un nuovo capitolo a quelle aspettative che in redazione avevo definito, con il termine vagamente dannunziano, di “Futurbane Archivisioni” . Il futuro entra nel sistema urbano e provoca singolari visioni architettoniche. Ci si è fatti carico della volontà di introdurre nelle argomentazioni dell’annuale del Museo, che ricordo è espressione delle attività culturali del territorio, i temi attuali legati alla vita quotidiana, basati sulle modalità del poter vivere in un contesto decoroso, in sintonia con le moderne aspettative. Ė stato messo a confronto il pensiero di un gruppo tra i più qualificati esperti urbanisti, architetti del paesaggio, addetti al restauro edilizio. Nella pubblicazione saranno presentate le proposte tratte dalle tesi di laurea di alcuni giovanissimi che, sotto la guida di Alessandro Carelli e Livia Severgnini, hanno fornito una serie di suggerimenti, idee e progetti riguardanti il possibile futuro della città di Crema. Oltre a questi nel prossimo volume figureranno gli interventi di Paolo Vailati, titolare della Posizione Organizzativa Servizio Territorio e Ambiente del Comune, che ha tracciato un quadro delle difficoltà incontrate dalla pianificazione.

La tutela monumentalistica attuata attraverso l’impiego di un restauro conservativo non invasivo è l’argomento svolto da Marco Ermentini. Crema, non come un anonimo sobborgo fantasma o appendice dormitorio della grande metropoli, ma oggetto della riqualificazione di quartieri un tempo occupati da fabbriche e oggi divenuti parcheggi dell’archeologia industriale.

Ricche di spunti sono state le tre relazioni presentate durante la conferenza da alcuni tra gli autori che hanno fanno parte del cast proposto da Insula Fulcheria.

Per primo Edoardo Edallo, curatore dell’iniziativa, nel ripercorrere un iter dal passato dopoguerra al presente ha illustrato le fasi che hanno caratterizzato la città: lo sviluppo territoriale e industriale della Paullese, la realizzazione di Crema Nuova, il restauro dei centri dell’ identità culturale: il Duomo, il Comune, il S.Agostino.

Christian Campanella ha proseguito vagliando le stratificazioni edilizie seguite alle diverse stagioni edificatorie. Il suo excursus è partito dal periodo Liberty, con la nascita legislativa delle prime Carte del restauro, il sorgere e la demolizione di importanti edifici di interesse storico (il Politeama Cremonesi, il Linificio, il Pastificio Zucchi) ed è continuato con le stagioni della “liberazione dalle superaffettazioni barocche”: le porte di Crema vengono separate dalla cerchia muraria, si procede alla cancellazione della Sagrestia della Madonna, c’è il via libera per i restauri del Duomo. Le recenti problematiche urbane investono invece una architettura che non sa andare altre le proposte del nuovo-antico e nella mancanza di strategie coordinate nel risolvere i gravi problemi costituiti dall’ingombrante presenza di una archeologia industriale e rurale a cui si assomma l’archeologia dell’incompiuto e del dismesso (pubblico e privato)..

Infine la rigenerazione dei vuoti urbani, il riuso delle numerose strutture abbandonate, con riferimento agli Ambiti di Trasformazione Urbana (ATU) e agli Ambiti di Trasformazione Periurbana (ATP), il risparmio del suolo verde e le interferenze invasive della cartellonistica pubblicitaria figurano tra le tesi formulate con passione da Filippo Pavesi .

Siamo convinti che gli studi raccolti nel prossimo volume possano contribuire a rinsaldare il vincolo tra Territorio cremasco e il suo Museo. Crema, piccola città, deve essere solidale nel favorire ospitalità a chi la visita, proponendosi a centro della conoscenza, dove possano operare di concerto i diversi poli culturali. Per poter espletare tali potenzialità necessita di un contesto edilizio e urbano che permetta la più serena collaborazione comunitaria. Resta viva la speranza o comunque l’illusione che almeno alcune di queste idee possano essere prese in considerazione da chi ha ancora orecchie per intendere.

WALTER VENCHIARUTTI

12 Nov 2017 in Urbanistica

7 commenti

Commenti

  • “Crema, piccola città”?
    Walter, non c’ero, perché dislocato nella mia seconda residenza prevalentemente estiva, ma avrei avuto molto da dire, pur non essendo un urbanista, né un architetto, sulle potenzialità di una città con la cultura e le dimensioni ideali per trasformare il pensiero in azione.

  • Trovo inoltre che si possa stabilire una collaborazione con Cemascolta, di cui già sei asse portante, più stretta: dall’individuazione dei temi alla scelta di un cavallo di battagliaper volta. Non mi fraintendere, Cemascolta non si batte in prima persona, coagula idee e le amplifica, poi le indirizza a chi di dovere, da buon megafono, ma la selezione dei temi è spesso improntata dall’impressione del momento, in base a un’urgenza, mentre un’associazione come la vostra potrebbe aiutarci in un lavoro di cernita più sistematico.

    • Caro Adriano
      Rivolgendoti a me sfondi una porta aperta. Già da tempo collaboro con recensioni e commenti al Blog di Cremascolta che ha sempre, senza censure, bonariamente accolto i miei interventi.
      Di questo blog mi piacciono la pluralità delle voci a confronto, la presentazione, senza peli sulla lingua, nell’affrontare gli argomenti. Un po’ meno riesco a digerire i dibattiti troppo personalizzati, i minuetti a due o quando (come qualche volta è capitato) i commenti scadono nell’insulto e nella bagarre.
      Il tuo invito di collaborazione l’ho rivolto a tutti gli amici del GAC e mi auguro venga
      raccolto. Da quarant’anni operiamo in un dignitoso isolamento claustrale che si rompe alla presentazione della ricerca annuale, indifferenti alle varie sirene della pubblicizzazione.
      Potrebbe essere giunta l’ora di uscire dal guscio…

  • Signor Venchiarutti, presuntuosamente sentito chiamato in causa, credo, mi permetta di dissentire assolutamente facendo una breve analisi di quello che è stato il blog in questi quattro anni, con una sommaria conta dei commenti che hanno accompagnato i numerosi post. Conta che è presto fatta, basta scorrere le ultime pagine senza andare troppo a ritroso. Alcuni post sono giusto letti, o forse neanche, altri invece hanno acceso gli animi di alcuni, se non di molti. E mi riferisco ovviamente, pro domo mea, a quelli che mi hanno interessato e ai quali ho partecipato forse, secondo Lei con troppa veemenza. Atteggiamento comunque non solo mio, senza bisogno di complicità ovviamente, perché ho spalle da potermi difendere da solo. Perchè tutto sta nel chiedersi quale sia la mission di un blog, se informazione che attinge comunque dalla stampa locale o nazionale, e in questo caso mi sembrerebbe ripetizione inutile, o uso strumentale per personali o familiari sponsorizzazioni o, e io preferisco, la piazza virtuale dove si possano approfondire quei temi che di fatto hanno acceso gli animi molto più dei report di presentazione del libro, o mostra, o evento di campanile, accompagnati giusto da qualche cortese commentatore. Che comunque ci stan bene anche quelli, sia ben chiaro, perché io non escludo niente, ma capirà e riconoscerà che i grandi temi etici o politici, ad esempio, hanno avuto quel seguito che io chiamerei di approfondimento, che magari hanno fatto incazzare, ma almeno credo possano essere serviti a sensibilizzare, o magari negare, molto più dell’informazione sulla mostra al GAM di Milano, che magari qualche buon anima della Redazione apprezzerà “cortesemente”, ma che insomma è notizia riportata sulle pagine culturali o locali di tutti i quotidiani in edicola o in televione, e quindi non aggiunge niente di nuovo. Insomma signor Venchiarutti, cosa vuole che Le dica, se non che io rimpiango i tempi dei latitanti Cadè, Provana, Bellodi, Antonioli, Mascheroni, Martini, che magari è il più educato di tutti, e di molti altri che ora non ricordo. Secondo me. “tutto il resto è noia”. Adieu.

  • Tengo a precisare ai quattro lettori che hanno avuto la cortesia di seguire alcune mie precedenti recensioni che le stesse sono unicamente frutto di emozioni spontanee, magari a qualcuno possono apparire scontate, ma sono quelle che ho ricevuto visitando mostre ed esposizioni d’arte. Che siano ripetizioni? Può anche darsi, anche i latini non le ritenevano inutili. Non lo so, perché non sono un buon lettore di giornali. Posso comunque assicurare che non nascondono sponsorizzazioni, interessi personali o famigliari di alcuna sorta. A qualche “anima bella”, che naviga con domestica sicurezza tra i grandi temi etici e politici che affliggono l’attualità potranno apparire anche aria fritta. Personalmente è da una vita che mi limito a individuare e rapportare accadimenti lontani nel tempo e nello spazio alla realtà cremasca con l’unico scopo di meglio comprenderli e comprenderla.

  • Signor Venchiarutti, questa è bella. Ha pensato davvero che con le “sponsorizzazioni” mi riferissi ai suoi interventi? Forse Lei è più presuntuoso di me.

  • Posso dirti, Ivano, che per me (e di sicuro per tanti altri lettori profani come me che non leggono sulle testate nazionali recensioni di mostre) gli interventi di Walter Venchiarutti sono stati importanti per stimolarmi ad accedere – in modo più diretto – al mondo dell’arte: è grazie alle sue recensioni che mi sono deciso a vedere mostre al di fuori della nostra cinta muraria.
    A dire il vero, anzi, CremAscolta mi ha aiutato molto ad accedere anche al tempio della musica lirica a cui mi sono accostato grazie soprattutto a Giordano Formenti (prima che fosse coinvolto mio figlio come pianista).
    A loro sono davvero grato.

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