menu

FRANCESCO TORRISI

Viva il 25 Aprile

Pubblico un giorno prima perchè …..non si sa mai!

Si, ripeto: Viva il 25 Aprile, anniversario della Liberazione, festività fortemente voluta dopo la fine drammatica, decretata addirittura da una Guerra Mondiale, della oscena dittatura Nazi/Fascista, e concretizzatasi con una Legge dello Stato:

Legge 27 maggio 1949, n. 260.

Disposizioni in materia di ricorrenze festive

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 31 maggio 1949, n. 124.

Era il 25 del mese di Aprile dell’anno 1945, il giorno in cui, a Milano, il CLNAI, Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, Nazisti Hitleriani e Fascisti Italiani all’epoca aderenti alla Repubblica Sociale Italiana (RSI), conosciuta come Repubblica di Salò, appendice del ventennio fascista, regime esistito tra il settembre 1943 e l’aprile 1945 nei territori Italiani che stavano progressivamente per essere occupati dall’avanzata delle truppe alleate, e almeno in apparenza, ancora guidato dal Duce e Capo del Governo Benito Mussolini.

Il termine effettivo della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazi/fasciste all’esercito alleato, si avrà solo il 3 maggio, come stabilito formalmente dalla cosiddetta “resa di Caserta” firmata il 29 aprile .dello stesso 1945.

Dopo qualche mese, io avrei compiuto 2 anni ed incredibilmente nei miei vividi ricordi ci sono immagini in cui mi vedo in braccio a mia nonna, alla finestra della cucina di Via Allemanio Fino, mentre la nonna Angelina mi indica a dito nel cielo i bombardieri americani e ne sento pure il rombo distante!

Però, come ho detto le immagini sono come quelle di un film, come se ci fosse stato qualcuno che le riprendeva queste immagini, di me in braccio alla nonna!

Potenza evocativa dei ricordi!

Vero è che quel 25 Aprile decretava la fine di un regime, iniziato tra gli entusiasmi dei più e la sopraffazione dei ….meno (o per lo meno di quelli che subirono senza prendere posizione!), inebriati dalla retorica fascista del furbo ex socialista che dal “sol dell’avvenire” era passato al “sole che sorgi”, che avrebbe “domato i suoi cavalli” a mostrare che “nessuna cosa al mondo era maggior di Roma”, per un’Italia che avrebbe avuto “il suo grande posto nel mondo”!

Eppoi arrivò la sciagurata gara a chi ….”ce l’aveva più lungo” tra il ….”dittatore de noiartri” e il folle tedesco, le “guerre più o meno …. lampo” (che mettevano in evidenza tutta la nostra velleitaria, insulsa improvvisazione a fare la faccia truce a imitazione del tedesco e della sua masnada di esaltati, a “spezzare le reni alla Grecia”!), le infamanti leggi razziali con le quali il fascismo aderì di buon grado alla follia nazista, le deportazioni, i campi di sterminio e via via di degradazione in degradazione !

Ecco il 25 Aprile, almeno per me, vuol dire continuare a dire un NO convinto al degrado del viver civile che il “ventennio”, così come si è sviluppato e concluso ha rappresentato per l’Italia.

Viva il 25 Aprile!!!

FRANCESCO TORRISI

24 Apr 2020 in Italia

16 commenti

Commenti

  • “dire un NO convinto al degrado del viver civile” e flirtare con questo governo è una grottesca ipocrisia.

    • Ma, veramente il tema del post era la Festa Nazionale del 25 Aprile e tu Livio, con un commento di 15 striminzite parole, l’hai brillantemente by/passato. Che forza!!!

    • “un regime, iniziato tra gli entusiasmi dei più e la sopraffazione dei ….meno”. Pensaci

  • Calamandrei, fine giurista e padre costituente, così disse ai giovani (sintetizzo): se volete andare in pellegrinaggio alla fonte della nostra Costituzione, dovete andare sulle montagne dove i partigiani combattevano contro nazi-fascisti, nelle prigioni dove sono stati incarcerati, nei campi dove sono stati impiccati.
    La nostra Costituzione è figlia di quei tanti uomini e donne che hanno combattuto per la libertà: uomini e donne di ogni colore politico, dai monarchici ai liberali, dagli azionisti ai socialisti, dai democristiani ai comunisti.
    E’ figlia di quella chi si chiamerà, non a caso, arco costituzionale.
    Figlia, più in dettaglio, dei filoni culturali che ispiravano le forze politiche anti-fasciste, vale a dire quello “liberale”, quello “cattolico” e quello “marxista” (con delle varianti: gli azionisti, ad esempio, si ispiravano a un’idea che era una fusione di “giustizia sociale” e di “libertà”).
    Tre filoni culturali oggi praticamente scomparsi dal panorama politico.

  • “Degrado del vivere civile”. Ma come in questi tre mesi l’Italia ha dimostrato di sapere benissimo cosa sia il “vivere civile”. Rigore, rispetto delle norme, sentire comune, gare di solidarietà, cooperazione. Come in una guerra e dopoguerra. I “minimalisti” poi dicano quello che vogliono nel loro mondo paranoico e fantascientifico, dimostrando una superficialità e non conoscenza di quel periodo così da confondere qualche misura restrittiva con le torture di via Rasella, le famigerate leggi, le deportazioni, non l’isolamento sanitario della quarantena, la guerra, i morti. Faccia una proposta, magari illiberale, così alcuni sono contenti, avvalorando così la loro tesi della dittatura. Alcuni commenti non si commentino. Niente è più punitivo di ignorare piuttosto che confrontarsi vanamente. Umiliare i narcisismi, non leggerli, lasciali cuocere nel loro solitario, no, sono in due, brodo. Non accoglierli a scuola, in questo giorno, sia chiaro, non vorrei essere troppo censorio, ma per un giorno fuori dalle scuole del Regno.

  • È grottesco che una dittatura celebri la festa della liberazione. Tutto qua. Ma è perfettamente inutile discutere coi demagoghi, con i politicanti, con gli illusi, con quelli che guardano al passato e non vedono quello che hanno sotto il naso. Con quelli che, facendo i concioni di rito, sanno di avere l’applauso garantito.
    E se non sei d’accordo, sei un complottista. Ormai, se dici che l’usuraio ti presta i soldi per il suo interesse e non per il tuo bene, sei un complottista.
    Ti danno del complottista anche se insinui che i bambini non li porta la cicogna o se ipotizzi un nesso tra le nuvole e la pioggia. È inutile discutere. Puoi portare tutti i dati e gli argomenti che vuoi. Al massimo si stracciano le vesti e ti lanciano anatemi.
    Quindi potete insultarmi, fare insinuazioni sul mio stato mentale, censurarmi o ignorarmi con sdegno. Chi se ne frega? Siete un bel gruppo di amici, non voglio rovinarvi la festa.
    Agli eretici, se ce ne sono, propongo invece un giorno di silenzio per rispettare il grave lutto morale e istituzionale che ha colpito l’Italia, la sua libertà e la sua democrazia. Sperando in una nuova liberazione.

    • Anche Verdelli che oggi lascia la direzione di “Repubblica” citando il 25 aprile conclude la sua lettera di addio con “partigiani si nasce, e non si smette di esserlo”. Ebbene, per dirla alla Totò, io non lo nacqui e l’unico fascismo che mi preoccupa è quello attualmente in carica, non corro dietro di sicuro ai fantasmi di un tempo ormai consegnato alla Storia. Mi disgusta il razzismo culturale che il Pensiero Sinistro ha creato in questi anni, e francamente non vedo cosa ci sia da festeggiare. Siamo solo passati da un dominatore ad un altro, ma sempre in posizione prona ci troviamo.

  • Oggi è indubbiamente un giorno di festa, perché quel giorno cadeva un’allucinazione. La storia richiede a volte chi faccia il lavoro sporco, come scorciatoia, ma non in quegli anni, perché gli scopi erano totalmente in disaccordo con il vettore dell’evoluzione sociale, che va verso modelli cooperativi. Le motivazioni, diremmo in tribunale, erano futili motivi: mire espansionistiche. La condizione di incapacità valutativa popolare una povertà generalizzata.
    Una dittatura poteva, e spero non più, essere giustificata dall’assunzione di pieni poteri per eliminare una fascia sociale marcia, corrotta, una potatura radicale insomma, nell’epoca in cui si poteva ancora pensare che la storia la facessero gli uomini. Resta il guaio che durante e dopo un regime totalitario deve di necessità scorrere del sangue. Aristotele ci diceva che non esistono modelli di governo migliori, ma solo più adatti alle necessità epocali. In Italia ad esempio abbiamo avuto i due più fulgidi e integerrimi esempi di comunismo, a Lipari e a Pozzuoli, nell’ottavo secolo d.C., e il motivo era cooperativo difensivo. Più tardi la storia ha trovato comodo risolvere certi problemi di abuso di casta con le tirannidi. Quindi, siccome la società evolve verso il meglio, ci auguriamo a ragione che non si debba tirare l’elastico fino a cadere negli estremi.

    • “siccome la società evolve verso il meglio”, scusa Adriano ma non ho potuto fare a meno di sorridere. Ma dove la vedi questa linea verticale che sale dagli abissi del tempo e sale, sale, verso un radioso avvenire?

  • L’avvenire non è radioso perché l’uomo non è fatto per godere ma per produrre risultati, ma una sorta di controllo delle pulsioni più nefaste e di integrazione è evidente e certamente, fin quando è imperativo l’animale sociale e non l’individuo, offre delle garanzie. Ciò che un tempo era ammissibile nello specifico contesto è oggi inammissibile nella norma generale. Vigono in altre parole dei “a nessun costo” che non erano ottica comune.
    Un equlibrio fragile che bisogna difendere, perché la mostruosità è dietro l’angolo.
    E la forza maggiore per la transizione da individuo a società è la paura di qualcosa di esterno troppo grande perché il singolo trovi la forza di opporsi. Cose ovviamente che vanno assunte con l’epigentica e il latte materno. Ma una volta che la pulsione integrativa ha agito diviene connaturata.

    • Come non vedere che la storia va per strade tortuose, avanza, ripiega, ritorna su se stessa, è fatta di anse, di riflussi, di alte e basse maree, che non c’è niente in lei che assomigli a una ‘evoluzione’? Passa dalla luce alle tenebre, dalla civiltà alla barbarie, semina bellezze e atrocità nello stesso tempo. Il bene e il male assumono in ogni tempo forme diverse e lottano fra loro. Non c’è nessun progresso, Adriano, rassegnati. Gli uomini di tremila anni fa non erano peggiori di noi e tra mille anni non saranno migliori di noi. Tra l’altro, questo è un tempo in cui il male predomina. Dovresti quindi inclinare al pessimismo. In realtà, finito questo ciclo, anch’io credo si starà meglio, ma non perché vi sia stato un progresso ma al contrario perché saremo arrivati a toccare il fondo e dovremo risalire. Dalle barbarie si tornerà lentamente alla civiltà. Ma noi non ci saremo.

  • Caro Franco, la canzone “Bella Ciao” è diventata internazionale, la cantano milioni e milioni di persone. E’ bella la vita, anche in Italia, nonostante tutto, perchè ci sono fra noi persone che hanno avuto e hanno ancora tanto coraggio e solidarietà. E “Bella Ciao” dilaga nel mondo.

    • Grazie dell'”assist” Marino, per uno che ….la sua cultura affonda le sue radici nelle canzonette, è un “invito a nozze”!
      https://www.youtube.com/watch?v=OyMA84-mowI
      E buona notte!

  • Vedo che oggi, 26 aprile, sventolano ancora nel mio cortile le bandiere del tricolore.
    Provo a dare un significato (posso sbagliarmi, naturalmente): è un gesto simbolico di appartenenza a un Paese che oggi è particolarmente colpito dal coronavirus.
    Un gesto che vuole essere l’auspicio di una nuova liberazione, questa volta da un nemico invisibile.

  • strani 25 aprili: amici avete visto la “dichiarazione dell’elba” trump-putin di qualche giorno fa? messa lì a caso? uhmmm

    • I fatti:
      Mosca, 27 apr 13:00 – (Agenzia Nova) – Il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo statunitense Donald Trump hanno adottato una dichiarazione congiunta per commemorare il 75mo anniversario della riunione delle truppe sovietiche e Usa sul fiume Elba, che segnò un importante passo verso la fine della seconda guerra mondiale in Europa. “Il 25 aprile 2020 segna il 75mo anniversario dello storico incontro tra militari sovietici e statunitensi, che si strinsero la mano sul ponte danneggiato sul fiume Elba. Questo evento ha segnato la decisiva sconfitta del regime nazista”, si legge nella nota congiunta diffusa dal Cremlino. “Lo ‘spirito dell’Elba’ è un esempio di come i nostri paesi possano mettere da parte le differenze, creare fiducia e cooperare per perseguire una causa maggiore. Mentre lavoriamo oggi per affrontare le sfide più importanti del 21mo secolo, rendiamo omaggio al valore e al coraggio di tutti coloro che hanno combattuto insieme per sconfiggere il fascismo. La loro impresa eroica non sarà mai dimenticata”, conclude la dichiarazione. (Seb) © Agenzia Nova – Riproduzione riservata
      The Donald Vs il suo Deep State, apre alla Russia e chiude alla Cina?
      Grandi manovre?
      Grazie Pietro C dell’occhiello ….nn me n’ero accorto!
      A dire il vero, poco male, per via delle “unità di misura”!!! Però….. almeno saperlo, intando che accde, è importante!

Scrivi qui il commento

Commentare è libero (non serve registrarsi)

Iscriviti alla newsletter e rimani aggiornato sui nostri contenuti