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FRANCESCO TORRISI

Lo STALLO degli “Stalloni”!

La scorsa tornata amministrativa si era chiusa sulla vicenda “Stalloni” con una affollata riunione serale, che aveva visto la presenza dei Candidati a “primo cittadino” di Crema, concordi nel affrontare la tematica “riutilizzo/valorizzazione del già Centro Incremento Ippico” partendo da un assunto: il mercato coperto resta dove è !

In breve sintesi qual’era lo “stato dell’arte”:

Gli elementi base da cui partire, dato quindi per scontato l’accordo di tutte le forze politiche cittadine sulla permanenza della ubicazione attuale del mercato coperto di Via verdi, per costruire un nuovo Accordo Di Programma che coinvolgesse la Regione Lombardia “padrone di casa” e il Comune di Crema, poteva ragionevolmente prevedere di ubicare nel comparto in parola :

  • uffici dell’ “exASL” (ora ATS CR/MN, tradotto: Agenzia Tutela Salute Cremona/Mantova) con Parcheggi fuori terra annessi
  • permanenza del CRE (Centro Riabilitazione Equestre)
  • permanenza/riorganizzazione del Museo della Carrozza
  • qualche “esercizio di vicinato” (non meglio identificato)
  • valorizzazione della funzione di “cerniera” che l’area “Stalloni” può rappresentare tra “Crema nuova” e “Crema”.

Ora, a un anno dall’insediamento della nuova Giunta, il 25 Aprile 2018 c’è una presa di posizione pubblica, con una Mozione presentata al Presidente del Consiglio Comunale, nella quale il Consigliere di Forza Italia Simone Beretta, propone al Consiglio di approvare (in corsivo un estratto del testo della mozione):

….nel comparto degli Stalloni un mix funzionale dentro il quale trovano strategicamente spazio:

  1. l’obiettivo di unire urbanisticamente in modo lineare Crema Nuova al centro storico della città
  2. la nuova sede dell’AT S Val Padana del distretto di Crema con parcheggi provvisori interni al comparto stesso
  3. il trasferimento di gran parte del mercato coperto di via Verdi all’interno del comparto che dovrà essere coperto e che una volta realizzato eliminerà i parcheggi di pertinenza interni dell’ASST che gli verranno assegnati altrove.
  4. nuove attività terziarie e direzionali, esercizi di vicinato, artigianato di servizio e pubblici esercizi
  5. la rivisitazione e riqualificazione dell’attuale mercato coperto che deve mantenere ferma la sua destinazione urbanistica e viabilistica a servizio ai suoi negozi di vicinato ed al centro storico con le sue bellezze e le sue attività commerciali di vicinato.
  6. il museo della carrozza
  7. il mantenimento dell’attuale Centro Riabilitativo Equestre….”

Ora, preso atto positivamente dell’entusiasmo con il quale il Consigliere di Forza Italia butta un sasso (e …. si butta lui stesso) su un tema restato purtroppo a languire (almeno rispetto a quanto filtrato ai cittadini) in questo prima anno della nuova Giunta, entrando nel merito dei punti della Mozione, il terzo punto, pur se la forma diciamo ….”scombicchierata” da adito a più di un dubbio interpretativo, by-passa brillantemente la volontà unanime di mantenere il Mercato Coperto “dove è”! E non mi pare una buona partenza quando l’obiettivo dichiarato è “ ….mettere in campo una proposta comune e condivisa”!

Il quinto punto poi, mi risulta veramente incomprensibile, nella forma e nella sostanza.

Il Consigliere di Forza Italia (peraltro uno degli elementi di spicco del Partito del “Cavaliere” in Consiglio Comunale) specifica in premessa che ( e mi ripeto perchè mi pare nodale ) “….non metto in campo la mia aspirazione….. ma aprire la strada per mettere in campo una proposta comune e condivisa….”.

In tutta sincerità mi viene da chiedere: ma davvero pensa che la sua mozione, Consigliere Beretta possa rappresentare il “cuore” di una proposta comune e condivisa?

Io sono per “la fantasia al potere”, ma c’è ….. fantasia e fantasia!

Chissà che con dei “taglia e incolla” ben assestati, in Consiglio, in sede di presentazione e discussione della Mozione, con un “colpo d’ala” di quelli che piacciono a “padron Piero”, si arrivi ad un testo consono a favorire una ripartenza “come si deve”, in argomento.

Delle volte, la politica ….. con un pò di fantasia….

FRANCESCO TORRISI

03 Mag 2018 in La città

9 commenti

Commenti

  • Confesso che mi ha sempre affascinato l’idea di un ritorno della via Verdi a prima del mercato coperto: una roggia e due filari di alberi. Un polmone di verde in centro città e uno spazio di ritrovo e di passeggiate intorno all’acqua che ha caratterizzato per secoli la nostra città (vi è chi ha definito Crema “città d’acqua” o una… piccola Venezia.
    Il ritorno della roggia – lo so – è molto problematico perché nell’immediato secondo dopoguerra l’Amministrazione comunale ha deciso non di tombinare la roggia ma di “interrare”.
    Ma… due filari di alberi con delle panchine li vedo.

    So bene che gli ambulanti non li vogliono, ma non riesco a capire che problemi potrebbero avere se dovessero spostarsi di qualche metro e rimanessero ancora coperti.
    Non spettano all’Amministrazione pubblica le scelte urbanistiche di una collettività?

  • Mi spiace, devo partire, ma appena rientro ci impegnamo e ridiamo voce a chi deve manifestae il proprio sentito, fra ricordi, non proprio degli anziani, perché alcuni 40-50enni nel complesso ci hanno anche abitato, e attese di fruibilità, sempre nell’ottica della fattibilità e della ricerca di intese, che nell’incontro dedicato al tema il Sindaco (come gradisce essere chiamata) ha manifestato. Con chi alza preventivamente la cresta, d’altra parte, non vedo margini di dialogo.

  • Trovo la proposta di Beretta alquanto strampalata. A parte il mantenimento del CRE e del museo della carrozza, sui quali non ci piove,
    – non c’è alcun bisogno di “cerniere” tra Crema Nuova e il centro storico, che stanno bene come sono;
    – i cittadini NON vogliono assolutamente altri parcheggi, certi (ormai lo siamo tutti!), che il futuro delle città non sarà legato alle auto, quindi è inutile cementificare ulteriormente;
    – è ridicolo parlare di “trasferimento di gran parte del mercato coperto di via Verdi all’interno del comparto”, visto che gli ambulanti si sono già chiaramente espressi nel merito, e dunque si tratta perciò di una causa persa;
    – è altrettanto ridicolo parlare di nuove costruzioni per “attività terziarie e direzionali” quando in città ci sono migliaia di mq. vuoti con tanto di cartelli “vendesi” e “affittasi”, per non parlare dell’ipotesi di “nuovi esercizi di vicinato e pubblici esercizi”, assurda, visto che quelli che ci sono stanno chiudendo.

    O, forse, non stiamo parlando di Crema?

    L’area Stalloni deve diventare un parco pubblico, punto.
    Uffici sanitari nei chiostri perché il padrone di casa (Regione Lombardia) li vuole, CRE e museo della carrozza lì dove stanno, eventuali piccoli laboratori artigianali e/o artistici, alberi e panchine per chi di giorno cerca un po’ di natura in città, poi di sera si chiudono i cancelli e fine della storia. E’ anche la soluzione più risparmiosa.

  • Che poi quanti sono gli ambulanti autoctoni rimasti? A me sembra di vedere banchi cinesi, indiani o magrebini, e pochi storici. Sono in contraddizione con le mie idee sempre espresse se dico che non possono loro decidere il futuro urbanistico di Crema?

  • Ivano, gli ambulanti, autoctoni o no, non hanno nulla da perderci spostandoci di qualche metro in un’altra struttura coperta. Gli unici che possono avere interesse a impedire questo trasferimento sono i negozianti (fissi) che oggi godono della “rendita” del mercato coperto.
    Tutto dipenderà dalla riqualificazione che avrà via Verdi: se dovesse diventare il salotto della città, le cose cambierebbero.

    Comunque, sono d’accordo con te: è l’Amministrazione pubblica che sceglie il futuro urbanistico della città, non gli ambulanti o i negozianti.
    Come, del resto, non devono essere i commercianti di piazza Garibaldi a bloccare la riqualificazione della piazza.

  • La soluzione dello “stallo degli stalloni” deve essere politica nel vero significato del termine, non politica come ormai lo intendiamo. Ormai le decisioni politiche, o meglio le decisioni dei politici, non nascono dall’analisi dei problemi e da una seria ricerca delle soluzioni, ma dal colore. Se chi è bianco ha detto nero chi è nero deve dire bianco e si perde il senso della realtà e il lume della ragione. Anche nel caso degli stalloni la storia si ripete. Ciò che ha detto Beretta (non condivido quasi mai le sue analisi) è pienamente condiviso e ritengo che gli ambulanti possano benissimo trovare degna sistemazione all’interno, basta un capannone (mercato di Barcellona, mercati rionali di Milano e Torino, mercato di Budapest). Questo permetterebbe una ambiziosa trasformazione urbanistica che affianca via Verdi al nuovo polo terziario degli stalloni, una promenade attrezzata che alleggerisce il centro e che riesuma la via d’acqua (l’idea viene dall’autorevole voce di Leonardo Benevolo, indiscusso urbanista). Dalla via Mercato gli ambulanti avrebbero una migliore possibilità di accesso e di parcheggio. Parcheggio che andrebbe a integrare i parcheggi intorno alla zona pedonale nelle ore non di mercato e notturne. Ma questa è una delle proposte che possono arrivare da chiunque, all’interno di un tavolo partecipato, compresa l’Amministrazione pubblica, che Cremascolta stessa potrebbe aprire.

  • In effetti, Sergio, è da circa un anno che è in fase di gestazione un concorso di idee, concorso a cui, qualora non fossi un componente della giuria, potresti partecipare con le tue idee (con cui io mi sento in sintonia, anche con l’idea di riesumare la via d’acqua).

  • Temo che il verde perso in città non si recuperi più.

  • Leggo che in questi giorni scorsi c’è stata la visita agli Stalloni del nuovo soprintendente alle Belle Arti, accompagnata da esponenti della Regione e del Comune di Crema.
    Il suo è stato un ok all’impostazione complessiva decisa dalla passata Giunta regionale, senza toccare il mercato coperto che rimarrà dove è attualmente.
    Non è giunto il momento di avviare l’iter per il nostro concorso di idee?

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