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ADRIANO TANGO

La sosta selvaggia

Mi ha fatto focalizzare il tema un’esperienza personale, non del tutto nuova purtroppo: un giorno di intensa pioggia, e con gli stalli andava peggio che mai.  Parcheggio in piazza Marconi, e, tornando con la ricevuta del pagamento sosta,  trovo la macchina dell’immagine sistemata in sosta selvaggia, o despota se preferite, insomma che ne blocca altre due.

Indignato, controllato che è addirittura chiusa, la fotografo, ma visto che la mia non è interessata dal blocco coatto, vado a sbrigare le mie faccende. Male, era altra la condotta civile che avrei dovuto tenere, e ne parliamo fra poco.

 

Tornando, sorpresa: la macchina bloccata questa volta è la mia! Mentre gli automobilisti sequestrati di solito si sfogano con grandi strombazzate di clacson, più fastidiose per la Comunità che utili al reperimento dell’incivile, io cerco di restar calmo e mi metto alla ricerca nei vicini negozi. Ma la proprietaria arriva spontaneamente, trafelata e contrita; una giovane donna sorridente che si scusa educatamente: “Sa, ho il padre malato, ho fatto solo un salto a vedere se gli serviva qualcosa, mi scusi tanto!”

Così disarmante da non consentirmi nemmeno un commento minimo del tipo: “e per questo padre malato c’era bisogno di chiuderla anche la macchina nella sua sosta selvaggia? Ma che aveva paura, che qualcuno la parcheggiasse lecitamente?”

Ma prima fotografo anche la sua auto, attento a non riprendere la targa questa volta, e me ne vado  alla Simply, dove agevolmente trovo posto; ma non tutti, forse, hanno avuto la stessa fortuna, sempre incolpando la pioggia, per carità! perché nello slargo alle spalle le auto sono in triplice fila! Nell’ordine intermedio, ci sono addirittura tre autovetture bloccate!

E dire che basta attraversare la strada e di stalli vuoti ce ne sono a volontà! Ma certo, piove! E mentre osservo la scena un signore, dai tratti visibilmente sud asiatici, sopraggiunge e  guarda esterrefatto la sua auto bloccata dai quattro lati. Troppo arrabbiato, meglio non scattar foto. Infatti si aggrappa al clacson, gli occhi adirati “all’orientale”, ma non succede niente. Chi sa che avrà pensato di noi! E già, prendiamo atto che è proprio così: il malcostume metropolitano, un tratto di inciviltà che non vede prevalenze di latitudine, si è diffuso anche alla nostra progredita e fin’ora irreprensibile Crema. Che fare allora? Provare la via della resilienza, o quella della ribellione?

Un esempio del primo tipo ci viene da una trovata di giovani informatici napoletani, forse perché il problema lo “masticano” da quando automobile fù: hanno messo a punto un’applicazione che “norma” la sosta selvaggia. Disponibile per Android e iOs, “MoVeng” (Non è new-asiatic, ma neapolitan = arrivo subito), che, caricata sul cellulare, permette di rintracciare e avvertire l’oppressore tramite la targa, perché si sbrighi nella rimozione, sempre se partecipa al programma di “moralizzazione” ed è anch’egli iscritto!

Tutto risolto così? No, perché se l’urgenza fosse determinata da un malore di un familiare, farebbe in tempo a morire d’infarto mentre il cafone arriva!

La seconda via non prevede certo il regolamento dei conti con scazzottate western, ma, sempre col nostro sacrosanto cellulare, una chiamata alla polizia  locale, quello che anche io, anche da semplice testimone, avrei dovuto fare. Che almeno capiscano che fare i furbi ha un prezzo salato, meglio togliersi il vizietto! Qualcuno dirà “sì, tanto vengono a babbo morto! A sì? La stampa, e Cremascolta, sono ghiotti di notizie di dissenso e denuncia.

ADRIANO TANGO

06 Nov 2018 in Senza categoria

13 commenti

Commenti

  • ….ma sai Adriano, io credo che la città di Crema sia stata dichiarata ….. “vigiliesente”!
    Ora, fatto salvo il fatto che il livello di cafonaggine dell’automobolistamedio sia in spaventosa ascesa, il fatto che i Vigili non vigilino (!) contribuisce assai al deterioramento della situazione!
    “Ai miei tempi” (ho fatto l’Assessore per una decina d’anni negli anni ’80, del ‘900 neh…) il corpo dei vigili era costituito da meno di dieci elementi, con due moto e una macchina, ma il centro storico era sempre presidiato, i Vigili si vedevano in giro e, se infrangevi il codice (e il buon senso) il più delle volte, bonariamente, ti richiamavano all’ordine con un’ammonizione, che solo se recidiva portava alla sanzione.
    Adesso i vigili sono molti, molti di più, con mezzi, auto, moto e quant’altro, ma …..non si vedono in giro e i risultati sono quelli che tu Adriano hai giustamente lamentato.
    Speriamo che chi di dovere legga e provveda!

    • C’è anche l’incemento numerico delle macchine, e di quegli incivili che non usano la bicicletta. odio… mi prende il senso di colpa! Vero comunque, una volta alla sera avevano male ai piedi dalla strada che facevano. Ma se fossero subissati di chiamate, forse sarebbe possibile snidarli dalle poltroncine girevoli dalle quali fissano monitor convinti di vigilare molto più efficacemente osservando il fluso di traffico dalle telecamere. ma forse è una mutazione genetica: si sta selezionando una specie di vigili climatico sensibili.

  • Quello espresso da Adriano e Francesco mi sembra un approccio al problema molto sensato e condivisibile. Si indica con equilibrio lo stato di fatto e si suggeriscono rimedi ragionevoli e realistici. Insomma, un modo di affrontare la situazione davvero “cremasco”, cioè concreto e propositivo ma anche di notevole tolleranza verso questo fenomeno così spiacevole per i cittadini perbene. Sono certo che i nostri reggitori, sempre così attenti all’ordinato svolgersi del vivere civile locale, non mancheranno di porre fine in tempi brevi a questo stato di cose, adempiendo così al loro compito municipale di tutela della viabilità quotidiana e di gestione delle dinamiche esistenti sul suolo pubblico. Siamo a Crema, per nostra fortuna, non altrove nel mondo o anche in Italia. Per cui, se si vuole, si risolve. Basta volerlo.

    Per parte mia, non posso che lodare gli incaricati della vigilanza urbana per l’efficacia, la velocità e la cortesia con cui periodicamente intervengono davanti al portone di casa mia, provvedendo alla rimozione forzata degli autoveicoli parcheggiati davanti al mio passo carraio, nonostante la segnaletica apposta in base alla normativa comunale. Mi consola il fatto di essere in attesa della possibile autorizzazione all’installazione delle colonnine di dissuasione sosta, che vedo numerose in centro città e che difficilmente potrebbero essere ritenute meno estetiche di altri manufatti che ho intorno a casa. Mi stupisce quanto da voi asserito sull’organico esistente: era convinto che il numero di tali incaricati fosse di molto inferiore a quello di un tempo e che, per di più, numerose ulteriori incombenze a carico di questo servizio ne rendessero ancor più giustificabile l’assenza dal territorio urbano.

    Tra l’altro, se veramente si volesse risolvere il problema, ci sarebbe una soluzione (da verificare giuridicamente in termini di fattibilità) che potrebbe avere tre vantaggi: fornire introiti non trascurabili all’amministrazione, dare un qualche contributo all’occupazione locale e facilitare il rispetto delle regole con notevole soddisfazione degli utenti onesti, che sono in città la stragrande maggioranza.

    • Pietro ci manca un pezzo? Non capisco la soluzione “da verficare giuridicamente”.
      Circa gli organici… forse abbiamo sparato a zeo prer disinformazione.
      Certo che far multe sulle strade circumvallatorie è più allettante che pattugliare l’abitato!
      Lì li trovi sempre, impacabili, forse muniti di binocolo, visto un’unica multa che ho subito negli ultimi 20 anni per infrazione nel parcheggio del Penny market, rilevata dalla Paullese!

    • Caro Adriano, immagino che i vostri dati su un maggior numero di vigili e su un maggior numero di mezzi a disposizione, rispetto al passato, siano quelli giusti. Semplicemente, non vedendo più, come un tempo, in giro per la città, dei vigili a regolare il traffico, a elevare contravvenzioni e a evitare quella che è qui definita come “sosta selvaggia”, avevo pensato che i nostri reggitori municipali avessero tagliato gli organici, che avessero aumentato altre incombenze, magari che oggi i vigili girassero in borghese e che quindi fossi io a non riconoscerli. Insomma, semplici pensieri di un cittadino benpensante e magari pure ingenuo. Tutto qui. In assenza di informazioni, di solito prima di pensar male provo a pensar bene. E confermo che sulle rimozioni forzate la vigilanza urbana è davvero top gun. Ma forse l’avevo già detto in un mio precedente commento, collegato al post Powershot dello scorso 20 dicembre. Che tra l’altro conteneva un 80% di verità cremasca effettiva.

      La “soluzione” accennata, che potrebbe forse incontrare alcuni ostacoli giuridici ma che per me consentirebbe un bel business, anche per le casse comunali (forse non un bel business per le urne elettorali, ma allora scopriremmo finalmente gli altarini in tema di impunità automobilistica), è sotto gli occhi di tutti. Ma ci torno su dopo, intanto mi premeva chiarire che voi probabilmente avete i dati giusti e io i pensieri ingenui.

  • ….senza metterci le “mani sullo …. spinterogeno”, stando a quanto comunicato questa estate dai media locali, l’attuale organico consisterebbe in poco meno di 30 (27?), dei quali 4 Ufficiali.
    La “forza”, sempre secondo quanto comunicato dai media, è stata recentemente integrata (con la conclusione di apposito Concorso) a inizio Agosto, con 5 nuovi Vigili ( 3 maschi e due femmine), assunti a tempo indeterminato.
    Non mi sembrano nemmeno pochini no?

    • Due anni fa, mentre scrivevo un romanzo, poi abortito, in cui una scena si svolgeva nel comando di una polizia locale, sono stato a intervistare la sede di Lodi, con la scusa di un’informazione, ma poi esplicitando il motivo. Bene, c’era un solo gentilissimo membro del corpo, il che vuol dire che gli altri saranno pur stati da altre parti, e non voglio certo pensare al bar! La mia ipotesi è quella di una concorrenzialità interna di mansioni: più allettante il posto di blocco del pattugliamento, ma non credo proprio che allertati non arrivino in urgenza. L’espeienza di Pietro è del resto positiva, e testimoni ne sono anche quanti abbiano parcheggiato negli stalli gialli riservati ai motulesi: la macchina non è prelevata in urgenza, quasi evapora!

  • Ma trenta persone non sono poche! Credevo che avessero ridotto gli organici, non che li avessero aumentati. Allora, sempre a voler pensar bene, vuol dire che gli stanno dando tante di quelle altre cose su cui vigilare in ufficio da non lasciargli più il tempo di vigilare sul territorio.

    Però, se vogliamo guardare un po’ più in là, forse continuare a prendere il problema dal bandolo dei vigili, beh, temo ci faccia perdere il bandolo giusto. Non lo so, è un’impressione, una sensazione, come quando avverti che ti stai per trovare sulla pista sbagliata. Insomma, mi sembra che prendersela con i vigili perché a Crema non intervengono sulla “sosta selvaggia” (per usare l’espressione del Presidente di questo blog), possa essere, ad esempio, come prendersela con i bidelli perché il preside, sempre ad esempio, lascia intendere agli studenti che chiuderà un occhio se prenderanno a botte gli insegnanti. In quel caso, perché gli studenti menerebbero gli insegnanti? Per colpa dei bidelli? Quindi, fuor di similitudine, perché a Crema chiunque può praticare la “sosta selvaggia” così impunemente? E ce la prendiamo coi vigili? Cui prodest? Ai vigili?

    E dire che ci sarebbero da fare soldi a palate. Ci lamentiamo e intanto siamo seduti su una miniera d’oro. La “sosta selvaggia” non è un problema, è una gallina dalle uova d’oro. Anzi, stiamo sui pesci, che rende meglio. Sarebbe una pesca miracolosa, che quella del vangelo impallidirebbe. Se volessimo far bella figura in una business school, col database di immagini che abbiamo, potremmo presentare un business case con una start-up dall’ottimo operating result.

    • ….beh, qualche ovetto, Pietro, nel paniere ci casca comunque: le soste a pagamento negli stalli blu, muniti del mitico “buco magnetico” accessibile tramite smart/app! ( a dire il vero nel progetto 2015, andato a Concorso, mi pare ricordare fossero previsti dei vistosi tabelloni elettronici, che in tempo reale davano le disponibilità di park, tabelloni che io però non avrei mai visto, sbaglio? però nel frattempo erano arrivati gli smartphone, con le app e probably i tabelloni erano superati! Vuoi mettere quidare con una mano sola, mentre l’altra smanetta , anzi spollicia sullo schermo touch per beccare ilo stallo fresco fresco!?!)
      Però l’ambaran non lo controllano cmq i vigili, ma dei vigilantes”terzi” con giubbini fosforo, che sono gestiti dal vincitore del Bando/ Concorso. Quindi non oggetto di possibile ….” ira elettorale”.
      Il tutto, avrebbe dovuto andare a smart/regime in tempi abbastanza brevi, si prevedeva nel 2015, poi…… mah!
      Ora non so bene se la attrezzatura di ….pesca ( e ritorno alla tua metafora conclusiva) sia a puntino e quindi se il “pescato” sia buono (miracoloso sarebbe pretendere l’impossibile, e poi io sono ….laico!) e sulla tavola di chi vada, però ……..”chillo fatto è nniro/nniro” dalla rabbia, perchè gli piazzano dietro quattro ruote (ferme inchiodate) e lui non se la cava!
      Vigileeee…..

    • Non avevo tutte queste informazioni sulla gestione delle soste a pagamento, Francesco. E ti ringrazio per averle fornite. Sono molto interessanti. Certamente si tratta di importi davvero considerevoli. Personalmente, mi limitavo a indicare un’ulteriore, cospicua, possibile fonte economica, che attualmente, per ragioni che non ascriverei solo a problemi di operatività della vigilanza urbana, risulta evidentemente e non casualmente negletta. Si tratta della non rilevazione, non contravvenzione e quindi non attivazione della sanzione pecuniaria nei numerosissimi e continui episodi di infrazione alle norme sulla sosta in ambito comunale, in particolare nell’area del centro storico. Quando nel 2017 un gruppo di poco appariscenti ciclisti muniti di fotocamera (PRI) ha messo insieme migliaia di immagini, verifiche e dati statistici, creando il database di cui parlavo in Powershot, ha anche preparato, solo per gioco e visto che in molti avevano esperienze professionali di un certo tipo, un business case sulla notevole redditività che una start-up di pochi addetti e con un modesto capitale iniziale avrebbe potuto avere proprio facendosi affidare (ripeto, era un gioco) l’appalto degli accertamenti delle irregolarità di sosta nel centro storico. Poi, anche per la privacy, pare si sia cancellato tutto. La simulazione doveva restare un gioco. Un operating result annuale, dopo le imposte, veramente impressionante. Soprattutto dalle 18 di sera e nei fine settimana, sarebbe infatti come andare a pescare nei laghetti di pesca (cosiddetta) sportiva. Di notte, come tu saprai, le strade del centro diventano il regno della sosta irregolare impunita. Certo, qualche ostacolo giuridico sarebbe stato da superare. E qualche aspetto organizzativo, soprattutto per la parte di processo riguardante l’effettiva riscossione (in altri paesi ci sono meno vincoli di diritto amministrativo nei rapporti privati/enti locali) sarebbe stato da vedere bene. Ma nel complesso il business case reggeva bene. Ovviamente, l’attuale impunità della “sosta selvaggia” ha ragioni piuttosto chiare.

  • Per questo reato, la sosta vietata, sono allineato a spada tratta con i cilisti, se l’arrogante concittadino ostruisce addirittura la pista ciclabile, costringendo il ciclista a svirgolate sulla careggiata improvvise e pericolose. Una sorta di osservatorio ciclistico con allerta alla polizia urbana non sarebbe male. Non vi è alcuna violazione della privacy, primo perché l’agente di turno è legato alla’osservanza anche di questa, secondo perché basta non comunicare targhe. Del resto nel mio post le targhe le ho obliterate con tagli o ricoprendole: troppi contravventori nella storia delle multe sono stati graziati per inosservanza della privacy, lo sapevate?

  • Si moltiplicano intanto, anche a Crema, gli episodi che vedono i nostri vigili insultati (se non peggio) dagli automobilisti resi sicuri della propria impunità di parcheggio e di cialtroneria automobilistica dai molti anni di laissez faire e dai molti segnali di connivenza pubblica. Il caso di Borgo San Pietro è solo uno degli ultimi. Tutta la solidarietà possibile a questi pubblici ufficiali lasciati isolati su un terreno sempre più monopolizzato dalla protervia e dalla cafonaggine dei furbacchioni della “sosta selvaggia”. Che, ripeto, non è qualcosa di casuale ma che risponde invece a logiche chiare e precise di carattere generale. Le quali, tra l’altro, potrebbero anche far riflettere in senso favorevole, volendo essere lungimiranti e cercando di guardare in una certa prospettiva di proficua tolleranza. Ma non così, non lasciando le cose andare per conto loro, abdicando ed eludendo, bensì con un certo livello di attenzione e di gestione sul campo.

  • “riflettere in senso favorevole, volendo essere lungimiranti e cercando di guardare in una certa prospettiva di proficua tolleranza”: non colgo. Io, di stirpe militare da un lato e di avvocati dall’altro non vedo che tolleranza zero come unico sbocco. La macchina non trova posto? O ci sta in tasca o la rimetti ov’era. dov’era non c’è più posto? vuol dire che non dovevi avere una macchina, se non sapevi dove metterla, salvo uso del suolo comune. E così si frenerebbe anche il mercato dell’auto, che in questa situazione, altro che economia in crescita,è semplicemente la goccia di troppo che determinerà la morte per tanti nostri nipoti.

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