“Debbo vivere, signore”, dicono molti. Al che io rispondo: “No, non è necessario”.
Pensavo ieri a queste parole di Carlyle. Così mi sono ricordato di un episodio della vita di Eduardo de Filippo. Un attorucolo da strapazzo gli chiede insistentemente una particina. «Diretto’, mi accontento di una particina di contorno… pecché pur’io aggio ‘a campa’!». Eduardo non gli risponde e lui insiste: «Diretto’, m’abbastano tre o quatto battute… pecché pur’io aggio ‘a campa’!». Eduardo sempre zitto. E quello: «Diretto’, me facite dicere sulamente bonasera… pecché pur’io aggio ‘a campa’!». Eduardo lo guarda e gli chiede: «E pecché?».
È chiaro che chi dice “debbo vivere” o “pur’io aggio ‘a campà” intende con ciò non il dovere di vivere ma il diritto di avere qualcosa dalla vita o di scendere a compromessi con la moralità. E perché sono andato con la memoria a Carlyle e a Eduardo? La mente compie strani percorsi associativi. Ho sentito dire che la città ospita una curiosa manifestazione dedicata alla famiglia. Curiosa perché la famiglia che si vuol festeggiare non è quella formata da un papà, una mamma e i loro figli, che ci portiamo in un immaginario collettivo e plurimillenario. Questo archetipo, ormai declassato a stereotipo, ha perso la sua posizione di privilegio ed è costretto a dividere lo spazio che un tempo occupava solitario, nella nostra cultura, con altri tipi di famiglie. Per esempio: due papà, due mamme, figli prodotti col seme di uno sconosciuto, l’ovulo di una donna, l’utero di un’altra, poi forse adottati da altre due donne cui repellono i contatti intimi con uomini. Quindi qualcuno un giorno potrà forse avere quattro mamme! Questa varietà di modelli e di formule non ha teoricamente un limite. Spezzata la rigidità del paradigma originario, ogni variazione sul tema diventa possibile e laddove intervenissero ostacoli biologici o fisiologici a tracciare una linea di confine, la si potrebbe tranquillamente superare con l’intervento di sofisticate ingegnerie mediche.
Leggo anche che, in occasione della sagra, si mostreranno bambini concepiti e cresciuti nei nuovi ambiti familiari e tuttavia sani nel corpo e nella psiche. Così come al mercato si mostrano dei cavoli o delle patate ottenute con metodi di coltivazione non convenzionali e tuttavia saporiti e di bell’aspetto. Questo per smentire chi usi la salute di questi piccoli come pretesto per screditare le nuove unioni e i nuovi sistemi atti a produrli e ad allevarli.
Tutto questo non deve stupirci. Viviamo in un’era che è proiettata, con accelerazione crescente, verso un futuro gravido di promesse e verso nuovi assetti sociali e antropologici. Il progresso, cioè il potente daimon che ci guida o trascina verso orizzonti sempre nuovi, non vuole che ci fermiamo a sottilizzare e a chiederci dove ci condurrà questa corsa forsennata. Dobbiamo aver fede in lui, nella sua opera di demolizione del passato e nel suo potere di liberarci dalle secolari catene della tradizione. Dopo un maltempo durato millenni, vedremo infine spuntare un rasserenante arcobaleno.
Semmai mi chiedo perché sia stata scelta questa piccola città per una manifestazione così significativa. Forse perché qui hanno girato quel banale filmetto sull’amore socratico? Ma tanto era insulso che non mi pare una ragione plausibile. È vero che, recandomi a visitare un suggestivo fontanile poco distante dalla città, ho incrociato sul sentiero coppie di giovani maschi, chiaramente innamorati, che tenendosi per mano vi si recavano anch’essi, come a compiere un devoto pellegrinaggio. La cosa mi ha stupito, finché non mi hanno spiegato che in quel luogo erano state girate alcune scene del suddetto film. Forse così la città è divenuta simbolo di questo dolce stil novo, di quell’amore che trascende i generi e che beneficia delle più moderne teorie sulla sessualità umana? E ciò la predestinava ad ospitare una simile manifestazione? Non sapendo rispondere lascerò la questione aperta.
Ma come sono arrivato a Carlyle? È che ho immaginato queste coppie inusuali (e anche le future combinazioni dell’affettività umana, che noi oggi fatichiamo a prevedere) rivolgersi alla società chiedendo finalmente il riconoscimento dei loro diritti. “Debbo anch’io sposarmi”, “debbo anch’io avere dei figli”, richieste che sarebbero sembrate assurde o forse mostruose solo un secolo fa. E ho visto soloni reazionari rispondere loro: “no, non è necessario” oppure, con la flemma cinica di Eduardo, guardarli negli occhi e dire “e pecché?”.
Commenti
“…..ho visto soloni reazionari rispondere…..”, curiosa espressione!
Ma davvero li hai visti? Li hai guardati anche negli occhi oltre che vederli? O li hai solo ascoltati mentre lo dicevano?
Scusa questa mia curiosità, ma sai io sono solo un ingegneremeccanicoconlemanisporchedigrasso e se non mi aggancio al concreto ….un pò come “santommaso”!
Fuor di celia, Livio, accolta con gran piacere la rivisitazione di quella che era una consuetudine celebrativa domenicale (che mi auguro possa rinnovellarsi!), devo proprio dire che in mezzo a tutta sta ingnoranza (cfr E. Jannacci “Parlare con i limoni”), che mi preoccupano per davvero, profondamente, sono le nuove forme di odio, di aggressività, di violenza, fisica e morale, in drammatico divenire, più che le “nuove forme di amore”!
La “famiglia patriarcale” che nel bene e (parecchio!) nel male a veva retto per millenni (suggerisco: “”Il grande caos degli amori”, quattro conversazioni sugli amori con Romano Madera. https://www.raiplayradio.it/audio/2019/04/UOMINI-E-PROFETI—Il-grande-caos-degli-amori-6eaf96d9-33ac-4f63-9af2-7611c5612694.html ) è stata spazzata via dagli effetti ….. plurimi e aggravati dell’industrializzazione, società dei consumi, parità di genere et cetera, et cetera.
Cosa ci attende? Francamente non me lo so prefigurare.
Dovrei?
“e pecchè”?
A chi ama i complottismi consiglio il seguente video, soprattutto per la seconda parte, dove si allude a persone reali, associazioni, documenti pubblici. Veramente ‘irricevibile’.
https://www.youtube.com/watch?v=v5zzGCQrMWM
Non amo i “complottismi” Livio e, forse per questo (oltre al solito fatto che i “pipponi” da un’ora, venti minuti e 48 secondi, a descrivere “minuto per minuto” il complotto internazionale del GENDER, fortunatamente scoraggiano di per se le persone ….”normali”!) davvero ritengo irricevibile come scritto da te, sia il tuo stesso consiglio , sia soprattutto la melliflua, suadente (con l’abbigliamento con volant da educanda, il trucco dell’occhio ceruleo sapientemente sbiancato alla palpebra inferiore) perorazione dei tempi in cui …. “erano di scena le dame e i cavalieri”, perchè i nostri bambini, malgrado il “gender”, possano tornare ad “assaporare ancora la virilità (sic! putroppo sic!!!, avete presente l’inzoli di casa nostra?) e la femminilità”!
Ipsa dixit!
E stamattina, casualmente in sintonico argomento, a Crema, in Piazza Garibaldi, bandiere tricolori e celtiche al vento, in nero e occhiali neri, una decina di militanti di ” forza nuova”, sull'”attenti” con il classico strisione bianco a scritta cubitale nera: “LA FAMIGLIA TRADIZIONALE UNA MAMMA UN PAPA'”, proprio una roba da …..”bravi ragazzi”!
….roba da fan d’ì quadre….
Mi par di intuire che la tipa non ti è simpatica. Io cerco di essere meno umorale e faccio alcune ipotesi:
1) la tipa si è inventata tutto
2) la tipa ha mescolato tendenziosamente realtà e fantasia
3) la tipa ha citato fonti reali ma in modo capzioso e distorto
4) la tipa ha citato fonti reali e le ha interpretate correttamente
5) quello che la tipa dice non mi piace perché non è quello che già pensavo
6) quello che la tipa dice mi piace perché è quello che già pensavo
Le ipotesi 5 e 6 possono anche prescindere dalle precedenti. Che poi la tipa abbia nostalgia dell’Ariosto non mi pare un’incitazione a delinquere. Certo non più di chi propugna il LGBTQ+ (ma su questa sigla avrei delle considerazioni da fare).
(Comunque, l’intervento è davvero molto lungo. Io, in questi casi, ascolto a velocità doppia).
Ho ascoltato tutto e con grande attenzione l’intervista cui rimanda Livio. E ho capito fino in fondo perché in questi ultimi anni soffro profondamente nel vedere come si stia diffondendo il totalitarismo omosessualista e familicida. Da liberale, da amante della razionalità, da democratico, non posso che essere spaventato e disgustato da questo plagio collettivo in corso, sponsorizzato da enti internazionali che dovrebbero avere come obbiettivo la salute pubblica, e non la riduzione delle nascite e la costruzione di esseri asessuati, isolati, decerebrati, proni al dominio economico e politico del turbo capitalismo. Che ci siano quelli di Forza Nuova a difendere l’idea della famiglia naturale, non mi stupisce, né ne godo. Che i presunti democratici e presunti progressisti stiano dalla parte della cosiddette famiglie arcobaleno, che sono il risultato concreto dello scempio sociale in atto, mi avvilisce, e mi ricorda come, in buona fede, si possano fare battaglie eugenetiche e classiste, profondamente illiberali e di fatto fasciste, nel nome dei diritti e della libertà.
Però Franco, scusa, non è proprio quel che si dice intellettualmente onesto citare Inzoli per screditare la giurista tradizionalista. È chiaro che la signora augura ai bambini di vivere in una famiglia in cui il padre trasmetta alla prole l’archetipo virile e la madre quello femminile. Che questo sia un bene (per me lo è) è discutibile ma la tua allusione alla pedofilia mi sembra molto molto tendenziosa. Capisco il dissentire e capisco (anche se non l’approvo) l’usare tutti i mezzi contro i propri avversari, ma c’è un limite. E prima di rispondermi prova a pensarci spassionatamente e dimmi ‘francamente’ se ho capito male io.
Non entro nel merito del problema “gender” perché un blog non basterebbe a sviscerarlo. Mi limito a osservare un paio di semplicissime cose: 1) quando si organizzano raduni, o convegni, sulla famiglia tradizionale scoppia l’inferno e il Parlamento si sente addirittura chiamato in causa; 2) quando si organizzano raduni, o convegni, sulle famiglie cosiddette arcobaleno nessuno fa una piega (io manco sapevo di quello di Crema, e so di essere in ottima compagnia) e la politica non si sente parte in causa. Quindi la domanda è: da che parte stanno odio, aggressività, violenza?
Comunque siamo messi un gran male se qualcuno si sente in dovere di ribadire: “LA FAMIGLIA E’ UNA MAMMA UN PAPA’”. Avanti di questo passo, in piena epoca di “robot sapiens”, tra un po’ ci toccherà andare in giro con il cartello: “L’ESSERE UMANO E’ QUELLO FATTO DI CARNE E SANGUE”. Mi chiedo come abbiamo potuto ridurci in questo stato.
Personalmente non ho nulla da eccepire sugli amori omosessuali, ognuno è libero di amare chi meglio crede e di provare piacere con chi gli pare. Affari suoi. Ma il passo successivo è un’evidente forzatura ideologica: è chiaro che “la famiglia” è quella formata da un uomo e da una donna che generano naturalmente dei figli. Vogliamo stravolgere le regole del Creato? Per poi, magari, lanciarci in battaglie ecologiste? Se la Natura deve essere rispettata, bisogna rispettarla in tutte le sue forme.
Spero che qualcuno non tiri fuori il mantra “ciò che conta è l’amore”, perché in questo caso dovrebbe anche spiegare per quale motivo un single etero non può adottare figli (è incapace di amare?) mentre una coppia gay può farlo. La risposta è tristemente ovvia: il single ha “zero potere contrattuale” mentre la lobby Lgbt è un’indiscussa potenza mondiale.
Sui temi della famiglia, dell’uso dell’aborto come strumento di controllo delle nascite (in contrasto con la stessa legge 194), sulla fecondazione artificiale eterologa che poi consente figli anche per gay, Guido, come sai, siamo in perfetta sintonia.
Segnalo che a giorni uscirà il libro di Secondo Giacobbi “Omogenitorialità – Ideologia, pratiche, interrogativi” (ed. Mimesis), in cui le problematiche relative a questo tema vengono affrontate con grande acume e competenza alla luce della psicanalisi.
Ho appena sentito una manifestante toscana dire: “Siamo qui per manifestare contro chi vuole dirci quali sono le famiglie giuste e quelle sbagliate”. Detto altrimenti: manifestano contro Madre Natura. In tutta la Toscana le “famiglie arcobaleno” sono 92. Tanto rumore per nulla.
Non credo esistano famiglie giuste o sbagliate. E sarebbe pura retorica dire che la famiglia giusta è quella in cui c’è l’amore, indipendentemente da tutto il resto. Perché questa parola – amore – può significare tutto ciò che si vuole. Credo esista una sola famiglia, quella che un uomo e una donna formano quando insieme procreano dei figli. Che vi sia all’interno di questo paradigma naturale un certo numero di variazioni storico-culturali: monogamia, poligamia, poliandria, patriarcato, matriarcato, divorzio, indissolubilità ecc. e psicologiche: fedeltà, infedeltà, cura, violenza, egoismo, altruismo, felicità, dolore ecc., non ne modifica lo statuto fondamentale, che è la polarità sessuale come fonte di vita. Il problema è che oggi viviamo in un mondo sempre più artificiale, in cui la natura viene progressivamente emarginata a favore della tecnica. Ciò permette anche a coppie omosessuali, quindi sterili, di avere dei figli, manipolando i processi procreativi. Al di là delle situazioni e dei desideri personali, bisogna chiedersi se questo sia etico o se non adombri una futura società in cui molti bambini verranno prodotti in appositi allevamenti, utilizzando banche di semi e di ovuli umani per soddisfare le richieste di mercato. Questa per ora è fantascienza distopica, ma occorre capire quali sono le potenzialità implicite nello stravolgimento dei canali naturali. Bisogna chiedersi se sia naturale o giusto per un bambino crescere senza il padre o senza la madre. E bisogna anche chiedersi se sia etico far nascere un bimbo come si ordina una merce, privandolo a priori della possibilità di riconoscersi in una linea di sangue, in un albero genealogico, in una storia generazionale. Io non dico che la risposta sia chiara e categorica ma che questo è un dilemma drammatico.
Appunto, tanto rumore per nulla. Vuoi vedere che la teoria gender non attacca? Vuoi vedere che la teoria gender non esiste? Vuoi vedere che è solo nata dalla fantasia perversa di qualche paranoico sessuofobico? In verità si potrebbe rispondere che basterebbe anche solo un bambino artificiale per tanto rumore. In questo caso non sarebbe tanto rumore per nulla, ma per qualcosa che comunque non potrebbe mai diventare legge universale. Ho ascoltato per intero i deliri di Elisabetta Frezza dove cita, all’inizio, poi ci si distrae, Russell del 1951 che parla del grande potere dell’istruzione e di egemonie culturali e come possano essere persuasive nell’ evolversi delle culture. Aveva per caso in mente la “notte dei cristalli”? Perchè non credo proprio che la lettura di Piccolo uovo possa cambiare corso alla natura psichica di un bambino. Quindi la follia del sindaco di Venezia che lo ha messo all’indice a me sembra più un disturbo da indagare che non un pericolo reale. Come credo sempre meno in una deriva culturale imputabile solo a questo, quando di immoralità se ne vedono segni ad ogni angolo, ben più minacciosi della sessualità. Spazio dove il genere umano si è sbizzarrito da sempre, come sempre si è prodotto in perverse fantasie e malefatte nella politica o nel sociale. Va bene che in questo post si sta parlando di questo e il largo spettro della morale non si addice. Ma io, se dovessi allargare il discorso mi appiglierei anche ad altri contenuti che farebbero pensare alla deriva di cui parla Livio, deriva che in questo caso a me sembrerebbe il male minore. Male che indubbiamente fa riflettere, e “soffrire” –mio Dio, che sensibilità, ma da qui a classificarlo il peggiore del mondo ce ne corre. E credo che ben pochi lo sosterrebbero. Come credo che per un bambino cresciuto omogenitorialmente qualche dubbio si debba avanzare, ma solo perchè un società come la nostra non è avvezza ad accoglierli. Come non regge l’obiezione che questi bambini avrebbero difficoltà nel costruirsi un’identità. Del resto gli omosessuali di sempre non sono forse cresciuti in famiglie tradizionali? Magari che farebbe ulteriormente riflettere sarebbe l’utero in affitto. Ma siamo ormai così intercambialbili che anche la donazione di organi rappresenterebbe un male. Come si regala un rene non si può prestare un utero? Il problema semmai sarebbe della madre gestante. Verrebbe da chiedersi come si possa per qualche migliaia di euro, o dollari, cedere con superficialità un bambino che si è cresciuto per nove mesi. Certamente per soldi, e la sofferenza sarebbe senz’altro da mettere in conto, anche la donna meno sensibile si porrebbe la questione, ma qui ci si dovrebbe chiedere qual è il peccato più grave: affittare l’utero o mettere in condizione una disperata di cedere a tale mercimonio? Perché qui si confonde ancora la causa con l’effetto. La cattiva morale è spesso la conseguenza di altre cattive morali.
Che la teoria gender non “attacchi” è ciò che tutti noi ci auguriamo, essendo una mostruosità in termini. Mentre che non esista, è fantascienza. Vuol dire ignorare di netto tutta la pianificazione teorica che l’ha preceduta (centinaia di libri) e quella operativa che l’accompagna (altre centinaia di libri). Non siamo dei perfetti idioti, o comunque non del tutto.
Risibile anche l’affermazione “visto che oggi viviamo in un mondo sempre più artificiale, in cui la natura viene progressivamente emarginata …..”. E’ come dire: visto che ho perso un braccio sotto la pressa, mettiamoci anche l’altro, poi me ne faranno due di plastica.
Il danno vero non riguarda il dilemma se sia “naturale o giusto per un bambino crescere senza il padre o senza la madre”, ma la certezza che quel bambino sarà un adulto con seri problemi di cui lui/lei avrebbe volentieri fatto a meno. Più lui, direi, visto che le coppie gay (che sono discriminanti) tendono ad adottare, o commissionare, maschietti anziché femminucce.
Cari Livio e Guido, di cui condivido la preoccupazione per la deriva morale in corso, un’idea io ce l’ho e l’ho già espressa su questo blog.
Premesse:
– nessuna legge in Italia consente la famiglia arcobaleno (neppure la possibilità che il figlio di uno dei due partner gay possa diventare “figlio” della coppia);
– le famiglie arcobaleno che esistono sono dovute a interpretazioni di giudici di leggi esistenti (interpretazioni mirate a tutelare il minore).
Proposta:
perché non inoltrare una petizione (non entro nel merito della modalità) a tutte le forze politiche oppure alla sola Lega che su questi temi dimostra maggiore sensibilità perché il parlamento vari una legge chiara che non consenta a nessun giudice – che ha il ruolo di applicare le leggi esistenti – di forzare le leggi in contrasto con la legge sulle unioni civili (un figlio di uno dei partner della coppia può benissimo convivere con il genitore, ma questo non deve implicare che giuridicamente sia adottabile dalla coppia).
A proposito poi della 194, io proporrei di inoltrare una analoga petizione perché si controlli che la legge venga applicata così com’è, perché cioè si diano agli enti previsti dalla legge stessa tutti gli strumenti per aiutare le donne (e la coppia in questione) a superare gli ostacoli che le conducono a desiderare l’interruzione della gravidanza.
Ricordo che la legge 194 (la si legga bene) è… contro l’aborto in quanto ha come obiettivo primario proprio la prevenzione dell’aborto.
Piero, più che l’aspetto legale a me spaventa la trasformazione culturale, l’orientamento delle coscienze. Quando l’opinione pubblica sarà in maggioranza nel ritenere legittime le famiglie arcobaleno, con tutto ciò che ne consegue, si creeranno leggi ad hoc per rimuovere gli ostacoli ancora esistenti.
Temo che le “petizioni” da giornalino di Giamburrasca lascino il tempo che trovano. Ricordo che giace miseramente dimenticato sui tavoli di Montecitorio un referendum regolarmente indetto e votato da milioni di italiani sull’autonomia differenziata (per dare più competenze alle Regioni, riformare gli ordinamenti locali e sbloccare il “nodo” Province) che non va avanti a causa del veto del M5s. Se ne fregano del risultato di un referendum (non è la prima volta!) e dovrebbe importargli di una manciata di firme?
“…L’importante sono le domande, mica le risposte…” Tratto da:
“E pecchè ? e pecchè ? E pecché ‘ Pulcinella in purgatorio”
Spettacolo teatrale;
Forse nel quotidiano “…L’importante sono le domande, mica le risposte…”, perché poi l’interrogato ci pensa su. Mentre in politica contano solo le risposte. Li paghiamo proprio per questo motivo.
Quindi, per il signor Macalli, la dottoressa Frezza si è inventata tutto. Infatti Macalli parla di ‘deliri’, di una forma patologica. Questo è certo la via più rapida e comoda per evitare l’analisi dei dati proposti. Semplicemente, “la teoria gender è nata dalla fantasia perversa di qualche paranoico sessuofobico”.
Dovrebbe forse precisare cosa intende per “teoria gender”.
Io la sintetizzo così: è l’idea che l’identità sessuale di un individuo sia indipendente dal dato biologico e si formi solo per via di pressioni sociali e culturali le quali dovrebbero essere sostituite con la libera autodeterminazione dell’individuo, cioè la libertà di scegliersi l’identità sessuale che preferisce, maschile, femminile o altro (anche usufruendo delle opzioni offerte dalla nuova tecnologia medica).
Da questo consegue che i bambini non debbano subire condizionamenti che li orientino verso una identità di genere stabilita per loro da altri – o dalla natura – ma siano lasciati liberi di decidere a quale genere sessuale appartenere (ma a me pare ovvio che questo implichi un indottrinamento del bambino e condizionamenti ancor più violenti).
Da questo consegue anche che la stessa struttura della famiglia non debba venir subordinata a generi sessuali predefiniti dalla società e a una loro coatta interazione ma debba riflettere la varietà delle opzioni che gli individui liberamente scelgono nelle loro relazioni personali e sessuali.
Che poi questa nuova ideologia sessuale rifletta una strategia preordinata e funzionale agli interessi di qualcuno o sia espressione di una salutare evoluzione dei costumi o rifletta solo il caos di una società in disgregazione, sono interpretazioni diverse che ognuno può dare secondo le proprie personali convinzioni.
Ma affermare che “la teoria gender è nata dalla fantasia perversa di qualche paranoico sessuofobico” a me sembra paranoico.
Leggo (Wikipedia) che “negli ambienti accademici, il riferimento ad una “ideologia gender”, è generalmente considerato un tipico argomento fantoccio, da leggere nel contesto di una teoria del complotto”.
Ora, da un lato io penso che se potessimo liberarci di questo belante gregge accademico che riempie di parassiti e di escrementi intellettuali la nostra cultura sarebbe un grande progresso per l’umanità. Dall’altro mi pare che l’accusa di ‘complottismo’ sia ormai da considerare alla stregua di uno stupido espediente retorico per zittire i dissidenti.
Da parte mia, se un politico, un magistrato o un giornalista, venissero ammazzati, mi verrebbe spontaneo pensare che il fatto non sia casuale ma l’esito di un complotto e che tale complotto vada a beneficio di qualcuno. Così, se qualcuno attenta a una struttura sociale e culturale consolidata e mira a sovvertirla, io sospetto che vi sia dietro un progetto e mi chiedo a chi giovi.
Chiedo venia per la lunghezza.
E io ti ringrazio per l’attenzione, ma credo di aver già espresso il mio pensiero un minuto fa in risposta a Rita. Quindi non mi ripeto. Buona giornata. Mi si sta bruciando il ragù di carne. E ti ringrazio anche per esserti distolto dalla tua letteraria e irreale solitudine.
Pensiero? Dove? Comunque, signor Macalli, non capisco perché Vi ostiniate a darmi del tu. La confidenza è qualcosa che si può concedere ma prendersela è da zotici.
Hops…
“…La cosa importante sono le domande,mica le risposte…”.
Li paghiamo proprio per questo: perchè diano delle risposte, ma non solo a te. Perchè i pochi studi esistenti, senza grandi numeri statistici, in materia di educazione, sviluppo, identità di questi bambini sono lapalissianamente di parte e non hanno niente di scientifico. Sono solo viziati dal proprio modo di pensare. Ancora una volta dai dimostrazione di non capire come l’informazione sia costruita e veicolata ad arte e capace di acchiappare i creduloni dei complotti. i libri descrivono semplicemente una realtà esistente e difficilmente è credibile che i vari autori si siano messi a tavolino per teorizzare volutamente chissà che. Questa stupida credenza complottista tienitela per te. O lo dice anche Ereticamente dal carattere gotico? Una grafica, un pensiero.
“non capire come l’informazione sia costruita e veicolata ad arte e capace di acchiappare i creduloni dei complotti”. Ma forse, signor Macalli, siete Voi il credulone. Vi ha mai sfiorato il dubbio?
Scusa Rita ma “visto che oggi viviamo in un mondo sempre più artificiale, in cui la natura viene progressivamente emarginata ” non è per me un’affermazione risibile. Non l’ho detto infatti per giustificare il fatto che si proceda nella direzione di un progressivo snaturamento ma proprio il contrario. Occorre per me ritrovare il senso della nostra dipendenza da un complesso di leggi naturali e inviolabili.
Hai ragione Livio, sono uno zotico. E vedo che Tu sei passato al VOI. Qualche nostalgia?
Sì, delle buone maniere.
Livio, ti devo una spiegazione, proprio per via delle “buone maniere”: è inspigabilmente scomparsa una mia risposta alla tua nella quale facevi 6 ipotesi circa le ragioni per le quali “la tipa” non mi stava simpatica (nn che ciò sia granchè importante, ma l’assenza di risposta alla sollecitazione poteva essere mal interpretata).
Ti rispondevo ( circa all’una di notte, rientrando dopo un sublime concerto Jazz) che l’ipotesi giusta era la prima assieme alla seconda.
Si, la “teoria del gender” è una fake, non esiste.
E’ fatta esistere da azioni convergenti di personaggi come la “inappuntabile” di cui sopra, dall’eloquio fluente e dal sorriso dolcemente perfido, quelle si ben “orchestrate” a screditare i risultati di seri, accademici Studi di genere (Gender studies), contro i tentativi di pluralismo e inclusione sociale conseguenti.
Ti dicevo anche che sono curioso di poter leggere il nuovo libro di Secondo, mi pare assai connesso al tema.
Morale: di notte, si deve dormire, se no poi accade che si pigia il tasto sbagliato, come probabilmente è successo a me!
Quanto all'”inzolata”, si, nn sono stato molto “fine”, ma col pò pò di vergognosi disastri combinati dagli apparti dell chiesa cattolica quanto a pedofilia diffusa, reiterata, a tutti i livelli, sentire da quel “pulpito” una lezioncina che sceglie (perfidamente?) il termine “assaporare la virilità”…..come resistere?!?
Franco, non voglio deluderti, ma a me sembra che anche papa Francesco abbia riconosciuto e denunciato come pericolosa per l’umanità l’esistenza di una ideologia gender. Lo dico perché so che ti è tanto simpatico (a me no). Complottista paranoico anche lui, quindi?
Sono d’accordo con te, Livio: prima è necessario cambiare la mentalità, la cultura della gente, ma… come?
Un disegno di legge ad hoc potrebbe accendere un dibattito culturale nel paese utile a tutti, ma temo, in questo clima di rissa continua, che si possa arrivare a tanto (ormai vi sono solo il Bianco e il Nero e non si vede altro!).
Ma… allora? Una nuova… educazione civica? A chi (mi riferisco al programma) affidarla?
Io (lo ripeto) sono molto pragmatico: mi piacerebbe che ogni post si concludesse almeno con una “proposta”, altrimenti continuiamo a girare a vuoto.
Una nuova educazione civica, a chi affidarla? Proposta: semplicissimo, a qualche insegnante fascistello e sedicente cattolico. Va bene Piero? O all’illustrissimo esimio signor Cade’. O a Rita, o a Guido. Visto che scelta?
In un colpo solo hai insultato Piero, Cade’, Rita, Guido.
Ce ne fossero uomini (?) come te …….
Grazie Franco per la spiegazione. Mi resta comunque un dubbio. Quando dici che la teoria gender non esiste io temo vi sia un’ambiguità. Sostenere che oggi non vi sono scuole di pensiero e iniziative sociali che vogliono dissolvere la tradizionale identità di genere, basata sul fatto fisio-biologico prima ancora che su pressioni ambientali, per mettere al suo posto un’identità sessuale liberamente elaborata dall’individuo, mi sembra paradossale. Come dire che ieri mattina a Crema non pioveva.
Se invece per ‘teoria gender’ si intende un progetto elaborato di comune accordo fra soggetti economici o politici per modificare le tradizionali relazioni personali e familiari, allora si entra nel campo delle congetture che vanno provate.
Ma anche in quest’ultimo caso mi pare una scappatoia comoda accusare sbrigativamente di ‘complottismo’ tutti coloro che cercano una spiegazione non allineata. Per me la teoria del complotto non è che un’estensione specifica del più generale concetto di causalità. Ora, se questo concetto resta valido per la vita di tutti i giorni, non vedo perchè non dovremmo supporre delle cause anche a fenomeni sociali tanto evidenti.
Forse la gente è libera di scegliere il proprio sesso ma non di scegliere le proprie idee?
Ho riletto l’inizio di questa …”reazione a catena” e non ho proprio capito il “salto logico” col quale mi hai risposto “A chi ama i complottismi consiglio il seguente video….”.
E checciazzeccavano i “complottismi” con quello che stavamo dicendo?
Avevo concluso, riallacciandomi al tuo incipit, con un “…Cosa ci attende? Francamente non me lo so prefigurare.
Dovrei?
“e pecchè”?
Non capisco: sei persona dal cervello fino, dalla logica stringente, non sei di quelli che di botto …”parlano d’altro”!
Ma forse non è importante …..
Rispondo a Franco sul “salto logico”. Hai ragione. Ho messo per sbaglio il link al video ‘complottista’ come risposta al tuo commento (ma non c’entrava niente). Non capita solo a te di premere il tasto sbagliato. In realtà non avevo ben capito la tua curiosità sui “soloni reazionari” (se vuoi ne riparliamo). Poi c’è stata la reazione a catena. Ma mi pare non abbia prodotto grandi argomentazioni, purtroppo.
Una cosa, almeno, l’ho capita: quelli della “teoria gender non esiste” sono come i terrapiattisti, o come quelli che “tanto sulla Luna non ci siamo mai stati”: negano tutto, sono sostanzialmente dei negazionisti. “Chi parla di teoria del gender in relazione al progetto educativo sulla scuola del governo Renzi compie una truffa culturale, ci tuteleremo con gli strumenti adeguati», andava dicendo la ministra (della pubblica istruzione) Giannini, minacciando querele a destra e manca.
Probabilmente sono complottisti anche i Lgbt che negli States (dove basta che consumi, tutto il resto è superfluo) reclamano gabinetti “all gender”, che abbiano cioè oltre al simbolo della donnina, dell’omino e del disabile anche quello del “terzo sesso”.
Se il gender non c’è, perché fargli un cesso a parte?
Rita, il Gender esiste, la teoria no. Non fare confusione.
Ma, come, no …. già il fatto che tu scriva gender con la “G” maiuscola la dice lunga.
Grazie del…..pensiero Rita!
Massì, le cose si devono dire chiare, così anche i tonti capiscono o, se non capiscono,
si adeguano!
Il finale sul “cesso” poi, è stato come la ciliegina sulla torta (ops!)!
Noblesse obige, von Kupfer !
Il cesso è l’unica cosa sincera e, infatti, le icone dovrebbero esserci tutte: donnina, omino, disabile, gender. Se solo una di queste categorie non esistesse, come qualcuno sostiene, non ci sarebbe ragione di rappresentarla. La richiesta non viene dalla contessa von Kupfer, che poverina non sa neppure cosa siano tutte queste stranezze, ma da Lgbt.
Rita, non hai titolo per insegnarmi la buona educazione. Tu in questi anni non hai avuto pudore ad insultare intere categorie e idee. Stai zitta.
Veramente parlavo di “maiuscole freudiane”, non di educazione.
Per il signor Cadè delle ore 11:56. Spiegazione non allineata? Guardi signor Cadè che l’allineato è Lei. Non sono forse le èlite progressiste che pubblicizzano il Gender? Sono pochi gatti, non si preoccupi, la maggioranza la pensa come Lei. Vada ad un qualsiasi comizio leghista, magari affiancato da Casa Pound per rendersi conto del pensiero dominante. Non sono forse la maggioranza del paese? P.s: sono stato abbastanza educato? Ha notato che ho ripreso il Lei?
La ringrazio. Nel merito, spero che Lei abbia ragione ma temo che la realtà sia diversa. Mi pare sia in atto un tentativo di cambiare il senso comune e di ridefinire i rapporti umani secondo le leggi di una totale immanenza. Quindi, occorre abolire la religione, la tradizione, e tutto quanto inserisca l’uomo nel quadro di una trascendenza che non sia semplicemente quella del desiderio o del profitto economico. Il passepartout o parola d’ordine di questa operazione è ‘libertà’. In realtà si fissano relazioni di dominante-dominato in forma sempre più stringente da parte di una élite ai danni della popolazione. E quella sedicente élite progressista – intellettuale, politica, giornalistica – cui Lei allude, temo sia solo una maestranza di camerieri e sguatteri al servizio di una vecchia idea reazionaria, cioè quella secondo cui conviene sempre stare dalla parte del più forte.
Per inciso, mi dicono che ieri un gruppo anti-abortista che manifestava nei pressi dell’ospedale è stato invitato ad andarsene. Se qualcuno facesse la stessa cosa con un gruppo di LGBT verrebbe definito come minimo ‘fascista’ e rischierebbe il linciaggio.
Ovviamente, in questo contesto, anche l’espressione biologica di un corpo è vista come una trascendenza da negare. Alla fine, deve restare un’unica trascendenza, un unico ‘Dio’, e non sarà certo un Dio di misericordia.
A questo punto l’illustrissimo esimio signor Cadè, pur di dimostrare di avere ragione, si arrampica sugli specchi, fino a confondere maggioranza e minoranze, dominato e dominante. Ma quando non si ha più niente da dire forse è meglio stare zitti.
P.s.: ha fatto bene signor Cadè, con un semplice pronome, a ribadire la distanza.
“Ma quando non si ha più niente da dire forse è meglio stare zitti”.
Signor Macalli, Lei predica bene ma razzola male.
Sono stufo di ripetermi: ma lo volete capire che sta succedendo esattamente quello che abbiamo constatato negli esperimenti etologici controllati? Che l’uomo può chiamar le cose etica, legge, ma l’unica legge che conta è quella della natura che difende la sua omeostasi? Agite sulla causa, l’iperdensità demografica, e tutto tornerà normale, o meglio, mica normale come nei nostri passati secoli repressivi, normale come nella sana società ateniese, che tuttavia già soffriva di sovraffollamento e degrado ambientale, Diciamo che puntiamo a quei buoni principi ma con l’esperienza in più di oltre due millenni.
Adriano, io lo capirei volentieri se fosse logico. Ma mi spieghi perchè queste misure ‘omeostatiche’ – penso alla cultura dell’aborto o del LGBT – si diffondono in un luogo come l’Europa in cui vi è già, per tante altre ragioni, un forte calo demografico? E perché attecchiscono meno in altri luoghi in cui vi è al contrario un incremento demografico?
E agire sulla causa cosa vuol dire? Procedere a uno sterminio di massa?
Ma signor Cade, cosa scrive? Non poteva darmi risposta più scontata.
Quando leggo i Suoi commenti, signor Macalli, mi sento un po’ Diogene che con la lanterna cerca l’uomo. Io cerco un’idea ma non trovo nulla.
Questo è Marcello Veneziani in “Nostalgia degli dei”, un libro che consiglio :
“Stiamo vivendo, nell’incoscienza del pensiero, una rivoluzione radicale che sta cambiando il senso e il destino dell’umanità. E’ la rivoluzione che marcia verso la neutralizzazione delle identità e delle differenze originarie, la rimozione della natura. La vanificazione degli assetti, i ruoli e i rapporti su cui si è fondata finora l’umanità: la famiglia, i sessi, la procreazione. Siamo procedendo verso una società unisex, ove l’unificazione dei sessi prelude a un’assoluta transitorietà dei medesimi. Ci fissiamo sui superficiali conflitti tra omofobia e omofilia, ma il processo in corso è ben più grande e si racchiude nella parola chiave transgender. Alla radice c’è quello che potremmo chiamare l’horror fati, ossia il rifiuto della realtà, l’orrore e il rigetto di ciò che siamo in natura”.
Penso che il discorso, alla fine, giri in questi paraggi: chi rifiuta il proprio corpo in realtà rifiuta la Natura, le si rivolta contro pensando di avere la forza di modificarla.
È, secondo me, il rifiuto della trascendenza in quanto dimensione non manipolabile. C’è una separazione e un conflitto tra noi e il mistero che ci crea. La vita non è più vista come madre ma solo come un divenire guidato dalla nostra volontà. Da creati diventiamo creanti. Per attuare questo passaggio abbiamo dovuto accumulare potere. Non è però un potere interiore e personale ma un potere ottenuto con l’uso della tecnica e della sua capacità di trasformare il mondo. Dopo averlo applicato all’ambiente esterno oggi l’uomo vuol applicare questo potere su sé stesso cercando di colpire la vita e il destino alla radice, nel mistero di una determinazione biologica. In altre parole, si vuol privare la natura, o Dio, di ogni potere di prender decisioni e trasferire all’uomo questo privilegio. Ovviamente è un’illusione, ma non c’è niente che possa trascinare l’uomo con tanta forza come un’illusione.
Rispondo a Livio (il sistema non consente replica alla replica):
anche se l’Europa è in denatalità vige una condizione di sovraffollamento che potrà essere smaltita dolcemente con anni di sovraffollamento (vedi Silvestro, che ha cambiato ancora pseudonimo da quando è stato chiamato nazista). Da popolazione “evoluta” abbiamo una maggior repulsione istintiva all’invasione eccessiva della nostra “bolla vitale” e tendiamo inoltre, viziati come siamo dallo pseudo-benessere, a vedere i nostri simili come competitori. Ecco che cala la fertilità sia maschile che femminile e aumenta l’omosessualità, come accadde alle gru in gabbia, come accadde ad Atene, che olte che sovraffollata e quindi malsana era anche a corto di risorse per la deforestazione selvaggia. Ma allora c’era dove emigrare! (vedi argonauti e miti consimili).
Il fenomeno si sta già stabilizzando a livelli simil-europei nella fascia del medio oriente. Più a sud c’è una differenza fondamentale: tanto spazio fisico, sufficiente a non affollarsi, anche se non redditizio, e la produttività dei nuovi nati nella pastorizia. Ovviamente anche una deriva più lunga per l’opposizione cultural-religiosa al cambiamento ha il suo valore. proprio quello che non voglio: il costume deve essere dinamico, senza un meglio o un peggio, ma semplicemente un più adatto o meno al momento.
Quindi l’omosessualità in crescita sarebbe una “valvola di salvaguardia”?
Non l’avevo mai vista sotto questo aspetto, interessante. Speriamo funzioni anche in Africa.
È bello sapere che madre natura vigila su di noi. Questo sembra smentire chi pensa che la natura proceda casualmente e non abbia finalità precise. Dunque, dovremmo registrare un sorprendente aumento dei LGBT in India o in Cina. Ma lì forse ci sono già delle leggi anti-natalità e quindi la Natura, che si tiene informata sulle politiche demografiche, non ritiene necessario intervenire. Comunque, il suo piano strategico mi lascia perplesso. Bisogna ridurre la densità demografica quindi aumentiamo l’omosessualità. Non si faceva prima con qualche epidemia devastante? Anche perché gli omosessuali – pure loro! – non sono più quelli di una volta. Vogliono sposarsi, metter su famiglia, avere dei figli. Quindi, cara mamma, hai sbagliato i conti. Però l’intenzione era lodevole. Anche secondo me siamo in troppi. 300-500 milioni di persone al mondo sarebbero già tante. Se fossi coerente dovrei suicidarmi. Ma io amo contraddirmi, sono un mare di contraddizioni.
Riguardo al LGBT come movimento omeostatico della natura mi sorgono altre perplessità. In condizioni di sovraffollamento la natura non dovrebbe incentivare anche le vocazioni monastiche o la castità? Invece mi pare succeda il contrario.
Inoltre, perché la natura ha falcidiato le comunità gay della California e di altri luoghi con la piaga dell’AIDS quando loro, di fatto, collaboravano col suo piano di denatalità?
Forse la natura ha poteri limitati o forse ha le idee un po’ confuse.
In ogni caso, resto dell’idea che guerre, epidemie, carestie, catastrofi naturali, sarebbero una terapia assai più efficace per il sovraffollamento che non la teoria gender.
In natura esistono tutti i modelli familiari, dalla poligamia maschile, la più diffusa, a quella femminile (gepeto, un nido e due padri), alla trasversale omosessualità, presente manifestamente in tutte le specie, ma, attenzione, come meccanismo di riserva e di coesione sociale. Anche l’uomo ha sperimentato tutte le soluzioni: pensiamo solo alla poligamia islamica, ala pratica omosessuale inclusa nel piano di studi addiritttura ad Atene, alla poligamia femminile di Sparta (anche 5 mariti, se fratelli). Se l’uomo si sta allontanando percentualmente in misura significativa dal proprio modello biologico abituale ricordiamoci sempre il perché: la pressione ambientale che abbiamo creato è tale da farci orientare così. E quel che a noi può sembrare sbagliato, innanzitutto è una variabile sempre esistita, in proporzioni minori, ma vediamo in quali condizioni ciò avviene nelle altre specie. Inutile dire cosa è meglio o peggio. Cosa abbiamo sbagliato? Basta ripetermi, rispondetemi voi. Intanto esercitiamo la nostra capacità di rispetto. Pensiamo al rispetto che si riservava al cantore-cronista omosessuale nelle rudi popolazioni centro americane. Nessuno si chiedeva se fosse giusto, c’era e basta. ma perché solo uno per tribù e noi così tanti? Perché Atene e non Sparta? Non c’è etica, se non al servizio dell’omeostasi, e quindi Atene e Sparta rispiondevano a due problemi differenti in mosdo diffeente, tutto qui. Guardate che mi servo di dati di Valerio Massimo Manfredi, mica sto inventando!
Ah, Livio, circa le vocazioni monastiche, sono anche quelle contro natura? No, esistono nelle società animali, fra i lupi ad esempio, dove lo spazio territoriale di caccia disponibile permette a una sola coppia dominante la riproduzione. Ma è stato dimostrato che i vari “zii e zie” non riproduttivi, non sono per niente asessuati, semplicemente trovano la loro collocazione inividuale secondo un modelo naturale di inibizione dell’istinto, pronto a risvegliarsi al mutare della situazione (nel caso della sperimentazione artificiale). Ciò è quanto ci manca: siamo come le cellule tumorali! abbiamo perso qualcosa lungo la strada evolutiva!
Beh, se lo dice Valerio Massimo Manfredi…
E secondo me i monaci non sanno di essere come gli zii lupi…