Le ultime indagini statistiche (OCSE) sui laureati italiani mettono ancora in evidenza la notevole differenza nell’accesso di percorsi di studio in ambito scientifico e tecnologico (in particolare in relazione alle cosiddette discipline STEM: Science, Technology, Engineering, Mathematics) e la scarsitĂ delle donne nella ricerca scientifica. Questa differenza può essere ricondotta al fatto che le scelte formative siano ancora influenzate da stereotipi di genere (la stessa educazione, formale e informale, che è alla base della costruzione dell’identitĂ di bambini e bambine).
Per approfondire il tema gender&science, l’Associazione IpĂ zia in collaborazione con l’Assessorato Pari OpportunitĂ del Comune di Crema, l’Istituto IIS Racchetti da Vinci organizza per
venerdì 24 maggio 2019 alle ore 21, presso la sala Alessandrini
in via Matilde di Canossa 20 a Crema, la conferenza
 La POSTA IN GIOCOÂ
Relatrice la prof.ssa Patrizia Colella, Dirigente Scolastico dell’ITES Olivetti di Lecce, rappresentante dell’Associazione Donne e Scienza.
L’invito a partecipare è aperto a tutti. (Ai docenti presenti verrà rilasciato attestato di partecipazione per aggiornamento).
Camilla Cervi, presidente associazione Ipà zia.
Commenti
Alla faccia di chi sostiene l’identitĂ di genere come un fatto solo naturale. E guai a parlare di stereotipi.
Pietro, si potrebbe ripartire da questo post, non frequentato se non da me con risposta o commento del signor Cadè che però rindirizza vanitosamente, appunto, al suo PerchĂ© l’amore vinca, magari parafrasando il titolo con una semplice sostituzione di congiunzione: Purchè l’amore vinca, “Ipazia” permettendo, di procedere con un’estensione forse pindarica. Sempre che non venga impedito idealmente da Guido Antonioli. Con una precisazione. Io non so, ma penso di sì, la relatrice della conferenza senz’altro avrĂ modo di nominare magari Margherita Hack o Rita Levi Montalcini, che non so se rivoluzionarie come Ipazia almeno di questi tempi non sono finite scuoiate vive. Che significa che alcuni stereotipi forse sono stati superati se non da integralisti capaci di giudizi violentissimi sperando non seguiti da azioni. Pur capendo Pietro, alcuni tuoi prudenti giudizi o ipotesi. PerchĂ© alla fine ne ho anch’io.
P.s.: questa dislocazione non è un dispetto al signor Cadè.
L’altra metĂ del cielo ha dimostrato che cosa sa fare in ogni ambito, anche in ambito scientifico: che si diano alle ricercatrici, quindi, tutte le opportunitĂ dei maschi (il che non è scontato).
Vedo la novitĂ della sede: un’occasione per vedere la Sala Alessandrini rinnovata.
Mi augurerei anche che i maschietti scienficizzati imparino a usare tutti e due gli emisferi cerebrali come le donne (razionalitĂ e visione diretta della soluzione). Fu la forza del pensiero di Einstein, peraltro perfettamente uomo e con vita erotica etero, per la quale trovava tempo, nonostante dimenticasse anche di mangiare per giorni, perso dietro alle rivelazioni del proprio intuito. L’anatomia e l’istologia del suo cervello hanno poi dimostrato infatti una corteccia nella norma, niente supercellule o superspessore, ma una piĂą ricca connessione della media di fibre a ponte fra i due emisferi. In definitiva pensare al femminile, o per una donna al maschile, non coinvolge la tendenza di genere, ma in attesa l’integrazione è quanto di meglio possa avvenire.
Provate, signori colleghi, a fare un trasloco di mobili insieme alla vostra metĂ , e scoprirete cosa voglio dire (le porte sembrano ampliarsi per lasciar passare quanto voi, con metro e calcoli, avevate dimostrato impossibile, e tuttavia la vostra razionalitĂ potrĂ dimostrarsi piĂą sicura nella media delle situazioni)
Ci risiamo con le linee guida dettate dal parigino Ocse, paladino delle politiche neoliberiste professate dalle maggiori istituzioni internazionali. Abbiamo capito che la ricerca scientifica, in termini di pecunia, è quella che in assoluto “rende di piĂą” e dunque chi di dovere tende a rimpinguare continuamente le fila del suo esercito, ma adesso stanno esagerando. Dire che “le scelte formative sono influenzate da stereotipi di genere” è un’enormitĂ . Forse non ho ben capito le poche righe introduttive (lo spero, in realtĂ ), ma che male c’è se le donne sono attratte da discipline diverse da quelle scientifiche? E quindi? Avanti il bravo gender che s’incanala mansueto in “science, technology, engineering, mathematics” (chissĂ perchĂ© non si può dirlo in italiano) per far guadagnare ancora di piĂą i Warburg, i Rockefeller e combriccola? Bene.
Rita se vuoi capire le branche scientifiche devi capire Spinoza, e mi spiace che tu fossi a goderti il sole della riviera, ma il sole è stato proprio l’esempio che ha fatto Natoli: io provo piacere dai raggi solari, ma conosco il sole? Se conoscerò chi irradia e chi è irradiato forse sarò piĂą attrezzato per la felicitĂ . Penso che abbia tratto una metafora originale di Baruch.
Per il genere vale quanto detto sull’avviso di Ipazia: due generi due possibilitĂ di accesso alla veritĂ , e che oogni genre si attrezzi a emulare gli scehmi mentali dell’altro, e ricordiamo che l’unico motivo plausibile per la presenza in vita dell’uomo su questo (e altri?) pianeta è l’accumulo di conoscenza.
Inguaribile ottimista! Peccato che tra 2-3 secoli noi due non ci saremo, sennò potevamo farci due risate davanti a una birretta nel sentire l’umanitĂ ancora intenta a chiedersi: “chi irradia il sole”? Mi dispiace, ma le religioni e le ideologie non mi hanno mai davvero “parlato”. Lo scientismo contemporaneo non fa eccezione.
O cavolo sono giĂ qui, credevo di essere in Crema/Spinoza!