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GIORGIO CINCIRIPINI

Fumo, campi elettromagnetici, sigarette, smartphone – 5G

Quale relazione tra questi ‘oggetti’ ?

 

Ho colto uno dei tanti messaggi di ‘pubblicità Progresso’, quindi istituzionale, che enfatizza i gravi percoli legati al tabagismo, al fumo passivo. I numeri che stimano i morti all’anno sono impressionanti: benissimo, continuare ad informare la pubblica opinione,  anche se, dalla mia esperienza personale  vedo sempre meno persone che fumano.

 

Mi sono chiesto : ma 50-60 anni fa quando già erano disponibili diversi studi epidemiologici, in vitro e su animali che prospettavano una relazione causale tra sigarette e cancro, cosa dicevano i ‘media’ ?

 

Mi è venuto in mente di utilizzare l’ottimo archivio storico di La Stampa (disponibile a tutti e gratis) per fare una banalissima ricerca  sugli anni ’50.

 

Ho preso solo tre ritagli di giornale in cui è evidente che i giornalisti hanno copiato (nel 1954 …) quello che oggi molta stampa riporta in merito al nesso causale tra radiofrequenze e tumore:  solo congetture, non chiara evidenzia scientifica, non condivisione del mondo scientifico, … !

Ho aggiunto anche alcuni dati riportati (maggio 2019) da OMS, presi nel sito ufficiale del Ministero della Salute, che parlano di evidenze chiare e ahimè terrificanti sul numero di morti per tabagismo.

 

Quindi, – e ometto analoghi paralleli con l’amianto, il CVM, etc. – che dobbiamo fare ? aspettiamo qualche decennio, ulteriormente?

 

Qui il link per scaricare la presentazione:  link.

GIORGIO CINCIRIPINI

26 Ott 2019 in Ambiente

5 commenti

Commenti

  • Caro Giorgio, visto che la stampa pseudomedica si sta affrettando a buttare acqua sul fuoco, e che le forze economiche stritoleranno le obiezioni come già negli altri due precedenti da te citati, e visto che si trattava in tutti e due i casi di un’aggressione inalatoria, passiva o autoindotta, per questo nuovo flagello a immersione totale, che si può fare come protezione? Messa giù così, come azione individuale o reclamata dalle Strutture pubbliche, e relativi costi per le schermature, penso che psicologicamente funzioni meglio la campagna. In altre parole perché io devo pagare per difendermi? Preciso ancora: come tu hai affermato in una lezione all’UNI-Crema ci sono persone altamente sensibili e altre più tolleranti. Nulla di diverso per radiazioni X (presumo di essere fra i meno sensibili per genetica, per la provenienza da zone vulcaniche) e fumo (un padre fumatore a vita due pacchetti ed Rx torace sempre limpido). Mio figlio, il geologo, non il bioingegnere, mi conferma che ci sono persone che vivono in una sorta di bunker. Ma una persona a rischio medio, che deve fare e quanto gli costa per la protezione? Certo, quando vedo le palizzate di legno a schermatura dalle centrali elettriche penso “ma chi vogliono rendere in giro?”. Tuttavia se fossero barriere di legna verde, o filari di alberi, beh, allora… Spiegaci Ing.!

  • Vorrei che Giorgio Cinciripini ci dicesse qualcosa in più sul progetto di indagine nelle scuole sull’uso dei cell., che vede Cremascolta coinvolta ufficialmente, ma forse attende la prima riunione col prof. Gallo, o semplicemente di ritornnare a Crema il 10.11

    • Ben disponibile a fare una breve presentazione della idea progettuale su INDAGINE SULLO USO DELLO SMARTPHONE da parte degli studenti Cremaschi

  • Un progetto, Adriano, che dobbiamo riprendere e rilanciare: sapere quanto sono “esposti” i nostri giovani (quante ore al giorno sono attaccati ai loro cellulari?), è fondamentale per suggerire una campagna di prevenzione (una campagna che, naturalmente, dovranno fare in primis le scuole).

  • Nel cinquantenario di internet, su cui ho appena postato, le raccomandazioni si moltiplicano, ma si insiste più su aleterazioni posturali da posizionii viziate o disturbi psichici che su danni organici. Cremascolta c’è per questo, per dire cose intelligenti. A proposito, piccola soddisfazione: la proposta mia, inviata al ministro della sanità Grillo da Frranco tre anni fa di coprire il deficit di medici facendo entrare in Ospedale gli specialiizzandi, ora è legge regionale Lombardia, pronta alla replica nelle altre regioni. Merito nostro? Non poniamoci limiti, c’è sempre qualcuno che ci pensa prima degli altri!

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