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ADRIANO TANGO

Sardine e fragaglie: tutti pesci dello stesso mare?

Certo, Modena e Bologna di mare non ne hanno, facile distinzione, ma, a parte il fatto di essere state città che mi hanno ospitato, hanno un legame nella promozione del nuovo moto politico spontaneo all’insegna della pescheria minuta? Due moti ipoteticamente apartitici nei due “golfi politici”, due moti contro, e non per qualcuno o qualcosa; ma questa insofferenza giunta al limite, sicuro che ha lo stesso segno? In un certo senso sì, quello della riscoperta dei propri valori antichi, e quindi contro il colpo di mano di un nuovo look che qualcuno vuole imporre. E qui cominciamo ad andare a ritroso, con una premessa: “antico”, nel ritmo evolutivo attuale, è anche solo ciò che è datato tre generazioni.
Già, bella scusa la nostalgia! ma se qualcosa non avesse fatto ronzare la mosca al naso non si sarebbe risvegliata, ci scommetto.
E allora iniziamo dal primo moto ittico, quello pelagico (la sardina nuota in mare aperto, la fragaglia è un insieme di piccoli pesci costieri).
L’insofferenza è tinta di un certo turbamento, quello di una cultura che è indissolubilmente legata alla sinistra migliore, quella dell’iperattività operaia fruttuosa e che porta prosperità da convertire in quasi immediato godimento, fenomeno con cui son convissuto nei miei migliori anni 50-60 in Emilia. Gente operosa e in allegria, godereccia fino alla trasgressività nelle feste, con un’apoteosi nel carnevale. Ma improvvisamente si ritrova allo scoperto quando qualcuno accende i riflettori sul suo trasformismo ammiccante a una destra, sì, particolare… ma comunque una destra! Ed è a questo punto che la sardina, per nascondere il rossore delle branchie, sente il bisogno di riformare il vecchio branco compatto, e coprirlo sotto un mare di ombrelli. Una nostalgia del bel rosso di manifesti e Sangiovese da riscattare quindi, che ammicca soltanto, sotto l’ombrello, al dissenso puro.
E al fragaglia? Ma è una moltitudine di scoglio, multirazziale, variopinta!, ma attenta da sempre a sfruttare il mimetismo per la propria difesa. Già, giallo limone in una grande limonaia, ma soprattutto in una moltitudine serrata di costume sardesco.
E la molla? Nostalgica, vergognosa del proprio trasformismo incombente anche questa? In un certo senso sì, ma il camuffamento è ancor più abile, perché per andare a cercarne le radici bisogna andare a ritroso fino al Salvini prima maniera (ed ecco il senso dell’uroboro di copertina).
Preso fiato sputiamola fuori in un sol soffio: separatismo.
Possibile, direte voi? Ve lo assicuro: da quando negli untimi trent’anni mi sono riavvicinato alla mia residenza estiva di famiglia ho sentito crescere quest’istanza, di volta in volta camuffata da nostalgia borbonica, o da celebrazione del brigantaggio, ma l’insofferenza per uno stato centrale diviene palpabile se capita di avvicinarsi a certi ambienti colti, imprenditorial-turistici, di studiosi, o altro, comunque dimentichi dell’altrettanto fervido dissenso di gioventù altrettanto colte verso i Borboni, che tante vite è costato.
Quanto il fenomeno sia strutturato non lo so, ma l’istanza è palpabile, e ora che Salvini non è più un separatista, ma si è statalizzato, e rappresenta il potere centrale, può finalmente straripare mascherata da moltitudine di pesciolini da rete a strascico.
E la storia delle offese al sud della lega mi sa solo di scusa.
Non so come io mi sia permesso di entrare in area politica, ma conoscendo bene le due matrici…
Messe le carte allo scoperto mi tocca una posizione personale: bene la sardinata, ne è ineccepibile il fondamento, meno la fragagliata, perché scoprirsi autonomisti come tutti quelli che improvvisamente si son trovati i soldi in tasca, il sud costiero con il turismo, il già poverissimo nord veneto, e anche lombardo, grazie a un mix di opportunità dei tempi nuovi e lavoro, non mi sta bene.
Certo che a vedere le immagini di oggi non mi sembra che la protesta sia stata poi tanto agguerrita, ma intendiamoci, a Salvini, ora che sappiamo che la storica canzone “Torna a Surriento” non fu scritta per la bella di turno, ma per un politico, auspico di non prenderla troppo alla lettera: non ci sarebbe gattino che tenga alla lunga, suppongo, giuste o meno le motivazioni.<

ADRIANO TANGO

21 Nov 2019 in Politica

74 commenti

Commenti

  • Ops… non avevo visto il post di Rita, ma in findei conti se la cosa fa scalpore, tanto da tirare in ballo me in terrra ignota, va bene così!

    • Sono due modi di vedere la faccenda, ben venga. Comunque preparati, Adriano, dopo sardine, gattini e grillini, adesso ci aspettiamo coniglietti e paperelle. Sai come sono i bambini, hanno sempre voglia di giocare. A maggior ragione quando li si paga profumatamente per farlo.

  • Pagati da chi? Toglietele il microfono.

    • Pagati da noi. I politici sono pagati da chi?
      So che non è colpa tua se non capisci, non lo fai apposta.

  • A me pare una cosa straordinaria che da una pagina in Facebook stia nascendo un movimento di trentenni (nuovi alla politica o delusi dopo esperienze politiche precedenti) che sta contagiano l’intera Italia.
    La democrazia ha tutto da guadagnare dalla “partecipazione”, tanto più dalla partecipazione di “giovani”.
    E a maggior ragione perché i giovani in questione vogliono un Paese in cui ci si confronta “civilmente”, senza parole che rischiano di diventare “pietre” (o addirittura peggio).
    Per ora siamo allo… stato nascente. Non sappiamo se siamo in presenza di una fiammata del momento o se sia duratura.
    Io auguro a questi giovani di continuare: oggi, tra l’altro, le tecnologie digitali possono fare i miracoli (organizzare dei flash mob di migliaia di persone senza alcun costo).

    • Ben vengano le sardine a dar fastidio al signor Salvini, agli ex separatisti “mai oltre il Po”, oggi patrioti dell’Italia tutta, copiando (per una volta non siamo all’avanguardia del peggio) l’ex Front National di Marine Le Pen. Dai sindaci “borgomastri” della Lega Nord; così si chiamavano i sindaci leghisti, perchè la Germania doveva essere l’esempio da seguire, alla grassa e odiosa Germania della Merkel. Ora lo staff di Salvini, i quotidiani “Libero”, La Verità”, “Il Giornale” e l’armata online della destra estrema sono al lavoro per mangiarsi le sardine. “Libero” ha pure tirato fuori una suora-sardina in prima pagina. La destra moderata è inutile citarla, perchè in italia non esiste, come ricordò Indro Montanelli, prima di andarsene all’altro mondo, ma ci sono i falsi e furbi “liberali di destra” e gli esagitati sempre alla ricerca di un Capo che metta in righa l’anarchica Italia. “Libero” è un giornale che ha perso un pò di mordente, però, lo devo dire. Ricordo un titolo a tutta pagina: Al Pd non piace la gnocca (titolo molto femminista); e un editoriale di Renato Farina (editorialista principe della destra dei giornali) dedicato alla valeriana che non poteva più far arrivare dagli Stati Uniti (lui e la moglie erano grossi consumatori), per colpa della sinistra governativa di Prodi (detto il mortadella), che aveva alzato le tasse pure sulla valeriana. Maledetti comunisti e tutti i sinistrossi, che costringono Farina ad acquistare la valeriana in Italia. Non c’è libertà con i comunisti travestiti e i loro servi del centro-sinistra.

  • Grazie ai commentatori. Da inesperto di politica, almeno poco informato dai tempi del mio relativo impegno in epoca laurea, vedo questo fenomeno fare il giro del mondo: gente nuova che per ora accorda lo strumento, le proprie corde vocali, e per ora gode nel far sentire che ha una voce. Mi sembra il raduno moto Norton dei Pirenei di una ventina di anni fa, in cui tutte le migliaia di centauri diedero gas insieme, solo per bearsi della propria potenza di suono (e mettere in fuga la fauna selvatica per decine di chilometri). Di questi nuovi nessuno ha ancora parlato, si limitano a far intendere una potenza di fuoco che, ha voglia Salvini di fare il gattino, lo smalto è ormai crepato. E forse alcuni manipolatori sanno già cosa far loro dire, o forse davvero non lo sanno ancora, perché no è poco per far durare un movimento. Il problema è che non so quando ci sia stato un interludio di impreparazione politica così lungo, di abbandono degli eventi alla suggestione dell’emotività, e manipolazioni connesse. Stiamo assistendo alla caduta della moda del “dagli al nero” mistificata come prioritario problema? O c’è una caduta di accumulo di dati obiettivi di riflessione in preparazione a un sistema culturale nuovo? La Cina bussa, entra addirittura nelle scuole elementari, ho scoperto (il libro di lettura di mio nipote, in seconda, è una storia di bambina – dragone). Ci chineremo a questo nuovo sistema poco masticabile per noi? Nell’attesa il mio plauso a questo tentativo di affermazione almeno di una presenza fisica alternativa, e noi che qualcosa sappiamo lavoriamo per la rinascita delle scuole, nel senso più ampio, di pensiero informato. E Piero già tanto sta facendo, ma molto si potrebbe fare anche con la semplice ironia, contrapponendo un semplice “a sì, e dove l’ha imparato” a certe argomentazioni, invece di deduzioni contrarie. Diamo ai politici degli ignoranti invece che dei disonesti, o informiamoci sui curricula!
    Il problema degli attuali contendenti politici non è l’ideologia, c’è ancora chi ne ha da vendere, ma l’impreparazione assoluta, e solo in base al livello di conoscenza, non al segno, li peserei. Scusate la tirata, poi non parlo più di politica.

    • A Sorrento le sardine si sono presentate con un libro ognuna da regalare a Salvini. Spero che qualcuno, per errore, non abbia portato ” il viaggio di Emma”. Salvini ha risposto che lui legge (?) quello che vuole.

  • Cari amici pidini, sembra proprio che toccherà ai grillini mangiarsi le sardine pidine. La decisione del 70% dei militanti pentastellati di correre da soli alle regionali di gennaio ha di fatto sfiduciato la linea Di Maio-Grillo, cioé il governo contro natura col Pd. Per il destra-centro, la corsa separata di Pd e M5S aumenta le probabilità di successo in Calabria e forse anche in Emilia Romagna, dove i sondaggi (per quello che valgono) danno un testa a testa.

  • Per Rita di poco fa. Sei tu che non capisci, le sardine e derivati non c’entrano nulla coi partiti. Nessun demiurgo, come invece altre folle amano affidarsi.

    • Ma allora sei proprio un Peter Pan. Mi chiedo come si possa essere così ciechi da non vedere che SONO SEMPRE LORO!!! Qualsiasi italiano sano di mente, guardando i 7mila di Piazza Maggiore che intonavano “Bella ciao”, ha immediatamente pensato ai “Girotondi”, al “Popolo viola”, alle “Toghe Rosse” di Di Pietro, alle “Famiglie Arcobaleno” contro quelle tradizionali di Verona, alle post-femministe di “Se non ora quando” di Roma, agli “Anti-legge bavaglio” di dieci anni fa.
      Sono sempre loro, sempre gli stessi con cartelli differenti.
      Massimo D’Alema (che non mi è mai stato particolarmente simpatico ma al quale riconosco una certa intelligenza politica, l’intelligenza che i suoi successori non hanno mai più avuto), diceva che i girotondi “sono un vento e chi sta al timone non va dove lo porta il vento ma porta la barca dove vuole lui”. Sono d’accordo con D’Alema anche quando diceva che i girotondi sarebbero serviti solo a “delegittimare i partiti di sinistra, che così perderanno per i prossimi 50 anni”. Basta vedere gli sfottò che girano sui social.
      Ad ogni modo, visto che qui ci sono degli estimatori delle sardine chiedo per favore di farci un elenco di obiettivi (almeno 2-3) che si prefiggono questi gustosi pescetti (che io di solito faccio in tortino con le patate). Così, magari, se la cosa ci convince, la prossima volta possiamo scendere in piazza anche noi.

    • Caro Ivano, Salvini dice che legge ciò che gli pare. Certo. E fa bene. Ma come insegnano il suoi maestri di pensiero e di azione (Berlusconi per la comunicazione politica, e Marine Le Pen di cui ha copiato l’organizzazione, la strategia politica), leggere o non leggere conta niente per diventare un leader politico oggi. Basta crearsi uno staff che ti dà le dritte giuste e se hai dei vuoti, delle lacune c’è il gruppo dei suggeritori. Punto. Ti segnalo, se interessa lo studio di uno storico David Bidussa (cacchio! Sembra che faccio apposta: un’altro ebreo) che in un libro recente “Me ne frego”, Chiarelettere, 2019, è andato a spulciare articoli, scritti, letture di Benito Mussolini. Bidussa dice che il duce, il nostro duce era un uomo colto, più colto di altri politici, e aveva una biblioteca fornita. Le sue letture (fin dai tempi quando era socialista massimalista, interventista, e poi direttore di un quotidiano) spaziavano, era un lettore curioso, più dei dirigenti socialisti del suo tempo, che leggevano soprattutto testi marxisti. Insomma Mussolini leggeva parecchio, conosceva la storia e la letteratura. E seppe inventarsi una formidabile comunicazione politica. Il paragone con il nostro Salvini, non regge. Mussolini era anche colto, Salvini è solo un politico abile e spregiudicato.

  • I Grillini sono ormai finiti. Non sono di certo quei 28mila che hanno votato ieri a deciderne le sorti.

    • Credimi, finirà prima il Pd, perché è vecchio, e i vecchi muoiono per primi.

  • Scusa, io non demordo. Quanto ci costerebbero le sardine? Basta con queste sparate demagogiche.

    • Non so esattamente quanto costano (tanto, comunque) gli amministratori del Pd, ma visto che non demordi puoi fare il conto tu stesso. Poi, magari, lo dici anche a noi.

  • Basta perdere tempo. Rinuncio.

    • Ottimo.

  • Amici, da incompetente a politologi, ma l’alternativa a una destra fatta di slogan, raffazzonata e ignorante (perché se così non fosse non avrei nulla in contrario a dare la fiducia a un giusto programma) possibile che debba scomparire? Possibile che debba imperare Renzi? (che almeno a scuola c’è stato, la più classica delle politiche, quella di CL travestita da boy scout, come è stato affermato decisamente a Crema da un direttore di giornale). Ma quella che sia sia, almeno ha studiato! Non posso sentire Salvini che ci manda al macello come il pifferaio magico coi sorci con un programma col quale rischia sulla nostra pelle, ma di brutto, senza fondamenti di economia. E tutti applaudono! Irrefrrenabili come quei sorci. Visto che questo Governo in vigore ha fatto un programma che non brilla, ma equilibrato, salvo ingenuità (l’economia l’ho dovuta studiare per lavoro), e pur tuttavia sono destinati all’apoptosi (mangiarsi dall’interno), possibile che siamo arrivati come in Cina al partito unico? Che sia di segno opposto non farebbe differenza, se ci fossero prospettive di alternanza. Non ho il cuore né rosso né nero,valuto i programmi, e sono quelli assenti per ora anche nella moltitudine ittica, ma da bravi pesciolini aspettiamo l’epoca della frega e relativa riproduzione, poi chi sa… Ma anche questi, dove hanno studiato?

    Un non politico, forse un po’ snob

  • Il bigliettaio del Colosseo (affetto da sindrome di Arsperger come Greta), la studentessa nigeriana (che parla del razzismo per sentito dire, non avendolo mai visto) e l’economista “imprestato” all’insegnamento di sostegno (tipico “capo” belloccio pieno di sé in modo sconcertante), vogliono mettersi al volante di una macchina “meravigliosamente incontrollabile”. Siamo a posto.
    Tra Steve Jobs e Berlinguer, non sanno chi scegliere.
    Zero obiettivi, tranne organizzare “sardinate” di piazza.
    Se questo quadretto dovesse veramente rappresentare il futuro dell’Italia (ma per fortuna non è così), sarebbe il caso di fare immediatamente le valige per le Isole Lofoten, o qualche altro paradiso perduto, possibilmente senza wi-fi.
    https://www.la7.it/piazzapulita/video/parlano-le-sardine-lintervista-integrale-ai-ragazzi-che-stanno-riempiendo-le-piazze-di-tutta-italia-21-11-2019-294611

  • Adrià, se davvero ti ritieni “incompetente” in politica, come fai a parlare di “destra fatta di slogan, raffazzonata e ignorante”? In quale film l’hai visto? Oppure, è proprio quello che ripeti lo slogan?
    Se vogliamo essere seri, confrontiamo punto per punto le strategie per tirarci fuori dai guai dell’una e dell’altra parte, dopo di che si cominci a dare i voti. Quelle di Pd e M5s le conosciamo: “sono” la manovra attualmente attaccata da 4mila emendamenti. Si dibattano i tempi, altrimenti stiamo qui a fare salotto. Vabbé che piove … ma, insomma …

    • Errata corrige: “Si dibattano i temi”.

    • Rita scusa se non ti ho risposto. Se ritengo incolti i rappresentanti della nuova destra non è certo perché me l’hanno detto, vado a pelle. Diciamo che sentendoli parlare, tutti e tre, trovo un abisso con il forbito fraseggio, magari truffaldino, di Almirante. Altrettanto per la sinistra: quando mi professavo radicale, di conseguenza ammiccando alla sinistra, le discussioni erano ricche di citazionni di temi colti; a chi non avesse lettto almeno i testi fndamentali della religiosa disciplina era riservato un sorrisetto obliquo di commiiserazione, come dire “ma a che titolo parli? Che ci fai qui”. Alla faccia dello slogan su studenti e operai! Giusto che quel mondo snob sia scomparso, ma almeno l’Italiano e due principi di economia! Forse, ripartendo dai fondamenti, ci capiirò qualcosa anche di politica… se mi aiutate.

  • Noto con piacere che anche su questo blog si ripete l’inutile e stucchevole derby tra i liberal progressisti e i cuginetti liberal reazionari, nonché falsi sovranisti, al quale assistiamo quotidianamente a reti unificate ormai da anni.
    Sardine, grillini, gattini, pinguini, tacchini eccetera eccetera…………. La partita dei diritti sociali, del lavoro e della lotta alle diseguaglianze socio-economiche non interessa nessuno dei partecipanti ed è oscurata da tutti i canali.
    E mentre ci scanniamo (anzi vi scannate) tra sardine e pinguini, la santissima unione europea, tramite il MES che a giorni verrà approvato in Parlamento, si appresta a fottere i risparmi degli italiani per salvare le banche olandesi (e tedesche, ovviamente).
    Buon derby a tutti.

    • Caro Achille, forse non sei un frequentatore di lungo corso di questa piazza, altrimenti ricorderesti i miei post sul Mes di 2-3 anni fa, passati totalmente inosservati. Anzi, il mio grido di allarme di allora, in tempi non sospetti, era stato tacciato di “catastrofismo”, perche’ guai a criticare l’establishment. Idem dicasi per i diritti sociali svenduti in cambio di una manciata di diritti civili che coinvolgevano quattro gatti. Molto piu’ economico.
      Diciamo pure che sui temi “veri”, di geo-politica come di economia, negli ultimi tempi ho fatto solo dei gran monologhi, trovando la cosa alquanto deprimente.
      Ma se tu avessi voglia di riaprire le danze, guarda, sfonderesti una porta aperta. Penserai mica che mi diverta a parlare di sardine. Chissenefrega, tempo tre mesi e neanche ci ricorderemo piu’ che ci siano mai state.

    • Ma non c’è poi tanto allarmismo dietro queste affermazioni? Chiedo per imparare, non è il mio ramo!

  • La mia modesta opinione.
    Non mi interessa più di tanto il fatto che le sardine diano fastidio a uno o all’altro. Ciò che mi interessa è la “partecipazione” di tanti giovani delusi dalla politica che punta a una convivenza “civile” (lo ripeto). Che poi le sardine non abbiano a cuore il problema delle disuguaglianze sociali, non lo so: si tratta di un movimento nascente che ha una settimana di vita.
    Ce la farà a fare sintesi e arrivare a un programma, al di là del generico manifesto? Non lo so. Non è mio costume tranciare giudizi. Attendiamo che crescano perché la politica non è solo… slancio del cuore, ma studio serio dei problemi…

    • Piero è dagli Anni ’60 del Novecento che si vede nelle piazze la “partecipazione di tanti giovani delusi dalla politica”. Non mi pare che le cose siano andate migliorando, tutt’altro, né ci vuole un indovino per prevedere che il Sistema avrà anche stavolta gli anticorpi per assorbire ogni sbavatura. Di solito finisce che 2-3 del movimento di turno entrano a far parte di un partito istituzionale e “l’onda” (che di volta in volta è verde, viola o gialla) si disintegra sugli scogli. In attesa di una nuova marea.

  • Anch’io più di una volta ho ricordato il caso Ungheria che riceve dall’Europa molto più del suo contributo. Nonostante questo, in questo caso, nessuno dei sovranisti del blog ha commentato. Sarà che è il modello migliore di rifiuto anche di un solo immigrato? Dimenticando che se l’Ungheria si è risollevato è proprio grazie alle elargizioni comunitarie. i nazionalisti. Signor Mainetti, si lamenti anche di questo. Quanto alle sardine il punto primo del loro programma è tener fuori dalle balle Salvini, senza far credere di aver in mente la soluzione dei problemi. Votano Pd, votano a sinistra, votano quel che vogliono? Punto secondo del loro programma, fosse anche con la consapevolezza del meno peggio, forse qualche slogan in meno e qualche sorriso in più. Tanto di programmi non ne hanno neanche gli altri. Il più delle volte l’immaginazione o improvvisazione al potere, o voti di scambio, come all’epoca recente del governo giallo verde. Devo ricordare reddito, quota cento o chiusura dei porti? Sono stati questi i provvedimenti volti a rilanciare l’economia? Forse i ragazzi scesi in piazza, molto realisti, sono lì per parare il culo a loro e a noi. Tutto qui.

  • “comunitarie, i nazionalisti.”

    • Premesso che non ho alcuna simpatia per Orban (che non è un sovranista), ci tengo a ribadire che, pur ritenendo che Salvini non sia la soluzione del problema ma, anzi, sia egli stesso parte del problema, non voto il PD che considero anch’esso parte del problema.
      Non penso, infatti, che Renzi sia meglio (o meno peggio) di Salvini, come non lo sono Zingaretti, Di Maio, Calenda, Berluconi o la Bonino, anche se questi non vanno al Papeete e non insultano i migranti. Così come non penso che la Clinton sia meglio (o meno peggio) di Trump anche se non è analfabeta o che Macron sia meglio (o meno peggio) della Le Pen. Questi personaggi (compreso Orban) appartengono tutti al campo liberale e sono impegnati nel derby amichevole tra cugini di cui sopra.
      Il sottoscritto, invece, è un sovranista costituzionale o, se la disturba tanto il termine “sovranista”, social democratico e, in quanto tale, gioca un’altra partita (non amichevole).
      La partita di chi vuole attuare la Costituzione Repubblicana (con tutto ciò che comporta) e non vuole morire per Maastricht.

      Distinti saluti e auguri per il derby

  • Credo di aver incanalato, involontariamente, i migliori nostri politologi nella più competente delle analisi, da cui apprendo. Ma io volevo solo parlare di pesciolini! E capisco che vedere nuovamente dei giovani all’opera mi affascina, e per questo mi son lasciato adescare verso un tema politico, fuori dalle mie acque abituali, ovviamente perché ciò mi riavvicina a momenti dimenticati. Tuttavia è indubbio che il potenziale ideativo di un giovane si va perdendo negli anni, quindi questo patrimonio all’opera è prezioso. Restando terra-terra, chi lo canalizzerà? Cari amici-maestri politologi, mi aiutate nella previsione? Già, perché il problema visto nell’ottica dei tentativi inconsulti di far novità illumina di ridicolo (se non fosse tragico) il corso storico-politico degli ultimi anni. Se dietro la coda del pesciolino questi ragazzi hanno anche una preparazione, chi li ha preparati? Ovviamente per ora nuotano guizzando nelle acque della sinistra, a domande precise rispondono con finta ingenuità (o mostrano una schietta confusione), ma se sono preparati un nuovo controaltare dovrebbe far piacere anche a chi è di idee opposte, perché come ci insegna l’economia, il concorrente è una risorsa. Aiutatemi a capire.

  • Ma, un sovranista costituzionale, se vota, per chi vota?

    • Attualmente in Parlamento non sono presenti partiti che possano rappresentare le nostre istanze.
      L’unico partito “votabile” in questo momento è il Partito Comunista guidato da Marco Rizzo.
      Altri partiti si stanno faticosamente formando dal basso. Sono processi lunghi e travagliati.
      Se sono rose fioriranno.
      La ringrazio per la domanda.
      Distinti saluti.

  • Cari saluti, signor Mainetti. Lei ha scritto che il signor Salvini e la signora non sono “sovranisti”, perchè, lei dice, lor signori e signore dicono di essere altro, non sovranisti. Toh. Sono ignorante, mi scusi; credevla Lega e i Fratelli d’Italia fossero di quella banda lì, intendo una onesta banda che vuol essere in qualche modo “patriota” (il vecchio scartafaccio della Lega è stato buttato nel cesso, forse, e la linea Maginot che arrivava al Po è stata smantellata). E allora cosa sono? Mah. Capisco che le parole noi le usiamo a fare vento (a Crema a fare aria, “ariee”, e fan venire il mal di testa, le parole ai cremaschi, non abituati al vento, che oggi c’è, però); ma un signore di ieri, Carlo Levi (ostrega: un’altro ebreo!) disse che le parole sono pietre. Pesano. Quindi che femm? Sifulem con le parole? Di Partiti (partitini sarebbe meglio dire) comunisti, in Italia ce ne sono tre o quattro che si azzuffano fra di loro, con capi e capetti. Che si fa, con questi che “faticosamente si formano dal basso” gli diamo una camomilla per non farli litigare fra loro? Ricordo un signor “comunista” che affossò il governo del “mortadella”, cioè Romano Prodi, regalando il governo successivo al Cavaliere, il venditore numero Uno (stando alla biografia di un grande giornalista Giuseppe “Peppino” Fiori). E brindarono pure, i comunisti italiani, abituati a spararsi nei testicoli, perchè i nemici di sempre, dei quattro gatti comunisti italiani sono i socialdemocratici, non i liberisti, i falsi liberali, i fascisti. Gentile Mainetti, quanta confusione tira nel mondo d’oggi! Che facciamo? Una briscola e lasciamo perdere?

    • Salvini e la Meloni non sono sovranisti, e non perchè lo dico io, ma perchè lo dicono loro stessi. Sono numerose le dichiarazioni pubbliche degli ultimi anni nelle quali i due leader affermano di non avere alcuna intenzione di uscire dall’euro e dall’UE. A questo possiamo aggiungere che nel 2011 il centrodestra compatto (quindi anche la Lega e la Meloni) votò per l’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione. Aggiungiamo anche che il signor Salvini si è dichiarato disponibile a votare Mario “Smaug” Draghi Presidente della Repubblica e che non ha mai nominato la Costituzione.
      La Lega e FDL sono quindi partiti liberisti ed europeisti, esattamente come il PD, LEU, i Verdi, +Europa, Calenda, Forza Italia, Italia Viva e i 5S. La Lega è anche secessionista.

      “La Lega non ha in testa l’uscita dell’Italia dall’euro o dall’unione europea. Lo dico meglio: l’euro è irreversibile”

      Matteo Salvini, 14 Ottobre 2019

    • Il principio del pareggio di bilancio nel 2011 fu votato all’unanimità, ricordo ancora un Letta gongolante che diceva in tv che quel voto sarebbe servito a dare credibilità all’Italia. S’è visto. E’ chiaro che non avevano capito che aria tirava in Europa (franco-germanica), né che il ruolo dell’Italia (già deciso a tavolino) sarebbe stato unicamente quello di servire come campo-profughi all’Unione. I nostri politicanti non hanno mai brillato per acume e intelligenza. Basti dire che il nostro ministro degli Esteri, al posto di partecipare al G20, ha scelto di andare a incontrare un vecchio comico in disarmo. Ed è solo un esempio tra mille.
      A parte Marco Rizzo – che personalmente ho sempre molto apprezzato ma che, oggettivamente, ha zero speranze di governo – c’è stato un movimento “Italexit”. Per quanto ne so, però, si è dissolto nel nulla e gran parte dei suoi componenti sono confluiti nella Lega.
      Temo che sarà impossibile, almeno nell’arco delle nostre vite, fuggire da questa gabbia. Persino il resto del mondo sembra aver abbandonato l’Occidente ex-democratico come modello da seguire, perché il modello ha smarrito se stesso, i propri valori tradizionali, in favore di un incerto e transitorio senso di ultra-libertà responsabile dell’annichilimento dell’identità. Credo che nei prossimi anni ci si dovrà tristemente accontentare di un grigio “meno peggio”, che per quanto riguarda l’Italia non comprende certamente i partiti oggi al governo.

    • Bene, signor Mainetti, Salvini e la Meloni non sono sovranisti. Che bella notizia! Prendano nota anche i sovranisti interessati, e non mettano il muso: passerà anche questa delusione. Se poi lo dice Salvini, di non essere sovranista, ma europeista, dopo essere stato “No euro” con tanto di cartello appeso al collo, non c’è che da credergli. Ma le opinioni cambiano. Le cose cambiano, si sa; in corso di strategia? Forse. Traduciamo: le cose cambiano e in Europa – dicono i sovranisti non-sovranisti – dobbiamo starci, ma cerchiamo di creare una nuova Europa (composta di partiti sovranisti, o un’altra cosa, non ancora definita sullo scartafaccio ideologico). L’Europa dei popoli unita, o roba del genere. Va bene questo termine? Comunque, passiamo alla signora Meloni, la quale, bisogna dirlo, ha uno stile ben diverso da Salvini, e lo ha riconosciuto pure Paolo Mieli (scusate: è ebreo anche lui, figlio di Renato Mieli grande giornalista ed ex segretario di Palmiro Togliatti, e autore di una bella autobiografia, oggi dimenticata: Deserto rosso, fuori catalogo, ma rintracciabile in biblioteca). Paolo Mieli riconosce lo stile “gentile” della signora Meloni, contrapposto a quello di Salvini. Avanti: la signora Meloni si è assai complimentata per la vittoria di “Vox” partito dell’estrema destra spagnola, che ha più che raddoppiato i suoi voti alle ultime elezioni recenti. “Vox” è un partito dal linguaggio tosto, che non nasconde richiami al passato franchista, falangista e fascista di Francisco Franco, e mi ricorda un giornale che leggevo in Spagna “El Indipendiente”, legato all’aristocrazia madrilena e con articoli dedicati al “buon tempo” passato con “el Generalisimo”, il Caudillo. Proprio oggi, su “Diario 16” forse il maggior settimanale di notizie spagnolo, c’è un intervista a Fabian Picardo, il capo del governo locale di Gibilterra, territorio oltremare del Regno Unito, ma a un passo dalla Spagna e da Tangeri, Marocco. Picardo dice: “Vox utilizza un linguaggio dei nazisti negli anni ’30. Vox rappresenta per noi di Gibilterra “el tiro en la nuca”, (un colpo al collo), per noi di Gibilterra”. “Vox” rammenta il desiderio di Francisco Franco: il ritorno di Gibilterra nell’alveo castigliano. Franco, che desiderava entrare in guerra a fianco di fascisti e nazisti, ma dopo vari tentennamenti decise di rinunciare. Perchè? La causa era la pesante situazione economica, alimentare, sociale spagnola dopo la guerra civile, ma chiese più volte a Hitler l’assicurazione di avere la sponda nazista per occupare Gibilterra, e parte del Marocco del Sud, allora protettorato francese. Ma Hitler che aveva un buon rapporto con la Francia di Vichy, e aveva problemi con la marina britannica, disse a Franco di no. Notizie che ricavo da Paul Preston, Franco. Caudillo de Espana, Debolsillo, Madrid 2017). “Vox” ha fatto risorgere le speranze anche dei vecchi franchisti, e alcuni suoi esponenti non credono alla Shoah. E’ un partito fortemente sovranista: vuole piegare le forse autonomiste, catalane e basche, è favorevole al pugno di ferro con le manifestazioni in corso in Catalogna. E’ un partito sovranista al cento per cento. Quindi la signora Meloni non sarebbe sovranista, ma si rallegra assai per la vittoria di un partito (fratello, o sorella) dei Fratelli d’Italia.
      Eh la politica, caro Adriano Tango, è una brutta gatta da pelare: è più degna, e meno viscida l’ortopedia, mi creda, e ne so qualcosa

    • Ancora sul “sovranismo”, gentile signor Mainetti. Lei ha ragione quando dice che esiste una (sparuta) posizione di sovranismo di sinistra (estrema), lo propugna pure Stefano Fassina, parlamentare di “Liberi e uguali, se non sbaglio, avendo letto suoi articoli su “Micromega” online, ma il sovranismo come viene inteso, e per il seguito che ha è essenzialmente una forza politica della destra populista. Che poi Salvini dice di non essere sovranista solo perchè adesso dice di non voler più uscire dall’UE, non c’entra nulla con la definizione di “sovranista”. Le segnalo la definizione di “sovranismo” del vocabolario.
      E’ la posizione politica che propugna la difesa o la riconquista della sovranità nazionale da parte dio un popolo o di uno Stato, in antitesi alle dinamiche della globalizzazione e in contrapposizione alle politiche sovrannazionali di concertazione. (Treccani).
      Wikipedia dice la stessa cosa, con parole diverse, e aggiunge: “In Italia è divenuto di uso ricorrente il sovranismo riferito a partiti di destra come Lega e Fratelli d’Italia”. Preferisco credere ai dizionari che alle parole, che possono cambiare, di chi fa politica, signor Mainetti. La saluto.

    • Non ho nulla da eccepire alla definizione della Treccani nella quale mi ritrovo perfettamente.
      Di Wikipedia mi fido relativamente.
      Per quanto riguarda il “sovranismo” di Lega e FDL, vediamo come va a finire la questione del MES. Perchè i fatti contano più delle parole. Anche in politica.
      Distinti saluti.

  • “La Lega non ha in testa l’uscita dell’Italia dall’euro o dall’unione europea. Lo dico meglio: l’euro è irreversibile”. Signor Mainetti, è l’unica cosa saggia che ha detto Salvini in tanti anni. Sono anche andato a leggermi il programma dei Comunisti italiani alle ultime europee.Uscire dall’euro ecc. se non credibilmente motivato risulta solo uno sloga di impossibile applicazione. Ritornare alla lira, fare tutto da soli? Rizzo ne spieghi sviluppi e risultati, almeno delle ipotesi. Se l’hanno capito i nostalgici di un regime è mai possibile che non lo capiscano i nostalgici di un altro?

    • Più che farlo spiegare a Marco Rizzo, tra non molto spiegherà tutto la Brexit. Hanno tentato di bloccarla in tutti i modi e continuano a dire che sarà una catastrofe per gli inglesi. Ma se, come prevedono in molti, la situazione della Gran Bretagna fuori dalla Ue sarà migliore, allora non si parlerà più soltanto di uscita dall’euro (che peraltro in UK non c’è mai stato) ma dall’Unione Europea!!!
      Impossibile? Mah, …. Nessuno pensava che l’Unione Sovietica sarebbe crollata e nello stesso modo oggi nessuno pensa che crollerà la Ue. Ma questo, presto o tardi avverrà, non ci sono dubbi.

    • Se la Lega non vuole uscire dall’euro e dall’unione europea, allora converrà con me che la Lega, così come FDL, non si può definire sovranista ma soltanto liberista, europeista nonché secessionista.
      Per quanto riguarda i regimi (sempre lì andiamo a finire), le ribadisco che sono social democratico e, in quanto tale, non nutro nostalgie per alcun regime.
      Distinti saluti

  • Appunto, l’Inghilterra non è nell’euro. Se poi le cose per loro andranno meglio non si potrà certo attribuirlo alla famigerata moneta unica che ha messo tutti noi in ginocchio Anche se per molti economisti non è così. Senza l’euro saremmo messi anche peggio.

    • Forse non mi sono spiegata. Certo che il Regno Unito (furbissimamente) non ha adottato l’euro, ma è legato a doppio filo alla UE da un’infinità di trattati-capestro, gli stessi che hanno rovinato noi. Ora vediamo cosa succede quando se ne libererà, dopo di che ognuno trarrà le sue conclusioni.
      Manca solo la riforma del Mes, e poi possiamo tornare a piantare patate.

  • Mainetti, non va bene niente quindi, nè liberisti, nè europeisti nonché secessionisti. Anche se pure il Suo sovranismo fa acqua da tutte le parti. O almeno, per come mi fare di capire, depurato anche dai regimi, non saprei su quali basi o riferimenti storici potrebbe concretizzarsi. Sarebbe tutto da inventare. Campa cavallo.

    • La base è la Costituzione Repubblicana che non contempla austerity, privatizzazioni selvagge e cessione della sovranità economica ma anzi tutela il lavoro e i salari.
      Il riferimento storico è l’Italia del dopoguerra che è risorta dalle macerie della seconda Guerra Mondiale grazie agli interventi satatali (vedi IRI) che oggi sono proibiti dai trattati europei.
      Come vede, glielo ripeto, non c’è nessun regime.

  • Ne so qualcosa dell’ortopedia (mi son spiegato male), caro Adriano, perchè ricordo l’utilità di una sua aspirazione a una mia ernia al disco. Altro che l’opinionismo politico: ci sono faccende più serie, come l’ortopedia. Purtroppo ho continuato a giocare troppo a tennis…Ma l’argomento esula dal contesto, ma un consiglio, se permetto, glielo voglio dare: la medicina è faccenda seria, la politica, purtroppo, e con mio dispiacere, anche perchè è diventato peggio del Bar Sport, molto meno.

    • Carissimo, grazie del ricordo, ma purtroppo anche quella scientifica alla fine resta a lungo un’opinione! E quella tecnica, nonostante la gente se ne giovassse, mi è costata aspre battaglie. Come vedi al mercato boario ci sono abituato. La politica, sì, l’ho trascurata dai 30 ai 60, e vorrei recuperare in parte, ma usciamo dai dialoghi personali, le mie scuse agli altri.

  • Caro Marino complimenti per il tuo archivio e la tua documentazione che richiede certamente metodo, che io non ho. Se tengo da parte un articolo che presumo che mi potrebbe servire dopo un po’ dimentico luogo di alloggio e contenuto. Questo per me comporta molte volte parlare a spanne. Tu invece circostanzi sempre documentato. Bravo.

  • Scusate la domanda, Pasini e Macalli, ma non siete stati proprio voi a dichiarare di avere votato PD alle ultime elezioni nonostante la scelta, a vostro parere, non fosse il massimo? Non vi viene il sospetto che accada esattamente la stessa cosa “dall’altra parte”? O pensate di avere l’esclusiva?
    Da sempre e in ogni angolo del mondo si vota il meno peggio.
    Oppure, non si vota.
    La questione di lana caprina sull’etimologia della parola “sovranismo” è senza senso. Le forze politiche di destra-centro ormai hanno superato la soglia psicologica del 50% e i sovranisti (cioè la maggioranza) che li votano non sono affatto meno furbi o più cretini di voi. La cosa vi stupirà, ma sanno anche leggere e scrivere. Sono perfettamente consapevoli che l’euro è una gabbia da cui non si può uscire pacificamente – non adesso almeno, arriverà il momento – ma hanno anche capito che la sinistra-centro li ha gettati nel pozzo mentre la destra-centro sta tentando di limitare i danni, nonostante si tratti di due forze liberiste.
    C’è modo e modo anche di affrontare l’ordoliberismo, in attesa del paladino che ci salverà dalle fauci del drago. Si tratta di una metafora, specifico, prima che qualcuno tiri fuori la palla pallosa dell'”uomo forte”.
    E’ sovranismo (pensare prima di tutto al proprio Paese) anche l’aver tirato fuori il grande inganno del MES che è servito a Conte e Gualtieri ad acchiappare una poltrona che diversamente non avrebbero avuto. E, fino a prova contraria, se non ci fossero stati prima Salvini poi Meloni ed infine Forza Italia a tirar fuori la faccenda, la UE avrebbe fregato gli italiani alla stra-grandissima. Un barlume di sovranismo pertanto c’è. Non sarà “nudo e puro” (quello appartiene a Rizzo) ma c’è, ed è meglio di niente. Un po’ come dire: la perfezione non appartiene a questo mondo, ma ci stiamo lavorando.

  • Remagnino, al peggio non c’è mai fine. Finché possiamo io credo che se questo governo riuscisse a salvare l’ex Ilva basterebbe per compiacersene e per credere che é il meno peggio. Sono queste le sfide, come fare una manovra difficilissima alla quale forse Salvini si è sottratto. Capaci tutti, quello che sta facendo, di continuare a sentirsi in campagna elettorale permanente. É più facile che governare. Rispetto al Mes non mi pronuncio. Ci capisco poco.

    • Quanto al sovranismo ho già detto più di una volta. Nel sistema economico attuale non c’è autarchia possibile . E la sparo un altra volta: se per un giorno tutti riuscissimo ad azzerare i consumi il nuovo capitalismo globale forse si ravvederebbe. Più poveri anche i ricchissimi forse capirebbero e per un giorno tutti ci sentiremmo meno complici. Lo so, impossibile da organizzare, ma senza i sogni non si va più da nessuna parte. Nepoure in mano alle sinistre credo, neppure nell’utopia di Rizzo. Per questo vedo con simpatia il movimento delle sardine. Togliere un po’ di rappresentanza.

    • Ma che dici, Conte.2 salva l’Ilva (perché il M5s vuole la Puglia, ti saluto) e se ne impippa degli altri 158 (dicasi centocinquantotto) tavoli di crisi che attendono soluzioni? Ci sono lavoratori di serie A e di serie B in questo paese? Prova a dire una cosa del genere agli ex-dipendenti del Mercatone Uno che girano a vuoto per Crema e preparati al peggio.
      Basta stupidate, basta sparate, no perditempo.
      Non dico che si debba essere degli esperti economisti per dibattere problemi che in definitiva sono di tutti, ma almeno un’infarinatura generale ci vuole per affrontare un discorso tecnico che abbia un senso. Almeno una visione minima, se non specifica!. Altrimenti ci appendiamo anche noi il pesce al collo e andiamo in piazza con le sardine a gridare “viva l’Europa, abbasso i sovranismi” senza saper né leggere né scrivere. Io mi rifiuto.

  • Un’altra, naturalmente.

  • Nel senso che se sia a sinistra che a destra tutti credono di votare il meno peggio perchè i toni sono sempre più esasperati? E chi è che grida di più? Ribadisco meglio il mio pensiero o sogno: ormai la politica conta sempre meno se dispersa in mille rivoli, e la contrapposizione è ormai tra economia globale e questa politica rappresentativa senza più nessun potere. Per questo credo che appunto la lotta non possa più essere tra i vari schieramenti e le loro variabili estemporanee o di apparente convenienza. Compito della Politica, quindi dei cittadini, dovrebbe essere quello di ricompattare tutti, perchè in tanti si ha potere contrattuale, in pochi nessuno. E siccome ormai siamo tutti sulla stessa barca, poveri, ceto medio, sfruttati e schiavi cosa ci vuole? Noi siamo in tanti, loro sono in pochissimi. Come organizzare un nuovo movimento culturale che metta d’accordo tutti? Non lo so.

  • Mainetti, potrebbe avere ragione. Con la differenza che non veniamo da una guerra, dove ricostruire era l’imperativo. Ora, le macerie che abbiamo intorno non sono ancora così visibili, almeno per una fascia di popolazione. Tempo al tempo perchè tutti si prenda coscienza. Non prima di lacrime e sangue? Speriamo di no.

  • Mercatone uno: 50 punti vendita, 1860 dipendenti fino a quest’anno. Il mio era solo l’esempio più numeroso.Taranto è una città. E per me i lavoratori sono tutti uguali. Se però vuoi dire che il tuo amico Salvini che di economia ne sa quanto me salverebbe anche il Mercatone, allora ti ripeterei quello che hai scritto a me. Ma mi sono rotto le balle della tua supponenza, quindi attendo altri commenti.

  • Un cancro che attraversa la storia venendo da lontano: clientelismo, il vero mostro ingoiarisorse. Vedendo uomini e donne in eleganti divise dell’Alitalia che, in servizio a terra, sostengono col peso della schiena colonne di cemento armato, novelle cariatidi, enciclopedici uffici bancari, rivisitazioni della biblioteca di Alessandria, mi chiedo queste strutture come possano essere quotate su qualsiasi mercato mondiale. e io pago. Intendiamoci, delle assunzioni clientelari, visto che mio padre e mnio zio erano uomini integerrimi,ma potenti nei due rami, sono stao testimone in gioventù, e proprio la loro rettitudine a tutto tondo fa capire come il fenomeno fosse considerato innocente, quasi un ufficio di collocamento. Idem quando ho rotto i ponti con la famiglia e son ripartito dal bassso: fino a metà mi nuotavano a fianco i blasonati rampolli, poi sono affondati per congeniità incapacità, col loro bagaglio di guai prodotti a spese dei propri simili. Queste strutture valgono poco sul mercato per questo. Eroismo sarà snellirle, ridar loro valore economico, e far marcia indietro col redddito di cittadinanza, vera oscenità. Eroismo sarà potare di brutto i rami secchi, tagliare col passato. Non l’ho sentito denunciare realisticamente da nessuno. alla malatttia ci si abitua, e speriamo quindi cjhe l’acqua salata tenga le branchie e squame delle sardine ben pulite, chi sa…

  • Sono curioso, Achille, di sapere di più del tuo punto di vista.
    Tu dici di essere sia europeista che sovranista.
    Se per sovranismo si intende esercitare la sovranità nazionale sulla moneta, nell’Ue vi sono non pochi Paesi che non hanno rinunciato a tale sovranità.
    Si può, quindi, in questa accezione di sovranismo, essere insieme sovranisti ed europeisti.
    E’ questo il tuo punto di vista?
    Se così fosse, saresti in compagnia di altri cittadini europei che appartengono sia a Stati “sovranisti” che a Stati tutt’altro che sovranisti.

    Ma veniamo all’Italia: è realistico oggi pensare di riacquistare la sovranità sulla nostra moneta uscendo dall’euro?
    Gli economisti (solo economisti e non politici insieme) lo escludono in modo categorico per gli effetti che avrebbe: non è poi un caso che gli stessi partiti anti-euro di ieri considerano, come Draghi, l’euro irreversibile.

    Realistica poteva essere la scelta di non entrare nell’euro, ma non oggi.
    Allora, ha un significato oggi essere sovranisti nell’accezione di cui prima?

    Si tratta di domande, giusto per capire.

    • Signor Carelli, io sono per il recesso da tutti i trattati dell’unione europea (compresa la moneta unica) e per la piena attuazione della Costituzione Repubblicana. Noi sovranisti costituzionali vogliamo vivere in uno Stato sovrano che, se necessario, si prende con l’esproprio (previsto dalla Costituzione) un’azienda strategica e utilizza le risorse pubbliche per risanare l’ambiente e rilanciare l’occupazione e la produzione.
      Non vogliamo vivere in uno Stato che si inginocchia all’investitore straniero, gli garantisce immunità penale e utilizza le risorse pubbliche per garantirgli i guadagni, lasciandogli in mano sia l’azienda strategica che il destino di decine di migliaia di lavoratori.
      Distinti saluti.

    • Segnalo, per chi ne fosse interessato, la conferenza organizzata giovedì 28 novembre a Milano “La tua scelta sovranista“ per dibattere quale sovranismo si intende sostenere, cioè che intonazione dare all’etichetta che, nel bene o nel male, è diventata il collettore di varie istanze identitarie. Quale sovranismo si vuole? Che forma dare al magma sovranista una volta che si riesca a farlo solidificare? Non tutti i sovranismi sono uguali, questo è evidente. Relatori Adriano Scianca, Diego Fusaro, Alessandro Meluzzi, Francesco Borgonovo, Simone Di Stefano, Gianfranco Peroncini, Francesco Polacchi. Naturalmente le sardine meneghine sono già in azione, ma la cultura politicamente scorretta procede.

  • Allarga il cuore la consapevolezza che i trentenni non siano tutti sardine ma anche delfini (e con il triskele al collo, per giunta). Faccio bene a vedere il bicchiere mezzo pieno, lo so.
    https://www.youtube.com/watch?v=Ianq_5mkRBk

  • Sul primato della politica sull’economia, Achille (diamoci pure del tu), siamo perfettamente d’accordo.
    Ora, come declinare tale primato? Siamo di fronte a delle forze imponenti: in più occasioni ho fatto mia la bella metafora dello stregone di Marx che ha evocato forze dagli inferi che non riesce più a imbrigliare.
    Imbrigliare queste forze (anche multinazionali, pure multinazionali nate in Paesi che, come l’India, fino a poco tempo fa apparteneva al Terzo Mondo): questo è il problema.
    Ma come? Possiamo fermare la globalizzazione che ha offerto a Cina e India l’opportunità di emancipare dalla fame e dalla miseria almeno un miliardo di persone?
    Possiamo “governare” una globalizzazione selvaggia che si è sviluppata all’insegna del neo-liberismo che ha inneggiato alla libera circolazione dei capitali?
    Una cosa so: Cina e India hanno “dimostrato” (l’una con regime comunista, l’altra con la più grande democrazia del pianeta) che la globalizzazione si può governare.
    Si può governare solo a scapito (come sta facendo la Cina) dei Paesi occidentali?
    Siamo in presenza di problemi giganteschi, ma incominciare a parlarne è utile per tutti.
    Tutti (proprio tutti) abbiamo delle categorie culturali in testa con cui facciamo violenza (una violenza” idealistica”) alla realtà: parlarne, confrontarci, non può che essere salutare.

  • Primato della politica sull’economia, quando mai? Forse ai tempi delle fabbrichette ottocentesche, ora non più. La globalizzazione l’ha inventata l’economia, non la politica.

  • Ritorno ….in pista dopo essere stato in sud Cina per una decina e li la rete è “filtrata” di brutto!
    Questa sardinata, accortamente lanciata da mio fratello Adriano the president, mi pare si sia guadagnata sul campo i galloni dell'”evidenza” e agirò subito di conseguenza, prima di ….dire la mia!

  • Si, Adriano che sa di letteratura non meno che di ortopedia, ha lanciato la rete (ops!) con maestria e la “pesca” si rivela miracolosa!
    Mi sono bevuto d’un fiato tutto il …cocktail e piacevolmente sono stato preso dal progressivo svelarsi del Mainetti pensiero che ritengo contributo autenticamente (almeno per me) innovativo in questa temperie della politica nazionale, improntata a superficiale improvvisazione, al “contro” ed alla rivisitazione, magari peggiorata di obsoleti modelli.
    Il suo ancorarsi alla Carta Costituzionale mi trova in sintonia (ho pestato parecchio anch’io sul tasto, più e più volte!) e credo davvero possa consentire di accendere una luce in questa fase politica così oscura per il “buffo stivale”!
    La “novità” socio/politica si presenta con un piacevole tocco di fantasia con questa immagine delle sardine, che si inventano, per il miope pescecane, “mega pesce” che consente loro (altrimenti terribilmente impotenti) di salvare la “ghirba” grazie alle geniale organizzazione.
    La rete (ariops!) consente questo tipo di rapida “organizzazione contro” ( i vaffa days furono esempio solare in proposito!) ma poi?!? ( i 5* sono esempio conseguente altrettanto solare!)
    Chissà che si riescano a stanare le “teste pensanti” che pure ci sono!
    E mi verrebbe da dire ” se non ora quando !”, solo che è già stato detto e ….tamponato a dovere!
    Chissà che …..in mezzo a tutta sta ignoranza….. giovani, aiutateci!!!

    • In effetti i “se non ora quando” sono come i cinepanettoni, o la canzone vincitrice del Festival di Sanremo, cose che si guardano e/o si cantano per tre giorni, e poi nessuno se ne ricorda più. Stanno andando a ramengo anche i “Fridays For Future”, che l’anno scorso in Italia hanno raccolto 1 milione di studenti e quest’anno solo 300mila. Naturalmente si potrebbe citare un’altra miriade di cortei mordi e fuggi, dalle madamine di Torino ai sentinelli, ma senza allungare troppo il brodo si può dire che queste … piazzate, non sono reali.
      Magari il problema c’è, ma chi lo sbandiera non è reale.
      Non è credibile, si vede che è stato costruito a tavolino.
      La rete ha il potere di arrivare a milioni di persone in pochi minuti, ma la sua luce si spegne immediatamente. Ci vogliono radici profonde per ramificare, e in queste abili operazioni di marketing le radici mancano persino in superficie. Game over, avanti i prossimi.

    • Nonostante la pioggia battente, poche ore fa a Milano eravamo in tanti, ombrelli aperti, gente pacifica, civile, schiacciati (come proprio delle sardine bagnate) a dirte: Milano non si lega con la Lega! C’è anche un’altra Italia, che sarà pure minoritaria, ma c’è, non è poca cosa, e sono orgoglioso di farne parte, cantando “Bella ciao”, com migliaia di altre persone.

  • Il riferimento a un momento glorioso della nostra storia di paese, la resistenza, non può essere assunto come enunciazione di colore politico dagli ironizzatori. Ovvio che se un movimento spontaneo si oppone, pacificamente, a uno meno spontaneo di destra, sia altrettanto spontaneo riscoprire questo bel canto. Io non posso che compiacermi vedendo spuntare anticorpi, il che non vuol dire opporsi soltanto, ma opporsi con cognizione di causa, perché la definizione di destra non vuol dire male, ma la posizione di portatore di verità lampante, sì. Persone che si sono nutrite della nostra fiducia, ora come ai tempi dell’orrore del post di Ivano, ora usano questa nuova forza per sminuire la nostra capacità critica. E non voglio dire che i tempi dell’orrore debbano ritornare, ma solo che la capacità critica, priva dei suoi riferimenti storici, tende ad affievolirsi, lasciando come unico rimedio all’ansia derivante l’adesione a certezze provvisorie che così, immeritatamente divengono dogma. Ma possibile che sia così difficile vivere socraticamente nella affamata incertezza? Certo che le verità arriveranno, frutto del vaglio congiunto e ragionato di interi gruppi, non come pesci che abboccano incontrollatamente alla spicciolata. Ecco la sardina, pesce gregario, sommatoria di unità ittiche che per ingannare il predatore simulano un pesce più grande, salvo disperdersi se l’attacco si veirfica, con una tecnica da guerriglia, o da brigantaggio, secondo il richiamo fragagliese, cosa hanno da insegnarci.

  • Ed arrivò anche il momento della “magna carta” delle “Sardine”, proprio oggi mi è arrivato dalla rete il bel “documentone”, un vero e proprio “manifesto” che riporto paro paro qui di sotto:

    “Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita.
    Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. L’avete tesa troppo, e si è spezzata. Per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini: avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota. Di quei contenuti non è rimasto più nulla.
    Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare.
    Per troppo tempo avete ridicolizzato argomenti serissimi per proteggervi buttando tutto in caciara.
    Per troppo tempo avete spinto i vostri più fedeli seguaci a insultare e distruggere la vita delle persone sulla rete.
    Per troppo tempo vi abbiamo lasciato campo libero, perché eravamo stupiti, storditi, inorriditi da quanto in basso poteste arrivare.
    Adesso ci avete risvegliato. E siete gli unici a dover avere paura. Siamo scesi in una piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. E’ stata energia pura. Lo sapete cosa abbiamo capito? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti, e molto più forti di voi.
    Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto.
    Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola. In quelli che pur sbagliando ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri. Sono rimasti in pochi, ma ci sono. E torneremo a dargli coraggio, dicendogli grazie.
    Non c’è niente da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci della vostra onnipresenza opprimente, a partire dalla rete. E lo stiamo già facendo. Perché grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare.
    Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivideremo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti, gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state certi che li convinceremo.
    Vi siete spinti troppo lontani dalle vostre acque torbide e dal vostro porto sicuro. Noi siamo le sardine, e adesso ci troverete ovunque. Benvenuti in mare aperto.
    “E’ chiaro che il pensiero da fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce. Anzi, è un pesce. E come pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare. Com’è profondo il mare”.

    Se devo scegliere tra il “sardonico” e il “sardinico”, mi piace essere con la seconda parte!

  • Le sto seguendo anch’io con molto interesse e attenzione.
    E’ un movimento allo stato nascente, ma alcune idee forza ci sono già.
    Ora, occorre (ma ci vorrà tempo) passare dall’essere “contro” all’essere “per”, a qualcosa di radicalmente “alternativo” al modo attuale di far politica (anche di chi fino a non molto tempo fa era nuovissimo alla politica).

    La cosa bella è questo “risveglio”: ora incomincia il bello, il grandioso che è la Politica (con l’iniziale maiuscola).

    • E le idee nuove devono partire da idee di economia sostenibile. tutto iil principio economico di destra , rapace, è responsabile della catastrofe planetaria che stiamo vivendo. Ora ci vuole un buon padre di famiglia che con due sculacciate al bambinone Trump gli faccia capire che “voglio” va sostituito con “vorrei”. Ridiamo al mondo la capacità di darsi un limite. Il sogno pantagruelico si è rivelato in tutta la sua mostruosità, che ci volevano far passaere per libertà, trasformando l’intera umanità in un conglomerato di bambini viziati. capricciosi, distruttivi.

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