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GIORGIO CINCIRIPINI

Ricordate le “3 i”?

Vi segnalo questo articolo che commenta uno studio dell’ISTAT sullo utilizzo di tecnologie digitali.

 

Mi ha colpito questa ulteriore conferma, che si ripete negli anni,  di permanenza di una ignoranza digitale italiac …

 

 

I giovani si confermano i più assidui utilizzatori della rete (oltre il 90% dei 15- 24enni), ma la diffusione comincia a essere significativa anche tra i 65-74enni, tra i quali la quota di internauti raggiunge il 41,9%. Tuttavia solo il 29,1% degli internauti di 16-74 anni ha competenze digitali elevati; la quota sale al 45,1% tra i 20-24enni.

 

Se mi ricollego alla visione utopistica degli anni ’60 e ’70 quando l’  “ l’informatica ” (in sè, non ben declinata) era la chiave di volta della costruzione della società moderna e di come bisognasse assolutamente studiare … informatica (non meglio definita) … e ci fu anche un Berlusconi che aveva creato un paradigma delle ” 3 i ” (inglese, informatica e impresa) con il quale aveva indubbiamente conquistato una bella fetta dei cittadini italiani!

 

In altra parte dello studio si dice che    l’attività più diffusa resta quella di messaggistica, ome WhatsApp. Crescono tuttavia l’e-commerce e l’online banking e il divario di genere nell’accesso a Internet è azzerato tra i giovani.

 

La situazione attuale (che va letta insieme al   ennesimo riscontro della indagine denominata PISA dell’OCSE, che ha ricordato un divario di competenze  linguistiche e matematiche rispetto ai paesi nostri vicini e concorrenti ) è una fotografia molto preoccupante.

 

Nel frattempo però siamo tra i primi paesi negli investimenti del 5G ( vedi http://5gobservatory.eu/wp-content/uploads/2019/10/90013-5G-Observatory-Quarterly-report-5_final.pdf)  :

il 5G ci darà opportunità di crescita e di sviluppo sociale?

GIORGIO CINCIRIPINI

21 Dic 2019 in Cultura

2 commenti

Commenti

  • “La situazione attuale (che va letta insieme al ennesimo riscontro della indagine denominata PISA dell’OCSE, che ha ricordato un divario di competenze linguistiche e matematiche rispetto ai paesi nostri vicini e concorrenti ) è una fotografia molto preoccupante.” Quindi in definitiva son diventati tutti tonti! ma restando intema che Babbo natale gli faccia il dono!

  • Tanta tecnologia, signor Cinciripini, ma sei italiani su dieci non solo non leggono un libro, ma non sanno chi è Giorgio Bassani, un libro neppure lo sfogliano. La statistica è dell’Istat. Non pochi laureati, o diplomati smettono di sfogliare libri il giorno stesso che hanno fatto la festicciola per il traguardo raggiunto. Con questi numeri non so se andiamo da qualche parte. Una libraia cremasca (quando ancora acquistavo libri a Crema) che ha gettato la spugna mi disse, tempo fa, che aveva qualche cliente “forte” e pochi, pochissimi clienti “medi”, tanto da dover chiudere l’attività. Avrà avuto torto o ragione, ma sta il fatto che la fatica, la curiosità di leggere è pochissimo frequentata. Ricordo il nostro venditore numero uno nazionale, Silvio Berlusconi che è padre del nostro culturame; fu lui se non sbaglio a dare smalto alle tre “i”: impresa (non l’Edilnord, non un fiore all’occhiello, ma Mediaset; e non i negozi Mondadori, come in piazza del Duomo a Milano, che assomigliano a una libreria come io assomiglio a Miguel Bosè); inglese, cioè una laurea in lingua e letteratura straniera? In lingua magari, ma di letteratura straniera, non ne conosco di laureati che la letteratura la bazzicano, la frequentano, ne sappiano qualcosa più del minimo per andare in tv ai giochi dell’ora di pranzo, all’orario delle famiglie davanti allo schermo. E l’ultima “i”, internet, quella sì, va alla grande, e fra qualche anno vedremo se i suoi frutti permetteranno di conoscere la letteratura di Bassani, Verga, Manzoni, la nuova narrativa mondiale, la storiografia, la geografia, la scienza. Vedremo. Conosco altre tre “i”, più frequentate: inerzia, indifferenza, impostura.

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