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FRANCESCO TORRISI

Buon anno!

E va bene questo anno bisesto/anno funesto ha fatto coerentemente la sua parte fino in fondo, ma ora …… se n’è gghiuto at last!

Questo 2021 che è iniziato non avrà un bel niente da dimostrare, vediamo di dargli noi una mano perchè sia un buon anno.

Un felice 2021 a todos los amigos!

E che sia così!

FRANCESCO TORRISI

01 Gen 2021 in Mondo

33 commenti

Commenti

  • Dai, tutti a spingere il carro delle aspettative!
    Ma ricordando che i nostri mali si possono includere tutti, virus cmpreso, in un solo trattato: “L’ebrezza da velocità”.
    Verifichiamo sempre se abbiamo il controllo del nostro veicolo spazio-temporale, perché cosa succede quando crediamo che la strada se la possa trovare da solo, che tutto automaticamente risponda a un principio omeostatico, che la natura provvida da sempre ha risolto i problemi coccolando le sue specie, predilettissima l’uomo, che i mercati finanziari siano autoregolanti… l’abbiamo toccato con mano.
    Auguri

    • Ma sai Adriano, mi viene da dire abbiamo irriso (e la mia parte di irrisione me la sono beccata anch’io!) quelli che proponevano la prospettiva della “decrescita felice” e ci siamo beccati la …..”decerscita infelice”, ed infelice assai, pure.
      E temo proprio che malgrado i continui pesantissimi segnali che riceviamo, continueremo a soffiare dentro questo pallone, che si chiama pianeta terra, fino al punto che riusciremo a farlo “scoppiare”.
      Fortuna che, dicendola con i Nomadi: “ma noi non ci saremo”! (e dalli con ste canzonette, non ce la sai proprio con una qualche Weltanschauung, con un qualche Zygmund Bauman, come fanno ….”quelli veri” è!!!)
      Per adesso cmq, buon anno, dai.

  • Il mio 2021, con Giove e Saturno in assetto favorevole, inizierà favorevolmente anche se mi aspettano mesi movimentati come come maggio, giugno e luglio. Potrò quindi tirare un sospiro di sollievo e godermi un po’ di serenità anche da punto di vista finanziario. Difatti a breve l’Inps mi pagherà la liquidazione, anche se non devo smettere di usare le attenzioni alle quali sono da tempo abituato. Del lavoro non ho niente da dire perchè ormai sono in pensione. Nell’amore potrò permettermi qualche diversivo senza suscitare sospetti in Viviana. Starò però attento a non imbattermi in avventure pericolose con persone che non conosco o non apprezzo. Potrò dedicarmi a nuovi sport e dedicarmi a qualche passeggiata all’aperto. Per la cura della mia persona potrò anche permettermi qualche spesa extra, e quindi approfitterò dei saldi per non sforare il mio budget…ma non devo prendere la liquidazione? Poi dopo tanti mesi da recluso, osservando attentamente la casa, ho capito che qualche ritocco all’arredo ci vuole, ma anche dai mobilieri ci saranno i saldi. Poi ci sono sempre i mercatini dell’usato. Per finire farò regali a qualcuno che non se li aspetta così riallaccerò rapporti un po’ trascurati. Visto che programma? Lo dice il mio oroscopo. E soprattutto lo dice il mio giornale di riferimento. Inutile dire che se tutto sarà disatteso cambierò testata.

  • Dimenticavo, buon anno a tutti, ma soprattutto una raccomandazione: leggete il vostro oroscopo. Io sono un sagittario.

    • Ricambio gli auguri di buon anno a tutti gli amici di CremAscolta.
      Non ci capisco niente di oroscopi ma quelle poche volte in vita mia in cui sono stato classificato oroscopicamente da delle zelanti oroscopatrici il risultato è stato pessimo. Per cui, caro Ivano, non vorrei cominciare il 2021, subito e sin da ora, con le brutte notizie. In pratica, purtroppo a me succede così. Prima ti fanno un sacco di domande, tipo quando sei nato, a che ora, quante volte figliolo, eccetera. Poi ti dicono che sei vergine con ascendente scorpione. E già, in questo, una vergine con in cauda venenum, annamo bene. Ormai lo so, devo farmene una ragione, mi sono rassegnato, non me la prendo più con il fato, gli dei e le ostetriche. Poi aggiungono che per l’anno nuovo un certo pianeta entra in un altro (mai capita questa cosa) oppure transita per un altro ancora (idem). Puntualmente, tutto questo nomadismo planetario rende la vergine ascendente scorpione ancora più disdicevole. Di solito, mentre l’oroscopante ripete vergine con ascendente scorpione, ha l’espressione di chi sta leggendo gli esami delle orine altrui. Insomma, io l’oroscopo lo lascio perdere, per non guastarmi l’umore.
      Sulla decrescita felice o infelice, per me dipende. Ci sono sempre due elenchi opposti, uno con almeno una decina di cose che dovrebbero decrescere, un altro con almeno una decina di cose che dovrebbero crescere. Il problema è mettersi d’accordo su quali cose mettere nell’uno o nell’altro elenco.

  • Ben detto, Ivano!
    Un taglio di luce che mi mancava proprio nel provare a illuminare come si deve la prospettiva di questo nuovo anno: quello dell’oroscopo.
    Giuro che non mi era passato …. manco pa a capa!
    Sarà che affronto il tema sempre con un malcelato imbarazzo. Io sono un “vergine”, mica come te che puoi buttare li sul piatto un: “io sono un sagittario”!
    Vediamo se anche la mia, di “testata” mi offre qualche chance considerando il parere degli astri.
    Ocio, però, perchè qui, di “testata” in “testata” ………
    Uèh, a propò, pare che facciano sul serio con i tagli all’editoria, vabbè che tu, con il Carlo DB alle spalle, te ne fai un baffo, eppoi passato dalla “guida a sinistra”, alla scelta del percorso al “centro della strada” i rischi, anche se ti pigliasse un “colpo di sonno”, sono diventati praticamente inesistenti!.
    Evvai con la …. testata allora!

  • Bella la tua ironia Francesco, anche se del tuo “ermetico” ragionamento qualcosa mi sfugge. Vuoi dire che i tagli alla Fiat non li farebbero come un tempo si foraggiavano le macchine?

    • Volevo dire che la “sterzata a dext” (per portarsi al centro….. della strada, sperando che ci resti, al centro!) connessa con il combinato disposto entrata nel gruppo GEDI di Agnelli-Elkann/ cambio direttore Verdelli per Molinari, ha portato un profondo cambiamento di assetto politico del giornale già caro all’Eugenio, privando i progressisti italiani di un riferimento editoriale di livello nazionale di grande peso rispetto alla formazione dell’opinione pubblica!

  • Invece vorrei tornare al discorso sulla decrescita felice. Io ho sempre sostenuto che la decrescita alcuni l’han sempre praticata, magari non troppo volentieri. I più la subiscono, in tutti i mondi, mentre alcuni, attaccati come sanguisughe a tutto il succhiabile, continuano a salassare. Allora speriamo che il prossimo anno, o decenni, ristabilisca o ristabiliscano quell’equilibrio sociale ed economico che pareggi un pochino tutti. Senza quello senza consapevolezza da parte di tutti, continenti, Stati e uomini, sarebbe una strada impraticabile

    • E mi pare Ivano che su questo tema ci troviamo abbastanza in sintonia, direi.
      Cosa dice in proposito la tua ….”testata”, astri compresi?!

  • Secondo me la linea editoriale non é così cambiata.

  • In un editoriale Scalfari ha scritto che, pur cambiate firme e direzione, l’impianto generale non é cambiato. Se a Giannini non fosse stata offerta la direzione de La Stampa forse non se ne sarebbe andato. Ha spiazzato invece tutti la dipartita di Verdelli che se n’è andato sbattendo la porta senza due righe per i suoi lettori. Speriamo che anche la stirpe Agnelli si comporti da imprenditore come appunto fu De Benedetti. Non gli importava cosa scrivevano, ma, sue dichiarazioni, che lo facessero guadagnare. In tutti i casi io credo che in questo momento politico non ci sia altra scelta che un po’ di spostamento al centro. Lo richiede il momento storico che stiamo vivendo che non può più vedere in forte contrapposizione politica ed economia. In verità non so a cosa porterà tutto questo ma forse il male
    minore é minore.

    • Come contraddire Jacques de La Palice, Ivano?

    • Ivano, leggendo il Fatto stamattina, mi sei venuto in mente tu e un tuo commento attinente (Scalfari/Repubblica) , ti riporto di seguito il testo, paro paro:
      “Grossa confusione sotto il cielo di Repubblica. Il direttore Maurizio Molinari intervista il venerabile fondatore Eugenio Scalfari, una chiacchierata di ampissimo respiro, evocativamente titolata “Il riformismo e i miei gioielli”. Insomma: un viaggio onirico nei ricordi di Scalfari, chedue o tre cose sulla storia d’Italia le può raccontare. Il problema è che ogni tanto la memoria è dispettosa e sarebbe d’aiuto un intervistatore pronto a dargli una mano a ritrovare le coordinate. Stavolta non succede. Scalfari ricorda il caso Moro in modo bizzarro: “Poco prima del giorno in cui fu rapito, Moro mi aveva invitato nel suo studio spiegandomi il programma del nuovo governo che stava per nascere con il voto anche della sinistra (…). Berlinguer era morto e Moro non voleva il Pci al governo ma nella maggioranza parlamentare”. Come tutti sanno, Berlinguer invece era vivo e vegeto: sarebbe morto nel 1984, sei anni dopo l’omicidio Moro del ‘78. Scalfari dimentica un’altra circostanza significativa: la mattina in cui Moro fu rapito, la sua Repubblica aveva in prima pagina un titolo che lo accusava – sulla base di una testimonianza che si scoprirà priva di fondamento – di essere l’uomo chiave dello scandalo Lockheed: “Antelope Cobbler? Semplicissimo è Aldo Moro presidente della DC”. Il fondatore di Repubblica ha diritto ai suoi vuoti di memoria, ma il direttore che l’ha intervistato cosa ci sta a fare?”
      Che topicaccia per entrambi!!!!

  • Certamente non se n’è andato, l’hanno sbattuto fuori.

    • èèèè, roba da “testata”…..all’inglese: da guida a sinistra a guida a destra!
      Ma per stare al centro neh!
      sperem….
      Io cmq, continuo a stare con i quattro moschettieri: Travaglio, Padellaro, Gomez e Scanzi ( e ci metto anche Sommi, per ….buon peso) !

  • “Alla morte di La Palice infatti, i suoi uomini proposero questo epitaffio: Ci-gît Monsieur de La Palice. Si il n’était pas mort, il ferait encore envie (“Qui giace il signore de La Palice. Se non fosse morto, farebbe ancora invidia”). Tuttavia, con il tempo la effe di ferait (“farebbe”) fu letta esse (a quel tempo le due grafie erano simili, vedi S lunga), diventando quindi serait (“sarebbe”), e la parola envie (“invidia”) divenne en vie (“in vita”); con il risultato che il testo recitò che egli “se non fosse morto, sarebbe ancora in vita” (si il n’était pas mort, il serait encore en vie): da qui il significato di ovvietà attribuito all’aggettivo.” 🤗

  • Utile curiosissima spiega dell’etimo, sopratt per i gnurantù qual io sono, grazie Ivano!
    Maaaa di Legge elettorale non se ne parla proprio più? Sembrava la cosa assolutamente necessaria da fare subito dopo il referendum, e può anche essere che le …..solerti Commissioni parlamentari ci abbiano anche dato dentro sul tema. Chissa i membri (ops!), le membre, di IV come hanno pungolato!
    Io credo sarebbe opportuno fare il punto sullo ….stato dell’arte (oddio, si fa per dire!)

  • Io sono per il proporzionale. Però riconosco che di meccanismi ne capisco poco, vado a pelle.

  • “Repubblica” ha perso mordente e fa una prima pagina che non graffia, non lascia il segno. Questo vuol dire, secondo me, che mancano dei titoli più aggressivi e lo spazio agli articoli che scombussolano le istituzioni; altrimenti tanto vale fare il passacarte dell’ufficio stampa della Fiat, come già si fa, e come mi è capitato di leggere in un suo servizio nella pagina culturale. Scalfari è stato un grandissimo direttore, ma dopo la gestione di Ezio Mauro, il “gigante nano” come lo ha chiamato Giovanni Valentini, “Repubblica” si è giornalisticamente afflosciato; così pure nella gestione Calabresi, anche con Carlo Verdelli, eccellente inviato, ma che non ha saputo dare smalto, come Ezio Mauro, a “Repubblica”. Mauro che ha lavorato alla “Stampa”, con i padroni della Fiat è riuscito, comunque, a non perdere di vista un giornalismo di denuncia, anche scomodo. Non è un caso che oltre a Gad Lerner, se ne sia andato da “Repubblica” una firma storica, che Scalfari voleva direttore del quotidiano romano, Bernardo Valli. Valli è stato, insieme a Tiziano Terzani uno dei più grandi cronisti in giro per il mondo. Molto anziano e non più preoccupato di dover portare a casa lo stipendio ha deciso di rompere con un giornale che ha le mani legate e non ha più coraggio. Purtroppo, in Italia, per quanto ne so il giornalismo batte la fiacca, e a parte alcuni cronisti di valore sparsi in vari quotidiani e settimanali, non c’è la qualità di alcune testate americane (The Atlantic), inglesi (The Guardian), e soprattutto Mediapart, giornale online francese che giudico notevole, il migliore che conosco. I giornali cartacei nazionali hanno il tempo contato nel notiziario base, e il loro futuro sarà quello dei commenti, delle inchieste. Le notizie fresche saranno sempre di più sulla Rete; il futuro dei quotidiani nazionali sarà quello di sviluppare, commentare, approfondire, dibattere ciò che dettano i fatti del giorno, come già fa “Il Foglio”, e “Domani”. Marco Travaglio è tra i migliori in assoluto, ma da quando è diventato l’ala critica dei 5stelle, per ovvi motivi, come il giornale di Scalfari era l’ala critica del Partito Comunista, cioè per entrambi appoggiarsi a una fetta di elettorato e garantirsi le vendite, Travaglio è diventato noioso. Senza Renzi e Berlusconi, e senza nemici chiari e ben definiti Travaglio perde l’ossigeno per scrivere il suo editoriale al giorno. “Il Fatto Quotidiano” è stato un giornale fondamentale come gazzetta delle Procure e di alcuni valenti magistrati; e fuori da quel ruolo, culturalmente, graficamente e come notiziario dagli Esteri, “Il Fatto Quotidiano” resta un quotidiano modesto.

  • Siete molto aggiornati, molto più di me, e arguti, quindi dovrei stare zitto, ma visto che ho Urano e Plutone dalla mia (Toro) e fra un po’ mi ci arriva anche Marte… embe’, dato che mi avete spinto voi ad andare a vedere, e se ci trovò una giustificazione nella sincronicità anche il grande Jung, scherziamoci anche noi!
    E allora buon anno, e riprendendovi in sintesi…
    Decrescita: non può che poggiare sul primato assoluto cinese a questo punto, visto che la loro superiore capacità sociale, anche se mica tanto civile, ha dato il primato al sistema Cina. Un dramma? Dopo, con meno pungoli competitivi, loro si addolciscono, magari imparano adddirittura i diritti umani, smettono di sprecare energia, e noi impariamo qualcosa in termini di cooperazione e limiti all’orgia individualistica alla base della follia economica dilagante.
    Governo e annessi: ottimo lo spostamento al centro. Non è che i figli della balena possano scoprirsi delfini in una sola generazione! Magari vorremmo una balena laica e non proprio bianca, arrossata; sempre immersa negli abissi dell’inciucio e delle correnti… pazienza, canta con tanta dolcezza!
    Priorità: direi riscrivere i rapporti Stato/Regioni, in senso centralista, e legge elettorale, tendente al proporzionale con meno regionalismi di partito, che di agevolazioni già ne hanno che crescono certe Regioni. Inoltre serve una forte partecipazione internazionale contro le sperequazioni sociali, specie le estreme, quelle che una volta facevano issare le ghigliottine, ma adesso che issiamo?
    Ma lasciatemi uno sfogo personale, una liberazione del mio animo: un hanno viasssutto col kuore, in cui ci sia posto anche per Gigino Di Maio e per i miei polpastrelli umiliati!
    O.K. O.K., mi sono sfogato, ora torno a provare a scrivere bene.

    • Per Gigino Di Maio va bene la virata al centro soprattutto se ha posto per una seggiola ministeriale, anche agli Esteri, non proprio una sua specialità, ma è uno che studia. È indubbio: è volenteroso. Tanta rivoluzione voluta dai 5stelle eccetto quella di occupare un ministero di cui si è ignoranti. Mi ricorda quella signora socialdemocratica (PSDI) con un doppio cognome che fecero Ministra della Cultura anni fa, perché bisognava dare un posto pure al PSDI, che umilmente disse: ringrazio molto, non ne so molto, ma studierò. La rivoluzione dei 5stelle escude l’occupazione delle seggiole. Su questo anche Travaglio non s’indigna. Gigino Di Maio poteva dire con sincerità: non me ne intendo, non so chi è il capo del governo del Venezuela, quindi datemi un sottosegretario all’Innovazione che forse è meglio!! Oppure all’edilizia che ho fatto il muratore con mio padre! Meglio Ministro, però. Meglio la Farnesina. Fa più figo.

  • E vada per l'” hanno viasssutto col kuore” fratel Presidente!!!

    • Scherzavo: ho scoperto dei corsi serali di scuole elementari solo per laureati. La mia fortuna è stata duplice: alla laurea in Medicina e specializzazione non c’era lo scritto, altrimenti altro che 110 e lode, un calcione e fuori! invece alla prima idoneità a primario c’era solo lo scritto, ma su dodici pagine formato protocollo che ho riempito in otto ore di reclusione in aula bunker con la mia calligrafia si saranno arresi molto presto credo…

  • Signori, sia chiaro, io gli oroscopi non li leggo proprio, ma forse non sarebbe neanche da specificare. Sono un irrazionale coi piedi per terra e già capire dopo è arduo come fare previsioni prima.

    • Tuttavia interessante il collegamento del principio di sincronicità intuito da Jung con l’entanglement quantistico fra particelle: in pratica la stessa cosa, che non comprendiamo, ma già senza comprenderla applichiamo per fare i supercomputer, e altro. Il mondo fisico spazio/temporale: un unico strumento con rotelle sincrone, dalla particella subatomica al gatto nero, il superamento della causa ed effetto, cose dimostrate.
      Ricordate “Guida galattica per gli autostoppisti”, il romanzo di fantascienza umoristica di Douglas Adams?
      Nel 79 non si ipotizzava l’ entanglement, ma lui l’aveva intuito, e gli indovini spaziali facevano l’oroscopo dalle macchie di vino sulle tovaglie di unl’osteria interstellare, e a forza di berne, visto che erano ben pagati, morivano cirrotici.
      Sarebbe da farne un saggio.

  • Fallo (e nn è volgare imprecazione!) Adriano, giuro che ti corrego “protaicamente” (nlgsm da Proto, remember?) a gratis le polpastrellate prima della diffusione official!

  • Una buona notizia! I democratici hanno portato a casa le due seggiole del Senato ancora vacanti in Georgia. Una seggiola è ufficiale; l’altra è quasi certa: il vantaggio è di 12800 voti con il 98% du schede scrutinate (varie fonti americane, tra cui Atlanta News).

    • Grazie Marino, questa è davvero un’ottima notizia!
      ‘Sto 2021 inizia bene allora, vamos!!!!

  • Anche se quello psicopatico di Trump non riconoscerà mai la sconfitta. Non fa parte della sua natura e ahimè di quella di molti americani. Biden dovrà lavorare moltissimo e benissimo per far dimenticare gli ultimi quattro anni e conquistare quei pochi ragionevoli, se ce ne sono, sostenitori dell’arancione. A meno che certi orientamenti non siano innati, vedi quello che dicono le neuroscienze. Almeno a me pare di capire così. Sto parlando appunto di quelle scienze, ne ho accennato qualche commento fa, che dicono pure che il libero arbitrio non esiste. Da approfondire. Adriano, ne sai niente?

    • Per Trump è finita. La frase è di Peter Nicholas sul giornale “The Atlantic”, e a corredo c’è un articolo di Anne Applebaum, giornalista conservatrice autrice di un libro illuminante sulla “seduzione dell’autoritarismo”, e il conseguente crepuscolo della democrazia.
      È finita, per Trump, sul serio. Può preparare la sacca da golf e dirigersi nella sua amata Florida, dove stazionano fior di ricconi pensionati a godersi il clima; i soldi. Certo: l’America è ferita, lacerata, divisa. Biden ha un lavoro immenso da fare. Non aspettiamoci la Luna in terra. Per le brutte ferite ci vuole tempo e pazienza. Un passo avanti importante.
      Entrambi i due candidati democratici al Senato l’hanno spuntata; siamo al 99,92% dei voti scrutinati, ora, e il vantaggio democratico del candidato ancora non ufficializzato è passato a 16mila voti di vantaggio. Per Trump il colpo definitivo, credo. Buon anno!

  • Sono i medici, i ricercatori, la Scienza che ci prenderà per mano e ci aiuterà ad uscire da questo incubo del Coronavirus. Dovremmo imparare a ricordarlo: non la poesia, la filosofia, i talk-show, i governi più o meno litigiosi, le preghiere. Sono loro, chi ha lavorato sui vaccini, la zattera.
    E ci sono gli storici a provare a scuoterci; qualche giornalista scientifico come Riccardo Chiaberge (ex-Corriere della Sera; poi in pensione anticipata per i tagli Rizzoli, curatore di un inserto culturale per “Il Fatto Quotidiano”, che non piaceva a Marco Travaglio e l’inserto fu cassato), il cui libro:”1918 La grande epidemia. Quindici storie della febbre spagnola” ed.Utet, 2016 passò inosservato e invenduto quando uscì.
    Il giornalismo scientifico in Italia non è frequentato granché. Tanti esperti o pseudo esperti di storielle dotte, di Renzi e Salvini, e pochi che sanno di scienza. Riccardo Chiaberge è uno di questi.

  • Sto sciivendo un saggio di confronto con il colera nell’ 800. Le dinamiche sono di una incredibile uniformità. Poi magari passerò alla spagnola. Circa l’attesa dai medici, di scarso respiro, un pannicello caldo per questa epidemia, ma se no si cambia registro… ci sarà la prossima. E allora mi attenderei di più da antropologi, filosofi, architetti…

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