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FRANCESCO TORRISI

Macche diritti d’Egitto!

Zaki, il dottorando egiziano che studiava a Bologna e ha commesso l’errore di fare una breve visita alla famiglia nel suo Paese, resterà in carcere, senza una parola di accusa e di motivazione, per altri 45 giorni, per un totale, finora, di un anno e quattro mesi di detenzione abusiva, cioè senza motivazioni o richiamo alle leggi internazionali o locali…..”

Furio Colombo, inizia così sul FQ di oggi un bell’ articolo centrato sull’ennesimo gesto di disprezzo delle diritto umano e internazionale, e dei rapporti con L’Italia in particolare, dal parte del governo di Al Sisi.

Non è certo questo blog il contesto dal quale far partire supponenti intemerate, che lascerebbero il tempo che trovano, nei confronti del “Satrapo” egiziano!

Mi sento però di sottolineare “il nulla” Italiano nei confronti della patente, ostentata ingiustizia nei confronti di un giovane che aveva scelto l’Italia come Patria di adozione per la sua formazione scientifico/culturale.

“Nulla” che si è esplicitato nello star alla larga dalla promessa, fatta in un momento di rara determinazione, di dare al prigioniero Zaki la cittadinanza italiana.

Sarebbe stato un gesto che avrebbe inquadrato diversamente il caso di Patrick Zaky”, egiziano all’estero per motivi di studio, in un contesto di rapporti internazionali tra L’Italia e L’Egitto (con il pesante precedente, lasciato alle spalle del “caso Regeni”).

Anche il “Governo dei migliori” ha preferito la via del “distogliere lo sguardo” e non è certo atteggiamento, credetemi, di cui personalmente possa sentirmi di andare fiero!

FRANCESCO TORRISI

06 Giu 2021 in Diritti

19 commenti

Commenti

  • Il mondo ci offre ancora una vetrina di possibili soluzioni del “miglior governo possibile”. Il nostro vituperio non scalfisce chi crede di essere nel giusto, lo potrebbe la chiusura economica, e qui casca l’asino!

    • Opacissimo tutto quanto riguarda il “caso Regeni”, molto interessante al proposito il video che hai proposto, Pietro C, però io avevo centrato l’attenzione su tutt’altro: l’assurdità dal punto di vista del diritto e del comportamento inumano e illiberale, del governo AlSisi nei confronti dello studente Zaky! E la sostanziale inazione da parte delle autorità politiche e diplomatche italiane.

  • Opacissimo tutto quanto riguarda il “caso Regeni”, molto interessante al proposito il video che hai proposto, Pietro C, però io avevo centrato l’attenzione su tutt’altro: l’assurdità dal punto di vista del diritto e del comportamento inumano e illiberale, del governo AlSisi nei confronti dello studente Zaky! E la sostanziale inazione da parte delle autorità politiche e diplomatche italiane.

  • “Dietro Regeni potrebbero quindi esserci interessi politici per arrivare ad un cambio di regime in Egitto, ma anche interessi economici di chi invidiava la posizione privilegiata dell’Italia nel Mediterraneo.” A presentazione del video, che non ho ancora visto per pregiudizi miei, ho incollato le due righe dal tono condizionale ad essere buoni o “complottista” ad essere cattivi. Troppo poco per capire e valutare? Può darsi, magari poi faccio uno sforzo. Se poi lo mettiamo insieme a quanto dichiarato da Roberto Mazzoni a corollario dell’altro video proposto da Carra sui “prodotti a forma di bambino” e che ripropongo – “Joe Biden e Kamala Harris hanno dimostrato un impegno senza sosta verso l’infanticidio e verso la distruzione della famiglia costringendo le persone a tradire le proprie coscienze per sostenere la cosiddetta ideologia transgender”- io direi che entrambe le dichiarazioni possano essere classificate nella stessa categoria di fake news. O, se proprio, e riconoscendo che i meccanismi del potere sono perversi, io ritengo che le supposizioni debbano essere provate per evitare di cadere in quella fantapolitica e tutto il resto di fanta… alle quali certi siti o scuole di pensiero ci hanno abituati.

  • cordiamoci Quattrrocchi. Che c ‘entra? Noi comuni mortali ci abbiamo capito chi era?

  • Informazione sull’informazione, fuori tema certo, però segnalo ad esempio che il social Telegram fa riferimento al canale Byoblu che ha trasmesso il video. Orbene, complottisti, revisionisti, negazionisti, non vax, sostenitori dell’esistenza delle scie chimiche, i terrapiattisti, tutti questi fanno riferimento e si informano su Telegram. E su Byoblu edizioni.

  • E grazie anche a te Ivano!
    Ma cmq, ribadisco, il mio post puntava a tutt’altro e, sul comportamento inumano e illegale di AlSisi nei confronti di Zaky, questo eta, credo non ci siano ….complotti che tengono.
    O no?

    • Evidentemente Carra che si infastidisce perchè non si guardano i video che posta non guarda neppure Lui quelli postati da altri.

  • Cosa dire Francesco, “stati di diritto” di cui samo circondati purtroppo, anche se le distanze, intercontinentali o continentali che siano, e la nostra Storia soprattutto, ci hanno preservato da derive che anche noi abbiamo conosciuto. Il caso di Zaky, della ragazza pakistana di questi giorni, e anche di Regeni, ci dicono che la barbarie esiste e che vigilare é l’imperativo anche da noi. Il manifesto comparso a Roma (?) che plaude ai morti israeliani della funivia del Mottarone, gli arresti di ieri o l’altro dei componenti rigurgitanti di un’organizzazione neonazista ecc. ecc
    ci illustrano che non si sa mai. Quanto a Zaky purtroppo ognuno é padrone in casa propria, le ingerenze infastidiscono e incattiviscono, e anche la cittadinanza non sarebbe servita alla scarcerazione. E poi quante balle, non abbiamo interessi economici con l’Egitto? Della serie vivi e lascia vivere. Per Regeni é già molto se siamo arrivati a processo.

  • Sarebbe bastato che Regeni e Zaky fossero figli di genitori che contano; figli di parlamentari, che tutto si sarebbe velocizzato.
    Giulio Regeni agente segreto? Certo! Come il sottoscritto in Sudafrica, d’accordo con Radio Popolare che mandava in onda le mie timide corrispondenze da Johannesburg, Città del Capo, che quasi me la faccio addosso in mezzo agli zulu. E in terza classe sul treno per Pretoria, che ho avuto paura sul serio, che c’era una povertà spaventosa ammassata sul treno. Anch’io, ero un giovane con tante speranze, e sciocche illusioni, e voglia di capire, di studiare: chissà quali stupidaggini avrebbero scritto, poi, se mi fosse andata male. Ma perché invece di andare in mezzo agli zulu (che supportavano il National Party tutto bianco, contro l’African National Congress), che potevano lasciarti in mutande o decapitarti, non sei andato in Val Taleggio a raccontare la vita dei piastrellisti che vanno a Rho a metter giù le piastrelle? Vita dura anche la loro, o no? Questi stupidi giovani che rompono i coglioni e credono di essere avventurosi romantici. E adesso ci fanno perdere i contratti con l’Egitto. Ridici sopra, Giulio, da lassù, che quaggiù di miseria ce n’è tanta. Non solo di palanche.

  • Controcorrente, che è stato un pensiero ricorrente: cosa gli è venuto in mente di appassionarsi alle cause sindacali egiziane? Come ricorrente è che ci si dica: basta pakistani in Italia che poi ammazzano le loro figlie, e poi gli egiziani studino a casa loro, così che non dobbiamo preoccuparci anche per loro. In questi tempi complessi poni questioni morali mica da ridere caro Marino, con le contraddizioni che forse hanno anche le anime pure. O pensieri che si hanno, ma non si dicono, non siamo mica pakistani noi. E questo non toglie niente alla partecipazione emotiva alla carcerazione preventiva di Zaky o alle terribili torture subite da Regeni o ai momenti di terrore che hanno accompagnato alla morte quella povera ragazza pakistana. D’istinto verrebbe da dire: accertate le responsabilità riservare la stessa fine ai responsabili perchè, cultura a parte, come diceva Camus, ad una certa età ognuno è responsabile della sua faccia.

  • Una ragazza modenese andò in Sudafrica a studiare gli zulu e la loro dirigenza corrotta che prendeva soldi dagli inglesi proprietari di miniere, primi foraggiatori del Partito al potere quando c’era l’Apartheid. La incrociai da un prete italiano che abitava fuori Johannesburg. Cosa gliene fregava degli zulu? Non aveva altro da fare a Modena? La cosa che più m’indigna, oltre il governo egiziano che sappiamo cos’è, è ciò che molti destrorsi non dicono, di Giulio Regeni , di Patrick Zacky, se non in modo sottile, celando il fastidio, se non peggio di ciò. Ai tempi che frequentavo la Biblioteca Sormani di Milano, prima della pandemia, sfogliavo anche Libero, e Il Giornale, e sul caso Regeni, le sottigliezze bastava sbucciarle e dicevano questo: ma non aveva altro da fare questo giovanotto? Poi, si sollevavano dubbi e i polveroni, che pareva di essere in un romanzo spionistico. Il tutto per girare ĺa faccenda e piegarla al credo mentale dei loro lettori. Ma sarà vero che era solo uno studente interessato ai lavoratori egiziani, le beghe sindacali, o c’era altro? Si sa, “i comunisti”, ovunque sono, portano sempre guai: questo il succo.
    Se si vuol approfondire il caso Regeni ci sono più libri a disposizione, di chi il caso l’ha studiato. A memoria me ne risultano almeno tre, di libri. Il primo che uscì, è di due giornalisti Antonella Beccaria e Gigi Marcucci “Morire al Cairo”, edito da Castelvecchi.
    Le ipotesi di qualcuno che non ha studiato il caso valgono niente.

  • Grazie davvero Marino e Ivano per i contributi, niente affatto …..”di circostanza”, ma ….col corazon! Marino poi nn finisce mai di stupirci per la riccheza delle sue esperienze di vita,; le mani, davvero, ce le ha messe! Frutto della ….semina fatta nella scuola niente affatto “blasonata” che ha frequentato?
    Io i “professionali” li ho frequentati assai, ci ho lavorato ai livelli più diversi e devo dire che ancora oggi, a decenni di distanza ho ancora riscontri, anche affettivi di grande piacere!!!

  • Che belle “le professionali” Francesco. Le ragazze, da noi, costrette con il grembiule nero, anche d’estate, e sotto….sotto minigonne mozzafiato! C’era tanta cultura varia: stenografia, dattiilografia, computisteria, anche un po’ d’isteria, con il Gabelsberg Noe, il sistema con pennino e inchiostro per arricciare, ondulare il linguaggio, avanguardia delle scritte sui muri. Per le doppie, si calcava il pennino, e mi capitò di superarmi, in un compito in classe: la prof.Merico mi rifilo’ dal tre al quattro, come voto, che presi pure dei due, tanto ero scarso, il peggiore della classe. Italiano, come materia non c’era: che per le ragazze di campagna era considerato uno spreco di tempo: bastava “Cultura Generale”, una sfarinatura di tutto, e di niente in particolare. Bastavano i rudimenti della grammatica base: “Con la presente, siamo a inviarVi questa nostra richiesta, e restiamo in attesa di ricevere il Vostro riscontro. Nel frattempo, cogliamo l’occasione per porgerVi i nostri più distini saluti”. L’importante era la spaziatura, l’interlinea, e la firma finale Dott.Ing. tal dei tali; bisognava posizionarla a destra, con un criterio fisso: a centro-destra del foglio. Misuravo con il righello. E i tasti ciechi della macchina per scrivere! Si applicavano bollini neri sui tasti e s’imparava a memoria la tastiera. Il prof. faceva il ritmo, alzando la bacchetta, che usava anche a sgarugarsi le orecchie; A-S-N, M-R-N, e si pestava con dieci dita. Ero il numero uno in dattilografia: e lo dico senza supponenza (pur sapendo che sarete invidiosi, di tanta qualità); riuscivo a scrivere senza sbagliare e guardare la fessura tra le gambe della mia vicina di banco: una stangona, con mini vertiginose, di Gattolino.

  • Che belle “le professionali” Francesco. Un’altro livello. Superiore. Le ragazze, da noi, costrette con il grembiule nero, anche d’estate, e sotto….sotto minigonne mozzafiato! C’era tanta cultura varia: stenografia, dattiilografia, computisteria, anche un po’ d’isteria, con il Gabelsberg Noe, il sistema con pennino e inchiostro per arricciare, ondulare il linguaggio, avanguardia delle scritte sui muri. Per le doppie, si calcava il pennino, e mi capitò di superarmi, in un compito in classe: la prof.Merico mi rifilo’ dal tre al quattro, come voto, che presi pure dei due, tanto ero scarso, il peggiore della classe. Italiano, come materia non c’era: che per le ragazze di campagna era considerato uno spreco di tempo: bastava “Cultura Generale”, una sfarinatura di tutto, e di niente in particolare. Bastavano i rudimenti della grammatica base: “Con la presente, siamo a inviarVi questa nostra richiesta, e restiamo in attesa di ricevere il Vostro riscontro. Nel frattempo, cogliamo l’occasione per porgerVi i nostri più distini saluti”. L’importante era la spaziatura, l’interlinea, e la firma finale Dott.Ing. tal dei tali; bisognava posizionarla a destra, con un criterio fisso: a centro-destra del foglio. Misuravo con il righello. E i tasti ciechi della macchina per scrivere! Si applicavano bollini neri sui tasti e s’imparava a memoria la tastiera. Il prof. faceva il ritmo, alzando la bacchetta, che usava anche a sgarugarsi le orecchie; A-S-N, M-R-N, e si pestava con dieci dita. Ero il numero uno in dattilografia: e lo dico senza supponenza (pur sapendo che sarete invidiosi, di tanta qualità); riuscivo a scrivere senza sbagliare e guardare la fessura tra le gambe della mia vicina di banco: una stangona, con mini vertiginose, di Gattolino.

    • Purtroppo, in giro, c’è “ignoranza”, che un signore mi ha chiesto che scuole sono, o erano, Le Segretarie d’Azienda. Madonna santa: ma i liceali, l’hanno inventato loro il termine “Le Segretarie” affibbiato all’Istituto Professionale per il Commercio. Ero Marino, il rappresentante delle Segretarie, al Collettivo di Crema, della Rivoluzione che ha bisogno di un lungo e paziente lavoro.
      E ci ridevano anche su, e facevano bene. Ma se c’era chi ha scritto “Andavamo in Via Veneto “; “Andavamo al Classico”, con tanto di libri e presentazione degli autori, non si trova un editore neanche a pagarlo che pubblicherebbe “Andavamo alle Segretarie”. Ma che peccato.

  • In silenziosa attesa ho letto le vostre visioni. Complimenti. Ben fa Francesco a ricordare che ha voluto mettere all’indice un metodo più che un fatto. Ovvio a mio avviso che non tutte le culture siano validabili in base a un pari livello di civiltà. Altrettanto ovvio che non c’ è una gestione politica ideale, ma una più consona al momento storico, e, come fino alla nausea ho più volte ricordato, i Greci negli stessi anni attuarono la tirannide e il comunismo più ferreo, in posti diversi dalle diverse esigenze geopolitiche. Tuttavia in uin mondo in avanzato stadio di globalizzazione certi comportamenti sono di necessità inconcepibili per gente civile. Non intendo “condonare” niente quindi, ma resta un fatto: se nulla vien nascosto, se cadaveri sono volontariamente fatti ritrovare, vuol dire che si lascia un messaggio esplicito, per quei pochi che hanno tutti gli elementi per capire. Se un giorno avessero trovato il cadavere di mio padre torturato in uno dei posti dove si recava per lavoro in giro per il mondo, non avrei capito, avrei urlato la mia indignazione. Ora, che so che era un agente segreto (per amor di patria), potrei capire. Tuttavia la mia indignazione, il raccapriccio per la crudeltà, non sarebbero minori.Dividerei quindi moventi e metodi

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