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FRANCESCO TORRISI

Ed è guerra in UCRAINA !

 

Alle 4 del mattino di sabato 24 febbraio 2022, Putin ha lanciato l’operazione militare in Ucraina. Le truppe russe sono entrate dalla Bielorussia e da Odessa, città della Crimea. Mosca ha chiesto alle forze di Kiev di consegnare le armi e di ritirarsi, ripetendo che non punta a occupare del Paese, ma alla sua «smilitarizzazione» e «denazificazione».

Il mondo guarda con il fiato sospeso: per provare a fare chiarezza su quanto sta accadendo, Sapere.it ha intervistato Aldo Ferrari, docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e direttore delle ricerche su Russia, Caucaso e Asia centrale dell’Ispi. [Istituto per gli Studi di Politica Internazionale]

 

Di seguito alcuni stralci significativi dell’intervista:

«Dopo stanotte possiamo dire che si sta verificando lo scenario peggiore, quello che nessuno avrebbe desiderato e, almeno personalmente, previsto. Se fino a ieri l’azione russa per quanto brutale poteva avere un senso, quello di oggi è qualcosa di assolutamente diverso: una vera e propria invasione, non provocata militarmente, che provocherà e sta già provocando vittime, isolerà la Russia in modo ancor più profondo dall’Occidente e dall’Ucraina. Attaccare un Paese del quale si afferma che è vicino e fraterno, è un’azione del tutto controproducente non solo agli occhi della comunità internazionale, ma anche degli ucraini».

«Potrebbe essere un’azione limitata, lanciata per distruggere le principali infrastrutture militari ucraine: Putin non usa la parola “guerra” ma l’espressione “operazione militare”. Potrebbe anche essere un’invasione su larga scala del Paese. Dipenderà molto dalla reazione militare ucraina e dalla volontà della Russia di andare avanti fino in fondo, ovvero all’occupazione dell’intera Ucraina. La speranza è che ciò non accada. Di sicuro l’azione russa appare irrazionale, dal punto di vista di costi e guadagni».

«Nella narrativa russa, che ha alcuni aspetti di realtà, in Ucraina ci sono formazioni di estrema destra che si rifanno a gruppi che nella Seconda Guerra Mondiale collaborarono con i nazisti, contro i sovietici. Gruppi che si rifanno a quell’ideologia sono presenti in Ucraina e hanno avuto un ruolo importante negli eventi che hanno portato alla caduta del presidente Viktor Janukovyč nel 2014.Tuttavia, parlare di “Ucraina da denazificare” è un’arma retorica di scarso significato storico, culturale e politico».

«La Nato non può intervenire in quanto l’Ucraina non fa parte dell’Alleanza Atlantica. La politica dell’Occidente è stata assurda in questa vicenda. La Nato ha detto agli ucraini “vi sosteniamo”, dicendo al tempo stesso “lo facciamo con sanzioni e senza aiuto militare”. Questo ha praticamente aperto la strada all’intervento armato russo».

 

Questo il link all’intera intervista:

https://www.sapere.it/sapere/pillole-di-sapere/costume-e-societa/guerra-russia-ucraina-intervista-aldo-ferrari.html

 

Di seguito un link al sito dell’ ISPI nel quale l’argomento è esaminato in modo approfondito, (aggiornato a stamattina) che consente di inquadrare adeguatamente l’invasione della Crimea decisa da PUTIN.

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/speciale-russia-ucraina-7-mappe-capire-il-conflitto-33483

 

A mio modestissimo parere quanto accaduto mostra la assoluta inadeguatezza, colpevole obsolescenza direi, di strutture di alleanza internazionale quale la NATO, e la totale inefficacia a prevenire e scongiurare conflitti da parte dell’Europa tramite il suo apparato diplomatico.

Ci eravamo illusi, si potesse, come “scolpito” dall’ l’art.11 della nostra Costituzione di “…ripudiare la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…” e viceversa ci troviamo nel cuore del civile, progredito Occidente Europeo ad assistere impotenti ad una vera e propria guerra, con le disastrose conseguenze che la stessa comporta!

FRANCESCO TORRISI

24 Feb 2022 in Guerra

99+ commenti

Commenti

  • Si vis pacem para bellum.
    Una dura, meritata lezione per i chiacchieroni della guerra, che poi non la fanno.
    Una durissima, meritatissima lezione per i chiacchieroni della pace, che poi subiscono le guerre degli altri.
    Viva lo sventurato popolo Ucraino, da sempre uno degli avamposti dell’Occidente verso certa barbarie.
    E dire che appena ieri, anche qui, sentivamo gli elogi di Putin e di una non meglio identificabile “Eurasia”.
    E dire che appena ieri, anche in Italia, c’era chi faceva affari non proprio candidi con certa gente.
    Vergogna.
    L’Europa deve darsi una sola e agguerrita forza politica, diplomatica e, adesso lo capiamo molto bene, anche militare.
    Altrimenti, chi sarà il prossimo a essere invaso? Ricordiamoci del 1938.
    Historia magistra vitae.

  • “E dire che appena ieri, anche qui, sentivamo gli elogi di Putin e di una non meglio identificabile “Eurasia”.” Se per anche qui intendi Cremascolta era venuto in mente anche a me. Grande Pietro a ricordare chi non c’è più e non ci manca affatto. Se invece intendi più distante , al solito registriamo le solite dichiarazioni diplomatiche per non urtare l’amico di diverse occasioni. Perché non credo alla sincerità di sovranisti, da lì alla negazione di altre sovranità e alle invasioni il passo é breve, che volano in America verso convegni che non hanno di certo caratura democratica. E a historia magistrae vitae oppongo che la Storia insegna, ma non ha allievi.

  • Anche qui, su questo blog ho letto tessere gli elogi dell’Eurasia, e dei “valori culturali europei” difesi da Putin. Vladimir Putin è una canaglia e molti osservatori, giornalisti, studiosi lo dicono da tempo. Purtroppo l’economia europea, i mercati finanziari sono inondati da anni di denaro degli oligarchi vicini a Putin. L’Europa è debole. L’Ucraina cadrà in ginocchio, credo, anche per la vigliaccheria nostra.

    • Bravo Marino, chiaro e semplice. Una canaglia. Peccato che noi Europei da tempo non sappiamo più come mettere le canaglie al loro posto. Un pacifismo che nasconde, sotto tanti bei discorsi, una generazionale codardia. I “valori culturali europei” che tu citi, quelli veri, nella Storia sono sempre stati opposti all’espansionismo asiatico e, da ultimo, all’imperialismo sovietico resuscitato da Putin. Fin dal tempo delle Termopili. Da epoche immemorabili, le guerre tra popoli e anche i combattimenti tra gruppi o tra singoli si dichiarano. Chi non lo fa e colpisce proditoriamente e a tradimento, è appunto, come si sa da sempre, una canaglia. Il diritto internazionale ha solo formalizzato un codice d’onore antichissimo. Che fa la differenza tra i combattenti e i malfattori.

  • I tiranni prima o poi attaccano. Non lo fece Francisco Franco, perché aveva il paese un ginocchio dopo la guerra civile, ma mandò la Divisione Azul in Russia, a fianco dei nazisti. Fu a un passo per entrare comunque in guerra a fianco di Hitler, ma il suo paese era talmente malmesso, che se l’America o l’Inghilterra gli avessero tagliato le forniture alimentari sarebbe stato al collasso. Così, si barcameno’ a fare da fornitore di materiali dalle miniere per la Germania, mentre nel frattempo dava assicurazioni all’ambasciatore americano che mai sarebbe entrato in guerra, anche se lui personalmente era favorevole. Però i suoi generali lo sconsigliavano, conoscendo la precarissima situazione militare spagnola dissanguata dalla guerra interna e da un economia molto arretrata.
    I tiranni, però, prima o poi, la pagano.

    • Difficilmente riescono a morire nel loro letto o lettone.

  • Dove l’odio fra etnie nello stesso paese serpeggia cronicamente qualcosa prima o poi succede. Bisognava pensarci per tempo! Avete mai parlato con Ucraini ed Ucraini filorussi? Si odiavano già prima della scintilla.
    La cosa più strana dell’essere umano è che l’odio non è maggiore quanto maggiore è la differenza percepibile fra gruppi, anzi il contrario. Così per noi son tutti Ucraini, ma loro sottolineano bene la distinzione.
    Ma tutti hanno detto di voler fare qualcosa per l’intera Ucraina, fingendo di ignorare che ci sono due Ucraine e due popoli. Adesso in effetti rivaluto la nostra scelta delle Regioni a statuto speciale.

  • Adriano, magari mi sbaglio, ma il riconoscimento da parte di Putin delle due regioni separatiste può essere stata la scintilla, ma non dimentichiamo che l’offensiva maggiore l’ha scatenata il russo. Approfittandone.

  • Una cosa sono le differenze storiche, etniche, culturali e via dicendo, che ci sono dappertutto e che in Europa hanno particolari valenze e risalenze.
    Un’altra cosa è prenderle come scusa opportunistica e strumentale per i propri sogni di gloria, i propri deliri di onnipotenza e i propri fini imperialistici, spesso collegati a fallimenti economici interni, disastri amministrativi e gestionali, repressioni poliziesche e omicidi di Stato.
    Non è un caso che i dittatori falliti in casa propria cerchino di risollevare il consenso interno bandendo crociate e aggressioni verso l’esterno. Da sempre.
    Per di più, le modalità di questa invasione sono lontanissime da qualsiasi diritto internazionale, regola bellica tradizionale e codice d’onore militare.
    La forza degli eserciti non è solo materiale ma anche etica.
    L’onore militare vale moltissimo in guerra.
    E questa situazione è di una violenza solo banditesca e traditrice.
    Che gli invasori russi abbiano spogliato i combattenti ucraini morti sul campo delle proprie divise e le abbiano indossate per camuffarsi da militari ucraini, così da infiltrarsi nelle difese ucraine sotto mentite spoglie, è estremamente esemplificativo dei loro modelli attitudinali e comportamentali, da Efialte a Gano.

    • Non ci piove!

  • E se l’occidente avesse fatto male ad intervenire? Già Putin muove il deterrente nucleare e l’Anpi critica l’allargamento della Nato suscitando l’irritazione di Renzi col quale non vorrei mai essere d’accordo. Ricordiamo inoltre l’abbandono dell’Afghanistan in mano ai talebani. Faremmo così anche con l’Ucraina? Putin non é dialogante.

  • Ci vogliono mesi per radunare truppe, carri, lancia razzi/missili, cannoni, flotta ai confini nelle quantità enormi come ha fatto Putin (fingendo e dichiarando falsamente che fossero “esercitazioni”!). L’invasione era stata evidentemente preordinata! E lo “zar” non si fa scrupolo morale alcuno nel portare il disastro della guerra tra quelli che erano suoi concittadini!
    Vergogna dell’umanità!

    • Mentre l’Ucraina si difende disperatamente e con coraggio, Liberi e Uguali si alambicca sulla fornitura di armi all’Ucraina. Si è fatta persino scavalcare da Fratelli d’Italia, che ha girato la frittata, dimenticando vari attestati di stima fatti più volte al “difensore dei valori (sic) europei” (Giorgia Meloni). Ci sono gli ipocriti, femmine e maschi, e ci sono le scorie comuniste dell’impero sovietico, di un passato finito nel cesso, per dirla brutalmente, ma la puzza è rimasta, che gli stupidi conservano addosso.

  • Rimango della mia opinione. Il possibile allargamento della Nato all’Ucraina inevitabilmente agli occhi di Putin é sembrata una provocazione e più o meno puntuale é arrivata la risposta. Certo, Nato e Unione europea garantirebbero la pace, ma mi pare che questo non sia servito. Siamo in guerra, punto. Siamo sempre nella logica imperialista che non vede confini all’espansione come se sempre dovessimo essere pronti a possibili guerre imposte o subite. Torno ora da uno sportello di agenzia di distribuzione del gas, e raccogliere i vari commenti é stata una pena con gente con bollette altissime da pagare e nell’impossibilità di farlo. Nel tentativo di cambiare contratto, con un’offerta fino a ieri di 0.57 al metro cubo é arrivata nottetempo una nota ministeriale che impone 0.87. É il nostro primo impatto sulla guerra quando noi abbiamo sospeso le estrazioni in Adriatico e assistiamo in questi giorni alla corsa forsennata per accaparrarcelo da Algeria, Libia e Norvegia, mi pare. In attesa che Putin sempre più incazzato sospenda le sue forniture. E allora dalla guerra in televisione passeremmo a quella vista dalle nostre finestre. Perché a questo punto, non rimarrebbe altro che un attacco durissimo da parte di tutti gli alleati, ma sarebbe la terza guerra mondiale.

  • A questo punto dobbiamo solo sperare che gli oligarchi russi che stanno perdendo un sacco di soldi riescano a deporlo, pur riconoscendo come al solito che popolo e politica possono fare ben poco e questo da tutte le parti la si guardi é la constatazione che la democrazia è sempre e ancora da costruire. È l’economia che decreta la pace o la guerra, come sempre. Pur riconoscendo l’onore a quei poveri russi che protestando stanno finendo in galera. Non c’è niente da fare se non impedire tutti insieme che i vari poteri si consolidino troppo. E Putin, non so se per brogli, é al potere da troppo tempo e questo gli ha dato alla testa.

  • Ho ascoltato più volte in questi giorni dire che sono le campagne, i piccoli centri i bastioni che sostengono Vladimir Putin, mentre nelle grandi città la protesta cresce. Anche stamattina alla radio.
    Serve uno studio accurato del perché di questa scollatura sociale, di questa arretratezza, direi anche mentale, del mondo rurale, delle cittadine di nome, ma non di fatto, che poi provoca conseguenze. Chi ha scritto che i piccoli centri danno dei vantaggi al vivere sociale, deve guardare bene la faccia della realtà che lo smentisce. Anche in Russia, come ovunque, il puntello del peggio viene dalle zone rurali, dalla provincia profonda.

  • Che anche in Italia esista un certo “putinismo” non si può negare.
    Ricondurlo ai centri piccoli o grandi, alle metropoli o al contado, ai capoluoghi o alle province, costituisce esercizio statistico ancora tutto da tentare. E in assenza di dati, fatti e numeri, ipotesi del genere rischiano forse di apparire come finalizzate a obiettivi, diciamo così, più logicamente alloctoni che propri del tema in questione.
    Del resto, dati, fatti e numeri mancano anche per affermare che tale “putinismo” colpisca più i ricchi che i poveri, i belli o i brutti, i sani o i malati, i santi o i peccatori. Insomma, per ora si può solo prendere atto della sindrome, approfondirne l’eziologia, studiarne la patologia e identificare la cura opportuna per tale neuropatia.
    Colpisce, in ogni caso, come il “putinismo” emerga, a volte in modo esplicito, altre volte (e più spesso) in modo malcelato e più o meno callidamente velato, proprio da certe aree e figure fino a ieri impegnate a difendere la cosiddetta “libertà”, che sia no vax oppure che sia no questo, no quello, no quell’altro. Innumerevoli gli esempi, da Mattei a Fusaro, da Rizzo a Dessì, in un’operazione di virata, anzi surfisticamente di strambata, dal “No Vax” al “Sì Putin”, con trasposizioni attitudinali e comportamentali evidenti. Ovviamente, il Satana dei Satana è sempre Draghi.
    In pratica, è come se esistesse un magazzino, uno stock di giacenza, una riserva di pronto uso da destinare al dissenso mediatico, da esibire e sparnazzare, abbastanza stabile nel tempo, francamente di ambito più “di costume sovrastrutturale” che “di realtà strutturale”, per dirla alla marxiana. Questo stock di dissenso mediatico di pronto impiego (e di pronta beva) opera di volta in volta su elementi diversificati e disorganici, però con esternazioni caratterizzate dai medesimi approcci cognitivi (o anti-cognitivi), dalle sesse modalità relazionali (o anti-relazionali) e dalle usuali collaudate tecniche di interlocuzione mediatica basate sul complottismo e sul demagogismo.
    Un ulteriore elemento di riflessione è che anche questo “putinismo”, in fase di scomparsa della buona solida capace classe borghese, non miri più a “épater le bourgeois” ma, necessariamente, a “épater le sans-coulottes”.

    • “… sans-culottes”.

  • La saldatura tra il popolo novax e il putinismo, non è un analisi azzardata, ma ha parecchie carte in regola, nei fatti. Pietro, ha ragione, su questo, anche se continui a baipassare il fatto, evidente, e che è continuamente ribadito, e cioè che il grosso del sostegno a Putin, viene dai piccoli centri e le zone rurali. Così vale per Orban in Ungheria, e per tutte le idee reazionarie nel mondo. C’era scritto su Repubblica, il Corriere, Le Monde, ed è stato ribadito stamane a Radio Tre. Poi, c’è l’altra saldatura, tra il populismo sinistrosso, anche dei 5stelle, i guerriglieri con il passeggino come Di Battista, con gli ex-internazionalisti comunisti europei, Melanchon, Podemos e Liberi e Uguali che manderebbero fionde, cerotti, ed eventualmente tirasassi, in Ucraina; niente fucili. Non è un caso che il Partito Conunista Russo è un convinto sostenitore della guerra contro l’Ucraina. Una saldatura tra nazionalismo identitario ortodosso o cristiano conservatore, ex-comunismo sovietico, odio o rancore antiamericano, destra estrema, e l’ingenuità stupida della sinistra radicale che nei fatti finisce per puntellare il criminale sanguinario Vladimir Putin.

  • “Invio di armi in Ucraina: soluzione del problema o benzina sul fuoco?” Copia e incolla da upday, non riesco a copiare il link, ma si trova facilmente dal titolo che propongo, un’analisi argomentata oltre i facili sì e no. Un accenno anche al pacifismo storico che forse ha cambiato connotati. Io propendo per chi le armi non le avrebbe inviate. Certo, sarebbe stata una resa temporanea inevitabile da parte dell’Ucraina, ma forse, senza più bombe, le trattative potrebbero avere altro corso, tenuto conto anche dalla mobilitazione del mondo occidentale. Tutto questo parrebbe utopico trattando con Putin, ma ormai si vedono città assediate, conquistate e molti morti. E senza la parola fine, per ora.

  • Trascrivo di seguito quanto scritto oggi da Antonio Padellaro sul Fatto Quotidiano di oggi, che, purtroppo, ritengo fotografi con grande verosimiglianza la sconsolante situazione in atto sulla guerra di invasione in atto, perpetrata da “zarPutin” contro l’Ucraina di Zelensky.
    Il titolo è: “Chi si illude che Putin sia già stato sconfitto”
    “Sono un po’ confuso. Gli esperti ci hanno detto e ripetuto che Putin voleva arrivare a Kiev in tre giorni ma che poi il blitzkrieg è miseramente fallito. Che le sanzioni avrebbero strangolato rapidamente l’autocrate dalle mani lorde di sangue. Che gli oligarchi erano furibondi con lui, dopo il sequestro dei loro immensi panfili e a causa delle carte di credito inutilizzabili negli sfarzosi resort di St. Moritz. Che al Cremlino già si cospirava per farlo fuori e che, alla lunga, la resistenza ucraina avrebbe saldato il conto. Ci parlano tuttora di lunghe colonne di blindati russi impantanati. Ci raccontano la cattura dei soldatini di Vlad piangenti che vogliono tornare dalla mamma. Poi però ci mostrano la cartina dell’Ucraina cosparsa di chiazze rosse che sembrano tante ferite di coltello.
    Ogni ferita rappresenta una città messa a ferro e a fuoco dall’aggressore, o sul punto di cadere. Poi ci riportano ciò che ha riferito Emmanuel Macron dopo l’ultima telefonata con Putin (e dopo migliaia di morti e immani distruzioni): “Il peggio deve ancora venire”. Poi leggiamo queste parole di Domenico Quirico sulla “Stampa”: “Cherson già conquistata, Mariupol muore ogni giorno di fame, per l’assedio spietato. Ora è la volta di Odessa. Lentamente, implacabilmente il piano di guerra si dispiega, eccolo il rullo compressore russo come si diceva un tempo. Una tela di porti e di città che allontanano i sogni di ‘revanche’ ucraina”.
    Si ha come l’impressione che sul fronte occidentale, il nostro fronte, nelle informazioni dal teatro di guerra si preferisca ammorbidire i fatti, sfumare l’impatto delle cattive notizie, concentrare l’attenzione sulle indicibili sofferenze inflitte a un popolo fiero da quella belva assetata di sangue. Glissando sulle sconfitte militari dell’eroico Zelensky. È una sottovalutazione del nemico che parte da lontano. Dai G20 che ancora a ottobre relegavano le tensioni Mosca-Kiev tra le varie ed eventuali. Per poi sperare che il tiranno si accontentasse di incamerare il Donbass. Per poi dirsi convinti che messo di fronte a “sanzioni mai viste”, si sarebbe messo paura (salvo continuare a comprargli il gas finanziando indirettamente l’invasione). Una tragica partita a dama dove Putin ha sempre una mossa di vantaggio. Chi ne sa più di me sostiene che prima o poi pagherà per intero il conto delle sue efferatezze. È un cadavere che cammina, ci rassicurano. Al momento vediamo un cadavere che corre.”
    Non sono credente, ma quando mi sveglio in piena notte col pensiero che corre al volgare, trucido massacro di vite di civili innocenti, bambini compresi, in atto in Ucraina, un richiamo perchè intervenga …..come si merita, nei confronti dello psicopatico criminale che conduce la macabra danza, a quel Dio che i credenti sottolineano onnipotente, con tutto il rispetto, provo a mandarglielo ….male non fa!

  • Confidare in Dio, assolutamente impotente, mi porta a ribadire quanto già espresso. Le guerre alcune volte servono, altre no. In questo caso credo che i vari interventi internazionali non servano assolutamente a nulla contro l’autismo dello zar. La Storia alcune volte ha proceduto in fretta, altre volte no. Ha bisogno di essere costruita, come la democrazia del resto. Da Atene in poi é stato un procedere ed un andare a gambero, dopo tremila anni. Non sono un pacifista a tutti i costi e una bella bomba sul Cremlino, zar incluso, sarebbe la soluzione impraticabile, ma l’unica contro la violenza di uno, non del popolo russo. Ecco, io invece di un Dio invocherei un eroe. Perché le diplomazie mi pare solo che stiano dando fuoco alle polveri. Per questo ho parlato di una resa dell’Ucraina come strada percorribile, temporanea, auspicando che il popolo russo, per primo, capisca che sarebbe ora di dare un nuovo corso alla Storia, senza nostalgie da vecchia Russia, di cui ai russi credo non possa fregare di meno.

  • Una delle cose per cui mi dispiace aver chiuso col mio mestiere è proprio la possibilità di parlare con tanta e variegata gente che coglievo a sorpresa in un momento di particolare disponibilità, fragilità, a volte vera gratitudine, quindi sincerità. E fra questi tanti Russi, ma devo dire soprattutto Russe, anche non Pazienti, ma fedeli spose di amici, perché sono brave mogli!
    Fatta la premessa, ma vogliamo metterci nell’ottica di un dittatore che si sente sì minacciato, ma non odiato dal suo popolo? O almeno è quanto mi dicevano queste/questi Pazienti, o mogli di amici (e non ho la faccia da spia, non temevano la delazione).
    Strano? Dopo lo Zar vero ( e basta “Guerra e pace” a capire come campavano e le lacune ataviche del clientelismo e corruzione statali), ecco il primo abbaglio: la nuova idea, la rivoluzione!
    Sempre peggio! E allora? Ma c’è Putin, astro dell’orizzonte! Ma chi l’aveva visto mai un supermercato, un negozio di gioielli, anche se pochi acquistano, ma ci sono tante belle vetrine! Ma il senso di obbedienza, paura, resta Zarista! Ci vogliono generazioni a cambiare! Ma tante!
    Proviamo a lanciare il cervello dall’altra parte, e vediamo che la sua percezione del giusto e ingiusto (se ne avesse bisogno) è alterata, e che quel che a noi pare aberrante lì è quasi normale per i più.
    Se poi ci aggiungiamo la sindrome del bambino povero che cacciando i topi e facendo a botte per strada ha imparato presto ad attaccare per primo… Pietro non sto facendo del putismo, cerco di capire!
    Capire per prevedere dove si può andare a parare, cercando di non dar nemmeno tutto il credito alla voce “dei nostri”, come ci avverte mastro Piero su altro social.
    In altre parole, per me il neo-Zar sta tirando su le carte dal mazzo prima di puntare, e non credo che quel paese invaso e martoriato lo voglia proprio amministrare: chi può essere così pazzo da volere un altro Vietnam in casa? Il che non vuol dire sia giusto dargli spago, perché se vince ci riprova, ma questa volta si sta comportando come uno dei suoi toponi all’angolo, e bisogna dargli una via d’uscita.
    Spietatamente, ma strategicamente, ha una sua logica, quindi se ne può uscire.
    Il punto è: come convincerlo a diventare il 30° Stato europeo? (calcolo fatto ponendo l’Ucraina come 29°, o sbaglio i conti?) Fantascienza, certo, ma chi glielo fa fare di andare oltre la misura? Potrebbe viver comodo e di consensi. E mi firmo:
    “Il solito ingenuo buonista”

  • Chiedo scusa a los amigos (Ivano in particolare che aveva commentato) ma il sistema ha male interpretato i simboli grafici all’inizio ed alla fine del testo di Padellaro (che dicevo di trascrivere nel mio commento delle 10:38), e ha cassato il tutto!
    Adesso come compare è così come lo volevo.
    Pardon!

  • Ci sono momenti, nella Storia dei popoli e delle persone, in cui finiscono i dubbi, i distinguo, le incertezze.
    Tutto diventa chiaro. Come in un antico processo alchemico, alla nigredo subentra l’albedo.
    La guerra dei violenti contro le loro vittime, l’esercizio della forza senza il diritto, la violenza mossa da cupidigia, il tradimento dei patti e delle regole pongono le coscienze al di sopra delle affabulazioni mediatiche e delle strumentalizzazioni di comodo. E risulta evidente dove stia la civiltà e dove stia la barbarie.
    Senza scuse, senza cavilli, senza foglie di fico cognitive o verbali.
    In questi momenti, chi discetta e sottilizza non è un abile pensatore ma un abile mistificatore.
    Il popolo ucraino sta dando al mondo un esempio eccezionale, opposto per valore a quello degli invasori stranieri. Coi fatti e col sangue. Il resto, come la ridicola propaganda russa, è solo palese menzogna.
    Non è più possibile alcun sofismo, alcun elusivismo, alcun panciafichismo.
    Per la prima volta, dopo così tanti decenni di chiacchiere e finzioni, torna a valere l’Azione dei giusti, oltre al loro Pensiero. Ed emblematica, bellissima, è l’immagine, nella Kiev devastata dalle bombe degli assassini russi, delle finestre di Lev Shevkenko, architetto urbanista, che emblematicamente le ha protette non con sacchi di sabbia ma con pile e pile dei libri della sua biblioteca. La fotografia di queste finestre difese dai libri è qualcosa di eccezionale e vale più di milioni di parole.
    I libri contro i bombardamenti e i carri armati non possono difendere le vite degli uomini. Ma possono essere un Simbolo fortissimo contro l’orrore e l’infamità.
    In questo momento, abbiamo moltissimo da imparare.

    • Ho sostenuto la tua tesi, pari a ciò che tu scrivi, nelle conclusioni, su vari post, anche con uno personale “Figlioli miei, marxisti ingenui e immaginari”. Ho letto anche che questa “non sarebbe la nostra guerra”. Mi conforta che Vito Mancuso comprende che l’invio di armi alla resistenza ucraina è necessario. Ho apprezzato, oggi, un editoriale di Massimo Giannini su “La Stampa”. Lo zar ha tolto la sua maschera. La nostra qual’e’?

    • Pietro, ci vedo una contraddizone: i libri come mettete dei fiori nei vostri cannoni. Qui si oppongono libri contro cannonate, che non é quello che fanno gli abitanti di Kiev che rispondono con molotov o armi regalate non si sa se arrivate o meno. Certo, la cultura contro la barbarie, ma sai bene che la cultura é un percorso, la barbarie un istinto che trova espressione nell’immediato. E di cultura ne abbiamo alle spalle millenni. Ma il tema non é questo. A dopo.

    • Marino, quale sia la nostra maschera forse non è il problema principale.
      Oggi l’Occidente di maschere ne più di una, a partire da quella del pacifismo che porge l’altra guancia e così aumenta le cupidigie altrui.
      Forse il problema è che, se noi europei ci togliessimo la maschera, potremmo restare sorpresi.
      Nel vedere che sotto la maschera non c’è più niente.

  • Continuo. Sempre partendo dal concetto di percorso che ovviamente contempla accelerazioni, rallentamenti, inciampi. Perchè mi pare che il tema sia il coinvolgimento mondiale per risolvere un conflitto bilaterale, ma che rischia di coinvolgere altri attori e magari pure noi, prima o dopo. Per la ragione che il cammino verso la libertà ha senza dubbio necessitato di libri contro la barbarie e che di fatto democrazia e libertà mai sono state esportate con successo di risultati. Per farla breve io ritengo, pur con un occhio alla Storia, magari nostra per la liberazione dal nazi-fascismo grazie all’aiuto americano, io credo che la situazione sia completamente diversa e che scongiurare il coinvolgimento di altri popoli sia la necessità per evitare catastrofi mondiali. Già l’incidente in prossimità della centrale nucleare avrebbe avuto conseguenze terribili se solo un errore tecnico fosse capitato. E per errori tecnici o strategie volute stiamo assistendo alla morte di tanti civili nelle mani di un pazzo che le varie diplomazie difficilmente porterebbero alla docilità, Cosa fare quindi? Magari dico un cazzata, ma io credo che in questo momento della Storia l’unica soluzione sarebbe la resa volontaria dell’Ucraina in attesa che i libri, da deterrente a schegge di mina impazzite, ritrovino o trovino, anche in chi non ne ha mai sfogliato uno, nuove occasioni di influenza e indirizzo. Ricordiamoci che la maggioranza dei russi ha votato per Putin e sarebbe troppo bello se pensassimo di portarli a breve tempo alla consapevolezza di essere nelle mani di un folle. Ripeto, non si troverà una soluzione veloce, e i fallimenti diplomatici e la recrudescenza di ieri ce lo stanno dimostrando. Non per dire che sono affari loro, certamente, ma la Storia ha fatalmente i suoi tempi e forse il sacrificio di oggi, leggasi resa, potrebbe portare a nuove consapevolezze in futuro. Per i russi tutti dico, che dopo questa carneficina potrebbero convincersi che gli imperialismi hanno sempre portato distruzione e morte. In attesa che i libri ritrovino la loro vocazione, non come sacchi di sabbia.

  • Continuo con una semplice domanda: tra le due opzioni, la resa dell’Ucraina e un terzo conflitto mondiale, cosa scegliereste?

  • Credo, Ivano, che un popolo libero possa benissimo combattere per la propria unità e indipendenza in diversi modi. I gesti e le iniziative che possono avere un valore simbolico importante, come quello dei libri di Lev Shevchenko, non sono affatto incompatibili con le azioni di difesa, sul campo, della propria terra, della propria cultura e delle proprie famiglie, mediante quello che da sempre il diritto internazionale considera l’esercizio legittimo della forza, per difendersi e non per aggredire, come è oggi il caso del popolo ucraino nei confronti del boia russo. Non vedo quindi alcuna contraddizione.
    Quanto alla terza guerra mondiale, così come riguardo a una guerra nucleare, occorre intendersi.
    Da sempre vale, in guerra e in pace, sui campi di battaglia e sui terreni economici, il principio del rapporto di forza e della reciprocità d’azione. Se improvvisamente qualcuno aggredisce qualcun altro, lo può fare iniziando l’escalation delle reazioni e delle contromisure reciproche. Ovviamente, se poi nessuno degli antagonisti si ferma, allora sì può arrivare alla guerra mondiale e al ricorso dell’arma più distruttiva, quella nucleare.
    Milioni di autori ci hanno scritto in proposito, da Sun Tzu all’ultimo Ken Follett.
    Però, se un bandito prepotente aggredisce proditoriamente un vicino, usando aerei, carri armati e cannoni, quindi armamenti non nucleari, tutto il mondo lo lascia sostanzialmente fare perché altrimenti si ritiene scontato che per forza il bullo di turno vada fino in fondo con le testate nucleari, allora siamo tutti quanti, sempre e comunque, spacciati ogni volta che il bandito del momento alza la cresta e fa i comodi suoi.
    Certo, il rischio è enorme. E il bullo andava fermato prima. Ma adesso, in ogni caso, va fermato. Meglio tardi che mai. Perché più gli altri salmodiano di pace e invocano la panacea della “trattativa”, più il boia russo se ne frega e tira diritto, proprio perché nessuno gli si para davanti da vicino e tutti chiacchierano, auspicano e pregano da lontano. Si tratta, come sempre, di una valutazione del rischio, sin da quando ci si combatteva con la clava.
    Forse opporre agli aerei di Putin altri aerei, ai carri armati di Putin altri carri armati, ai cannoni di Putin altri cannoni potrebbe indurlo a passare a usare le armi nucleari che purtroppo possiede. Può darsi. Anche se darlo assolutamente per scontato potrebbe essere un errore. E chi lo sa. Magari ci penserebbe di più rispetto a quanto sta facendo ora, non di meno. Di fatto, è un problema antichissimo.
    Una cosa di certo la sappiamo. Che se non si reagisce alla forza delle armi con la forza delle armi, si possono scrivere bellissimi e ispirati libri evangelici e comporre bellissime e sante preghiere, però i criminali di guerra non solo non si fermano ma ci prendono ancora più gusto.
    Per questo certi criminali vanno messi “prima” nella condizione di non nuocere, non “dopo”.
    In Italia, poi, sappiamo benissimo chi sono, a tutti i livelli, gli oligofrenici e i neuropatici che a Putin hanno fatto la ola fino a ieri.

    • Pietro, comunque niente di evangelico da parte mia, o poco. Del resto non si può restare insensibili davanti a certe immagini. Qui però é in gioco anche la nostra sopravvivenza ed io non vorrei finire la mia esistenza per un colpo di mortaio. Qui si deve valutare se il gioco vale la candela. É giusto che Putin, ma soprattutto Zelensky, ci trascinino in questa guerra, o, ripeto il mio pensiero, non sarebbe meglio la resa o sacrificio di un popolo, della sua libertà, ma da vivi? O abbiamo ancora bisogno di eroi? Come giustamente scriveva Marino non é una questione di democrazia che i russi devono ancora metabolizzare? Non sarebbe meglio il sacrificio temporaneo dell’Ucraina in cambio di un cammino pur lungo dei russi? Del resto Putin non potrà vivere in eterno. Perché non dare tempo alla Storia invece che ai tempi rapidi della guerra? Certo, ragionamenti egoistici, capitasse un’invasione da noi nessuno potrebbe dire esattamente come reagirebbe, in certe situazioni bisogna trovarsi prima di ipotizzare una qualsiasi reazione. Non so, e mi pare che anche il nosro governo non intenda andare olre le sanzioni economiche che di fatto avranno ripercussioni anche sulla nostra economia, perché, ripeto, é meglio stare al freddo piuttosto di una sopravvivenza, se si é fortunati, in qualche bunker. Mi pare insomma che non ci sia altra soluzione in questo momento che la resa temporanea dell’Ucraina prima che il gioco ci scappi di mano.

  • MI ARRIVA NOTIZIA DA LAURO ZANCHI DI UN INCREMETO DELL’INDICE DI GRADIMENTO DI PUTIN IN PATRIA DEL 6%. LAURO, CHE TUTTI CONOSCIAMO, LO ATTRIBUIISCE A COERCIZIONE, FALSA PROPAGANDA… IO CREDO INVECE CHE STIA RACCOGLIENDO IL FRUTTO CHE OGNI DITTATORE SI ATTENDE: UNA FIAMMATA DI CONSENSI PER OGNI GUERRA. RIFLETTIAMOCI, IN VISTA DELLE POTENZIALITA’ DELL’ISOLAMENTO.

    • Adriano, i russi non hanno informazioni su quanto sta avvenendo in Ucraina. Potenza della censura e della propaganda. Per questo il consenso cresce.

  • L’anima del popolo russo, quello comune, non gli studenti universitari delle grandi città,gli intellettuali, è saldata con Putin, e l’orgoglio russo, è abituato a soffrire. Stalingrado è un esempio. Il popolo russo ha nostalgia di Stalin, è nazionalista, e vuole che la sua nazione torni a contare. La democrazia è estranea all’anima russa sempre in bilico tra nichilismo, e dispotismo orientale. La saldatura con la Cina è più forte. E la Cina sarà il prossimo grosso problema. C’è chi sta maledicendo il leader ucraino perché non s’inginocchia a Putin e non la fa finita. Non mi sorprende.

  • Premesso che tutto cio’ che noi (col culetto al caldo) ci stiamo dicendo sul tema, da un lato e’ per lo piu’ sensato e ben motivato, dall’altro conta piu’ o meno una cicca, rispetto all’evolversi del tragico destino di Zelensky e del suo eroico popolo, cionondimeno non si puo’ non deprecare l’ inettitudine delle diplomazie delle Democrazie occidentali, che non hanno saputo lanciare i warning ai loro governi nei tempi opportuni e cmq necessari a contrastare i disegni criminali dello “zar” russo, e l’incapacita’ voluta/subita dei Governi UE ad adeguare/manutenere “in itinere”, fino alla sua totale osolescenza, uno strumento di allenza, a suo tempo fondamentale, cosi’ come delineato illo tempore, quale la NATO, il tutto in un contesto di totale pazzia collettiva che giustificava l’ipertrofia degli armameni nucleari, vera e propria arma di distruzione totale del pianeta, con la quale lo psicotico crimanale russo sta tenendo sotto scacco il mondo occidentale, l’Europa.
    A voler essere ottimisti a tutti i costi, raccattiamo con piacere in positivo la “nuova alleanza” che si e’ rinsaldata tra le domocrazieUe “contro” lo psicotico criminale, e la positiva costrizione/presa di coscienza della assoluta necessita’ di diversificare le fonti di energia cui poter accedere, senza essere costretti a subire il ricatto di un solo esclusivo padrone!
    E che dio (ops!) ce la mandi buona!!!

  • Il capo della chiesa ortodossa, il Patriarca Kirill, vicinissimo Putin, giustifica la guerra in Ucraina come una sorta di crociata contri i paesi che sostengono i diritti degli omosessuali.

  • a Putin, sorry.

    • Ueilla! Questa mi mancava, ebbravo il cirillo!!!

  • Cirillo poi è proprio un nome del cazzo. Un nome, un destino, del resto si chiamava così anche quello di Alessandria che decretò la morte di Ipazia. Almeno pare. Alcuni storici lo indicano come il mandante dell’omicidio della scienziata e filosofa neoplatonica. Quello di oggi, passato qualche millennio, é vestito guarda caso come il mago Otelma, che é tutto dire. Un vestito un destino.

  • “Oggi – prosegue Giannini – c’è stata una simulazione dell’Università di Princeton, sembrava un videogioco ma era una tragedia immane. Se si attivassero le armi nucleari, nei primi di 45 minuti di conflitto sulla base di armi tattiche e non tattiche avremmo 85 milioni di morti. Nei primi 45 minuti. Quindi la guerra non la vogliamo, ma siamo pronti a passare un inverno al freddo senza gas e senza riscaldamento? Alternative non ne vedo: è l’alternativa del Diavolo, purtroppo”. Massimo Giannini ospite a Otto e mezzo.

  • Anche se dall’Italia stanno partendo armi, difficili da mandare a destinazione, ma che potrebbero arrivare, ricordiamoci che Putin ha già dichiarato che l’Italia é nemica della Russia, siamo già sul suo libro nero.

  • E poi c’è il problema dei profughi milioni per ora disseminati in una manciata di paesi, Polonia soprattutto, che non potranno o vorranno tornare nelle loro case, per ora donne e bambini, ma poi seguiranno i congiungimenti familiari vicini e lontani. Tremonti suggeriva stamattina di utilizzare i beni sequestrati agli oligarchi russi intanto che la Russia finisce in default, intanto che non compriamo piu gas e petrolio, intanto che l’economia europea ritorna in difficoltà dopo il Covid, benzina e farina aumentati a dismisura, intanto che riscaldiamo meno le nostre case, non grande sacrificio per ora, anche perché andiamo verso la primavera, ma se la guerra non si fermasse? Rimango della mia idea. In questo mondo senza più certezze Putin potrebbe scatenare davvero la terza guerra mondiale.

    • C’è gente, ne conosco qualcuno, Michele Santoro e’ uno di questi, l’ex maoista che girava a Salerno con il librettino rosso di Mao-Tze-Tung e scriveva su “Servire il popolo”, che se rileggi oggi quelle pagine ti ricoverevano in psichiatria, ma non ha smesso di prendersela con la Nato, e il presidente ucraino che si vede doveva scappare in Polonia, inginocchiarsi ai russi, così, forse, Putin, si sarebbe fermato, come Hitler dopo aver preso i Sudeti, concessi anche dal pacifismo mondiale (ma non se le ricordano le manifestazioni quando fecero da puntello a Hitler: sono vigliacchi di memoria).

  • Angela Merkel ad una bambina siriana in lacrime disse: non possiamo accogliervi tutti. Parafrasando: possiamo salvare il mondo intero?

  • Ce la conteremo. Senza sperare di avere ragione.

  • L’INTERVISTA10 marzo 2022 – 08:40
    Intervista a Zelensky: «Non ho paura per la vita: mi protegge la mia gente»
    di Cathrin Gilbert. Intanto che in migliaia muoiono e milioni scappano. Non ho letto l’intervista ed estrapolare é sempre rischioso. Spero solo in un riferimento a quelli di cui sopra.

  • Sono profondamente, intimamente turbato dalla fredda, inumana, cinica determinata inflessibilità con la quale lo “spregevole uomo putin” porta avnti il suo disegno “erase” dell’esperienza democratica di “Servo del popolo”, il partito diel Presidente Volodymyr Zelensky.
    Anch’io mi sveglio la notte angosciato per l’immane massacro in atto in Ucraina, massacro di uomini, donne , bambini, giovani combattenti russi e ucraini, massacro al quale non ci è dato poter intervenire, messi sotto scacco come siamo dalla minaccia di conflitto nucleare “fine di mondo”.
    Anche Santoro, nella bella trasmissione “Di Martedì” di Giovanni Floris, ha detto queste stesse parole “mi sveglio di notte in preda all’angiscia….” nel suo intervento nel quale in modo molto “fisico” si è lasciato andare, come un fiume in piena che si andava ingrossando di momento in momento, alla denuncia dello scandalo contro ogni umanità al quale ci tocca assistere, qui, nel cuore della civile, progredita Europa!
    I fatti d’Eucraina ci stanno dicendo che non c’è limite alle sofferenze che possono essere inflitte dall’uomo contro l’uomo se si antepone la “ragion di Stato” ad ogni altro sentimento che fa dell'”uomo pensante” un attore di vita, di cultura, di empatia, di tolleranza, di bellezza.
    Si insomma tutto ciò che non è il Presidente Putin!

    • Francesco, mi pare che in questo momento il problema non sia empatizzare col popolo ucraino condannato al massacro da Putin, ci mancherebbe, e secondo me con la complicità involontaria di Zelensky, ma decidere scientificamente, valutati i pro e i contro, visti i fallimenti delle diplomazie e le conseguenze, solo all’inizio, della sanzioni, quale sia la scelta non più rimandabile e urgentissima. Io ritengo che forse sia meglio un popolo oppresso, per poi comunque intervenire sul cammino della democrazia, soprattutto russo, Putin non campera’ in eterno, che un’umanità in ginocchio. E mi pare anche che stia serpeggiando questo orientamento.

  • Ho riletto le dichiarazioni di Santoro. Come dargli torto? Siamo oltretutto già in guerra senza volerlo. Quando leggo della necessità di risparmio energetico, di spegnere il riscaldamento, anche ministeriale, dell’aumento dei costi o la mancanza di materie prime, della Sardegna, forse isterici come all’inizio del Covid,dove la corsa agli accaparramenti alimentari nei supermercati è già iniziata, io credo che ormai gli italiani abbiano sentore del pericolo incombente e che non vogliano assolutamente l’allargamento del conflitto. Sono ancora vivi in molti i ricordi della seconda guerra mondiale, e lasciamo stare i ricordi dell’austerity di qualche decennio fa quando famigliole festose si impadronivano delle città libere da traffico automobilistico, che quasi pareva un gioco. Ora non è più così. Non per essere pacifista a tutti i costi, anzi, non lo sono proprio, ma le sensibilità sono cambiate. Una nuova austerity gli italiani, e gli europei, credo che non la vogliano proprio, e tanto meno una guerra. Cazzo.

  • Uno dei pochi ad avere capito tutto con largo anticipo è stato Garry Kasparov. Quando l’estrema lucidità non serve unicamente a essere stato uno dei più grandi scacchisti di tutti i tempi. Di segito una sua intervista di qualche tempo fa.(l’intervista è di Gennaio2022, parecchio prima dell’invasione in Ucraina.)

    KASPAROV: “l’OCCIDENTE IGNORA LA STORIA, PUTIN E’ PRONTO A TUTTO”

    di Federico Fubini, Il Corriere della Sera

    Garry Kasparov non ha dubbi. Nato cittadino sovietico a Baku (Azerbaigian) 58 anni fa, campione del mondo di scacchi per un quindicennio fino al Duemila, dissidente durante il comunismo e aperto oppositore da quando Vladimir Putin è al Cremlino, Kasparov da anni ha lasciato la Russia per proteggere la propria incolumità e ora accusa: «L’Occidente sta ignorando l’esperienza storica degli anni ‘30».

    Vuole dire che l’Occidente sottovaluta la determinazione di Putin nell’aggredire l’Ucraina e spargere il caos in Europa orientale?

    «Dire che stia sottovalutando è un understatement. Chi sottovaluta almeno riconosce una minaccia, anche se non la prende molto seriamente. Negli anni ‘30 la Francia o la Gran Bretagna sottovalutarono Hitler. Oggi parlare di sottovalutazione significa ignorare l’esperienza storica, perché abbiamo già avuto gli anni ‘30. Significa ignorare quello che Putin ha già fatto e quello che ha detto. È incredibile».

    Kasparov, cosa intende dire?

    «Quindici anni fa alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Putin spiegò molto chiaramente il suo programma. La gente pensò: lui lascerà, verrà Dimitri Medvedev (presidente dal 2008 al 2012, ndr). Ma io sapevo che Medvedev era un fantoccio e nessuno mi ascoltava. Mi spiegarono che non avevo capito, che c’era un’evoluzione in corso, che ero un estremista. Bene. In 2007 Putin aveva detto che voleva mettere fine alla catastrofe geopolitica del ventesimo secolo, la dissoluzione dell’Unione sovietica. Non parlò di restaurare l’Unione sovietica, ma di una sfera d’influenza russa. Fondamentalmente disse che voleva un veto sul diritto di altri Paesi di entrare nella Nato. E in questi 15 anni è stato fedele alle sue parole attaccando la Georgia, annettendo la Crimea, avviando una guerra contro l’Ucraina e adesso prendendo di fatto il controllo del Kazakhstan. E parliamo ancora di sottovalutazione? Cos’altro dove fare?»

    Dunque lei crede che possa realmente attaccare?

    «Per così tanti anni abbiamo detto: Putin non lo farebbe mai! Sarebbe terribile per la sua immagine! E poi lo ha fatto e l’ha passata sempre liscia».

    In Occidente molte persone bene informate ritengono che Putin non invaderà l’Ucraina. Pensa che si sbaglino?

    «Non dico che invaderà l’Ucraina di sicuro, ma Putin può fare qualunque cosa e passarla liscia. Quelli che ora dicono che non invaderà l’Ucraina avevano previsto l’annessione della Crimea? Avevano previsto l’occupazione di fatto del Kazakhstan? Così questi osservatori nascondono la loro impotenza o qualcosa di peggio: l’interesse concreto, materiale nel proseguire in un rapporto con Putin. Gerhard Gerhard Schröder, l’ex cancelliere tedesco, è a libro paga del dittatore russo: milioni di euro all’anno di salario ufficiale e definisce Putin “chiaramente democratico”. Mi sbaglio? Molti in Occidente dicevano che in fondo la Russia era una democrazia. No, è una dittatura fascista. Ha distrutto l’opposizione interna e continua ad attaccare i propri vicini. E ora guardate le richieste alla Nato: in sostanza dice che l’Alleanza atlantica dovrebbe dissolversi. Non credo che Putin si aspetti che ciò accada, ma si sente così potente, così arrogante che può parlare così agli americani. A proposito, ha completamente ignorato l’Ucraina, ha ignorato la Francia, la Gran Bretagna».

    Va bene, ma invaderà l’Ucraina o no secondo lei?

    «Lo farà se crede che può farlo e passarla liscia. Ma non sa se può controllare l’Ucraina perché è un Paese vasto, non è come la Georgia. L’Ucraina risponderà all’attacco e in Ucraina ci sono molte armi, anche se non abbastanza. Se l’America e l’Europa fossero più determinate e fornissero all’Ucraina le armi di cui ha bisogno, allora riterrei che l’invasione non ci sarà».

    Le sanzioni internazionali possono dissuadere Putin?

    «Non gliene importa niente. Di che sanzioni parliamo? Il gas russo viene ancora comprato, il petrolio anche e nessun patrimonio di qualche oligarca russo è stato preso di mira. Per ora Putin non ha subito nessuna vera conseguenza per le sue aggressioni. Solo due cose possono impedirgli di invadere l’Ucraina: il prezzo elevato che deve pagare, perché gli ucraini sono pronti a combattere; e il fatto che deve spostare parte delle truppe che aveva mandato in Kazakhstan. A proposito: chi aveva previsto che avrebbe preso il controllo del Kazakhstan, letteralmente dal giorno alla notte?»

    È stata una decisione improvvisa, di fronte alla rivolta. Il Cremlino sta improvvisando?

    «Putin è sempre stato molto coerente nel realizzare il suo programma e il suo programma è di riprendere il pieno controllo dell’ex Unione sovietica. Per questo deve trovare un modo di soggiogare l’Ucraina: se non con un’invasione militare, allora tramite l’influenza politica. Ventiquattr’ore su ventiquattro la propaganda russa parla dell’Ucraina come fosse uno Stato fallito. Sembra quello che disse Molotov nel 1939 dopo il collasso della Polonia: “La Polonia, questo figlio sgraziato del Trattato di Varsavia, ha cessato di esistere”. L’Ucraina è per Putin un figlio sgraziato del collasso dell’Urss: non ha diritto di esistere».

    Il presidente russo sta usando le rivolte nei Paesi dell’ex Urss, dalla Bielorussia al Kazakhstan, per realizzare il suo programma?

    «Saper cogliere le opportunità è importante per i dittatori. È raro che se le creino da soli, se non si presentano. Ma questo è un dittatore che corre in soccorso di altri dittatori. Bielorussia, Kazakhstan e che dire della Siria? Che dire del Venezuela? Non appena vede l’opportunità di intervenire a sostegno di dittatori, è sempre in grado di farlo. Questo ha diminuito la reputazione del mondo libero e in particolare degli Stati Uniti agli occhi di coloro che combattono per la libertà, perché Putin nel difendere i dittatori ha avuto successo. Quelli che lui ha sostenuto sono ancora al potere. Se se l’è cavata in Siria, perché non in Kazakhstan? È un domino. Mi ricordo quando Putin invase la Georgia e l’Unione europea suddivise la colpa in parti uguali. È come dire che quando Stalin attaccò la Finlandia, la Finlandia era una minaccia per Leningrado. Allora dissi che la prossima sarebbe stata l’Ucraina e sa perché?»

    Dica, perché?

    «Perché avevo dato un’occhiata alla cartina geografica. E ancora una volta non ci fu alcuna reazione, perché Putin aveva visto che l’America aveva già fatto marcia indietro sulla Siria. Nella crisi siriana del 2013, con l’uso delle armi chimiche, Obama si rimangiò la minaccia di intervenire. Fu un segnale che l’America era debole e indecisa, Putin lo ha capito così. Fu l’inizio del domino, era chiaro che avrebbe avuto delle conseguenze ben oltre la Siria. Infatti poi abbiamo avuto la Crimea, quindi l’Ucraina orientale e adesso il Kazakhstan con la Bielorussia nel frattempo. Putin agisce e il mondo libero si limita a parlare».

    L’Europa ha bisogno del gas russo e del mercato russo per vendere i suoi prodotti. È questo il problema?

    «Dimentichiamoci la strage di Beslan del 2004 o gli avvelenamenti in Inghilterra, partiamo dal discorso di Putin a Monaco nel 2007 sul progetto di ricreare la sfera d’influenza su altri Paesi ex sovietici. Da allora l’Europa ha avuto 15 anni. Cosa ha fatto per ridurre la sua dipendenza dal gas russo? Niente, assolutamente niente. Peggio, ha aumentato le forniture di gas dalla Russia. Ho parlato di Schröder, ma potrei parlare di una lunga lista di politici di alto livello che hanno cooperato con Putin e ricevuto denaro da lui. Eppure c’erano tante alternative, tanti giacimenti altrove che si potevano sviluppare. Invece si è investito in ben due gasdotti Nordstream fra la Russia e la Germania. È incredibile, quando sento dire agli europei che non possono fare niente. Per forza, hanno costruito la loro dipendenza dalla Russia con le loro stesse mani! Questi politici ne sono responsabili, Angela Merkel in primo luogo. Ma l’80% del gas della Russia è diretto all’Europa. Dunque chi avrebbe il coltello dalla parte del manico? Eppure il ceto politico europeo è così corrotto che non vuole fare niente contro Putin. Questa è la ragione: una complessiva corruzione politica e finanziaria».

    La popolazione russa è povera, con indicatori di salute pubblica terribili, mentre la spesa militare in proporzione al prodotto lordo è fra le più alte al mondo…

    «Lo è anche la spesa nella polizia e in propaganda, non solo interna. “Russia Today” fra i canali di news meglio finanziati al mondo. Riceve più soldi di Al Jazeera».

    Non crede che sia un equilibrio molto precario e prima o poi può spezzarsi a svantaggio di Putin?

    «Concordo che sia un equilibrio precario. Ma non solo per la Russia, lo è anche per il resto del mondo. Sappiamo dalla Storia che i dittatori conoscono un’unica soluzione ai problemi interni: le avventure all’estero. Lo vediamo anche adesso in Kazakhstan: uno degli obiettivi è prendere il controllo delle vaste risorse del Kazakhstan per poterle portare in Russia. Non ridurrà la spesa militare, Putin. La spesa nella difesa, nella polizia e nella propaganda cresce ogni anno, mentre tutto il resto viene tagliato: sicurezza sociale, sanità, case popolari, cultura, educazione. Tutto tagliato. E non credo che il Cremlino possa reindirizzare risorse verso la società. La corruzione in Russia è sistemica, dunque anche se Putin cercasse di riportare risorse verso la popolazione i soldi verrebbero rubati. Il sistema è costruito per aspirare risorse verso l’alto, non per distribuirle verso il basso. Danno alla gente giusto abbastanza per sopravvivere. Dunque un ulteriore deterioramento della situazione in Russia porterà a una politica estera ancora più aggressiva».
    Un campione di scacchi sa prevedere lontano!

    • Quindi? Come procedere?

  • Domenico De Masi, sociologo, collaboratore del Fatto Quotidiano, in palmo di mano dagli ex amici di Grillo ha detto a Rete Quattro, che gli occidentali dovrebbero comportarsi con Putin, come ha fatto Berlusconi. Lo ha detto al talk-show di Barbara Palombelli, stasera. Si può riascoltare. Il partito di Grillo-Casaleggio-Conte ha dei riferimenti culturali che sono comici.

    • Mi pare un pochetto….. “semplificato” il tuo commento Marino; riporto al proposito il virgolettato di DeMasi da Il Tempo:
      “Stiamo rasentando in modo terribile una guerra mondiale …..questa è la prima volta che una guerra ci mette di fronte al vero problema……. non si tratta di non usare queste bombe, ma di distruggerle …….Quando si sarà sistemata questa situazione specifica, bisogna cambiare politica, perchè la politica che abbiamo avuto negli ultimi trent’anni ci ha portato a queste conseguenze:……c’è qualcosa che abbiamo sbagliato anche noi ….la NATO aveva 12 Paesi iscritti alla caduta del muro di Berlino, ora ne ha il doppio e spende sette volte di più della Russia in armamenti….credo che un esempio ci è venuto da Berlusconi. Bisognava avere con la Russia qualcosa di simile a quello che Berlusconi ha avuto con Putin…..”.
      Non sono affatto un Berlusconiano, anzi, ma a fronte dei tanti errori dei Paesi EU e dei loro leader, quanto a “visione”, non posso non riconoscere che in questo senso, gli ottimi rapporti tenuti da Berlusconi con il leader autocrate della Russia, tenevano pragmaticamente conto del contesto, ed una “visione” ce l’avevano ( e, mi fa paura a dirlo, ma, con gli occhi del poi, discorso analogo lo farei anche rispetto a Gheddafi!)

  • Berlusconi domatore da circo della belva Putin? Così dice anche, in sostanza, senza farla troppo lunga, che con i lunghi discorsi si nasconde il nocciolo che è quello che domando. Per Sallusti, che parlo’ con Berlusconi di questo, la risposta è stata, dice Sallusti, proprio questa: lo ammansiva, lo accarezzava insomma, placandolo, come si fa con le belve feroci. Peccato che risulta a un giornale inglese, citato da Catherine Belton in “Gli uomini di Putin” che Berlusconi faceva affari milionari con Putin, e forse dando qualcosa in cambio, come di fa negli affari. Per esempio, Belton cita un grosso contratto di film e serie tv delle reti del Cavaliere che duravano anni nelle tv russe. Palanche.
    Quante stupidaggini da De Masi e Sallusti.
    Il domatore da circo….

    • Spassoso, se non fosse tragico, l’elenco dei presunti “ammansitori” nella Storia.
      Impressionanti le somiglianze tra certe attuali pulsioni “negoziali” e determinate esternazioni di Chamberlain e Daladier sia prima che dopo i colloqui di Monaco.

  • E non ho fatto l’insegnante, non ho scartabellato libri nelle scuole, con tutto il csrico di vita prevista, ma non proprio ancora vissuta nella realtà del mondo del lavoro. Ho lavorato nelle ditte, che cercavano di fare affari. E negli affari non esistono leggi, etica, se non in minima parte. Le leggi si scantonano; l’etica è possibile solo in rari casi.
    Chi s’incontra per affari vuole guadagnare cercando anche pertugi per ottenere vantaggi. Credo che Berlusconi, ma è una mia opinione, sapesse benissimo che Putin fosse un criminale. Ma gli affari si fanno con tutti.

  • Sono fuori tema, ma ho letto ora che il fondatore di Byoblu, la rv complottista e novax, è Messora, che era responsabile della comunicazione dei 5stelle. Che ambientino…

  • Fino a che punto siamo disposti a sacrificarci? La domanda, in altro social, è di un amico di Cremascolta. Il direttore del Sole 24 ore dichiara che pagheremo acaro prezzo le sanzioni comminate a Putin, e già se ne vedono gli effetti, magari solo speculativi e senza stare ad elencarli perchè di fosche previsioni sono pieni i media. Intellettuali a catena o organizzati prendono posizioni non interventiste, dirette o indirette, intanto che anche la Romania si prepara ad un’eventuale invasione. Nonostante contingenti atlantici di addestramento si stiano avvicinando ai confini con l’Ucraina, notizia forse da verificare, è un dato di fatto che tra i belligeranti per ora in campo uno è forte e l’altro è debole e le diplomazie annaspano per una soluzione non breve del conflitto che rischia comunque di allargarsi. E noi, uomini qualsiasi assistiamo per ora alla finestra, magari osservando le carte geopolitiche diffuse da talk show, colorate di rosso che visualizzano l’allargamento di una Nato, con sottofondo le parole di Biden che vent’anni fa dichiarava che un eventuale allargamento avrebbe fatto incazzare Putin, accerchiato sempre di più e coinvolto sempre di più in una nuova guerra fredda che non solo lui ha voluto. O per lo meno lui la intende così. Parole che col senno di poi trovano certificazione. Pensarci prima no? Ed ora voglio proprio vedere quando le parole dei neutralisti troveranno riscontro nel disagio di tutti noi che per ora possiamo risparmiare l’uso della macchina per risparmiare carburante, e abbassare il riscaldamento, ma quando gli scaffali dei supermercati saranno vuoti, voglio proprio vedere cosa ne sarà della fratellanza verso i profughi, milioni, se la guerra dovesse durare a lungo. Siamo già in un’economia di guerra, dice Draghi, che non è un pirla qualsiasi, o dovremo preparaci, e allora ritorno alla mia domanda iniziale. Fino a che punto siamo disposti a sacrificarci?
    P.s.: non sono nè atlantista nè filo russo, del resto è chiaro il mio pensiero.
    A margine: torno da poco da una fredda passeggiata nel parco del Serio, il prato disseminato di bottiglie vuote e cocci di vetro, bottiglie di plastica abbandonate e varia sporcizia a dimostrare un fenomeno, certo non solo di questi giorni, del disagio di tanti giovani senza altra alternativa che sballarsi il venerdì sera. Solo maleducati o portatori di incazzo per il mondo e un futuro che noi adulti abbiamo preparato? Poveri ragazzi, ci mancherebbe solo una guerra.

  • “amaro prezzo”.

  • Caro Ivano, cheddire?
    La ricerca delle “colpe” e dei “motivi” è quasi sempre complessa assai, pero’ se uno si comporta da “criminale” è un criminale e se si comporta da “incivile maledicato” è un incivile maleducato!

  • Caro Francesco, se riascolti le parole di Michele Santoro a Di Martedì, che ti sono piaciute, che i dettagli contano, questo ex-maoista di “Servire il popolo”, non come te che puoi andare orgoglioso del tuo passato lamalfiano (di Ugo La Malfa), ha detto: vorrei che fossimo come in Spagna dove i socialisti, sono contrari all’invio di armi. È Podemos, della sinistra radicale, il cui ex-leader, Iglesias, che si è fatto una bella piscina nella sua casa di Madrid, il leader della povera gente, che non voleva saperne di inviare armi all’Ucraina. Il PSOE, socialista, favorevole. Che dire di uno così?

    • Marino, l’invasione dell’Ucraina comandata ed attuata dall’esercito russo decisa da dal presidente Putin che sta dando luogo alla distruzione sistematica delle maggiori città ucraine, alla fuga dalle loro case di donne, vecchi e bambini e vede l’eroica resistenza dell’esercito ucraino e di uomini e donne in grado di usare le armi, per difendere la propria patria, è un esecrabile atto contrario ad ogni sentimento umano, nemmeno ipotizzabile nell’ambito di un contesto di civile,
      umana convivenza.
      Ora, considerata la enorme disparità delle forze che si combattono, e la determinazione del presidente russo a continuare nella sua distruzione di ogni forma di vita, eludendo le azioni di possibile ricerca di mediazione per una intesa almeno di cessate il fuoco, risulta davvero enormemente difficile scegliere da parti esterne alle Nazioni in guerra, sotto ricatto di una possibile minacciata (da Putin) transizione all’allargamento nucleare di un conflitto che diverrebbe mondiale, se continuare a fornire armamenti al popolo ucraino senza parallelamente mettere in atto reali, decisive azioni di trattativa di cessare il fuoco, trovando punti di convergenza tra le richieste tra le due parti, con conseguente interruzione del massacro.
      Questo il terribile attuale (fatti poi salvi gli altrettanto terribili precedenti geo politici) contesto dal quale non è dato prescindere, a rischio di semplificazioni che risultano solo fuorvianti.
      Restando comunque a condizionare il futuro dell’Europa, la tragica indescrivibile diaspora che sta disseminando un popolo (segnatamente donne, vecchi, bambini di famiglie distrutte e sradicate dal loro contesto di vita) e costrette per sopravvivere a confidare, e dipendere, dalla coscienza ed accoglienza della Nazioni e popolazioni Europee.

  • Francesco, scusami, da cronista ho solo voluto segnalarti le bugie dette, le ho citate: i socialisti spagnoli non c’entravano con ciò che ha detto Santoro. Santoro ha detto una balla. E tu l’hai bevuta. Era Podemos contraria all’invio di armi all’Ucraina, tanto da provocare uno scontro al governo con i socialisti. La sinistra radicale non ne ha mai imbroccata una, nella sua storia politica fatta di frazionamenti, spaccature, litigi, vigliaccheria, capi capetti parenti benestanti tanto, a lisciare il pelo al’operaismo con intere enciclopedie, mai mettendoci il piede dentro, nelle fabbriche, che è un lavoro sporchevole. E ancora oggi, la loro ipocrisia, la vigliaccheria della sinistra anticapitalista, antiNato, l’hanno dimostrata anche cercando scusanti a un malvagio, un criminale come Putin e il suo governo medioevale.

  • Di fatto stiamo assistendo alla distruzione e desertificazione dell’Ucraina con deportazioni dei rimasti verso la Russia. Non sappiamo quali altre mire espansionistiche abbia Putin, di certo stiamo assistendo alla scomparsa di un paese geopolitico. Ne sarà valsa la pena? E non invidio affatto chi ha certezze da vendere.

  • Mi pare che qui si stia sottovalutando il pericolo di un allargamento del conflitto. Io non voglio fare l’eroe comodamente a casa mia. Per ora né poi.

  • Estemporaneita’ della politica, mai lungimirante. Abbiamo avuto anni per liberarci dalla dipendenza energetica dalla Russia. Siamo tutti responsabili di quanto sta avvenenendo. Non noi impotenti cittadini, se non indirettamenta, ma una classe dirigente parassita avida solo di protagonismo. Certo, adesso tutti addosso a Putin, e alcuni a Zelensky, ma è l’occidente tutto che ha preparato le fondamenta di questa guerra.

  • Condivido, caro Ivano, così come condivido l’approccio di Anrea Scanzi che, su FQ di oggi l’ha portato a titolare: “Che invidia per chi ha tutte le certezze su Putin e Zelensky”.
    Di seguito riporto i “dubbi” da lui esplicitati:

    “Sul conflitto russo-ucraino ho solo dubbi, e invidio (si fa per dire) chi ha solo certezze.

    1. Chi si lamenta perché “parliamo solo di Ucraina”, mentre ce ne freghiamo di Siria, Libia, Afghanistan eccetera, ha ragione. Ma scopre l’acqua calda: l’animale uomo si interessa unicamente a ciò che lo tocca da vicino. Non è solo vicinanza (sacrosanta) al popolo ucraino: è (soprattutto) paura di finirci in mezzo anche noi. Se Putin avesse bombardato le isole Tonga, non ce ne sarebbe fregato nulla.

    2. Questa cosa che “Zelensky dovrebbe arrendersi subito” è una chiara applicazione del seguente motto: “Fare i pacifisti col culo degli altri”. Un conto è “sperare” in una fine veloce e il meno possibile cruenta, un altro è pretendere che Zelensky “non rompa troppo i coglioni”. Se qualcuno invadesse l’Italia, e i nostri amici ci dicessero “finitela lì e arrendetevi”, come reagiremmo?

    3. A perorare la sciocchezza del “Zelensky coglione e colpevole perché non si arrende a Putin”, non per nulla, sono i Feltri e i Povia. Il primo, oltretutto, chiama Zelensky “Zagrebelsky”: daje Vitto’!

    4. La trasformazione degli ultrà no-vax e no-pass in pro-Putin ci insegna che la fortuna è cieca, ma la deficienza ci vede benissimo.

    5. In termini mediatici, Zelensky se la sta giocando molto bene. Qualcuno gliene fa una colpa, perché così facendo allunga l’agonia. Io dico che, quando si resiste, si resiste. Se aveste incontrato un partigiano nel 1944, gli avreste chiesto di finirla lì perché “se vi opponete ai nazifascisti ci saranno ancora più morti”?

    6. Se fossi stato in Parlamento, e per fortuna mai ci sarò, avrei votato – con mille dubbi – sì all’invio delle armi. Se un amico mi chiede aiuto, io glielo do. Non inviare armi significa senz’altro essere pacifisti purissimi, ma – concretamente – vuol anche dire voltare le spalle all’Ucraina e fregarsene.

    7. L’Europa, inviando armi, ha rinunciato alla sua neutralità? Certo. E menomale! Io non la voglio un’Europa “neutrale”, se da una parte c’è un aggredito e dall’altra un aggressore. Io voglio un’Europa giusta e coraggiosa, non pavida e paracula (con la scusa della Realpolitik).

    8. È verissimo che Occidente, Unione europea e Nato hanno molte colpe, ma l’analisi del pregresso non sposta di una virgola la realtà delle cose: Putin è il male assoluto. E va fermato. Con la diplomazia se va bene, in ogni modo se va male.

    9. Atlantismo ed europeismo non sono la stessa cosa. Certo. L’Europa è troppo appiattita nei confronti degli Usa. Vero. L’America resta quella che cantava Gaber. Sì. E gli Stati Uniti trarranno vantaggio da questa guerra. Yes. Ma allora la soluzione quale sarebbe? Non applicare sanzioni e lasciare l’Ucraina al suo destino?

    10. La criminalizzazione del dissenso è insopportabile. Io, per esempio, trovo preziosi gli interventi di Orsini e illuminanti quelli di Montanari, Fini, Canfora, Castellina, Fratoianni, Spinelli e Roger Waters.

    11. Per negoziare serve chi sa negoziare. E l’Europa, oggi, è popolata da turisti della storia. Una Merkel (in attività) non c’è. E sperare che Turchia e Cina siano “neutrali” fa ridere i polli. L’unico a poter fare qualcosa è il Papa, ma per negoziare devi avere da entrambe le parti persone dotate di senno. Se di là hai Hitler, cosa negozi?

    12. La vera colpa di Europa e Occidente è stata sottovalutare la portata criminale di Putin, che era sanguinario anche quando lo celebravano destra, pezzi di 5Stelle e settori di sinistra radicale.

    13. Come se ne esce? Non lo so. E in tutta onestà ho sempre più paura. Dolore, rabbia e paura.”

    E in particolare, condivido appieno questo p.to 13 finale!!!

    • Condivido il “pezzo” di Scanzi, nelle cose cge dice, per gran parte. Scrive sempre fluido, capace di frasi che arrivano al nocciolo della questione: una qualità che ha saputo migliorare nel tempo. Il dissenso va benissimo, ma uno ha il diritto anche d’innervosirsi quando parla di questa guerra Luciano Canfora. La penso come Luigi Manconi: se Canfora rappresentasse la maggioranza della sinistra italiana, la sinistra italiana non sarebbe più la mia casa.

  • Parole (“sante”?!?) di Monsignor Carlo Maria Vigano’ del marzo 2022 (Arcivescovo cattolico dall’Aprile 2016 già Nunzio apostolico emerito in USA ) ” ….Se guardiamo a quanto accade in Ucraina, senza lasciarci trarre in errore dalle macroscopiche falsificazioni dei media mainstream, ci rendiamo conto che il «rispetto dei reciproci diritti» è stato completamente ignorato; si ha anzi l’impressione che l’Amministrazione Biden, la NATO e l’Unione Europea vogliano deliberatamente mantenere una situazione di palese squilibrio, proprio per rendere impossibile ogni tentativo di composizione pacifica della crisi ucraina, provocando la Federazione Russa per scatenare un conflitto. Qui sta la gravità del problema. Questa la trappola tesa tanto alla Russia quanto all’Ucraina, usando entrambe per consentire all’élite globalista di portare a compimento il suo piano criminale.

    Non ci si stupisca se il pluralismo e la libertà di parola, tanto decantati nei Paesi che si dichiarano democratici, vengano quotidianamente sconfessati dalla censura e dall’intolleranza nei confronti delle opinioni non allineate alla narrazione ufficiale: manipolazioni di questo genere sono diventate la norma, durante la cosiddetta pandemia, ai danni di medici, scienziati e giornalisti dissenzienti, che sono stati screditati e ostracizzati per il solo fatto di aver osato mettere in dubbio l’efficacia dei sieri sperimentali. A distanza di due anni, la verità sugli effetti avversi e sulla sciagurata gestione dell’emergenza sanitaria dà loro ragione, ma viene ignorata ostinatamente perché non corrisponde a ciò che il sistema ha voluto e vuole ancora oggi…..”
    ( fonte: Secondo Piano News)
    Ed il mix …. noUcraina/no vax è servito, e così sia!

  • Marco Travaglio, da un po’ di tempo, l’ho segnalato qui, già dalle sue posizioni sul green pass, sta prendendo una piega brividosa, come la carta abrasiva sul vetro. Lui di politica estera ne sa niente, non se n’è mai occupato, e lo sa benissimo, ma è entrato in una parte, e da quella non si scolla. Sentenzia su tutto, anche di quello che di cui non si è mai occupato. Travaglio insiste sulle colpe della NATO, in questa guerra. Gli ha risposto un cuoco italiano che vive a Kiev, che ha detto quello che diversi giornalisti, corrispondenti esteri scrivono da anni, e che Travaglio che fuori dal malaffare italiano non ha mai, ripeto mai messo il naso: su cosa vuole Putin. il cuoco ha detto: Putin da anni dice che l’Ucraina non può essere una nazione, perché deve far parte della Federazione Russa. Il problema per Putin e i suoi sgherri è la democrazia non la NATO. La NATO è un scusa che lui agita, Hitler pure ne agito’ di scuse per invadere i Sudeti, ma è la democrazia in un paese vicino che spaventa il pazzo criminale di San Pietroburgo . Ha visto la Bielorussia vacillare sotto le proteste, il Kazakhstan, e pure in Russia la protesta cresceva. Non può permettere che l’Ucraina possa essere un paese europeo, occidentale e tentare, tra diverse difficoltà, ad essere un paese vicino, democratico, che nel sogno degli uomini del KGB, deve tornare alla casa madre. Alla Russia, come stato satellite.

  • Ottima l’idea della taglia sul criminale. Finalmente si ricomincia a pensare ed agire alla vecchia buona maniera. Dopo tante chiacchiere, preci e salmodiamenti, forse a noi Occidentali qualcosa riprende a funzionare nei luoghi tradizionalmente preposti a certe funzioni volitive. Peccato che il tempo sia sempre più ristretto. E però, a pensarci bene, ci sarebbero anche altri modi, sempre vecchio stile, in aggiunta alla taglia, per darci da fare contro questo banditaggio internazionale. Senza inventare niente di nuovo. Ma bisognerebbe fare presto.

    • Non ne sapevo nulla, lo confesso, e quando ho letto il commento di Pietro Martini ho sussultato!
      Ma Pietro M sta dando fuori di testa?!? Mi sono buttato nel web: in effetti la notizia non pare proprio essere una fake, la fonte è addiritturo “il Corrierone”, Corriere.it https://www.glonaabot.it/articoli-correlati/taglia-su-putin-imprenditore-russo-offre-un-milione-di-dollari-a-chi-lo-arresta .
      Come dire?
      Roba da…. “far west”/ videogioco!
      Ma non fosse che le centinaia (migliaia?!?) di morti sono vere, drammaticamente verissime, donne, vecchi e bambini massacrati compresi, anche quello che sta accadendo in Ucraina è …..”roba da videogioco” incredibile, nella sua terribile, inumana, drammaticità!
      Mi stropiccio gli occhi per cercare di svegliarmi da questo incubo.
      Ma davvero tutto ciò sta accadendo nel civile, occidentale, progredito, pacificato continente EU?!?

  • Ai partigiani italiani comunisti, socialisti, azzurri, bianchi se avessero potuto ammazzare Himmler, Goebbels, Goring, Hitler, anche strozzandoli lo avrebbero fatto. Questi neo-agnellini della sinistra radicale che hanno trascorso una vita a giustificare violenze di ogni tipo per la difesa proletaria, oggi sono diventati francescani e fanno porgere l’altra guancia. Agli altri però. Bisogna vedere se questo “cambio di passo” mentale sia sincero o non nasconda qualcos’altro: vecchie nostalgie, odio per l’America e per l’Alleanza Atlantica, scarsa passione per la libertà e la democrazia.
    Cambiando argomento. Con tutto il male che dico da tempo degli ex-amici di Grillo, per fortuna che in quell’armata Brancaleone c’è Giuseppe Conte.

    • Caro Marino, da tempo sottolineo il gran lavoro che si è preso sulle spalle “Giuseppi”, per ricondurre a credìbilità di Partito l’azione di quell'”……ARMATABRANCALEONE”!

  • Io propongo invece, o anche, una taglia per arrestare gli speculatori del gas e dell’energia per gli aumenti, pare non giusticati, che stanno da tempo applicando. Gas stoccato tempo fa e distribuito oggi con rincari del 100%. E anche per quei politici inermi che propongono giusto la dilazione dei pagamenti, non con una legge per i distributori in modo che dilazionino loro l’entità delle bollette, ma mettendo in condizione chi è in difficoltà di far la fila agli sportelli con lo stigma dei poveracci. Una guerra tra utenti e distributori avrebbe esito scontato senza troppe analisi. I petrolieri dovrebbero abbassare le arie. Se poi ci mettiamo anche la guerra siamo fritti. Sarebbe meglio iniziare a far friggere loro.

    • E ci abbiamo anche un Draghi, a capo del Governo, che queste cosette dovrebbe saperle bene!!!!

  • Lagarde segnala che con questa guerra anche la crescita economica di tutta l’Europa é a rischio. Sempre di più il pericolo di un conflitto mondiale. E in tanti che si appellano alla neutralità, evocata da Zelensky, per dirgli che forse avrebbe dovuto pensarci prima. Come la mettiamo?

  • E se un missile cadesse per errore su Polonia o Estonia? Verrebbe derubricato come incidente e amen?

  • Francesco, fossimo ancora ai tempi dei 5stelle con un Di Maio in altro ruolo, ci penserebbero loro, come col reddito di cittadinanza. Ci pagherebbero le bollette. 😜, le cancellerebbero, come fecero con la povertà.

  • E “zarPutin il terribile”,. con un COUP DE THÉÂTRE, come fosse un ….gioco di prestigio (ops!) cambia le carte in tavola raccontando la sua invasione e massacro relativo in atto, tramutata in un intervento salvifico mirato a evitare il genocidio in Donbass, con un discorso, davanti a decine di migliaia di cittadini entusiasti, festanti in occasione dell’anniversario dell’annessione della Crimea, e intitolato «Per un mondo senza nazismo, per la Russia, per il presidente».
    https://www.open.online/2022/03/18/russia-putin-discorso-nazione-18-marzo/
    Sono restato basito, davanti alla TV che trasmetteva (La7/CNN) in diretta, oggi nel primo pomeriggio, letteralmente senza parole, di fronte a tanta vigliacca, impunita spudoratezza a raccoglere gli osanna della folla imbandierata e festante, a bersi una narrazione che distorceve a suo comodo la realtà fattuale, non facendosi mancare nemmeno citazioni delle scritture, mentre migliaia di civili, le loro famiglie, le loro case, la loro vita le loro città, venivano, dietro suo comando, distrutte, azzerate, cancellate dalla faccia della terra di Ucraina.
    «L’Occidente vuole smembrare la Russia, ma questo non succederà. Non faremo nessun passo indietro in Ucraina»!!!!

  • Doveva telefonare all’amico caro, al Cavaliere prima di aggredire l’Ucraina. Ci sono altri modi per strozzare il governo ucraino, per lusingare la popolazione e convincerla che la Federazione Russa è meglio, si mangia meglio. Il capitalismo selvaggio ha metodi sofisticati, ma non ha voluto alzare la cornetta e chiamarlo. Un peccato.

  • La guerra continua e nessuno scrive più niente. Arrivano anche minacce dirette all’Italia. Ripeto la domanda mediata da altro post di un nostro caro amico: fino a che punto saremo disposti a sacrificarci? Francesco ha parlato in qualche commento fa di realismo. Qual è il realismo? Pur credendo che prima o dopo le guerre arriveranno anche da noi, connaturate come sono nello spirito degli uomini. Ma, meglio adesso o tra qualche decennio?

  • Un copia incolla a cui non aggiungo niente. “Continuare a colpire, umiliare o provare a distruggere la Russia potrebbe portare a una crisi distopica che si concluderebbe con una grande esplosione nucleare”. Lo ha dichiarato Dmitry Medvedev, ex presidente russo nonché uno degli attuali e più alti consiglieri di Vladimir Putin. Parole che non fanno altro che aumentare la tensione tra Stati Uniti e Russia, con quest’ultima che in realtà dà l’impressione di cercare qualsiasi appiglio per alzare i toni e il livello delle minacce”.

  • Il prof. Domenico DeMasi, nostro gradito ospite da remoto martedì scorso alla seconda serata della “Scuola di formazione politica e economica” in Sala Alessandrini, ha scitto ieri un interessante articolo dal titolo ” Spese militari: quel 2% va contro ogni razionalità” sul Fatto Quotidiano.
    Ne riporto di seguito un significativo stralcio, sul quale mi sento di concordare:
    “Non occorre essere pacifisti per rifiutarsi di portare le spese militari al 2% del Pil. Basta essere razionali. Del resto, su 30 Paesi della Nato, 20 non lo hanno fatto. Se proprio s’avesse da compiere uno sforzo militarista, esso dovrebbe servire alla creazione di un sistema difensivo dell’Unione europea, non dei singoli Stati né della Nato, altrimenti si perpetuerebbe la subordinazione dell’Europa all’America e si accentuerebbero le distanze tra i singoli Paesi, mentre l’Ue ha interesse ad attenuarle.

    Ciò che è avvenuto in Germania già rappresenta una pericolosa avvisaglia. Con un discorso di mezz’ora del cancelliere Olaf Scholz, la Ostpolitik inaugurata da Willy Brandt negli anni Settanta e proseguita da Angela Merkel è stata drasticamente sostituita da una Zeitenwende che rafforza con altri 100 miliardi gli armamenti della Bundeswehr. Dunque ci ritroveremo presto con una Germania che, sommando i primati economico e militare, accentrerà una potenza esorbitante rispetto a quella di ogni altro membro dell’Unione, con tutte le pericolose tentazioni egemoniche che possono derivarne.

    Ma anche se il 2% del nostro Pil andasse alla creazione di un esercito europeo, si tratterebbe comunque di un ritorno al modernariato della politica bismarkiana. Per due buone ragioni. Anzitutto, se fu azzardato introdurre l’euro prima di avere un governo politico europeo, sarebbe addirittura folle creare un esercito europeo prima di avere una Costituzione e un governo dell’Unione. In secondo luogo, siamo proprio sicuri che l’Europa debba imbarcarsi nell’annoso e costoso processo generativo di un esercito capace di gareggiare con quelli americano e cinese? Siamo sicuri che nella società postindustriale si debba continuare a battersi come si faceva nella società industriale?

    In un solo mese di guerra sono morti in Ucraina 19.000 soldati di entrambi le parti e un numero imprecisato ma enorme di civili di una parte sola; sono stati abbattuti 240 tra aerei ed elicotteri. Un aereo B-2 Spirit costa 670 milioni di dollari: cifra con cui si potrebbero costruire cinque ospedali da 500 posti letto o 70 licei per 1.000 studenti. Le nuove generazioni europee, ormai approdate a un buon livello di benessere, hanno pure maturato una tale ripugnanza per la guerra da propendere, d’ora in poi, per conflitti non cruenti. Persino il semplice invio di armi è disapprovato dal 54% degli italiani, figurarsi quanti pochi sarebbero disposti a combattere in prima persona.

    L’attuale conflitto ucraino è stato condotto almeno in parte infliggendo alla Russia sanzioni economiche. Si è così semi-sperimentata la possibilità di bandire per sempre la guerra cruenta e distruttiva, fatta di missili e di morti (in cui l’Europa è debole) per sostituirla con forme inedite di conflitti incruenti, condotti a colpi di internet, finanza, diplomazia e cultura (in cui l’Europa è imbattibile).

    È solo questa la forma di guerra che l’Europa deve perseguire nello “spirito di Bruxelles”, come ventilava già Antonio Polito sul Corriere del 1º marzo. Tutte le altre forme sono l’anticamera del baratro. Secondo la Federation of American Scientist, la Russia possiede 5.977 armi nucleari; gli Stati Uniti ne posseggono 5.428; la Cina 350. Altre 950 testate sono tenute da sei Paesi (Francia, Regno Unito, Pakistan, India, Israele e Corea del Nord). 1.800 testate sono poste in stato permanente di “massima allerta operativa”. Si tenga conto che la bomba russa “Big Ivan” ha una potenza 3.125 volte superiore alla bomba Little Boy che, sganciata a Hiroshima nel 1945, causò 140.000 morti in un solo colpo. E si tenga anche conto che basterebbero 600 bombe atomiche delle 12.725 già disponibili, per causare l’estinzione dell’intera specie umana……”

  • Domenico De Masi è quella persona che in Tv, al talk-show di Barbara Palombelli ha detto che l’Occidente avrebbe dovuto prendere esempio da Berlusconi nei rapporti con Putin. Avere lo stesso approccio.
    Per non citare cosa ha scritto delle armi inviate all’Ucraina; per questo basta Marco Travaglio, che da Lilly Gruber una sera ha detto che le armi andavano date al popolo e non all’esercito ucraino. Neppure un somaro durebbe una cosa simile! Arriva il camion e l’autista al check-point che fa? Scusi soldato, sa indicarmi dove ci sono i condomini, quelli dove combatte il popolo. Dovrei consegnaro delle armi, ma non a voi soldati….
    Poche sere fa, ancora Travaglio ne ha raccontata un’altra da esperto quale è di cose foreste: sono state date troppe armi all’Ucraina. L’impressione è che il direttore del “Fatto” mi pare un po’ confuso. Dice che Draghi non ha toccato palla, ma non si dovrebbe incrementare spese per la difesa, che i tempi son tranquilli, e poi magari pretendere che gli alleati della Nato prendano sul serio l’Italia.
    Ma non è finita. Tra gli editorialisti del “Fatto” c’è pure Angelo d’Orsi, candidato comunista per un partitino a Torino dove ha preso il 2,58% e sottobil 3% i voti si buttano. Ma il prof D’Orsi, storico del fascismo, oltre ad aver detto che la guerra d’Ucraina è colpa degli Stati Uniti, ha scritto un articolo per “Il Fatto” dove duce che processo di Norimberga non s’aveva da fare, che non c’erano , durante ka Secinda guerra mondiale, buoni e cattivi, ma erano, in sostanza, tutti cattivi.

  • Scusate gli errori. Spero che si riesca a capire lo stesso. Grazie

  • Comprendo che in Occidente si possono dire tutte le opinioni che saltano al naso senza problemi; anzi, più le dici grosse più trovi un giornale che ti prende, che sia “La Verita’ “, o “Il Fatto Quotidiano” che sceglie di far fronda su tutto per trovare spazio, dai vaccini, alla guerra in Ucraina. Pubblica un vecchio articolo di Anna Politkovskaja che dice tutto il contrario di Angelo d’Orsi, firma di punta della sinistra radicale. Poi c’è la linea editoriale che un giornale deve prendere senza ambiguità. Invece sulla huetta d’Ucraina la linea del “Fatto” è ambigua e opportunistica. Cerca lettori pescando dovunque. Il populismo rancoroso soprattutto. È un problema quando sei un giornale che si occupa solo su notizie dall’interno. Fuori d’Italia non hai competenze. Aveva Massimo Fini che ha pubblicato un libro dal titolo “Elogio della guerra”, per dire come sono abituati a scherzare con i morti.

  • Come sei pesantemente tranchant, Marino: “…. sulla huetta d’Ucraina la linea del Fatto e’ ambigua e opportunistica….” (se huetta sta per guerra, ovviamente!)
    C’e’ da sospettare che, nei confronti de Fatto tu abbia motivi di astio ….pregressi!
    Non condivido affatto. Anzi, accusare di opportunismo il giornale diretto da Travaglio che, proprio sui fatti centra la sua azione di informazione, mi pare non solo immotivato, ma, addirittura calunniosamente fuorviante!
    Ripeto, assolutamente non condivido.

  • Rispetto poi al tuo “….fuori dall’Italia non hai competenze….” sommessamente, semplicemente ti direi: leggi il fondo di oggi del Direttore Travaglio!

  • Non ho niente di pregresso con “Il Fatto Quotidiano”. Ho citato articoli precisi. Ho citato le parole di Domenico De Masi, di Marco Travaglio, di Angelo d’Orsi. Cose dette e cose scritte. Non accuse generiche. Su quelle rispondo. A uno che dice che darebbe le armi al popolo ucraino ma non all’esercito ucraino, come lo chiami? Non m’importa che sia il direttore del tuo breviario, caro Francesco. E siamo arrivati anche al complottismo, come ha scritto sul “Fatto” un bravo prete, Alex Zanotelli. Putin, secondo Zanotelli, sarebbe un Nemico creato dagli Stati Uniti. Solo un imbecille novax potrebbe dire o scrivere una stupidata simile.
    Il sostegno, velato, a Putin non manca affatto in Italia. E il “tuo” giornale, e ho citato parole e frasi e posizioni precise, di questa roba ne ospita. Parecchia. Persino un editorialista come Angelo d’Orsi, che vede l’America come il male assoluto nel mondo.

  • Ho letto per diverso tempo ‘Il Fatto Quotidiano”, anche tutti i giorni per anni. Conosco Marco Travaglio da quando scriveva con Severgnini su “Il Giornale Nuovo”. Da quando voto’ Umberto Bossi e la Lega, come fece Massimo Fini, che era editorialista a “L’Indipendente” diretto da Vittorio Feltri.
    Poi, Travaglio, passò alla cronaca giudiziaria della redazione di Torino di “Repubblica”, dopo l’insuccesso de “La Voce” di Montanelli, segnalandosi per la competenza in fatto di giurisprudenza. Si specializzo’ anche in processi di mafie, e scrisse, tra l’altro un eccellente saggio di giornalismo “La scomparsa dei fatti”. Ho scritto più volte che dovrebbe essere un testo scolastico, nelle scuole superiori. In tutti questi anni, fino a poco tempo fa Marco Travaglio non ha mai scritto una riga dedicata alla geo-politica estera. Se lo ha fatto è stato un caso eccezionale: un articolo su diecimila. Ogni giornalista ha le sue competenze. Chi fa il tuttologo, prima o poi, dice cazzate. Vale per Travaglio come per altri. Purtroppo, conosco bene le qualità di Travaglio, e gli errori brutti che sta facendo dalla comparsa del Covid, su cui qui ho già scritto, con dichiarazioni TV di Travaglio che attaccava il green pass con posizioni simili, parole uguali a Giorgia Meloni. E ora le due frasi che Travaglio ha detto in tv sulle armi all’Ucraina, già da me citate. Anche quelli bravi dicono pirlate, e Travaglio, come ho segnalato, fuori dal malaffare italiano, è meglio che si cimenti con attenzione. Non sono il solo a criticarlo, fra chi lo ha sempre stimato.

  • Il Fatto non è solo il suo direttore, è, a mio modestissimo parere, soprattutto un altro modo di fare giornalismo, informazione, spunto di riflessione.
    Al proposito, anche per uscire dallo sterile, insulso approccio “buoni/cattivi”, pro/contro putin, riporto da pg 6 ESTERI ( si perchè il Fatto tratta anche di ESTERI!) del Fatto di ieri, l’INTERVISTA a firma Sabrina Provenzani che titola “LA GUERRA USA E’ FINO ALL’ULTIMO USCRAINO” che ha contribuito a farmi leggere gli accadimenti terribili, raccapriccianti, al limite del tollerabile, in atto nella guerra d’invasione all’Ucraina messa in atto dal presidente della Federazione Russa Vladimir Vladimirovič Putin:

    “Questa è una sintesi del dialogo “Una risposta di sinistra all’invasione russa
    dell’Ucraina” fra l’intellettuale attivista politico Noam Chomsky e l’attivista e scienziato politico Bill Fletcher
    jr. trasmessa su Real News Network.
    Fletcher.
    Partiamo da tre assunti. Il primo: la Nato non è un’alleanza difensiva. Il secondo: alla dissoluzione del Patto
    di Varsavia sarebbe dovuta seguire la dissoluzione della Nato. Infine: l’espansione della Nato, in particolare durante le presidenze di Clinton e Bush jr, è stata un errore e una provocazione.
    Chomsky.
    Penso siano punti di partenza corretti, e vorrei aggiungerne un altro. Qualunque sia la spiegazione
    dell ’invasione russa – che è una questione cruciale – l’invasione in sé è un atto criminale di aggressione, un crimine internazionale di suprema gravità, paragonabile ad altre violazioni della legge internazionale e dei diritti umani come l’invasione statunitense in Iraq o a quella della Polonia da parte di Hitler.
    Ma c’è un background che risale ai primi anni Novanta, quando l’Urss collassa e il presidente Usa George Bush
    senior raggiunge un accordo con il presidente dell’Urss Michail Gorbaciov, un accordo ben definito. Gorbaciov acconsente all’unificazione delle due Germanie e all’ingresso del nuovo Stato nella Nato, che considerato il contesto è una concessione notevolissima, a una condizione che viene ufficializzata: che la Nato non si espanda a est nemmeno di un centimetro, Not one inch. Gli americani rispettano il patto fino al 1994, quando Bill Clinton, per ragioni di consenso interno, incoraggia Paesi come Polonia, Ungheria e Slovenia a entrare nell’Alleanza atlantica.
    Poi, con il pretesto di fermare le atrocità serbe in Kosovo, Clinton bombarda la Serbia senza nemmeno informare i russi che ne escono umiliati. George Bush jr. invita a entrare nella Nato praticamente tutti gli Stati satellite russi, nel 2008 anche l’Ucraina e qui interviene il veto di Francia e Germania, ma la proposta resta sul tavolo a Washington.
    Un approccio pericoloso e cinico, perché viola le red lines russe. Anche la rivoluzione arancione di Maidan del 2014 è istigata dagli Usa e porta quella che chiamiamo Nato, ovvero gli Stati Uniti, a integrare l’Ucraina sempre di più con l’invio di armi e addestramento. C’è un documento ufficiale firmato da Biden nel settembre 2021, ignorato dai media ma non dall ’intelligence russa, in cui si finalizza lo Strategic Defence Framework con l’Ucraina, si parla di forniture militari e dell ’Ucraina come Enhanced Opportunities Partner della Nato, cioè apre le porte all’ingresso di Kiev nell’Alleanza.
    Fletcher.
    Ma invece di accusare la Nato, Putin giustifica l’invasione con toni nazionalistici ed espansionistici. Come funziona il suo regime?
    Chomsky.
    Putin ha sempre dichiarato che la decisione di dissolvere l’Urss è stata tragica. Ma anche che chiunque pensi di ricostituire quell’impero è un pazzo. È ovvio che la Russia non ha la minima capacità di farlo: anche se ha un grosso esercito ed è una potenza nucleare, è una cleptocrazia in declino con una economia debole e della grandezza più o meno di quella italiana. Non può conquistare nessuno. L’Ucraina è sempre stato un caso a parte e su questo le richieste russe ufficiali del ministro degli Esteri Lavrov sono sempre state, oltre all ’indipendenza del Donbass, la neutralità e la demilitarizzazione, cioè la rimozione delle armi che minacciano la sicurezza russa. Uno status simile a quello del Messico rispetto agli Stati Uniti, che di fatto non può aderire ad accordi militari con la Cina. La proposta Lavrov poteva funzionare? Non lo sapremo mai, perché non è stata presa in considerazione.
    Fletcher.
    Eppure nel 1994 con il memorandum di Budapest, l’Ucraina rinuncia al suo arsenale nucleare in cambio della promessa russa di non aggressione, e non cerca di entrare nella Nato fino al 2014 quando la Russia annette la Crimea e supporta la secessione in Donbass. Sembra che Mosca non voglia garantire la propria sicurezza, ma rendere l’Ucraina unoStato satellite.
    Chomsky.
    Il Messico è uno Stato satellite degli Usa? Lo erano l’Austria o la Finlandia? No, erano neutrali, con l’obbligo di non aderire a una organizzazione militare ostile guidata dagli Usa che facesse esercitazioni sul loro territorio [comela Nato in Ucraina, ndr]. Una limitazione di sovranità? Sì, ma non limitava la vita di quei Paesi. Uno status che si sarebbe potuto ottenere per l’Ucraina se gli Usa lo avessero voluto.
    Fletcher.
    Ha senso per Austria e Finlandia. Perché Kiev dovrebbe fidarsi di un accordo con la Russia dopo l’annessione della Crimea nel 2014?
    Chomsky.
    L’Ucraina può non credere al fatto che la Russia rispetterebbe un accordo, così come non li rispettano gli Stati Uniti in tanti luoghi del mondo. In Ucraina, la Russia sta commettendo crimini da tribunale di Norimberga, ma gli Stati Uniti violano trattati internazionali con l’abuso della forza. La domanda è: se gli Usa avessero rispettato le red lines russe, come consigliato da esperti, alti consiglieri, diplomatici, anche Francia e Germania, e avessero lavorato per la neutralità dell’Ucraina, la Russia avrebbe invaso?Non lo sappiamo. Per citare uno di quegli esperti, l’ex ambasciatore Usa, Chas Freeman, gli Stati Uniti “hanno scelto di combattere fino all’ultimo ucraino”, ovvero di abbandonare ogni speranza di un accordo. Tutto questo si poteva provare a evitare e si potrebbe ancora. Quando Biden dice che Putin è un criminale di guerra e verrà processato, lo mette al muro: l’unica strada è il suicidio o l’escalation, anche nucleare.
    Fletcher.
    Addossi tutta la responsabilità agli Usa, ma nella Nato ci sono anche Paesi come la Germania e la Francia contrari all’ingresso dell’Ucraina. E i proclami di Putin sulla necessità di denazificare l’Ucraina sono ridicoli. C’è qualcosa che mi sfugge…
    Chomsky.
    Ti sfugge la realtà dei rapporti di potere internazionali, dove gli Stati Uniti hanno un potere spropositato.
    Lo sappiamo tutti, la Russia lo sa benissimo. Chi capisce qualcosa di politica internazionale sa che gli Stati Uniti sono un violento stato canaglia che fa quello che vuole. Se al Cremlino ci fosse un uomo di stato abile e lungimirante, avrebbe cercato un compromesso con Germania e Francia, avrebbe provato ad aderire a qualche forma di casa comune europea come la immaginava Gorbaciov. Ma Putin e il suo entourage non hanno questa visione e capacità di leadership e hanno preso le armi, come fanno sempre le grandi potenze, inclusi gli Stati Uniti. Ed è una decisione criminale, che danneggia la Russia. Putin ha porto agli Stati Uniti sul piatto d’oro il più grande regalo immaginabile: potenze come Germania e Francia ora sono del tutto assoggettate agli Stati Uniti.

  • Una volta i comunisti avevano una sfilza d’intellettuali, più o meno organici che facevano a gomitate per ottenere spazio sui tanti fogli, riviste, quotidiani, mensili, trimestrali, dove raccontavano tante belle e dotte storielle sulla fine del capitalismo e il socialismo delle “democrazie popolari ” (!), che avrebbe preso il sopravvento.
    Oggi, sono rimasti in quattro, contando Luciano Canfora, quello che studia così tanto che si dimentica il pettine, a volte, e pare Antonio Gramsci però meno conciato dalla vita dura della galera; e poi, c’è Noam Chomsky, che i comunisti si tengono stretto, altrimenti tocca dare spazio ai fondi di magazzino. Se andate a leggere sul sito comunisti.it troverete una lunga pappardella del professor Chomsky, di quelle corpose di una volta, che spiegano tutti gli orrori del mondo capitalista. E siccome “Il Fatto Quotidiano” da un po’ di tempo schiaccia l’occhio, anche per sopravvivere cercando lettori fra i filo-Putin che in Italia non mancano affatto, ecco lo spazio dedicato al grande intellettuale americano Noam Chomsky, che spiega come va il mondo. Nel tempo libero, Chomsky per esercitarsi va al circo dove sparano contro gli orsi, gli animali che scorrono sul nastro vicino ai palloncini, e si vince un peluche se lo centri, e lui si diverte a colpire solo gli orsetti che hanno la scritta: NATO. Appena vede quelli spara a raffica. Con più godimento di un mercenario russo nel Donbass.

  • Marino, l’apologo/giudizio su Chomsky è carino e pure spiritoso, ma non è questo il punto, secondo me.
    Anzitutto non vedo proprio come la sintesi del dialogo “Una risposta di sinistra all’invasione russa
    dell’Ucraina” fra l’intellettuale attivista politico Noam Chomsky e l’attivista e scienziato politico Bill Fletcher
    jr. trasmessa su Real News Network, riportata nell’articolo del Fatto, possa essere catalogata come “filo Putin”.
    Nel merito, se vuoi aiutarmi a capire ()e sottolineo non mi interessa assolutamente polemizzare, ti chiedo: di quanto affermato da Chomsky, quanto secondo te non corrisponde alla realtà dei fatti e quindi offre una narrazione distorta di quanto accaduto/sta accadendo?
    Perchè oltre all’orrore che provoca l’annientamento di paesi e citta’, uomini, donne e bambini compresi, con la loro storia, di vita vissuta (e questo è fattuale, li da vedere!) quello che vorrei capire sono le motivazioni e gli obiettivi di chi ha comandato/comanda tali misfatti! E quanto argomentato nell’intervista, indubbiamente offre delle chiavi interpretative in questo senso.

    • Sul tuo giornale, Il Fatto Quotidiano c’è un articolo, il 4 aprile, di Nando Dalla Chiesa che ricorda come la vigliaccheria “pacifista” era con l’elmetto, giustamente, che c’erano le forniture d’armi ai vietcong, contro l’aggressione USA. Conosco “i pacifisti” italiani, e so cosa nascondono. È l’odio della NATO, degli USA, e la comprensione, verso Putin “che è stato a lungo provocato”, dice Moni Ovadia. Ha ragione l’ebreo Paolo Flores d’Arcais, questi “pacifisti” sono gente disinvolta, e non provano vergogna, per i loro sofismi. Non meritano di vivere in democrazia. Ai tempi del Vietnam erano tutti guerriglieri. Che ipocriti.

  • Marino, ripeto, nn mi interessa polemizzare, io leggo e sostengo con l’abbonamento on line il Fatto Quotidiano, che ritengo significativo esempio di giornalismo indipendente da editori piu’ o meno (+ piu’ che meno) condizionanti. Questo pero’ non significa per me che tutto cio’ che e’ pubblicato sul Fatto sia una sorta di ….bibbia!
    Hai citato due firme abituali: Moni e Nando che ritengo personaggi, dal punto di vista social/culturale di tutto rispetto!
    Sto seguendo la campagna “Carrelli di plastica”, condotta in parallelo tra il Fatto e GreenPeace, che ha come obiettivo l’eliminazione della plastica monouso (quella che “nasce per diventare rifiuto).
    Non mi pare siano cose di cui ….vergognarsi, no?

  • Ho citato la rubrica di Nando Dalla Chiesa sul tuo giornale apposta, anche perché non ho mai detto che sul “Fatto Quotidiano” si scrivono solo sciocchezze. Non lo penso affatto. Se Marco Travaglio se la piglia con il green pass, dice che avesse figli piccoli non li vorrebbe vaccinare, come ha detto, se dice una cazzata, e cioè dare armi al popolo ucraino ma non all’esercito ucraino, se dice un’altra cazzata, troppe armi sono fornite all’Ucraina, lo segnalo. Purtroppo, sono interventi che non fanno bene all’autorità che si era costruito negli anni Marco Travaglio. È un brutto segnale, per la linea editoriale, visto che lui è il direttore. Non parlo in modo generico. Cito frasi, cose dette e scritte, tra l’altro neppure contestate da chi le ha ascoltate in diretta, ed aveva il culo sulla sedia come lui, esperto di cronaca giudiziaria, fi malaffare italiota, che per una vita non ha scritto una riga di faccende fuori dall’Italia.
    Sono nessuno ma non faccio sconti a nessuno, se qualcuno, pure una star, dice cose che reputo infelici. Rispondo sulle cose che cito. Non faccio accuse generiche. Ma Travaglio e’ furbo, sapendone poco di Russia, di appoggia sugli opinionisti che più si avvicinano alle ambiguità della sua linea editoriale in questa guerra. Di filo-Putin, di antiNato, di pacifisti del distinguo che preferiscono fare i Ponzio Pilato, ce n’è un fracco. E sono lettori utili per l’abbonamento. Non ci sono altri grandi giornali che offrono spazio solleticando i filo-Putin.

    • No, dai Marino, il finale “solleticando i filo-Putin” non lo accetto proprio, dai!

  • Purtroppo, l’intelligenza del direttore de “Il Fatto Quotidiano” si scontra con il suo atteggiamento, il ruolo che si è dato, di porsi sempre “alternativo” ai giornaloni qualunque cosa dicano. E siccome novax, complottisti e putiniani scoperti o quelli “del contesto”, quelli che “Putin è stato a lungo provocato” quelli che se la fanno addosso e bisogna far star buono Putin quindi dagli un po’ di territorio, sperando che si calmi, se leggono un giornale leggono “Il Fatto Quotidiano”, più di un motivo c’è.

  • E a proposito della vergogna del presidente cossuttiano ANPI Gianfranco Pagliarulo, alla mia protesta per le sue ripetute dichiarazioni sull’Ucraina nel 2015 e di questi giorni, ho ricevuto settanta “condivisioni”, fino ad ora sulla bacheca facebook di Gad Lerner. Un numero alto e inaspettato che la dice lunga di quanta gente è incazzata con questi dirigenti “sovietici” che provocano vergogna alla memoria partigiana di ieri e di oggi.

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