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Antologia Immagini dal Futuro – Cremascolta

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Molti autori di questa antologia andavano all’asilo, o alla scuola elementare, quando uscì nelle sale cinematografiche “1997: fuga da New York” di John Carpenter, regista di horror e fantascienza. Le immagini di quella pellicola sembrarono un po’ a tutti fantasie lontane. Fantascienza, appunto. Ma oggi, dopo decenni di sonno comatoso, anche il più irriducibile degli

Molti autori di questa antologia andavano all’asilo, o alla scuola elementare, quando uscì nelle sale cinematografiche “1997: fuga da New York” di John Carpenter, regista di horror e fantascienza. Le immagini di quella pellicola sembrarono un po’ a tutti fantasie lontane. Fantascienza, appunto. Ma oggi, dopo decenni di sonno comatoso, anche il più irriducibile degli ottimisti inizia ad avvertire la sensazione di essere precipitato in un mondo in cui la fantascienza è stata superata da una realtà mostruosa, tale da rendere quel vecchio film, al pari del celebre “1984” di George Orwell, una lettura di intrattenimento per scuole medie inferiori.

Dobbiamo ammettere che la situazione ci è letteralmente sfuggita di mano. Così come sarebbe onesto riconoscere che non è facile avere 20anni, o giù di lì, di questi tempi. Anche se molti puntano il dito su questa generazione di teenagers che si vorrebbe eternamente votata al culto dello svago e del godimento immediato, che si accusa di essere avulsa dalla realtà, sciaguratamente persuasa di vivere nel “meno peggiore dei mondi possibili”, turista permanente di Internet e della scappatella low-cost. E’ davvero così? E poi, siamo sicuri che sia tutta colpa loro? Ma soprattutto, perché fare di tutte le erbe un fascio quando è cosa nota che anche in un campo di gramigna nascono le viole? La decisione del blog CremAscolta di bandire un concorso per under30 dal titolo “Immagini dal futuro” è scaturita proprio da queste domande. Le viole sono spuntate e noi ne abbiamo raccolto un bel mazzolino.

All’invito d’immaginare la propria città così come sarà fra trenta o quarant’anni non ha risposto la massa, ma quei pochi sono stati sufficienti a offrire un quadro abbastanza omogeneo della visione che le ultime generazioni hanno del loro futuro: un mondo devastato da catastrofi ecologiche, umanitarie, politiche e sociali, afflitto da una cronica mancanza di lavoro. Potrebbe apparire uno scenario da brivido; invece no, perché del disfacimento di questo mondo i più giovani sembrano non avere paura. Lo vedono anzi come una cosa naturale, un “passaggio” inevitabile, al quale, ne sono sicuri, loro sopravvivranno.

Einstein diceva di non sapere come si sarebbe combattuta la terza guerra mondiale, ma di essere sicuro che la quarta si sarebbe fatta con le clave perchĂ© il “ritorno alla barbarie” era scontato. E’ un po’ questa la metafora dei nostri giorni: c’illudiamo di attraversare una fase di evoluzione e di progresso mentre siamo nel bel mezzo di un vero e proprio periodo di transizione, se non addirittura d’involuzione. Che, tuttavia, prelude a un rinnovamento profondo attuato su basi ben diverse da quelle su cui poggiava il precedente equilibrio. E alcuni giovani, non tutti, sembrano essersene accorti. Anche l’esperienza della scrittura, che richiede la capacitĂ  di uscire continuamente da una forma giĂ  data (e dai suoi ripetitivi godimenti) per andare verso nuovi e piĂą alti piaceri, può fornire loro i mezzi per andare avanti. Spetta quindi agli adulti incoraggiare tale processo di trasformazione, e la presente antologia rappresenta di questo compito un piccolo esempio.

Rita Rame

presidente di CremAscolta blog

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10 Gen in

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