CREMASCOLTA

Università con Giovanni Righini

Stagione: 1
Episodio: 1

Host: Mattia Bressanelli e Giorgio Cardile
Guest: Professor Giovanni Righini

In questo primo episodio del podcast di CremAscolta, Mattia Bressanelli e Giorgio Cardile dialogano con il prof. Giovanni Righini sul futuro della sede universitaria di Crema.     La registrazione risale a qualche mese fa, ma è ancora attuale.   Buon ascolto  

In questo primo episodio del podcast di CremAscolta, Mattia Bressanelli e Giorgio Cardile dialogano con il prof. Giovanni Righini sul futuro della sede universitaria di Crema.

 

 

La registrazione risale a qualche mese fa, ma è ancora attuale.

 

Buon ascolto

 

CREMASCOLTA

17 Ago in

4 commenti

Commenti

  • Prossimi episodi da settembre

  • Complimenti: domande e risposte illuminanti. Se tante cose che “bollono in pentola” non le sapevo io che vivo per una parte del tempo all’interno dell’Università, come docente di UNI Crema libera Università per adulti, e con rapporti agevolati con Righini, credo che questo valga tanto più per gli iscritti (oltre 600 in media) che di tanto in tanto tirano la giacca al Presidente Cappelli per sapere qualcosa. Ovviamente il discorso vale ancor più per l’abitante medio, che mal conosce le risorse della propria città. Avanti così, e grazie per aver riempito un settore carente del quale avevo mal compreso la necessità, o meglio il tipo di approccio.

  • Sono anni che il prof. Righini si adopera per sensibilizzare le istituzioni e la stessa opinione pubblica sulla straordinaria opportunità che avrebbe Crema se sorgesse presso la nostra università un Polo di ricerca di eccellenza a livello almeno nazionale: attirerebbe non solo capitali ma anche cervelli.
    Il futuro (che è già un presente) sarà segnato dal crescente ricorso agli algoritmi, algoritmi che altro non sono (per noi profani) che “matematica applicata”. Per questo il progetto del prof. Righini, se dovesse realizzarsi (col supporto di più università) dovrebbe richiamare “matematici” di indirizzo applicativo e informatici, magari tramite concorsi di livello “internazionale”.
    Non si tratta di sognare una nuova Silicon Valley, ma concretamente di avviare un circolo virtuoso preparando le condizioni di un “centro di ricerca” applicativa.

    • In realtà non credo si stia lavorando a una sede di una o più università, per fortuna. Non si tratterebbe di un’università, che numericamente a Crema si è dimostrata non sostenibile e di scarso valore didattico, bensì di un centro di ricerca. Tale centro avrebbe il suo focus su quello che si chiama R&D Research and Developement, e solo un braccio nella didattica. In quest’ottica, il centro è di fatto un impresa che trasforma capitale finanziario (pubblico o privato che sia, meglio se privato) in conoscenze per il futuro (la ricerca) e progetti per il presente (sviluppo).

      L’aspetto “scolastico” rimarrebbe rilevante nella misura in cui ricercatori e sviluppatori di qualità hanno tanto da insegnare, per esempio per un percorso post-laurea.

      Questo è quello che mi sembra di aver capito, e che mi auspico succeda.

      A settembre riceveremo aggiornamenti direttamente dal Professore.

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