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FRANCESCO TORRISI

UNA GUERRA NEL CUORE DELL’EUROPA

Le slide che hanno supportato la lectio del prof. Piero Carelli presso UNICrema

Guerra Ucraina[47208]

Buona riflessione

FRANCESCO TORRISI

09 Mag 2022 in

26 commenti

Commenti

  • Ma c’è ancora una guerra in Ucraina?
    Leggo da twitter:

    Agenzia ANSA
    @Agenzia_Ansa
    UCRAINA | Kiev tenta di rilanciare il turismo. Le proposte vanno dal “relax” di Leopoli alle gite nel canyon di Kamianets-Podilsky. Per chi ha voglia di avventura e rischio c’è il tour delle “città coraggiose” con un passaggio anche a Bucha e Irpin. #ANSA

    Cos’è una proposta di “turismo col brivido”, “rischiare è necessario per vivere”?
    Ci sono milioni di Ucraini in ….”turismo forzato” nei Paesi dell’Europa, e la proposta sarebbe quella di “rilanciare il turismo?!?
    Come dire: tra i ghiacciai di casa che ti crollano addosso e le “città coraggiose” con le sirene che ululano e i missili che ti piovono in testa?!?
    Un viaggio fuori di testa tra il il tragico, il virtuoso e il virtuale?!?
    Basito è la parola giusta!

    • Ti ricordi Francesco del turismo a Cogne? Attrazione fatale per le sciagure degli altri. Sciacallaggio, cannibalismo.

  • Se ci fosse una guerra in Sardegna, perché i francesi la vogliono, dopo un’anno di guerra, bombardamenti anche a Scannabue, con l’ospedale di Treviglio centrato da un missile, dopo molti mesi di guerra, a Milano, Verona si tenterebbe di riaprire un turismo d’italiani e stranieri. Il turismo è un’attività economica come fare il pane, o il centralinista. Da’ le palanche per vivere. E la voglia di ridere, scherzare, di vacanza non l’hanno solo gli italiani; anche gli ucraini hanno il diritto di vivere, prendere in giro la vita. Sono convinto che l’oracolo Lucio Caracciolo, tanto bravo ma non c’è solo lui ad avere competenze di esterologia (basta leggere giornali stranieri, anche online), è d’accordo che gli ucraini non sono tutti Madre Teresa di Calcutta: fanno l’amore, cantano “Singing in the rain”, ogni tanto, nelle pause della guerra. E fanno bene. Anche vendendo immagini della guerra, come attrazione turistica, perché il turismo non è tutto innocente, adatto solo per radical-chic che discettano della guerra degli altri in terrazza nella seconda casa, con bellavista, ma è pure turismo scaccione di poveracci che vogliono vivere, anche il brivido di giochi che per altri finiscono in tragedia.

  • Il 25 Luglio mi/Vi chiedevo: “Ma c’è ancora una guerra in Ucraina?”
    A un meseemmezzo di distanza, incredibilmente, ripropongo la stessa domanda!
    E fornisce una sua riflessione al proposito il grande giornalista Antonio Padellare sul FQ di oggi, in un bel corsivo nella sua rubrica ” FRANCO TIRATORE” dal titolo ” LA GUERRA E LA TEMPESTA IN ARRIVO”. e ne riporto di seguito l’apertura e la parte conclusiva:

    “Esiste, sempre più diffuso e profondo, un sentimento di ansia mescolata a incertezza per il futuro, che sentiamo crescere in noi e intorno a noi …..Di tale catastrofe incombente la causa scatenante è stata, a seguito dell’aggressione russa, il conflitto che ci vede, come Europa e come Nato, fornire sostegno militare (e non solo)
    all ’aggredito ucraino, subendo le pesanti ritorsioni sul gas erogato da Mosca. …”

    E conclude quindi:

    “….Davvero autorevoli uomini di Stato come Macron, Mario Draghi, Olaf Scholz, non possono far nulla per evitare che i rispettivi Paesi, e l’Europa tutta, vengano trascinati verso l’ignoto come fuscelli dalla furia delle rapide? “Ma qual è l’obiettivo per cui stiamo lavorando”, si chiedeMassimo D’Alema nel ricordo di un uomo votato alla pace come Michail Gorbaciov. “Quando una guerra non ha una soluzione militare, come spiega Kissinger, bisogna aprire un confronto. Che assetto vogliamo che abbia l’Europa? Non si capisce”.
    È soprattutto da questo “non capire” che nasce l’angoscia di noi poveri viaggiatori a fari spenti nella notte.”

  • Chi l’avrebbe mai detto a quelli della mia generazione. Sfoglio il giornale e bastano i titoli, approfondendo é anche peggio. È tornata la guerra calda, gas, risparmi, razionamenti, la paura di non farcela e in affanno la ricerca di soluzioni tampone, ora legale tutto l’anno, illuminazione ridotta nelle città, che equivale ad un coprifuoco, insegne spente, consigli di premi Nobel per cucinare la pasta a fuoco spento, l’io dei diritti civili surclassato dal noi, in nome di valori che si credeva messi nella tomba, tra laicità di destra, noi, e di sinistra, io, forse. Disitinzioni da cardinale, che lette tra le righe significa: speriamo vinca la destra così il “noi”, che più ideologico di così si muore da essere estesi, nuovi lavaggi del cervello, no a suicidio assistito, no a matrimoni omosessuali, tutti in chiesa e tutti armati in difesa dei nostri confini, identità, nuova scuola tipo ungherese, che non é un salame, un anno in meno, che più ignoranti meglio si governano, e il liceo made in Italy. Chi credeva ancora nella linearità della storia, della ragione, del progresso dovrà ricredersi. L’eterno ritorno dell’identico, sempre in agguato, troverà compimento. O forse no.

    • Il cardianale di cui sopra, quello della distinzione tre noi, prima, ed io dopo é Zuppi in collegamento da Lourdes in attesa della processione con le candele di tutti quei disperati che, fomentati dalla Chiesa e dal business dei santuari, si aspettano il miracolo, disattendendo anche loro una linearità tra creazione e giudizio universale che vorrebbe tutti con un inizio e una fine, ma neppure loro, e in a questo caso anche loro in attesa dell’eterno ritorno, quello della salute. Nessuna linearità quindi da nessuna parte ideologica, attendiamoci quindi un periodo di merda, come capitato a tutte le generazioni. Anche gli Dei della mitologia credevano al fato più forte di loro.

  • Mi è impossibile (cfr “ammazza la vecchia – col flit” di “Chi ha incastrato Roger Rabbit”, spledido cartone a firma ROBERT ZEMECKIS, e scusa se è poco!) resistere alla tentazione di legare la conclusione della tua belle ptofonda riflessione, al cremaschissimo: “fato, quel da la merda”.
    Ti giuro, non mi passa manco pa a capa buttare in vacca il tuo bel commento, anzi, ma l’assonanza mi tentava troppo!
    Chiedo ancora scusa, Ivano! Ma perdere l’occasione di farci una risata in questi tempi (giustappunto di m….) non potevo lasciarmela scappare!”

    • 😊

  • “Dio, Patria, Famiglia!”: tre parole che se gridate sono una bestemmia e dovrebbero rappresentare per tutti lo spettro di una prigione. Enzo Bianchi.

    • Meloni, Berlusconi, Santanchè, Salvini, begli esempi di “famiglia tradizionale”!!!
      Stessero zitti, almeno, ipocriti!

  • E di Dio cosa si può dire? Che tirato in ballo dalla Meloni vuol dire che é favorevole alla tortura, che tirato per la giacchetta da Salvini, crocifisso in mano, é favorevole agli annegamenti, non essendoci per ora trattati internazionali efficaci per la regolamentazione mediterranea, araba o africana del fenomeno immigrazione. Il tema Patria é invece più complesso, richiama identità, tradizioni, confini storici e geografici, oltre che culturali, che nel corso del tempi mai hanno trovato stabili definizioni, i due secoli scorsi ce lo hanno dimostrato, anche la guerra in corso alle nostre porte ne sono la dimostrazione. Ma, ripeto, qui il tema è molto più complesso. Dio e famiglia attingono anche ai sentimenti, e quindi per chiunque é facile esprimersi, magari dicendo cazzate, per Patria le variabili interpretative sono di una infinità infinita.

    • Ovviamente “gli ultimi 2 secoli” sono indicativi, solo perché i più vicini a noi.

  • Che poi che Dio sia buono o cattivo é disputa inutile e senza soluzione. E lo dico per chi crede, certamente non per me. Chissà cosa ne pensano la Meloni o Salvini, penseranno che sia buono, dopo approfondite riflessioni e studi teologici, del resto cosa se ne farebbero di un Dio cattivo? Perlomeno le/gli farebbe perdere le elezioni. A quel punto perderebbero la fede? A meno che non abbiano l’intelligenza di Primo Levi, ma lui se l’è vista brutta, che diceva: ” non posso dire che Dio sia stato buono con me perché vorrebbe dire che è stato cattivo con altri”. Chiedo comunque scusa per aver evocato Levi, certamente niente di paragonabile con questa sgangherata campagna elettorale e con i due personaggi citati. Quanto alla Patria verrebbe da citare Massimo d’Azeglio, nella frammentazione della politica contemporanea. I confini va bene, anche agi italiani non piacerebbe essere invasi, ma l’identità dove sta?

  • Massì, dio alla fin fine deve essere un “buondiavolo” e comunque fa quel che gli pare e noi è meglio che evitiamo di interferire, che…..teniamo famiglia!
    Quanto alla patria, gonfiamo il petto e ci commuoviamo, anche, quando per qualche partita o premiazione medagliata, cantando l’inno di Mameli, si arriva al “siam pronti alla morte / l’Italia chiamò”!
    Per il resto abbiamo abdicato al nostro status di “cittadini” in favore di quello di “consumatori”, portatori di diritti e doveri conseguenti.
    Dopodiche ci abbiamo una Costituzione della Repubblica ( ….ma che, lè teta na republica!) che stentoremente dichiara che “….L’Italia (t)ripudia la guerra …..” et cetera et cetera, e ce ne facciamo solenni baffi!
    Stiamo tutti quanti distruggendo gli equilibri sui quali si regge il Pianeta, che sarebbe poi l’unico luogo nell’universo nel quale saremme adatti a vivere!
    Cheffare?
    Tirare a campare alla bellemeglio cercando per lo meno di non farci del male (a noi stessi. prima di tutto) ed agli altri poi, almeno per quanto dipende da noi!
    Volo troppo basso?
    Si, ma almeno se cado …….

    • “Volo troppo basso?
      Si, ma almeno se cado …….”. Bellissima battuta,….ma senza sogni che vita é?

  • Certo, Ivano, ma “i sogni” hanno una ….”vita propria”, fuori da ogni ragione e ragionamento!

  • Hai ragione, sfuggono a qualsiasi logica.

  • La guerra é sempre un tema morale, ma molte volte la morale non basta a stabilre, circostanze alla mano, cosa sia giusto o sbagliato. Dall’Ucraina siamo ormai passati ad un “Occidente collettivo”, per usare le parole di Putin, che ci vorrebbe affamare e far morire di freddo, usando le armi del gas del petrolio e del grano. E sono minacce non più sottovalutabili, con le conseguenze in termini di limitazioni che sono ormai in agenda e che forse ci metteranno a dura prova. E non so se siamo pronti ad affrontare restrizioni e norme di comportamento da economia di guerra. Mai come ora i sentimenti sono ambivalenti, e temo opportunistici, quando in casa dovremo indossare un maglia in più, docce tiepide e luci spente. Questo naturalmente per i più virtuosi, perché si sa, nelle proprie case si agisce responsabilmente o irrespondabilmente a seconda dei casi e delle persone. Ora, in termini di algoritmi, le previsioni e sviluppi di tutto questo sono facilmente interpretabili, tra ottimismo e pessimismo di ognuno. Ma il paradigma non può più essere questo. Esistono dati oggettivi che ormai allarmano tutti, anche facendo una graduatoria delle responsabilità che vedono comunque solo due protagonisti. Ammettiamo anche l’estensione delle sanzioni e i rifornimenti di armi, che vedono appunto altri coprotagonisti. Forse abbiamo creduto tutti che la guerra sarebbe durata meno e che le diplomazie avrebbero raggiunto gli obiettivi, se non di una pacificazione, di un compromesso. Ma ormai vediamo che non é così. Quindi? Quindi ribadisco il mio pensiero, lo scrissi tempo fa, meglio un popolo oppresso che un coinvolgimento globale, in attesa, Putin non vivrà in eterno, che il cammino per la democrazia si concretizzi anche in Russia. E potrebbe essere così, la Russia ha bisogno di vendere come noi abbiamo bisogno di comprare, ed egoisticamente di mantenere il nostro standard quotidiano. E il popolo russo quando la recessione già in atto si aggraverà potrebbe trovare lui stesso una soluzione.

  • Anche se, come scrive la figlia della Politiskaia, i russi non sanno pensare. Del resto, avete mai letto i libri della Némirovsky? Ebrea, morta ad Auschwitz, degli ebrei russi parlava malissimo. Speriamo che nessuna delle due abbia ragione.

    • Se poi penso che anche qui, tempo fa, qualcuno scriveva che il nostro futuro avrebbe dovuto essere l’Eurasia inorridisco. Che geni.

  • Continuo il monologo, a proposito di Dio, che vorrebbe dire, nel caso vincesse la destra, un ridimensionamento o revisione dei diritti civili, civili appunto perché i diritti consentono, non obbligano ma nel furore ideologico questa considerazione é del tutto irrilevante.

  • Il “popolo russo ….potrebbe trovare lui stesso una soluzione” tu dici, Ivano, ma la rivoluzione d’ottobre (con tutto il ripsetto) c’è stata, a suo tempo, e Gaorbacov, pure, e sappiamo come è andata a finire!
    Non nutrirei grandi aspettative nel “popolo russo”( e mi riferisco all'”impero” tutto!).
    Al solito, “volo basso”, e la ragione, la conosci ormai.
    Quanto all’ultimo tuo commento (….a proposito di Dio….), mi è necessaria una spiega, l’ho riletto un paio di volte ma ….niente kapire!

    • Francesco, la destra reazionaria si fa forte anche della cultura cattolica che non sempre é favorevole ai diritti civili, vedi cosa é successo in America con l’aborto. In agenda italiana c’erano, é ormai il caso di dirlo, eutanasia e matrimonio omosessuale visti come il fumo negli occhi dai bacchettoni. Per non parlare appunto dell’aborto. Tutto qui. P.s. :lasciamo stare poi la loro politica economica che prevede il protezionismo per tutto il made in Italy, imprenditori italiani, lavoratori italiani, materie prime italiane, facendo credere di poter essere autosufficienti, quando ormai da decenni non é così. Secondo me è impossibile.

  • Titoli. In 360mila, tra i 20 e i 29 anni, guadagnano meno di 876 euro al mese: in Europa solo la Romania fa peggio. Le buste paga sono ferme dal 1990 e quest’anno la super inflazione ridurrà di un altro 3% il potere d’acquisto. Come mai gli altri paesi europei stanno meglio di noi? Fa riflettere vero? Ragione per cui tutti si stanno rivolgendo alla destra? É l’unica ragione?

    • Riconoscendo pure il primato o prepotenza dell’economia sulla poitica, continuo a chiedermi quale sia e sia stata l’incapacità della nostra classe politica, e magari sindacale, in questi decenni. Perché leggere che peggio di noi solo la Romania fa male, non so se tale da giustificare la voglia di cambiamento in atto, anche perché un prezzo si pagherebbe in tutti i casi, e magari sarebbe alto, però….quasi da capire.

  • Sempre più infastiditi molto commentatori dalle ingerenze del cardinale Zuppi, così da poter sintetizzare: Zuppi pensi alla croce, non alle crocette.

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